Daniel Alves al Barça. Un grande acquisto?
Quest' articolo l' ho scritto una settimana fa, ma fra gli europei e tutto il resto era caduto nel dimenticatoio. Lo pubblico adesso, è ancora commestibile (con un aggiornamento: per Fernando Navarro al Sevilla è fatta). Dopo l' Europeo, tornerò a parlare del mercato con un punto più ampio della situazione, già molto vivace e con parecchi movimenti interessanti (gran colpo Guerron al Getafe).
José Maria Del Nido ha mollato l’ osso prima di quanto si pensasse, e per nostra fortuna, il pericolo-telenovela è scampato (ma quella su Cristiano Ronaldo al Real Madrid è solo all’ inizio…). Sevilla e Barcelona hanno raggiunto l’ accordo: Daniel Alves l’ anno prossimo vestirà blaugrana, per una cifra che le varie fonti stimano fra i 29,5 e i 32 milioni di euro, con 6 milioni di euro che il Barça dovrà aggiungere qualora raggiungesse determinati obiettivi (in soldoni, titoli) la prossima stagione. In più al Sevilla va il 30% dei diritti che il Barça continuava a possedere sul maiorchino (e neo-nazionale) Fernando Navarro, obiettivo dichiarato della campagna acquisti del club andaluso (un acquisto intelligente, l’ erede ideale di David Castedo, si aggiungerebbe al già ufficializzato ingaggio dell’ argentino Lautaro Acosta dal Lanus).
Non c’è che dire, una bella botta di soldi. A prima vista, ci sarebbero poche discussioni da fare, perché il Barça si è assicurato se non il miglior terzino destro del mondo, una cosa che gli assomiglia parecchio. Ma, entrando nel dettaglio, non mancano gli aspetti che personalmente mi lasciano perplesso. L’ operazione-Alves va molto al di là del prendere la figurina e incollarla nell’ album al posto di Zambrotta.
Daniel Alves è forse il terzino destro migliore al mondo, ma è un terzino destro assai atipico, con movimenti che si discostano radicalmente dai canoni consolidati del ruolo. Per rendere al meglio, per continuare a vederlo sui livelli del Sevilla, bisogna costruirgli l’ habitat ideale, come ha magistralmente fatto il Sevilla, che lo ha posto al centro del suo sistema di gioco minimizzandone i punti deboli ed esaltandone al massimo i pregi. Ora, i miei dubbi nascono dal fatto che vedo molto più difficile ripetere simile operazione nel Barça e che, considerando vari fattori, il suo inserimento presenta aspetti problematici da non sottovalutare.
Premesso che ancora non si sa quale modulo utilizzerà Guardiola ma dando come punto di partenza la conferma del 4-3-3, credo si profili all’ orizzonte un problema di compatibilità con Leo Messi. Sommando astrattamente il potenziale dei due giocatori viene fuori sulla carta qualcosa di atomico, ma andando a vedere i movimenti tipici di entrambi all’ interno delle dinamiche di squadra c’è il rischio che si producano strozzature nella manovra non facili da superare.
Il calcio non è una somma astratta di potenziali individuali, ma una questione di tempo e di spazio: chi copre meglio tutto il campo, chi lo sa restringere all’ avversario quando questi ha la palla e al tempo stesso riesce a crearne di più per sé quando ha il possesso del pallone, è colui che ha le migliori possibilità di vittoria. Da questo punto di vista, c’è da dire che la coesistenza in un 4-3-3 di Alves (terzino destro) e Messi (attaccante esterno destro) non si preannuncia come la scelta più razionale per una squadra come il Barça abituata da sempre a porsi il problema della creazione di spazi contro difese molto chiuse.
Tanto Messi partendo dalla fascia inversa al piede d’ elezione quanto Alves partendo dalla posizione di terzino destro sono giocatori che prediligono portare palla per linee interne, e questo mix di attitudini potenzialmente può togliere molta fluidità al gioco del Barça futuro.
Ciò di cui ha sentito la mancanza Messi in questi due anni è stato più che altro un compagno di fascia che sovrapponendosi senza palla all’ esterno gli portasse via l’ uomo creandogli lo spazio per la diagonale palla al piede e l’ uno contro uno nelle zone interne. Dall’ altra parte invece Alves ha sempre avuto come ideale compagno di fascia il buon Jesús Navas, ovvero un giocatore totalmente diverso da Messi, un extremo classico che partendo e il più delle volte restando larghissimo lasciava ad Alves tutto lo spazio che desiderava per le sue scorribande interne.
Mi sembra evidente che facendo due più due da quanto ho detto, qualcosa rischia di non quadrare. È una questione elementare che riguarda quello “spazio vitale” che deve essere garantito a ogni talento perché possa esprimersi compiutamente arrecando beneficio a tutta la squadra. Se le premesse sono queste, la fascia destra del Barça invece che la zona di campo con due giocatori fra i più forti di tutto il campionato rischia di diventare una zona dove il gioco si fa prolisso, disordinato e anarchico, con scarsa coordinazione di movimenti e troppa conduzione di palla (senza dimenticare la più che probabile presenza sul centro-destra dell’ Iniesta o Xavi di turno).
A questo proposito invito anche a riflettere sul Dani Alves della nazionale brasiliana, dove non ha avuto finora lo stesso successo proprio per una questione di geometrie tattiche, molto differenti rispetto a quelle del Sevilla: mentre nel Sevilla è lui a dominare la scena nelle zone interne del campo e fare praticamente da regista occulto della squadra, nella Seleção queste zone le trova già ampiamente occupate da mezzepunte tipo il Kaká o Ronaldinho di turno, che lo costringono per forza di cose a cercare lo spazio sull’ esterno. Giocando il Brasile col 4-3-2-1 o 4-2-3-1, davanti non c’è nemmeno il Jesús Navas della situazione a fungere da punto di riferimento, per cui risulta sicuramente più indicato per allargare il campo un terzino più verticale come Maicon (se l’ interista è un terzino-ala, Alves è un terzino-mezzapunta). Ovvero il tipo di terzino che meglio si accorderebbe coi movimenti di Messi.
Altro aspetto da tenere in conto nell’ inserimento di Alves è l’ aspetto difensivo, cioè quello che comporta avere in squadra Alves quando non sei tu ad avere il pallone. È in questo senso che il Sevilla ha compiuto il capolavoro di aver al tempo stesso esaltato i punti di forza e minimizzato i punti deboli del giocatore, compensando l’ anarchia di Alves fino a farla diventare il proprio asso nella manica.
Giocatore non solo sempre proiettato all’ attacco ma dal raggio d’ azione esteso ben oltre i confini della fascia destra, nemmeno tanto propenso al rientro immediato in difesa, nel Sevilla ha potuto giocare con una certa libertà offensiva grazie ai raffinati meccanismi di compensazione elaborati da Juande Ramos, con Poulsen davanti alla difesa e Javi Navarro sul centro-destra pronti a coprire gli spazi lasciati sguarniti dal brasiliano nelle sue proiezioni offensive. Analoghi meccanismi andranno studiati e messi in pratica al Barça. Individualmente poi non mancano le sbavature difensive nel gioco di Alves: molto reattivo sul breve, per questo non facilissimo da superare nell’ uno contro uno, tende tuttavia a non misurare adeguatamente il tempo e la modalità dei suoi interventi, rischiando falli stupidi in zone pericolose di campo. Le carenze maggiori Alves le rivela comunque nella difesa dei traversoni provenienti dalla fascia opposta: non di rado capita di sorprenderlo distratto, in ritardo nel seguire i movimenti della linea difensiva e il taglio dell’ avversario sul secondo palo, dove peraltro l’ altezza ridotta tende a farlo soccombere sulle palle alte.
Debolezze difensive evidenti, ma non è questo l’ aspetto più problematico del suo inserimento nel Barça: se la squadra di Guardiola riuscirà a dominare il possesso-palla e insediarsi stabilmente nella metacampo avversaria, senza la necessità di ripiegare nella sua per difendere, questi limiti potranno anche essere mascherati. Ciò che desta le maggiori perplessità è la funzionalità dell’ inserimento di Alves nel contesto della manovra offensiva, per quanto questo possa sembrare a prima vista paradossale.
José Maria Del Nido ha mollato l’ osso prima di quanto si pensasse, e per nostra fortuna, il pericolo-telenovela è scampato (ma quella su Cristiano Ronaldo al Real Madrid è solo all’ inizio…). Sevilla e Barcelona hanno raggiunto l’ accordo: Daniel Alves l’ anno prossimo vestirà blaugrana, per una cifra che le varie fonti stimano fra i 29,5 e i 32 milioni di euro, con 6 milioni di euro che il Barça dovrà aggiungere qualora raggiungesse determinati obiettivi (in soldoni, titoli) la prossima stagione. In più al Sevilla va il 30% dei diritti che il Barça continuava a possedere sul maiorchino (e neo-nazionale) Fernando Navarro, obiettivo dichiarato della campagna acquisti del club andaluso (un acquisto intelligente, l’ erede ideale di David Castedo, si aggiungerebbe al già ufficializzato ingaggio dell’ argentino Lautaro Acosta dal Lanus).
Non c’è che dire, una bella botta di soldi. A prima vista, ci sarebbero poche discussioni da fare, perché il Barça si è assicurato se non il miglior terzino destro del mondo, una cosa che gli assomiglia parecchio. Ma, entrando nel dettaglio, non mancano gli aspetti che personalmente mi lasciano perplesso. L’ operazione-Alves va molto al di là del prendere la figurina e incollarla nell’ album al posto di Zambrotta.
Daniel Alves è forse il terzino destro migliore al mondo, ma è un terzino destro assai atipico, con movimenti che si discostano radicalmente dai canoni consolidati del ruolo. Per rendere al meglio, per continuare a vederlo sui livelli del Sevilla, bisogna costruirgli l’ habitat ideale, come ha magistralmente fatto il Sevilla, che lo ha posto al centro del suo sistema di gioco minimizzandone i punti deboli ed esaltandone al massimo i pregi. Ora, i miei dubbi nascono dal fatto che vedo molto più difficile ripetere simile operazione nel Barça e che, considerando vari fattori, il suo inserimento presenta aspetti problematici da non sottovalutare.
Premesso che ancora non si sa quale modulo utilizzerà Guardiola ma dando come punto di partenza la conferma del 4-3-3, credo si profili all’ orizzonte un problema di compatibilità con Leo Messi. Sommando astrattamente il potenziale dei due giocatori viene fuori sulla carta qualcosa di atomico, ma andando a vedere i movimenti tipici di entrambi all’ interno delle dinamiche di squadra c’è il rischio che si producano strozzature nella manovra non facili da superare.
Il calcio non è una somma astratta di potenziali individuali, ma una questione di tempo e di spazio: chi copre meglio tutto il campo, chi lo sa restringere all’ avversario quando questi ha la palla e al tempo stesso riesce a crearne di più per sé quando ha il possesso del pallone, è colui che ha le migliori possibilità di vittoria. Da questo punto di vista, c’è da dire che la coesistenza in un 4-3-3 di Alves (terzino destro) e Messi (attaccante esterno destro) non si preannuncia come la scelta più razionale per una squadra come il Barça abituata da sempre a porsi il problema della creazione di spazi contro difese molto chiuse.
Tanto Messi partendo dalla fascia inversa al piede d’ elezione quanto Alves partendo dalla posizione di terzino destro sono giocatori che prediligono portare palla per linee interne, e questo mix di attitudini potenzialmente può togliere molta fluidità al gioco del Barça futuro.
Ciò di cui ha sentito la mancanza Messi in questi due anni è stato più che altro un compagno di fascia che sovrapponendosi senza palla all’ esterno gli portasse via l’ uomo creandogli lo spazio per la diagonale palla al piede e l’ uno contro uno nelle zone interne. Dall’ altra parte invece Alves ha sempre avuto come ideale compagno di fascia il buon Jesús Navas, ovvero un giocatore totalmente diverso da Messi, un extremo classico che partendo e il più delle volte restando larghissimo lasciava ad Alves tutto lo spazio che desiderava per le sue scorribande interne.
Mi sembra evidente che facendo due più due da quanto ho detto, qualcosa rischia di non quadrare. È una questione elementare che riguarda quello “spazio vitale” che deve essere garantito a ogni talento perché possa esprimersi compiutamente arrecando beneficio a tutta la squadra. Se le premesse sono queste, la fascia destra del Barça invece che la zona di campo con due giocatori fra i più forti di tutto il campionato rischia di diventare una zona dove il gioco si fa prolisso, disordinato e anarchico, con scarsa coordinazione di movimenti e troppa conduzione di palla (senza dimenticare la più che probabile presenza sul centro-destra dell’ Iniesta o Xavi di turno).
A questo proposito invito anche a riflettere sul Dani Alves della nazionale brasiliana, dove non ha avuto finora lo stesso successo proprio per una questione di geometrie tattiche, molto differenti rispetto a quelle del Sevilla: mentre nel Sevilla è lui a dominare la scena nelle zone interne del campo e fare praticamente da regista occulto della squadra, nella Seleção queste zone le trova già ampiamente occupate da mezzepunte tipo il Kaká o Ronaldinho di turno, che lo costringono per forza di cose a cercare lo spazio sull’ esterno. Giocando il Brasile col 4-3-2-1 o 4-2-3-1, davanti non c’è nemmeno il Jesús Navas della situazione a fungere da punto di riferimento, per cui risulta sicuramente più indicato per allargare il campo un terzino più verticale come Maicon (se l’ interista è un terzino-ala, Alves è un terzino-mezzapunta). Ovvero il tipo di terzino che meglio si accorderebbe coi movimenti di Messi.
Altro aspetto da tenere in conto nell’ inserimento di Alves è l’ aspetto difensivo, cioè quello che comporta avere in squadra Alves quando non sei tu ad avere il pallone. È in questo senso che il Sevilla ha compiuto il capolavoro di aver al tempo stesso esaltato i punti di forza e minimizzato i punti deboli del giocatore, compensando l’ anarchia di Alves fino a farla diventare il proprio asso nella manica.
Giocatore non solo sempre proiettato all’ attacco ma dal raggio d’ azione esteso ben oltre i confini della fascia destra, nemmeno tanto propenso al rientro immediato in difesa, nel Sevilla ha potuto giocare con una certa libertà offensiva grazie ai raffinati meccanismi di compensazione elaborati da Juande Ramos, con Poulsen davanti alla difesa e Javi Navarro sul centro-destra pronti a coprire gli spazi lasciati sguarniti dal brasiliano nelle sue proiezioni offensive. Analoghi meccanismi andranno studiati e messi in pratica al Barça. Individualmente poi non mancano le sbavature difensive nel gioco di Alves: molto reattivo sul breve, per questo non facilissimo da superare nell’ uno contro uno, tende tuttavia a non misurare adeguatamente il tempo e la modalità dei suoi interventi, rischiando falli stupidi in zone pericolose di campo. Le carenze maggiori Alves le rivela comunque nella difesa dei traversoni provenienti dalla fascia opposta: non di rado capita di sorprenderlo distratto, in ritardo nel seguire i movimenti della linea difensiva e il taglio dell’ avversario sul secondo palo, dove peraltro l’ altezza ridotta tende a farlo soccombere sulle palle alte.
Debolezze difensive evidenti, ma non è questo l’ aspetto più problematico del suo inserimento nel Barça: se la squadra di Guardiola riuscirà a dominare il possesso-palla e insediarsi stabilmente nella metacampo avversaria, senza la necessità di ripiegare nella sua per difendere, questi limiti potranno anche essere mascherati. Ciò che desta le maggiori perplessità è la funzionalità dell’ inserimento di Alves nel contesto della manovra offensiva, per quanto questo possa sembrare a prima vista paradossale.
Etichette: Barcelona, Calciomercato, Giocatori
7 Comments:
Concordo pienamente Vale,la fascia destra del Barça è monopolizzata da Messi e non so quanto Alves possa conviverci,anche a me è venuto in mente il giocatore visto nel Brasile,che sembra un altro rispetto a quello che gioca nel Siviglia,speriamo bene.
Comunque non vorrei che i culè si facciano prendere dalla frenesia di cambiare più giocatori possibili rispetto allo scorso anno,considero ottimi gli acquisti di Piquè e Keita,però 17 milioni per Caceres mi sembrano troppi,mentre per Giovani si poteva sicuramente raccimolare qualcosa in più,poi questa voglia di sbolognare Eto'o non la capisco proprio.
Prox
Incredibile Vale, sembrano le stesse mie parole dette al bar davanti alla gazzetta qualche giorno fa!
Anche io penso che prendere alves per 30 milioni e dirgli di fare una partita difensiva a marcare l'avversario(cosa che non credo il barça farà, per attitudine filosofia di gioco) o di fare la fascia su e giù sempre sulla riga laterale sia qualcosa di simile ad un idiozia.
Non è un terzino classico come Ramos o Ebouè che basta dargli la maglia e mandarlo in campo. Nel Brasile, come infatti dicevi, è più utile Maicon, che in valore assoluto è probabilmente inferiore ad Alves ma di più semplice collocazione tattica.
Ps. Altidore al Villareal(mia squadra spagnola preferita dall'annuncio dell'acquisto di Matias) come lo giudichi? ne ho sentito parlare bene, ma non l'ho mai visto giocare solo highlights(che spesso sono fuorvianti)
Daniele
Mi raccomando, non fate scherzi questo pomeriggio...
PS: scusa se non rispondo su Daniel Alves, ma onestamente in questo momento non me ne frega niente di tutto il calciomercato in generale, sono troppo preso dagli Europei!
@ Prox
Caceres è un gran talento ma non era necessario, Eto'o sarebbe una cretinata mortale venderlo. Mi preoccupa il mercato blaugrana, che anche per me era partito bene con Keita e Piqué.
Comunque faremo un punto approfondito dopo gli Europei.
@ Daniele
Vedi, la telepatia... :)
Ebouè sarebbe stato il mio nome ideale, poi continuo ad avere grosso rammarico per il mancato acquisto di Lahm (che sarebbe stata un' opzione per entrambe le fasce utilissima, ricordiamoci ache anche a sinistra ci sarebbe da intervenire).
Altidore l' ho visto un paio di partite al Mondiale Under 20, mi ha fatto un' ottima impressione, centravanti di gran fisico ma molto mobile e bravo ad aprire spazi. Viene incontro ai desideri di Pellegrini perchè non è un attaccante statico, però secondo me è positivo il fatto che possa aggiungere peso all' attaccante leggero del Villarreal.
Comunque dovranno ancora decidere se prestarlo o meno alla succursale-Recreativo (che contende anche il prestito del nano atomico Jonathan Pereira al Racing).
@ Kerzhakov
Visto, tutto a posto, vittoria comoda comoda... :)
Ma dato la mente calcistica di Guardiola contrmapla pure Bielsa e Van Gaal, non potrebbe saltare fuori anche una difesa a tre dietro?
Ho pensato anch' io a 'sta cosa, considerando i riferimenti che citi (nelle parole di Pep, Van Gaal è la persona con cui gli sia piaciuto di più discutere di calcio, Bielsa invece lo ammira per la sua filosofia di costruzione della squadra a partire dalla fase offensiva) e la (sovr)abbondanza di difensori centrali, però un paio di questioni da risolvere rimarrebbero, e cioè il giocatore di fascia sinistra, visto che Sylvinho è agli sgoccioli e se Abidal già non ha soddisfatto offensivamente da terzino sinistro figurati da esterno in un 3-4-3, e la questione-Alves che rimarrebbe nei termini da me esposti, sempre che l' uomo davanti al brasiliano rimanga Messi (per ora solo una mia ipotesi di massima).
Un 3-4-3 con Alves esterno destro sarebbe stato ideale nel caso l' ala destra fosse stata il Figo dei tempi di Van Gaal, che restando largo gli avrebbe aperto gli spazi centrali, che in un 3-4-3, con un centrocampista centrale in meno rispetto al 4-3-3, sarebbero effettivamente più ampi (non va infatti trascurato oltre a Messi l' intralcio alla libertà d' azione di Alves che potrebbe costituire il Xavi o Iniesta di turno piazzato sul centro-destra del 4-3-3: nel Sevilla i centrali di centrocampo avevano caratteristiche ben diverse, non assorbivano tutto questo gioco).
Oddio, sto dando i numeri! :)
Il Sevilla ha appena annunciato l'ingaggio di Konko,acquistato per sostituire Dani Alves:penso che Monchi abbia dimostrato ancora una volta la sua elevata competenza.
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