Le pagelle del Real Madrid Campione.
Iker Casillas: Determinante soprattutto nella prima parte di stagione, quando il Real Madrid, fragile come blocco, si basava soprattutto sulla definizione degli episodi nelle due aree per accumulare punti su punti. Robinho ribaltava l’ azione, Van Nistelrooy e Raúl la mettevano dentro, lui parava, eccome se parava.
Nel girone d’ andata ha raggiunto l’ apice il mito di “San Iker”, portiere da anni abituato ad esaltarsi nei bombardamenti (pensate che, secondo le statistiche, a metà stagione il Real Madrid risultava la squadra con più tiri in porta al passivo, anche più del Levante!), non il più completo se si guarda ai fondamentali del ruolo (non sono un mistero ad esempio le sue carenze sulle uscite alte, il suo Tallone d’ Achille), ma straordinario, con pochi eguali, se si guarda all’ agilità e ai riflessi puri, capace di togliere il pallone dagli angoli più impossibili e di neutralizzare conclusioni da distanze ravvicinatissime con tempi di reazione disumani (vedere per credere la parata allo scadere in casa con l’ Olympiacos in Champions), quasi come se il pallone dovesse sempre e comunque andare a infrangersi sul suo corpo.
Presenze: 36. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0. Voto: 8,5.
Dudek: La prematura eliminazione dalla Copa del Rey ha tolto l’ unica valvola di sfogo al veterano portiere polacco, acquisto abbastanza misterioso. Nella sua unica presenza in Liga risiede comunque buona parte della retrocessione del Zaragoza: ben oltre il miracoloso il suo contributo nei minuti finali del match della Romareda.
Presenze: 1. Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v.
Codina: Terzo portiere con inesistenti possibilità d’ inserimento, Schuster gli ha concesso la passerella nella festa col Levante all’ ultima giornata.
Presenze: 1. Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v.
Sergio Ramos: “Tarzan”, “Caballo Loco”, i soprannomi esemplificano il modo di intendere e vivere il calcio dell’ andaluso. Una carica di adrenalina inesauribile, uno spirito che contagia i compagni e lo spettatore, al di là dei dettagli tecnico-tattici. Già affermatosi in un paio di stagioni come elemento imprescindibile nelle dinamiche della squadra, in particolare sulla fascia destra, dove, non esistendo esterni o ali di ruolo nell’ organico madridista (nel tridente son partiti dalla destra o seconde punte come Raúl e Higuaín, oppure mancini pure come Robben e più raramente Drenthe) , è ricaduta quasi interamente su di lui la responsabilità di dare ampiezza al gioco. Caratteristiche attualmente non surrogabili quelle di Sergio Ramos, come hanno dimostrato quelle gare nelle quali l’ ex Sevilla era assente e nelle quali il Madrid è diventato praticamente monco sulla fascia destra, prima fra tutte la dimostrazione d’ impotenza con la Roma.
Definitosi ormai come terzino arrembante, ciò che più risalta di questo giocatore sono le sbalorditive capacità atletiche. Capace di correre su e giù per tutti i 90 minuti senza mai perdere brillantezza, offre sempre uno sbocco ai compagni, copre la fascia da solo permettendo alla sua squadra di guadagnare un uomo nel gioco per linee interne. Si propone con grande, forse pure eccessiva, generosità, non ha paura di tentare giocate difficili, anche se a dire il vero non sempre risulta produttivo sotto quest’ aspetto, talvolta tende a fare confusione quando poarte palla al piede e la qualità dei cross è certamente migliorabile.
Strepitosa esplosività, impressionante stacco aereo, pericoloso soprattutto quando va nell’ area avversaria sui calci piazzati, le sue doti atletiche da privilegiato e l’ agonismo contagioso tendono un po’ ad occultare certe lacune tattiche e difensive che ancora lo contraddistinguono e che a dirla tutta son state il principale ostacolo a un suo utilizzo stabile nel ruolo di difensore centrale. Nel gioco di Sergio Ramos predomina l’ istinto, e se questo lo rende un giocatore speciale in determinate situazioni, in altre lo penalizza: in particolare, tende a seguire più la palla che i movimenti degli avversari, e questo può aprire spazi favorevoli agli avversari alle sue spalle. Questa tendenza poi lo porta a non misurare correttamente l’ opportunità e il tempo degli interventi, handicap che gli è costato in questa stagione diverse espulsioni o comunque squalifiche importanti e che poteva incidere ancora più pesantemente in presenza di arbitri più severi. Fattore questo che gli costa mezzo voto in meno nella mia pagella, pur tenendo presente che si tratta di un giocatore assolutamente imprescindibile per il Real Madrid, nonché di uno dei migliori cinque giocatori spagnoli nell’ attualità.
Presenze: 33. Reti: 5. Ammonizioni: 16. Espulsioni: 3. Voto: 7.
Pepe: I frequenti infortuni ci hanno consentito solo l’ assaggio di un grande difensore, come testimonia anche il voto contenuto. Le volte che è stato in campo ha offerto l’ impressione di poter dare un’ altra dimensione a tutta la difesa con la sua sola presenza, facendo pure giocare meglio chi gli stava accanto (come Cannavaro), esemplare la gara del Camp Nou in tal senso. Più che sull’ intelligenza tattica Pepe si basa su una forza fisica e una personalità preponderanti, tali che il rischio principale è proprio quello che il giocatore possa nutrire eccessiva confidenza nelle sue qualità e cadere in errori di deconcentrazione. Corpulento ma tutt’ altro che macchinoso, veloce nei recuperi, roccioso nei contrasti e difficile da superare nell’ uno contro uno, ha una presenza fisica preponderante che nel corpo a corpo lo rende un ostacolo quasi insormontabile. Sicuro e svettante nel gioco aereo, autorevole nelle uscite palla al piede, destinato a diventare il cardine indiscusso della difesa se gli infortuni glielo consentiranno.
Presenze: 19 (17 da titolare). Reti: 0. Ammonizioni: 5. Espulsioni: 0. Voto: 6,5.
Cannavaro: Sicuramente meglio della scorsa stagione, anche se lontano anni luce da quello del Mondiale. In difficoltà quando lo scarso filtro del centrocampo lo ha costretto a coprire spazi ampi, ha avuto anche qualche sbavatura impropria per un difensore della sua classe (tipo la pessima prova casalinga col Valencia), qualche fallo e intervento fuori misura di troppo, ma è cresciuto e ha guadagnato punti di riferimento preziosi quando ai suoi fianchi ha avuto Pepe ed Heinze: in un undici più compatto son venute meglio fuori la sua esperienza, il suo tempismo e la sua autorevolezza.
Presenze: 33. Reti: 0. Ammonizioni: 7. Espulsioni: 1. Voto: 6.
Marcelo: Stagione difficile per il brasiliano: pesante incarico l’ eredità di Roberto Carlos per un 20enne talento acerbo che, repentinamente scaraventato nel calderone del Bernabeu, non ha certo avuto il tempo di maturare con la calma dovuta, bersaglio privilegiato di tante critiche che forse non valutano appieno questa sua non facile situazione. È il problema dei talenti che dal Sudamerica arrivano sempre più giovani e in squadre ed ambienti di enormi esigenze, Marcelo è forse il caso più emblematico, l’ ideale per lui forse sarebbe stato un prestito ad inizio stagione.
Nonostante tutto Marcelo si è comunque guadagnato con relativa facilità uno spazio fra i titolari, sfruttando il fatto di essere l’ unico terzino sinistro di una certa profondità nella fase offensiva. Fase offensiva che è il suo forte ma che deve limare ed adattare appieno alle esigenze del calcio europeo: ha ottimo controllo di palla, capacità di andare via anche nello stretto (capacità che ha portato buoni frutti contro alcune difese schierate), un mancino calibrato nei cross e insidioso nelle conclusioni dalla lunga distanza, ma tende a portare un po’ troppo palla invece che giocare più semplice sul dai e vai e la sovrapposizione, perdendo l’ effetto-sorpresa e rischiando perdite pericolose sulla trequarti. Ha sicuramente il potenziale per esprimersi con maggiore incisività in quest’ aspetto del gioco.
Dal punto di vista difensivo vengono invece le note dolenti: reattivo e rapido negli interventi ma spesso fuori tempo o ingenuo nell’ affrontare l’ uno contro uno, semplicemente catastrofico dal punto di vista tattico quando occorre applicare i movimenti giusti nella linea difensiva. Posizionamento che spesso e volentieri lascia a desiderare, vulnerabilità evidente soprattutto nelle diagonali e nelle coperture sui palloni provenienti dall’ altra fascia, gioco aereo inesistente (incredibili i due gol in fotocopia che sono costati la sconfitta in casa del Betis, con Edu e Mark González a burlarlo soli soletti sul secondo palo), letture approssimative, buchi e svarioni. Nessuno gli chiede di difendere come Maldini, ma è chiaro che dovrà porre una misura a questi scempi se vorrà affermarsi secondo quanto le sue potenzialità suggeriscono.
Presenze: 24. Reti: 0. Ammonizioni: 9. Espulsioni: 0. Voto: 5,5.
Heinze: Primo rincalzo difensivo, giocatore importante per Schuster e che forse avrebbe trovato ancora più spazio con qualche acciacco in meno. Terzino sinistro al posto di Marcelo soprattutto nelle gare che esigevano più copertura (su tutte la sfida del Camp Nou, in assoluto la miglior prestazione difensiva dell’ annata madridista), più spesso centrale sfruttando le frequenti assenze di Pepe. Vecchia carogna del rettangolo verde, difensore che si fa sentire, deciso e senza svolazzi nell’ intervento, navigato, tempista e duro il giusto come comanda la scuola argentina. Da terzino sinistro si può proporre solo nelle ristrette circostanze sopra indicate, normalmente non è in grado di assicurare la profondità e l’ elaborazione che necessitano la manovra di una squadra come il Real Madrid.
Presenze: 20 (17 tit.). Reti: 1. Ammonizioni: 6. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Miguel Torres: La scoperta di Capello, rivelazione della scorsa stagione, quest’ anno non è andato oltre l’ anonimato. Scavalcato da Marcelo ed Heinze come terzino sinistro, il poco spazio avuto lo ha trovato sulla destra in assenza di Sergio Ramos. Abbastanza diligente ma meno solido rispetto a quanto fece vedere l’ anno scorso in fase difensiva, ampiamente insufficiente in fase offensiva, senza Sergio Ramos la fascia destra madridista praticamente non è esistita da questo punto di vista (ma non è tanto colpa di Torres, che ha le sue caratteristiche arcinote, è una lacuna frutto di una pianificazione inadeguata, che ha lasciato l’ organico privo di un esterno destro di livello a centrocampo).
Presenze: 20 (13 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 1. Voto: 5,5.
Salgado: Poco da dire, lo reputo finito da anni (per uno che basava tutto sulla corsa, la spinta e la generosità 32 anni sono già un macigno). Comprensibilmente sottoutilizzato da Schuster, che ha poi messo una “X” bella grossa sul suo nome quando il suddetto si è lasciato scappare le seguenti dichiarazioni prima dei due impegni cruciali casalinghi con Valencia e Sevilla: “queste due son le partite in cui Schuster dovrà dimostrare di essere da Real Madrid”…
Presenze: 8 (6 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 4. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Metzelder: Nei progetti estivi doveva essere il primo ricambio per i centrali, ma gli infortuni, la croce della sua carriera, lo hanno costretto a poche e poco significative presenze. È sicuramente un difensore di livello, ma la mia idea, ancora non pienamente verificata, è che le sue caratteristiche (centrale solido ma certamente non rapidissimo) non lo rendano molto adatto a una squadra come il Real Madrid che storicamente tende a lasciare spazi abbastanza ampi nella sua metacampo.
Presenze: 9 (7 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 1. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Diarra: Poco appariscente ma tatticamente importante. Un po’ abbandonato a se stesso nella prima metà della stagione, quando la squadra tendeva a dividersi in due tronconi e gli spazi da coprire davanti alla difesa diventavano abnormi, il suo impiego da interno destro nelle ultime fasi del campionato è stato invece importante per dare più equilibrio al centrocampo, rendere più compatta la squadra e sottoponendo Casillas a molto meno lavoro ingrato rispetto a quanto invece avveniva nel girone d’ andata (penso a gare molto concrete e solide come quelle di Santander e Pamplona). Certo, il suo tocco di palla grezzo delle volte è un handicap pesante, ma in campo sa sempre dove stare, è un giocatore che molto più di Gago aiuta a fornire razionalità e riferimenti saldi all’ assetto della squadra.
Presenze: 30 (25 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 4. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Gago: Non ci siamo, mi dispiace. Più si danna in campo più trasmette la sensazione di trovarsi ancora ben lontano dall’ essere quel punto di riferimento che ci si aspettava diventasse. Non trasmette sicurezza, non si mostra mai padrone della situazione, è la controfigura di quel giocatore elegante, di personalità, dinamico e continuo che scandiva i tempi della manovra del Boca. In campo sfacchina e corre tantissimo, ma nel suo caso non è un segnale positivo, non corre in maniera intelligente, spesso abbandona la posizione con effetti controproducenti, una tendenza questa che ha sempre avuto (e che impone la presenza di un centrocampista “correttore” al suo fianco, tipo Diarra). Chiamato ad essere perno del gioco, “nuovo Redondo”, non è mai riuscire a dare tempi, geometrie e continuità alla manovra, denunciando anzi un alto (e pericoloso, uno che gioca nella sua posizione davanti alla difesa deve perdere zero palloni) tasso d’ imprecisione nei passaggi.
Presenze: 31 (21 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 6. Espulsioni: 0. Voto: 5,5.
Guti: Giocatore mai realmente consacratosi ma attualmente senza sostituti nell’ organico madridista, rispetto agli anni scorsi non ha avuto picchi particolari (tipo quelli della passata stagione: giocò da cani per quasi tutto il campionato, ma le sue incredibili prestazioni al Camp Nou e soprattutto in casa col Sevilla furono determinanti ai fini della vittoria finale), ma in compenso il rendimento offerto è stato meno lunatico, lasciando il segno soprattutto alla voce “assist” (netto dominatore della specialità nella Liga 2007-2008). È per eccellenza l’ uomo dell’ ultimo passaggio: non ha rivali nella Liga (solo De la Peña e, in second’ ordine, Ibagaza) quando sulla trequarti può alzare la testa, mandare a vuoto un’ intera difesa con un solo sguardo e imbucare la palla praticamente dove vuole.
Trequarti: questa la sua zona, questo il suo ruolo. Credo sia chiaro a tutti come Guti preferisca agire nello spazio fra le linee, mentre quando si è trovato costretto ad arretrare per prendere palla e iniziare l’ azione (spesso a causa di schieramenti avversari che volutamente ricercavano questa situazione, intasando lo spazio fra le linee o anche intimidendolo col gioco duro) non si è mai mostrato come il giocatore capace di condurre la manovra della squadra, non ha la regolarità né la forma mentis per essere un giocatore di questo tipo.
Infine, un dato curioso: le partite di Liga in cui Guti era assente il Real Madrid le ha tutte vinte. E di queste sei partite tre (il Sacco del Camp Nou e le vittorie in casa di Racing e Osasuna) son state alcune delle prestazioni più solide e convincenti della squadra. Non è un dato casuale: con Guti nel terzetto di centrocampo la fase di non possesso perde equilibrio, e la squadra tende con più facilità a spezzarsi in due tronconi. Inoltre la compresenza di Guti tende a togliere libertà offensiva a Sneijder.
Presenze: 32 (27 tit.). Reti: 3. Ammonizioni: 9. Espulsioni: 1. Voto: 7.
Sneijder: Otto gol pesanti e una stagione in altalena: inizio da vero crack, una lunga fase centrale di anonimato, poi di nuovo una partecipazione rilevante nel finale. La sensazione comunque è che, aggiungendo la continuità, l’ olandese possa affermarsi come pilastro nel Madrid della prossima annata. L’ aspetto che più convince del suo gioco è la capacità di dare ritmo, dinamismo e sbocchi alla manovra: legge bene il gioco ed è importante la sua capacità di giocare ad uno-due tocchi, senza mai scadere nella giocata banale o eccessivamente orizzontale ma anzi cercando costantemente il collegamento con l’ attacco e rendendosi un giocatore determinante nel saltare la seconda linea del pressing avversario (mentre Guti è il risolutore in sede di ultimo passaggio sulla trequarti). Penso inoltre che ci siano i margini perché in futuro possa pesare ancora di più nelle celeberrime vesti di bombardiere dalla lunga distanza (in alcune partite è capitato di vederlo eccessivamente implicato nella ricezione del pallone della difesa, e questo lo ha inevitabilmente allontanato dalle zone dove può fare più male, motivo per cui affermo che 9 gol per uno come lui sono persino pochi).
Presenze: 30 (27 tit.). Reti: 9. Ammonizioni: 8. Espulsioni: 0. Voto: 7.
Julio Baptista: Non rientrava nei piani di inizio stagione, ma poi si è ritagliato il suo spazio, con una partecipazione importante soprattutto nella fase centrale della stagione, coronata dal gran gol che gelò il Camp Nou. In quella fase della stagione, con Sneijder in calo, era risultato prezioso il suo impatto fisico, la sua corsa da bufalo e gli inserimenti dalla seconda linea; successivamente, lo scarso criterio tattico, la ridottia visione di gioco e pure qualche limite di tocco hanno riportato al potere gli specialisti del centrocampo. Difficile sinceramente pensarlo nel Real Madrid 2008-2009.
Presenze: 27 (13 tit.). Reti: 3. Ammonizioni: 2. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Drenthe: Ha rischiato e rischia seriamente di bruciarsi, è un altro di quegli acquisti fatti dal Real Madrid sulla base di sensazioni superficiali e non guardando alle reali prospettive e possibilità d’ inserimento all’ interno di un progetto. Il copione generalmente è questo: si prende il giovane talento più di moda in un determinato momento, si sgancia una milionata per soffocare sul nascere ogni possibile concorrenza, si mette in mostra la nuova perla nelle prime partite facendone subito un salvatore della patria, poi dopo qualche partita ci si stanca, ci si lamenta di tutti i suoi difetti e lo si mette in un angolo.
Drenthe è un caso esemplare: esplosivo in Agosto, titolare ma con qualche perplessità che comincia già ad affiorare in Settembre, vero e proprio desaparecido nei mesi successivi per ritrovare nel 2008 qualche misero gettone solo nei finali di partita o in match di scarso appeal. Il problema non è che Drenthe non abbia talento, sono innegabili i suoi guizzi e la sua elettricità, il problema è che l’ investimento su di lui è stato frettoloso e mal calcolato, il giocatore ha bisogno di crescere e onestamente non si vedono spiragli per lui nel Real Madrid del futuro. Impostato inizialmente come terzino sinistro, ha immediatamente denunciato tutto il suo dilettantismo difensivo; provato come interno di centrocampo, è bastato un tempo sul campo del Getafe per capire che il suo senso tattico naïf non lo avrebbe portato da nessuna parte; da esterno-ala, il ruolo nel quale si trova a più a suo agio e nel quale è veramente esploso nel corso dell’ Europeo Under 21 dell’ anno scorso (dopo una stagione da terzino al Feyenoord di non eccessivo richiamo mediatico), si è trovato invece molto più semplicemente la strada sbarrata da due giocatori di livello superiore come Robinho e Robben. Non è pienamente giudicabile la sua stagione.
Presenze: 18 (7 tit.). Reti: 2. Ammonizioni: 1. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Balboa: Parlando di Torres ho rimproverato l’ assenza di un esterno destro di livello in organico, e indirettamente era una frecciata rivolta proprio a Balboa, una comparsa in questa stagione madridista. Il canterano ha anche velocità e una bella falcata, ma con tutta franchezza non può rientrare neanche lontanamente nei piani della Casa Blanca.
Presenze: 5 (0 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Raúl: Il Grande Ritorno, al di là delle stucchevoli polemiche sulla nazionale, il capitano si è riproposto con la massima credibilità nel ruolo di icona del madridismo. Era dal campionato 2000-2001 (24 gol) che non andava a segno con questa frequenza, ma a parte questo è tornato a una forma brillante. La “rinascita” è da attribuire secondo me a due fattori principali: un’ eccellente forma fisica, che gli ha permesso di ritrovare la brillantezza indispensabile per lo spunto risolutivo (lui che comunque non è mai stato un mostro di rapidità e ha sempre fatto affidamento più che altro su una capacità non comune di leggere e intuire gli sviluppi del gioco per anticipare gli avversari) e un ruolo meno ingrato e più rispondente alle sue inclinazioni: certo, capita sempre di vederlo sbattersi per la squadra e ricoprire volendo due-tre ruoli diversi a seconda delle fasi del gioco e della partita, quello non morirà mai in lui, ma quest’ anno ha potuto giocare più vicino all’ area di rigore, partendo dalla posizione falsissima di attaccante destro nel tridente spurio di Schuster, ma in realtà sempre pochi passi dietro la prima punta, pronto ad arrivare a fari spenti in area di rigore e sorprendere gli avversari.
Va poi detto che pure quando in assenza di Van Nistelrooy si è trovato a giocare come principale terminale offensivo, ce l’ ha messa tutta per non far rimpiangere l’ olandese. Le sue caratteristiche non gli permettono di fare reparto da solo e impegnare i due centrali giocando spalle alla porta o cercando la profondità, questo si è visto contro la Roma e il Madrid lo ha pagato, ma in altre partite, su tutte quella col Valencia (grande doppietta da trascinatore, anche se inutile ai fini del risultato) il Raúl centravanti è stato esemplare per dedizione e mestiere.
Presenze: 37 (36 tit.). Reti: 18. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0 Voto: 7,5.
Van Nistelrooy: Out nell’ ultima fase del campionato, quando è stato in campo ha fatto il suo dovere con la solita spietata e noiosa puntualità. Rispetto alla gioventù ha perso la progressione e la mobilità, ora agisce soprattutto negli ultimi metri ed entra nel gioco quasi esclusivamente per finalizzare, mansione nella quale continua a non avere rivali: impressionante il suo senso del gol, ha la porta avversaria stampata nel cervello e la centra in qualunque modo e in qualunque situazione, con uno sbalorditivo rapporto fra conclusioni a rete e gol. Due estati fa, al momento dell’ acquisto dal Manchester United, qualcuno temeva fosse arrivato un giocatore un po’ bollito, a conti fatti si è rivelato un affarone, anche se quest’ estate al Real Madrid converrà certamente preparare la sua successione.
Presenze: 24 (22 tit.). Reti: 16. Ammonizioni: 2. Espulsioni: 0. Voto: 7.
Robinho: Stagione a due facce: travolgente prima metà, seconda più stentata a partire dall’ infortunio in casa col Valladolid, al ritorno dal quale ha faticato a ritrovare la continuità ideale, sorbendosi anche un po’ di panchina nell’ ultimo quarto della temporada. Al di là del finale un po’ in sordina, non può essere in alcun modo taciuta la sua partecipazione determinante nel girone d’ andata: non era indiscutibile nelle gerarchie iniziali di Schuster, ma a partire dallo straordinario show in Champions con l’ Olympiacos (entra e rivolta la gara come un calzino) ha conquistato di forza il suo posto sulla sinistra dell’ attacco, affermandosi di gran lunga come il giocatore più “desequilibrante” della squadra, come dicono gli spagnoli con un termine azzeccato che ne restituisce appieno l’ essenza. Rispetto alla gestione-Capello ha potuto giocare più sciolto, terzo attaccante e non quarto di centrocampo, con tutta la differenza che questo comporta in termini di responsabilità in fase di non possesso e di libertà in quella offensiva. Dalla sinistra il suo movimento a convergere verso il centro ha scardinato parecchi sistemi difensivi, le sue cavalcate palla al piede sui rinvii di Casillas dopo calcio d’ angolo o sui lanci millimetrici di Guti son stati il marchio di fabbrica di un Madrid che ha fatto del contropiede in campo aperto la sua arma più devastante.
Presenze: 32 (27 tit.). Reti: 11. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0. Voto: 7.
Higuaín: Ancora una volta importante nel finale di campionato con la sua freschezza e vivacità, con il gol decisivo di Pamplona ha messo comunque il marchio ad una stagione dove ha trovato davvero poco spazio. Troppo poco per un giocatore che a mio avviso ne merita di più e per questo farebbe bene a cambiare aria, visto che l’ anno prossimo con Raúl, Robinho, Robben, Van Nistelrooy e il sostituto-successore di Van Nistelrooy le porte per lui saranno ancora più chiuse.
Seconda punta convertita per necessità di modulo prevalentemente in ala destra, è un attaccante che ha il pregio di abbinare alla buona tecnica movimenti senza palla sempre ficcanti, velocizza l’ azione giocando in pochi tocchi e attaccando lo spazio, all’ occorrenza sa anche saltare l’ uomo, è veloce, tenace e mira sempre all’ obiettivo senza fronzoli. Il suo vero, grande cruccio è la finalizzazione: 8 gol in pochi scampoli di partita non sono male, ma negli occhi di tutti resteranno sempre le tante occasionissime a tu per tu col portiere divorate in quest’ anno e mezzo europeo dal Pipita. Può darsi che sia anche un limite del suo repertorio, talvolta c’è anche un po’ di sfortuna, ma credo che in gran parte ad incidere sia l’ insicurezza dovuta alla consapevolezza della fragilità della propria posizione nelle gerarchie dell’ allenatore, e l’ ansia che questo comporta in quei momenti nei quali invece la serenità dovrebbe farla da padrone. Sapere che la prossima partita al 99% la guarderai dalla panchina non ti aiuta di certo a diventare un matador di portieri.
Presenze: 25 (7 tit.). Reti: 8. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0. Voto: 6,5.
Robben: Rischia di diventare un eterno rimpianto la carriera di questo giocatore fragilissimo, condannato dagli infortuni a non trovare mai la regolarità di impiego e di rendimento desiderata. Il Madrid non ha fatto eccezione: mesi fuori, poi rientro per qualche partita e di nuovo stop proprio quando la forma e l’ ispirazione stanno crescendo. Sempre in altalena. Il miglior Robben che abbiamo potuto vedere è stato così un giocatore il più delle volte brillante per massimo un’ ora di partita, prima dell’ inevitabile calo e dell’ altrettanto inevitabile sostituzione (su tutte la partita dell’ Olimpico in Champions: primo tempo devastante, blackout totale nella ripresa). Ovviamente in quel poco concessoci si è intravisto il valore indiscutibile del giocatore, in grado di offrire qualcosa di diverso da Robinho, meno estroso nel dribbling stretto, ma più diretto, verticale e profondo anche senza palla: proprio la sua coesistenza con Robinho in un tridente più classico (con due ali che partono larghe), appena accennata quest’ anno, potrebbe essere la sfida più stuzzicante del Madrid della prossima stagione (Robben però in questo caso dovrebbe partire prevalentemente da destra).
Presenze: 21 (12 tit.). Reti: 4. Ammonizioni: 4. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Saviola: Primo acquisto dell’ era-Schuster, concluso già durante lo scorso campionato, a quanto pare voluto dallo stesso Bernardo. Suonava vagamente bizzarro il suo ingaggio per chi vedeva già il Real Madrid abbondare di seconde punte ed esigeva invece un rimpiazzo credibile di Van Nistelrooy. La scarsa utilità del suo acquisto si è poi riflettuta in un impiego limitatissimo, tutt’ al più le partite di Copa del Rey e qualche periodico spicciolo in Liga. Possiamo dire che quando chiamato in causa il suo l’ ha fatto, ribadendo l’ istinto e la rapidità negli ultimi metri come sue migliori qualità, ma non lo reputo sinceramente un giocatore da grande squadra.
Presenze: 9 (5 tit.). Reti: 3. Ammonizioni: 0 Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Soldado: Salvate il Soldado Roberto! Non sono mai stato un suo grande fan, mi è sempre parso uno di quei “9” parassiti (in senso buono, visto che il capofila della categoria è un grande attaccante come Trezeguet) che non rappresentano la mia tipologia prediletta di giocatore, ma il trattamento riservatogli quest’ anno dal Real Madrid difficilmente si allontana dalla presa in giro vera e propria. Il suo ritorno dal prestito era stato chiesto espressamente da Schuster, ma poi Soldado non solo non ha visto il campo (solo una presenza da titolare, a La Coruña, dove sembrava appena uscito da un freezer), ma gli è stata pure negata una cessione a Gennaio che sarebbe stata la soluzione più logica.
Presenze: 5 (1 tit.). Reti:0 . Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Nel girone d’ andata ha raggiunto l’ apice il mito di “San Iker”, portiere da anni abituato ad esaltarsi nei bombardamenti (pensate che, secondo le statistiche, a metà stagione il Real Madrid risultava la squadra con più tiri in porta al passivo, anche più del Levante!), non il più completo se si guarda ai fondamentali del ruolo (non sono un mistero ad esempio le sue carenze sulle uscite alte, il suo Tallone d’ Achille), ma straordinario, con pochi eguali, se si guarda all’ agilità e ai riflessi puri, capace di togliere il pallone dagli angoli più impossibili e di neutralizzare conclusioni da distanze ravvicinatissime con tempi di reazione disumani (vedere per credere la parata allo scadere in casa con l’ Olympiacos in Champions), quasi come se il pallone dovesse sempre e comunque andare a infrangersi sul suo corpo.
Presenze: 36. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0. Voto: 8,5.
Dudek: La prematura eliminazione dalla Copa del Rey ha tolto l’ unica valvola di sfogo al veterano portiere polacco, acquisto abbastanza misterioso. Nella sua unica presenza in Liga risiede comunque buona parte della retrocessione del Zaragoza: ben oltre il miracoloso il suo contributo nei minuti finali del match della Romareda.
Presenze: 1. Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v.
Codina: Terzo portiere con inesistenti possibilità d’ inserimento, Schuster gli ha concesso la passerella nella festa col Levante all’ ultima giornata.
Presenze: 1. Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v.
Sergio Ramos: “Tarzan”, “Caballo Loco”, i soprannomi esemplificano il modo di intendere e vivere il calcio dell’ andaluso. Una carica di adrenalina inesauribile, uno spirito che contagia i compagni e lo spettatore, al di là dei dettagli tecnico-tattici. Già affermatosi in un paio di stagioni come elemento imprescindibile nelle dinamiche della squadra, in particolare sulla fascia destra, dove, non esistendo esterni o ali di ruolo nell’ organico madridista (nel tridente son partiti dalla destra o seconde punte come Raúl e Higuaín, oppure mancini pure come Robben e più raramente Drenthe) , è ricaduta quasi interamente su di lui la responsabilità di dare ampiezza al gioco. Caratteristiche attualmente non surrogabili quelle di Sergio Ramos, come hanno dimostrato quelle gare nelle quali l’ ex Sevilla era assente e nelle quali il Madrid è diventato praticamente monco sulla fascia destra, prima fra tutte la dimostrazione d’ impotenza con la Roma.
Definitosi ormai come terzino arrembante, ciò che più risalta di questo giocatore sono le sbalorditive capacità atletiche. Capace di correre su e giù per tutti i 90 minuti senza mai perdere brillantezza, offre sempre uno sbocco ai compagni, copre la fascia da solo permettendo alla sua squadra di guadagnare un uomo nel gioco per linee interne. Si propone con grande, forse pure eccessiva, generosità, non ha paura di tentare giocate difficili, anche se a dire il vero non sempre risulta produttivo sotto quest’ aspetto, talvolta tende a fare confusione quando poarte palla al piede e la qualità dei cross è certamente migliorabile.
Strepitosa esplosività, impressionante stacco aereo, pericoloso soprattutto quando va nell’ area avversaria sui calci piazzati, le sue doti atletiche da privilegiato e l’ agonismo contagioso tendono un po’ ad occultare certe lacune tattiche e difensive che ancora lo contraddistinguono e che a dirla tutta son state il principale ostacolo a un suo utilizzo stabile nel ruolo di difensore centrale. Nel gioco di Sergio Ramos predomina l’ istinto, e se questo lo rende un giocatore speciale in determinate situazioni, in altre lo penalizza: in particolare, tende a seguire più la palla che i movimenti degli avversari, e questo può aprire spazi favorevoli agli avversari alle sue spalle. Questa tendenza poi lo porta a non misurare correttamente l’ opportunità e il tempo degli interventi, handicap che gli è costato in questa stagione diverse espulsioni o comunque squalifiche importanti e che poteva incidere ancora più pesantemente in presenza di arbitri più severi. Fattore questo che gli costa mezzo voto in meno nella mia pagella, pur tenendo presente che si tratta di un giocatore assolutamente imprescindibile per il Real Madrid, nonché di uno dei migliori cinque giocatori spagnoli nell’ attualità.
Presenze: 33. Reti: 5. Ammonizioni: 16. Espulsioni: 3. Voto: 7.
Pepe: I frequenti infortuni ci hanno consentito solo l’ assaggio di un grande difensore, come testimonia anche il voto contenuto. Le volte che è stato in campo ha offerto l’ impressione di poter dare un’ altra dimensione a tutta la difesa con la sua sola presenza, facendo pure giocare meglio chi gli stava accanto (come Cannavaro), esemplare la gara del Camp Nou in tal senso. Più che sull’ intelligenza tattica Pepe si basa su una forza fisica e una personalità preponderanti, tali che il rischio principale è proprio quello che il giocatore possa nutrire eccessiva confidenza nelle sue qualità e cadere in errori di deconcentrazione. Corpulento ma tutt’ altro che macchinoso, veloce nei recuperi, roccioso nei contrasti e difficile da superare nell’ uno contro uno, ha una presenza fisica preponderante che nel corpo a corpo lo rende un ostacolo quasi insormontabile. Sicuro e svettante nel gioco aereo, autorevole nelle uscite palla al piede, destinato a diventare il cardine indiscusso della difesa se gli infortuni glielo consentiranno.
Presenze: 19 (17 da titolare). Reti: 0. Ammonizioni: 5. Espulsioni: 0. Voto: 6,5.
Cannavaro: Sicuramente meglio della scorsa stagione, anche se lontano anni luce da quello del Mondiale. In difficoltà quando lo scarso filtro del centrocampo lo ha costretto a coprire spazi ampi, ha avuto anche qualche sbavatura impropria per un difensore della sua classe (tipo la pessima prova casalinga col Valencia), qualche fallo e intervento fuori misura di troppo, ma è cresciuto e ha guadagnato punti di riferimento preziosi quando ai suoi fianchi ha avuto Pepe ed Heinze: in un undici più compatto son venute meglio fuori la sua esperienza, il suo tempismo e la sua autorevolezza.
Presenze: 33. Reti: 0. Ammonizioni: 7. Espulsioni: 1. Voto: 6.
Marcelo: Stagione difficile per il brasiliano: pesante incarico l’ eredità di Roberto Carlos per un 20enne talento acerbo che, repentinamente scaraventato nel calderone del Bernabeu, non ha certo avuto il tempo di maturare con la calma dovuta, bersaglio privilegiato di tante critiche che forse non valutano appieno questa sua non facile situazione. È il problema dei talenti che dal Sudamerica arrivano sempre più giovani e in squadre ed ambienti di enormi esigenze, Marcelo è forse il caso più emblematico, l’ ideale per lui forse sarebbe stato un prestito ad inizio stagione.
Nonostante tutto Marcelo si è comunque guadagnato con relativa facilità uno spazio fra i titolari, sfruttando il fatto di essere l’ unico terzino sinistro di una certa profondità nella fase offensiva. Fase offensiva che è il suo forte ma che deve limare ed adattare appieno alle esigenze del calcio europeo: ha ottimo controllo di palla, capacità di andare via anche nello stretto (capacità che ha portato buoni frutti contro alcune difese schierate), un mancino calibrato nei cross e insidioso nelle conclusioni dalla lunga distanza, ma tende a portare un po’ troppo palla invece che giocare più semplice sul dai e vai e la sovrapposizione, perdendo l’ effetto-sorpresa e rischiando perdite pericolose sulla trequarti. Ha sicuramente il potenziale per esprimersi con maggiore incisività in quest’ aspetto del gioco.
Dal punto di vista difensivo vengono invece le note dolenti: reattivo e rapido negli interventi ma spesso fuori tempo o ingenuo nell’ affrontare l’ uno contro uno, semplicemente catastrofico dal punto di vista tattico quando occorre applicare i movimenti giusti nella linea difensiva. Posizionamento che spesso e volentieri lascia a desiderare, vulnerabilità evidente soprattutto nelle diagonali e nelle coperture sui palloni provenienti dall’ altra fascia, gioco aereo inesistente (incredibili i due gol in fotocopia che sono costati la sconfitta in casa del Betis, con Edu e Mark González a burlarlo soli soletti sul secondo palo), letture approssimative, buchi e svarioni. Nessuno gli chiede di difendere come Maldini, ma è chiaro che dovrà porre una misura a questi scempi se vorrà affermarsi secondo quanto le sue potenzialità suggeriscono.
Presenze: 24. Reti: 0. Ammonizioni: 9. Espulsioni: 0. Voto: 5,5.
Heinze: Primo rincalzo difensivo, giocatore importante per Schuster e che forse avrebbe trovato ancora più spazio con qualche acciacco in meno. Terzino sinistro al posto di Marcelo soprattutto nelle gare che esigevano più copertura (su tutte la sfida del Camp Nou, in assoluto la miglior prestazione difensiva dell’ annata madridista), più spesso centrale sfruttando le frequenti assenze di Pepe. Vecchia carogna del rettangolo verde, difensore che si fa sentire, deciso e senza svolazzi nell’ intervento, navigato, tempista e duro il giusto come comanda la scuola argentina. Da terzino sinistro si può proporre solo nelle ristrette circostanze sopra indicate, normalmente non è in grado di assicurare la profondità e l’ elaborazione che necessitano la manovra di una squadra come il Real Madrid.
Presenze: 20 (17 tit.). Reti: 1. Ammonizioni: 6. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Miguel Torres: La scoperta di Capello, rivelazione della scorsa stagione, quest’ anno non è andato oltre l’ anonimato. Scavalcato da Marcelo ed Heinze come terzino sinistro, il poco spazio avuto lo ha trovato sulla destra in assenza di Sergio Ramos. Abbastanza diligente ma meno solido rispetto a quanto fece vedere l’ anno scorso in fase difensiva, ampiamente insufficiente in fase offensiva, senza Sergio Ramos la fascia destra madridista praticamente non è esistita da questo punto di vista (ma non è tanto colpa di Torres, che ha le sue caratteristiche arcinote, è una lacuna frutto di una pianificazione inadeguata, che ha lasciato l’ organico privo di un esterno destro di livello a centrocampo).
Presenze: 20 (13 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 1. Voto: 5,5.
Salgado: Poco da dire, lo reputo finito da anni (per uno che basava tutto sulla corsa, la spinta e la generosità 32 anni sono già un macigno). Comprensibilmente sottoutilizzato da Schuster, che ha poi messo una “X” bella grossa sul suo nome quando il suddetto si è lasciato scappare le seguenti dichiarazioni prima dei due impegni cruciali casalinghi con Valencia e Sevilla: “queste due son le partite in cui Schuster dovrà dimostrare di essere da Real Madrid”…
Presenze: 8 (6 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 4. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Metzelder: Nei progetti estivi doveva essere il primo ricambio per i centrali, ma gli infortuni, la croce della sua carriera, lo hanno costretto a poche e poco significative presenze. È sicuramente un difensore di livello, ma la mia idea, ancora non pienamente verificata, è che le sue caratteristiche (centrale solido ma certamente non rapidissimo) non lo rendano molto adatto a una squadra come il Real Madrid che storicamente tende a lasciare spazi abbastanza ampi nella sua metacampo.
Presenze: 9 (7 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 1. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Diarra: Poco appariscente ma tatticamente importante. Un po’ abbandonato a se stesso nella prima metà della stagione, quando la squadra tendeva a dividersi in due tronconi e gli spazi da coprire davanti alla difesa diventavano abnormi, il suo impiego da interno destro nelle ultime fasi del campionato è stato invece importante per dare più equilibrio al centrocampo, rendere più compatta la squadra e sottoponendo Casillas a molto meno lavoro ingrato rispetto a quanto invece avveniva nel girone d’ andata (penso a gare molto concrete e solide come quelle di Santander e Pamplona). Certo, il suo tocco di palla grezzo delle volte è un handicap pesante, ma in campo sa sempre dove stare, è un giocatore che molto più di Gago aiuta a fornire razionalità e riferimenti saldi all’ assetto della squadra.
Presenze: 30 (25 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 4. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Gago: Non ci siamo, mi dispiace. Più si danna in campo più trasmette la sensazione di trovarsi ancora ben lontano dall’ essere quel punto di riferimento che ci si aspettava diventasse. Non trasmette sicurezza, non si mostra mai padrone della situazione, è la controfigura di quel giocatore elegante, di personalità, dinamico e continuo che scandiva i tempi della manovra del Boca. In campo sfacchina e corre tantissimo, ma nel suo caso non è un segnale positivo, non corre in maniera intelligente, spesso abbandona la posizione con effetti controproducenti, una tendenza questa che ha sempre avuto (e che impone la presenza di un centrocampista “correttore” al suo fianco, tipo Diarra). Chiamato ad essere perno del gioco, “nuovo Redondo”, non è mai riuscire a dare tempi, geometrie e continuità alla manovra, denunciando anzi un alto (e pericoloso, uno che gioca nella sua posizione davanti alla difesa deve perdere zero palloni) tasso d’ imprecisione nei passaggi.
Presenze: 31 (21 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 6. Espulsioni: 0. Voto: 5,5.
Guti: Giocatore mai realmente consacratosi ma attualmente senza sostituti nell’ organico madridista, rispetto agli anni scorsi non ha avuto picchi particolari (tipo quelli della passata stagione: giocò da cani per quasi tutto il campionato, ma le sue incredibili prestazioni al Camp Nou e soprattutto in casa col Sevilla furono determinanti ai fini della vittoria finale), ma in compenso il rendimento offerto è stato meno lunatico, lasciando il segno soprattutto alla voce “assist” (netto dominatore della specialità nella Liga 2007-2008). È per eccellenza l’ uomo dell’ ultimo passaggio: non ha rivali nella Liga (solo De la Peña e, in second’ ordine, Ibagaza) quando sulla trequarti può alzare la testa, mandare a vuoto un’ intera difesa con un solo sguardo e imbucare la palla praticamente dove vuole.
Trequarti: questa la sua zona, questo il suo ruolo. Credo sia chiaro a tutti come Guti preferisca agire nello spazio fra le linee, mentre quando si è trovato costretto ad arretrare per prendere palla e iniziare l’ azione (spesso a causa di schieramenti avversari che volutamente ricercavano questa situazione, intasando lo spazio fra le linee o anche intimidendolo col gioco duro) non si è mai mostrato come il giocatore capace di condurre la manovra della squadra, non ha la regolarità né la forma mentis per essere un giocatore di questo tipo.
Infine, un dato curioso: le partite di Liga in cui Guti era assente il Real Madrid le ha tutte vinte. E di queste sei partite tre (il Sacco del Camp Nou e le vittorie in casa di Racing e Osasuna) son state alcune delle prestazioni più solide e convincenti della squadra. Non è un dato casuale: con Guti nel terzetto di centrocampo la fase di non possesso perde equilibrio, e la squadra tende con più facilità a spezzarsi in due tronconi. Inoltre la compresenza di Guti tende a togliere libertà offensiva a Sneijder.
Presenze: 32 (27 tit.). Reti: 3. Ammonizioni: 9. Espulsioni: 1. Voto: 7.
Sneijder: Otto gol pesanti e una stagione in altalena: inizio da vero crack, una lunga fase centrale di anonimato, poi di nuovo una partecipazione rilevante nel finale. La sensazione comunque è che, aggiungendo la continuità, l’ olandese possa affermarsi come pilastro nel Madrid della prossima annata. L’ aspetto che più convince del suo gioco è la capacità di dare ritmo, dinamismo e sbocchi alla manovra: legge bene il gioco ed è importante la sua capacità di giocare ad uno-due tocchi, senza mai scadere nella giocata banale o eccessivamente orizzontale ma anzi cercando costantemente il collegamento con l’ attacco e rendendosi un giocatore determinante nel saltare la seconda linea del pressing avversario (mentre Guti è il risolutore in sede di ultimo passaggio sulla trequarti). Penso inoltre che ci siano i margini perché in futuro possa pesare ancora di più nelle celeberrime vesti di bombardiere dalla lunga distanza (in alcune partite è capitato di vederlo eccessivamente implicato nella ricezione del pallone della difesa, e questo lo ha inevitabilmente allontanato dalle zone dove può fare più male, motivo per cui affermo che 9 gol per uno come lui sono persino pochi).
Presenze: 30 (27 tit.). Reti: 9. Ammonizioni: 8. Espulsioni: 0. Voto: 7.
Julio Baptista: Non rientrava nei piani di inizio stagione, ma poi si è ritagliato il suo spazio, con una partecipazione importante soprattutto nella fase centrale della stagione, coronata dal gran gol che gelò il Camp Nou. In quella fase della stagione, con Sneijder in calo, era risultato prezioso il suo impatto fisico, la sua corsa da bufalo e gli inserimenti dalla seconda linea; successivamente, lo scarso criterio tattico, la ridottia visione di gioco e pure qualche limite di tocco hanno riportato al potere gli specialisti del centrocampo. Difficile sinceramente pensarlo nel Real Madrid 2008-2009.
Presenze: 27 (13 tit.). Reti: 3. Ammonizioni: 2. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Drenthe: Ha rischiato e rischia seriamente di bruciarsi, è un altro di quegli acquisti fatti dal Real Madrid sulla base di sensazioni superficiali e non guardando alle reali prospettive e possibilità d’ inserimento all’ interno di un progetto. Il copione generalmente è questo: si prende il giovane talento più di moda in un determinato momento, si sgancia una milionata per soffocare sul nascere ogni possibile concorrenza, si mette in mostra la nuova perla nelle prime partite facendone subito un salvatore della patria, poi dopo qualche partita ci si stanca, ci si lamenta di tutti i suoi difetti e lo si mette in un angolo.
Drenthe è un caso esemplare: esplosivo in Agosto, titolare ma con qualche perplessità che comincia già ad affiorare in Settembre, vero e proprio desaparecido nei mesi successivi per ritrovare nel 2008 qualche misero gettone solo nei finali di partita o in match di scarso appeal. Il problema non è che Drenthe non abbia talento, sono innegabili i suoi guizzi e la sua elettricità, il problema è che l’ investimento su di lui è stato frettoloso e mal calcolato, il giocatore ha bisogno di crescere e onestamente non si vedono spiragli per lui nel Real Madrid del futuro. Impostato inizialmente come terzino sinistro, ha immediatamente denunciato tutto il suo dilettantismo difensivo; provato come interno di centrocampo, è bastato un tempo sul campo del Getafe per capire che il suo senso tattico naïf non lo avrebbe portato da nessuna parte; da esterno-ala, il ruolo nel quale si trova a più a suo agio e nel quale è veramente esploso nel corso dell’ Europeo Under 21 dell’ anno scorso (dopo una stagione da terzino al Feyenoord di non eccessivo richiamo mediatico), si è trovato invece molto più semplicemente la strada sbarrata da due giocatori di livello superiore come Robinho e Robben. Non è pienamente giudicabile la sua stagione.
Presenze: 18 (7 tit.). Reti: 2. Ammonizioni: 1. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Balboa: Parlando di Torres ho rimproverato l’ assenza di un esterno destro di livello in organico, e indirettamente era una frecciata rivolta proprio a Balboa, una comparsa in questa stagione madridista. Il canterano ha anche velocità e una bella falcata, ma con tutta franchezza non può rientrare neanche lontanamente nei piani della Casa Blanca.
Presenze: 5 (0 tit.). Reti: 0. Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Raúl: Il Grande Ritorno, al di là delle stucchevoli polemiche sulla nazionale, il capitano si è riproposto con la massima credibilità nel ruolo di icona del madridismo. Era dal campionato 2000-2001 (24 gol) che non andava a segno con questa frequenza, ma a parte questo è tornato a una forma brillante. La “rinascita” è da attribuire secondo me a due fattori principali: un’ eccellente forma fisica, che gli ha permesso di ritrovare la brillantezza indispensabile per lo spunto risolutivo (lui che comunque non è mai stato un mostro di rapidità e ha sempre fatto affidamento più che altro su una capacità non comune di leggere e intuire gli sviluppi del gioco per anticipare gli avversari) e un ruolo meno ingrato e più rispondente alle sue inclinazioni: certo, capita sempre di vederlo sbattersi per la squadra e ricoprire volendo due-tre ruoli diversi a seconda delle fasi del gioco e della partita, quello non morirà mai in lui, ma quest’ anno ha potuto giocare più vicino all’ area di rigore, partendo dalla posizione falsissima di attaccante destro nel tridente spurio di Schuster, ma in realtà sempre pochi passi dietro la prima punta, pronto ad arrivare a fari spenti in area di rigore e sorprendere gli avversari.
Va poi detto che pure quando in assenza di Van Nistelrooy si è trovato a giocare come principale terminale offensivo, ce l’ ha messa tutta per non far rimpiangere l’ olandese. Le sue caratteristiche non gli permettono di fare reparto da solo e impegnare i due centrali giocando spalle alla porta o cercando la profondità, questo si è visto contro la Roma e il Madrid lo ha pagato, ma in altre partite, su tutte quella col Valencia (grande doppietta da trascinatore, anche se inutile ai fini del risultato) il Raúl centravanti è stato esemplare per dedizione e mestiere.
Presenze: 37 (36 tit.). Reti: 18. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0 Voto: 7,5.
Van Nistelrooy: Out nell’ ultima fase del campionato, quando è stato in campo ha fatto il suo dovere con la solita spietata e noiosa puntualità. Rispetto alla gioventù ha perso la progressione e la mobilità, ora agisce soprattutto negli ultimi metri ed entra nel gioco quasi esclusivamente per finalizzare, mansione nella quale continua a non avere rivali: impressionante il suo senso del gol, ha la porta avversaria stampata nel cervello e la centra in qualunque modo e in qualunque situazione, con uno sbalorditivo rapporto fra conclusioni a rete e gol. Due estati fa, al momento dell’ acquisto dal Manchester United, qualcuno temeva fosse arrivato un giocatore un po’ bollito, a conti fatti si è rivelato un affarone, anche se quest’ estate al Real Madrid converrà certamente preparare la sua successione.
Presenze: 24 (22 tit.). Reti: 16. Ammonizioni: 2. Espulsioni: 0. Voto: 7.
Robinho: Stagione a due facce: travolgente prima metà, seconda più stentata a partire dall’ infortunio in casa col Valladolid, al ritorno dal quale ha faticato a ritrovare la continuità ideale, sorbendosi anche un po’ di panchina nell’ ultimo quarto della temporada. Al di là del finale un po’ in sordina, non può essere in alcun modo taciuta la sua partecipazione determinante nel girone d’ andata: non era indiscutibile nelle gerarchie iniziali di Schuster, ma a partire dallo straordinario show in Champions con l’ Olympiacos (entra e rivolta la gara come un calzino) ha conquistato di forza il suo posto sulla sinistra dell’ attacco, affermandosi di gran lunga come il giocatore più “desequilibrante” della squadra, come dicono gli spagnoli con un termine azzeccato che ne restituisce appieno l’ essenza. Rispetto alla gestione-Capello ha potuto giocare più sciolto, terzo attaccante e non quarto di centrocampo, con tutta la differenza che questo comporta in termini di responsabilità in fase di non possesso e di libertà in quella offensiva. Dalla sinistra il suo movimento a convergere verso il centro ha scardinato parecchi sistemi difensivi, le sue cavalcate palla al piede sui rinvii di Casillas dopo calcio d’ angolo o sui lanci millimetrici di Guti son stati il marchio di fabbrica di un Madrid che ha fatto del contropiede in campo aperto la sua arma più devastante.
Presenze: 32 (27 tit.). Reti: 11. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0. Voto: 7.
Higuaín: Ancora una volta importante nel finale di campionato con la sua freschezza e vivacità, con il gol decisivo di Pamplona ha messo comunque il marchio ad una stagione dove ha trovato davvero poco spazio. Troppo poco per un giocatore che a mio avviso ne merita di più e per questo farebbe bene a cambiare aria, visto che l’ anno prossimo con Raúl, Robinho, Robben, Van Nistelrooy e il sostituto-successore di Van Nistelrooy le porte per lui saranno ancora più chiuse.
Seconda punta convertita per necessità di modulo prevalentemente in ala destra, è un attaccante che ha il pregio di abbinare alla buona tecnica movimenti senza palla sempre ficcanti, velocizza l’ azione giocando in pochi tocchi e attaccando lo spazio, all’ occorrenza sa anche saltare l’ uomo, è veloce, tenace e mira sempre all’ obiettivo senza fronzoli. Il suo vero, grande cruccio è la finalizzazione: 8 gol in pochi scampoli di partita non sono male, ma negli occhi di tutti resteranno sempre le tante occasionissime a tu per tu col portiere divorate in quest’ anno e mezzo europeo dal Pipita. Può darsi che sia anche un limite del suo repertorio, talvolta c’è anche un po’ di sfortuna, ma credo che in gran parte ad incidere sia l’ insicurezza dovuta alla consapevolezza della fragilità della propria posizione nelle gerarchie dell’ allenatore, e l’ ansia che questo comporta in quei momenti nei quali invece la serenità dovrebbe farla da padrone. Sapere che la prossima partita al 99% la guarderai dalla panchina non ti aiuta di certo a diventare un matador di portieri.
Presenze: 25 (7 tit.). Reti: 8. Ammonizioni: 3. Espulsioni: 0. Voto: 6,5.
Robben: Rischia di diventare un eterno rimpianto la carriera di questo giocatore fragilissimo, condannato dagli infortuni a non trovare mai la regolarità di impiego e di rendimento desiderata. Il Madrid non ha fatto eccezione: mesi fuori, poi rientro per qualche partita e di nuovo stop proprio quando la forma e l’ ispirazione stanno crescendo. Sempre in altalena. Il miglior Robben che abbiamo potuto vedere è stato così un giocatore il più delle volte brillante per massimo un’ ora di partita, prima dell’ inevitabile calo e dell’ altrettanto inevitabile sostituzione (su tutte la partita dell’ Olimpico in Champions: primo tempo devastante, blackout totale nella ripresa). Ovviamente in quel poco concessoci si è intravisto il valore indiscutibile del giocatore, in grado di offrire qualcosa di diverso da Robinho, meno estroso nel dribbling stretto, ma più diretto, verticale e profondo anche senza palla: proprio la sua coesistenza con Robinho in un tridente più classico (con due ali che partono larghe), appena accennata quest’ anno, potrebbe essere la sfida più stuzzicante del Madrid della prossima stagione (Robben però in questo caso dovrebbe partire prevalentemente da destra).
Presenze: 21 (12 tit.). Reti: 4. Ammonizioni: 4. Espulsioni: 0. Voto: 6.
Saviola: Primo acquisto dell’ era-Schuster, concluso già durante lo scorso campionato, a quanto pare voluto dallo stesso Bernardo. Suonava vagamente bizzarro il suo ingaggio per chi vedeva già il Real Madrid abbondare di seconde punte ed esigeva invece un rimpiazzo credibile di Van Nistelrooy. La scarsa utilità del suo acquisto si è poi riflettuta in un impiego limitatissimo, tutt’ al più le partite di Copa del Rey e qualche periodico spicciolo in Liga. Possiamo dire che quando chiamato in causa il suo l’ ha fatto, ribadendo l’ istinto e la rapidità negli ultimi metri come sue migliori qualità, ma non lo reputo sinceramente un giocatore da grande squadra.
Presenze: 9 (5 tit.). Reti: 3. Ammonizioni: 0 Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Soldado: Salvate il Soldado Roberto! Non sono mai stato un suo grande fan, mi è sempre parso uno di quei “9” parassiti (in senso buono, visto che il capofila della categoria è un grande attaccante come Trezeguet) che non rappresentano la mia tipologia prediletta di giocatore, ma il trattamento riservatogli quest’ anno dal Real Madrid difficilmente si allontana dalla presa in giro vera e propria. Il suo ritorno dal prestito era stato chiesto espressamente da Schuster, ma poi Soldado non solo non ha visto il campo (solo una presenza da titolare, a La Coruña, dove sembrava appena uscito da un freezer), ma gli è stata pure negata una cessione a Gennaio che sarebbe stata la soluzione più logica.
Presenze: 5 (1 tit.). Reti:0 . Ammonizioni: 0. Espulsioni: 0. Voto: s.v..
Etichette: Real Madrid
24 Comments:
Sono molto d'accordo sul fatto di comprare vice-post Ruud, per fargli fare quello che è stato fatto fare a Morientes con Suker qualche anno fà, ovvero farlo partire dalla panchina per poi sostituire progressivamente Ruud.
Per quanto riguarda il modulo, si potrebbe provare con un doble-pivot e tornare al 4-4-2 di Delbosquiane rimembranze (non era un 4-2-3-1 in quanto il capitano lo considero ed è una seconda punta) con magari Robinho a destra che si accentra, Robben a sinistra in versione Figo dalla parte opposta a mettere palloni veloci in area per la premiata ditta Raùl-Van Nistelrooy, magari rinunciando a Guti, bravissimo quest'anno ma che imprime ritmi troppo lenti alla manovra.
È che Robinho a destra non mi piace, non ha gli stessi punti di riferimento che ha a sinistra. Nel caso si passasse al 4-4-2, per farlo coesistere con Robben forse la cosa migliore sarebbe mettere l' olandese esterno sinistro e "Robi" seconda punta.
Diverso in un 4-3-3, avrebbero sicuramente più libertà di scambiare posizione e tagliare, magari con Robben in partenza a destra (perchè penso perda di meno rispetto a quanto perderebbe Robinho a destra, anche se la fascia naturale dell' olandese è di gran lunga la sinistra). In ogni caso servirebbe l' acquisto di un esterno destro di ruolo, per evitare ogni volta di dover adattare qualcuno alla fascia destra.
Un altro elemento che mi rende dubbioso su un eventuale passaggio al 4-4-2 è la posizione di Sneijder, che verrebbe inevitabilmente sacrificato giocando nel doble pivote, e questo non deve accadere perchè la mia sensazione è che Sneijder possa essere molto ma molto più determinante l' anno prossimo, per me sarà la sua stagione. Sneijder è abituato da sempre a muoversi in un 4-3-3, e deve avere l' opportunità di muoversi con una certa libertà sul centro-sinistra fino a toccare il limite dell' area avversaria.
Io direi che si possa mantenere questo 4-3-3 che si è mostrato ben oliato soprattutto in quest' ultima fase della stagione. L' assetto che mi piace di più, il più razionale ed equilibrato, è quello senza Guti: con Sneijder più sciolto sul centro-sinistra, Gago davanti alla difesa e Diarra a fare da equilibratore fra le due fasi sul centro-destra (il maliano mi è piaciuto di più in questo ruolo di interno che davanti alla difesa).
Quello su cui bisogna lavorare è la scelta degli uomini, e si deve andare nel senso di migliorare il gioco manovrato a difesa avversaria schierata, un aspetto che si può migliorare abbastanza.
Quindi al posto di Gago, che non convince, è impreciso, non prende per mano la squadra, vedrei bene un giocatore con visione di gioco panoramica come Xabi Alonso. In alternativa comunque c'è già pronto De la Red.
Per quanto riguarda la posizione sul centro-destra, si potrebbe puntare su Zapater (nome che ho proposto anche per il Barça, farebbe comodo un po' a tutti) come rincalzo e concorrente di Diarra, anch' egli impiegabile pure davanti alla difesa.
In questo quadro comincierei a vedere in pericolo la posizione di Guti (in che senso però impone ritmi troppo lenti? Se con un solo passaggio ti taglia la metacampo l' azione te la velocizza eccome, non si contano i contropiedi alla velocità della luce costruiti in coppia con Robinho), visto che come riserva di Sneijder sarebbe disponibile anche Granero.
Alla fine la mia composizione del centrocampo sarebbe questa:
Xabi Alonso
Diarra
Sneijder
De la Red
Zapater
Guti
Granero.
Mi sembrerebbe un centrocampo completo e con una infinita possibilità di combinazioni. In aggiunta acquisterei l' esterno destro di cui sopra. Cederei Gago, Baptista e darei in prestito Drenthe.
Un nuovo centravanti serve assolutamente, non si può giocare in emergenza come quest' anno: dipenderà dal livello di questo giocatore se si tratterà di un rincalzo o di uno capace di giocare già da titolare e magari scalzare Raul. Per dire, se arrivasse un Benzema...
Non credo che dopo questa stagione il capitano possa essere scalzato....anche perchè gli hanno dato il premio di miglior giocatore della Liga e se Shuster lo mettesse in panchina farebbe la fine di Andres Escobar con il popolo madridista anno + vecchio.......io a differenza di te preferisco avere 2 giocatori che saltano l'uomo e 2 punte dal goal facile, non mi ci sono mai ritrovato con uno schema ad una punta.....per carità ognuno ha le sue idee, ma sento dire che il madrid sia vicino a Hleb, che potrebbe adattarsi un pò di + a destra....
emery al valencia. contento per lui, speriamo che tiri su le sorti di una grande di spagna.
E' ottimo il centrocampo che hai delineato,anche se personalmente concederei a De La Red una maglia da titolare.Per quanto riguarda il modulo,devo anch'io esprimere la preferenza per il 4-3-3,anche se ciò comporterebbe il sacrificio di Raul o Van Nistelrooy,due punte pure,del tutto complementari,ma pur sempre due punte pure.
@ Madrid7
Povero Escobar, lasciamolo in pace.
Ma chi gliel' ha dato a Raul il premio di miglior giocatore della Liga? Non ci sta manco per niente, se penso a gente tipo Iker o Aguero.
Tendenzialmente preferisco un centrocampo con tre centrali perchè può agevolare la superiorità numerica nel mezzo e anche perchè mi piace un tipo di gioco con meno punte centrali possibile e tanti inserimenti dagli altri reparti (è più difficile sorprendere le difese avversarie con un giocatore che ARRIVA e occupa lo spazio in corsa rispetto ad uno che presidia staticamente l' area di rigore: è il principio che rende tanto interessante il gioco di Arsenal e Roma).
@ Cespo
Ho appreso la notizia stamattina, potrei anche scriverci qualche riga se ho tempo, ma non prometto nulla.
Comunque non so se essere contento o no: sono un superfan di Unai sin da quando vidi alcune partite del suo Almeria nella passata Segunda, ora spero tanto che lo lascino lavorare in quel pollaio che è il Valencia. Lui ha chiesto rassicurazioni sull' organico, non vuole una fuga di campioni, gli hanno risposto dicendo che ne partirà solo uno (Villa?).
@ Gandhi
Di questo centrocampo mi piacerebbe soprattutto l' intercambiabilità dei giocatori: sia Diarra che Zapater e De la Red possono giocare tanto davanti alla difesa come da mezzala. De la Red troverebbe spazio comunque versatilità(fatta la premessa delle cessioni di Gago e Baptista)
Scusate gli errori:
"è più FACILE sorprendere le difese avversarie con un giocatore che ARRIVA e occupa lo spazio in corsa rispetto ad uno che presidia staticamente l' area di rigore: è il principio che rende tanto interessante il gioco di Arsenal e Roma"
"De la Red troverebbe spazio comunque DATA LA SUA versatilità(fatta la premessa delle cessioni di Gago e Baptista)"
Lo so che in questo periodo di notizie fasulle ne salta fuori una al giorno (se non di più), ma stando ai quotidiani russi sembra che il Real Madrid abbia messo gli occhi su Arshavin - che quasi certamente lascerà lo Zenit in estate - e che sarà l'osservato speciale della Casa Blanca durante Russia-Svezia. Che dici, nel caso in cui Robinho dovesse partire (ipotesi che comunque secondo me non avverrà), è possibile un suo arrivo?
Boh, su "As" e"Marca" parlano solo di Cristiano Ronaldo in questi giorni... vende più copie.
Non è comunque il tipo di giocatore del quale necessiterebbe il Madrid (sempre che non se ne vada Robinho, la qual cosa sembra improbabile anche a me).
Ciao Valentino,
mi interesserebbe un resoconto della stagione spagnola? Se hai intenzione di farlo, me lo fai sapere.
Grazie
Ciao, non so se farò un resoconto, purtroppo ho poco tempo in questo periodo (tra l' altro sto ancora preparando l' articolo sull' Under 17 che avevo promesso). Molti approfondimenti che avrei voluto proporre in questa stagione purtroppo non ho potuto garantirli.
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gago meglio di diarra . tutta la vita .
Son due giocatori un po' difficili da confrontare, hanno peculiarità abbastanza diverse. La mia ricetta preferita quest' anno è stata sempre quella di impiegarli insieme, dato che si completano e danno complessivamente più equilibrio alla squadra rispetto a quando gioca solo uno dei due.
In assoluto preferisco i giocatori alla Gago, ma il fatto è che sono decisamente deluso dal rendimento dell' argentino: raramente l' ho visto prendere in mano la situazione, il giocatore che ho tanto ammirato al Boca non l' ho ancora visto: ha mantenuto la tendenza a perdere la posizione, ma in più non ha mai dato respiro e fluidità alla manovra, sbagliando fin troppi passaggi, cosa grave per un giocatore del suo ruolo. Forse però sono io che mi sbaglio, perchè ho letto da più parti giudizi lusinghieri sulla sua ultima parte di stagione (io a dire il vero non ho visto un cambiamento radicale nel suo rendimento: ho visto semmai un Madrid più quadrato e convincente, ma non è certo stato lui a trascinarlo, a mio modo di vedere più importanti sono state la rinnovata ispirazione e libertà d' azione di Sneijder e il contributo di Diarra da mezzala destra).
Os informo a todos, que en mi blog hemos realizado un analisis tactico de la seleccion española. Queremos formar un debate interesante, y conocer todas las opiniones. Esperamos la de todos vosotros.
http://pasionsevillista.blogspot.com
Ciao sono Jvan Sica,
è da un po’ che ti seguo ed essendo un grande appassionato di sport mi interesso molto alle cose che scrivi.
Ho aperto da poco un mio blog sulla storia dello sport (www.sportvintage.blogspot.com), dove voglio parlare di quelle emozioni che abbiamo provato davanti alle immagini di sport che ci hanno accompagnato nella nostra vita.
A me farebbe molto piacere scambiare il link con te per poterti seguire con maggiore costanza e per parlarci un po’ delle cose che ci piacciono.
Spero di riscriverti presto e di scambiare il link con te.
Continuerò a seguirti con attenzione.
Ciao.
@ Alejandro
Muchas gracias por señalarmelo, seguramente haré una visita a tu blog.
@ Jvan
Grazie e benvenuto Jvan, accetto volentieri la tua proposta, nei prossimi giorni aggiungerò alla lista il tuo blog.
hala madrid
allora, sto baça che spende e spande, che dici? 14 milioncini per keita, piquè che ritorna, giovani che se ne va al tottenham. Hleb sicuro ormai, blaugrana, si dice malouda, cosa ci racconti??
Mi scuso, vi sto tenendo a stecchetto... è che sono un po' indaffarato con lo studio...
comunque, per oggi o domani dovrei pubblicare il pezzo sull' Under 17 (con due vergognose settimane di ritardo), poi è probabile che scriva qualcosa sui primi movimenti di mercato, che già sono parecchio interessanti.
Purtroppo ora non posso dilungarmi, sommariamente sul Barça dico questo: OK Piqué, OKissimo Keita, mi preoccupa la cessione di Eto'o che potrebbe mandare tutto in malora, ho molti dubbi sull' operazione-Alves, qualcuno anche su Hleb, Malouda non mi sembra serva tantissimo, acquistare Silva sarebbe un errore enorme.
mah ti dico che non so se alves è il giocatore giusto per il barça. Primo sulla sua fascia di competenza (la destra) serve un giocatore che dia profondità e fondo e gli lasci spazi per i suoi inserimenti centrali (navas, perfetto in questo) invece si beca un messi con cui si sconrerà moltissimo. Secondo serve un poulsen abile ad abbassarsi sulla linea difensiva per coprire le sue scorribande e già yaya sarà solo, figurati se deve correre sulla linea di difesa! Si rischia un buco costante difensivo e un intasamento nella zona centrale (messi che rientra, xavi e iniesta che giocano tra le linee..). Al barça servirebbe come il pane un Maicon, ma mi sa che non si muoverà da milano..
Malouda a sinistra? Vero che si riproporrebbe la fantastica linea sinistra abidal-malouda che tanto ha dato al lione, ma siamo sicuri che sia un giocatore che possa essere così utile?? Hleb invece a me è sempre piaciuto un sacco, mi ha impressionato in champions come cambiava posizione del centrocampo da sinistra a regista a dietro adebayor, mi ricorda un deco più atletico ma meno tecnico...
keita, fantastico, ma 14 milioni mi sembrano abbastanza, visto che si è venduto giovani a 15.Almeno ora guardiola avrà la possibilità di giocare con un doble pivote serio, nel caso ci fosse l'occasione e la necessità, con fisico e anche tecnica.
Silva sarebbe l'ennesimo mezzo giocatore buttato nella tre quarti, secondo me serve qualcuno che prenda il fondo.
Ultimo, se eto'o se ne va a milano laporta non capisce proprio un cazzo. Almeno mandalo a noi del milan che siamo in uefa e per 2 anni non lo vedi, perchè sappiamo che ha un carattere leggermente vendicativo (madrid cabron insegna=...
Perfette le tue considerazioni su Alves al Barça, è esattamente il mio stesso pensiero, l' ho espresso anche in un commento su "Sevillismo y mas futbol", e lo riproporrò nel caso si concretizzasse l' operazione. Al Barça servirebbe più un Maicon, un Eboué o anche un Cicinho (meglio i primi due però che hanno più forza fisica per difendere).
Malouda non mi sembra risoverebbe tantissimo: è un giocatore buono ma che largo a sinistra non fa la differenza, porta palla e non segna grandi gol. I casi sono due: o prendi un' ala pura che sia un mega-crack, oppure preferisco un attaccante che parta dalla fascia e possa eseguire anche diagonali senza palla come quelle del Giuly dei tempi belli.
Non discuto il livello individuale di Hleb, però non vedo benissimo il suo inserimento nell' undici nel caso si continuasse con un 4-3-3: avendo già Yaya e Keita, l' assetto più sensato possibile dovrebbe prevedere una terza mezzala più geometrica dotata nella costruzione del gioco, quindi uno fra Iniesta e Xavi: Hleb mi sembra uno di quei "trequartisti di fatica", bravo a dare dinamismo e quantità ma che porta molto palla, secondo me senza i tempi di gioco per svolgere questo ruolo.
Se poi lo si vuole inserire in una delle due fasce del tridente, mi sembra piuttosto fuori ruolo, come detto nel tridente preferisco avere attaccanti veri che cercano la diagonale o al massimo un' ala pura di quelle che guadagnano il fondo 11 volte su 10.
Diverso discorso se l' idea di Guardiola è un 4-4-2, allora Hleb ci starebbe piuttosto bene (penso a un centrocampo con lui a destra come nell' Arsenal 2005-2006, Iniesta falso esterno sinistro e al centro Yaya e Keita; le fasce a due terzini ultra-offensivi, con Messi libero di svariare alle spalle della prima punta).
Keita andava acquistato, punto. 14 milioni erano la clausola rescissoria per mettere a tacere quel cagnaccio di Del Nido, bene aver chiuso subito una questione prioritaria per il mercato blaugrana.
Hai detto tutto su Silva, mentre per l' eventuale cessione di Eto'o "cazzata" mi sembrerebbe effettivamente il termine scientificamente più corretto.
Ottime considerazioni ragazzi,però non ci fossilizziamo sulla tattica.Se il Barca prende Alves,prende uno dei migliori terzini sulla piazza.Le difficoltà che prospettate mi sembrano del tutto supposte.
Non è solo tattica, è una questione di "spazi vitali" :)
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