lunedì, giugno 30, 2008

FINALE: GERMANIA-SPAGNA 0-1


La conclusione più logica, la squadra più talentuosa e (insospettabilmente) solida si aggiudica una delle vittorie meno discutibili nella storia recente delle manifestazioni internazionali. La stessa statistica viene in soccorso issando la Spagna in testa praticamente a tutte le classifiche riguardanti gli aspetti del gioco: la squadra con più gol fatti e quella ad averne subiti meno dopo la Croazia, quella con più tiri all’ attivo, sia nello specchio che fuori, quella che ha costretto ad intervenire meno il proprio portiere e, passando dai dati oggettivi alle sensazioni (solo fino a un certo punto) soggettive, la squadra più sicura, completa, continua, matura ed autorevole.
È stato una specie di romanzo di formazione quest’ Europeo per la Spagna: una squadra partita con l’ obiettivo tremendamente generico ma anche tremendamente pressante del “saper competere”, abbastanza scoordinata, insicura e discontinua nel gioco nelle prime partite del girone, è cresciuta progressivamente fino a consolidare e ad affermare in maniera rotonda una propria identità e credibilità: la gara con l’ Italia è stata la prova più difficile, un esame di maturità nel quale la Spagna ha dimostrato di aver saputo apprendere dalle ingenuità del passato e di saper interpretare con la giusta attenzione e prudenza una gara ad eliminazione diretta; sconfitta la psicosi dei quarti di finale, la semifinale con la Russia ha rappresentato invece la tesi di laurea, una dimostrazione di padronanza che ha avuto in uno spettacolare secondo tempo il punto più alto di quest’ Europeo spagnolo; la finale di stasera con la Germania è stata invece l’ approdo relativamente sereno dopo che gli scogli più duri erano stati superati, una sorta di certificazione ufficiale di quanto la Spagna aveva seminato in precedenza.
Addentrandoci nel dettaglio, in questo romanzo di formazione è inclusa anche una visibile e progressiva crescita in quelli che sono gli aspetti tecnico-tattici più rilevanti. Partita come una formazione che aveva nel pallone il suo migliore ed unico amico, con grossissimi interrogativi che riguardavano la fase di non possesso (le transizioni difensive: come e dove recuperiamo il pallone appena perso?), la linea difensiva (specialmente sulle palle alte) e le transizioni offensive (toque-toque-toque… e poi quando verticalizziamo?), a fortissimo rischio di prevedibilità e monodimensionalità, come le convocazioni di Aragonés facevano temere (un esercito di centrocampisti propensi a calcare le zone centrali e a chiedere palla sui piedi invece che andare ad attaccare lo spazio; spinta sulle fasce ridotta al minimo; attaccanti un po’ simili fra di loro, anche se niente affatto uguali), si è ritrovata col passare delle partite a dominare tutti questi aspetti con una crescente autorevolezza.
La sua identità è sempre rimasta legata prevalentemente al possesso-palla, utile anche solo per sfiancare e tenere lontano dalla propria area l’ avversaria (vedi anche l’ esemplare gestione di questi ultimi 10 minuti) ma ha saputo completare questo aggiungendo tanto altro, esprimendo quelle caratteristiche indispensabili per vincere: concentrazione e sacrificio in fase di non possesso (enorme la crescita della linea difensiva nel corso del torneo, ha finito col risultare quasi impeccabile persino nella difesa delle palle alte e dei calci piazzati), e capacità di alternare con maestria fasi manovrate corali nella metacampo avversaria (concetto decisamente arrugginito nelle prime partite, ma che ha avuto una splendida applicazione nell’ occasione del vantaggio di Xavi in semifinale) a contropiedi micidiali per la verticalità e la scioltezza nel tocco di palla di tutti i giocatori. Significativo che questa Spagna abbia chiuso l’ Europeo nella stessa maniera in cui lo aveva iniziato con la Russia, sfogandosi proprio nell’ azione di rimessa.
In ultimo, non può che avere il massimo rilievo la figura di Luis Aragonés: se i giocatori sono vincitori, lui è stra-vincitore. Ha saputo forgiare un gruppo, gestendolo con la massima personalità (credo passeranno alla storia di quest’ Europeo le sue sostituzioni, apparentemente “spregiudicate” ma quasi sempre lungimiranti) e avendo ragione fino in fondo, se ne va gonfio di orgoglio per aver sbugiardato una critica spesso inaccettabile nei mesi precedenti l’ Europeo perché quasi mai effettuata a partire da argomentazioni tecniche ragionate, in alcuni casi di cattivo gusto e intellettualmente disonesta perché incentrata non sul bene della nazionale ma su questioni di campanile travestite quasi da innegoziabili interessi di Stato (mi riferisco ai quotidiani sportivi di Madrid e alla snervante campagna pro-Raúl).
Per quanto riguarda la Germania, una finale di palese anonimato: approccio giusto alla partita, ma poi si è disunita e non ha saputo più dire nulla di significativo, soprattutto una volta passata in svantaggio. Possiamo pure abusare con la retorica e la mitologia ricordando che “non mollano mai”, che “sanno vincere giocando male”, che “son sempre tedeschi” etc., ma oltre certi limiti qualitativi non puoi andare, quando non sai proporre nulla oltre a un mucchio di traversoni scontati e quando come extrema ratio improvvisi Metzelder alla Beckenbauer, beh, allora è già un grandissimo risultato aver raggiunto la finale…

Abbiamo detto approccio giusto della Germania: nei primi quindici/venti minuti Loew dimostra di averla pensata e preparata al meglio questa partita, intuendo dove fare male a una Spagna che risulta decisamente spiazzata da quest’ impostazione. La Germania mantiene il baricentro alto come non aveva fatto l’ Italia, cercando di inardidire il gioco spagnolo alla fonte, direttamente sulla trequarti ad inizio azione, e, almeno, in queste fasi iniziali, mantiene le distanze giuste fra i reparti che erano mancate nella titubante Russia della semifinale. Risultato: imbarazzi grossi per le Furie Rosse quando devono cominciare l’ azione, Sergio Ramos rischia pure di combinarla grossa con una delle sue leggerezze in disimpegno, mancano quei primi due passaggi che danno poi l’ innesco al tourbillon fra le linee, i favoriti della vigilia faticano a trovare gli appoggi per distendersi, sono contratti e ricorrono più frequentemente del solito al pallone lungo e frettoloso verso l’ attacco, situazione nella quale la Germania, per accompagnare il pressing alto, rischia la difesa alta, probabilmente pensando che con l’ assenza di Villa i pericoli in profondità si dimezzino.
La Germania ha il dominio territoriale e il controllo del pallone, cerca l’ unica situazione offensiva veramente rimarchevole nel suo Europeo, ovvero il sovraccarico sulla fascia destra avversaria, con Klose o Ballack che vengono incontro e a turno si allargano sulla sinistra per combinare con Podolski, creando da qui i presupposti per la sovrapposizione del terzo uomo (generalmente Lahm), attirando in zona la difesa avversaria e preparando il taglio a sorpresa in area di Schweinsteiger dal lato opposto (quello che si è visto contro Portogallo e Turchia). Una situazione che la Spagna può soffrire, si intuisce, ma che al di là di un traversone insidioso di Ballack, la Germania non fa a tempo a sfruttare in maniera adeguata, perché la partita ormai sta girando dall’ altra parte, e le cose non cambieranno più.
Cominciano a formarsi crepe nella barriera tedesca, il pallone inizia a scorrere negli spazi che pian piano si aprono fra i reparti, la Spagna trova la continuità che desidera nella circolazione del pallone e questo costringe la Germania a perdere campo, brutto segno. Nella Spagna che acquisisce confidenza e prende le misure al match a salire in cattedra è un sontuoso Xavi Hernández Creus, il più raziocinante e lungimirante dei 22 giocatori in campo, maestro nel gestire i tempi del gioco e scegliere di volta in volta la migliore opzione: il blaugrana scuote i suoi innescando la prima azione pericolosa, un geniale passaggio che tagliando la difesa avversaria smarca Capdevila sulla sinistra e avvia l’ azione successivamente conclusa in angolo dopo una pericolosa deviazione di Metzelder su cross di Iniesta sventata da Lehmann.
La partita è girata, e la Spagna riesce ora a distendersi, a fraseggiare e a coinvolgere più uomini nelle sue manovre. Ad esempio Sergio Ramos mette la testa fuori, e su un suo cross ben calibrato Torres si eleva sopra Mertesacker (1,98, ricordiamolo), indirizza al meglio ma trova il palo a fermarlo. Più che demoralizzare questo fa capire alla Spagna di avere ormai in pugno la partita, e ancora Xavi illumina il cammino: il modulo a 5 centrocampisti aiuta il blaugrana, che scambiando la posizione con Cesc può muoversi con più libertà nella metacampo avversaria (quello che ama, detesta ripiegare e non è mai stato un “4” che gioca davanti alla difesa come Guardiola o Xabi Alonso), leggere le situazioni e cercarsi gli spazi giusti, come quello che al 33’ trova fra la difesa e il centrocampo tedesco, e dal quale imbuca un perfetto pallone verticale per la corsa di Torres: Metzelder e Lahm son piazzati male, c’è spazio ed il terzino del Bayern è in ritardo nella copertura, il controllo a seguire del Niño è un po’ largo, ma con la falcata potente Torres prende la posizione a un morbidissimo Lahm e fa in tempo ad anticipare l’ uscita di Lehmann con un tocco sotto risolutore.
Partita in cassaforte per la Spagna, che può gestire i ritmi e il contropiede, già da subito dopo il vantaggio, quando Silva sciupa malamente una ripartenza rifinita con classe da Iniesta. Partita in cassaforte anche perché la Germania ha poco o nulla da offrire contro una difesa schierata, fa una fatica mostruosa a far transitare la palla fra i reparti, tanto che con sempre maggiore costanza si comincia a vedere Metzelder cercare la zingarata palla al piede, fatto insolito che denuncia improvvisazione e mancanza di idee.
La Spagna affronta il secondo tempo (nel quale Lahm non c’è più, mandato dietro la lavagna in favore di Jansen) proprio con l’ idea di cedere il pallone ai tedeschi, evidenziarne la debolezza e poi ripartire. Gli uomini di Aragonés non soffrono per la modestia dell’ avversario e anche perché andando avanti in quest’ Europeo hanno sempre più imparato a difendersi e sacrificarsi come blocco, sebbene la loro gestione del pallone in alcuni tratti denoti un po’ più ansietà e meno limpidezza rispetto alle scorse partite.
Ci sono comunque 5-6 minuti di fluidità, nei quali la partita sembra potersi anche riaprire, quei minuti dopo che Loew inserisce la seconda punta, Kuranyi (il tecnico tedesco capisce che l’ unica via è cercare una pressione più diretta sui centrali spagnoli, sennò in porta non ci si arriva mai) e nei quali la Spagna sta perdendo un po’ le distanze fra Senna e Cesc e Xavi, i quali cominciano a faticare a recuperare le loro posizioni dietro la linea della palla, creando anche migliori premesse per gli spostamenti di Schweinsteger in zona centrale. Una situazione nella quale la Germania crea la sua occasione più pericolosa, un tiro da fuori di Ballack sull’ esterno della rete dopo un pasticcio in disimpegno di Puyol, una situazione alla quale Aragonés decide di mettere mano con prontezza: ad uscire stavolta è Cesc, perché Xavi è quello più in partita, entra Xabi Alonso per costituire un doble pivote più saldo con Senna davanti alla difesa trasformando il modulo in un 4-2-3-1. Entra anche Cazorla, che sostituisce un Silva a forte rischio espulsione (fa il teppistello con Podolski, una mezza testata che Rosetti non vede).
Una ristrutturazione che beneficia la Spagna, che ritrova stabilità a centrocampo e che anzi col passare dei minuti si trova a difendere più nella metacampo avversaria col pallone fra i piedi che a sgomitare al limite della propria area. Mentre la Germania pur avendo un sacco di giocatori d’ attacco fa fatica a creare proprio per la separazione fra Ballack, Podolski, Schweinsteiger, Klose (poi Gomez), Kuranyi e l’ altra metà della squadra dove Mertesacker si trova sempre più spesso ad iniziare l’ azione con a disposizione poche opzioni di passaggio sparpagliate alla meglio, la Spagna vede aumentare gli spazi per il contropiede manovrato e per una gestione del pallone relativamente tranquilla. Potrebbe anche raddoppiare, se non fosse per qualche solito eccesso di frenesia di Torres nel condurre gli attacchi, per le parate di Lehmann su un colpo di testa di Sergio Ramos e su due conclusioni ravvicinate di Iniesta (una di queste, su azione da calcio d’ angolo, la salva anzi Frings appostato sul primo palo) smarcato in area, e per il ritardo al tap-in di Senna sulla sponda aerea di Güiza (neo-entrato, al posto di Torres, ovviamente!) dopo traversone dalla sinistra di Cazorla.
Paradossalmente, i minuti finali, quelli in cui secondo copione chi è in vantaggio dovrebbe stringere i denti e secondo tradizione i tedeschi “mai domi” dovrebbero essere più pericolosi che mai, sono i minuti nei quali la Spagna soffre meno, tiene su palla e allontana l’ avversario dalla propria porta, garantendosi un successo relativamente tranquillo.

Migliore in campo Xavi, accanto a lui il solito flemmatico equilibratore Senna, un Torres sempre vagamente caotico ma decisivo, un Marchena ancora una volta senza sbavature stavolta espressosi meglio del non sempre preciso Puyol di quest’ occasione.
Nella Germania deludono i migliori talenti: il solito passivo Ballack, un Podolski timido e impacciato quelle poche volte che gli si è presentata l’ occasione per incidere, un Schweinsteger che ha lasciato soltanto intravedere freschezza e ispirazione ma che a conti fatti non ha lasciato tracce. Il migliore Frings, l’ elemento di maggior spessore tattico.

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10 Comments:

Anonymous Anonimo said...

certo che Deco al Chelsea è una bella perdita eh?

markovic

4:29 PM  
Blogger valentino tola said...

Deco è un' Enciclopedia del Calcio, però è agli ultimi volumi e ultimamente la periodicità delle uscite è sempre più incerta.
Fuor di metafora, se arriva in forma ad una competizione corta come un Europeo è sempre il boss, ma durante una stagione intera tempo che ormai faccia fatica a giocare tutte le partite ai suoi livelli migliori. Quest' anno era partito alla grande, poi ha avuto solo acciacchi fino alla fine della stagione, non ha più potuto ritrovare la continuità.
Va considerato poi che è un po' alla fine di un ciclo nel Barça(come Ronaldinho, ma è una situazione molto diversa), è un addio pienamente consensuale che forse farà bene a tutti e due. Quello che mi fa veramente imbufalire è la partenza di Eto'o.
Comunque, trovandolo sul mercato il Chelsea non ha certo fatto male a prenderlo.

4:52 PM  
Blogger Vojvoda said...

Ciao Valentino! Dopo alcuni giorni d'assenza torno a scrivere dell'Europeo appena terminato.
Non ho potuto farlo dal quarto Croazia-Turchia ma ho comunque visto tutti gli altri 5 incontri finali.
Avrei troppe cose da dire in merito:provo a sintetizzare solo alcuni concetti.
Innanzitutto complimenti alla Spagna,a te che la tifi ed anche a ...me(modestamente)che l'avevo messa al primo posto tra le mie favorite ad inizio torneo(seguivano Portogallo ed Olanda...ma questo è un altro discorso).Io come ti ho già dimostrato in precedenza sono un fan del calcio spagnolo in generale e ne apprezzo quasi tutti i suoi aspetti ma in questa sede voglio cercare di dare una lettura reale degli eventi(sperando di essere obiettivo).
Nel mio giudizio vorrei partire da un dato di fatto oggettivo;la Spagna è stata semplicemente la migliore in tutto e per tutto l'arco della manifestazione.Lo è stata dal punto di vista tattico,per la propositività del suo gioco,per struttura difensiva,per sapienza del centrocampo,per maestria tecnica degli interpreti e della sua inesauribile scuola(tutti e 23 di altissimo livello,ai quali si potrebbe aggiungere un'altra quarantina di ottimi giocatori rimasti a casa e dei quali potremmo tesserne le lodi insieme),per la capacità di lettura delle situazioni da parte della squadra e dell'allenatore,
per lo studio degli avversari,per la gestione del gruppo,per la sublime concezione del gioco ad un tocco(per chi parla di melina,vorrei ricordare che gli spagnoli non la fanno;quello che attuano è possesso palla organizzato e finalizzato alla ricerca della soluzione migliore attraverso fraseggi per i quali ci vuole proprietà tecnica assoluta da parte di tutti quelli che vi partecipano.Ricordo un gol spagnolo in Danimarca,nelle qualificazioni,avvenuto dopo un'infinità di tocchi di prima...altro che Grecia e Grecia!!)... Sono stati i migliori in tutte le statistiche:nel rapporto gol marcati-subiti,sono coloro che hanno tirato di più nella porta avversaria( almeno 4 volte più dell'avversario di turno),quelli che hanno subito meno "shoots" nella propria porta,quelli che hanno inanellato il maggior numero di passaggi riusciti di seguito ed in diverse occasioni,hanno il capocannoniere del torneo!...Sono stati più forti delle sventure passate,della cabala, della lotteria dei rigori,degli arbitri,della paura di vincere sapendo di essere i più forti!Gli spagnoli primeggiano da tempo a livello di under 17 e 19 in europa e under 17 e 20 nel mondo,hanno il campionato di maggior qualità insieme alla Premier League inglese e solo questo 29 giugno 2008 hanno tratto i frutti di tanto lavoro e cambiato la storia tremendamente ed ingiustamente avversa nei confronti delle "Furie Rosse" per ciò che riguarda il panorama "Senior".Parlare di altro,per mettere in cattiva luce o sottostimare il valore delle prestazioni iberiche o la grandezza di uno splendido torneo(da anni non se ne vedevano di così belli) è semplicemente un esercizio di cattivo stile ed assoluta mancanza di sportività. GLI IBERICI SONO STATI SEMPLICEMENTE I MIGLIORI IN TUTTO, MA SOPRATTUTTO SONO STATI GLI UNICI INSIEME ALLA RUSSIA(SCHIANTATASI PERO'AL COSPETTO DELLA SPAGNA) CHE HANNO GIOCATO AL CALCIO,CHE HANNO CREDUTO AL..."GIOCO" DEL CALCIO E CHE NON L'HANNO INGANNATO COME INVECE ALTRE NAZIONALI HANNO FATTO(IN MISURA DIVERSA CHIARAMENTE,CHI PIU',CHI MENO)!!!
La differenza coi russi è stata dettata da un "gap" tecnico da parte degli orientali(tutti gli spagnoli sono capaci a dare del tu alla palla e sono più risoluti laddove serve),dalla maggiore esperienza e abitudine agli alti livelli e da una superiorità mentale-attitidinale a favore di Marchena e soci....La vera finale è stata la SEMIFINALE!
I tedeschi,che hanno beneficiato del tabellone "tennistico" favorevole e delle disgrazie altrui(vedi la decimata truppa turca) non li vedrei,nonostante tutto, così dimessi e privi di "atout" come sono stati dipinti.E' vero:hanno raggiunto una finale insperata ed immeritata alla luce del gioco espresso,degli avversari affrontati ed inversamente proporzionale ai "punti" che si sono guadagnati sul campo.La buona sorte li ha accompagnati;hanno palesato difficoltà tattiche e di creazione di gioco,sono mancati nell'aspetto difensivo e nella regolarità di prestazione,però non sarei così solenne col bollare "limitata" una compagine che ha diversi attori interessanti o qualcosa di più;da Ballack a Klose,da Podolski a Schweinsteiger passando attraverso Lahm,Borowski,Frings per chiudere con Hitzlsperger,Rolfes,Odonkor(sebbene poco impiegato),Gomez(fallimentare,ma si riprenderà)oppure Kuranyi...
La gara con la Turchia ne ha evidenziato i vistosi limiti mentali e tattici( il discorso tattico è un annoso problema anche della Bundesliga)piuttosto che tecnici;si sente dire che i tedeschi non mollino mai, abbiano un carattere di ferro e una volontà indefessa,leggano la gara come pochi...NIENTE DI PIU' FALSO! Proprio contro gli ottomani si è palesato l'ennesimo luogo comune(i luoghi comuni che io odio)venir meno:turchi meno riposati causa cronologia dei quarti e supplementari annessi,falcidiati da infortuni e squalifiche, costretti ad una formazione d'emergenza con Topal centrale difensivo e l'inguardabile Rustu in porta,senza cardini quali,Arda,Nihat,Tuncay,Volkan(appunto) e Servet,turchi comunque completi dominatori della scena dal primo all'ultimo, con gol all'86° di Semih(specialità della casa)e rimandatati a casa al 90°(ironia della sorte) da un colpo di coda di Lahm con Kazim-Richards a terra dolorante...!
La finale ha dimostrato nei primi 20-25 minuti una certa sofferenza spagnola, dettata dalla paura del grande avvenimento:i tedeschi avrebbero potuto con un pò di fortuna trovare il gol,così come i russi(bravi per tutto un tempo),ma alla lunga hanno ceduto, rischiando un passivo da favola,evitato solo grazie alle imprecise finalizzazioni degli uomini in "rosso".Loro però ci hanno provato;I meriti della Spagna non vanno misurati con l'Italia come hai detto tu, ribadendo un concetto di Aragones(se mi posso permettere);l'Italia ha giocato esattamente come l'ha fatto la Svezia(davvero pietosa la gara meritatamente e mestamente persa 2-1 al 92°);tradotto in soldoni:NON HA GIOCATO!Non giocare è sempre un demerito che non va mai ad ingigantire i meriti altrui:la prestazione dell'Italia è stata semplicemete "horrorosa" per usare un termine caro alla lingua di Cervantes;impedire costantemente il gioco altrui rinunciando per principio al proprio gioco NON METTE ALLA PROVA NESSUN AVVERSARIO,se non i nervi dell'opponente stesso(in questo la Spagna è stata brava a non cedere,nemmeno dal dischetto),e può condurre al massimo all'unica soluzione possibile:LA LOTTERIA DAL DISCHETTO(sempre di fortuna si parla,quando si decide ai penalties, checchè se ne dica,sia quando si vince che quando si perde).Ebbene, in questo l'Italia di Donadoni(peraltro bravo col materiale a disposizione e paradossalmente saggio nel giocare una partita attendista... anche se troppo in attesa)ha manifestato tutte le sue debolezze sebbene in parte dettate da alcuni elementi oggettivi(si fa con quel che si può):tecniche(già si sapevano le lacune,mascherate dal mondiale fortunosamnete vinto)di mentalità e di coraggio ,dichiarandosi manifestamente inferiori e facendo trasparire un'inconsueta sottomissione per una squadra vigente campione del mondo .D'altra parte come biasimare il buon Donadoni che, avendo capito più di altri l'antifona, ha volutamente e non incoscentemente schierato una squadra a trazione posteriore, restia al gioco e idiosincrasica alla manovra...!Giocandosela,avrebbe fatto la fine di Russia(2 volte) o Germania,avrebbe fatto come il gatto col topo...ma almeno sarebbe uscita da "campione del mondo" o per lo meno più sportivamente.
Ritornando alla Spagna,i migliori della "selecion" nell'arco del torneo secondo il mio parere e nell'ordine:SENNA(Mvp del torneo per me),MARCHENA,XAVI,SILVA,VILLA,CASILLAS,PUYOL,SERGIO RAMOS,INIESTA,TORRES,CESC,CAZORLA,CAPDEVILA,GUIZA,XABI ALONSO...Gli altri hanno giocato solo l'inutile match con la Grecia,impossibile giudicarli...
Il migliore nei quarti è stato Senna,nella semifinale Marchena e nella finale Xavi...
Ti propongo qui di seguito i miei TOP 11(con undici ricambi)ed i FLOP 11(anch'essi con debite riserve)...E' solo un gioco...:-)
CASILLAS(Buffon)-SERGIO RAMOS(Bosingwa)-MARCHENA(Pepe)-PUYOL(Servet Cetin)-ZHIRKOV(Pranjic)-HAMIT ALTINTOP(Sneijder)SENNA(Modric)-XAVI(Tuncay)-ARDA TURAN(Silva)-ARSHAVIN(Villa)-PAVLYUCHENKO(Nihat)...
Qualche tedesco(Schweinsteiger,Lahm o Podolski)poteva figurare tra le riserve,ma ho preferito altri.
Tra i FLOP eccoti la mia "lista nera":
NIKOPOLIDIS(Ricardo)-SAGNOL(Golanski)-JOP(Shirokov)-ABIDAL(Mellberg)PAULO FERREIRA(Nilsson)-LOBODZINSKI(Harnik)-CODREA(Dudka)-D.ANDERSSON(Ivanshitz)-MALOUDA(Simao)-NUNO GOMES(Benzema)-HOFFER(Linz)....
Proponi tu qualche variazione..-:)..
Il miglior commissario tecnico per me è stato FATIH TERIM seguito a ruota da HIDDINK,terzo posto per il buon ARAGONES...i peggiori 3 tecnici nell'ordine:LAGERBACK,VAN BASTEN,SCOLARI...ma anche Loew nonostante la finale ,non scherza...
La Top degli arbitri:
DE BLEECKERE,FANDEL,BUSACCA..
La flop:PLAUTZ,WEBB e ROSETTI(incredibile l'assegnazione per la finale,dimostra che la federazione italiana non solo è presente,ma anche potente a dispetto dei vittimismi che accompagnano sempre i passi italici;Rosetti durante il torneo alla prima direzione non ha assegnato un rigore solare alla Svizzera,ha fermato 2 volte i cechi davanti al portiere in posizione regolare...Nella seconda direzione non ha dato 2 rigori ai russi e non concesso un gol ai greci,che li avrebbe ancora tenuti in corsa...nel terzo percorso ad ostacoli non ha assegnato un 11 metri ai turchi contro i croati per un clamoroso fallo su Tuncay e meno male che gli ottomani sono passati ai rigori...Nella finale ha sbagliato meno...però...!)
Le partite più belle di uno splendido torneo:
1.RUSSIA-OLANDA
2.TURCHIA-REP.CECA
3.RUSSIA-SVEZIA
4.OLANDA-FRANCIA
5.PORTOGALLO-REP.CECA
Le più brutte(davvero poche in questo grande torneo):
1.FRANCIA-ROMANIA
2.SVIZZERA-REP.CECA
3.SVEZIA-GRECIA...
Le squadre in ordine di merito in rapporto alle loro possibilità ed al gioco espresso:
1°SPAGNA.2°RUSSIA.3°TURCHIA.4°OLANDA.5°CROAZIA.6°AUSTRIA.7°GERMANIA.8°PORTOGALLO.9°REP.CECA.10°ITALIA.11°ROMANIA.12°SVEZIA.13°FRANCIA.14°GRECIA.15°POLONIA e all'ultimo posto la SVIZZERA(davvero pessime prestazioni,poca qualità mostrata con l'aggravante di essere padrona di casa....Magra figura)
In conclusione:ha vinto il più bel torneo(mondiali inclusi) degli ultimi 20 anni la squadra più forte,meritando ampiamente il titolo, sfidando e sfatando tutto d'un colpo cabale,statistiche,date nere,tiri dal dischetto e arbitri!
Non capitava dal '70,da quando il Brasile vinse i mondiali, che si unissero tanti fattori:bravura,talento,meriti,dominio del gioco...
Questa squadra, caro Valentino, ha un grande presente,un luminoso futuro ed un nostalgico passato(lasciamela passare;sembro quasi rimpiangere tutte quelle avversità.E' come se finisse un tempo).Ora i Michel,Butragueno,Camacho,Chendo,Gordillo,Santillana,Sanchis,Martin Vasquez,Roberto,Luis Enrique,Zubizarreta,Amor,Beguiristain,Bakero,Salinas e compagnia bella...hanno avuto la "VENGANZA"!
Y AHORA....POR EL MUNDIAL!!

9:27 PM  
Blogger valentino tola said...

Ciao Vojvoda, bentornato.
Mi dai qualche giorno per leggere il tuo intervento, e poi ti rispondo volentieri? :)

10:15 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ho bisogno di un favore,e penso che la tua competenza possa essermi di grande aiuto.Sarei interessato ad analizzare il lavoro di due allenatori spagnoli,di cui spesso abbiamo avuto l'occasione di parlare:Unai Emery e Marcelino Garcia Toral.Hai dei suggerimenti in proposito?O,meglio ancora,sapresti aiutarmi ad approfondire le informazioni sul modo in cui lavorano con le proprie squadre?
Grazie in anticipo del cordiale appoggio.

11:15 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Vojvoda
Sono sostanzialmente d' accordo con te sulla Spagna. I meriti mi paiono difficilmente discutibili, ha vinto la squadra migliore, basta anche solo vedere le statistiche, e poi raramente mi era capitato di leggere nei titoli della stampa internazionale una tale vastità di consensi.
Sul gioco posso dire che la squadra più spettacolare è stata a mio avviso la Russia vista contro Svezia e Olanda, la Spagna, pur mantenendo una connotazione prima di tutto propositiva ha faticato un po' a imporre il gioco nelle prime partite, ma poi nelle ultime due mi ha pienamente convinto, si è proposta con un' autorevolezza, una completezza e una qualità veramente notevoli.
In queste gare ha eseguito benissimo tutto quello che richiedevano i vari momenti della partita: possesso-palla e azioni manovrate nella metacampo avversario, contropiedi fulminanti, esemplare gestione dei ritmi e buona compattezza in fase di non possesso.
Quello che è risaltato, il segno distintivo di questa Spagna che ha impressionato il grande pubblico è stata sicuramente la gestione del pallone: nessun' altra nazionale ha proposto qualcosa di simile.
È qualcosa attorno al quale si organizza praticamente tutto il gioco della squadra, in entrambe le fasi: in attacco, farla girare pazientemente, uno-due tocchi per giocatore, in attesa che si presenti la migliore opzione; in funzione difensiva, tenendo il pallone, sfiancando l' avversario e tenendolo lontano dalla propria area (basta vedere gli ultimi dieci minuti della finale, e anche quanto poco gli avversari hanno calcato la metacampo della Spagna in tutte le partite precedenti tranne la prima del girone, che la Spagna giocò questa sì tutta sul ripiegamento e il contropiede).
Questo utilizzo sapiente del pallone è un marchio di fabbrica praticamente di tutte le nazionali giovanili, è una filosofia precisa.
A questa capacità tipica la Spagna ha poi saputo aggiungere due fattori a mio avviso decisivi per questa vittoria: l' abilità nello sfruttare il contropiede e la concentrazione difensiva. Amalgamati al meglio tutti questi ingredienti, la squadra ha espresso il massimo nelle ultime due gare.

Sulla Germania non sono d' accordissimo: l' ho vista in grossa involuzione rispetto a due anni fa, e anche alcune delle sue stelle a mio avviso non lo sono così tanto: Ballack l' ho sempre trovato un po' sopravvalutato (personalità nulla, poi un' irritante predisposizione ad infischiarsene del gioco di squadra), altri di quelli che citi non mi piacciono proprio (Kuranyi, Odonkor) oppure li trovo buoni giocatori "di squadra" e nulla più (Borowski). Frings e Lahm mi piacciono, anche se pure il secondo mi pare abbia subito un' involuzione.
Podolski partendo da lontano e fronte alla porta credo possa esprimere il meglio di sè.

Sull' Europeo in generale, se ti ricorderai l' avevo definito mediocre dopo le prime partite, ma poi andando avanti devo dire che ci son state partite parecchio belle. Non lo ritengo entusiasmante, ma complessivamente un ottimo torneo, anni luce superiore ai Mondiali 2006 (che erano stati belli nella fase a gironi ma inguardabili a partire dagli ottavi) e 2002 (stendiamo un velo pietoso) e agli Europei del 2004 (altro velo).

Nei Flop 11 manca un elemento a mio avviso imprescindibile come Streller, rimango senza parole ogni volta che lo vedo giocare.

@ Gandhi
Questi due son stati la mia ossessione quest' anno, due dei pochi motivi per cui salvo quest' ultima Liga, le due squadre migliori in rapporto ai mezzi, le più organizzate.
Marcelino ora va a Saragozza in Segunda (altra scelta interessante del personaggio, non so se buona o cattiva), Emery a Valencia.
Sul Racing del primo ho scritto un lungo post del quale ti lascio l' indirizzo (lo divido in due parti per evitare che lo tagli):
http://calciospagnolo.blogspot.com/
2007/12/analisi-racing.html
Sul secondo e sull' Almeria, che ho seguito con frequenza e molto interesse sia quest' anno che l' anno scorso in Segunda) avevo tutto l' anno in programma un post, ma alla fine la mancanza di tempo mi ha impedito di tradurlo in realtà.
Comunque, potresti dirmi più precisamente che cosa ti interesserebbe sapere, magari anche all' indirizzo mail?

4:51 PM  
Blogger Vojvoda said...

Ho appena letto i commenti a Germania-Turchia sul Blog degli Europei!
Devo ammettere che io tu ed Alberto la pensiamo più o meno allo stesso modo(anche Edo14 è stato un ottimo ospite).Diciamo che nei commenti "postati",nei pensieri,nelle analisi,nello scrivere mi ritrovo molto con voi due ; riguardo al rispetto/passione/amore/competenza pressochè comune verso il calcio internazionale(tu specificatamente per quello spagnolo,lui per quello russo)riguardo all'opinione che abbiamo tutti e tre rispetto alla superficialità in generale dei giornalisti sportivi che commentano il calcio internazionale, materia che per il 98% di loro è TABU',in relazione a questa smania di superiorità e arroganza che dimostrano,quasi mai suffragata da fatti,realtà argomenti,conoscenze,ma solo qualunquismo e luoghi comuni.
Vedono e giudicano coi paraocchi e con prevenzione,come se esistesse solo "SUA MAESTA'",il calcio italiano.Nei confronti di quello estero hanno quasi tutti un'aria di sufficienza ed arroganza,spesso non conoscono nemmeno squadre ed interpreti sulla bocca di tutti,eppure sparano SENTENZE mortificando i tanti (come noi) appassionati, amanti e conoscitori(senza presunzione)della materia. Si sentono brutture, esclamazioni sconnesse,disconoscenze,superficialità,,arroganze,provocazioni e a volte anche insulti gravi che fanno capire molto di come vanno le cose.Chi si occupa di una materia,tanto più se ha la fortuna di guadagnare bene e fare un lavoro privilegiato dovrebbe essere semplicemnte "PROFESSIONALE AL 100%" , dovrebbe essere fondamentale il "merito" e la "capacità" nella scelta di chi deve occupare quel posto da giornalista(sia di tv che di carta stampata) o commentatore "spalla",come si suole dire.Non invece persone completamente avulse da una qualsivoglia minima idea di ciò di cui stanno trattando... e cioè "IL CALCIO INTERNAZIONALE" per l'appunto...!
Ho già discusso più volte di quest'aspetto sul Blog "Europei di calcio" e qualcuno si è anche risentito,riprendendomi ed ammonendomi. Io continuo per la mia strada...!
Alla Rai ci sono 3,DICO 3 persone capaci di occuparsi della materia "TABU'".... Come ho già detto e qui ti ripeto,sono:BIZZOTTO,CERQUETI e CAPALDI(con Bagni bravo solo quando non gioca l'Italia... perchè lì diventa tifoso...!)
In Mediaset rammento con piacere NANDO SANVITO,esperto tra l'altro di calcio iberico(altri ce ne saranno ma al momento non me ne vengono)...
I migliori in ASSOLUTO rimangono quelli di Sportitalia...BORGHI e CASOTTI su tutti....
Per ciò che concerne Sky,io non sono abbonato,non lo sono mai stato,quindi non riuscirei a valutare,ma so di avere la fortuna di essere risparmiato da tale CARESSA che immagino lavori lì...!
Mi è capitato di sentirlo in qualche occasione e tremo ancora (come tremò il famoso palo di un lontano Juventus-Paris Saint Germain,0-0,anno 1984,ottavo di finale di Coppa Coppe.Si suole dire che quel palo della porta del vecchio comunale risuoni ancora di lontani e misteriosi echi mai sopiti)
dalla paura che la sua ombra oscuri le partite.
Massimo MARIANELLA era bravo, quando ancora non si pagava nulla e si poteva vedere qualcosa senza fare il mutuo..Ora non so che fine abbia fatto....!
Ricordo in compenso con viva emozione e massimo piacere i miei primi approcci al calcio internazionale,di quand'ero piccolo nei primi anni ottanta e attendevo con ansia il sabato pomeriggio. C'era l'immancabile "Rendez Vous" con le telecronache del campionato jugoslavo,trasmesso dalla defunta(credo) e mitica TELE CAPODISTRIA(poi cambiata nel nome,nei programmi e nel fascino,sigh!) con il commento INIMITABILE di SERGIO TAVCAR(mi viene da piangere dall'emozione)...!
Oppure la classe e professionalità di Giuseppe Albertini che,sempre al sabato,ma verso la sera accompagnava le prime velleità di calcio estero di Canale 5 commentando alcune sintesi del campionato da te amato,quello spagnolo...UNA "CHICCHERIA"....!
Credo che,riprendendo il filo del discorso, tu abbia dato sin troppo seguito alle provocazioni di colui che nominava ad arte DEPORTIVO,RUSSIA e poi VALENCIA e MARSIGLIA,al solo scopo di aizzare la fiamma della polemica....Dovrebbe imparare ad evitare una brutta malattia e cioè il "QUALUNQUISMO" e magari informarsi oppure ricordare che DEPORTIVO e VALENCIA sono state due tra le migliori esponenti degli anni '90 e 2000 di un calcio non fatto solo da BARCA e MADRID...
I Valenciani,tanto per fare un esempio(potremmo citare anche il Super-Depor d'altronde)hanno disputato e perso 2 finali Champions,hanno vinto una Uefa ed un titolo proprio giusto nel periodo menzionato da questa persona,perdendo un paio di volte immeritatamente con l'Inter e avendo una "rosa" quasi sempre invidiabile.
Poi, se lui conosce solo Real e Barca,questo è un altro paio di maniche...(vedi sopra).
Non mi sembra peraltro che all'estero quando il Genoa eliminava il Liverpool, il Torino "matava" il Real,il Napoli spadroneggiava quà e là, la Fiorentina arrivava alla finale Uefa,l'Atalanta,il Bologna,il Cagliari si spingevano sino quasi alla finale,il Parma e la Lazio sverginavano il loro "palmares...oppure la Juventus disputava 3 finali consecutive di Coppa Campioni,coppa che vedeva ininterrottamente finaliste italiane dal '90 al '98...Insomma,non mi sembra che nessuno in quelle circostanze al di fuori dei confini nazionali abbia mai adombrato i successi in serie delle compagini italiane con questioni relative al "DOPING".
Qui invese, se non erano le solite Real o Barca a batterti venivano fuori CAZZATE come quella del DOPING....come se il Deportivo di Molina,Naybet,Sergio,Valeron,Mauro Silva o Pandiani non potesse rifilare un 4-0 al Milan oppure il Valencia che mostrò il futbol migliore di quella competizione(2000) non potesse dare 5 gol alla Lazio (ne avrebbe dati 4 anche al Barca in semifinale)...
Un saluto!

2:36 AM  
Blogger Michele Celli said...

Complimenti davvero alla Spagna. Si meritava questo successo. Silva mi ha fatto impazzire. Comunque sono tornato in pista con un nuovo blog di approfondimento calcistico. Sarei lietissimo se mi linkassi (io ho gia provveduto) e ogni tanto passassi dalle mie pagine. i commenti degli appassionati sono sempre i benvenuti.http://sportmotive.blogspot.com/

8:23 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Vojvoda
Ti devo confessare che non mi piace il taglio che a Mediaset danno all' informazione sportiva: troppo scandalistico, troppo urlato, troppe polemiche troppo calciomercato poco approfondimento vero.

Per quanto riguarda Marianella, è vivo e lavora, molto bene, a Sky, dove è un po' il "boss" del calcio inglese.

@ Mich
Grazie, accetto volentieri lo scambio di link, prossimamente aggiungerò il tuo nuovo blog alla lista e passerò anche per una visita.

11:53 AM  
Anonymous Anonimo said...

Stefano Borghi di SI per me è uno dei peggiori telecronisti in assoluto. E' un urlatore della peggiore specie e quando vedevo i filmati della Championship e le partite commentate da lui, mi veniva sempre voglia di cambiare canale.

Giorgio86

Complimenti per il blog Valentino! L'ho appena scoperto e da adesso ti seguirò con continuità,ciao.

3:39 PM  

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