Le alternative di Aragonés.
Ci ha tenuto a non interrompere la serie positiva la Spagna, in una partita di poco significato per la classifica, caratterizzata da un blando primo tempo (con annesso gol di Charisteas libero da marcatura su calcio piazzato: tasto molto dolente i calci piazzati e le palle alte per questa nazionale, anche oggi che la coppia di centrali, Albiol-Juanito, era la più attrezzata sul piano aereo) e da un secondo tempo più tonico nel quale, anche se con le persistenti difficoltà nel verticalizzare e nel dare ampiezza, la Spagna ci ha tenuto ad onorare l’ impegno, completando la meritata rimonta coi gol di due dei “nuovi”, ovvero De la Red e Güiza.
Luis Aragonés per questa Spagna-2 ha scelto un 4-1-4-1 (modificabile in corsa dai movimenti di Cesc e De la Red, alternativamente trequartisti a sostegno dell’ unica punta): modulo che più volte ho criticato, perché il salto di qualità di questa nazionale mi è sempre parso strettamente legato ai maggiori sbocchi forniti dalle due punte, però va detto che la linea di mezzeali Cesc-De la Red vista oggi offre rispetto alla coppia Cesc-Xavi delle amichevoli pre-Europeo meno possesso-palla ruminato e più capacità di inserimento dalla seconda linea, il che può garantire in linea di massima quella quantità di fonti realizzative sufficiente a sopportare l’ utilizzo di una sola punta.
Le prestazioni delle seconde linee erano il motivo di maggiore interesse, pur specificando che “seconde linee” rappresenta un termine quasi offensivo per i tizi che giocavano stasera nel cuore del centrocampo, giocatori che sarebbero titolari in tutte le altre selezioni ma non nella Spagna votata al nuovo culto del “centrocampismo”.
Proprio la qualità e le prestazioni di Xabi Alonso, Cesc e De la Red sono gli aspetti che potrebbero mettere maggiormente in difficoltà Aragonés al momento di scegliere la formazione per l’ Italia.
Innanzitutto Xabi Alonso, di qualità semplicemente siderale la prova del basco: alla Guardiola, davanti alla difesa un vero maestro, con una visione panoramica del campo, sempre velocizzando e pescando in verticale i compagni smarcati tra le linee, esibendo i tradizionali cambi di gioco e la lunghissima gittata di un destro calibrato come pochi altri nel panorama europeo. All’ attivo un gol sfiorato da dietro la metacampo (specialità della casa) nel primo tempo e una sassata che ha rischiato di abbattere il palo nella ripresa.
Nessuno dei centrocampisti della rosa spagnola ha la capacità di cambiare gioco di Xabi, questo andrà tenuto in debito conto considerando il fatto che la Spagna gioca un calcio in cui per facilitare la creazione di spazi è fondamentale proprio la capacità di far correre il pallone più rapidamente possibile da un lato all’ altro del campo (aspetto nel quale la Spagna ha lasciato a desiderare specialmente nel match con la Svezia).
La prestazione eccezionale di stasera è per Xabi Alonso la miglior candidatura possibile per una maglia da titolare con l’ Italia, ma è difficile, quasi impossibile pensare che questi possa smuovere dalla titolarità il Senna visto contro la Svezia: troppo importante e con pochi concorrenti la capacità del brasiliano di fornire equilibrio davanti alla difesa.
Poi c’è Cesc, l’ osservato numero uno: su buoni livelli il catalano, con più personalità e maggior peso sulla manovra. Ha proposto il suo calcio continuo, lucido, essenziale, appoggiando, rifinendo (avvia il gol del pareggio) e offrendosi sempre con grande intelligenza senza palla. Anche qui però è difficile pensare a una sua titolarità, essendo stato finora Xavi un punto di riferimento imprescindibile in tutta la gestione-Aragonés, essendo diventate imprescindibili anche le due punte e tendendo ad appesantire la manovra la coesistenza dei due. La scelta è stata fatta: 4-4-2 obbligatorio dall’ inizio, quindi solo uno fra Xavi e Cesc, e l’ autorità del blaugrana nella Seleccion è decisamente più consolidata.
Infine De la Red: giocatore per il quale ho grande stima, seppur con qualche errore di misura qua e là ha ribadito le sue prerogative di giocatore di personalità, bravo ad adattarsi e a padroneggiare da subito le situazioni, completo e versatile: questa è la carta che più di altri può giocarsi, la capacità di smistare indifferentemente il gioco davanti alla difesa (suo ruolo preferito) o di giocare da incursore a ridosso delle punte, o anche addirittura di partire al centro della difesa come successo in alcune occasioni col Getafe, forte di un ottimo gioco aereo. Sicuramente inferiore in quelle specialità che rendono Xavi, Senna, Cesc e Xabi Alonso più forti nelle gerarchie di Aragonés: rispetto a questi è sicuramente meno dotato in quelle specialità che rendono i tre citati più forti nelle gerarchie di Aragonés, De la Red garantisce però un ampio ventaglio di soluzioni che lo rende adattabile a uno spettro più esteso di possibili situazioni. Se però per Xabi Alonso e Cesc le chances sono già ridotte, per lui sono praticamente nulle.
Così così altri due piuttosto attesi, Sergio García e Güiza. Il zaragocista non ha fatto vedere molto di più di quello che possono già offrire, con talento sicuramente superiore, Iniesta e Cazorla. Largo a destra con reminiscenze e tagli da seconda punta, qualche buon movimento a smarcarsi, ma il punto è che anche lui taglia troppo frequentemente e con troppa impazienza verso il centro invece che provare ad allargare il campo. La sensazione è poi che in qualche frangente abbia pure pagato dazio al palcoscenico internazionale, peccando in lucidità al momento di concludere le azioni. Prestazione non negativa in assoluto (bello il cross per il raddoppio di Güiza), ma che comunque al momento non consente di considerare l’ ex canterano del Barça un’ alternativa di eccessiva credibilità.
E al di là del gol decisivo non è eccessiva neppure la credibilità di Dani Güiza, la cui prova ha convalidato tutti i sospetti sul suo reale valore, da bomber di provincia (seppure capocannoniere con 27 gol e senza l’ ombra di un rigore) più che da stella internazionale. Sulla stampa spagnola si è letto in questi giorni di un Güiza abbastanza nervoso e deluso per il suo chiarissimo ruolo di riserva, e viene da chiedersi cosa si aspettasse avendo davanti Villa e Torres.
I movimenti sono sempre interessanti, lui che nel Mallorca e nel Getafe è stato abituato a guadagnarsi da vivere giocando isolato come unica punta sa bene come dettare il passaggio, come tagliare e allungare la difese, come tenere sulla corda i centrali avversari e come creare spazi per i compagni (vedi il gol di De la Red), però al momento di entrare in contatto col pallone i limiti si sono visti tutti: controlli difettosi, una certa macchinosità che fa sfumare azioni promettenti, difficoltà nello stretto e in generale la visibile ansietà di chi cerca in ogni modo di giustificare la propria presenza, perdendo buona parte di quella serenità che necessita un freddo esecutore quale lui sarebbe (l’ uno contro uno col portiere è unanimemente la sua prerogativa migliore).
Colpe di Albiol sul gol greco, non troppo splendente Reina, regolari Fernando Navarro, Juanito e Arbeloa (quest’ ultimo potrebbe essere un’ idea per bloccare la fascia destra contro l’ Italia), gli altri interrogativi della serata riguardavano Iniesta, il più deludente nelle prime partite con Sergio Ramos. Molto ha giocato a suo sfavore il fatto di partire dalla destra, posizione assolutamente scomoda per quelle che sono le sue caratteristiche, ma anche stavolta, spostato sulla sinistra dove ha potuto ritrovare movimenti a lui più congeniali per rientrare e rifinire, non ha convinto appieno: sembra mancargli lo spunto migliore, ricama ma non incide, e data anche la buona forma di Silva si prospetta per lui una continuazione dell’ esilio sulla fascia destra.
Luis Aragonés per questa Spagna-2 ha scelto un 4-1-4-1 (modificabile in corsa dai movimenti di Cesc e De la Red, alternativamente trequartisti a sostegno dell’ unica punta): modulo che più volte ho criticato, perché il salto di qualità di questa nazionale mi è sempre parso strettamente legato ai maggiori sbocchi forniti dalle due punte, però va detto che la linea di mezzeali Cesc-De la Red vista oggi offre rispetto alla coppia Cesc-Xavi delle amichevoli pre-Europeo meno possesso-palla ruminato e più capacità di inserimento dalla seconda linea, il che può garantire in linea di massima quella quantità di fonti realizzative sufficiente a sopportare l’ utilizzo di una sola punta.
Le prestazioni delle seconde linee erano il motivo di maggiore interesse, pur specificando che “seconde linee” rappresenta un termine quasi offensivo per i tizi che giocavano stasera nel cuore del centrocampo, giocatori che sarebbero titolari in tutte le altre selezioni ma non nella Spagna votata al nuovo culto del “centrocampismo”.
Proprio la qualità e le prestazioni di Xabi Alonso, Cesc e De la Red sono gli aspetti che potrebbero mettere maggiormente in difficoltà Aragonés al momento di scegliere la formazione per l’ Italia.
Innanzitutto Xabi Alonso, di qualità semplicemente siderale la prova del basco: alla Guardiola, davanti alla difesa un vero maestro, con una visione panoramica del campo, sempre velocizzando e pescando in verticale i compagni smarcati tra le linee, esibendo i tradizionali cambi di gioco e la lunghissima gittata di un destro calibrato come pochi altri nel panorama europeo. All’ attivo un gol sfiorato da dietro la metacampo (specialità della casa) nel primo tempo e una sassata che ha rischiato di abbattere il palo nella ripresa.
Nessuno dei centrocampisti della rosa spagnola ha la capacità di cambiare gioco di Xabi, questo andrà tenuto in debito conto considerando il fatto che la Spagna gioca un calcio in cui per facilitare la creazione di spazi è fondamentale proprio la capacità di far correre il pallone più rapidamente possibile da un lato all’ altro del campo (aspetto nel quale la Spagna ha lasciato a desiderare specialmente nel match con la Svezia).
La prestazione eccezionale di stasera è per Xabi Alonso la miglior candidatura possibile per una maglia da titolare con l’ Italia, ma è difficile, quasi impossibile pensare che questi possa smuovere dalla titolarità il Senna visto contro la Svezia: troppo importante e con pochi concorrenti la capacità del brasiliano di fornire equilibrio davanti alla difesa.
Poi c’è Cesc, l’ osservato numero uno: su buoni livelli il catalano, con più personalità e maggior peso sulla manovra. Ha proposto il suo calcio continuo, lucido, essenziale, appoggiando, rifinendo (avvia il gol del pareggio) e offrendosi sempre con grande intelligenza senza palla. Anche qui però è difficile pensare a una sua titolarità, essendo stato finora Xavi un punto di riferimento imprescindibile in tutta la gestione-Aragonés, essendo diventate imprescindibili anche le due punte e tendendo ad appesantire la manovra la coesistenza dei due. La scelta è stata fatta: 4-4-2 obbligatorio dall’ inizio, quindi solo uno fra Xavi e Cesc, e l’ autorità del blaugrana nella Seleccion è decisamente più consolidata.
Infine De la Red: giocatore per il quale ho grande stima, seppur con qualche errore di misura qua e là ha ribadito le sue prerogative di giocatore di personalità, bravo ad adattarsi e a padroneggiare da subito le situazioni, completo e versatile: questa è la carta che più di altri può giocarsi, la capacità di smistare indifferentemente il gioco davanti alla difesa (suo ruolo preferito) o di giocare da incursore a ridosso delle punte, o anche addirittura di partire al centro della difesa come successo in alcune occasioni col Getafe, forte di un ottimo gioco aereo. Sicuramente inferiore in quelle specialità che rendono Xavi, Senna, Cesc e Xabi Alonso più forti nelle gerarchie di Aragonés: rispetto a questi è sicuramente meno dotato in quelle specialità che rendono i tre citati più forti nelle gerarchie di Aragonés, De la Red garantisce però un ampio ventaglio di soluzioni che lo rende adattabile a uno spettro più esteso di possibili situazioni. Se però per Xabi Alonso e Cesc le chances sono già ridotte, per lui sono praticamente nulle.
Così così altri due piuttosto attesi, Sergio García e Güiza. Il zaragocista non ha fatto vedere molto di più di quello che possono già offrire, con talento sicuramente superiore, Iniesta e Cazorla. Largo a destra con reminiscenze e tagli da seconda punta, qualche buon movimento a smarcarsi, ma il punto è che anche lui taglia troppo frequentemente e con troppa impazienza verso il centro invece che provare ad allargare il campo. La sensazione è poi che in qualche frangente abbia pure pagato dazio al palcoscenico internazionale, peccando in lucidità al momento di concludere le azioni. Prestazione non negativa in assoluto (bello il cross per il raddoppio di Güiza), ma che comunque al momento non consente di considerare l’ ex canterano del Barça un’ alternativa di eccessiva credibilità.
E al di là del gol decisivo non è eccessiva neppure la credibilità di Dani Güiza, la cui prova ha convalidato tutti i sospetti sul suo reale valore, da bomber di provincia (seppure capocannoniere con 27 gol e senza l’ ombra di un rigore) più che da stella internazionale. Sulla stampa spagnola si è letto in questi giorni di un Güiza abbastanza nervoso e deluso per il suo chiarissimo ruolo di riserva, e viene da chiedersi cosa si aspettasse avendo davanti Villa e Torres.
I movimenti sono sempre interessanti, lui che nel Mallorca e nel Getafe è stato abituato a guadagnarsi da vivere giocando isolato come unica punta sa bene come dettare il passaggio, come tagliare e allungare la difese, come tenere sulla corda i centrali avversari e come creare spazi per i compagni (vedi il gol di De la Red), però al momento di entrare in contatto col pallone i limiti si sono visti tutti: controlli difettosi, una certa macchinosità che fa sfumare azioni promettenti, difficoltà nello stretto e in generale la visibile ansietà di chi cerca in ogni modo di giustificare la propria presenza, perdendo buona parte di quella serenità che necessita un freddo esecutore quale lui sarebbe (l’ uno contro uno col portiere è unanimemente la sua prerogativa migliore).
Colpe di Albiol sul gol greco, non troppo splendente Reina, regolari Fernando Navarro, Juanito e Arbeloa (quest’ ultimo potrebbe essere un’ idea per bloccare la fascia destra contro l’ Italia), gli altri interrogativi della serata riguardavano Iniesta, il più deludente nelle prime partite con Sergio Ramos. Molto ha giocato a suo sfavore il fatto di partire dalla destra, posizione assolutamente scomoda per quelle che sono le sue caratteristiche, ma anche stavolta, spostato sulla sinistra dove ha potuto ritrovare movimenti a lui più congeniali per rientrare e rifinire, non ha convinto appieno: sembra mancargli lo spunto migliore, ricama ma non incide, e data anche la buona forma di Silva si prospetta per lui una continuazione dell’ esilio sulla fascia destra.
15 Comments:
Una imagen vale más que mil palabras:
http://www.youtube.com/watch?v=bjJZnlO9CLE
No se ve muy bien, pero seguro que conoces la jugada. Es un movimiento con el objetivo de crear espacio libre para un compañero mediante el arrastre de las marcas y el bloqueo del jugador que marca al que dispara.
Según Marquinos el creador de la jugada es Juande Ramos.
P.D: La importancia de las victorias solo se puede valorar con perspectiva. Qué mérito tuvo Italia en el Mundial eliminando a Alemania, el anfitrión. Si fuera italiano estaría muy orgulloso de aquel equipo.
Jorge
Perfecto, gracias, el aclarado... aclarado está, era lo que pensaba precisamente.
Soy italiano, desde luego estaría orgulloso de un partido como aquel (sobretodo la prorroga), pero (desafortunadamente :)) tengo el morbo del fútbol español, así que espero que el domingo la Roja pueda acabar con su tradicional complejo de inferioridad.
vale vale
capisco la tua passione
ma domenica vinciamo noi..
Ramos sale, palla recuperata, Senna si sposta a destra a coprirlo, sul secondo movimento viene incontro Toni centrale libero, sponda , e andiamo dentro...
ciao, scherzo ma non troppo
santeria
Ma dai, l' Italia ha già vinto il Mondiale, ora lasci spazio alle nuove forze... ;)
La situazione che disegni è esattamente quella che temo di più assieme alla palla lunga in area su Toni. Sono le situazioni che possono fare più male alla Spagna, e non a caso io ho proposto Arbeloa terzino bloccato al posto di Ramos, magari col madridista avanzato a centrocampo (anche se le mie sensazioni dell' ultim' ora mi fanno pensare a una sorpresa da parte di Aragonés, qualcosa tipo Cesc falso esterno destro per poter avere un palleggiatore in più e mantenere al tempo stesso le indispensabili due punte.
Comunque ti lascio qui incollato un commento che ho scritto il 18 Giugno sul blog degli Europei, su Ramos e su come secondo me la Spagna debba impostare tatticamente la partita.
COMMENTO SU SERGIO RAMOS
"Per Ramos non è tanto una questione di velocità (è molto veloce, lo regge Di Natale, magari con qualche sofferenza sulla brevissima distanza), quanto piuttosto di pura tattica, di copertura degli spazi. Il posizionamento del madridista lascia molto spesso a desiderare, è un giocatore troppo istintivo, che segue la palla, perde l' uomo e quando non riesce a mascherare questo col suo mostruoso atletismo ricorre a falli vistosi che costano punizioni da zone pericolose e cartellini in eccesso (vedi il conto di quest' anno nella Liga).
A questo si aggiunge la scelta discutibile di Aragonés di non convocare nessun esterno puro a destra, caricando tutto il gioco offensivo da quella parte proprio su Ramos. Per dare ampiezza il madridista è costretto ad avanzare, e dato che in queste partite ha mostrato anche la tendenza a giocare la palla con una certa leggerezza rischiando più volte perdite letali, questa situazione offre un punto di riferimento sin troppo comodo agli avversari, la cui missione diventa: provocare l' avanzata di Ramos, forzare la perdita del pallone in quella zona e contrattaccare subito negli spazi lasciati sguarniti.
Se notate già la Russia nelle fasi iniziali del match in alcune azioni defilava Pavlyuchenko in quella zona, poi anche la Svezia nel primo tempo aveva mostrato la chiara intenzione di contrattaccare su quella fascia. Questa situazione di debolezza ha già creato qualche dubbio, infatti sia contro la Russia che contro la Svezia il madridista è avanzato meno del solito, tanto che in tutto il secondo tempo la Spagna praticamente non aveva la fascia destra, con Cazorla testardamente in zona centrale.
Inutile dire che col livello superiore dell' Italia e un Di Natale (molto più che un Cassano o un Del Piero) a muoversi in quella zona, i danni potrebbero essere gravissimi. Per questo, anche se non ho troppa speranza che ciò avvenga, schiererei Arbeloa (nulla di che, ma diligente e rapido) terzino destro più bloccato e avanzerei Sergio Ramos, che potrebbe attaccare con più libertà (anche se con meno metri per arrivare in corsa, questo è un handicap granve per lui) e potrebbe anche fornire una preziosa mano in raddoppio su Grosso, senza contare che ciò permetterebbe di spostare a sinistra Iniesta, in grosso disagio sulla destra in queste ultime partite (non ha l' angolo che desidera per rientrare, rifinire o concludere col destro)."
SU COME LA SPAGNA DOVREBBE IMPOSTARE LA GARA:
"Per me saranno tre i punti chiave che la Spagna dovrà controllare per avere la meglio almeno sul piano tattico:
1) Allontanare Toni dall' area di rigore, quindi impostando una linea di difesa abbastanza (non troppo) alta, cercando al contempo di concedere meno calci di punizione possibile dalla trequarti. Il confronto aereo sarebbe perso in partenza, anche se come detto prima Albiol servirebbe per limitare questo svantaggio;
2) Separare Toni dal resto della squadra, dai due esterni e dai centrocampisti che si inseriscono, rendergli difficile la sponda.
Come modello prendo quello che fece il Liverpool nella semifinale di andata di Champions. Benitez isolò Drogba dalle due ali tenendo piuttosto alti Arbeloa e Fabio Aurelio e spingendo a rinculare Joe Cole e Malouda (o Kalou, ora non ricordo bene). Questo potrebbe entrare in contraddizione con quanto detto prima, e cioè la posizione bloccata di Arbeloa: non è così, Arbeloa non deve sguarnire la sua posizione con avanzate illogiche, ma la sua posizione di partenza deve essere comunque sempre abbastanza alta, in modo da tenere lontani i giocatori che possono accompagnare Toni con i tagli;
3) In fase di possesso, creare una separazione fra difesa e centrocampo dell' Italia.
Villa e Torres devono giocare un due contro due insistito con Panucci e Chiellini, tenendoli sempre sulla corda e allungando la difesa azzurra. Tenuti "in ostaggio" Chiellini e Panucci e con De Rossi ed Ambrosini preoccupati di contrastare Xavi e Senna, si potrebbe creare uno spazio fra le linee favorevole ad Iniesta.
Riassumendo, la Spagna deve minimizzare i punti di forza dell' Italia (i ribaltamenti rapidi, già un po' indeboliti dall' assenza di Pirlo, E LE GIOCATE DIRETTAMENTE SU TONI, DELLE QUALI GLI AZZURRI A DIRE IL VERO TENDONO ANCHE UN PO' AD ABUSARE) ed esaltare i propri, ovvero l' attacco e i giocatori di qualità che si muovono tra le linee."
Io continuo a insistere su xabi al posto di senna.
Con la grecia mi sono piaciuti de la red e cazorla,guiza un pò così e da fabregas mi aspettavo qualcosa in più...
Buona la tua analisi sui punti di forza di entrambe le squadre,l'assenza di pirlo peserà sicuramente,visto che quel genio di donadoni aquilani manco lo vede e probabilmente rivedremo quello scarparo di ambrosini...
In mezzo la spagna la vedrei bene così:
Silva a sinistra,centrali alonso e xavi e a destra cazorla,anche se forse lui potrebbe risultare più utile a gara in corso.
Davanti villa e torres possono fare malissimo,bisognerà vedere quanti spazi avranno e quali saranno le contromisure dell'italia,anche donadoni si renderà conto che come attacco la spagna è forse la squadra migliore del torneo per qualità,insieme all'olanda,forse...
Domenica giorno di fuoco,a me e a te,caro volentino,ci romperanno le scatole qualunque sia il risultato,a nulla servirà dichiararmi neutrale....;)
Ps.
Ma che è successo fra ramos e aragones?
Ciao,
Manuel.
Domenica Manuel sarò veramente sotto assedio, però un paio di persone che sostengono questa mia preferenza le ho pure trovate... Comunque invidio poco anche te, la neutralità probabilmente è pure più difficile da gestire.
Senna-Xabi Alonso per me è diventato un dilemma, più di Xavi-Cesc (il primo per me attualmente se la merita la maglia).
Il Senna che ho visto con la Svezia, soprattutto nel secondo tempo, è un giocatore difficilmente sostituibile, un uomo di grande equilibrio, quasi alla Mauro Silva (rischio la bestemmmia), tra l' altro il giocatore spagnolo preferito di Salvatore Bagni da quanto ho sentito in tv (dice: "gli altri giocatori sono più TETNICI, ma lui è un grande punto di riferimento").
Però il Xabi Alonso della Grecia è stato semplicemente fantastico, e cambia gioco come nessun altro in rosa (Cesc e Xavi son molto più portati al gioco corto e fitto, il lancio di Iniesta ha fatto invece sempre un po' schifo, strana carenza nel repertorio di un giocatore simile), un aspetto importantissimo nello sviluppo della manovra questo.
La mia idea sarebbe questa: Senna di partenza, anche perchè sarà importante la copertura degli spazi davanti alla difesa che come sappiamo l' Italia cerca spesso coi vari Perrotta, Ambrosini eDe Rossi; Xabi Alonso eventualmente in corsa, qualora l' Italia decidesse di chiudersi molto nella sua metacampo, situazione nella quale servirebbe far correre un po' di più il pallone di quanto non faccia Senna (che comunque a calcio ci sa giocare).
Dalle ultime che ho sentito Aquilani potrebbe giocare, con De Rossi ed Ambrosini.
Lo temo il giocatore della Roma, come tutti i giocatori di qualità, però potrebbe anche pagare un po' di inesperienza a questi livelli e potrebbe anche lasciare qualche spazio per costruire al centrocampo spagnolo.
Come detto sopra, il mio sospetto è che Aragonés possa pareggiare un eventuale trio di centrocampo italiano aggiungendo Cesc a Xavi a Senna, facendo partire il catalano dalla molto teorica posizione di esterno destro.
Per quanto riguarda la fascia sinistra, gli stati di forma consiglierebbero di tenere Silva, però io vedrei Iniesta come il più adatto a proporre quella diagonale tra le linee che come spiegato sopra potrebbero propiziare la parità numerica fra i centrocampisti centrali e il due contro due fra Villa/Torres e Chiellini/Panucci.
Cazorla lo vedo meglio a partita in corso, a patto però che non si cacci in un imbuto come ha fatto nel secondo tempo con la Svezia.
Comunque, la cosa più probabile, e che sarebbe anche comprensibile, è che Aragonés finisca col confermare il centrocampo delle prime due partite.
La cosa che più mi preoccupa è che in queste partite a contare enormemente sono i dettagli, e l' Italia mi sembra più pronta da questo punto di vista. La Spagna potrà anche controllare il gioco, anzi molto probabilmente lo farà, ma soffrirà da morire sugli episodi.
Mi riferisco in particolare alle "palle inattive": partire con un handicap simile può essere devastante per la Spagna visto dall' altra parte il potenziale dell' Italia coi vari Toni, Panucci etc...
La Spagna ha già subito due gol in quest' Europeo sui calci da fermo, nel gioco aereo è debolissima, dovrà evitare a tutti i costi di concedere falli, anche per questo dovrà tenere la difesa alta, non solo per allontanare Toni dall' area.
Stamattina poi ho letto un' intervista incoraggiante assai a Capdevila su "El Pais": gli chiedevano dei cali piazzati, lui rispondeva "dobbiamo evitare a tutti i costi gli errori di concentrazione commessi con Russia e Grecia", poi gli chiedevano chi avrebbe marcato Toni, e lui "boh, non lo abbiamo ancora deciso... in ogni caso spero di non doverlo fare io", poi aggiungeva "scherzo"... però caro Manuel a che santo dovrei votarmi secondo te? :)
Io spero vivamente che giochi Albiol, per averne almeno uno vicino al metro e novanta.
Dimenticavo: Sergio Ramos era stato accusato davanti alla stampa da Aragonés di un' indebita uscita notturna, il giocatore se ne è risentito e ha chiesto spiegazioni in allenamento davanti a tutti, dove ha avuto un colloquio con Aragonés chiuso con una stretta di mano.
Si dice che sia stata una tattica di Aragonés per compattare il gruppo e soprattutto per stimolare una reazione in Sergio Ramos, parso con la testa tra le nuvole nelle prime due partite.
Amigo, mis conocimientos del Italiano son bastante limitados, por lo que te doy una breve opinion del partido España-Italia.
España tiene que estar muy pendiente de la segunda jugada, aunque es cierto que el principal realizador de esa segunda jugada no va a jugar por sancion. A toni va a ser imposible pararle, por lo que creo que lo más sensato que puede realizar españa es dejarlo en isla, es decir, solo.
Si juega Ambrossini en lugar de Aquilani hay que ahogar la creacion de De rossi, para que así Ambrossini tenga que realizar las transiciones, estas serna mas lentas e imperfectas, y tambien cuentas con que alejas del area a ambrossini, que tiene un gran disparo. Si juega Aquilani hay que ahogar la creacion de Aquilani.
hay que darle presencia en el once titular a Cesc Fábregas, pero además, creo que la incursión de Sergio García puede ser beneficiosa para los intereses de la selección española.
Me explico. Italia va a sobrecargar la banda izquierda, es decir, la defendida por Sergio Ramos. En el partido contra Francia pudimos ver como Pirlo se escoraba a banda izquierda junto con Grosso, y terminó el partido con Ambrossini cerrando el carril zurdo, como suele hacer en el Milan, y con Cassano escorado a ese perfil. Con la incursión de Sergio García en el once, mantienes ocupado a Grosso, que es un jugador poderoso cuando ataca, y delante tendrá a un futbolista que tiene mucha amplitud y profundidad.
Ramos podría salir como le gusta a él a por Cassano entre líneas y en anticipación.
- En banda izquierda colocaría a Iniesta, que buscaría la espalda de Aquilani. Aquilani no es un buen defensor y no vigila su espaldad, lo que obligaría que Danielle de Rossi estuviese más atento, y lo sacarías de las proximidades del área, lo que permitiría que nuestros puntas estuvieran en igualdad frente a los defensores centrales italianos (chiellini y Pannucci)
Un abrazo y pasate por corazonesinternacionales, que he realizado un analisis del milan y me gustaria conocer tu opinion.
Tengo una vision bastante similar, con algunos matices diferentes. Como expliqué en otro comentario para mi las claves para España seran tres:
1) alejar a Toni del area para evitar jugadas directas sobre él y segundas jugadas peligrosas. Eso quiere decir defensa bastante adelantada y mantener la posesion en campo contratrio, eso no es partido para el repliegue, si España trae a Italia en su area està muerta, simplemente.
2) evitar contraataques rapidos por parte italiana, lo que junto con el juego directo hacia Toni es el mayor recurso de Italia, recurso en parte limitado por la ausencia de Pirlo que es el mejor lanzador del futbol mundial (con un pase mete al delantero delante del portero).
Esos contraataques deberian llegar sobre todo por la banda derecha de España, que ha sido el punto mas debil defensivamente en el equipo de Aragonés. Mi solucion difiere de la tuya, es un poco mas conservadora, en ele sentido que yo de inicio jugaria con Arbeloa lateral derecho y quizas adelantaria la posicion de Sergio Ramos.
3) Cuando España tendrà el balon, estamos de acuerdo que la jugada-clave es la diagonal entre lineas de Iniesta.
El objetivo debe ser crear este espacio provocando una separacion entre defensa y mediocampo italiano. Como? Villa y Torres deben buscar constantemente el 2x2 con los centrales obligandoles a retrasar su posicion, y mientras que Senna y Xavi (tengo confianza en él, siempre que España juegue mas en campo contrario que enl suyo) tengan ocupados los mediocentros, Iniesta o Silva deben buscar el espacio intermedio.
-Parar a Toni va a ser sin dudas algo muy dificil de conseguir, pero por supuesto que se puede reducir algo el potencial de Toni. Para parar a Toni considero clave adelantar la línea defensiva. Luca Toni es un futbolista que vive al límite del fuera de juego, más que nada por que su escasa velocidad. Además, adelantando las líneas nos aseguramos que no pueda utilizar su poderío aéreo con demasiada asiduidad.
1- ¿Te refieres entonces a presionar la creación de Italia y defender achicando? Creo que Luis Aragones no va a hacer eso, y la verdad es que es una lástima, por que yo soy más de presión/achique. España parece que va a jugar a la italiana, y lo peor es que Xavi en transicion defensiva es pésimo, no colabora, y en repliegue da muchos problemas a España.
2- Con las contras hay que tener cuidado si juega Aquilani, que después de Pirlo es el futbolista que le imprime mayor velocidad a las transiciones. Además, dado que la delantera de Italia carece de velocidad, se va a utilizar mucho el lanzamiento en largo a la espalda de la defensa, pero aqui podemos decir dos cosas. El pase debe ser preciso, y el control buenísimo. A raíz del balonazo Italia va a adelantar las lineas para que aparezca la famosa segunda jugada, al estilo chelsea.
Otra cosa bastante importante será la subida de sus laterales, muy parecido a lo que ocurre en el Milan. Casi siempre se utiliza la diagonal, que parte del mediocentro hacia el lateral, llegando practicamente hasta la linea de fondo. Otro es la asociacion con Cassano, que puede jugar en ambas bandas, se ve doblado por los laterales, y realiza muy buenas combinaciones con ellos.
La presencia de Perrota potencia la presion el primera linea de Italia y la llegada en segunda linea, a la espalda de Toni
3- Yo no confio en Xavi. Es un futbolista tremendamente lento en transicion ofensiva, y en la defensiva no participa, apenas con su habitual trote cochinero. Cesc nos aportaría verticalidad, y los espacios que creen torres, fundamentalmente, los puede aporvechar cesc.
Un abrazo
El problema mas grande de España es que no tiene equipo para el repliegue pero al mismo tiempo no tiene equipo para presion adelantada, asì que vemos un equipo bastante descoordinado y que deja siempre iniciar el juego al contrario.
Los laterales son clave en el juego de Italia, pero ese aspecto queda un poco depotenciado con la ausencia de Pirlo.
La presencia de Perrotta se me antoja necesaria, por los motivos que bien explicas, pero si juega él no debe jugar Ambrosini, sino el equipo seria demasiado carente en la faceta creativa y tendria muchas dificultades en llevar el juego en campo contrario con fluidez. De aquì la necesidad de Aquilani, excelente pelotero, pero tengo aun alguna duda sobre su personalidad a estos niveles.
Sobre Xavi, quizas no soy muy objetivo porque es un jugador que siempre he admirado muchisimo, pero quiero decir que no creo sea correcto decir "Cesc es vertical, Cesc es veloz", "Xavi es horizontal, Xavi es lento".
Yo creo que mas que las cualidades intrinsecas de los dos lo que realmente pesa es la aptitud del equipo donde juegan. Son jugadores que dependen del posicionamiento general de su equipo y del movimiento sin balon de sus compañeros.
No es Cesc vertical, es todo el Arsenal que es vertical; cuando juega con su equipo, Cesc tiene una variedad de opciones de pase impresionante, compañeros que se mueven constantemente y le ofrecen tanto la profundidad como el apoyo entre lineas. Asì està claro que es mas facil para él ser vertical, mucho mas de lo que resulta con su Seleccion, donde no hay este ritmo y estas opciones y donde sinceramente no he apreciado esta diferencia de ritmo entre él y Xavi.
Sin ir mas lejos, Xavi jugò, y lo hizo como gran protagonista, en uno de los equipos en absoluto mas rapidos, letales y espectaculares en la transicion ofensiva de los ultimos años, o sea el Barça 2004-2005.
Cuando leo que Xavi no sabe verticalizar, pienso que esto es mentira porque en mi cabeza quedan aun muy claras las imagenes de los pases al hueco que él daba a los Giuly e Eto'o.
En los ultimos dos años el Barça se ha vuelto en un equipo estatico, con demasiados jugadores que la quieren al pie, sin profundidad por bandas, y Xavi ha sufrido esto mas que todos, porque él no tiene desborde individual como Iniesta, vive del movimiento de su equipo. Yo creo que el mismo Cesc en el Barça de esta ultima temporada no hubiese sido tan vertical.
Sin balon Xavi sufre cuando està obligado a replegar en su campo, es inteligente tacticamente, sabe posicionarse y intuir las jugadas (ver los balones muy buenos que interceptò contra Rusia), pero tiene unos limites dinamicos y en el cruce realmente muy grandes.
Y este aspecto lo ha sufrido muchisimo esta temporada porque el Barça COLECTIVAMENTE (la culpa no es solamente suya) no se posicionaba bien sin balon como lo hacia aquel mismo Barça 2004-2005, equipo que siempre jugaba en campo contrario y donde Xavi por supuesto encajaba perfectamente.
El limite y al mismo tiempo el punto fuerte de Xavi es que està muy caracterizado: es un jugador que encaja solo en equipos con la filosofia del Barça, que quieren jugar en campo contrario, con toda la posesion y con una dinamica colectiva imponente desde el punto de vista ofensivo.
En estas condiciones, para mi Xavi resta el mejor distribuidor de juego español, aunque Cesc es mas completo, un jugador globalmente superior y con una tremenda perspectiva. Con eso quiero decir que Cesc podria bien ser el titular, pero para mi no es ni mucho menos un drama si juega Xavi, ademas actualmente en la Seleccion me parece una referencia mas consolidada que Cesc para sus compañeros y para el seleccionador (luego habria que preguntarse porque tanto Aragonés como todos los tecnicos del Barça siempre han tenido confianza en él... es que algo habrà...).
Coincido contigo Valentino: Xavi está infravalorado. Comparar a dos futbolistas pasando por alto sus referentes contextuales es un ejercicio algo simplificador.
Hace bien poco escribí un post en un blog(fubolitis) sobre esta cuestión. Perdonad la autocita.
"Para que no se diga que en este blog hay un sesgo hacia el pesimismo, y tratando de soslayar los errores de concepto que arrastra este equipo y, sobre todo, la incoherencia entre lo que queremos y lo que tenemos, creo que hay algo en lo que Luis acierta.
Ese algo es la posición de Xavi. Parece que, por primera vez en una fase final, va a jugar de mediapunta, por detrás de dos delanteros muy móviles.
La carrera de Xavi ha estado lastrada porque su función no coincidía exactamente con sus capacidades. El rol que ha asumido en el Barça pasó del mítico 4 con Van Gaal(que incluso lo probó de central) a jugar de creador con Rijkaard, pero casi siempre muy lejos del área y con un sólo punta por delante.
Estamos ante un caso clamoroso de jugador estereotipado al que se le adjudicó una etiqueta nunca acorde a sus características.
Repasando someramente su trayectoria hay un denominador común: cuanto más juega en campo contrario, mejor se desenvuelve. Fue Antic quien lo colocó de mediapunta por delante de Cocu o Motta, concediéndole plena libertad para moverse por el frente de ataque e incluso para incorporarse al área con cierto peligro. Su mejor tempirada en el Barça fue la siguiente(o eso creo), cuando tenía como escuderos de lujo a Cocu y a Davids.
Con la selección en los dos últimos amistosos ha dado una asistencia y marcó el gol de la victoria ante los americanos. El problema para él es que, aún sabiendo que Luis en petit comité lo incluye entre los fijos, la competencia por ese puesto es feroz, aunque Iniesta tiene reservado un rol distinto en el que se ha visto un poco perdido, por cierto.
Tenemos 3 organizadores de calidad, cada uno con muchos matices. Cesc es mejor con bastante campo por delante, por su verticalidad y dinamismo. Iniesta, tácticamente muy bueno, se puede escorar a un costado para buscar la asimetría; incluso tal y como se perfila el once, podría ser un falso pivote para ayudar a Senna y hacer el dos contra uno con Ramos, aunque por su naturaleza su función es la de mediapunta. Xavi está para jugar en los últimos 35 metros, bajando lo justo a recibir".
El lastre de Xavi es el posicionamiento defensivo. En el Barça esos conceptos se trabajan muy poco. Sin embargo, es un 10 en el juego de posición y jugando en su sitio tiene 'cierto' gol.
Quizá deba matizar el acierto de Aragonés porque Xavi juega en paralelo con Senna cuando tenemos el balón. Ése es el mayor engaño de esta selección: preconizar un fútbol ofensivo cuando lo cierto es que pocos jugadores pierden la posición y normalmente tenemos a 5 o 6 por detrás de la pelota.
Jorge
Algunos apuntes sobre una sorprendente Italia:
A/Ya remarcado hasta la saciedad, la baja de Pirlo y de Gattuso resta potencial tanto en la fase ofensiva como en la defensiva: Gattusso es la clave de la profundidad defensiva; Pirlo es la clave de la profundidad ofensiva(en la zona de creación)
B/ Italia confunde defender con recuperar la pelota. Salen a la presión como 'pollos sin cabeza', incluso jugadores como De Rossi, que es el pivote defensivo. Un equipo que aplica la misma intensidad intensiva en la zona de creación que en la de finalización por sistema hace un uso poco inteligente de sus recursos.
C/ Se ha resaltado el contragolpe italiano así como el juego directo, pero en el partido contra Rumanía el mejor recurso fue el juego por bandas. Camoranesi jugaba libre aunque con caída a la derecha y Grosso era ayudado por Perrotta. Pusieron buenos centros ambos laterales y Mauro y en remate siempre había 3 jugadores de Italia, una situación que por reiterada parece trabajada. Del Piero atacaba primer palo, Perrotta llegada desde atrás (o camoranesi) y Toni buscaba el segundo palo. Las posiciones en el área permutaban. España debe defender en zona esos centros, teniendo en cueta obviamente la posición de los rivales.
D/Ya hemos señalado los débiles fundamentos defensivos de Italia. Pues bien, hay más. Donadoni es un hereje. Chiellini en muchos momentos del partido marcaba al hombre y Panucci libraba. Tremenda aberración para un país con cultura defensiva.
E/ Mala gestión del espacio entre líneas. El entrenador es el encargado de obtener una ventaja competitiva de la organización, que no es más que la suma de personas, arquitectura, rutinas y cultura con sus consiguientes efectos multiplicadores, retroalimentaciones(positivas y negativas),... En Italia funcionan en base al principio de jerarquía, no lo hacen en red. El mister dispone los marcajes ex ante con tal claridad que la inteligencia de la organización se ve reducida. El proceso defensivo es simple. La solución a los problemas que nos plantea el rival ha de partir de unos criterios flexibles que abarquen la complejidad.
El espacio entre líneas se combate con respeto a los principios y conceptos de la defensa zonal: repliegue + buena distancia entre líneas+ temporizaciones para incomodar al poseedor+ marcaje de líneas de pase.
Italia combate ese espacio con un central que sale a quitar el balón, sin coberturas ni permutas(repliegue individual) ni basculaciones(repliegue colectivo). El resultado es que la profundidad defensiva se ve muy tocada: el rival tiene que superar pocas barreras para llegar al arco rival.
F/La espalda de Grosso. Hay gente partidaria de ofrecer campo al lateral y así pillar a Italia al contragolpe. Puede no ser necesario. En ataque estático Grosso sale a perseguir al banda(lo hará con Iniesta!!?), y como el "pecado original" es el poco trabajo táctico se generan enormes boquetes atrás, con los centrales en uno para uno.
G/De Rossi es un buen jugador, pero la inexperiencia le puede pasar factura. En otros partidos de est Eurocopa(donde Italia se jugaba la vida) perdió la paciencia saliendo fuera de sitio a presionar. Es una baza que España puede aprovechar. Si permanece por delante de los centrales es rapísimo en la ayuda.
H/ Italia es 'contragolpeable'. En varias ocasiones suben los 2 laterales a la vez. De Rossi gusta también de la incorporación.
I/ Materazzi en el juego aéreo. Es una bendición para España que no juegue, aunque al estar en el equipo tan mal colocado, tan poco trabajado, sus carencias defensivas podrían haber salido a relucir. Además es un líder en el campo.
J/Torres debe emparejarse con Chiellini.
Hay más cosas, pero sería un calvario para el lector. Todos estos defectos se podrían paliar un poco si Donadoni apuesta por un 4-4-2(con dos pivotesy defensa en línea), por una ocupación más racional de los espacios.
Por supuesto, el porcentaje de error de este análisis es abrumador. Por eso el fútbol nos gusta tanto.
Un último apunte y os dejo en paz:
K/ La inexperiencia del entrenador. Vimos ayer cómo Van Basten se cargó a su equipo con los cambios(contra Francia acertó). El mejor partido de Italia en esta Eurocopa fue contra Holanda, en el que utilizó un sistema muy parecido al de de Alemania contra Portugal: atrás en línea(¿por qué habrá cambiado? Alguien sabe si la Juve defiende al hombre?), 3 centrocampistas por dentro, camoranesi por banda y Di Natale como falso banda para tirar diagonales y ayudar en defensa. El equipo no defendió demasiado bien, pero no tuvo nada que ver con lo que nos ofreció en los dos partidos siguientes. Replegó en su campo y en ataque trató bien la pelota.
La derrota provocó una reacción airada de la opinión pública, y ésta pudo tener como consecuencia el bandazo de Donadoni cambiando a medio equipo e incluso el módulo táctico. La experiencia precisamente sirve para esto, para tener claras la ideas siempre claro está con autocrítica.
Un último apunte y os dejo en paz:
K/ La inexperiencia del entrenador. Vimos ayer cómo Van Basten se cargó a su equipo con los cambios(contra Francia acertó). El mejor partido de Italia en esta Eurocopa fue contra Holanda, en el que utilizó un sistema muy parecido al de de Alemania contra Portugal: atrás en línea(¿por qué habrá cambiado? Alguien sabe si la Juve defiende al hombre?), 3 centrocampistas por dentro, camoranesi por banda y Di Natale como falso banda para tirar diagonales y ayudar en defensa. El equipo no defendió demasiado bien, pero no tuvo nada que ver con lo que nos ofreció en los dos partidos siguientes. Replegó en su campo y en ataque trató bien la pelota.
La derrota provocó una reacción airada de la opinión pública, y ésta pudo tener como consecuencia el bandazo de Donadoni cambiando a medio equipo e incluso el módulo táctico. La experiencia precisamente sirve para esto, para tener claras la ideas siempre claro está con autocrítica.
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