sabato, giugno 14, 2008

Avanti, senza convincere.

Ancora un episodio casuale (seppure sempre impreziosito dalla qualità sublime di attaccanti fra i migliori del mondo) salva da complicazioni una Spagna che ottiene l’ accesso ai quarti già alla seconda partita del girone, risultato ottenuto però senza persuadere minimamente.
Il sospetto che la rondine russa non potesse fare primavera era fortissimo, e oggi abbiamo visto il vero volto della selezione di Aragonés: un undici difensivamente vulnerabile e con una manovra insopportabilmente prolissa ed asfittica. E non c’è voluta mica l’ Italia di Bearzot per dimostrarlo, è bastata una Svezia al solito terribilmente piatta ma che almeno ha messo in mostra due cose semplici semplici che nella tenera Russia di martedì scorso brillavano per la loro assenza (eccetto i primi 20’): difesa ordinata tutta nella propria metacampo e attacchi più diretti con palle alte subito nell’ area avversaria, a colpire il grosso punto debole che rappresenta il gioco aereo per la difesa spagnola (una delle maggiori incognite sulla competitività di questa nazionale). Tutto qui, e la Spagna ha fatto una fatica tremenda, con la casualità del gioiello di destrezza di Villa ad accrescere i motivi di riflessione.

Comunque rispetto all’ inizio con la Russia l’ avvio della Spagna qualche leggero miglioramento lo aveva mostrato. Stesso undici titolare, ma un posizionamento più corretto: baricentro qualche metro più avanti, terzini più alti all’ inizio dell’ azione, ciò che evita agli esterni di centrocampo di retrocedere troppo per prendere palla permettendogli di cercare spazio tra le linee e liberare Xavi e Senna da un po’ di pressione. Non è un assedio memorabile, non può esserlo perché la Svezia è tutta raccolta nella sua metacampo, ma le Furie Rosse fanno girare palla con pazienza e a un ritmo più accettabile, cercando intelligentemente di cambiare fronte con continuità al fine di smuovere il blocco svedese dalle proprie posizioni.
Torres continua a muoversi verso gli esterni cercando di allargare le maglie avversarie e aprire spazi al centro, e la pressione moderata ma costante frutta il calcio d’ angolo dal quale nasce il vantaggio. Anche qui la Spagna smentisce uno dei tanti e giustificati luoghi comuni che si erano consolidati sul suo gioco, e cioè che non sappia preparare e mettere in atto schemi efficaci sulle palle inattive: bella la preparazione fra Xavi che batte rasoterra, Villa che viene incontro e scarica fuori area su Silva, carezza del valenciano e bel guizzo risolutivo in spaccata di Torres in anticipo sul difensore.
Il gol origina una sorta di disorientamento nelle fila spagnole: come gestire il vantaggio? Qui peccano grossolanamente gli uomini di Aragonés, diradando le lunghe fasi di possesso palla e ritraendosi progressivamente nella propria metacampo.
Chissà, forse l’ idea subentrata era quella di ripetere quanto fatto contro la Russia, cedere il pallone e ripartire in velocità, e l’ errore è quello di voler tramutare in legge universale una ricetta improvvisata con successo per un caso specifico. La misura dell’ errore risiede tutta nella differenza di caratteristiche fra Russia e Svezia: i primi attaccavano con trame palla a terra scolastiche e senza accelerazioni, i secondi attaccano con lanci direttamente su una delle due punte alla ricerca della spizzata per i tagli profondi dell’ altra punta e degli esterni di centrocampo o comunque alla ricerca della situazione caotica nell’ area avversaria. Sa fare solo questo la Svezia di Lagerback (“fantasioso come un gambero”), ma se glielo lasci fare ti fa male.
La Spagna in questa fase non risponde positivamente a una delle due domande fondamentali per misurare la propria competitività, e cioè “Come recuperare palla lontano dalla nostra area?”: mancano i giocatori portati al recupero alto, ci si lascia schiacciare nella propria trequarti e si rinuncia a quella che in realtà sarebbe la miglior strategia difensiva possibile per le caratteristiche di questa squadra, e cioè il possesso-palla narcotizzante (“se la palla ce l’ abbiamo noi, non ce l’ hanno gli avversari”).
Così la Svezia guadagna metri, può giocare lungo sugli attaccanti con crescente pericolosità (nel mentre è entrato Albiol per l’ infortunato Puyol, bruttissima tegola) e far maturare i presupposti per il meritato pareggio, dove Sergio Ramos esegue in ritardo la diagonale e poi copre male su Ibrahimovic, che inizialmente stoppa male ma se la ritrova comunque lì per la conclusione a rete.
Chiuso il primo tempo con un rigore su Silva non visto dall’ arbitro, la ripresa pone invece in tutta la sua nettezza l’ altra cruciale domanda per le ambizioni spagnole: “Come attacchiamo una difesa schierata?”. E con altrettanta nettezza, la risposta è insoddisfacente.
L’ uscita di Ibrahimovic delinea uno scenario di dominio territoriale incontrastato per la Spagna, visto che l’ assenza dell’ asso interista impedisce agli svedesi di trovare un punto d’ appoggio credibile per rilanciare l’ azione in campo contrario (un po’ è anche una questione di carisma) e permette alle Furie Rosse di concentrarsi quasi esclusivamente sulla fase offensiva, anche se con risultati modesti.
Aragonés ci mette del suo ordinando un’ inversione di fascia fra Iniesta e Silva, che col mancino del Valencia che parte da destra significa manovra ancora più strozzata, poi prova a dare la scossa con due coraggiosi cambi in un colpo solo, Cazorla per Iniesta (scomodo a destra, c’è poco da fare) e Cesc per Xavi (l’ “inglese” però non migliorerà gli standard del blaugrana, anzi offrirà una prestazione banalotta e di poca personalità), che non cambiano però la sostanza, non danno ossigeno a un possesso-palla asfittico.
Qui si apprezzano le risapute carenze della lista dei convocati disegnati da Aragonés, la quale ha gravemente ridotto le possibilità di gioco sugli esterni. Cazorla avrà pure l’ elettricità, avrà pure il gioco ambidestro e lo spunto ficcante sul breve, ma se nel Recreativo e nel Villarreal ha sempre giocato preferendo la diagonale verso l’ interno un motivo ci sarà pure. L’ asturiano se possibile intasa le zone centrali ancora più di quanto non facesse Iniesta, la destra rimane sguarnita (quando invece Sergio Ramos parte in percussione, 9 volte su 10 combina pasticci), Silva si fa risucchiare al centro, Capdevila ha il passo pesante e scarsa propensione offensiva. Così l’ unica soluzione sono le triangolazioni nello spazio di un fazzoletto fra le maglie della Svezia che si stringono agevolmente al centro: una soluzione alla portata degli squisiti palleggiatori spagnoli, qualcosina di tanto in tanto esce fuori (Silva si mangia un gol bello grosso), ma di certo la soluzione più irrazionale e contorta possibile.
Impotenza spagnola che cresce col passare dei minuti, e in un copione classico l’ avversario mette fuori la testa in cerca del colpaccio negli ultimi minuti, e sull’ ennesimo traversone (da calcio piazzato) mal difeso dalla debole difesa spagnola la deviazione di Hansson solo per poco non trova il tap-in di Henke Larsson.
Sembra pareggio, ma ancora Capdevila si inventa assist-man involontario (dopo il calcione che aveva lanciato Torres nell’ 1-0 alla Russia), butta una palla gestita male dalla difesa svedese, Villa ruba il tempo ad Hansson e fredda Isaksson in uscita con una giocata classica del proprio repertorio.

Individualmente, svetta il partitone di Marcos Senna, si afferma come cerniera indispensabile davanti alla difesa (avevo nutrito dubbi, mea culpa). Malissimo Sergio Ramos (ha “gamba” come nessuno, ma il cervello lo usa davvero male), Villa involuto prima del gol, generoso e in alcuni momenti interessante il movimento senza palla di Torres.
(Domani se avrò tempo inserirò le pagelle giocatore per giocatore)

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14 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Algunas cuestiones a vuela 'pluma' que me parecen destacables y sintomáticas.

A/ Creo que Suecia inconscientemente ha encontrado el antídoto para frenar a España: cuando tiraron la presión un poco más arriba para forzar la pérdida, España se vio sin recursos para sacar el balón criterio; los centrales directamente la rifan. El balón largo a las puntas contra una pareja de centrales de nivel no puede ser una variante con Torres y Villa arriba(aunque Villa ha ganado varios hoy), y sin centrocampistas llegadores que ganen la 2ª jugada.

B/Me preocupan las llegadas de 2ª línea. Senna no da abasto, Xavi se despista y tanto Iniesta como Silva tienen problemas para coger a sus pares, sobre todo éste último. Equipos con laterales de nivel o un mediocentro llegador(vieira o Ballack) nos pueden hacer daño por ahí.

C/Cierta descoordinación entre Xavi y Senna a la hora de lanzar la presión. En ocasiones van los dos al balón, en otras se quedan los dos. Contra un rival fuerte con buenos pasadores hay que vigilar estos desajustes porque con un sólo pase eliminarán muchos jugadores. A destacar la 2ª parte de Senna(en la primera perdió un poco el sitio, quizás por la falta de apoyos). La salida de Fabregas aclaró su función, al situarse 5 o 10 metros por delante y no en paralelo como Xavi.

D/Los cambios fueron correctos, no así su posición en el campo. Cazorla vino mucho a pedir cuando debería pegarse a la banda. Silva también se acercaba a recibir en demasía obstaculizando a Cesc. Incluso los delanteros bajaban a apoyar. La fortaleza de España está en el 2x2 de los delanteros contra los centrales.

Sergío García podría ser un buen revulsivo.

E/ En el gol hay varios fallos colectivos implicados. Senna está fuera de sitio(no sé porqué), Silva excesivamente cerrado, pero el error estuvo en la excesiva distancia entre líneas así como en no taponar al pasador. Lo demás fue obra de la calidad de Zlatan.

F/ He notado cierta debilidad psicológica en el equipo. El gol hizo demasiado daño. Dijo Paco González ayer que le gustaba mucho la humildad de esta selección. El reverso de esa afirmación es que pueden faltar jugadores de verdadero carácter.

G/ Como dato anecdótico los Km recorridos. Hasta el min 65 España 79 y Suecia 75. Queda en duda la mítica frase de que mientras tengo el balón,orren ellos:Tner la posesión implica un desgaste físico y mental enorme, y es un recurso que hay que saber administrar. Por cierto, otro dato interesante: Silva fue el jugador que más corrió no sé hasta qué minuto. Desde luego a primera vista no lo parece, a lo mejor hace esfuerzos inútiles.

En resumen, regular partido de España ante un rival flojo(los dos pivotes eran francamente malos), aunque el mejor del grupo con Ibrahimovic en el campo. Además de los errores individuales me parece que la coordinación inter líneas debe mejorara: hemos jugado muy separados en defensa y muy juntos en atque, alrevés de lo que ordena el manual.

Dos detalles más.

1/ Grave error de Torres en una falta lateral alejada. Creo que en el pasado Mundial el 2º gol de Francia lo marca Vieira porque no le sigue su par: el niño. Establecer los emparejamientos tomando como única variable la altura puede ser fatal, sobre todo si sueltas la marca con el balón en el aire. Hoy pudo ser el segundo gol de Suecia; máñana puede ser el detonante de una vuelta prematura.

2/ Por no destacar sólo cuestiones negativas: España no hace cosas raras, está construida desde el sentido común. Este año no veremos una remontada del rival por un mal achique, ni a los delanteros persiguiendo a los laterales. Volver a lo clásico es positivo si no das para más. Esta Eurocopa vamos a regalar menos.

1:56 AM  
Blogger valentino tola said...

Gracias por tus consideraciones, muy interesantes de verdad, y también por añadir detalles importantes (también estadisticos) a lo que pude escribir apenas finalizado el partido.

A) Puede hacerle daño a España lo que dices, Marchena es el que mejor salida tendria pero se le ve inseguro, Puyol nunca ha tenido este aspecto y la salida de Albiol no me gusta para nada.
Pero hay que decir que adelantar demasiado las lineas puede ser un riesgo para el contrario, dada la habilidad tanto de Villa come de Torres en el desmarque profundo (tanto vertical como hacia el exterior), asi que un balon largo puede convertirse en peligro.
Además creo que el repliegue intensivo puede evidenciar toda la falta de amplitud que tiene esta seleccion, como ha sido ayer.

B) Condivido toda tu preocupacion: no tenemos jugadores para defender en nuestro campo. Lo mejor en situaciones de ventaja seria quitarle presion a la defensa con la superioridad en mediocampo y mucha posesion, como fue el segundo tiempo contra Rusia despues del cambio Torres-Cesc,

C) Eso se notó bastante. Mi impresion es que Senna está mucho más pendiente de las segundas jugadas al limite del area, mientras que Xavi intenta acompañar una presión adelantada que efectivamente nunca ejerce España, de aquí la descoordinación y los espacios potencialmente muy peligrosos que se generan.

D) Aunque Cazorla no sea un jugador de mucha profundidad por banda y tanto en el Recre como en el Villarreal haya buscado mucho más la diagonal interior que el desborde por el exterior, a mi también me sorprendió su posicion, la descaradez con la que buscó el centro, descuidando totalmente la banda derecha. Tengo mis dudas de que Luis le haya pedido eso.

Cesc obstaculizado, pero le vi con menos personalidad que Xavi (el cual no ha hecho nada del otro mundo, un partido regular)

Tengo mucha curiosidad por ver a Sergio Garcia cntra Grecia. aunque haya sido adaptado a la banda (y a él también le guste mucho la diagonal), es el jugador en la lista que mas amplitud y profundidad puede ofrecer por banda, junto con Sergio Ramos.
Otro jugador que quiero ver es Fernando Navarro: es un lateral prevalentemente defensivo, pero no me está gustando como sube la banda Capdevila, él quizás puede desdoblarse con mejores sincronismos y mas agilidad.

E) El primer problema es que al contrario le dejamos siempre demasiada libertad para iniciar las acciones, nunca apretamos, no tenemos jugadores para la presion adelantada. Contra Rusia eso ha sido un problema relativo porque los de Hiddink hacian una posesion ineficaz, por parte de Suecia al contrario el juego ha sido mas directo buscando el area con balones aereos, allì se han visto todos los defectos.
El problema de la mala coordinacion entre lineas junto con el de la nula presion adelantada y de la debilidad en el juego aereo puede resultar una combinacion letal para los intereses de España.
Hay ese "pecado original", luego en el episodio del gol sueco la actitud de Sergio Ramos no me parece la mejor.

F) La mayor debilidad psicologica para mi la mostraron en el periodo entre el gol de Torres y el empate. No se entendiò como querian gestionar la ventaja, con ese repliegue mal organizado, erraron intentando replicar lo de la Rusia y facilitando las jugadas directas por via aerea de Suecia. No creo que lo de Rusia se puede replicar muchas veces, no todos pueden tener una forma de atacar tan esteril, asi que la mejor forma de defenderse dadas las caracteristicas de esta seleccion es mantener la posesion y alejar al contrario del area.

G) Interesante dato, eso quiere decir que no organizamos bien las fases de posesion, el equipo no se posiciona bien sobre el cesped y se aprecia en muchos momentos la falta de sincronismos adecuados para crear espacios y sorprender al contrario.
Tiene dos problemas esta seleccion: cuando no tiene el balon està descoordinada y le cuesta un mundo recuperar la pelota lejos de su area; cuando tiene el balon le cuesta un mundo abrir espacios (sobre todo por la caracteristicas de la gran mayoria de sus jugadores de tres cuartos para adelante).
Son defectos estructurales que restan posibilidades de victoria a este equipo tecnicamente muy dotado.

Seguro que tiene mas sentido comun de la seleccion alocada del Mundial 2006, ademas tiene una calidad ofensiva que le permite aprovechar situaciones puntuales aunque cuando tiene dificultades de juego.

1:54 PM  
Blogger Kytros said...

Una buona vittoria, anche se qualche problema resta, difesa che va un po' troppo in bambola e giocatori che si accentrano troppo, e questo causa una gran confusione (torres a dun certo punto si e' dovuto allargare per gli intasamenti centrali)

P.S. ti volevo fare una domanda. Secondo te il calcio spagnolo e' il migliore in Europa?

Ciao

7:06 PM  
Blogger valentino tola said...

Ciao, in questo momento il calcio migliore deve essere obbligatoriamente considerato quello inglese, però non sono gerarchie così rigide, nel giro di un paio di stagioni possono cambiare di nuovo, e la Spagna ce le ha le possibilità per tornare in testa al ranking Uefa dei club.
Il punto di forza del calcio spagnolo è il livello della cosiddetta classe media, le squadre di media classifica, il cui livello medio a mio avviso è il più alto d' Europa, vedere Espanyol e Osasuna semifinaliste di Uefa l' anno scorso ma anche il Getafe sfigatissimo quanto epico di quest' anno, e cito solo due episodi fra i tanti nei quali squadre spagnole di classifica anche medio-basse hanno tenuto testa o addirittura fatto fuori squadre provenienti dalla Champions League (per non parlare del Villarreal semifinalista di Champions...)
Dove veramente il calcio spagnolo sta perdendo tanti punti è ai vertici, le quattro big inglesi sembrano forze preponderanti, Barça e Madrid hanno offerto quest' anno un livello molto basso, per cui fondamentale sarà che si risollevino in ambito europeo.
Qualora questo accadesse, ci sarebbero ottime posssibilità di recupero della supremazia cntinentale, data la solidità della classe media di cui sopra.
Il calciatore spagnolo poi è mediamente più tecnico di quello inglese, questo è uno degli elementi su cui si dovrà fare leva per recuperare la supremazia: mentre non si può contrastare lo strapotere economico del clacio inglese sui principali mercati europei, le squadre spagnole devono sfruttare al meglio la cantera e al tempo stesso mantenere i contatti privilegiati col calcio sudamericano, che in ultima istanza sono il fattore decisivo per mantenere così alto il livello tecnico della Liga (invero quest' anno piuttosto mediocre).

7:46 PM  
Anonymous Anonimo said...

Muy sugerente tu respuesta; no cierra el diálogo, más bien amplía sus contornos. Un par de cuestiones adicionales para completar lo ya dicho.

A/Poniéndome en la piel del entrenador rival, nunca permitiría a un equipo explotar el tipo de fútbol que favorece sus características. Dejar a España la posesión del balón es un suicidio. Formulo un par de ítems y luego paso a desarrollarlos:
1- Cuanto más lejos de tu área defiendas mejor.
2- Es factible combinar la presión arriba y un repliegue medio/intensivo.

1- La realidad siempre tiene dos caras. Plantar la defensa muy arriba puede anular los espacios para tus jugadores rápidos. Incluso puede suponer un losa para tus lentos centrales. Sin ir más lejos Villa ayer fue más rápido que los centrales suecos y marcó. Sin embargo, este principio es uno de los fundamentos de todo buen equipo de fútbol.

No se trata , obviamente, de defender en el área rival. En fútbol la economía de los esfuerzos es el soporte de la creatividad. Pero sí creo que, aplicado con inteligencia, aumentan las posibilidades de corregir errores.

Sin ir más lejos, los suecos eran 4x2 en el 2º gol España. Si dejo 4 atrás, tienen que estar muy juntos, juntísimos para ser útiles. Los centrales se abrieron demasiado y además el lateral midió mal. La ejecución de Villa fue soberbia.

2/Un buen equipo de fútbol debe mezclar, tanto ofensiva como defensivamente. Mi planteamiento contra España contaría con dos obstáculos: una primera línea de presión arriba para obligar a los centrales a rifarla y, si España sobrepasa esta primera barrera, repliegue medio/intensivo de todo el equipo(gracias a las temporizaciones y a la falta táctica) componiendo 2 líneas tratando de forzar el error en la entrega y montar la contra a la espalda de Ramos(que está subiendo poco, por cierto).

Los laterales deberían estar muy atentos a la cobertura de los centrales, dada la escasa profundidad de España por banda.

Uno de los planteamientos históricos que más me gustaron fue cuando Lippi, en la final Juventus Ajax, marcó como objetivo adelantar las líneas para anular la fortaleza del Ajax: su paciencia en lac construcción del juego, sus inacables posesiones. La baja de Overmars facilitó el objetivo, pero fue todo un cierto. Aquel Ajax te hipnotizaba con el balón cual péndulo, para despertarte con él en la portería gracias al cambio de velocidad con Litmanen.

España tiene suerte de que el nivel de los técnicos en esta Eurocopa sea bastante bajo.


Al final, el diagnóstico de la enfermedad es el que has expresado con gran rigor:
"El problema de la mala coordinacion entre lineas junto con el de la nula presion adelantada y de la debilidad en el juego aereo puede resultar una combinacion letal para los intereses de España".

10:15 PM  
Anonymous Anonimo said...

Cosa mi dici di Roger Guerreiro della Polonia?? Pensare che adesso fa il trequartista e tre anni fa nel Celta faceva il terzino sinistro... a me non sembra male anche se ha un piede solo...

4:24 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Anonimo
Hombre, poco que añadir a lo que tan bien expusiste.
Sin duda se puede combinar la presión arriba y un repliegue medio/intensivo. Dos ejemplos que me vienen a la cabeza de planteamientos de este tipo perfectamente realizados son la Supercopa de Europa Sevilla-Barça y el primer tiempo del Valencia en el Camp Nou en la Liga 2006-2007. De todas formas, este planteamiento lo estaba utilizando Rusia en ls primeros 20?, luego se deshizo totalmente.
Hay que añadir que estos son planteamientos que conllevan bastante desgaste tanto atlética como psicologicamente, sobre todo si los ejecutan equipos que no saben mantener un poco de posesion y deben estar pendientes los 90 minutos de todo lo que hace el contrario.
Muchas veces pasa esto: que equipos grandes obligados a llevar el peso del partido ven inicialmente tapadas sus fuentes de juego, pero a lo largo del partido cobran metros y el contrario no puede salir de su mitad del campo.
España debe tener paciencia, debe ser vertical con el 0-0 y cuando tiene ventaja debe utilizar mejor su posesion como arma defensiva, porque no tiene equipo para el repliegue (mas allà de lo que hizo o de lo que le hizo hacer Rusia).

@ Iriney
Ammazza, non me lo ricordavo proprio al Celta... comunque mi sembra uno tipo Nené, con tutto ciò che questo comporta.

8:01 PM  
Blogger Carlo Pizzigoni said...

Yo tengo pregunta por el amigo espanol y por Valentino.
En los corner, Por qué Espana defiende en zona? Espana tiene jugadores muy pequenos! Para mi puede ser muy peligroso. no?

10:22 AM  
Blogger valentino tola said...

Sono d' accordo, aggiungo poi che in assoluto tendo sempre a preferire una marcatura a uomo sui calci d' angolo, mi sembra il sistema sulla carta più logico (se ognuno si tiene il suo uomo è più difficile che l' avversario possa arrivare in corsa e con lo slancio per colpire nel modo migliore), anche se va detto che due squadre fra le più abili nella difesa dei corner, il Liverpool di Benitez e l' Almeria di Emery, in queste situazioni hanno applicato benissimo proprio il concetto della marcatura a zona, concetto che credo nasca come contromisura rispetto a situazioni in cui l' avversario concentra tutti gli uomini in una determinata zona e poi a sorpresa attacca su un lato più sguarnito: con marcature tutte a uomo potrebbe succedere di cascare in questo tranello, mentre se tu assegni delle zone fisse di partenza si può avere forse una copertura più razionale dell' area di rigore.
Magari la cosa migliore è proprio combinare i due sistemi, attuare una zona mista come faceva ad esempio Juande Ramos nel Sevilla (che difendeva benissimo sui corner prima dei disastri di quest' ultima stagione).

1:55 PM  
Blogger Carlo Pizzigoni said...

Certo Benitez è bravo per quel che riguarda la preparazione. Io non sono contrario, anzi. Però devi avere giocatori alti, non dei nani come la Spagna. Mi pare troppo rischioso farlo. Poi la Germania lo fa e può permetterselo, secondo me: son tutti dei cristoni. Poi c'è la componente di attenzione e altro, ma una base "fisica" ci deve essere

3:39 PM  
Anonymous Anonimo said...

Precisamente acabamos de ver una de las consecuencias del marcaje al hombre en el gol de Grecia: la iniciativa la tienen ellos.

Benítez tuvo bastantes problemas con el marcaje en zona en los corners en la etapa del Valencia.

Estoy de acuerdo con Valentino en que el marcaje mixto es el más realista. La zona pura tienen debilidades(las sobrecargas, muy probables por la alta densidad de jugadores en el área, y la falta de roce físico), y el marcaje al hombre es un problema ante movimientos coordinados del rival(aclarados, sobre todo).

La tendencia es a implantar la zona. Siempre un marcaje en zona bien trabajado será más perfecto que un marcaje hombre a hombre, no sólo en los corners.

Italia en el último Mundial es un ejemplo de organización casi perfecta, de defensa en zona altamente competitiva, con buen manejo del marcaje al hombre dentro de la zona de definición.

Holanda en esta Eurocopa, sin embargo, defiende en emparejamientos individuales. Es frecuente ver a Gio perseguiendo al interior del rival por toda la mitad de cancha propia, o a Van der Vaart cogiendo a Pirlo en zona de creación. Me recuerda mucho al Barça de Rijkaard en sus mejores tiempos, aunque éste tiraba la presión más arriba.

Es uno de los duelos ideológicos más bonitos y más abiertos. Holanda se ha reciclado aplicando un marcaje al hombre 'inteligente', con emparejamientos más que marcajes a la antigua usanza. Italia trabaja(ba) más en zona, aunque cuando presiona en 3/4 ajusta las marcas.

Jorge

10:43 PM  
Blogger valentino tola said...

Jorge... y de apellido, Valdano? jejeje, es que sabes bastante de futbol, es muy interesante debater de futbol contigo.

Te pido una precisacion: que es un aclarado? Es un término que ya he leido otras veces, pero no entiendo su significato.

De todas formas, en los saques de esquina no me convece un sistema zonal puro porque estoy convencido que siempre es mejor tener un contacto fisico con los mejores cabeceadores contrarios, mientras el sistema zonal puede ser lo mejor para vigilar a las posibles zonas de rechace. De aqui la exigencia del marcaje mixto.

Fuera de las situaciones de estrategia, mi preferencia es claramente para el marcaje zonal. Me parece lo mas racional en absoluto, porque lo mas importante en el futbol siempre es cubrir el espacio (sin nunca olvidarse de marcar al hombre que està en tu zona, claro). Aunque no debe ser un dogma, si en alguna situacion puntual se necesita un marcaje al hombre, no es un problema.

12:50 AM  
Blogger Vojvoda said...

In vista del quarto tra Spagna ed Italia vorrei proporre alcune mie considerazioni generali che ineriscono ai due "sistemi calcio",quello spagnolo e quello italiano.
Parto subito in quarta:
La Spagna ha vinto gli ultimi 2 campoinati europei under 17,ne ha vinti 8 su 26 edizioni.
Gli iberici hanno in bacheca 7 campionati europei per nazioni under 19,hanno vinto le ultime 2 edizioni,dal 2002 hanno vinto 4 volte e nel 2008 sono tra le otto finaliste.
Paga un pò a livello di under 21 con "solo" 2 successi...
Paga molto tra i "grandi",paga,o meglio ha pagato un prezzo troppo alto,non solo per demeriti propri ma anche per cause che nulla hanno a che vedere col talento degli interpreti.
La Spagna da quando seguo io le manifestazioni calcistiche internazionali, ossia dal lontano 1982,è una di quelle compagini che ha un credito quasi illimitato con la sorte...
I mondiali '86 persi ai rigori nei quarti contro il Belgio, dopo un incredibile 5-1 alla rivelazione Danimarca,i mondiali del '94 persi ai quarti, dopo aver dominato ed essere stati danneggiati dall'arbitro nell'episodio della "famosa" gomitata di Tassotti a Luis Enrique.
Gli europei '96 persi ancora ai rigori nei quarti contro i padroni di casa inglesi,gli europei 2000 persi ancora ai quarti contro la Francia dopo che Raul sbagliò un rigore decisivo.
I mondiali 2002 persi ai Q-U-A-R-T-I nuovamente ai rigori contro la Corea del Sud e contro un arbitraggio davvero scandaloso!(altro che Byron Moreno!)...Non basta!!!!???
A livello di club la Spagna nonostante un gap economico con la Premier League inglese è ad un'incollatura di distanza(0,5 punti,75.749 contro i 75.266 della Liga).
Nelle ultime stagioni europee a partire dal 2000 gli spagnoli hanno messo in bacheca 3 Champion's League,due finali perse,7 semifinali,6 quarti di finale..
In Uefa,sempre dal 2000 si sono fatte strada sino a quarti,semifinali e finali squadre come Getafe, Osasuna,Espanyol,Villarreal,Malaga,Alavès,Rayo Vallecano,Celta e Maiorca....
SUPERIORITA' SCHIACCIANTE NEI CONFRONTI DEL CALCIO ITALIANO!!C'E' POCO DA DIRE!
Non sono d'accordo con te quando sostieni che il livello tecnico delle Liga di quest'anno sia stato mediocre...Se così fosse stato non vedo perchè il Saragozza di Matuzalem,Sergio Garcia,Aimar,Diogo,Ayala,R.Oliveira,Diego Milito,Luccin,Zapater,Celades sia retrocesso o perchè il Getafe abbia nettamente dominato il Bayern di Toni,Klose,Ribery,Altintop,Lahm,Podolski,Schweinsteiger,Jansen,Sagnol,tutti protagonisti a questi europei(senza dimenticare i vari Demichelis,Lucio,Ze Roberto)....

2:41 PM  
Blogger valentino tola said...

Ciao Vojvoda, benvenuto.
Purtroppo a volte quando si riassumono le cose in tre parole si rischia di essere drastici e buttare via anche le cose buone, come ho fatto in questo caso.
Chiarisco e ribadisco quanto detto anche sopra oltre che più volte in questo blog, e cioè che considero la "classe media" la vera forza della Liga, come si evince dai risultati da te citati.
Su questo sfondi una porta aperta, è sacrosanto non calcolare soltanto chi vince la Champions (come si fa in Italia le volte in cui vince il Milan per dire che TUTTO il calcio italiano è superiore... con tre inglesi in semifinale...) ma vedere tutti i percorsi anche della Uefa, che è un termmetro più efficace di quello che si pensi per misurare il livello medio del calcio di club delle varie nazioni.
Tu citi il Getafe di quest' anno, io ricordo volentieri anche l' Espanyol che la stagione passata schiantò con una lezione di calcio la seconda squadra della Bundesliga.
Anche sul Zaragoza, proprio nel post della retrocessione scrissi che il crollo di questa squadra e anche in precedenza dei Celta ed Atlético Madrid indica quanto sia spietata la competitività della Liga.
Il mio "livello mediocre" era riferito soprattutto alle due big, soprattutto il Barça ma anche il Real Madrid in lunghi frangenti... in certi momenti era più una gara a chi perdeva il campionato che altro... da quando seguo assiduamente la Liga non ho mai visto le squadre di vertice su livelli di gioco così bassi. Se si riassestano sui livelli che storicamente competono loro anche in Europa, cosa probabile, il calcio di club spagnolo potrà tornare a contendere seriamente il primato a questa Premier fortissima nelle sue quattro squadre di testa.

Sulla nazionale: certo ci son state eliminazioni sfortunate o immeritate, ma una serie di eliminazioni così lunghe non può mentire, considerando poi personalmente più che meritate le eliminazioni del 2000, 2004 e 2006.
Il talento c'è, ma c'è anche un complesso di inferiorità che va superato, e io aspetto con ansia...
Concordo con quanto ha detto Damiano Tommasi su "Repubblica": la Spagna ha più talento, ma è capace di crearsi pressioni da sola, il timore è che mentalmente non regga lo scoglio.

1:57 PM  

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