EURO 2008: le pagelle dei campioni.
Un bell' Europeo, ma non è stato in realtà l' Europeo delle individualità, quello che ha brillato è stato il gruppo, discorso più che mai valido per la squadra campione. Di seguito le valutazioni dei 23 di Aragonés, prima di me però lascio che a presentarveli sia lo "speaker" Pepe Reina:
1. Casillas
Sebbene sia stato il portiere meno impegnato della manifestazione (si confronti con le 29 parate di Lehmann o le 35 di Akinfeev), merita con Senna il voto più alto come premio alla sua caratura di miglior giocatore spagnolo, forse unico fuoriclasse di una rosa dal livello medio pure altissimo, e al ruolo decisivo rivestito nell’ occasione più delicata di questa Eurocopa, ovvero la partita con l’ Italia, non solo per i rigori ma anche per i due magnifici interventi, per tecnica e per riflessi, su Camoranesi (di piede e in controtempo) e Di Natale (colpo di reni e pallone tolto da sotto la traversa) e in generale per la soddisfazione di aver vinto il confronto diretto con Buffon.
Da manuale anche l’ intervento sul tiro a girare di Pavlyuchenko in semifinale, per il resto poco sollecitato ma non per questo privo di merito nell’ ordinaria amministrazione: la sensazione molto viva è che abbia trasmesso sicurezza a chili a tutto il reparto arretrato nella gestione dell’ area piccola, andando anche contro quel proprio punto debole tradizionale che sono le uscite alte (perfetto nella finale, ha contribuito in gran parte a limitare quel gioco aereo che costituiva uno dei pochi punti a favore della Germania). In questo senso l’ Europeo è servito a restituire un’ immagine completa da grande portiere, non più solo il “San Iker” che si esalta nei bombardamenti cui lo hanno troppe volte costretto certi squilibri del Madrid negli ultimi anni, ma un estremo difensore completo e di personalità.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km.percorsi: 16. Gol subiti: 2. Parate: 9. Rigori parati: 2. Tiri fra i pali: 1. Passaggi: 142 (78% utili). Falli subiti: 1 Falli commessi: 0. Cartellini gialli: 1. VOTO: 8.
15. S. Ramos
Inizio molto difficile, non sembra esserci con la testa e prende critiche pure da Aragonés (anche per motivi disciplinari interni). Nelle prime due gare e nella mezzora iniziale con l’ Italia la zona di sua competenza sembra il punto debole della Spagna, quello che tutti gli avversari sanno di dovere attaccare se vogliono fare male: fuori posizione, svagato, impreciso e avventato negli interventi, spesso autore anche di leggerezze rischiosissime nei disimpegni palla al piede. Nel corso dei quarti con gli azzurri però corregge il tiro, finendo col disputare una gara molto seria e concentrata, attento a non scoprire mai la propria fascia (gioca totalmente bloccato per evitare i potenziali contropiedi italiani in quella zona) e utilissimo anche in appoggio ai due centrali nel gioco aereo e nelle diagonali. A partire dalle semifinali si sblocca del tutto: contro la Russia fa pesare tutto il suo straripante atletismo, chiude ogni spiraglio a Zhirkov, si esalta in un paio di recuperi e libera pienamente il proprio potenziale offensivo, evitando conduzioni di palla eccessive e sovrapponendosi con puntualità e grande esplosività. In finale comincia con una distrazione che rischia di mandare Klose in porta, ma poi si mantiene su alti livelli di quantità e qualità.
Partite: 5. Titolare: 5 Minuti: 480. Km.percorsi 54. Gol: 0. Tiri: 8. Tiri in porta: 3. Passaggi: 337 (83% utili). Assist: 0. Falli subiti: 8 Falli commessi: 15. Cartellini gialli: 0. VOTO: 6,5.
5. Puyol
Arrivato con qualche dubbio all’ Europeo, non certo per il suo valore assoluto ma per la stentata stagione col Barça, si è ritrovato in condizioni splendide, pilastro incrollabile della difesa (a parte qualche lieve incertezza nella finale). Il Puyol di sempre, semplicemente esaltante per agonismo, concentrazione e reattività su ogni pallone, migliorato col tempo anche nel posizionamento. Brilla in solitario nella partita d’ esordio, nella quale la Spagna mostra ancora una certa mancanza di coordinazione fra i reparti e nei movimenti difensivi, esce anzitempo per infortunio nella seconda con la Svezia, poi a partire dai quarti affina sempre più l’ intesa con Marchena (del resto compagno d’ avventure sin dai tempi dell’ Under 20) e Sergio Ramos nelle coperture reciproche.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 413. Km.percorsi: 38. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 164 (86% utili) Assist: 0. Falli subiti: 6. Falli commessi: 4. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
4. Marchena
Se Puyol era accompagnato da qualche dubbio, lui era arrivato all’ Europeo accompagnato da una marea di certezze, ma di fallimento. Non si sapeva davvero cosa avrebbe potuto combinare il giocatore legnoso e scomposto visto in quest’ ultima stagione al Valencia, parso ormai più spendibile da centrocampista difensivo piuttosto che da difensore centrale, ruolo nel quale l’ autorevolezza mostrata ai tempi di Benitez sembrava ormai lontano ricordo. Invece, altra scelta tenacemente difesa e assolutamente azzeccata da Aragonés (che lo ha sempre considerato un intoccabile): l’ inizio con la Russia fa venire qualche brivido, fra titubanze ed interventi a vuoto, poi con la Svezia cominciano i progressi, e a partire dai quarti praticamente non sbaglia più un intervento e una lettura, fondendosi in un giocatore solo con Puyol. Se il blaugrana è il mastino che affronta di petto l’ avversario, lui copre con grande puntualità in seconda battuta.
Luis pare lo abbia preso da parte prima dell’ inizio del torneo, raccomandandogli di limitare al minimo falli e rudezze varie (uno dei suoi punti deboli: macchinoso, quando gli prendono il tempo sul breve non trova altra soluzione; una certa propensione alla provocazione vigliacca dell’ avversario poi lo espone ancora di più dal punto di vista disciplinare), e lui ha risposto con grande diligenza ed esperienza, nascondendo le sue carenze di rapidità con uno sfruttamento esemplare del senso della posizione e dell’ intelligenza tattica. Intuisce e anticipa gli sviluppi degli attacchi avversari, si fa trovare sempre al posto giusto per chiudere, e questo vantaggio gli permette interventi raramente in affanno, spesso puliti e persino eleganti, utili anche a rilanciare l’ azione e consegnare palloni subito giocabili al centrocampo.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km. percorsi: 45. Gol: 0. Tiri: 1. Tiri in porta: 0. Passaggi: 238 (88% utili). Assist: 0. Falli subiti: 4. Falli commessi: 8. Cartellini gialli: 1. VOTO: 7.
11. Capdevila
Il meno dotato dell’ undici titolare, ma anche elemento di affidabilità provata. Non ha una corsa sciolta né un passo rapido sul breve, ma sa tenere la posizione, rinculare ed accorciare sul portatore di palla col giusto criterio, raramente si fa trovare fuori posizione. Spinge pochissimo, nelle prime 3 gare praticamente non lo fa mai (si caratterizza più che altro per i due rilanci alquanto involontari che avviano l’ azione del vantaggio nel 4-1 alla Russia e il prodigio di Villa allo scadere con la Svezia), poi in semifinale porta via l’ uomo a Iniesta nell’ azione del vantaggio di Xavi e nella finale si propone anche con una certa continuità (e tempi di sovrapposizione azzeccati, un punto di forza di un giocatore in generale non proprio di grande profondità) nel primo tempo, prima che Torres peschi il jolly decisivo.
Uomo spogliatoio umile e consapevole dei propri limiti (bella un’ intervista rilasciata a “El Pais”, dove simpaticamente confessa che, durante gli allenamenti, vedendo certi suoi compagni di squadra, gli è più volte venuto da chiedersi: “ma cosa ci faccio io qui?”).
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km. percorsi: 53. Gol: 0.Tiri: 2. Tiri in porta: 0. Passaggi: 300 (81% utili). Assist: 1. Falli subiti: 6.Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 0. VOTO: 6.
6. Iniesta
Anche lui ha faticato ad inizio torneo, arrivato in condizioni non ottimali e affetto da una gastroenterite che gli ha fatto perdere 4 chili. Inoltre la posizione di partenza sulla fascia destra, riducendogli l’ angolo per rientrare sul destro e rifinire, risulta decisamente scomoda per il tipo di gioco che lui ama realizzare. Spaesato contro Russia (nonostante ispiri con una bella azione il raddoppio di Villa) e Svezia, contro Grecia ed Italia torna nella più congeniale posizione sulla sinistra (nel quarto con gli azzurri Aragonés opera un’ inversione fra lui e Silva, e rimarrà la consegna prevalente fino a fine torneo), ma non è ancora lui, tiene palla ma manca lo spunto incisivo. Il momentaccio sembra proseguire nel primo tempo confusionario ed impreciso della semifinale, poi nel secondo tempo si sblocca diventando uno dei protagonisti principali dell’ esibizione sublime della sua squadra. Molto positivo anche in finale, uno dei più intraprendenti e fastidiosi per i tedeschi, manca un po’ solo al momento di finalizzare l’ azione, volendo in qualche momento un po’ esagerare coi ricami anche già dentro l’ area avversaria.
Partite: 6. Titolare: 6. Minuti: 415. Km. percorsi: 48. Gol: 0. Tiri: 7. Tiri in porta: 2. Passaggi: 216 (76% utili). Assist: 2. Falli subiti: 10. Falli commessi: 5.Cartellini gialli: 1. VOTO: 6,5.
19. Senna
Il miglior giocatore “di movimento” dell’ Europeo. Anche qui devo confessare un errore: ho sempre apprezzato questo giocatore, ma alla vigilia dell’ Europeo non lo vedevo così imprescindibile come poi si è rivelato (addirittura non ritenevo indispensabile convocarlo), pur avendolo sempre ritenuto un centrocampista di qualità e quantità, discretamente completo e tatticamente saggio, non avrei mai immaginato sinceramente una tale monumentale interpretazione alla Mauro Silva.
Nel Villarreal ha un ruolo più chiaro e libero di costruzione (assistito dal Josico o Eguren di turno), in questa occasione invece le responsabilità principali di copertura ricadevano tutte su di lui. Piazzato davanti alla difesa col divieto quasi assoluto di oltrepassare la metacampo, è stato l’ ombrello attorno al quale i vari “jugones” Xavi, Iniesta, Cesc e Silva hanno potuto esprimere al meglio il loro talento. Perno strategico per gli equilibri della squadra, fenomenale nell’ accorciare verso la difesa, formidabile senso della posizione, a un dispendio atletico senza pari nella sua squadra (guardate il chilometraggio) ha aggiunto impressionante lucidità e pulizia in ogni sua azione. Ridotti al minimo indispensabile i falli, in ogni caso mai scomposti, ha aspirato palloni su palloni con perizia chirurgica e favolosa continuità d’ azione, rigiocandoli senza sprecarne uno, sempre ed immancabilmente con l’ eleganza e la proprietà di palleggio di chi soltanto in una squadra con questa concorrenza a centrocampo può finire col trovarsi costretto al “lavoro sporco”.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km. percorsi: 55. Gol: 0. Tiri: 8. Tiri in porta: 5. Passaggi: 307 (90% utili). Assist: 0. Falli subiti: 14. Falli commessi: 15. Cartellini gialli: 0. VOTO: 8.
8. Xavi
Non condivido il titolo di miglior giocatore della competizione assegnatogli dalla Uefa, che comunque in lui non a torto ha visto un efficace simbolo dello stile di gioco manovrato e dell’ amore per la “pelota” di questa nazionale. Decisione sulla quale ha influito grandemente la splendida prestazione in finale del blaugrana, presentatosi in “edizione deluxe” per gli ultimi novanta minuti, magistrale nel gestire a piacimento i ritmi del gioco e nell’ orchestrare i movimenti dei suoi compagni, ora venendo incontro, nascondendo e addormentando, ora combinando a uno-due tocchi alla costante ricerca dello spazio e del momento giusto per innescare la verticalizzazione profonda.
Gran cervello, serenità, controllo totale della sfera e delle opzioni disponibili, non è un caso che abbia brillato nella finale e nelle due gare con la Russia e sia invece andato così così contro Svezia e Italia: in queste ultime due gare ha giocato prevalentemente bloccato vicino a Senna (peraltro sacrificandosi degnamente in fase di non possesso), mentre nelle altre, rivelatasi una frottola l’ incompatibilità (anche se il termine dovrebbe essere molto più sfumato) con Cesc da me temuta, ha goduto nel 4-1-4-1 (o 4-4-1-1) di quella maggiore libertà di movimento che ha sempre prediletto, da giocatore che non ama ripiegare nella propria metacampo ma che preferisce di gran lunga stazionare in quella altrui preoccupandosi di tessere i fili del gioco con licenza fino alla trequarti avversaria (un ruolo piuttosto diverso da quello che ricopriva a suo tempo Guardiola, solo giornalisticamente suo predecessore), magari anche inserendosi a sorpresa come nel gol che ha sbloccato la semifinale.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 364. Km. percorsi: 48. Gol: 1. Tiri: 6. Tiri in porta: 3. Passaggi: 316 (90% utili). Assist: 2. Falli subiti: 5. Falli commessi: 1. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
21. Silva
Impreciso e nervosetto nella finale (rischia pure un’ espulsione, Luis saggiamente lo cambia), per il resto è stato il più continuo dei “jugones” del centrocampo. Ha impressionato il suo mettersi al servizio della squadra, il subordinare con gioia le proprie dimostrazioni di classe al risultato collettivo (anzi si può dire che nella mentalità del giocatore una giocata di classe non è tale se ad essa non si accompagna questo preciso scopo). Ha macinato chilometri in aiuto alla squadra in fase di non possesso, ha lavorato palloni su palloni col suo mancino-calamita, più di tutti è stato il giocatore che ha garantito i collegamenti fra i centrali di centrocampo e la trequarti, offrendo l’ appoggio a Senna e Xavi e creando i presupposti per quel felice tourbillon fra le linee.
Si può dire che ha fatto un salto di qualità in termini di determinazione e “cattiveria”: ha mostrato le idee più chiare al momento di scegliere la giocata, coniugando audacia e funzionalità e prendendosi anche più responsabilità nel tiro da fuori rispetto alle proprie abitudini (probabilmente consigliato da Aragonés, che ha sollecitato i suoi palleggiatori a non cercare sempre e soltanto il passaggio), strada che deve continuare a percorrere perché ha nelle corde una conclusione secca molto interessante. Lo spostamento sulla destra nelle ultime partite ha stimolato ulteriormente la sua creatività, oltre ad essere più utile ad Aragonés nei ripiegamenti su terzini come Grosso, Zhirkov e Lahm rispetto a quanto potesse esserlo Iniesta.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 440. Km. percorsi: 53. Gol: 1. Tiri: 13. Tiri in porta: 5. Passaggi: 274 (78% utili). Assist: 1. Falli subiti: 9. Falli commessi: 11. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
10. Cesc
Il suo status di “dodicesimo uomo” rischiava di essere la patata bollente, invece in quest’ Europeo in cui tutto ha girato anche la sua staffetta, generalmente con Xavi, ha funzionato, fino all’ infortunio di Villa che fra semifinale e finale ha tolto ogni problema ad Aragonés, il quale aveva rinunciato al 4-1-4-1 e alla titolarità di Fabregas solo per le strepitose condizioni del Guaje.
Ingresso determinante per riportare sotto controllo il centrocampo e “matare” la partita nella prima contro la Russia, partecipazione molto poco influente con la Svezia, nel vivo del gioco con la Grecia, molto aggressivo contro l’ Italia (quando la stanchezza delle due squadre allunga il campo lui si concentra quasi esclusivamente nell’ azione a rimorchio delle due punte), graziosamente devastante quando subentra all’ infortunato Villa in semifinale, vivo e partecipe anche se non primattore nella finale.
La sua funzione di sostituto è stata quella di “stappare” le partite (ma, come detto, nella partita d’ esordio ha avuto anche una funzione “sedativa”), sfruttando negli spazi inevitabilmente crescenti la propensione a verticalizzare e la spettacolare capacità di ribaltare il fronte con un solo passaggio. Centrocampista che si muove con una naturalezza e maturità prodigiose, nato per giocare a calcio, dalla visione di gioco panoramica e dallo stile essenziale, quando si è trovato di partenza nel 4-1-4-1 non ha nemmeno accusato quei problemi di scarsa compatibilità con Xavi che le amichevoli di preparazione facevano temere, anzi in un contesto nel quale la Spagna a fine torneo aveva ormai acquisito la giusta fluidità l’ uno ha fatto la forza dell’ altro.
Partite: 6. Titolare: 2. Minuti: 340. Km. percorsi: 46. Gol: 1. Tiri: 5. Tiri in porta: 3. Passaggi: 303 (79% utili). Assist: 2. Falli subiti: 8. Falli commessi: 7. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
9. Torres
Alla fine è stato anche il suo Europeo, in finale ha messo il marchio su un torneo che fin lì per lui era stato abbastanza accidentato, rispecchiando pregi e limiti del giocatore, frenetico e generoso, un grattacapo costante per gli avversari, ma anche confusionario e approssimativo in troppi momenti. Apre con una gara efficace ed altruista a sostegno del mattatore Villa (ma solo per una cinquantina di minuti, Luis lo cambia giustamente con Cesc e lui mornora un po’), prosegue con la Svezia aggiungendo a tutto questo il gol, si sfianca su tutto il fronte dell’ attacco contro Italia e Russia mancando però del tutto di lucidità al momento di affondare.
La sua forza è la velocità, la falcata che lo rende difficile da contrastare negli spazi ampi e la tenacia con cui contende sempre ogni pallone. Importantissimo per il movimento senza palla sia in profondità che allargandosi sulle fasce per aprire varchi ai tagli centrali dei centrocampisti esterni, son state sicuramente più congeniali al suo tipo di calcio quelle fasi di partita nelle quali la Spagna ha avuto a disposizione il contropiede, soffrendo molto di più quando invece gli spazi si restringevano e occorreva cercare un palleggio più fitto, situazione nella quale Torres in maniera ricorrente si è intestardito alla ricerca di slalom stretti francamente non del tutto all’ altezza del suo poco entusiasmante controllo di palla. Quando deve finalizzare non sempre mostra l’ adeguata misura e sensibilità di tocco (splendida eccezione proprio il gol della finale), e in generale si fa prendere da una eccessiva frenesia che compromette situazioni favorevoli il più delle volte da lui stesso abilmente propiziate.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 369. Km. percorsi: 38. Gol: 2. Tiri: 18. Tiri in porta: 9. Passaggi: 88 (49% utili). Assist: 1. Falli subiti: 12. Falli commessi: 11. Cartellini gialli: 1. VOTO: 7.
7. Villa
Bomber della manifestazione, titolo conservato nonostante l’ infortunio muscolare che gli ha impedito di disputare tutta la finale e gran parte della semifinale. Il suo Europeo non ha fatto che confermare la credenza in me consolidata da tempo che si tratti del miglior attaccante spagnolo. Minore fisicità e minore impatto mediatico rispetto a Torres, ma maggiore completezza e funzionalità tattica: non ha l’ allungo del Niño, ma oltre ad essere un temibilissimo contropiedista ha l’ abilità sullo stretto che il suo compagno non ha, che lo rende giocatore letale anche in spazi e tempi ridottissimi, oltre a un tocco di palla più pulito, un calcio a rete più preciso e maggiore freddezza in zona-gol. Tecnico, rapido, astuto, anche lui molto mobile e abile a cercarsi lo spazio propizio su tutto il fronte dell’ attacco, oltre allo show con la Russia nella prima partita (il terzo gol esemplifica le qualità sopra citate) e al capolavoro di destrezza che regala allo scadere la vittoria insperata con la Svezia (in una partita nei cui minuti precedenti aveva azzeccato pochissimo), ha offerto un contributo considerevole anche in fase di non possesso, ripiegando qualche metro dietro Torres per aiutare la mediana (in più di un’ occasione coprendo le zone esterne che Iniesta o Silva non facevano a tempo a riguadagnare dopo le loro escursioni sulla trequarti), per poi offrirsi come raccordo utile a decongestionare l’ azione del centrocampo garantendo un immediato sbocco in verticale (per questo sembravano imprescindibili le due punte, ma nel finale di torneo la Spagna ha dimostrato di aver trovato comunque la sintonia giusta al di là della formula tattica di partenza). Non brilla nella partita con l’ Italia, come Torres molto attivo ma in pari misura testardamente impreciso.
Partite: 4. Titolare: 4. Minuti: 333. Km. percorsi: 36. Gol: 4. Tiri: 18. Tiri in porta: 12. Passaggi: 94 (73% utili). Assist: 0. Falli subiti: 13. Falli commessi: 15. Cartellini gialli: 1. VOTO: 7,5.
12. Cazorla
Sorpresa dell’ ultima ora fra i convocati, convince Aragonés tanto da diventare il tredicesimo uomo, il cambio in corsa obbligato subito dopo Fabregas, in sostituzione alternativamente dei due esterni Iniesta e Silva. Ruolo cui si presta particolarmente per le caratteristiche morfologiche, la rapidità e la vivacità che lo fanno entrare facilmente in partita; ruolo svolto ottimamente nella gara d’ esordio con la Russia, un po’ meno bene con la Svezia (lui non è mai stato un esterno che cerca il fondo, ma con gli scandinavi tutti chiusi la sua testardaggine nell’ accentrarsi sempre e comunque toglie ulteriore respiro alla manovra), in maniera impalpabile con l’ Italia (fatica a trovare la posizione e ad entrare nel gioco, però il suo rigore nella serie finale lo batte perfettamente), con eccellenti risultati nella finale, quando il suo ingresso al posto di un nervoso Silva contribuisce (insieme all’ inserimento di Xabi Alonso che stabilizza il centrocampo) a riportare con più frequenza la Spagna nella trequarti avversaria allontanando dalla porta di Casillas le poco credibili velleità tedesche e assicurando una gestione relativamente tranquilla dei minuti finali.
Partite: 5. Titolare: 0. Minuti: 180. Km. percorsi: 22. Gol: 0. Tiri: 2. Tiri in porta: 2. Passaggi: 113 (85% utili). Assist: 0. Falli subiti: 6. Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 1. VOTO: 6,5.
14. Xabi Alonso
La sua non-titolarità è un altro dato che testimonia in maniera eloquente a favore del livello medio del centrocampo spagnolo. Parte nei piani iniziali come alternativa più strettamente “di regia” al vertice basso Senna, ma l’ evidente indispensabilità dell’ ispano-brasiliano cristallizza per forza di cose la sua condizione di supplente. Condizione che esercita con praticità in quei frangenti di partita (contro Italia e due volte Russia) nei quali Aragonés, a vantaggio già acquisito, vuole rinsaldare il centrocampo affiancandolo a Senna in un doble pivote più stabile rispetto al disegno del 4-1-4-1; per la gloria personale rimane l’ esibizione spettacolare contro la Grecia, unica gara da titolare, nella quale esalta la visione del campo a 360 gradi e l’ impressionante facilità di calcio nei cambi di gioco (con le ciliegine di un palo che ancora oggi sta tremando e di un quasi-gol da metacampo, storico vezzo personale).
Partite: 4. Titolare: 1. Minuti: 155. Km. percorsi: 19. Gol: 0. Tiri: 6. Tiri in porta: 2. Passaggi: 123 (87% utili). Assist: 0. Falli subiti: 1. Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 0.. VOTO: 6,5.
22. De la Red
Un altro che potrebbe figurare tranquillamente come titolare in molte altre nazionali. Qui, nell’ Eden dei centrocampisti, si deve invece accontentare dei 90 minuti con la Grecia (gioca mezzala con Cesc nel 4-1-4-1, molto spesso muovendosi a ridosso dell’ unica punta Güiza), nei quali si toglie la soddisfazione del bel gol dell’ 1-1 e ribadisce la personalità positiva di chi vuole stare sempre nel vivo dell’ azione, dalla sua area fino a quella avversaria, seppure nella partita in questione accusi qualche piccolo errore di misura nei passaggi.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 11. Gol: 1. Tiri: 7. Tiri in porta: 1. Passaggi: 69 (86% utili). Assist: 0. Falli subiti: 0. Falli commessi: 1.Cartellini gialli: 0. VOTO: 6.
16. Sergio García
Sorpresa dell’ ultima ora assieme a Cazorla, solo Grecia pure per lui. Alla vigilia mi aspettavo qualche minuto in più perché mi sembrava una carta potenzialmente interessante, uno dei pochi giocatori della rosa portati a conquistare il fondo (anche se si tratta di un attaccante adattato solo ultimamente a posizioni di fascia e per giunta portato spesso alla diagonale verso l’ area avversaria). Novanta minuti non troppo convincenti, buona vivacità (e il cross preciso per il “cabezazo” del 2-1 di Güiza) ma troppi tagli in zona centrale che danno la sensazione di non aggiungere granchè a ciò che i titolari sanno già fare meglio di lui.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 10. Gol: 0. Tiri: 4. Tiri in porta: 1. Passaggi: 51 (76% utili). Assist: 1. Falli subiti: 5. Falli commessi: 0. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V.
13. Palop
L’ unico a non aver disputato nemmeno un minuto, quando la Spagna attenderà altri 40 anni per vincere un trofeo potrà comunque dire ai nipotini di esserci stato.
23. Reina
Con la Grecia raccoglie un pallone in fondo al sacco, poco impegnato per il resto. Pienamente e positivamente consapevole del suo ruolo di supplente, a leggere i resoconti un elemento importante per l’ armonia dello spogliatoio.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 4. Gol subiti: 1. Parate: 1. Rigori parati: 0. Tiri fra i pali : 1. Passaggi: 25 (68% utili). Falli subiti: 0. Falli commessi: 0. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V..
18. Arbeloa
Chiamato come riserva di Ramos, come suo solito poco appariscente ma diligente nel cammeo contro la Grecia.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 10. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 36 (81% utili). Assist: 0. Falli subiti: 2. Falli commessi: 3. Cartellini gialli: 1. VOTO: S.V..
20. Juanito
Della coppia di centrali di riserva sperimentata con la Grecia convince più lui di Albiol: prestazione attenta e sicura.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km.percorsi: 9. Gol: 0. Tiri: 1. Tiri in porta: 0. Passaggi: 39 (97% utili). Assist: 0. Falli subiti: 0. Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V.
2. Albiol
Subentra all’ infortunato Puyol nel primo tempo con la Svezia, giocando senza sbavature ma impostando dalle retrovie in maniera francamente orrenda (aspetto del suo gioco che non mi è mai piaciuto); contro la Grecia non è concentratissimo, ha le sue responsabilità sul gol di Charisteas. Nelle mie tante previsioni fallite sarebbe dovuto subentrare a Marchena nel corso della manifestazione, per una questione di valori assoluti e anche per l'’importanza dei suoi centimetri nel gioco aereo, ma il rendimento sempre crescente di “Kaiser Carlos” (vabbè, si scherza…) gli ha chiuso ogni possibile spiraglio.
Partite: 2. Titolare: 1. Minuti: 157. Km. percorsi: 17. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 73 (88% utili). Assist: 0. Falli subiti: 0. Falli commessi: 1. Cartellini gialli: 0. VOTO: 6.
3. F. Navarro
“Mister Regolarità” trascorre senza sussulti anche i 90 minuti-omaggio con la Grecia. Elemento per me superiore a Capdevila, avrà futuro con la nazionale (ancora di più dopo essere stato acquistato dal Sevilla: ennesima operazione intelligente degli andalusi, l’ erede perfetto di David Castedo è bello che pronto), anche se la Seleccion necessiterebbe un elemento con un po’ più di spinta su questa fascia.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 9. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 62 (89% utili). Assist: 0. Falli subiti: 2. Falli commessi: 5. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V..
17. Güiza
Esordisce nella partita delle riserve con la Grecia, mostrando una certa ansietà e goffaggine ma togliendosi almeno lo sfizio del gol in nazionale. Quanto basta ad Aragonés per considerarlo una carta valida da spendere a partita in corso nelle sfide successive: contro l’ Italia continuano i pasticci (e rischia pure di mandare a monte tutto sbagliando il suo rigore nella serie finale), contro la Russia si vede finalmente anche in nazionale il finalizzatore glaciale ed elegante di Getafe e Mallorca (gran bel gol, non solo per l’ assist di classe di Cesc), in finale dà il cambio a Torres disimpegnandosi discretamente nelle ultime fasi del match. Buona carta a partita in corso e con spazi più larghi, soprattutto per le rinomate capacità di contropiedista, l’ abilità nell’ allungare le difese e nel dettare il passaggio in profondità: anche se in tutta sincerità il suo livello non è completamente all’ altezza di certi palcoscenici, si può tranquillamente dire che la sua pietra nell’ edificio del successo finale l’ ha posta.
Partite 4. Titolare: 1. Minuti: 164. Km. percorsi: 19. Gol: 2. Tiri: 9. Tiri in porta: 4. Passaggi: 46 (56% utili). Assist: 1. Falli subiti: 4. Falli commessi: 4. Cartellini gialli: 1. VOTO: 6.
1. Casillas
Sebbene sia stato il portiere meno impegnato della manifestazione (si confronti con le 29 parate di Lehmann o le 35 di Akinfeev), merita con Senna il voto più alto come premio alla sua caratura di miglior giocatore spagnolo, forse unico fuoriclasse di una rosa dal livello medio pure altissimo, e al ruolo decisivo rivestito nell’ occasione più delicata di questa Eurocopa, ovvero la partita con l’ Italia, non solo per i rigori ma anche per i due magnifici interventi, per tecnica e per riflessi, su Camoranesi (di piede e in controtempo) e Di Natale (colpo di reni e pallone tolto da sotto la traversa) e in generale per la soddisfazione di aver vinto il confronto diretto con Buffon.
Da manuale anche l’ intervento sul tiro a girare di Pavlyuchenko in semifinale, per il resto poco sollecitato ma non per questo privo di merito nell’ ordinaria amministrazione: la sensazione molto viva è che abbia trasmesso sicurezza a chili a tutto il reparto arretrato nella gestione dell’ area piccola, andando anche contro quel proprio punto debole tradizionale che sono le uscite alte (perfetto nella finale, ha contribuito in gran parte a limitare quel gioco aereo che costituiva uno dei pochi punti a favore della Germania). In questo senso l’ Europeo è servito a restituire un’ immagine completa da grande portiere, non più solo il “San Iker” che si esalta nei bombardamenti cui lo hanno troppe volte costretto certi squilibri del Madrid negli ultimi anni, ma un estremo difensore completo e di personalità.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km.percorsi: 16. Gol subiti: 2. Parate: 9. Rigori parati: 2. Tiri fra i pali: 1. Passaggi: 142 (78% utili). Falli subiti: 1 Falli commessi: 0. Cartellini gialli: 1. VOTO: 8.
15. S. Ramos
Inizio molto difficile, non sembra esserci con la testa e prende critiche pure da Aragonés (anche per motivi disciplinari interni). Nelle prime due gare e nella mezzora iniziale con l’ Italia la zona di sua competenza sembra il punto debole della Spagna, quello che tutti gli avversari sanno di dovere attaccare se vogliono fare male: fuori posizione, svagato, impreciso e avventato negli interventi, spesso autore anche di leggerezze rischiosissime nei disimpegni palla al piede. Nel corso dei quarti con gli azzurri però corregge il tiro, finendo col disputare una gara molto seria e concentrata, attento a non scoprire mai la propria fascia (gioca totalmente bloccato per evitare i potenziali contropiedi italiani in quella zona) e utilissimo anche in appoggio ai due centrali nel gioco aereo e nelle diagonali. A partire dalle semifinali si sblocca del tutto: contro la Russia fa pesare tutto il suo straripante atletismo, chiude ogni spiraglio a Zhirkov, si esalta in un paio di recuperi e libera pienamente il proprio potenziale offensivo, evitando conduzioni di palla eccessive e sovrapponendosi con puntualità e grande esplosività. In finale comincia con una distrazione che rischia di mandare Klose in porta, ma poi si mantiene su alti livelli di quantità e qualità.
Partite: 5. Titolare: 5 Minuti: 480. Km.percorsi 54. Gol: 0. Tiri: 8. Tiri in porta: 3. Passaggi: 337 (83% utili). Assist: 0. Falli subiti: 8 Falli commessi: 15. Cartellini gialli: 0. VOTO: 6,5.
5. Puyol
Arrivato con qualche dubbio all’ Europeo, non certo per il suo valore assoluto ma per la stentata stagione col Barça, si è ritrovato in condizioni splendide, pilastro incrollabile della difesa (a parte qualche lieve incertezza nella finale). Il Puyol di sempre, semplicemente esaltante per agonismo, concentrazione e reattività su ogni pallone, migliorato col tempo anche nel posizionamento. Brilla in solitario nella partita d’ esordio, nella quale la Spagna mostra ancora una certa mancanza di coordinazione fra i reparti e nei movimenti difensivi, esce anzitempo per infortunio nella seconda con la Svezia, poi a partire dai quarti affina sempre più l’ intesa con Marchena (del resto compagno d’ avventure sin dai tempi dell’ Under 20) e Sergio Ramos nelle coperture reciproche.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 413. Km.percorsi: 38. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 164 (86% utili) Assist: 0. Falli subiti: 6. Falli commessi: 4. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
4. Marchena
Se Puyol era accompagnato da qualche dubbio, lui era arrivato all’ Europeo accompagnato da una marea di certezze, ma di fallimento. Non si sapeva davvero cosa avrebbe potuto combinare il giocatore legnoso e scomposto visto in quest’ ultima stagione al Valencia, parso ormai più spendibile da centrocampista difensivo piuttosto che da difensore centrale, ruolo nel quale l’ autorevolezza mostrata ai tempi di Benitez sembrava ormai lontano ricordo. Invece, altra scelta tenacemente difesa e assolutamente azzeccata da Aragonés (che lo ha sempre considerato un intoccabile): l’ inizio con la Russia fa venire qualche brivido, fra titubanze ed interventi a vuoto, poi con la Svezia cominciano i progressi, e a partire dai quarti praticamente non sbaglia più un intervento e una lettura, fondendosi in un giocatore solo con Puyol. Se il blaugrana è il mastino che affronta di petto l’ avversario, lui copre con grande puntualità in seconda battuta.
Luis pare lo abbia preso da parte prima dell’ inizio del torneo, raccomandandogli di limitare al minimo falli e rudezze varie (uno dei suoi punti deboli: macchinoso, quando gli prendono il tempo sul breve non trova altra soluzione; una certa propensione alla provocazione vigliacca dell’ avversario poi lo espone ancora di più dal punto di vista disciplinare), e lui ha risposto con grande diligenza ed esperienza, nascondendo le sue carenze di rapidità con uno sfruttamento esemplare del senso della posizione e dell’ intelligenza tattica. Intuisce e anticipa gli sviluppi degli attacchi avversari, si fa trovare sempre al posto giusto per chiudere, e questo vantaggio gli permette interventi raramente in affanno, spesso puliti e persino eleganti, utili anche a rilanciare l’ azione e consegnare palloni subito giocabili al centrocampo.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km. percorsi: 45. Gol: 0. Tiri: 1. Tiri in porta: 0. Passaggi: 238 (88% utili). Assist: 0. Falli subiti: 4. Falli commessi: 8. Cartellini gialli: 1. VOTO: 7.
11. Capdevila
Il meno dotato dell’ undici titolare, ma anche elemento di affidabilità provata. Non ha una corsa sciolta né un passo rapido sul breve, ma sa tenere la posizione, rinculare ed accorciare sul portatore di palla col giusto criterio, raramente si fa trovare fuori posizione. Spinge pochissimo, nelle prime 3 gare praticamente non lo fa mai (si caratterizza più che altro per i due rilanci alquanto involontari che avviano l’ azione del vantaggio nel 4-1 alla Russia e il prodigio di Villa allo scadere con la Svezia), poi in semifinale porta via l’ uomo a Iniesta nell’ azione del vantaggio di Xavi e nella finale si propone anche con una certa continuità (e tempi di sovrapposizione azzeccati, un punto di forza di un giocatore in generale non proprio di grande profondità) nel primo tempo, prima che Torres peschi il jolly decisivo.
Uomo spogliatoio umile e consapevole dei propri limiti (bella un’ intervista rilasciata a “El Pais”, dove simpaticamente confessa che, durante gli allenamenti, vedendo certi suoi compagni di squadra, gli è più volte venuto da chiedersi: “ma cosa ci faccio io qui?”).
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km. percorsi: 53. Gol: 0.Tiri: 2. Tiri in porta: 0. Passaggi: 300 (81% utili). Assist: 1. Falli subiti: 6.Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 0. VOTO: 6.
6. Iniesta
Anche lui ha faticato ad inizio torneo, arrivato in condizioni non ottimali e affetto da una gastroenterite che gli ha fatto perdere 4 chili. Inoltre la posizione di partenza sulla fascia destra, riducendogli l’ angolo per rientrare sul destro e rifinire, risulta decisamente scomoda per il tipo di gioco che lui ama realizzare. Spaesato contro Russia (nonostante ispiri con una bella azione il raddoppio di Villa) e Svezia, contro Grecia ed Italia torna nella più congeniale posizione sulla sinistra (nel quarto con gli azzurri Aragonés opera un’ inversione fra lui e Silva, e rimarrà la consegna prevalente fino a fine torneo), ma non è ancora lui, tiene palla ma manca lo spunto incisivo. Il momentaccio sembra proseguire nel primo tempo confusionario ed impreciso della semifinale, poi nel secondo tempo si sblocca diventando uno dei protagonisti principali dell’ esibizione sublime della sua squadra. Molto positivo anche in finale, uno dei più intraprendenti e fastidiosi per i tedeschi, manca un po’ solo al momento di finalizzare l’ azione, volendo in qualche momento un po’ esagerare coi ricami anche già dentro l’ area avversaria.
Partite: 6. Titolare: 6. Minuti: 415. Km. percorsi: 48. Gol: 0. Tiri: 7. Tiri in porta: 2. Passaggi: 216 (76% utili). Assist: 2. Falli subiti: 10. Falli commessi: 5.Cartellini gialli: 1. VOTO: 6,5.
19. Senna
Il miglior giocatore “di movimento” dell’ Europeo. Anche qui devo confessare un errore: ho sempre apprezzato questo giocatore, ma alla vigilia dell’ Europeo non lo vedevo così imprescindibile come poi si è rivelato (addirittura non ritenevo indispensabile convocarlo), pur avendolo sempre ritenuto un centrocampista di qualità e quantità, discretamente completo e tatticamente saggio, non avrei mai immaginato sinceramente una tale monumentale interpretazione alla Mauro Silva.
Nel Villarreal ha un ruolo più chiaro e libero di costruzione (assistito dal Josico o Eguren di turno), in questa occasione invece le responsabilità principali di copertura ricadevano tutte su di lui. Piazzato davanti alla difesa col divieto quasi assoluto di oltrepassare la metacampo, è stato l’ ombrello attorno al quale i vari “jugones” Xavi, Iniesta, Cesc e Silva hanno potuto esprimere al meglio il loro talento. Perno strategico per gli equilibri della squadra, fenomenale nell’ accorciare verso la difesa, formidabile senso della posizione, a un dispendio atletico senza pari nella sua squadra (guardate il chilometraggio) ha aggiunto impressionante lucidità e pulizia in ogni sua azione. Ridotti al minimo indispensabile i falli, in ogni caso mai scomposti, ha aspirato palloni su palloni con perizia chirurgica e favolosa continuità d’ azione, rigiocandoli senza sprecarne uno, sempre ed immancabilmente con l’ eleganza e la proprietà di palleggio di chi soltanto in una squadra con questa concorrenza a centrocampo può finire col trovarsi costretto al “lavoro sporco”.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 480. Km. percorsi: 55. Gol: 0. Tiri: 8. Tiri in porta: 5. Passaggi: 307 (90% utili). Assist: 0. Falli subiti: 14. Falli commessi: 15. Cartellini gialli: 0. VOTO: 8.
8. Xavi
Non condivido il titolo di miglior giocatore della competizione assegnatogli dalla Uefa, che comunque in lui non a torto ha visto un efficace simbolo dello stile di gioco manovrato e dell’ amore per la “pelota” di questa nazionale. Decisione sulla quale ha influito grandemente la splendida prestazione in finale del blaugrana, presentatosi in “edizione deluxe” per gli ultimi novanta minuti, magistrale nel gestire a piacimento i ritmi del gioco e nell’ orchestrare i movimenti dei suoi compagni, ora venendo incontro, nascondendo e addormentando, ora combinando a uno-due tocchi alla costante ricerca dello spazio e del momento giusto per innescare la verticalizzazione profonda.
Gran cervello, serenità, controllo totale della sfera e delle opzioni disponibili, non è un caso che abbia brillato nella finale e nelle due gare con la Russia e sia invece andato così così contro Svezia e Italia: in queste ultime due gare ha giocato prevalentemente bloccato vicino a Senna (peraltro sacrificandosi degnamente in fase di non possesso), mentre nelle altre, rivelatasi una frottola l’ incompatibilità (anche se il termine dovrebbe essere molto più sfumato) con Cesc da me temuta, ha goduto nel 4-1-4-1 (o 4-4-1-1) di quella maggiore libertà di movimento che ha sempre prediletto, da giocatore che non ama ripiegare nella propria metacampo ma che preferisce di gran lunga stazionare in quella altrui preoccupandosi di tessere i fili del gioco con licenza fino alla trequarti avversaria (un ruolo piuttosto diverso da quello che ricopriva a suo tempo Guardiola, solo giornalisticamente suo predecessore), magari anche inserendosi a sorpresa come nel gol che ha sbloccato la semifinale.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 364. Km. percorsi: 48. Gol: 1. Tiri: 6. Tiri in porta: 3. Passaggi: 316 (90% utili). Assist: 2. Falli subiti: 5. Falli commessi: 1. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
21. Silva
Impreciso e nervosetto nella finale (rischia pure un’ espulsione, Luis saggiamente lo cambia), per il resto è stato il più continuo dei “jugones” del centrocampo. Ha impressionato il suo mettersi al servizio della squadra, il subordinare con gioia le proprie dimostrazioni di classe al risultato collettivo (anzi si può dire che nella mentalità del giocatore una giocata di classe non è tale se ad essa non si accompagna questo preciso scopo). Ha macinato chilometri in aiuto alla squadra in fase di non possesso, ha lavorato palloni su palloni col suo mancino-calamita, più di tutti è stato il giocatore che ha garantito i collegamenti fra i centrali di centrocampo e la trequarti, offrendo l’ appoggio a Senna e Xavi e creando i presupposti per quel felice tourbillon fra le linee.
Si può dire che ha fatto un salto di qualità in termini di determinazione e “cattiveria”: ha mostrato le idee più chiare al momento di scegliere la giocata, coniugando audacia e funzionalità e prendendosi anche più responsabilità nel tiro da fuori rispetto alle proprie abitudini (probabilmente consigliato da Aragonés, che ha sollecitato i suoi palleggiatori a non cercare sempre e soltanto il passaggio), strada che deve continuare a percorrere perché ha nelle corde una conclusione secca molto interessante. Lo spostamento sulla destra nelle ultime partite ha stimolato ulteriormente la sua creatività, oltre ad essere più utile ad Aragonés nei ripiegamenti su terzini come Grosso, Zhirkov e Lahm rispetto a quanto potesse esserlo Iniesta.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 440. Km. percorsi: 53. Gol: 1. Tiri: 13. Tiri in porta: 5. Passaggi: 274 (78% utili). Assist: 1. Falli subiti: 9. Falli commessi: 11. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
10. Cesc
Il suo status di “dodicesimo uomo” rischiava di essere la patata bollente, invece in quest’ Europeo in cui tutto ha girato anche la sua staffetta, generalmente con Xavi, ha funzionato, fino all’ infortunio di Villa che fra semifinale e finale ha tolto ogni problema ad Aragonés, il quale aveva rinunciato al 4-1-4-1 e alla titolarità di Fabregas solo per le strepitose condizioni del Guaje.
Ingresso determinante per riportare sotto controllo il centrocampo e “matare” la partita nella prima contro la Russia, partecipazione molto poco influente con la Svezia, nel vivo del gioco con la Grecia, molto aggressivo contro l’ Italia (quando la stanchezza delle due squadre allunga il campo lui si concentra quasi esclusivamente nell’ azione a rimorchio delle due punte), graziosamente devastante quando subentra all’ infortunato Villa in semifinale, vivo e partecipe anche se non primattore nella finale.
La sua funzione di sostituto è stata quella di “stappare” le partite (ma, come detto, nella partita d’ esordio ha avuto anche una funzione “sedativa”), sfruttando negli spazi inevitabilmente crescenti la propensione a verticalizzare e la spettacolare capacità di ribaltare il fronte con un solo passaggio. Centrocampista che si muove con una naturalezza e maturità prodigiose, nato per giocare a calcio, dalla visione di gioco panoramica e dallo stile essenziale, quando si è trovato di partenza nel 4-1-4-1 non ha nemmeno accusato quei problemi di scarsa compatibilità con Xavi che le amichevoli di preparazione facevano temere, anzi in un contesto nel quale la Spagna a fine torneo aveva ormai acquisito la giusta fluidità l’ uno ha fatto la forza dell’ altro.
Partite: 6. Titolare: 2. Minuti: 340. Km. percorsi: 46. Gol: 1. Tiri: 5. Tiri in porta: 3. Passaggi: 303 (79% utili). Assist: 2. Falli subiti: 8. Falli commessi: 7. Cartellini gialli: 0. VOTO: 7.
9. Torres
Alla fine è stato anche il suo Europeo, in finale ha messo il marchio su un torneo che fin lì per lui era stato abbastanza accidentato, rispecchiando pregi e limiti del giocatore, frenetico e generoso, un grattacapo costante per gli avversari, ma anche confusionario e approssimativo in troppi momenti. Apre con una gara efficace ed altruista a sostegno del mattatore Villa (ma solo per una cinquantina di minuti, Luis lo cambia giustamente con Cesc e lui mornora un po’), prosegue con la Svezia aggiungendo a tutto questo il gol, si sfianca su tutto il fronte dell’ attacco contro Italia e Russia mancando però del tutto di lucidità al momento di affondare.
La sua forza è la velocità, la falcata che lo rende difficile da contrastare negli spazi ampi e la tenacia con cui contende sempre ogni pallone. Importantissimo per il movimento senza palla sia in profondità che allargandosi sulle fasce per aprire varchi ai tagli centrali dei centrocampisti esterni, son state sicuramente più congeniali al suo tipo di calcio quelle fasi di partita nelle quali la Spagna ha avuto a disposizione il contropiede, soffrendo molto di più quando invece gli spazi si restringevano e occorreva cercare un palleggio più fitto, situazione nella quale Torres in maniera ricorrente si è intestardito alla ricerca di slalom stretti francamente non del tutto all’ altezza del suo poco entusiasmante controllo di palla. Quando deve finalizzare non sempre mostra l’ adeguata misura e sensibilità di tocco (splendida eccezione proprio il gol della finale), e in generale si fa prendere da una eccessiva frenesia che compromette situazioni favorevoli il più delle volte da lui stesso abilmente propiziate.
Partite: 5. Titolare: 5. Minuti: 369. Km. percorsi: 38. Gol: 2. Tiri: 18. Tiri in porta: 9. Passaggi: 88 (49% utili). Assist: 1. Falli subiti: 12. Falli commessi: 11. Cartellini gialli: 1. VOTO: 7.
7. Villa
Bomber della manifestazione, titolo conservato nonostante l’ infortunio muscolare che gli ha impedito di disputare tutta la finale e gran parte della semifinale. Il suo Europeo non ha fatto che confermare la credenza in me consolidata da tempo che si tratti del miglior attaccante spagnolo. Minore fisicità e minore impatto mediatico rispetto a Torres, ma maggiore completezza e funzionalità tattica: non ha l’ allungo del Niño, ma oltre ad essere un temibilissimo contropiedista ha l’ abilità sullo stretto che il suo compagno non ha, che lo rende giocatore letale anche in spazi e tempi ridottissimi, oltre a un tocco di palla più pulito, un calcio a rete più preciso e maggiore freddezza in zona-gol. Tecnico, rapido, astuto, anche lui molto mobile e abile a cercarsi lo spazio propizio su tutto il fronte dell’ attacco, oltre allo show con la Russia nella prima partita (il terzo gol esemplifica le qualità sopra citate) e al capolavoro di destrezza che regala allo scadere la vittoria insperata con la Svezia (in una partita nei cui minuti precedenti aveva azzeccato pochissimo), ha offerto un contributo considerevole anche in fase di non possesso, ripiegando qualche metro dietro Torres per aiutare la mediana (in più di un’ occasione coprendo le zone esterne che Iniesta o Silva non facevano a tempo a riguadagnare dopo le loro escursioni sulla trequarti), per poi offrirsi come raccordo utile a decongestionare l’ azione del centrocampo garantendo un immediato sbocco in verticale (per questo sembravano imprescindibili le due punte, ma nel finale di torneo la Spagna ha dimostrato di aver trovato comunque la sintonia giusta al di là della formula tattica di partenza). Non brilla nella partita con l’ Italia, come Torres molto attivo ma in pari misura testardamente impreciso.
Partite: 4. Titolare: 4. Minuti: 333. Km. percorsi: 36. Gol: 4. Tiri: 18. Tiri in porta: 12. Passaggi: 94 (73% utili). Assist: 0. Falli subiti: 13. Falli commessi: 15. Cartellini gialli: 1. VOTO: 7,5.
12. Cazorla
Sorpresa dell’ ultima ora fra i convocati, convince Aragonés tanto da diventare il tredicesimo uomo, il cambio in corsa obbligato subito dopo Fabregas, in sostituzione alternativamente dei due esterni Iniesta e Silva. Ruolo cui si presta particolarmente per le caratteristiche morfologiche, la rapidità e la vivacità che lo fanno entrare facilmente in partita; ruolo svolto ottimamente nella gara d’ esordio con la Russia, un po’ meno bene con la Svezia (lui non è mai stato un esterno che cerca il fondo, ma con gli scandinavi tutti chiusi la sua testardaggine nell’ accentrarsi sempre e comunque toglie ulteriore respiro alla manovra), in maniera impalpabile con l’ Italia (fatica a trovare la posizione e ad entrare nel gioco, però il suo rigore nella serie finale lo batte perfettamente), con eccellenti risultati nella finale, quando il suo ingresso al posto di un nervoso Silva contribuisce (insieme all’ inserimento di Xabi Alonso che stabilizza il centrocampo) a riportare con più frequenza la Spagna nella trequarti avversaria allontanando dalla porta di Casillas le poco credibili velleità tedesche e assicurando una gestione relativamente tranquilla dei minuti finali.
Partite: 5. Titolare: 0. Minuti: 180. Km. percorsi: 22. Gol: 0. Tiri: 2. Tiri in porta: 2. Passaggi: 113 (85% utili). Assist: 0. Falli subiti: 6. Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 1. VOTO: 6,5.
14. Xabi Alonso
La sua non-titolarità è un altro dato che testimonia in maniera eloquente a favore del livello medio del centrocampo spagnolo. Parte nei piani iniziali come alternativa più strettamente “di regia” al vertice basso Senna, ma l’ evidente indispensabilità dell’ ispano-brasiliano cristallizza per forza di cose la sua condizione di supplente. Condizione che esercita con praticità in quei frangenti di partita (contro Italia e due volte Russia) nei quali Aragonés, a vantaggio già acquisito, vuole rinsaldare il centrocampo affiancandolo a Senna in un doble pivote più stabile rispetto al disegno del 4-1-4-1; per la gloria personale rimane l’ esibizione spettacolare contro la Grecia, unica gara da titolare, nella quale esalta la visione del campo a 360 gradi e l’ impressionante facilità di calcio nei cambi di gioco (con le ciliegine di un palo che ancora oggi sta tremando e di un quasi-gol da metacampo, storico vezzo personale).
Partite: 4. Titolare: 1. Minuti: 155. Km. percorsi: 19. Gol: 0. Tiri: 6. Tiri in porta: 2. Passaggi: 123 (87% utili). Assist: 0. Falli subiti: 1. Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 0.. VOTO: 6,5.
22. De la Red
Un altro che potrebbe figurare tranquillamente come titolare in molte altre nazionali. Qui, nell’ Eden dei centrocampisti, si deve invece accontentare dei 90 minuti con la Grecia (gioca mezzala con Cesc nel 4-1-4-1, molto spesso muovendosi a ridosso dell’ unica punta Güiza), nei quali si toglie la soddisfazione del bel gol dell’ 1-1 e ribadisce la personalità positiva di chi vuole stare sempre nel vivo dell’ azione, dalla sua area fino a quella avversaria, seppure nella partita in questione accusi qualche piccolo errore di misura nei passaggi.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 11. Gol: 1. Tiri: 7. Tiri in porta: 1. Passaggi: 69 (86% utili). Assist: 0. Falli subiti: 0. Falli commessi: 1.Cartellini gialli: 0. VOTO: 6.
16. Sergio García
Sorpresa dell’ ultima ora assieme a Cazorla, solo Grecia pure per lui. Alla vigilia mi aspettavo qualche minuto in più perché mi sembrava una carta potenzialmente interessante, uno dei pochi giocatori della rosa portati a conquistare il fondo (anche se si tratta di un attaccante adattato solo ultimamente a posizioni di fascia e per giunta portato spesso alla diagonale verso l’ area avversaria). Novanta minuti non troppo convincenti, buona vivacità (e il cross preciso per il “cabezazo” del 2-1 di Güiza) ma troppi tagli in zona centrale che danno la sensazione di non aggiungere granchè a ciò che i titolari sanno già fare meglio di lui.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 10. Gol: 0. Tiri: 4. Tiri in porta: 1. Passaggi: 51 (76% utili). Assist: 1. Falli subiti: 5. Falli commessi: 0. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V.
13. Palop
L’ unico a non aver disputato nemmeno un minuto, quando la Spagna attenderà altri 40 anni per vincere un trofeo potrà comunque dire ai nipotini di esserci stato.
23. Reina
Con la Grecia raccoglie un pallone in fondo al sacco, poco impegnato per il resto. Pienamente e positivamente consapevole del suo ruolo di supplente, a leggere i resoconti un elemento importante per l’ armonia dello spogliatoio.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 4. Gol subiti: 1. Parate: 1. Rigori parati: 0. Tiri fra i pali : 1. Passaggi: 25 (68% utili). Falli subiti: 0. Falli commessi: 0. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V..
18. Arbeloa
Chiamato come riserva di Ramos, come suo solito poco appariscente ma diligente nel cammeo contro la Grecia.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 10. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 36 (81% utili). Assist: 0. Falli subiti: 2. Falli commessi: 3. Cartellini gialli: 1. VOTO: S.V..
20. Juanito
Della coppia di centrali di riserva sperimentata con la Grecia convince più lui di Albiol: prestazione attenta e sicura.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km.percorsi: 9. Gol: 0. Tiri: 1. Tiri in porta: 0. Passaggi: 39 (97% utili). Assist: 0. Falli subiti: 0. Falli commessi: 2. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V.
2. Albiol
Subentra all’ infortunato Puyol nel primo tempo con la Svezia, giocando senza sbavature ma impostando dalle retrovie in maniera francamente orrenda (aspetto del suo gioco che non mi è mai piaciuto); contro la Grecia non è concentratissimo, ha le sue responsabilità sul gol di Charisteas. Nelle mie tante previsioni fallite sarebbe dovuto subentrare a Marchena nel corso della manifestazione, per una questione di valori assoluti e anche per l'’importanza dei suoi centimetri nel gioco aereo, ma il rendimento sempre crescente di “Kaiser Carlos” (vabbè, si scherza…) gli ha chiuso ogni possibile spiraglio.
Partite: 2. Titolare: 1. Minuti: 157. Km. percorsi: 17. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 73 (88% utili). Assist: 0. Falli subiti: 0. Falli commessi: 1. Cartellini gialli: 0. VOTO: 6.
3. F. Navarro
“Mister Regolarità” trascorre senza sussulti anche i 90 minuti-omaggio con la Grecia. Elemento per me superiore a Capdevila, avrà futuro con la nazionale (ancora di più dopo essere stato acquistato dal Sevilla: ennesima operazione intelligente degli andalusi, l’ erede perfetto di David Castedo è bello che pronto), anche se la Seleccion necessiterebbe un elemento con un po’ più di spinta su questa fascia.
Partite: 1. Titolare: 1. Minuti: 90. Km. percorsi: 9. Gol: 0. Tiri: 0. Tiri in porta: 0. Passaggi: 62 (89% utili). Assist: 0. Falli subiti: 2. Falli commessi: 5. Cartellini gialli: 0. VOTO: S.V..
17. Güiza
Esordisce nella partita delle riserve con la Grecia, mostrando una certa ansietà e goffaggine ma togliendosi almeno lo sfizio del gol in nazionale. Quanto basta ad Aragonés per considerarlo una carta valida da spendere a partita in corso nelle sfide successive: contro l’ Italia continuano i pasticci (e rischia pure di mandare a monte tutto sbagliando il suo rigore nella serie finale), contro la Russia si vede finalmente anche in nazionale il finalizzatore glaciale ed elegante di Getafe e Mallorca (gran bel gol, non solo per l’ assist di classe di Cesc), in finale dà il cambio a Torres disimpegnandosi discretamente nelle ultime fasi del match. Buona carta a partita in corso e con spazi più larghi, soprattutto per le rinomate capacità di contropiedista, l’ abilità nell’ allungare le difese e nel dettare il passaggio in profondità: anche se in tutta sincerità il suo livello non è completamente all’ altezza di certi palcoscenici, si può tranquillamente dire che la sua pietra nell’ edificio del successo finale l’ ha posta.
Partite 4. Titolare: 1. Minuti: 164. Km. percorsi: 19. Gol: 2. Tiri: 9. Tiri in porta: 4. Passaggi: 46 (56% utili). Assist: 1. Falli subiti: 4. Falli commessi: 4. Cartellini gialli: 1. VOTO: 6.
10 Comments:
Impressionante il raffronto Guiza-Torres,anche se quest'ultimo ha sofferto un pò il gioco e la pressione chissà quale sarebbe stato il giudizio senza quel gol in finale....
Casillas 8,voto alto rispetto al lavoro che svolge,comunque indispensabile in un paio di occasioni e da sicurezza a una difesa che destava più di qualche dubbio.
Villa 7.5,4 gol e due sole macchie,i quarti con l'italia e l'infortunio senza il quale probabilmente il titolo di miglior giocatore dell'europeo sarebbe andato a lui.
Cesc importantissimo nella semifinale con la russia e anche in finale,si presenta in condizioni ottimali e si vede,dispiace non vederlo sempre nell'11 titolare ma il futuro è comunque suo.
Condivido il tuo giudizio su senna,ha stupito anche me che non ero certo un suo estimatore,ha recuperato una gran quantità di palloni e rispetto al 2006 ha limato anche certi suoi errori in fase di impostazione,non gli si poteva chiedere di più.
Iniesta 6.5,all'inizio in evidente difficoltà (non sapevo della gastroenterite,comunque),come torres,migliora sensibilmente nelle ultime due gare anche se spesso esagera con leziosismi inutili che hanno scarso successo.
Darei 7.5 anche a silva,ma sai che con lui sono di parte,secondo me è stato fra i migliori,anche se un pò sacrificato per iniesta e per il fatto che non vede mai il suo vero ruolo.
Ciao,
Manuel
Sia a Silva che a Puyol non ho dato 7,5 perchè in finale sono un po' scesi di tono rispetto alle partite precedenti. All' inverso, Torres si è preso il 7 proprio per la finale, perchè è giusto dare anche un peso diverso alle partite, se sia lui che Xavi danno il meglio nell' ultima e decisiva gara è un bel merito da parte loro.
Su Casillas è un giudizio che come detto va al di là della quantità di lavoro effettivamente svolto, ma che riguarda la qualità e una sensazione di sicurezza totale che personalmente era palpabile. Poi se Xavi e Torres meritano la promozione per la finale, manco a dirlo per lui nella partita con l' Italia...
Comunque, queste pagelle sono sempre opinabili, alla fine io stesso mi vedo sempre un po' tirato coi voti, è che racchiudere in un numero così tante cose lascia sempre il tempo che trova.
Ciao Vale, innanzi tutto complimenti per l'ottimo lavoro che tu e gli altri avete fatto col blog degli Europei, che era diventato un appuntamento fisso per me, un'oasi dove poter discutere sdi calcio erenamente e con gente competente, e che sinceramente mi manca un po' ;)
Detto ciò, concordo quasi in toto, tranne forse che su Cesc e Torres. Fabregas l'ho visto meno decisivo di quanto è parso a te, e in finale non mi è piaciuto; ha giocato benino con l'Italia e benissimo con i russi in semi, ma per il resto non mi ha impressionato.
Vado allì'opposto invece su Torres: per me ha fatto un grande Europeo. Sì, è mancato un po' in fase di finalizzazione, ma ha fatto un lavoro encomiabile sempre e poi ha deciso la finale con un gran bel gol.
Per il resto concordo. Ciao!
Ciao Edo, grazie a te per aver contribuito assiduamente coi tuoi commenti. Ora vedremo un po' cosa si potrà fare tra due anni... ;)
Per quanto riguarda Cesc vale un po' il discorso di Xavi e Torres: la sua miglior gara, quella straordinaria in semifinale, motiva gran parte del voto positivo ricevuto.
Per il resto mi è piaciuto anche nella prima contro la Russia, il suo ingresso fu importante anche se più per una questione tattica a centrocampo (togliendo Torres e inserendo lui Aragonés si impadronì del centrocampo e mise in cassaforte il match) che per una questione individuale. In finale non ha risaltato individualmente, però credo abbia collaborato in maniera sufficiente alla buona prestazione collettiva.
Confesso di non essere un grandissimo fan di Torres: ha il pregio di far venire sempre e comunque l' ansia ai difensori avversaria, però l' inconveniente è che la fa venire anche a me quando lo vedo giocare... :)
Grandissima velocità, sacrificio... però non sempre vedo un senso e una misura nelle sue giocate, non mi piace il suo controllo di palla (e lo stesso Aguirre a suo tempo lo aveva notato) che fa sfumare non poche azioni delle tante che riesce a creare col suo movimento e il suo spunto. Anche la tecnica di tiro mi pare migliorabile.
Se andiamo a vedere contro Italia e Russia quante giocate realmente incisive ha portato a termine sul totale di quelle realizzate mi sa che siamo su percentuali abbastanza basse. Due gare negative che mi hanno impedito di alzare il voto a un giocatore che ha disputato un Europeo comunque positivo e che resta un elemento di spessore indiscutibile (per carità, lungi da me).
Ciao Valentino,
ti faccio i miei più vivi complimenti per il blog che leggo già da un po' di tempo...
Ho deciso di scriverti perchè voglio ampliare l'elenco di link sul calcio da consigliare per inserire un buon numero di blog di qualità e volevo proporre anche a te uno scambio di link.
Che ne pensi? ;-)
Ciao, Silvio
Molte grazie Silvio, accetto volentieri lo scambio di link.
Sono Mich il mio blog TUTTO IL CALCIO si è spostato a questo indirizzo: http://tuttoilcalcio3.blogspot.com/ quando ti è comodo cambia l'indirizzo nel link. grazie.
Dato che segui il calcio spagnolo ti volevo chiedere che ne pensi di Mati Fernandez? A me piacque tantissimo ma vedo che fatica ad esplodere...si consacrerà o resterà solo una mezza promessa?
Grazie, prendo nota.
Matias non è ancora decollato: quest' anno è partito soprattutto dalla panchina, perchè a destra Cazorla (il più continuo degli esterni-trequartisti, nonchè miglior giocatore dell' ultima Liga come media-voto per "Don Balon") era intoccabile e perchè a sinistra Pellegrini gli ha preferito l' esperienza di Pires, senza contare che pure Cani ha spesso preceduto il cileno nelle gerarchie. Così Matias ha giocato con scarsa regolarità, con qualche ottimo sprazzo, ma senza mai affermarsi con chiarezza.
Non è una bella situazione per un grande talento come lui, e forse quest' anno potrebbe peggiorare visto l' acquisto dal Mallorca di Ibagaza (il quale però penso potrebbe entrare nel turnover per il doble pivote più che concorrere con i quattro esterni-trequartisti già presenti in rosa). Comunque fra Champions e campionato i margini per mettersi in mostra potrebbero esserci, e spero che il ruolo di Pires venga un po' ridimensionato rispetto all' anno scorso.
Fernandez lo vedrei meglio accanto a Senna,più che impiegato sull'esterno.Secondo me in quella posizione può fare benissimo.
Col Senna dell' ultimo Europeo potrebbe anche starci, però vedo di più Ibagaza in quella posizione perchè ci è già abituato dal Mallorca. Conta comunque che gli esterni del Villarreal lo sono solo di nome, anzi Pellegrini esige che i suoi centrocampisti esterni giochino con la massima libertà sulla trequarti, non devono presidiare le fasce, a dare ampiezza ci devono pensare i terzini (peccato che quelli a disposizione di Pellegrini non diano grandissima profondità).
Una mossa questa che a volte dà un punto di riferimento un po' facile agli avversari, che provocano l' avanzata dei terzini, rubano palla e attaccano lo spazio libero: peccato che Escudero sia dovuto andare in prestito al Valladolid, era un giocatore che poteva offrire un' alternativa vera sull' esterbo sinistro, per poter giocare magari con Capdevila più bloccato quando serviva.
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