lunedì, agosto 11, 2008

LA NUOVA LIGA/1: Athletic Bilbao.

Mentre nella tifoseria serpeggiano preoccupazione e anche indignazione per quelle svolte societarie che attentano all’ identità storica del club (vedi la sponsorizzazione con la Petronor: per quattro denari, è proprio il caso di dirlo, è stata svenduta l’ immacolata camiseta zurigorri), dobbiamo dire che dall’ altro lato le prospettive puramente tecniche incoraggiano un discreto ottimismo per la stagione 2008-2009 dell’ Athletic Bilbao, e verrebbe da dire finalmente, dopo tre stagioni trascorse con l’ acqua alla gola e l’ unica speranza della sopravvivenza.
È un ottimismo che nasce dall’ auspicio e dalla ragionevole speranza che questa nuova stagione possa costituire un filo ininterrotto con la seconda metà di quella appena trascorsa, nella quale il progetto di Joaquín Caparros ha cominciato finalmente ad assumere concrete e credibili sembianze: c’è una rosa completa in tutti i reparti e già strutturata senza bisogno di interventi radicali sul mercato (del resto impossibili secondo quelli che sono i confini storici della politica di mercato dell’ Athletic), ci sono delle basi in via di consolidamento e la possibilità di dare loro continuità, c’è insomma la concreta opportunità di assestarsi con tranquillità nella metà sinistra della classifica, anche se il sogno europeo pare di difficile realizzazione e al massimo legato alla possibilità dell’ Intertoto.
Le basi citate risiedono nel modello di gioco di Caparros, che dopo una prima metà di stagione caratterizzata da affanni e paurose discontinuità, pare aver infine attecchito, costruendo un’ organizzazione di gioco razionale, un’ identità riconoscibile e la solidità difensiva tanto agognata dopo un paio di annate nelle quali l’ Athletic pareva una groviera. Alla squadra dei secondi tempi sconcertanti, degli episodi sporadici e delle ammucchiate disordinate davanti al portiere del girone d’ andata, è subentrato via via un undici più ordinato, solidale e dalle distanze corrette, capace di affrontare le partite con un piano strategico chiaro, senza subire schizofrenicamente le varie correnti dei 90 minuti.
In un momento nel quale, sulla scia del successo della nazionale, sembra essere di moda il futbol de toque, il calcio di Caparros rappresenta un modello opposto, un 4-4-2 (con la variante della mezzapunta dietro un’ unica punta) nel quale l’ elaborazione ha ben poco spazio e non si cerca tanto di imporre una manovra corale quanto piuttosto di forzare l’ errore avversario e contrattaccare rapidamente negli spazi scoperti. Generalmente nella cultura calcistica spagnola si guarda al possesso-palla come premessa del dominio della partita e base più credibile per la vittoria, nella filosofia del tecnico utrerano invece tenere palla più dell’ avversario ha un’ importanza scarsa per non dire nulla, quel che conta è lavorare sull’ efficacia delle transizioni nelle due fasi (oltre che sulle palle inattive, aspetto importantissimo per ogni tecnico “moderno” che si rispetti: e l’ Athletic può ricavare pure qualche gol in più rispetto all’ anno scorso, visto il potenziale aereo di cui dispone e vista l’ attenzione che il proprio tecnico riserva a quest’ aspetto): ripartenze rapide, subito in verticale e affidate al minimo indispensabile di uomini, in modo da non lasciare scoperte le posizioni difensive in caso di perdita del pallone.
Non certo una grande varietà ed elaborazione di situazioni per la fase di possesso, affidata perlopiù al contropiede (lungo o corto a seconda di dove si sceglie di recuperare il pallone) e ai palloni lunghi subito su Llorente, perno dell’ attacco bravo a tenere palla e a favorire gli inserimenti a rimorchio dalla trequarti, anche se va detto che questo limitato repertorio è stato applicato in maniera incisiva e a tratti perfino gradevole in alcuni momenti dello scorso girone di ritorno, su tutti il 5-1 distruggi-Koeman al Valencia.
La priorità va chiaramente alla fase di non possesso: Caparros vuole una squadra raccolta in pochissimi metri, nella quale le distanze fra la linea di difesa e quella di centrocampo siano talmente ridotte da togliere ogni possibilità di gioco fra le linee, e nella quale l’ aggressione sistematica, i raddoppi e i falli tattici impediscano trame pulite e facilitino il recupero del pallone (alto o basso a seconda delle caratteristiche dello sfidante, del contesto e della fase del match) costringendo l’ avversario a giocare in situazioni scomode o spalle alla porta. Un calcio ad elevatissima intensità, di continua azione e reazione, più dispendioso della media in termini di risorse atletiche e mentali, un calcio dalla forte impronta fisica ed agonistica, che ha ricadute anche in una certa durezza abbastanza insolita per le latitudini spagnole (le squadre di “Jokin” sono generalmente ai vertici delle graduatorie dei falli e dei cartellini). Un calcio ancora non visto del tutto a Bilbao, ma che se perfezionato e applicato con continuità molto maggiore rispetto all’ anno scorso potrebbe rendere l’ Athletic 2008-2009 avversario scomodo per tutti.
Una proposta comunque che trova una certa sintonia con l’ anima tradizionale del club, col quale inoltre si sposa perfettamente la storica propensione (ampiamente apprezzata, e con esempi illustri, a Siviglia) di Caparros al lancio dei giovani, politica vitale per questa società: dopo Susaeta, quest’ estate sei elementi della cantera in ritiro, fra i quali il 19enne centrocampista centrale Iturraspe sembra avere tutte le probabilità di consolidamento in prima squadra.

Possibile formazione (4-4-2): Iraizoz; Iraola, Aitor Ocio, Amorebieta, Koikili; Susaeta, Gurpegi, Javi Martínez, Yeste; Etxeberria, Llorente.
Altri giocatori: Armando, Lafuente; Murillo, Ustaritz, Javi Casas; David López, Orbaiz, Iturraspe, Muñoz, Gabilondo, Del Olmo, Garmendia, Toquero; Aduriz, Iñigo, Vélez.


DIFESA
Fra i pali Iraizoz potrà proseguire l’ interessante discorso interrotto soltanto dall’ infortunio che lo tolse di mezzo per la seconda parte della scorsa stagione (fortuna che il suo sostituto acquistato a Gennaio, il veterano Armando, non lo abbia fatto comunque rimpiangere): la sensazione trasmessa finora dall’ ex Espanyol è stata di sostanziale tranquillità, al di là di uno stile un po’ personale si tratta di un portiere di stazza e personalità, sicuro sui palloni alti nell’ area piccola ma anche sufficientemente reattivo e agile nel togliere palloni difficili dagli angoli. Il mediocre Lafuente, tornato dal prestito all’ Espanyol, farà da terzo portiere.
Iraola giocherà invece l’ ennesima stagione su una media voto non inferiore al 6,5: dell’ incomprensibile non considerazione da parte della nazionale ce ne siamo ormai fatti una ragione, ma continuiamo a ritenere Andoni il miglior terzino destro spagnolo (ruolo al quale ormai lo ha riportato stabilmente Caparros, dopo che il post-Valverde lo aveva visto prevalentemente avanzato a centrocampo) dopo Sergio Ramos: diligente, attento, ordinato, veloce e bravo a giocare la palla sempre con molto criterio (abilità dimostrata anche nel ruolo di emergenza da centrocampista centrale ricoperto nell’ avventurosa Liga 2006-2007), dalle sovrapposizioni puntuali e sempre incisive, anche se il calcio prettamente difensivo di Caparros ne dirada per forza di cosa le sortite. Scartato Zubiaurre (in prestito all’ Elche), si profila come suo sostituto Murillo, cioè un sostituto non di ruolo: centrale ruvido e legnoso adattabile anche a destra, il ruolo nel quale fa meno danni è forse quello di centrocampista difensivo, dove l’ insipienza col pallone fra i piedi la paga tutta ma dove perlomeno la squadra accusa meno la lentezza e l'’inesistente scioltezza nei movimenti.
Al centro, l’ esperto 32enne Aitor Ocio è un po’ il regista del reparto difensivo, che guida con buona personalità e senso della posizione nelle chiusure, essendo anche forse il più preciso dei difensori nell’ iniziare l’ azione dalle retrovie. Suo concorrente, e vedere chi la spunterà è uno dei principali punti interrogativi sull’ undici titolare dell’ Athletic 2008-2009, Aldekoaotalora (sì, si chiama così) Ustaritz, che rispetto a Ocio ha caratteristiche più di marcatore, rapido e appiccicoso, in alcune occasioni adattabile anche sulla destra (ma nel ruolo non fece bella figura con Robinho l’ anno scorso alla Catedral) e addirittura provato da Caparros pure da centrocampista difensivo.
Se Aitor Ocio e Ustaritz si scanneranno per un posto, indiscutibile quello che sul centro-sinistra spetta ad Amorebieta: forse la più bella notizia della scorsa stagione, Caparros sta contribuendo finalmente a sgrezzarlo e a farne un difensore vero. Doti atletiche a dir poco poderose (non a caso lo segue mezza Premier), marcatore fortissimo nel corpo a corpo e nel gioco aereo, dotato di carica agonistica non comune, veloce nel recupero sulla lunga distanza, sta progredendo tatticamente limando quella sua spiccata tendenza a perdere la posizione, e sta provando anche a togliersi il gusto per l’ entrataccia e il cartellino rosso. Se confermerà i livelli della scorsa stagione, è pronta la nazionale.
A sinistra, un altro ballottaggio: in queste amichevoli estive, Caparros sembra fare affidamento su uno degli scartati della scorsa estate, Javi Casas, terzino tecnicamente modesto ma accettabile nel compitino difensivo, il quale si giocherà il posto con Koikili, il cui calo nella seconda metà della scorsa stagione non ha certo scalfito il titolo di rivelazione del 2007-2008 bilbaino, visto l’ ottimo adattamento dimostrato nel passaggio avvenuto a 26 anni dalla Segunda B alla Primera: elemento molto affidabile difensivamente per la concentrazione, la disciplina tattica e la rapidità nello spazio corto che lo aiuta nell’ uno contro uno (situazione nella quale lo agevola anche un fisico tozzo e muscolosissimo, da ex campione di lotta greco-romana qual è), parsimonioso nelle avventure offensive ma non banale nei traversoni tesi e tagliati a mezza altezza fra difensori e portiere avversario. Infine, si affaccia alla prima squadra il 18enne Ander Agüeros, terzino sinistro del quale si parla bene: vedremo se Caparros gli concederà qualche minuto.

CENTROCAMPO
Nel mezzo si naviga nell’ abbondanza, il settore migliore di quest’ Athletic, cominciando dal “nuovo acquisto” Gurpegi, centrocampista difensivo di notevole sostanza e resistenza atletica, intenso nel pressing e anche insidioso nello stacco nell’ area avversaria, un jolly impiegabile anche al centro della difesa che fornirà una carta in più molto importante a Caparros rispetto alla stagione passata. Gurpegi tornerà una presenza familiare in quello che nei suoi due anni di squalifica ha fatto a tempo a diventare il regno del famelico (e ancora non ventenne!) Javi Martínez, debordante mediano, il massimo della modernità per come sa interpretare entrambe le transizioni: cursore dalle impressionanti risorse atletiche, inesauribile e capace di dominare quasi da solo un’ ampia fetta di campo, pronto a sradicare palloni a spallate e un secondo dopo portare l’ azione nella metacampo avversaria con travolgenti progressioni palla al piede (l’ erba del Vicente Calderón attende ancora di ricrescere dopo quel coast to coast), potenzialmente lo stacco aereo e il potente tiro da fuori ne fanno un incursore da 5-6 gol a stagione, anche se il modulo di Caparros non regala eccessivo protagonismo offensivo ai centrali di centrocampo (però lo stesso tecnico di Utrera in un’ intervista ha dichiarato di aspettarsi di più da Javi sotto il profilo realizzativo).
C’è poi Pablo Orbaiz, il miglior giocatore dell’ Athletic negli anni passati e, per quello che può contare, anche il preferito del sottoscritto, ma che non sembra avere ad oggi le migliori prospettive nell’ undici titolare, anche se almeno lo beneficia il fatto di poter svolgere una pretemporada come si deve dopo essere stato martoriato da gravi infortuni negli ultimi due anni. Geometra di grande razionalità, senso tattico, visione di gioco e destro a lunga gittata per aperture sempre puntuali e precise, tuttavia le sue doti di regia non paiono così imprescindibili nel modello di gioco di Caparros, fatto di aggressioni a metacampo e rapide ripartenze più che di manovra corale, modello dove la mobilità e l’ intensità di gioco di Orbaiz son decisamente inferiori rispetto a quelle di Gurpegi e Javi Martínez.
Orbaiz che potrebbe vedersi anche insidiato dall’ emergente Ander Iturraspe, del quale Caparros parla sfacciatamente come di un possibile Susaeta-bis, un giocatore cioè destinato a diventare dalla prossima stagione una parte integrante già di rilievo della rosa della prima squadra. Non avendolo ancora visto giocare, possiamo affidarci a informazioni di seconda mano, che lo descrivono come un centrocampista centrale abbastanza completo ma con un fisico (1,87x73) ancora da irrobustire. Infine, a segnalare la bontà di questo settore centrale dell’ Athletic, il ruolo di ultima scelta di un più che discreto mestierante come Iñaki Muñoz, centrocampista centrale che offre una buona versatilità disimpegnandosi indifferentemente fra funzioni più difensive nel doble pivote o di costruzione e incursione sulla trequarti avversaria giocando da mezzala (ha buon tiro dalla distanza, anche con l’ altro piede, il sinistro).
Sulle fasce, si attende la conferma del talento del 20enne Susaeta dopo la piacevole irruzione della passata stagione: lo spunto breve lascia il segno, abbondano la personalità e la qualità per affrontare l’ uno contro uno, c’è un destro che taglia bene sia i cross che le punizioni calciate sopra la barriera (e alternando sia soluzioni di potenza che traiettorie morbide a foglia morta dal limite dell’ area, soluzione questa non alla portata di molti nel calcio attuale, perfino tra i fuoriclasse), e sembra anche esserci la giusta umiltà per farne il campione del futuro dell’ Athletic dopo i regni di Guerrero e Yeste.
A sinistra, sembra che la soluzione finirà con l’ essere quel Fran Yeste a cui ogni volta pare si debba trovare quasi con fastidio il posto nell’ undici titolare ma che resta indispensabile per quel tocco di classe che nessun altro nella rosa può offrire. Lo spostamento sulla fascia sinistra di queste amichevoli estive, che richiama il ruolo degli inizi quando al centro della trequarti il boss era Julen Guerrero, ha origine dal sovraffollamento nel doble pivote (dove l’ anno scorso, con scarso successo, venne provato un Yeste “alla Pirlo”) e dalla predilezione di Caparros per un attacco con due punte più pure, cosa che, a parte alcune occasioni, priva in linea di massima Yeste dello spazio da mezzapunta. Partendo da sinistra a Yeste dovrebbe comunque essere ragionevolmente concesso lo spazio per accentrarsi, non trattandosi certo di un’ ala col cambio di ritmo e potendo sfruttare la fascia per pennellare cross col suo sinistro magico (il migliore della Liga assieme a quello di Arango, abbiamo più volte fatto questa considerazione: più portato alla conclusione a rete secca il maiorchino, più morbido e liftato il bilbaino) e non di più.
Quanto a esterni sinistri di ruolo, Caparros potrà disporre in alternativa del solito soldato semplice Gabilondo, portato a percorrere la fascia con continuità e disciplina tattica ma senza spunti di rilievo, e il più pepato nuovo acquisto Joseba Del Olmo, reduce da un’ ottima stagione all’ Eibar in Segunda, che è un destro che parte da sinistra e si dovrebbe distinguere per un gioco più offensivo e basato sull’ uno contro uno.
Impiegabile su entrambe le fasce, cerca riscatto David López, vera delusione della passata stagione assieme a Del Horno: mai stato l’ ex osasunista un esaltante dribblomane, anzi si è sempre caratterizzato per un gioco lineare ma abbastanza incisivo e verticale, con buon allungo e ottimi cross, ma l’ anno scorso è scaduto nel puro anonimato a dispetto di un ingaggio relativamente reclamizzato. Le sue buone conclusioni col destro gli permettono di trovare di più la porta quando gioca a sinistra (nella sua ultima stagione all’ Osasuna Ziganda lo impostò proprio così ricavandone un discreto rendimento realizzativo), ma vista la composizione della rosa dovrebbe trovare posto soprattutto come riserva di Susaeta.
Infine, sulla trequarti (ma utilizzabile anche da centrocampista centrale), avrà le sue belle difficoltà a trovare minuti Joseba Garmendia, che pure ha dato qualche buon segno di vivacità (negli inserimenti e negli assist) la scorsa stagione, mentre il nuovo acquisto Gaizka Toquero pare proprio destinato a un prestito all’ Eibar in Segunda.

ATTACCO
Anche qui si attendono conferme: se se lo mette in testa Fernando Llorente può diventare non solo un bomber di piene garanzie per l’ Athletic, ma anche quell’ ariete che amplierebbe le opzioni offensive della nazionale. Una questione di testa, e anche qua l’ abilità di Caparros coi giovani sembra star dando i suoi frutti: finalmente Llorente non aspetta i palloni ma va a cercarli, se consolida questa cattiveria il fisico e le doti tecniche non possono che abbonarlo alla doppia cifra, senza dimenticare che Llorente, non proprio glaciale nell’ uno contro uno coi portieri avversari, si è sempre segnalato più per le sue doti fuori che dentro l’ area: a dispetto della stazza analoga, un giocatore certamente diverso rispetto a Urzaiz, un attaccante che ama svariare sulle fasce ed entrare in contatto col pallone trattandolo con eleganza e proprietà di palleggio, nell’ ultima stagione molto più presente anche come boa spalle alla porta, efficace nel proteggere palla e favorire gli inserimenti dei compagni.
Il risveglio di Llorente ha portato nettamente in secondo piano Aduriz, salvatore della patria fino a non molto tempo fa ma relegato in panchina dopo una grande partenza la stagione passata. Caratteristiche opposte rispetto a quelle di Llorente, profondità, contropiede, opportunismo e ottima finalizzazione a tu per tu col portiere, Caparros gli ha preferito come partner di Llorente il solito Etxeberria, definitivamente impostato come seconda punta, ruolo nel quale l’ ho sempre preferito (anche se per anni ha campato bene di rendita da ala destra con la mitica mono-finta: faccio per accentrarmi, rubo il tempo al terzino e con uno scatto prendo il fondo), perché più che il dribbling ho sempre apprezzato come sua maggior virtù l’ intelligente movimento su tutto il fronte d’ attacco.
Decisamente in secondo piano, il nuovo acquisto Iñigo Vélez, che finora ha fatto una pretemporada a parte, saltando la maggior parte delle amichevoli per un ritardo di condizione: lungagnone (1,93x82) ma mobile come Llorente, anche lui ama svariare sulle fasce e ha un buon allungo quando parte palla al piede, ma la porta la vede proprio poco. L’ altro Vélez, Ion, è invece tornato da un prestito in Segunda all’ Hércules, e prova a riproporre la sua candidatura dopo aver palesato una certa impresentabilità l’ anno scorso al primo contatto con la Primera.

INNO DEL CLUB

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ciao Vale, era qualche giorno che non entravo sul blog e solo ora ho visto quest'ottima analisi. Che dire? Hai centrato il pieno il punto. Non fosse stato per la vicenda-pubblicità, avrei affrontato questa stagione con grande serenità, visto che il potenziale c'è.
I giocatori li hai descritti tutti molto bene, mi limito a degli appunti o a delle integrazioni:
- Casas io lo detesto come difensore, è scarso tecnicamente, piuttosto lento, macchinoso nell'uno contro uno, nullo quando spinge; non averlo più tra i piedi mi sembrava una benedizione, ma il non essere arrivati a Monreal, Garrido e Castillo ha portato Jokin a ripescarlo, e il problema è che lo ha messo spesso titolare in precampionato...
- Di Iturraspe mi hanno benissimo, tecnica, personalità e visione di gioco; è ancora un po' leggerino a causa del fisico ma Jokin stravede per lui, potrebbe essere una delle sorprese della temporada.
- Aduriz io lo vedrei in campo, altro che riserva di Etxebe...secondo me con Llorente formerebbe una coppia perfetta, classico assortimento di un puntero potente e di una seconda punta agile e veloce. Spero che Caparrso insista su di loro più che sul Gallo. Inigo Velez è una riserva e nulla più, Ion potrebbe tornare all'Hercules (speriamo!).
-Altri nomi da tenere d'occhio per un probabile esordio in prima squadra: Isma Lopez, Guarrotxena, il difensore Etxeita, e se l'utrerano se la sente di rischiare anche i 15enni Munian e Ramalho.
Ciao e buon "lavoro", viste tutte le squadre che ti restano da fare!

9:46 PM  
Blogger valentino tola said...

Ciao Edo, ovviamente non ci conto minimamente di completarle tutte e 20 prima dell' inizio della Liga, credo ne farò pochine, andrò avanti alla giornata e poi integrerò durante la stagione con le analisi delle squadre rimanenti, avendo anche l' opportunità di vederle giocare e di coglierne meglio gli aspetti tecnico-tattici. Nei prossimi giorni dovrei fare il Sevilla, che ho visto assiduamente in questa pretemporada fra Mosca e Amsterdam, poi ho scritto pure del Villarreal nell' altro blog al quale collaboro, "Corazones Internacionales" (scritto in spagnolo, una fatica boia perchè non ci sono gli accenti che mettono loro sulle nostre tastiere "italiane").

Anch' io Aduriz lo farei giocare, però mi sa che l' idea di partenza di Jokin è Etxeberria.

Dieri che bisogna pregare di vederli in campo meno possiile, sia Casas che Murillo.

Stavo pensando di scrivere anche degli altri giovani, ma alla fine sono tanti e non so con precisione quali troveranno spazio con la prima squadra, solo Iturraspe è certo (mi sa che non dovevo mettere nemmeno Agueros), anche se con l' infortunio di Ustaritz in questo momento Caparros sta utilizzando Etxeita come alternativa per il centro della difesa.

10:20 PM  

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