martedì, agosto 12, 2008

Rafael Van der Vaart, nuovo acquisto del Real Madrid.

Come per il neo-colchonero Heitinga qualche mese addietro, Alec Cordolcini ci offre gentilmente un ritratto del nuovo acquisto merengue Van der Vaart.

Nelle giovanili dell’Ajax lo chiamavano il nuovo Cruijff, ad Amburgo era diventato il nuovo Keegan. A Madrid Rafael van der Vaart si accontenterebbe di essere semplicemente sè stesso. Ovvero un giocatore dal talento cristallino, ma anche di cristallo, per il quale non è più necessario ricorrere a paragoni per offrirne una sintetica descrizione. Van der Vaart, punto.
Per lui quello con il calcio spagnolo era un matrimonio annunciato da tempo: le origini iberiche di mamma Lolita, l'amore per il Barcellona manifestato fin dalla giovane età, il goffo tentativo inscenato l'estate scorsa di forzare un suo trasferimento dall'Amburgo al Valencia facendosi fotografare con la camiseta blanca dei valenciani. Tra Van der Vaart e la Spagna era solamente una questione di tempo. Adesso conosciamo anche data, luogo e partner. Non il Barcellona, che ha ormai ripudiato la causa degli olandesi dopo un abbondante decennio di sostegno quasi maniacale, nè il Valencia, finito sul ciglio del baratro la scorsa stagione e dotato pertanto di risorse (e di appeal) con le quali al massimo ci si può permettere un Maduro. Le nozze avranno luogo al Santiago Bernabeu di Madrid, in quella casa Real recentemente testimone di svariate cerimonie profumate di tulipano, vedi alle voci Van Nistelrooy, Robben, Drenthe e Sneijder.
Il salto di categoria è notevole ma pienamente meritato. Da Amsterdam a Madrid via Amburgo, per una maturazione che è stata più difficile del previsto. Van der Vaart deve molto a due tecnici, Co Adriaanse e Huub Stevens, allenatori metodologicamente quasi agli antipodi ma entrambi abili nell’estrarre il meglio dalle qualità del singolo atleta.
Adriaanse ha fatto esordire il giovane Rafael in maglia ajacide, il 19 aprile 2000, dopo cinque stagioni di giovanili, tra le cui fila era entrato dopo aver superato gli ormai storici Talentendagen, le Giornate del Talento attraverso le quali l’Ajax, mediante una durissima selezione, coopta all’interno del proprio vivaio i ragazzini più promettenti. E quel piccoletto dalle movenze di gran classe proveniente dai De Kennemers di Heemskerk, piccolo club della cittadina del Noord Holland in cui Rafael è nato l’11 febbraio 1983, non aveva tardato ad attirare su di sé le attenzioni dello staff tecnico delle giovanili del club di Amsterdam, guarda caso guidato all’epoca proprio da Adriaanse.
Per tanti anni l’Ajax è la delizia di Van der Vaart, e viceversa (da incorniciare la stagione 2002-2003, chiusa con un bottino di 18 gol, record assoluto in Eredivisie per un centrocampista), poi qualcosa si rompe e l’ambiente diventa all’improvviso una gabbia soffocante. Con i compagni non sono solo rose e fiori (nota l’antipatia profonda con Ibrahimovic), dalle tribune inizia a piovere qualche fischio, le prestazioni cadono di intensità tanto da spingere Ronald Koeman a togliergli la fascia di capitano, e alla fine della stagione 2004-2005 il nome di Van der Vaart compare in cima alla lista delle delusioni dell’anno.
Il campanello d’allarme è suonato: di Rafael Van der Vaart si parla di più sui giornali rosa che su quelli sportivi. Meglio quindi cambiare aria, anche se all’epoca non si parla né di Juventus né di Real Madrid. Il talento calcisticamente alla deriva dell’ex pupillo di casa Ajax finisce con il trasferirsi, a prezzo quasi di saldo (5.5 milioni di euro, mentre il Real ne ha sborsati 13), ad Amburgo, dove nel giro di qualche mese entra in gioco il già citato Huub Stevens.
La rinascita di Van der Vaart coincide con la soluzione del grande equivoco tattico in cui era rimasto impigliato: troppo light per essere una punta centrale, troppo fantasioso per finire confinato sulla fascia sinistra, troppo tenero per fare l’interno di centrocampo. Il 4-3-3 non è insomma il modulo più indicato per il nostro, meglio un ruolo di seconda punta con grande libertà di movimento e scarsi compiti di copertura. Stevens, novello sarto, cuce per Van der Vaart uno schema su misura, il 4-4-1-1, ottenendo in cambio tre stagioni da protagonista, con gol (48 in totale, sommando tre stagioni di Bundesliga, Coppa di Germania, Champions League, Uefa e Intertoto), assist e tante giocate, più il record di reti in giornate consecutive (sette) di Bundesliga strappato ad una leggenda del club anseatico quale Uwe Seeler. L’assunto è chiaro: il miglior Van der Vaart è quello che gioca il più vicino possibile alla porta avversaria. Non dovrebbe pertanto avere problemi nel 4-2-3-1 di Schuster, concorrenza ovviamente permettendo. L’importante è che non venga utilizzato nel ruolo di centrocampista puro, come ha fatto Marco van Basten nel quarto di finale di Euro 2008 contro la Russia, dove Rafael ha confermato di non possedere né il passo né le caratteristiche fisiche adatte a tale posizione.
A Madrid arriverà comunque un Van der Vaart ispirato, sereno (il matrimonio con la presentatrice-modella Sylvie Meis, da cui nel maggio 2006 è nato Damian Rafael, a dispetto delle premesse si è tenuto alla larga da derive glamour stile coniugi Beckham) e soprattutto motivato. Il non soddisfacente Europeo (piccolo miglioramento rispetto ai pessimi Euro 2004 e Germania 2006, ma il saldo è ancora negativo) non dovrebbe aver lasciato troppi strascichi, anche se il suo rapporto con la nazionale comincia ad assomigliare pericolosamente a quello tra Del Piero e l’Italia. Le occasioni di rifarsi però non mancheranno, in Champions League come nella Liga. Si può essere campioni anche senza fare i fenomeni indossando la casacca del proprio paese. Per informazioni, chiedere al nuovo compagno di squadra Raul.

LA SCHEDA DI VAN DER VAART
Nome: Rafael Ferdinand Van der Vaart
Data e luogo di nascita: 11 febbraio 1983 a Heemskerk (Olanda).
Squadre dilettanti: De Kennemers (Heemskerk)
Club: Ajax (116 presenze/52 reti), Amburgo (72/29)
Debutto in Eredivisie: 19 aprile 2000 in Fc Den Bosch-Ajax 1-1
Prima rete in Eredivisie: 20 ottobre 2000 in Ajax-Roda Jc 4-2
Debutto in Bundesliga: 6 agosto 2005 in Amburgo-Norimberga 3-0
Prima rete in Bundesliga: 13 agosto 2005 in Arminia Bielefeld-Amburgo 0-2
Debutto in nazionale: 6 ottobre 2001 in Olanda-Andorra 4-0
Prima rete in nazionale: 6 settembre 2003 in Olanda-Austria 3-1
Presenze in nazionale: 58 (3839 minuti giocati).
Gol in nazionale: 12.
Dettaglio carriera: 99/00 Ajax (2 presenze/0 reti), 00/01 Ajax (27/7), 01/02 Ajax (20/14), 02/03 Ajax (21/18), 03/04 Ajax (26/7), 04/05 Ajax (22/6), 05/06 Amburgo (19/9), 06/07 Amburgo (26/8), 07/08 Amburgo (29/12).
Palmares: 2 campionati olandesi (2002, 2004), 1 coppa d’Olanda (2002), 1 Supercoppa d’Olanda (2002), 1 coppa Intertoto (2005).

ALEC CORDOLCINI

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4 Comments:

Blogger valentino tola said...

Lascio qua la mia opinione: come ho scritto in altre occasioni, finora l' ho ritenuto un giocatore sopravvalutato, non certo dal punto di vista tecnico dove sarei pazzo a discuterlo (col sinistro può fare quello che vuole, e ha un controllo di palla e una rapidità d' esecuzione nello stretto eccezionali), quanto dal punto di vista della personalità, non lo vedo mai prendere in pugno la situazione e lasciare il segno quando la contesa si surriscalda: faccio a questo proposito il paragone con Sneijder nel quarto con la Russia dell' ultimo Europeo. Mentre quest' ultimo nell' ultimo quarto dei tempi regolamentari cercava di scuotere la sua squadra cercando di sfondare e provando l' una e l' altra volta la conclusione da fuori, Van der Vaart (anche se in una posizione per lui non comoda, come detto da Alec) è rimasto nell' anonimato. è un discorso che non riservo ad una sola partita, ma, almeno per ora, ritengo avere valenza globale: Sneijder è un uomo-chiave dal punto di vista collettivo, Van der Vaart no. Sebbene possieda anche colpi migliori quanto a tecnica e fantasia, nell' Olanda avevo sempre la sensazione che potesse essere pure tolto dall' undici titolare senza che la squadra ne risentisse più di tanto.

Per quanto riguarda il suo inserimento nel Real Madrid, prescindendo da qualunque valutazione individuale, non era un giocatore così necessario per il Madrid. Nei prossimi tre mesi dovrà sostituire l' infortunato Sneijder (ahi, che mazzata!), nel ruolo presumibilmente di mezzala sinistra, avendo caratteristiche molto più simili a quelle di Guti più che a quelle del suo formidabile connazionale.
Il giocatore che serviva poi veramente al Real Madrid era il centrocampista in grado di dettare i tempi della manovra davanti alla difesa, lo Xabi Alonso: Van der Vaart, trequartista che basa il suo gioco su lampi e apparizioni nell' ultima fetta di campo, non è chiaramente questo tipo di giocatore.
Comunque, non dimentichiamolo, un giocatore di qualità in più vuol dire sempre aumentare le possibilità di risolvere partite difficili con le giocate dei singoli.

10:08 PM  
Anonymous Anonimo said...

è VERO , IO NN RIESCO A IMMAGINARMI LA POSSIBILE FORMAZIONE DEL REAL MADRID , CN TT GLI UOMINI A DISPOSIZIONE ? KI GIOCHERA TITOLARE ? V.VAART GUTI SNEIJDER ROBINHO ROBBEN ? MAH ... CMQ SIA

HALA MADRID !!!! ANTE EL SEVILLA VAMOS Y GANAMOS ..

LUCCIO

10:18 AM  
Anonymous Anonimo said...

ciao vale, complimenti per il tuo barça, anche se la prova non era delle piu impossibili. Il mio atletico come al solito si complica la vita, ho visto solo il primo tempo ma la sensazione e' che la assenza del prossimo padre aguero (se nasce un bimbo, cosa esce????) e' determinante, la rosa e' ancora incompleta, sinama pongolle non puo' essere la tua terza punta (un esempio, parlo in generale).
Su Van der Vaart e il mercato del real stendo un velo pietoso, per adesso hanno in entrata oltre al sovracitato olandese solo javi garcia e forse garay, mentre in uscita (non certe ma probabilissime)robiHno, batista, drenthe.. A cio' unisco un applauso a marca, che ha il coraggio di mettere le copertine in cui annunciavano van der vaart a luglio. Con un barça a prima vista tornato voglioso, tutto di un pezzo, una ritrovata fisicita' (keita-toure' che bestie), o il real si rinforza o son guai. poi magari arriva villa e questo post lo buttiamo nel cesso eh!

10:51 AM  
Blogger valentino tola said...

@ LUCCIO
Credo sarà Van der Vaart-Diarra-Guti nei primi mesi, poi col ritorno di Sneijder fuori Guti dentro Wesley.
In attacco la mia scelta sarebbe Robben e Robinho larghi, tutta la vita, ma penso che come al solito Raul finirà con l' avere il posto di diritto.

La Supercoppa domenica è col Valencia (che sono molto curioso di vedere col nuovo tecnico).

@ Cespo
Se arrivassero Villa e anche Xabi Alonso sarei già lì pronto a tirare la catena, ma credo che ora i due siano fuori dal mercato (nel Valencia semmai è più in bilico Silva, che però penso resterà alla fine, mentre Joaquin è ufficialmente sul mercato). Se cedono Robinho invece chiudo il blog per protesta, come avrei fatto per Eto'o.

Sì, Van der Vaart su Marca nei giorni dispari, nei giorni pari c'era la Principessa Ronaldo...

Nelle prossime ora pubblicherò un post su quello che sono riuscito a vedere di Atlético e Barça. Anche io ho visto solo il primo tempo dell' Atlético e mi è bastato... KUN TORNAAAA!!! (e ricordati che il bimbo avrà anche i geni di Maradona... speriamo solo quelli buoni :))

Il Barça sta facendo molto bene i compiti delle vacanze, non c'è che dire.

11:34 AM  

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