SUPERCOPPA DI SPAGNA RITORNO: Real Madrid-Valencia 4-2: Silva (V); Van Nistelrooy, rig. (R); Sergio Ramos (R); De la Red (R); Higuaín (R); Morientes(V
ME-MO-RA-BI-LE. Se non fosse ormai consuetudine, dovrei abbondare con le iperboli e le metafore miracolistiche su questo Real Madrid, la squadra del cuore obbligata per chi sostiene con convinzione che la palla è rotonda: modesta quando si tratta di ragionare, con palesi stenti nell’ attaccare una difesa schierata; semplicemente straordinaria quando può giocare tutto sulla disperazione e sul cuore, sostenuta da una fede incrollabile e un atletismo che nella Liga non hanno eguali.
Dopo il finale della Liga 2006-2007, in cui sembrava andare in svantaggio apposta per poter poi rimontare “comodamente”, e dopo la partita decisiva di Pamplona, dello scorso campionato, rimonta in due minuti 10 contro 11, i merengues approfittano di questa Supercoppa per alzare ancora una volta di più gli standard dell’ inaudito calcistico: pareggio in 10 contro 11, poi, già in 9 contro 11, tre gol per rimontare e infine goleare il Valencia nell’ infimo spazio di dodici minuti dodici!!! Ancora una volta ridicolizzando la logica, e nell’ occasione sovrapponendosi pure a decisioni arbitrali non troppo giuste (non assurdo ma eccessivo il rosso a Van der Vaart; Albiol andava espulso sul rigore dell’ 1-1; indiscutibile invece la doppia ammonizione per Van Nistelrooy).
Chiaro comunque che dall’ altra parte c’è, ci deve essere per forza, qualcosa che assomiglia molto a un suicidio: il secondo tempo del Valencia è stato come minimo ingenuo e come massimo scellerato: i giocatori in campo (con qualche errore dalla panchina), dopo un primo tempo barboso per lo spettatore ma assai efficace dal loro punto di vista (con un’ impostazione tattica speculativa alla Quique applicata molto correttamente), non hanno saputo minimamente interpretare e gestire il doppio vantaggio, numerico e nel tabellone: col coltello dalla parte del manico ma senza un’ idea, qualsiasi essa fosse (puramente conservativa oppure offensiva, per provare incrementare il vantaggio), da imporre all’ avversario in difficoltà, hanno finito col farsi trascinare dalla corrente della partita, rimediando una batosta difficile da cancellare ma che, mandata giù a dovere, nella sua evidenza può fornire anche tante preziose indicazioni sui moltissimi aspetti nei quali questa squadra deve migliorare per tornare ad essere competitiva.
Rispetto all’ andata, Schuster boccia Robinho e De la Red in favore di Guti e Robben, mentre la difesa riassume contorni decisamente più presentabili col rientro dal primo minuto di Sergio Ramos e Pepe; stesso undici invece per il Valencia.
Al contrario di domenica scorsa, in avvio è il Real Madrid a fare chiaramente la partita, perché il Valencia come era abbastanza prevedibile arretra il baricentro, attenua di molto il pressing, cede il possesso-palla e opta per la densità a metacampo e il contropiede. Una densità che dà decisamente fastidio al Madrid in tutto questo primo tempo, poiché Van der Vaart e Guti sono costantemente vigilati fra le linee del compatto 4-4-2 valenciano, e questo aumenta ben oltre il necessario il peso nella costruzione della manovra dei due difensori centrali e di Diarra: i tre si trovano a toccare sin troppo il pallone, e l’ inizio dell’ azione merengue ne risente, il pallone esce il più delle volte in maniera macchinosa o imprecisa dalla metacampo madridista, e ciò facilita il piazzamento difensivo degli ospiti.
La scelta del Valencia è radicalmente opposta a quella dell’ andata anche nei ritmi, in quell’ occasione molto alti e accompagnati da un’ aggressione costante, qui bassissimi e volutamente ai limiti della sonnolenza. La cosa che colpisce di più è però come il Madrid si adegui a questi ritmi, assai passivamente. Oltre all’ impotenza nell’ elaborazione della manovra, che ricorda quella dell’ eliminazione dalla Champions con la Roma, c’è anche un atteggiamento piuttosto blando in fase di non possesso, manifesto nell’ azione del gol del vantaggio ospite, una serie di passaggi dei giocatori del Valencia (la prima seria azione manovrata degli ospiti) che non trovano opposizione fino a quando Silva non scaraventa in fondo al sacco dal limite dell’ area, sorprendendo Iker con una rasoiata a fil di palo non priva di una certa classe.
Se a questo poi aggiungiamo la successiva espulsione di Van der Vaart (discutibile: l’ entrataccia c’è, ma non sembra esserci la sufficiente cattiveria, e viene toccato anche il pallone), qualcuno potrebbe dare per morti sia il Real Madrid che la partita. Qualcuno evidentemente molto ingenuo, che non sa che questi sono i segnali scatenanti delle migliori prerogative madridiste.
Già con l’ inizio della ripresa si nota un cambio di atmosfera al Bernabeu, un Real Madrid che perlomeno mostra generosità e aggressività, che cerca la verticalizzazione e la palla dentro l’ area con molta più convinzione, da qui il rigore del pareggio: lancio di Guti, torre di Sergio Ramos e colpo di testa a botta sicura di Van Nistelrooy, “parato” con il braccio da Albiol: chiara occasione da gol, mi pare, però magicamente Iturralde si limita al cartellino giallo per il Raúl valenciano (quello campione d’ Europa). Ruud comunque non fa una piega e trasforma, chiamando le sue truppe all’ arrembaggio.
È il momento in cui Schuster può attuare i suoi schemi prediletti: innanzitutto lo “Schema-Sergio Ramos”, ovvero “mi butto in avanti a testa bassa e chi si è visto si è visto”, poi lo “Schema-Robben”, ossia “prendo palla parto e chi si trova sulla mia strada, affari suoi”. Sulla strada di Arjen si trova Moretti, mandato letteralmente al massacro dalla mancanza di aiuti e raddoppi sulla propria fascia, uno contro uno con l’ olandese che nel secondo tempo diventa costante e dall’ esito ovviamente scontato.
A dir poco sconcertante il Valencia: con un’ infinità di opzioni disponibili per chiudere la partita, tutte di applicabilità relativamente facile dato il vantaggio numerico, potendo indifferentemente cercare di affondare in cerca del raddoppio oppure temporeggiare e restare coperto ingolfando l’ azione del Real Madrid, si sbriciola letteralmente, consegnandosi a una partita da una porta all’ altra che non fa che gettare benzina sul fuoco dell’ esaltazione madridista. Avere un uomo in più a maggior ragione renderebbe efficace un’ accentuazione di quella circolazione del pallone lenta e speculativa intravista nel primo tempo, la quale avrebbe la funzione di spegnere gli ardori avvesari e mantenere vicini i giocatori e compatta la squadra, invece gli ospiti adottano una gestione del pallone scriteriata che non è né carne né pesce, né “melina” né contropiede, perdono palloni in maniera incomprensibile e si allungano progressivamente, facendo venire meno ogni protezione della difesa sempre più esposta alle sfuriate madridiste.
Ci mette del suo anche Emery, che non interviene nella zona più delicata, ovvero il settore centrale del centrocampo. Come all’ andata, Albelda e Baraja si sgonfiano: c’è poco da fare, la loro autonomia è limitata (soprattutto quella del “Pipo”), e l’ era-Benitez è lontanissima ormai. Si tratta di un punto delicatissimo e decisivo di questo nuovo Valencia: se l’ idea di Emery è quella di un undici intenso, aggressivo, rapido nell’ affrontare entrambe le transizioni, e il centrocampo dovrebe esserne il motore, questi non sembrano più gli uomini adatti, e l’ aspetto più spinoso è che una loro successione è ancora lungi dal consolidarsi. Emery non si gioca la freschezza di Fernandes (al posto di Baraja o al posto di una punta, questa sarebbe stata l’ idea) come all’ andata, cambia solo i due esterni, non ricompatta la squadra e così perde definitivamente la battaglia della mediana, per quanto ciò possa sembrare strano contro un Real Madrid sgangheratissimo, coi soli Diarra e Guti nel mezzo e un Raúl che gioca praticamente a tutto campo (monumentale il suo sacrificio nei ripiegamenti, però la nulla produzione offensiva non gli permette di andare oltre la sufficienza).
E dire che ci sarebbe anche la seconda ammonizione di Van Nistelrooy a offrire un ulteriore golosissimo assist al Valencia perché riprenda possesso della partita, ma la cosa dura solo un paio di minuti in cui il Valencia sembra poter capire che far girare il pallone e tenere un po’ lì il Real Madrid sembra la cosa più logica. Pura illusione: la grande forza del Madrid, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è che sa di poter contare sempre sull’ episodio, al di là dell’ andamento globale dela partita, e che su quell’ episodio le sue forze risulteranno il più delle volte preponderanti.
Detto fatto, ecco un calcio d’ angolo, situazione nella quale gli effetti dell’ inferiorità numerica tendono a minimizzarsi: qui va aperta una parentesi sulla catastrofica difesa di queste azioni da parte valenciana, problema che si trascina dal crepuscolo dell’ era Quique passando per l’ interregno di “Rambo il Distruttore”, problema al quale Emery, celebre all’ Almeria proprio per la cura maniacale delle palle inattive, dovrà mettere mano con assoluta urgenza: inammissibile vedere Diarra saltare libero e felice al centro dell’ area per cogliere la traversa, traversa dalla quale si origina un rimpallo e la successiva ribattuta a rete dello spiritato Sergio Ramos.
Tardivo e improduttivo il tentativo di reazione ospite nell’ ultimo quarto d’ ora (Emery si gioca Morientes per Albiol quando non c’è più nulla da perdere), che lascia spazio soltanto all’ apoteosi merengue: Hildebrand è pollo che più pollo non si può sulla comunque ingegnosa conclusione del neo-entrato De la Red dalla trequarti, poi è l’ altro nuovo entrato Higuaín ad approfittare di un retropassaggio da crocifissione immediata di Alexis. L’ ultimo gol della serata, al 90’, serve solo al Moro Morientes per segnalare che è vivo e vegeto.
I MIGLIORI: Uragano Robben: largo a destra (dopo aver iniziato solo i primissimi minuti di partita a sinistra) nel secondo tempo scatena il finimondo quando il Valencia si sfilaccia e gli lascia gli spazi per andare palla al piede. Lo scenario del secondo tempo scatena anche gli istinti animaleschi di Sergio Ramos, l’ altro grande eroe della serata.
Nel Valencia, scusate il gioco di parole, si salva Silva, se non altro per il gol, perché poi sparisce anche lui nell’ inconcepibile secondo tempo che.
I PEGGIORI: Ovviamente c’è poco da salvare nel Valencia. Abbiamo già analizzato globalmente i problemi del centrocampo, qui mi concentro su Baraja, elegante signore di mezza età a passeggio per il campo: troppo troppo troppo lento nel proporre gioco, se a questo aggiungiamo la genetica incapacità di Albelda nell’ impostazione non si capisce da dove possa scaturire quella manovra in velocità che vorrebbe Emery. Baraja poi esaurisce la benzina passata l’ ora di gioco, e il centrocampo non regge più: lui e Albelda non possono più essere quella macchina da pressing dei tempi di Benitez, gli anni passano per tutti.
Altri due cattivi protagonisti: Joaquín inesistente, tanto per cambiare, Hildebrand ancora una volta del tutto incapace di trasmettere sicurezza e a tratti (vedi il gol di De la Red) persino dilettantesco nelle scelte: quello del tedesco si profila sempre di più come uno dei tanti investimenti a vuoto della sciagurata era-Soler.
Real Madrid (4-3-3): Casillas 6,5; Ramos 7,5, Pepe 6, Heinze 5,5, Torres 6 (63'); Van der Vaart 5,5, Diarra 6, Guti 5,5 (79'); Raúl 6 (80'), V. Nistelrooy 6, Robben 7,5.
In panchina: Dudek, Marcelo, J. García, Robinho, Drenthe s.v. (63), De la Red 6,5 (79'), Higuaín 6 (80').
Valencia (4-4-1-1): Hildebrand 5,5, Miguel 6, Albiol 5,5 (86'), Alexis 5, Moretti 5,5; Joaquín 5 (67'), Albelda 5,5, Baraja 5, Mata (59'); Silva 6,5; Villa 5,5.
In panchina: Guaita, Helguera, P. Hernández 5,5 (67'), Vicente 5,5 (59'), Fernandes, Edu, Morientes 6 (86').
Goles: 0-1 (32'): Silva, con la zurda. 1-1 (49'): Van Nistelrooy, de penalti. 2-1 (76'): Ramos, de rechace. 3-1 (85'): De la Red, desde fuera del área. 4-1 (88'): Higuaín. 4-2 (89'): Morientes.
Árbitro: Iturralde González, colegio vasco. Amonestó a Albiol (49'), Heinze (73') y Alexis (77') y expulsó por roja directa a Van der Vaart (39'), y Van Nistelrooy por doble amarilla (53' y 72').
Incidencias: Bernabéu. 74.000 espectadores.
Dopo il finale della Liga 2006-2007, in cui sembrava andare in svantaggio apposta per poter poi rimontare “comodamente”, e dopo la partita decisiva di Pamplona, dello scorso campionato, rimonta in due minuti 10 contro 11, i merengues approfittano di questa Supercoppa per alzare ancora una volta di più gli standard dell’ inaudito calcistico: pareggio in 10 contro 11, poi, già in 9 contro 11, tre gol per rimontare e infine goleare il Valencia nell’ infimo spazio di dodici minuti dodici!!! Ancora una volta ridicolizzando la logica, e nell’ occasione sovrapponendosi pure a decisioni arbitrali non troppo giuste (non assurdo ma eccessivo il rosso a Van der Vaart; Albiol andava espulso sul rigore dell’ 1-1; indiscutibile invece la doppia ammonizione per Van Nistelrooy).
Chiaro comunque che dall’ altra parte c’è, ci deve essere per forza, qualcosa che assomiglia molto a un suicidio: il secondo tempo del Valencia è stato come minimo ingenuo e come massimo scellerato: i giocatori in campo (con qualche errore dalla panchina), dopo un primo tempo barboso per lo spettatore ma assai efficace dal loro punto di vista (con un’ impostazione tattica speculativa alla Quique applicata molto correttamente), non hanno saputo minimamente interpretare e gestire il doppio vantaggio, numerico e nel tabellone: col coltello dalla parte del manico ma senza un’ idea, qualsiasi essa fosse (puramente conservativa oppure offensiva, per provare incrementare il vantaggio), da imporre all’ avversario in difficoltà, hanno finito col farsi trascinare dalla corrente della partita, rimediando una batosta difficile da cancellare ma che, mandata giù a dovere, nella sua evidenza può fornire anche tante preziose indicazioni sui moltissimi aspetti nei quali questa squadra deve migliorare per tornare ad essere competitiva.
Rispetto all’ andata, Schuster boccia Robinho e De la Red in favore di Guti e Robben, mentre la difesa riassume contorni decisamente più presentabili col rientro dal primo minuto di Sergio Ramos e Pepe; stesso undici invece per il Valencia.
Al contrario di domenica scorsa, in avvio è il Real Madrid a fare chiaramente la partita, perché il Valencia come era abbastanza prevedibile arretra il baricentro, attenua di molto il pressing, cede il possesso-palla e opta per la densità a metacampo e il contropiede. Una densità che dà decisamente fastidio al Madrid in tutto questo primo tempo, poiché Van der Vaart e Guti sono costantemente vigilati fra le linee del compatto 4-4-2 valenciano, e questo aumenta ben oltre il necessario il peso nella costruzione della manovra dei due difensori centrali e di Diarra: i tre si trovano a toccare sin troppo il pallone, e l’ inizio dell’ azione merengue ne risente, il pallone esce il più delle volte in maniera macchinosa o imprecisa dalla metacampo madridista, e ciò facilita il piazzamento difensivo degli ospiti.
La scelta del Valencia è radicalmente opposta a quella dell’ andata anche nei ritmi, in quell’ occasione molto alti e accompagnati da un’ aggressione costante, qui bassissimi e volutamente ai limiti della sonnolenza. La cosa che colpisce di più è però come il Madrid si adegui a questi ritmi, assai passivamente. Oltre all’ impotenza nell’ elaborazione della manovra, che ricorda quella dell’ eliminazione dalla Champions con la Roma, c’è anche un atteggiamento piuttosto blando in fase di non possesso, manifesto nell’ azione del gol del vantaggio ospite, una serie di passaggi dei giocatori del Valencia (la prima seria azione manovrata degli ospiti) che non trovano opposizione fino a quando Silva non scaraventa in fondo al sacco dal limite dell’ area, sorprendendo Iker con una rasoiata a fil di palo non priva di una certa classe.
Se a questo poi aggiungiamo la successiva espulsione di Van der Vaart (discutibile: l’ entrataccia c’è, ma non sembra esserci la sufficiente cattiveria, e viene toccato anche il pallone), qualcuno potrebbe dare per morti sia il Real Madrid che la partita. Qualcuno evidentemente molto ingenuo, che non sa che questi sono i segnali scatenanti delle migliori prerogative madridiste.
Già con l’ inizio della ripresa si nota un cambio di atmosfera al Bernabeu, un Real Madrid che perlomeno mostra generosità e aggressività, che cerca la verticalizzazione e la palla dentro l’ area con molta più convinzione, da qui il rigore del pareggio: lancio di Guti, torre di Sergio Ramos e colpo di testa a botta sicura di Van Nistelrooy, “parato” con il braccio da Albiol: chiara occasione da gol, mi pare, però magicamente Iturralde si limita al cartellino giallo per il Raúl valenciano (quello campione d’ Europa). Ruud comunque non fa una piega e trasforma, chiamando le sue truppe all’ arrembaggio.
È il momento in cui Schuster può attuare i suoi schemi prediletti: innanzitutto lo “Schema-Sergio Ramos”, ovvero “mi butto in avanti a testa bassa e chi si è visto si è visto”, poi lo “Schema-Robben”, ossia “prendo palla parto e chi si trova sulla mia strada, affari suoi”. Sulla strada di Arjen si trova Moretti, mandato letteralmente al massacro dalla mancanza di aiuti e raddoppi sulla propria fascia, uno contro uno con l’ olandese che nel secondo tempo diventa costante e dall’ esito ovviamente scontato.
A dir poco sconcertante il Valencia: con un’ infinità di opzioni disponibili per chiudere la partita, tutte di applicabilità relativamente facile dato il vantaggio numerico, potendo indifferentemente cercare di affondare in cerca del raddoppio oppure temporeggiare e restare coperto ingolfando l’ azione del Real Madrid, si sbriciola letteralmente, consegnandosi a una partita da una porta all’ altra che non fa che gettare benzina sul fuoco dell’ esaltazione madridista. Avere un uomo in più a maggior ragione renderebbe efficace un’ accentuazione di quella circolazione del pallone lenta e speculativa intravista nel primo tempo, la quale avrebbe la funzione di spegnere gli ardori avvesari e mantenere vicini i giocatori e compatta la squadra, invece gli ospiti adottano una gestione del pallone scriteriata che non è né carne né pesce, né “melina” né contropiede, perdono palloni in maniera incomprensibile e si allungano progressivamente, facendo venire meno ogni protezione della difesa sempre più esposta alle sfuriate madridiste.
Ci mette del suo anche Emery, che non interviene nella zona più delicata, ovvero il settore centrale del centrocampo. Come all’ andata, Albelda e Baraja si sgonfiano: c’è poco da fare, la loro autonomia è limitata (soprattutto quella del “Pipo”), e l’ era-Benitez è lontanissima ormai. Si tratta di un punto delicatissimo e decisivo di questo nuovo Valencia: se l’ idea di Emery è quella di un undici intenso, aggressivo, rapido nell’ affrontare entrambe le transizioni, e il centrocampo dovrebe esserne il motore, questi non sembrano più gli uomini adatti, e l’ aspetto più spinoso è che una loro successione è ancora lungi dal consolidarsi. Emery non si gioca la freschezza di Fernandes (al posto di Baraja o al posto di una punta, questa sarebbe stata l’ idea) come all’ andata, cambia solo i due esterni, non ricompatta la squadra e così perde definitivamente la battaglia della mediana, per quanto ciò possa sembrare strano contro un Real Madrid sgangheratissimo, coi soli Diarra e Guti nel mezzo e un Raúl che gioca praticamente a tutto campo (monumentale il suo sacrificio nei ripiegamenti, però la nulla produzione offensiva non gli permette di andare oltre la sufficienza).
E dire che ci sarebbe anche la seconda ammonizione di Van Nistelrooy a offrire un ulteriore golosissimo assist al Valencia perché riprenda possesso della partita, ma la cosa dura solo un paio di minuti in cui il Valencia sembra poter capire che far girare il pallone e tenere un po’ lì il Real Madrid sembra la cosa più logica. Pura illusione: la grande forza del Madrid, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è che sa di poter contare sempre sull’ episodio, al di là dell’ andamento globale dela partita, e che su quell’ episodio le sue forze risulteranno il più delle volte preponderanti.
Detto fatto, ecco un calcio d’ angolo, situazione nella quale gli effetti dell’ inferiorità numerica tendono a minimizzarsi: qui va aperta una parentesi sulla catastrofica difesa di queste azioni da parte valenciana, problema che si trascina dal crepuscolo dell’ era Quique passando per l’ interregno di “Rambo il Distruttore”, problema al quale Emery, celebre all’ Almeria proprio per la cura maniacale delle palle inattive, dovrà mettere mano con assoluta urgenza: inammissibile vedere Diarra saltare libero e felice al centro dell’ area per cogliere la traversa, traversa dalla quale si origina un rimpallo e la successiva ribattuta a rete dello spiritato Sergio Ramos.
Tardivo e improduttivo il tentativo di reazione ospite nell’ ultimo quarto d’ ora (Emery si gioca Morientes per Albiol quando non c’è più nulla da perdere), che lascia spazio soltanto all’ apoteosi merengue: Hildebrand è pollo che più pollo non si può sulla comunque ingegnosa conclusione del neo-entrato De la Red dalla trequarti, poi è l’ altro nuovo entrato Higuaín ad approfittare di un retropassaggio da crocifissione immediata di Alexis. L’ ultimo gol della serata, al 90’, serve solo al Moro Morientes per segnalare che è vivo e vegeto.
I MIGLIORI: Uragano Robben: largo a destra (dopo aver iniziato solo i primissimi minuti di partita a sinistra) nel secondo tempo scatena il finimondo quando il Valencia si sfilaccia e gli lascia gli spazi per andare palla al piede. Lo scenario del secondo tempo scatena anche gli istinti animaleschi di Sergio Ramos, l’ altro grande eroe della serata.
Nel Valencia, scusate il gioco di parole, si salva Silva, se non altro per il gol, perché poi sparisce anche lui nell’ inconcepibile secondo tempo che.
I PEGGIORI: Ovviamente c’è poco da salvare nel Valencia. Abbiamo già analizzato globalmente i problemi del centrocampo, qui mi concentro su Baraja, elegante signore di mezza età a passeggio per il campo: troppo troppo troppo lento nel proporre gioco, se a questo aggiungiamo la genetica incapacità di Albelda nell’ impostazione non si capisce da dove possa scaturire quella manovra in velocità che vorrebbe Emery. Baraja poi esaurisce la benzina passata l’ ora di gioco, e il centrocampo non regge più: lui e Albelda non possono più essere quella macchina da pressing dei tempi di Benitez, gli anni passano per tutti.
Altri due cattivi protagonisti: Joaquín inesistente, tanto per cambiare, Hildebrand ancora una volta del tutto incapace di trasmettere sicurezza e a tratti (vedi il gol di De la Red) persino dilettantesco nelle scelte: quello del tedesco si profila sempre di più come uno dei tanti investimenti a vuoto della sciagurata era-Soler.
Real Madrid (4-3-3): Casillas 6,5; Ramos 7,5, Pepe 6, Heinze 5,5, Torres 6 (63'); Van der Vaart 5,5, Diarra 6, Guti 5,5 (79'); Raúl 6 (80'), V. Nistelrooy 6, Robben 7,5.
In panchina: Dudek, Marcelo, J. García, Robinho, Drenthe s.v. (63), De la Red 6,5 (79'), Higuaín 6 (80').
Valencia (4-4-1-1): Hildebrand 5,5, Miguel 6, Albiol 5,5 (86'), Alexis 5, Moretti 5,5; Joaquín 5 (67'), Albelda 5,5, Baraja 5, Mata (59'); Silva 6,5; Villa 5,5.
In panchina: Guaita, Helguera, P. Hernández 5,5 (67'), Vicente 5,5 (59'), Fernandes, Edu, Morientes 6 (86').
Goles: 0-1 (32'): Silva, con la zurda. 1-1 (49'): Van Nistelrooy, de penalti. 2-1 (76'): Ramos, de rechace. 3-1 (85'): De la Red, desde fuera del área. 4-1 (88'): Higuaín. 4-2 (89'): Morientes.
Árbitro: Iturralde González, colegio vasco. Amonestó a Albiol (49'), Heinze (73') y Alexis (77') y expulsó por roja directa a Van der Vaart (39'), y Van Nistelrooy por doble amarilla (53' y 72').
Incidencias: Bernabéu. 74.000 espectadores.
Etichette: Real Madrid, Supercoppa di Spagna, Valencia
13 Comments:
Ho scritto anche io un pezzo sul mio blog di calcio internazionale:se ti fa piacere vallo a leggere.Sono stato parecchio "caloroso" con Emery...
Ciao;-)
Non ho parole sull'accaduto.Un primo tempo in cui vedendo la partita ne ho dette di tutti i colori, soprattutto a Shuster, perchè non è possibile che una squadra che deve rimontare giochi come le signorine facendo girar palla a 2 km/h con costante possesso di Heinze e Pepe, non è possibile che in fase di non possesso i 2 attaccanti e Robben facciano pressing da soli e quindi vengano messi in mezzo dai difensori e dai centrocampisti avversari.Non è possibile rivedere la stess partita che il Madrid ha giocato a marzo contro la Roma.Ad un certo punto, esasperato ho iniziato addrittura ad invocare i lanci lunghi, tattica che io detesto.Un gioco davvero mediocre, stavo anche venendoti a dire che Raùl aveva fatto letteralmente schifo e che Bernabeu, Puskas e Juanito, da lassù probabilmente stavano rigettando nel vedere lo spirito del Bernabeù stadio calpestato così malamente.Poi il Valencia ha deciso di fare quel possesso di palla poco convinto ed è lì che si è suicidato.Finalmente i bianchi hanno cominciuato a metterci l'agonismo che serve ed hanno trovato la più incredibile delle rimonte giocando un secondo tempo non bello, ma di grande intensità.Concordo su quasi tutto l'articolo, ma se fossi stato in te avrei calcato molto di + la mano pesante su Guti.Nel primo tempo in attacco hanno fatto ridere tutti a cominciare da Raùl, che però almeno nel secondo tempo non ha accettato l'idea della sconfitta ed ha giocato da medianaccio,forse le miglior fotografia di un Madrid orribile ma volenteroso, mentre Ruud ha subito addirittura l'espulsione per dire quanto agonismo ci ha messo, Robben nel secondo tempo è stato una furia, come dici tu io parto e chi è di fronte a me affari suoi, diarrà anche ha aumentato l'intensità, ed in generale tutti lo hanno fatto.La pecora ner è come al solito lui, Guti, con quel suo modo di giocare privo di intensità e di continuità, nel secondo tempo contiunuava fastidiosamente a cercare di abbssare il ritmo senza capire che quello era il momento di alzarlo il ritmo.Ad un certo punto ha stoppato una palla a centrocampo in un potenziale contropiede, si è fermato, si è preso un caffè eppoi ha lanciato la palla, sbagliando malamente, lì ho perso le staffe ed ho chiesto a mio padre che era li a vedere la partita con me come facessero i compagni che nel frattempo si facevano un mazzo tanto, a sopportare una cosa del genere.Comunque sia questo Madrid và ampiamente rivisto, e Shuster deve capire che l'intensità bisogna metterla sin da quando siamo 11 contro 11 e non solo nei momenti disperati, in Champions non andrà bene come Domenica, spero che il Tedesco lo capisca prima o poi.E spero che prima o poi faccia anche fuori Guti.
madrid7 perchè non crei un blog sul Real?
valentino, mercoledì ho visto Russia-Spagna U-21 e ho scritto un breve pezzo di cronaca che ti segnalo: http://fcdynamomoscow.blogspot.com/2008/08/spagna-bestia-nera-anche-per-gli-under.html
colgo l'occasione per proporti uno scambio di link.
@ Vojvoda
Grazie, ho letto il tuo pezzo (come leggo con frequenza il tuo blog in generale, anche se ho commentato solo in una occasione).
Sono un po' di parte perchè Unai lo seguo e lo stimo enormemente sin dalla Segunda con l' Almeria, però per me sei stato un po' troppo "caloroso" con lui. Ha le sue responsabilità senza dubbio, ma per me son limitate alla scelta dei cambi, in particolare al non intervento sulla coppia di centrali di centrocampo (non sono d' accordo invece sul cambio difensore-attaccante: per me l' ha fatto quando doveva, finchè era in vantaggio andava benissimo mantenere la difesa a 4, semmai si poteva mettere ordine a centrocampo aggiungendo Fernandes, al posto di Baraja oppure al posto di Mata spostando Silva a sinistra).
Per il resto, non credo che Emery abbia chiesto espressamente ai suoi di buttare via il pallone in quel modo: semplicemente i giocatori in campo sono andati in tilt e lui ha sbagliato i cambi.
Non credo poi vada sovradimensionata questa sconfitta: certo è una figuraccia, ma si volta pagina perchè in questa squadra ci sono i lavori in corso, conclusioni definitive sono e devono essere molto lontane ed Emery è l' unica, ripeto, l' unica speranza di cambiamento per il Valencia. Inoltre credo vada ricordato il buon livello di gioco offerto all' andata, segno che qualcosa sta cominciando ad attecchire.
@ Madrid 7
Guarda, io non ho capito nè temo capirò mai quale sia l' identità tattica precisa di questo Real Madrid (quella psicologica l' abbiamo capita tutti: pura mentalità vincente): pressa alto o difende basso, cerca il possesso-palla o gioca di rimessa? Un gran casino... meno male che nessuno si è mai azzardato a parlare della "mano di Schuster" o robe del genere perchè ci sarebbe da arrossire... giuro che questa squadra mi mette in imbarazzo, perchè di tutte le altre riesco bene o male a ricostruire le linee tattiche ma se dovessi sintetizzare in un' analisi quelle del Real Madrid avrei seri problemi. è chiaro che deve trovare un filo logico, una continuità, un' equilibrio per poter competere al meglio in Europa.
Soliti problemi ad iniziare l' azione a difesa schierata: nel primo tempo Emery aveva messo molto bene in pratica il suo piano, cedere tutto il peso della costruzione del gioco ad Heinze, Pepe e Diarra. Si vede che è mancato Sneijder, che viene sempre a cercarsi il pallone per provare a portarlo oltre la seconda linea avversaria. Si è confermato quello che dicevamo, che nè Guti nè Van der Vaart possiedono le caratteristiche tattiche per condurre la manovra della squadra, son stati inghiottiti dal centrocampo valenciano e così è rimasto solo Diarra a ruminare palloni stentatissimi. Qui lo chiedo ancora una volta in ginocchio: non fate iniziare l' azione a Mahamadou! Un giocatore preziosissimo per altri aspetti, ma questo non lo può proprio fare. La mia idea per il Deportivo (che credo proporrà al Madrid le stesse insidie tattiche del primo tempo dell' altro giorno) sarebbe quella di mettere De la Red in regia davanti alla difesa, e spostare Diarra sul centro-destra al posto di Guti.
A proposito del biondo: non mi è piaciuto per niente, gli ho dato 5,5 con mezzo voto in più soltanto per aver ispirato l' azione del rigore, ed effettivamente mi son dimenticato di bastonarlo nella rubrica dei peggiori, perchè ho finito col concentrarmi solo sul Valencia.
@ Miguel Danny
Grazie della segnalazione, della partita in questione ho visto solo i gol. Curiosa tra l' altro la miserrima copertura che la stampa spagnola riserva all' Under 21: mentre sulle Under 17, Under 19 e Under 20 trovi abbondanti informazioni in occasione dei tornei, sull' Under 21 capita di non trovare addirittura nessun resoconto quando gioca le sue partite. Per esempio quest' ultima gara con la Russia era assai importante (tre punti pesantissimi), eppure sul sito di "As" non ho trovato nulla di nulla...
Ok per lo scmabio di link, con piacere.
Soltanto Gago e De La Red possono interpretare il ruolo del volante nello schieramento tattico del Real Madrid.Nè Sneijder nè Van Der Vaart possono giocare in quel ruolo (per motivi diversi),sebbene abbiano le qualità per poterlo fare;nè naturalmente Guti.Per questo motivo credo che De La Red in particolar modo riuscirà a ritagliarsi uno spazio importante in questa squadra.
Ps:Se davvero dovesse partire Robinho,mi auguro di vedere finalmente assegnato ad Higuain un minutaggio maggiormente idoneo ad un calciatore di tale livello.
Sono d' accordo su De la Red.
Anch' io mi auguro più minuti per Higuain, sono un suo estimatore, però la cessione di Robinho sarebbe una cosa veramente da folli.
e invece arriva per 16 milioncini di euro (clausola recissoria) il buon santi "el rey de la sidra" cazorla! Per quanto stimo il giocatore, credo che non debba dare piú al chealsea la fama di distruttore del mercato (dei prezzi).. questo real regala soldi come pochi eh!
Ah incredibile vale, 18.500 persone al molinon per vedere la bruttacopia del milan (e 40 euri di entrata, benedetti bagarini che me lo han venduto a 25..) almeno il 2 a 0 ha fatto contenti tutti...
Hola Valentino
Partido de pena en todos los aspectos del Valencia Cf. Me gustó mucho en la Ida, donde pudimos ver a un equipo muy trabajado, que efectuaba una presión bastante acertada, que jugaba con verticalidad, y que jugó con mucha intensidad.
Pero me da que a este equipo le hace falta implantar un poco de pausa en algunos momentos. Pero defensivamente en Valencia hay mucho que trabajar, errores defensivos graves, como el que le costó el 4 gol del Real Madrid. Ese tipo de errores no se pueden cometer, son regalos prácticamente.
Nuevo partido catastófico de Guti. Dificulta mucho la circulación de balón tanto por su poca aportación al dinamismo del centro del campo como por la retención exagerada que suele hacer del esférico cuando le llega, rompiendo el movimiento colectivo y extremando la lentitud de la transición ofensiva.
Partido magistral de Don Mahamadou Diarra. No me voy a extender más en este punto porque entiendo que puedo resultar cansino, pero de verdad que habría que quitarse los prejuicios de una vez con este jugador y valorarlo como se merece. Además es un puñetero líder en el vestuario. Jugadorazo, sin más.
uN ABRAZO
ATTENZIONE,ANNUNCIO DEL CAN BARCA:
"URGONO VELOCEMENTE ATTACCANTI,CHE VEDANO LA PORTA E LA BUTTINO DENTRO.
3 VOLTE PIQUE'(CHE ATTACCANTE NON E'),2 ETO'O(LONTANO DAI SUOI SPLENDORI),1 GUDDY(LENTISSIMO)1 BOJAN(INCREDIBILE ERRORE)HANNO GARANTITO UNA SERATA DI GLORIA AI POLACCHI DEL WISLA.
Speriamo non sia un segnale allarmante questa sterilità offensiva...!
Non era certo un caso che la società stesse alle calcagna di Villa(e ci sta ancora)...
Grazie per aver letto l'aricolo,lascia pure qualche parere ogni tanto,così rimpinguiamo la sezione destinata ai "commenti"...;-)
Un po' in ritardo, ma qualcosa dovevo scriverla su questa partita: il tuo "ME-MO-RA-BI-LE", Vale, è la miglior parola per riassumere quanto accaduto al Bernabéu domenica sera. Il Real però continua a non convincermi: una rimonta del genere può arrivare due, tre volte in una stagione per una squadra normale, volendo anche otto per questo Real, ma se non si riordina la squadra (magari con l'inserimento di De La Red, come proposto da Gandhi) c'è il serio rischio che il rinnovato Barça di Guardiola possa fare il colpaccio.
mea culpa per santi cazorla, che era dato per fatto (quasi ufficiale addirittura) da tutta la stampa spagnola. Ormai tele5 ha raggiunto o superato i livelli di marca e di calderon...
@ Cespo
Beh, non sei stato l' unico a cascarci, ieri le telecamere hanno addirittura sorpreso Cazorla che parlava al telefono con Casillas dicendo "mi raccomando, trattami bene perchè sono nuovo" e "forse viene anche Villa (che, notizia di oggi, ha rinnovato anche lui col Valencia)"...
A mio avviso sarebbe stato un acquisto davvero ottimo (16 milioni in assoluto non mi sembrano nemmeno troppi... certo, prima Deco va via per 10...), perchè si trattava del giocatore ideale per permettere al Madrid di passare all' occorrenza al 4-4-2 (le caratteristiche di Robben e Robinho sono troppo offensive invece).
P.S.: Grande Sporting!... eheheh :) Come li hai visti in generale? Ho letto di un ottimo Maldonado, confermi?
@ Alejandro
Diarra es un jugador fenomenal en lo que se refiere a la cobertura de los espacios, pero darle salida al juego no me parece lo suyo, asì que preferiria verle como interior derecho (donde jugò muy bien en el final de la pasada temporada) en lugar de Guti, dejando la zona por delante de la defensa a un jugador que pueda iniciar el juego con mas fluidez como podria ser De la Red. En fin, un mediocampo con De la Red pivote y Diarra y Sneijder como interiores seria para mi lo mas indicado y equilibrado.
Tranquilo Alejandro, la pausa al Valencia se la dan Albelda y Baraja... :)
En serio, el jugador mas indicado para lo que pides me parece Banega, no entiendo que Emery le quiera apartar.
@ Vojvoda
Ho visto la partita, effettivamente se li son mangiati belli grossi... e te ne sei pure dimenticato uno di Henry nel primo tempo.
Però non è tanto questa la cosa che mi ha impressionato negativamente, perchè è difficile che errori simili si ripetano con frequenza, quanto piuttosto la prestazione modesta, un altro passo indietro dopo il Gamper. Queste ultime due partite hanno offerto un Barça molto più simile a quello dell' anno scorso rispetto a quello che pretende di diventare: è tornata la staticità a metacampo, la ricerca monotematica dell' uno contro uno, e anche in fase di non possesso è scemata l' aggressività delle prime partite di pretemporada, anche se nel secondo tempo l' atteggiamento è stato un po' più dignitoso.
@ Antonio
Ciao, bentornato.
Anche a me il Real Madrid non convince, però sono già due anni che non mi convince e sono due anni che almeno in patria vince... certo, come detto nei commenti precedenti, l' Europa richiede qualcosa di meglio, di molto e anche in patria i margini di miglioramento di Barça e Sevilla rispetto alla passata stagione sono superiori, e potenzialmente insidiosi.
Vale, parla di un Siviglia posibilmente insidioso, come mai? Sono andati via tre pezzi grossi come Poulsen, Dani Alves e Keita (andati addirittura a rinforzare una diretta concorrente come il Barça), e sono arrivati giocatori di medio livello come Squillaci, Konko e Fernando Navarro, tu pensi che possano bastare per migliorare il quinto posto ottenuto lo scorso anno?
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