DEPORTIVO-VALENCIA 1-1: Villa (V); Piscu (D).
Pareggio che non serve a nessuno. Poco gioco e molta qualità individuale per un Valencia comunque più sobrio rispetto alle ultime uscite, Depor che gioca anche bene, in alcuni tratti persino benone, ma privo di forza d’urto in attacco.
Lotina preserva il Mago Valerón per la rimonta disperata di giovedì in Uefa, quindi nel suo 4-3-2-1 Verdú scala a fare il trequartista con Lafita, mentre il canterano Lassad (ineleggibile per l’Uefa) viene confermato al centro dell’attacco. Emery perde Albelda, ma presenta l’importantissimo ritorno di Alexis.
L’approccio del Depor alla gara è ottimo, l’intenzione di imporre il proprio gioco è chiara e viene sviluppata armoniosamente. I padroni di casa pressano l’inizio dell’azione dei difensori valenciani, costringendoli a errori in alcuni casi veramente goffi, e in fase di possesso mostrano una manovra piacevole, ad ampio respiro, ottime trame palla a terra, movimento e sovrapposizioni in abbondanza.
Dopo l’invenzione del 5-4-1 la stagione passata, l’asso nella manica di Lotina questa volta è il 4-3-2-1. Ancora una volta il pretesto è l’infortunio di Guardado: tolto l’esterno sinistro, Lotina lascia due mezzepunte senza una posizione fissa, infoltendo la mediana con tre centrali molto stretti. Questi tre centrali a centrocampo tendono a creare un vantaggio strategico, impegnando i centrocampisti avversari (generalmente due centrali in un 4-4-2, quindi facilmente esposti all’inferiorità numerica) e liberando di conseguenza gli spazi per i trequartisti. Modulo pensato anche per reinserire Valerón risparmiandogli lavoro in copertura, ma che anche in assenza del canario ha il pregio di liberare sempre un giocatore in possesso del pallone, offrendo opzioni di passaggio comode a tutto vantaggio della fluidità di manovra.
La risorsa principale del Depor è la propria fascia sinistra, dove costruisce una fruttuosa superiorità: c’è Filipe che sale costantemente ed è una sorta di regista aggiunto, c’è Lafita che gravita prevalentemente in quella zona, e in più c’è l’attivissimo Lassad che costantemente taglia dal centro verso sinistra, fra terzino e centrale, chiamando Alexis fuori dalla propria zona e creando opportunità per gli inserimenti a rimorchio dei centrocampisti. Lassad fa tutto bene, Verdú e Juan Rodríguez si inseriscono con continuità in area di rigore, ma il Depor punge pochissimo in rapporto alla mole di gioco prodotta, si contano un’incursione di Filipe smarcato da Lassad e qualche tiro da fuori sbilenco.
Così a passare è il Valencia, velenosissimo nel suo attacco anche senza giocare: è un regalo del Depor il gol del vantaggio ospite, un retropassaggio sciagurato di De Guzman, ma Villa ha talmente tanta classe da riuscire a convertire un gol potenzialmente banalissimo in un gran bel gol. Subito lo svantaggio, il Depor continua a fare la partita, senza creare granchè a parte i numeri palla al piede di Lassad, e rischiando anzi qualche contropiede, perché con Lassad a svuotare l’area e Verdú e Juan Rodríguez a riempirla una volta sì e l’altra pure, ad Antonio Tomás in qualche momento rimangono troppi metri da coprire, senza grosse conseguenze negative comunque.
Nella ripresa l’iniziativa del Depor perde vigore, i galiziani sembrano ormai attaccare più per dovere che per convinzione, le occasioni non ci sono e nemmeno l’ingresso dei vecchi saggi, Sergio e Valerón, sembra poter dare il salto di qualità, anche perché il Valencia rispetto al primo tempo sembra meglio raccolto nella propria metacampo, con la linea delle mezzepunte più vicina in copertura alla difesa e al doble pivote.
Ma gli ospiti, in dieci per una seconda ammonizione eccessivamente severa a Villa, pagano infine uno dei loro maggiori punti deboli: Piscu approfitta della fragilità sui calci piazzati degli uomini di Emery, guardacaso quell’Emery che aveva fatto del suo Almería la squadra più efficace della scorsa Liga in questa situazione di gioco. Finale vivace, entrambe le squadre cercano la vittoria, il Valencia ci prova generosamente nonostante l’inferiorità numerica, Baraja sfiora il gol da fuori, Lassad prende l’esterno della rete al termine di un’azione confusa, ma il tabellone non si smuove.
I MIGLIORI: Una rivelazione Nouioui Lassad, sbucato a 22 anni dal Deportivo B che lo aveva acquistato nel mercato invernale della scorsa stagione: ci si chiede perché questo attaccante francese di origini maghrebine sia venuto fuori così relativamente tardi, e se non ci sia il trucco, visti i colpi da funambolo mostrati stasera.
Attaccante di stazza ma mobilissimo, estremamente agile nei movimenti, dotatissimo nel controllo in corsa, capace di numeri di alta scuola nell’uno contro uno, doppi passi e giocate con la suola. Grande predisposizione al dialogo con le mezzepunte, efficace nel proporsi tra le linee e soprattutto ad allargarsi sulla fascia sinistra per creare situazioni di superiorità numerica. Non staziona quasi mai in area di rigore, visto stasera ha più le caratteristiche tattiche di un Ibrahimovic che quelle della prima punta. Per il resto, solita grande partecipazione al gioco di Filipe e Lafita, cardini della manovra galiziana.
I PEGGIORI: Un po’titubante la coppia Alexis-Marchena, da tempo in calo Mata.
Deportivo de La Coruña (4-3-2-1): Aranzubia 6,5; Laure 6, Lopo 6, Piscu 6,5, Filipe Luis 7; Juan Rodríguez 6(Valerón s.v.; m.65),, Antonio Tomás 6(Sergio 6; m.70), De Guzmán 5,5; Verdú 6, Lafita 6,5; Lassad 7(Bodipo s.v.; m.88).
Valencia (4-2-3-1): César 6; Maduro 6, Alexis 5,5, Marchena 5,5, Del Horno 6; Fernandes 5,5, Baraja 6; Joaquín 6(Míchel s.v.; m.63), Silva 6 (Morientes; m.78), Mata 5,5; Villa 6,5.
Goles: 0-1; m.25, Villa. 1-1; m.78, Piscu.
Árbitro: Pérez Burrull, del colegio cántabro. Expulsó por doble amarilla al valencianista Villa (m.76). Además, mostró tarjeta amarilla a Alexis (m.18), Joaquín (m.38), Silva (m.41), Baraja (m.59), César (m.87), Marchena (m.87) y Míchel (m.90), por parte del Valencia; y a Lopo (m.90), por parte del Deportivo.
Incidencias: Encuentro correspondiente a la vigésima cuarta jornada del campeonato nacional de Liga, disputado en el estadio municipal de Riazor ante unos 18.000 espectadores.
Lotina preserva il Mago Valerón per la rimonta disperata di giovedì in Uefa, quindi nel suo 4-3-2-1 Verdú scala a fare il trequartista con Lafita, mentre il canterano Lassad (ineleggibile per l’Uefa) viene confermato al centro dell’attacco. Emery perde Albelda, ma presenta l’importantissimo ritorno di Alexis.
L’approccio del Depor alla gara è ottimo, l’intenzione di imporre il proprio gioco è chiara e viene sviluppata armoniosamente. I padroni di casa pressano l’inizio dell’azione dei difensori valenciani, costringendoli a errori in alcuni casi veramente goffi, e in fase di possesso mostrano una manovra piacevole, ad ampio respiro, ottime trame palla a terra, movimento e sovrapposizioni in abbondanza.
Dopo l’invenzione del 5-4-1 la stagione passata, l’asso nella manica di Lotina questa volta è il 4-3-2-1. Ancora una volta il pretesto è l’infortunio di Guardado: tolto l’esterno sinistro, Lotina lascia due mezzepunte senza una posizione fissa, infoltendo la mediana con tre centrali molto stretti. Questi tre centrali a centrocampo tendono a creare un vantaggio strategico, impegnando i centrocampisti avversari (generalmente due centrali in un 4-4-2, quindi facilmente esposti all’inferiorità numerica) e liberando di conseguenza gli spazi per i trequartisti. Modulo pensato anche per reinserire Valerón risparmiandogli lavoro in copertura, ma che anche in assenza del canario ha il pregio di liberare sempre un giocatore in possesso del pallone, offrendo opzioni di passaggio comode a tutto vantaggio della fluidità di manovra.
La risorsa principale del Depor è la propria fascia sinistra, dove costruisce una fruttuosa superiorità: c’è Filipe che sale costantemente ed è una sorta di regista aggiunto, c’è Lafita che gravita prevalentemente in quella zona, e in più c’è l’attivissimo Lassad che costantemente taglia dal centro verso sinistra, fra terzino e centrale, chiamando Alexis fuori dalla propria zona e creando opportunità per gli inserimenti a rimorchio dei centrocampisti. Lassad fa tutto bene, Verdú e Juan Rodríguez si inseriscono con continuità in area di rigore, ma il Depor punge pochissimo in rapporto alla mole di gioco prodotta, si contano un’incursione di Filipe smarcato da Lassad e qualche tiro da fuori sbilenco.
Così a passare è il Valencia, velenosissimo nel suo attacco anche senza giocare: è un regalo del Depor il gol del vantaggio ospite, un retropassaggio sciagurato di De Guzman, ma Villa ha talmente tanta classe da riuscire a convertire un gol potenzialmente banalissimo in un gran bel gol. Subito lo svantaggio, il Depor continua a fare la partita, senza creare granchè a parte i numeri palla al piede di Lassad, e rischiando anzi qualche contropiede, perché con Lassad a svuotare l’area e Verdú e Juan Rodríguez a riempirla una volta sì e l’altra pure, ad Antonio Tomás in qualche momento rimangono troppi metri da coprire, senza grosse conseguenze negative comunque.
Nella ripresa l’iniziativa del Depor perde vigore, i galiziani sembrano ormai attaccare più per dovere che per convinzione, le occasioni non ci sono e nemmeno l’ingresso dei vecchi saggi, Sergio e Valerón, sembra poter dare il salto di qualità, anche perché il Valencia rispetto al primo tempo sembra meglio raccolto nella propria metacampo, con la linea delle mezzepunte più vicina in copertura alla difesa e al doble pivote.
Ma gli ospiti, in dieci per una seconda ammonizione eccessivamente severa a Villa, pagano infine uno dei loro maggiori punti deboli: Piscu approfitta della fragilità sui calci piazzati degli uomini di Emery, guardacaso quell’Emery che aveva fatto del suo Almería la squadra più efficace della scorsa Liga in questa situazione di gioco. Finale vivace, entrambe le squadre cercano la vittoria, il Valencia ci prova generosamente nonostante l’inferiorità numerica, Baraja sfiora il gol da fuori, Lassad prende l’esterno della rete al termine di un’azione confusa, ma il tabellone non si smuove.
I MIGLIORI: Una rivelazione Nouioui Lassad, sbucato a 22 anni dal Deportivo B che lo aveva acquistato nel mercato invernale della scorsa stagione: ci si chiede perché questo attaccante francese di origini maghrebine sia venuto fuori così relativamente tardi, e se non ci sia il trucco, visti i colpi da funambolo mostrati stasera.
Attaccante di stazza ma mobilissimo, estremamente agile nei movimenti, dotatissimo nel controllo in corsa, capace di numeri di alta scuola nell’uno contro uno, doppi passi e giocate con la suola. Grande predisposizione al dialogo con le mezzepunte, efficace nel proporsi tra le linee e soprattutto ad allargarsi sulla fascia sinistra per creare situazioni di superiorità numerica. Non staziona quasi mai in area di rigore, visto stasera ha più le caratteristiche tattiche di un Ibrahimovic che quelle della prima punta. Per il resto, solita grande partecipazione al gioco di Filipe e Lafita, cardini della manovra galiziana.
I PEGGIORI: Un po’titubante la coppia Alexis-Marchena, da tempo in calo Mata.
Deportivo de La Coruña (4-3-2-1): Aranzubia 6,5; Laure 6, Lopo 6, Piscu 6,5, Filipe Luis 7; Juan Rodríguez 6(Valerón s.v.; m.65),, Antonio Tomás 6(Sergio 6; m.70), De Guzmán 5,5; Verdú 6, Lafita 6,5; Lassad 7(Bodipo s.v.; m.88).
Valencia (4-2-3-1): César 6; Maduro 6, Alexis 5,5, Marchena 5,5, Del Horno 6; Fernandes 5,5, Baraja 6; Joaquín 6(Míchel s.v.; m.63), Silva 6 (Morientes; m.78), Mata 5,5; Villa 6,5.
Goles: 0-1; m.25, Villa. 1-1; m.78, Piscu.
Árbitro: Pérez Burrull, del colegio cántabro. Expulsó por doble amarilla al valencianista Villa (m.76). Además, mostró tarjeta amarilla a Alexis (m.18), Joaquín (m.38), Silva (m.41), Baraja (m.59), César (m.87), Marchena (m.87) y Míchel (m.90), por parte del Valencia; y a Lopo (m.90), por parte del Deportivo.
Incidencias: Encuentro correspondiente a la vigésima cuarta jornada del campeonato nacional de Liga, disputado en el estadio municipal de Riazor ante unos 18.000 espectadores.
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