VENTISETTESIMA GIORNATA: Atlético Madrid-Villarreal 3-2: Matias Fernández(V); Cani(V); Agüero(A); Forlán(A); Antonio López(A).
Bella partita, strameritata rimonta per uno dei migliori Atlético della stagione.
Manca Ujfalusi fra i padroni di casa, coppia centrale Pablo-Perea come ai vecchi tempi e Heitinga terzino destro. La corsa per il posto accanto all’inamovibile Assunção stavolta la vince Raúl García, mentre dall’altra parte Pellegrini ha grossi problemi di formazione: indisponibili in una botta sola Gonzalo, Godín e Cygan, finisce che Eguren arretra in difesa, mentre nel doble pivote con Senna ci gioca Cani, in un centrocampo ad altissimo tasso tecnico, con Cazorla, Pires e Matias Fernández alle spalle dell’unica punta Rossi (è assente, tanto per gradire, pure Joseba Llorente).
I padroni di casa entrano da subito in partita, e il Submarino va a rimorchio. È prestissimo un monologo colchonero: blando nell’atteggiamento e sin troppo debole in interdizione (Cani piuttosto spaesato in quella posizione), il Villarreal subisce un assedio: si assiste a cose francamente inaudite al Calderón, un Atlético che si riversa in blocco nella metacampo avversaria e propone una manovra armoniosa e ricca di alternative. Cose da pazzi tipo due-tre opzioni di passaggio per il portatore di palla, giocatori che si offrono fra le linee, appoggi e sovrapposizioni, e poi occasioni a grappoli, sfruttando anche l’impreparazione dell’improvvisata coppia di difensori centrali del Villarreal.
Eguren si fa fregare come un pivello dal tipico movimento spalle alla porta di Agüero: quando il Kun mette il corpo fra il pallone e il difensore le possibilità sono due: dribbling secco o fallo guadagnato dall’argentino. Eguren sceglie la seconda, solo che siamo in area di rigore: fortuna che tra i pali degli ospiti c’è un mostruoso Diego López, che sventa in tuffo il rigore di Forlán e che praticamente terrà in piedi il Villarreal per gran parte del match.
In mezzo a un bombardamento costante, succede pure che il Villarreal trovi il vantaggio in contropiede: cambio di gioco di Cazorla, azione caparbia di Javi Venta che conquista il fondo, pase de la muerte per Matias Fernández che insacca a porta vuota (nessuno fra Pablo e Perea segue il movimento inverso del cileno, inspiegabilmente rinculano entrambi verso la porta).
Continua testardamente ad attaccare l’Atlético, anche se con meno lucidità ed entusiasmo, inevitabilmente, mentre il Villarreal tenta di rallentare e congelare il gioco con un possesso-palla speculativo. Pellegrini mette mano al suo undici nell’intervallo: fragile la mediana, comprensibile quindi l’ingresso di Bruno, anche se non si conoscono le motivazioni dell’uscita di Matias Fernández (problema fisico o scelta tecnica?), al posto del quale avanza sulla trequarti Cani.
E, iniziata la ripresa, altra doccia gelata per il Calderón, solo che stavolta il gol ospite è una perla. C’è tutto il Villarreal nell’azione dello 0-2: fraseggio stretto, l’esterno Cani che da sinistra taglia verso il centro della trequarti, uno-due con Rossi, e squisita conclusione in pallonetto dell’aragonese, fin lì fuori partita, sull’uscita di Leo Franco.
L’Atlético però ha una coscienza che si chiama Diego Forlán: come due settimane prima col Barça, è l’uruguagio a risvegliare gli entusiasmi, solo che stavolta tira di destro e colpisce il palo, propiziando col successivo rimpallo sulla schiena di Diego López il tap-in nella porta sguarnita di Agüero.
A questa sveglia poi si aggiunge l’espulsione per doppia ammonizione di Javi Venta, a incanalare la gara sui sentieri prediletti dall’Atlético: giocandosi a una porta sola, Abel spara ora tutte le sue cartucce. Fuori Heitinga, dentro Sinama, difesa a tre con Sinama a destra e Simão a sinistra a farsi tutta la fascia, e poi Banega al posto di Assunção per massimizzare il tasso di immaginazione del centrocampo. L’Atlético chiude in un angolo l’avversario e alla fine trova il giusto premio, prima con Forlán dentro l’area e infine con Antonio López, non proprio un habituée della cosa, che stacca benissimo su un calcio d’angolo dalla sinistra di Simão.
I MIGLIORI: Pur sconfitto, la copertina se la prende inevitabilmente Diego López, che dopo quelli dello scorso turno con l’Espanyol ha rischiato di regalare nuovamente tre punti quasi da solo alla propria squadra. Qualche periodico black-out non può oscurare lo spessore di questo portiere, ad oggi probabilmente il terzo spagnolo dopo Casillas e Reina (che pure non mi entusiasma eccessivamente). Eccellente piazzamento e buona tecnica fra i pali, sobrietà ed efficacia, agilità a dispetto della stazza, qualche incertezza di tanto in tanto invece nelle uscite alte.
Forlán solito trascinatore: se è indiscutibile che la magia capace di risolvere le partite la mette il Kun, è altrettanto indubbio che in termini di quantità (anche sul piano dei gol: sono già 19, ed è pure un giocatore il cui lavoro va ben oltre i gol e che è solito finire le partite con la lingua di fuori) e di mole di gioco (quel pochissimo di manovra che ha l’Atlético dipende in gran parte dal suo movimento tra le linee) l’uruguaiano è il numero uno dell’Atlético. Chissà cosa sarà preso ad Abel a farlo partire in panchina contro il Porto…
Simão sempre fra i più vivaci e produttivi: Diego López gli nega un golazo nel primo tempo, forza i due cartellini gialli per Javi Venta e serve il calcio d’angolo che vale i tre punti. Positivo anche l’ingresso di Banega: dà idee, fluidità e pure verticalizzazioni (l’unico che ha l’ultimo passaggio nelle corde fra i centrocampisti colchoneros). Ma lo sappiamo già che il suo problema non è certamente la mancanza di talento…
I PEGGIORI: Il Villarreal soffre la mancanza dei centrali titolari (uno come Gonzalo non può farsi aspettare di più: la battaglia della Champions lo chiama a gran voce), la coppia Fuentes-Eguren è debole e improvvisata.
Atlético (4-4-2): Leo Franco 6; Heitinga 6,5 (73') Pablo 6, Perea 6, A. López 6,5; Maxi 6(90') Assunçao 6(66'), Raúl García 6,5, Simao 7; Forlán 7, Agüero 6,5.
In panchina: Coupet, Seitaridis, Banega (66'), Camacho (90'), De las Cuevas, Luis García, Sinama (73').
Villarreal (4-2-3-1): Diego López 8,5; Javi Venta 6, Fuentes 5,5, Eguren 5,5, Capdevila 6; Senna 5,5, Cani 6; Cazorla 6, Mati Fdez. 6(46'), Pires 6(64'); Rossi 6(66').
In panchina: Viera, Kiko, Mario (66'), Bruno 5,5(46'), Ibagaza, Nihat, G. Franco s.v.(64').
Goles: 0-1 (19'): Mati Fernández remacha a placer una contra. 0-2 (52'): Cani hace una gran pared con Rossi y pica ante Leo. 1-2 (53'): Agüero, a placer tras un tiro al poste de Forlán. 2-2 (80'): Forlán remata imparable un pase atrás de Maxi. 3-2 (82'): Antonio López cabecea de maravilla un córner.
Árbitro: Iturralde González. Expulsó a Javi Venta (59' y 65'). Amonestó a Assunçao (45'), Senna (46'), Perea (54'), Diego López (62'), Antonio López (76'), R. García (77') y Camacho (91').
Incidencias: Vicente Calderón. 51.000 esp.
Manca Ujfalusi fra i padroni di casa, coppia centrale Pablo-Perea come ai vecchi tempi e Heitinga terzino destro. La corsa per il posto accanto all’inamovibile Assunção stavolta la vince Raúl García, mentre dall’altra parte Pellegrini ha grossi problemi di formazione: indisponibili in una botta sola Gonzalo, Godín e Cygan, finisce che Eguren arretra in difesa, mentre nel doble pivote con Senna ci gioca Cani, in un centrocampo ad altissimo tasso tecnico, con Cazorla, Pires e Matias Fernández alle spalle dell’unica punta Rossi (è assente, tanto per gradire, pure Joseba Llorente).
I padroni di casa entrano da subito in partita, e il Submarino va a rimorchio. È prestissimo un monologo colchonero: blando nell’atteggiamento e sin troppo debole in interdizione (Cani piuttosto spaesato in quella posizione), il Villarreal subisce un assedio: si assiste a cose francamente inaudite al Calderón, un Atlético che si riversa in blocco nella metacampo avversaria e propone una manovra armoniosa e ricca di alternative. Cose da pazzi tipo due-tre opzioni di passaggio per il portatore di palla, giocatori che si offrono fra le linee, appoggi e sovrapposizioni, e poi occasioni a grappoli, sfruttando anche l’impreparazione dell’improvvisata coppia di difensori centrali del Villarreal.
Eguren si fa fregare come un pivello dal tipico movimento spalle alla porta di Agüero: quando il Kun mette il corpo fra il pallone e il difensore le possibilità sono due: dribbling secco o fallo guadagnato dall’argentino. Eguren sceglie la seconda, solo che siamo in area di rigore: fortuna che tra i pali degli ospiti c’è un mostruoso Diego López, che sventa in tuffo il rigore di Forlán e che praticamente terrà in piedi il Villarreal per gran parte del match.
In mezzo a un bombardamento costante, succede pure che il Villarreal trovi il vantaggio in contropiede: cambio di gioco di Cazorla, azione caparbia di Javi Venta che conquista il fondo, pase de la muerte per Matias Fernández che insacca a porta vuota (nessuno fra Pablo e Perea segue il movimento inverso del cileno, inspiegabilmente rinculano entrambi verso la porta).
Continua testardamente ad attaccare l’Atlético, anche se con meno lucidità ed entusiasmo, inevitabilmente, mentre il Villarreal tenta di rallentare e congelare il gioco con un possesso-palla speculativo. Pellegrini mette mano al suo undici nell’intervallo: fragile la mediana, comprensibile quindi l’ingresso di Bruno, anche se non si conoscono le motivazioni dell’uscita di Matias Fernández (problema fisico o scelta tecnica?), al posto del quale avanza sulla trequarti Cani.
E, iniziata la ripresa, altra doccia gelata per il Calderón, solo che stavolta il gol ospite è una perla. C’è tutto il Villarreal nell’azione dello 0-2: fraseggio stretto, l’esterno Cani che da sinistra taglia verso il centro della trequarti, uno-due con Rossi, e squisita conclusione in pallonetto dell’aragonese, fin lì fuori partita, sull’uscita di Leo Franco.
L’Atlético però ha una coscienza che si chiama Diego Forlán: come due settimane prima col Barça, è l’uruguagio a risvegliare gli entusiasmi, solo che stavolta tira di destro e colpisce il palo, propiziando col successivo rimpallo sulla schiena di Diego López il tap-in nella porta sguarnita di Agüero.
A questa sveglia poi si aggiunge l’espulsione per doppia ammonizione di Javi Venta, a incanalare la gara sui sentieri prediletti dall’Atlético: giocandosi a una porta sola, Abel spara ora tutte le sue cartucce. Fuori Heitinga, dentro Sinama, difesa a tre con Sinama a destra e Simão a sinistra a farsi tutta la fascia, e poi Banega al posto di Assunção per massimizzare il tasso di immaginazione del centrocampo. L’Atlético chiude in un angolo l’avversario e alla fine trova il giusto premio, prima con Forlán dentro l’area e infine con Antonio López, non proprio un habituée della cosa, che stacca benissimo su un calcio d’angolo dalla sinistra di Simão.
I MIGLIORI: Pur sconfitto, la copertina se la prende inevitabilmente Diego López, che dopo quelli dello scorso turno con l’Espanyol ha rischiato di regalare nuovamente tre punti quasi da solo alla propria squadra. Qualche periodico black-out non può oscurare lo spessore di questo portiere, ad oggi probabilmente il terzo spagnolo dopo Casillas e Reina (che pure non mi entusiasma eccessivamente). Eccellente piazzamento e buona tecnica fra i pali, sobrietà ed efficacia, agilità a dispetto della stazza, qualche incertezza di tanto in tanto invece nelle uscite alte.
Forlán solito trascinatore: se è indiscutibile che la magia capace di risolvere le partite la mette il Kun, è altrettanto indubbio che in termini di quantità (anche sul piano dei gol: sono già 19, ed è pure un giocatore il cui lavoro va ben oltre i gol e che è solito finire le partite con la lingua di fuori) e di mole di gioco (quel pochissimo di manovra che ha l’Atlético dipende in gran parte dal suo movimento tra le linee) l’uruguaiano è il numero uno dell’Atlético. Chissà cosa sarà preso ad Abel a farlo partire in panchina contro il Porto…
Simão sempre fra i più vivaci e produttivi: Diego López gli nega un golazo nel primo tempo, forza i due cartellini gialli per Javi Venta e serve il calcio d’angolo che vale i tre punti. Positivo anche l’ingresso di Banega: dà idee, fluidità e pure verticalizzazioni (l’unico che ha l’ultimo passaggio nelle corde fra i centrocampisti colchoneros). Ma lo sappiamo già che il suo problema non è certamente la mancanza di talento…
I PEGGIORI: Il Villarreal soffre la mancanza dei centrali titolari (uno come Gonzalo non può farsi aspettare di più: la battaglia della Champions lo chiama a gran voce), la coppia Fuentes-Eguren è debole e improvvisata.
Atlético (4-4-2): Leo Franco 6; Heitinga 6,5 (73') Pablo 6, Perea 6, A. López 6,5; Maxi 6(90') Assunçao 6(66'), Raúl García 6,5, Simao 7; Forlán 7, Agüero 6,5.
In panchina: Coupet, Seitaridis, Banega (66'), Camacho (90'), De las Cuevas, Luis García, Sinama (73').
Villarreal (4-2-3-1): Diego López 8,5; Javi Venta 6, Fuentes 5,5, Eguren 5,5, Capdevila 6; Senna 5,5, Cani 6; Cazorla 6, Mati Fdez. 6(46'), Pires 6(64'); Rossi 6(66').
In panchina: Viera, Kiko, Mario (66'), Bruno 5,5(46'), Ibagaza, Nihat, G. Franco s.v.(64').
Goles: 0-1 (19'): Mati Fernández remacha a placer una contra. 0-2 (52'): Cani hace una gran pared con Rossi y pica ante Leo. 1-2 (53'): Agüero, a placer tras un tiro al poste de Forlán. 2-2 (80'): Forlán remata imparable un pase atrás de Maxi. 3-2 (82'): Antonio López cabecea de maravilla un córner.
Árbitro: Iturralde González. Expulsó a Javi Venta (59' y 65'). Amonestó a Assunçao (45'), Senna (46'), Perea (54'), Diego López (62'), Antonio López (76'), R. García (77') y Camacho (91').
Incidencias: Vicente Calderón. 51.000 esp.
Etichette: Atlético Madrid, Liga, Villarreal
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