In caduta libera.
Mi complimento con me stesso per aver pubblicato l’articolo sul basso livello della Liga attuale sabato scorso, smarcandomi in anticipo da eventuali accuse di opportunismo che sarebbero state fin troppo facili ove avessi usato certi toni solo dopo la scioccante due-giorni spagnola in Champions. Va detto però che se lo shock è una sensazione generalmente accompagnata da sorpresa, in questo caso tutto ciò era nell’aria. Champions e Liga risultano due mondi sempre più distanti, e ora che già da molto quello spagnolo non è il campionato più bello del mondo, non me ne uscirò certo con la storiella auto-consolatoria del fatto che comunque resta il più difficile…
Triste risveglio madridista. Come detto, Champions e Liga sono due mondi distanti… e la sconfitta di ieri del Real Madrid esemplifica nel migliore dei modi questa diversità. La scioltezza di manovra, l’allegria, la brillantezza delle partite con Sporting e Betis sono presto evaporate al confronto con un Liverpool appena limitatosi al compitino, esattezza quasi matematica nel coprire gli spazi della propria metacampo e cinismo nello sfruttare l’episodio che ha deciso una partita altrimenti indirizzatissima verso uno 0-0 che al Madrid sarebbe andato benone.
La nota dominante della partita è stata l’impotenza offensiva dei padroni di casa: il Liverpool ha chiaramente optato per cedere il pallone e giocare di rimessa e, sebbene gli uomini di Benítez non abbiano trovato sfogo in contropiede (giusto un’ occasione per Torres e qualche situazione di incertezza dagli incroci fra Benayoun e Kuijt nella zona di un sempre incerto Heinze), non ha mai minimamente sofferto durante i 90 minuti.
Terribilmente piatto il 4-4-2 madridista, circolazione di palla lentissima, Lass e Gago laboriosi ma esclusivamente in orizzontale (quando l’argentino arrischia qualche lancio un po’ più lungo sbaglia spesso, siamo alle solite), Liverpool sempre in superiorità nella zona della palla, specie su Robben, niente gioco tra le linee a parte qualche tentativo di taglio senza palla di Marcelo dalla sinistra, poco assecondato, e una sterile percussione verso il centro di Robben. Higuaín e Raúl persi in una zona di nessuno, non dialogano (l’argentino, ancora una volta deludente in ambito europeo, fa la guerra per conto suo, sceglie sempre male le giocate e si muove poco intelligentemente senza palla; il capitano invece più semplicemente non la tocca) e non danno profondità, permettendo alla difesa del Liverpool di accorciare comodamente verso il centrocampo, evitando qualsiasi tipo di situazione scabrosa nella propria area.
Juande evidentemente si accorge che così non si va da nessuna parte e nella ripresa si gioca un cambio certo criticabile a posteriori, ma che va compreso nella sua intenzione di dare un briciolo di spessore offensivo: Guti per Marcelo. Si cerca cioè uno capace di verticalizzare, e si cerca anche di replicare in scala minore quanto proposto con Betis e Sporting. Cioè un triangolo offensivo, non proprio un 4-3-3 alla Schuster, che tolga qualche punto di riferimento all’avversario col movimento sulla trequarti.
Higuaín e Raúl nelle ultime due gare di Liga si son trovati alla grande agendo negli spazi creati da Huntelaar, ma stavolta “Il Cacciatore” non c’è. È Raúl ora a fare la prima punta, schiacciato sui centrali del Liverpool, naturalmente senza la capacità spalle alla porta dell’olandese né la capacità di dettare il passaggio in profondità o andare a contendere palle alte nelle mischie. In pratica il Madrid non ha peso per premere sulla difesa del Liverpool, poi Higuaín continua a non capire dove si trova e cosa debba fare, Guti non si integra con Lass e Gago, non connette con gli attaccanti e resta in generale un corpo estraneo.
Così del cambio di Juande vengono fuori solo gli aspetti negativi: l’uscita di Marcelo (certo non il peggiore nel primo tempo, anzi), con Robben spostato all’ala sinistra e Higuaín in una posizione ambigua e improduttiva fra l’attacco e la fascia destra, rompe un po’ la simmetria e l’ordine che il Madrid aveva garantito nel primo tempo. Il Liverpool ha qualche spazio per uscire in palleggio e sporadicamente salire coi terzini ma, va detto, non è questa la situazione che decide la partita. Il contropiede ospite resta spento, per l’assenza di Gerrard, per le cattive condizioni di Torres e poi anche per la passività del subentrato Babel, elemento che non ha nelle corde i movimenti senza palla per distendere la propria squadra.
Così a decidere il match è uno stupido episodio, stupido per l’ingenuità di Heinze nel regalare la punizione e stupido per l’amnesia di Higuaín (ancora tu, Pipita!) che dimentica Benayoun libero di colpire in mezzo all’area. E ora… tanti auguri, signori miei!
Barça-horror ma più che mai vivo. Al nemico blaugrana invece è andata benone, tutto considerato. Considerato l’1-1 in trasferta e considerato anche che il risultato è maturato in presenza di una superiorità a tratti imbarazzante del Lione, con la barca che sembrava sul punto di affondare. La battaglia tattica Guardiola l’ha persa miseramente, questa la verità. Gli avversari hanno mangiato la foglia, e la limitatezza delle soluzioni blaugrana, per quanto straordinarie esse siano, comincia a farsi sentire. Questo perché il Barça innesca tutti gli automatismi del proprio gioco a partire dal triangolo Messi-Alves-Xavi. Limitato questo triangolo, quei pochi altri automatismi (la mezzala sinistra che va a fare l’attaccante aggiunto, blocca centrale e terzino avversario e apre il campo per Henry che resta largo) non possono mettersi in moto.
Puel, aiutato dal gol sblocca-partita di Juninho (papera di Valdes, periodaccio per lui… in certi momenti ti fa sentire solo contro il mondo quando cerchi di spiegare che si tratta di un buon portiere), ha visto vincere il proprio piano anti-Barça, tutto incentrato sulla catena di destra blaugrana: Messi viene preso in una morsa fra Makoun, Toulalan, Grosso e i due centrali (perfetta l’intesa fra un Cris monumentale e un Boumsong molto attento nell’uscire dalla linea coi tempi giusti impedendo a Messi di girarsi), non riesce a entrare in contatto col pallone e con Xavi (depotenziato all’estremo se non trova opzioni di passaggio sicure), mentre ad Alves viene lasciata un pochino di libertà in più, ma in maniera molto ben studiata: il brasiliano ha qualche metro inizialmente per avanzare, ma non ha alcuna opportunità di dialogo con Xavi e Messi (lui che è un terzino-regista più che un terzino-ala), è costretto a giocare un po’ isolato e col cross dalla trequarti come unica soluzione, mentre negli spazi lasciati dalle avanzate del brasiliano il Lione sguinzaglia “Il Mostro”, ovvero Karim Benzema, la miccia delle transizioni offensive dei francesi.
Il Barça, limitato nella propria manovra, prende un palo con Eto’o, ma è un’azione estemporanea, per il resto rischia passaggi forzati e perde brutti palloni (sottotono Busquets, in fase calante, velo pietoso invece su Yaya Touré), esponendo la propria difesa a precipitosi dietrofront e uno-contro in campo aperto da brividi (Márquez, in serata di straordinari, compie un paio di miracoli sul Mostro). Pure Benzema prende un palo con un tiro da fuori che sembra facile solo a lui, e va detto che i danni per il Barça sarebbero ben maggiori se Benzema nelle sue scorribande trovasse maggiore e migliore accompagnamento da parte di Ederson (grazioso ma non troppo consistente), Keita (mediocre) e Juninho (più presente nella sua metacampo che in quella altrui).
Il secondo tempo perde ritmo per il calo del Lione, che tuttavia mantiene le distanze giuste di fronte a un Barça sterile e intimidito nel suo possesso-palla, contratto anche dal timore di innescare contropiedi come quelli subiti nel primo tempo. L’orgoglio e il talento individuale permettono ai blaugrana di venire a capo di queste difficoltà, orgoglio e talento dell’eccellente Márquez che con uno dei suoi tipici tagli sul primo palo prolunga il calcio d’angolo dal quale nasce il pareggio di Henry. Il Barça resta in piedi e, nonostante tutto, pare l’unica spagnola in grado di concorrere per la vittoria finale.
Chi Patético e chi sfortunato. Non son riuscito a vedere l’Atlético (ho visto i gol, questo sì, e sembravano quasi quelli di una partita di Liga… e meno male che Pablo era migliorato nelle ultime gare…), ma credo di non essermi perso niente. Dalle cronache, pare essere stato il solito film: Atlético spezzato in due, squadra avversaria che gioca a piacimento etc… in questo senso anche un 2-2 casalingo è una benedizione per i colchoneros, capacissimi di andare al Dragão e farne due o incassarne quattro indifferentemente… vedremo che Atlético ci riserverà la Dea Bendata fra due settimane insomma.
Chi invece non meriterebbe di rientrare in un discorso di così severo rimprovero è il Villarreal, unica delle spagnole ad aver giocato a calcio ed unica a poter recriminare per la propria sorte. Gli uomini di Pellegrini hanno fatto il loro, hanno giocato il loro solito calcio, palleggio paziente ma senza soluzione di continuità, coralità, sovrapposizioni, movimenti senza palla sulla trequarti ed uno-due. Tutto bene fino al momento della conclusione, dove manca sempre qualcosa ai vari Rossi, Ibagaza e Cazorla, per il resto tanto bravi nel costruirsi le azioni.
Il primo tempo senza concretizzare una superiorità nettissima toglie un po’di tranquillità al Submarino, meno lucido e continuo nella propria azione con l’inizio della ripresa. Qui arriva la mazzata: ci sarà pure chi sostiene i meriti del Panathinaikos, solido, concreto e blablabla, ma la verità è che col tiro da fuori di Karagounis i greci, fin lì ordinati ma non certo impenetrabili (c’è pure un cambio di modulo fra primo tempo col 5-3-1-1 e ripresa col 4-4-1-1 dopo l’ingresso di Gabriel per Goumas), vincono un terno al lotto.
La reazione del Villarreal non si fa comunque attendere, e porta al pareggio su rigore di Rossi, rigore dubbio non per il contatto fra Pires (subentrato in cabina di regia a Eguren nel massimo sforzo offensivo di Pellegrini) e Wawrzyiniak, fuori discussione, ma per una probabile precedente spinta di Rossi allo stesso terzino polacco, che sbilanciato sullo slancio aggancia Pires.
Pareggio meritatissimo comunque, ma il Submarino non riesce ad andare oltre, in un finale nel quale ammassa giocatori nell’area avversaria ma non trova il gol da fuori con Rossi e Cazorla. Fattore-campo o non fattore-campo, il Villarreal deve ribadire la sua superiorità ad Atene: il gioco alla lunga dovrebbe premiare.
P.S:: Deportivo e Valencia completano il disastro. Nessuna spagnola rimane in Uefa, e siamo ai sedicesimi di finale.
Triste risveglio madridista. Come detto, Champions e Liga sono due mondi distanti… e la sconfitta di ieri del Real Madrid esemplifica nel migliore dei modi questa diversità. La scioltezza di manovra, l’allegria, la brillantezza delle partite con Sporting e Betis sono presto evaporate al confronto con un Liverpool appena limitatosi al compitino, esattezza quasi matematica nel coprire gli spazi della propria metacampo e cinismo nello sfruttare l’episodio che ha deciso una partita altrimenti indirizzatissima verso uno 0-0 che al Madrid sarebbe andato benone.
La nota dominante della partita è stata l’impotenza offensiva dei padroni di casa: il Liverpool ha chiaramente optato per cedere il pallone e giocare di rimessa e, sebbene gli uomini di Benítez non abbiano trovato sfogo in contropiede (giusto un’ occasione per Torres e qualche situazione di incertezza dagli incroci fra Benayoun e Kuijt nella zona di un sempre incerto Heinze), non ha mai minimamente sofferto durante i 90 minuti.
Terribilmente piatto il 4-4-2 madridista, circolazione di palla lentissima, Lass e Gago laboriosi ma esclusivamente in orizzontale (quando l’argentino arrischia qualche lancio un po’ più lungo sbaglia spesso, siamo alle solite), Liverpool sempre in superiorità nella zona della palla, specie su Robben, niente gioco tra le linee a parte qualche tentativo di taglio senza palla di Marcelo dalla sinistra, poco assecondato, e una sterile percussione verso il centro di Robben. Higuaín e Raúl persi in una zona di nessuno, non dialogano (l’argentino, ancora una volta deludente in ambito europeo, fa la guerra per conto suo, sceglie sempre male le giocate e si muove poco intelligentemente senza palla; il capitano invece più semplicemente non la tocca) e non danno profondità, permettendo alla difesa del Liverpool di accorciare comodamente verso il centrocampo, evitando qualsiasi tipo di situazione scabrosa nella propria area.
Juande evidentemente si accorge che così non si va da nessuna parte e nella ripresa si gioca un cambio certo criticabile a posteriori, ma che va compreso nella sua intenzione di dare un briciolo di spessore offensivo: Guti per Marcelo. Si cerca cioè uno capace di verticalizzare, e si cerca anche di replicare in scala minore quanto proposto con Betis e Sporting. Cioè un triangolo offensivo, non proprio un 4-3-3 alla Schuster, che tolga qualche punto di riferimento all’avversario col movimento sulla trequarti.
Higuaín e Raúl nelle ultime due gare di Liga si son trovati alla grande agendo negli spazi creati da Huntelaar, ma stavolta “Il Cacciatore” non c’è. È Raúl ora a fare la prima punta, schiacciato sui centrali del Liverpool, naturalmente senza la capacità spalle alla porta dell’olandese né la capacità di dettare il passaggio in profondità o andare a contendere palle alte nelle mischie. In pratica il Madrid non ha peso per premere sulla difesa del Liverpool, poi Higuaín continua a non capire dove si trova e cosa debba fare, Guti non si integra con Lass e Gago, non connette con gli attaccanti e resta in generale un corpo estraneo.
Così del cambio di Juande vengono fuori solo gli aspetti negativi: l’uscita di Marcelo (certo non il peggiore nel primo tempo, anzi), con Robben spostato all’ala sinistra e Higuaín in una posizione ambigua e improduttiva fra l’attacco e la fascia destra, rompe un po’ la simmetria e l’ordine che il Madrid aveva garantito nel primo tempo. Il Liverpool ha qualche spazio per uscire in palleggio e sporadicamente salire coi terzini ma, va detto, non è questa la situazione che decide la partita. Il contropiede ospite resta spento, per l’assenza di Gerrard, per le cattive condizioni di Torres e poi anche per la passività del subentrato Babel, elemento che non ha nelle corde i movimenti senza palla per distendere la propria squadra.
Così a decidere il match è uno stupido episodio, stupido per l’ingenuità di Heinze nel regalare la punizione e stupido per l’amnesia di Higuaín (ancora tu, Pipita!) che dimentica Benayoun libero di colpire in mezzo all’area. E ora… tanti auguri, signori miei!
Barça-horror ma più che mai vivo. Al nemico blaugrana invece è andata benone, tutto considerato. Considerato l’1-1 in trasferta e considerato anche che il risultato è maturato in presenza di una superiorità a tratti imbarazzante del Lione, con la barca che sembrava sul punto di affondare. La battaglia tattica Guardiola l’ha persa miseramente, questa la verità. Gli avversari hanno mangiato la foglia, e la limitatezza delle soluzioni blaugrana, per quanto straordinarie esse siano, comincia a farsi sentire. Questo perché il Barça innesca tutti gli automatismi del proprio gioco a partire dal triangolo Messi-Alves-Xavi. Limitato questo triangolo, quei pochi altri automatismi (la mezzala sinistra che va a fare l’attaccante aggiunto, blocca centrale e terzino avversario e apre il campo per Henry che resta largo) non possono mettersi in moto.
Puel, aiutato dal gol sblocca-partita di Juninho (papera di Valdes, periodaccio per lui… in certi momenti ti fa sentire solo contro il mondo quando cerchi di spiegare che si tratta di un buon portiere), ha visto vincere il proprio piano anti-Barça, tutto incentrato sulla catena di destra blaugrana: Messi viene preso in una morsa fra Makoun, Toulalan, Grosso e i due centrali (perfetta l’intesa fra un Cris monumentale e un Boumsong molto attento nell’uscire dalla linea coi tempi giusti impedendo a Messi di girarsi), non riesce a entrare in contatto col pallone e con Xavi (depotenziato all’estremo se non trova opzioni di passaggio sicure), mentre ad Alves viene lasciata un pochino di libertà in più, ma in maniera molto ben studiata: il brasiliano ha qualche metro inizialmente per avanzare, ma non ha alcuna opportunità di dialogo con Xavi e Messi (lui che è un terzino-regista più che un terzino-ala), è costretto a giocare un po’ isolato e col cross dalla trequarti come unica soluzione, mentre negli spazi lasciati dalle avanzate del brasiliano il Lione sguinzaglia “Il Mostro”, ovvero Karim Benzema, la miccia delle transizioni offensive dei francesi.
Il Barça, limitato nella propria manovra, prende un palo con Eto’o, ma è un’azione estemporanea, per il resto rischia passaggi forzati e perde brutti palloni (sottotono Busquets, in fase calante, velo pietoso invece su Yaya Touré), esponendo la propria difesa a precipitosi dietrofront e uno-contro in campo aperto da brividi (Márquez, in serata di straordinari, compie un paio di miracoli sul Mostro). Pure Benzema prende un palo con un tiro da fuori che sembra facile solo a lui, e va detto che i danni per il Barça sarebbero ben maggiori se Benzema nelle sue scorribande trovasse maggiore e migliore accompagnamento da parte di Ederson (grazioso ma non troppo consistente), Keita (mediocre) e Juninho (più presente nella sua metacampo che in quella altrui).
Il secondo tempo perde ritmo per il calo del Lione, che tuttavia mantiene le distanze giuste di fronte a un Barça sterile e intimidito nel suo possesso-palla, contratto anche dal timore di innescare contropiedi come quelli subiti nel primo tempo. L’orgoglio e il talento individuale permettono ai blaugrana di venire a capo di queste difficoltà, orgoglio e talento dell’eccellente Márquez che con uno dei suoi tipici tagli sul primo palo prolunga il calcio d’angolo dal quale nasce il pareggio di Henry. Il Barça resta in piedi e, nonostante tutto, pare l’unica spagnola in grado di concorrere per la vittoria finale.
Chi Patético e chi sfortunato. Non son riuscito a vedere l’Atlético (ho visto i gol, questo sì, e sembravano quasi quelli di una partita di Liga… e meno male che Pablo era migliorato nelle ultime gare…), ma credo di non essermi perso niente. Dalle cronache, pare essere stato il solito film: Atlético spezzato in due, squadra avversaria che gioca a piacimento etc… in questo senso anche un 2-2 casalingo è una benedizione per i colchoneros, capacissimi di andare al Dragão e farne due o incassarne quattro indifferentemente… vedremo che Atlético ci riserverà la Dea Bendata fra due settimane insomma.
Chi invece non meriterebbe di rientrare in un discorso di così severo rimprovero è il Villarreal, unica delle spagnole ad aver giocato a calcio ed unica a poter recriminare per la propria sorte. Gli uomini di Pellegrini hanno fatto il loro, hanno giocato il loro solito calcio, palleggio paziente ma senza soluzione di continuità, coralità, sovrapposizioni, movimenti senza palla sulla trequarti ed uno-due. Tutto bene fino al momento della conclusione, dove manca sempre qualcosa ai vari Rossi, Ibagaza e Cazorla, per il resto tanto bravi nel costruirsi le azioni.
Il primo tempo senza concretizzare una superiorità nettissima toglie un po’di tranquillità al Submarino, meno lucido e continuo nella propria azione con l’inizio della ripresa. Qui arriva la mazzata: ci sarà pure chi sostiene i meriti del Panathinaikos, solido, concreto e blablabla, ma la verità è che col tiro da fuori di Karagounis i greci, fin lì ordinati ma non certo impenetrabili (c’è pure un cambio di modulo fra primo tempo col 5-3-1-1 e ripresa col 4-4-1-1 dopo l’ingresso di Gabriel per Goumas), vincono un terno al lotto.
La reazione del Villarreal non si fa comunque attendere, e porta al pareggio su rigore di Rossi, rigore dubbio non per il contatto fra Pires (subentrato in cabina di regia a Eguren nel massimo sforzo offensivo di Pellegrini) e Wawrzyiniak, fuori discussione, ma per una probabile precedente spinta di Rossi allo stesso terzino polacco, che sbilanciato sullo slancio aggancia Pires.
Pareggio meritatissimo comunque, ma il Submarino non riesce ad andare oltre, in un finale nel quale ammassa giocatori nell’area avversaria ma non trova il gol da fuori con Rossi e Cazorla. Fattore-campo o non fattore-campo, il Villarreal deve ribadire la sua superiorità ad Atene: il gioco alla lunga dovrebbe premiare.
P.S:: Deportivo e Valencia completano il disastro. Nessuna spagnola rimane in Uefa, e siamo ai sedicesimi di finale.
Etichette: Barcelona, Champions League, Real Madrid, Spagnole nelle coppe, Villarreal
20 Comments:
Raul prima punta ed Higuain seconda punta:in assenza di Huntelaar ribadisco la mia preferenza per questo schieramento.Ovviamente l'errore più grande è pensare che il capitano possa fare il gioco dell'olandese,garantendo qualità nel gioco aereo e un riferimento costante per i propri compagni.Poco movimento senza palla produce una manovra lenta e prevedibile,l'assenza di gioco sulle fasce impedisce l'allargamento delle maglie avversarie,e se il tuo gioco manca di queste caratteristiche diventa difficile soverchiare un'organizzazione di squadra del livello di quella del Liverpool.Certamente Juande ha restituito equilibrio al Real Madrid,e questo è apparso in modo palese nelle ultime settimane di Liga,ma purtroppo ad Anfield servirà un consistente incremento del livello di qualità del gioco per poter permettere alle merengues di competere per la qualificazione.
Morale completamente opposto il mio, visto che 1/3 delle squadre qualificate agli Ottavi di Coppa UEFA sono russe/ucraine :D
Parlando delle spagnole, settimana veramente disastrosa, sulla falsariga di quella per il calcio italiano...al Barcelona tutto sommato è andata bene, l'1-1 a Lione è un ottimo risultato (non so cosa ne pensi tu, ma questo per me è il Lione più forte degli ultimi anni, mi piace molto come squadra). Il Real ormai è più fuori che dentro (vincere con due gol di scarto ad Anfield è un'impresa semi-impossibile e comunque non degna per una squadra il cui schema principale è: "diamo la palla a Robben e quel che succede succede"). L'Atlético per me uscirà: il Porto giocherà in casa, è più esperto, più abituato a questo genere di partite...e forse anche più forte (meglio non commentare però i gol della partita: livello bassino).
Anche il Villareal rischia moltissimo, lo stadio del Panathinaikos sarà una bolgia ed i greci daranno il 200%; inoltre ogni anno in CL c'è una grande sorpresa, una squadra che arriva almeno ai quarti contro ogni pronostico...beh, ho la sensazione che quest'anno tocchi proprio ai verdi di Atene.
In Coppa UEFA, un disastro il Depor (formazione che comunque non aveva le qualità per arrivare in fondo), deludente anche il Valencia (all'andata meritava di perdere con 2-3 gol di scarto; oggi forse è stato un pò sfortunato. Giovane molto interessante comunque Kravets).
Dal canto mio posso ritenermi soddisfatto invece di questa serata europea perchè considero CSKA e Zenit le due squadre migliori rimaste in UEFA (poi bisogna vedere se confermeranno o meno in campo questa mia impressione). E tutto sommato, anche Shakhtar (che si sfiderà proprio con il CSKA di Zico) e soprattutto Dynamo potrebbero arrivare in fondo.
C'è chi piange e c'è chi (momentaneamente) ride :D
@ Gandhi
Non so, Raul prima punta non riesce a far distendere in avanti la squadra, Higuain invece ha un po' più le caratteristiche per farlo. Però è chiaro che si tratta di due giocatori che si muovono meglio da seconda punta. Evidentemente giocheranno ancora assieme ad Anfield, bisognerà arrangiarsi perchè non penso che Juande giocherà con Szalai o Bueno, punte del Real Madrid Castilla...
@ Kerzhakov
Per le russe mi fa piacere, le ucraine invece non mi stanno granchè simpatiche.
Comunque: Real Madrid ha un 10% di possibilità ad Anfield, il Barça un 60% (non mi posso esprimere sul Lione però, scusami se arrossisco ma avant'ieri era la prima loro partita intera che vedevo quest'anno...), all'Atlético do invece una percentuale variabile dallo 0 al 100%...
Più squadra, più esperto il Porto, più serio, più rispettabile, quello che vuoi... ma non dimentichiamoci che l'Atlético ha tre giocatori che si chiamano Aguero, Forlan e Simao, attenzione: questi son capaci di creare un gol dal nulla (anzi, è precisamente un anno e mezzo che non fanno altro che creare gol dal nulla...), mentre il Porto, credo che nessuno mi possa smentire, non ha giocatori di questo tipo (pur avendo elementi eccellenti che a me personalmente son sempre piaciuti parecchio, come Lucho Gonzalez, Cebolla Rodriguez, Lisandro Lopez e ora anche questo Hulk).
Attenzione, un gol a freddo dell'Atlético e l'ottavo può cambiare radicalmente volto. Kerzha, stai commettendo l'errore di valutare l'Atlético con un metro razionale... :-)
Villarreal: bolgia o non bolgia, DEVE andare a prendersi quello che gli spetta. Penso che essendo in casa il Panathinaikos, anche avendo il vantaggio nel punteggio globale, dovrà attaccare un pochino, e che quindi ci sarà qualche spazio in più. Se il Villarreal affronterà il match con nervi saldi, non vedo come non potrà far emergere uno spessore tecnico NETTAMENTE superiore. Deve crederci e giocare come sa, punto, non c'è bisogno di nessun miracolo.
Attenzione al Deportivo: andare fino in fondo magari no, ma il potenziale per andare oltre i sedicesimi ce l'aveva... e comunque l'Osasuna e l'Espanyol semifinaliste nel 2006 non avevano tanta qualità in più, anzi... una formazione del Depor che riuscisse ad esempio a far coesistere Valeron, Lafita, Guardado, Verdù e Filipe (ora manca il messicano) avrebbe un tasso tecnico di tutto rispetto.
Caro Vale, che tristezza.
Calcio italiano e spagnolo umiliati in questi due - tremendi - giorni di Champions. E se le tra le compagini ibreriche almeno una, il Barça, riuscirà probabilmente a passare il turno, per le italiane la situazione è disperata. L'Inter dovrà andare ad Old Trafford a segnare, cosa alquanto difficile vista la "zlatanite" di Ibra e la scarsa mira sottorete di Adriano, che pare sulla strada del recupero, ma che di certo non sarà mai più Imperatore; la Roma è stata maltrattata all'Emirates, e al ritorno dovrà ribaltare il risultato senza De Rossi; la Juve, poi, è uscita immeritatamente sconfitta da Stamford Bridge, e a Torino dovrà sfoderare una prestazione simile in tutto e per tutto a quella dell'andata, ma con più concretezza in zona-gol.
L'impressione, purtroppo, è che il calcio inglese sia ormai una - ma forse anche due - spanne su tutto il resto. E' vero che in Uefa il loro bottino è stato assai magro, con il solo City qualificato agli ottavi, che è pur sempre meglio di quanto fatto dalla Spagna e pari al bottino azzurro, con la sola Udinese in grado di passare il turno contro il Lech. Nell'Europa che più conta i sudditi di sua mestà sono però ormai qualcosa di indescrivibile: lezione di calcio data alle italiane e successo al Bernabeu all'andata, in attesa di completare l'opera al ritorno. Se si continua così c'è davvero il rischio che la Champions League, anziché la Liga come pronosticavi tu qualche giorno fa, si trasformi in una sorta di Scottish Premier League con la lotta tra Chelsea e Manchester (attenzione al Liverpool, comunque) per il successo e tutte le altre in lotta, al massimo, per il (non "un", "il") posto in semifinale. Sarò forse un po' pessimista, ma la strada che sta delineandosi pare proprio questa.
per Kerzha: per caso il 12 marzo sarai al Friuli per vedere lo Zenit dal vivo?
Vale,io l'avevo preventivata proprio in quel tuo post l'eliminazione del valencia.
Devo ancora guardarmi la partita,ma ho come l'impressione che sarebbe come rivedermi quella dell'andata.
Sta squadra non ci credeva,o sottovalutava la partita,spero solo che emery non faccia la parte del parafulmine,prendersela con lui sarebbe ingiusto,ricordarsi come era ridotto il valencia 10 mesi fa potrebbe far capire l'importanza del suo lavoro.
Per il resto non nascondo che la sconfitta del real m'ha fatto piacere,a me non stanno simpatici,lo sai.
Il barca ha avuto un momento di appannamento,comprensibile visto il ritmo che avevano tenuto dall'inizio della stagione,contro tutte le previsioni (anche noi eravamo critici sugli equilibri e io specialmente sulla rinuncia a deco,che apprezzo tantissimo),continuo a vederli come favoriti sia in liga che in champions sia per le individualità che hanno che per il gioco espresso finora.
Villareal e atletico sulla carta le vedo meglio rispetto a panatinaikhos e porto,però il fattore campo potrebbe influire,l'atletico ha avuto una involuzione assurda,se tornasse la squadra di settembre/ottobre non dubiterei un attimo della qualificazione.
Sul villareal concordo con te,questa squadra ha grandi qualità,la crescita passa necessariamente da partite come questa.
Ciao
Manuel.
Ciao Vale, innanzi tutto bentornato, ci sei mancato parecchio ;)
Nulla da aggiungere a quanto detto dagli altri, anche se io non ho questa visione così catastrofista rispetto allo strapotere delle inglesi: il Chelsea ha fortemente rischiato di pareggiare contro una Juventus non proprio all'altezza di quella che dominava l'Europa (eufemismo); l'Arsenal s'è trovato contro la solita Rometta di cui ricordo una sola partita davvero azzeccata in Champion's, la vittoria per 2-0 a Lione; il Liverpool non ha incantato e l'1-0 l'ha un po' rubacchiato; lo United meritava di vincere, certo, ma alla fine si trova con un risultato di difficile lettura in vista del ritorno.
Insomma, tanto di cappello alle inglesi, ma a me sembra che non abbiano stradominato, anche perché sfide del genere durano 180' e i conti, tanto per usare un abusatissimo luogo comune, si fanno alla fine della seconda partita.
Il Barça non l'ho visto, comunque credo che sconti un normalissimo periodo di appannamento fisico, oltre al fatto di giocare più o meno sempre allo stesso modo; adesso credo che debba emergere la capacità tattica di Guardiola, visto che tutti hanno capito come bloccare la sua squadra e quindi urgono soluzioni diverse. Ora straparlo, ma non vedrei male un bel cambio di modulo: Eto'o unica punta, Messi-Hleb alle sue spalle e centrocampo a tre con la coppia Keita-Touré a proteggere Xavi. Detto che siamo in ambito fantacalcistico, trovi irrealizzabile la cosa?
Parlando di argomenti più prosaici, volevo chiederti una previsione sul ritorno di Coppa del Re tra Athletic e Siviglia. Io vedo favoriti gli andalusi, sia perché i Leoni sono in calo fisico, sia perché Jimenez potraà giocare come preferisce, ovvero in contropiede. Percentuali: Siviglia 70% - Athletic 30%.
@Antonio
Penso proprio di sì, appena possibile andrò alla ricerca di un biglietto.
Altra ennesima partita grigia in Europa. Sembra che dai felici tempi di Del Bosque il Madrid sia costretto a diventare una squadra a dimensione provinciale invece che europea. Partita di un grigiore preoccupante e non può essere solo l'assenza di Huntelaar l'alibi di una squadra spuntata incapace di tirare 2 volte in porta in maniera pericolosa (unico acuto Robben). Strano che Juande non abbia cercato di cambiare in corsa inserendo soltanto uno spento Guti al posto di un litigioso Marcelo (più per demeriti degli altri che suoi). Molto positiva la prova dei due mediani con un Lass di notevole statura tattica ma con un Gago scarso in fase costruttia, mentre dietro oltre a Casills (decisivo su Torres in avvio) finalmente ad alti livelli Pepe, ormai lontano parente del difensore che litigava col pallone che sembrava al suo arrivo da Oporto. Per il resto grigiore e noia a volontà in avanti e con il solito, inguardabile e preoccupante Heinze in difesa. Al di là della retorica di Marca che parla di impresa possibile ad Anfield, converrà puntare sulla rincorso al Barca decisamente più credibile di una vittoria in terra inglese. Sembra che pure quest'anno la decima resterà un sogno. Anche se nel 2000 a Manchester ci davano per morti dopo lo 0-0 dell'andata a Madrid ma vincemmo 2-3...
Per Edo14: il Liverpool non ha rubacchiato il risultato, ha sfruttato l'errore di una squadra che continua a considerare un emerito beone un terzino sinistro adatto ai campioni di Spagna in carica. Non sa spingere, non sa difendere, sbaglia le diagonali e salta poco e male di testa: in confronto nel 1998-1999 con Jarni -vice Roberto Carlos- avevamo il re del calcio...
@ Antonio
Le squadre italiane sembrano se possibile avere anche meno probabilità di quelle spagnole.
L'Inter contro lo United ha dato l'impressione di essere di categoria decisamente inferiore: impaurita e passiva in difesa nel primo tempo, meglio nel secondo ma comunque incapace di costruire trame decenti.
In tutto questo ho come la sensazione che lo United si sia lasciato scappare un'occasione ghiottissima. Nel primo tempo soprattutto gli inglesi hanno offerto una tale sensazione di superiorità da sembrare sin troppo teneri al momento di concretizzare. Cioè, enorme autorevolezza ma poca cattiveria negli ultimi metri, a tratti direi addirittura sufficienza, quando invece potevano tranquillamente ammazzare l'ottavo già all'andata.
Nel secondo tempo non hanno sofferto e hanno sempre gestito il pallone con maestria, ma non hanno più nemmeno tanto cercato il gol (grande azione di Giggs a parte), in pochi accompagnavano l'azione offensiva e non ribaltavano il gioco alla velocità cui ci hanno abituati. Ora si son portati a casa uno 0-0 che è un risultato piuttosto insidioso al ritorno.
La Roma dell'Emirates mi è sembrata davvero poca cosa. Sopraffatta dall'Arsenal nel primo tempo (assenze pesanti ma ottimo calcio, splendidi i movimenti senza palla fra Van Persie e Nasri i due migliori della serata), con difficoltà a distendersi per l'assenza dall'inizio di Pizarro e la presenza del solo Totti davanti (giocatore che non permette certo ribaltamenti veloci) lontano da Baptista Perrotta e Brighi, nel secondo non è stata affatto una bella Roma come detto dai telecronisti di Sky, è stata soltanto una Roma che ha provato a giocare un po' più nella metacampo avversaria ma che è rimasta lunga e ha offerto varchi enormi in contropiede all'Arsenal, il cui buon cuore sottoporta ha tenuto vivo l'ottavo.
La Juve è quella che ha giocato meglio delle italiane contro un Chelsea slegato, discontinuo, ancora un enigma francamente. La prestazione di Stamford Bridge può incoraggiare i bianconeri, ma non troppo: continuo a pensare che il livello qualitativo qualitativo decisamente non sia sufficiente per arrivare fino in fondo a una competizione come questa.
@ Manuel
Ciao,
effettivamente l'eliminazione del Valencia era nell'aria, bastava vedere come il Valencia negli ultimi tempi non fosse mai riuscito a chiudere una partita in casa senza prendere gol.
Far fuori Emery equivarrebbe a cancellare l'unica certezza dalla quale ripartire (per quanto il gioco del suo Valencia mi stia deludendo tantissimo, sia chiaro). Poi, roba già detta, si sa che questa squadra deve operare un forte ricambio a centrocampo.
@ Edo
Ciao, bentornato a te, e come sempre grazie per la stima e l'affetto.
Quello che personalmente colpisce delle inglesi di Champions è che abbiano tutto sommato ottenuto buoni risultati in quest'andata giocando quasi al minimo sindacale. è questo fatto paradossalmente ad accrescere la sensazione di superiorità, un po' come succedeva quando, te lo ricorderai, anche il Barça più confuso e incasinato possibile, quello di Rexach 2001-2002, finiva con l'arrivare comunque alle semifinali di Champions.
Per il resto delle squadre inglesi continuo a separare il discorso: una sola squadra superstite ai sedicesimi di Uefa resta pur sempre una sola squadra superstite ai sedicesimi Uefa (poi vabbè la Spagna fa pure peggio...).
Per il Barça più che fisico direi appannamento psicologico, e poi c'è il problema che anche tu sottolinei: ormai il gioco di Guardiola dà punti di riferimento troppo facili (anche se questo non vuol dire che Messi o Alves in tutti i 90 minuti non possano inventare almeno una giocata decisiva: la qualità di questi giocatori mantiene comunque il Barça su un livello di competitività molto alto), e il problema è che le possibilità presenti in rosa per modificare questa situazione non sono nemmeno così tanti.
Abidal/Puyol+Keita/Busquets+Henry non hanno quella capacità creativa autonoma che ha il triangolo Messi-Alves-Xavi, sono giocatori con altre caratteristiche. L'unica soluzione per distribuire meglio la creazione del gioco fra lato destro e sinistro passa per il reinserimento di Iniesta (che dovrebbe tornare fra poco diosponibile) e per l'inserimento deciso di Hleb.
Iniesta è vitale, schierato mezzala (con Henry largo a sinistra) potrebbe già arricchire molto il gioco blaugrana, aumentandone le fonti; per Hleb il discorso è complicato, visto che il bielorusso è tutt'ora un pesce fuor d'acqua, quando gioca lo fa male e sembra sempre andare su ritmi e sintonie totalmente diversi rispetto ai compagni.
Poi non mi ha convinto del tutto l'uso che ne ha fatto Guardiola finora: Pep lo ha schierato quasi sempre largo a destra o a sinistra del tridente, quando invece il Hleb migliore lo conoscevo sempre nel cuore della manovra, mezzapunta nell'Arsenal o mezzala nello Stoccarda.
Ma va detto che se io sto qui a elucubrare e lui invece se ne sta sulla panchina del Barça un motivo ci deve essere, e probabilmente Hleb mezzala non lo vede per qualche motivo di equilibri tattici difensivi. Comunque Hleb mezzala e Iniesta al posto di Henry (che comunque ha assunto una funzione importante) era una cosa da provare.
Un cambio di modulo è da escludere, al massimo si può pensare a qualche partita con la difesa a tre.
Athletic-Sevilla: vedo favorito il Sevilla 60% contro 40%. Però se fate un pressing gagliardo sull' inizio dell'azione della loro difesa, che è pessimo (non come quello dell'Atlético Madrid, ma pessimo), forse qualcosa potete ricavarlo.
PS: Mi potresti contattare al mio indirizzo mail? Oppure mi lasci il tuo, come preferisci.
@ hincha
Sono d'accordo. Però il duo Gago-Lass, anche se irrinunciabile per gli attuali equilibri difensivi, ha rivelato un'eccessiva orizzontalità per i miei gusti.
@ Antonio
Le squadre italiane sembrano se possibile avere anche meno probabilità di quelle spagnole.
L'Inter contro lo United ha dato l'impressione di essere di categoria decisamente inferiore: impaurita e passiva in difesa nel primo tempo, meglio nel secondo ma comunque incapace di costruire trame decenti.
In tutto questo ho come la sensazione che lo United si sia lasciato scappare un'occasione ghiottissima. Nel primo tempo soprattutto gli inglesi hanno offerto una tale sensazione di superiorità da sembrare sin troppo teneri al momento di concretizzare. Cioè, enorme autorevolezza ma poca cattiveria negli ultimi metri, a tratti direi addirittura sufficienza, quando invece potevano tranquillamente ammazzare l'ottavo già all'andata.
Nel secondo tempo non hanno sofferto e hanno sempre gestito il pallone con maestria, ma non hanno più nemmeno tanto cercato il gol (grande azione di Giggs a parte), in pochi accompagnavano l'azione offensiva e non ribaltavano il gioco alla velocità cui ci hanno abituati. Ora si son portati a casa uno 0-0 che è un risultato piuttosto insidioso al ritorno.
La Roma dell'Emirates mi è sembrata davvero poca cosa. Sopraffatta dall'Arsenal nel primo tempo (assenze pesanti ma ottimo calcio, splendidi i movimenti senza palla fra Van Persie e Nasri i due migliori della serata), con difficoltà a distendersi per l'assenza dall'inizio di Pizarro e la presenza del solo Totti davanti (giocatore che non permette certo ribaltamenti veloci) lontano da Baptista Perrotta e Brighi, nel secondo non è stata affatto una bella Roma come detto dai telecronisti di Sky, è stata soltanto una Roma che ha provato a giocare un po' più nella metacampo avversaria ma che è rimasta lunga e ha offerto varchi enormi in contropiede all'Arsenal, il cui buon cuore sottoporta ha tenuto vivo l'ottavo.
La Juve è quella che ha giocato meglio delle italiane contro un Chelsea slegato, discontinuo, ancora un enigma francamente. La prestazione di Stamford Bridge può incoraggiare i bianconeri, ma non troppo: continuo a pensare che il livello qualitativo qualitativo decisamente non sia sufficiente per arrivare fino in fondo a una competizione come questa.
@ Manuel
Ciao,
effettivamente l'eliminazione del Valencia era nell'aria, bastava vedere come il Valencia negli ultimi tempi non fosse mai riuscito a chiudere una partita in casa senza prendere gol.
Far fuori Emery equivarrebbe a cancellare l'unica certezza dalla quale ripartire (per quanto il gioco del suo Valencia mi stia deludendo tantissimo, sia chiaro). Poi, roba già detta, si sa che questa squadra deve operare un forte ricambio a centrocampo.
@ Edo
Ciao, bentornato a te, e come sempre grazie per la stima e l'affetto.
Quello che personalmente colpisce delle inglesi di Champions è che abbiano tutto sommato ottenuto buoni risultati in quest'andata giocando quasi al minimo sindacale. è questo fatto paradossalmente ad accrescere la sensazione di superiorità, un po' come succedeva quando, te lo ricorderai, anche il Barça più confuso e incasinato possibile, quello di Rexach 2001-2002, finiva con l'arrivare comunque alle semifinali di Champions.
Per il resto delle squadre inglesi continuo a separare il discorso: una sola squadra superstite ai sedicesimi di Uefa resta pur sempre una sola squadra superstite ai sedicesimi Uefa (poi vabbè la Spagna fa pure peggio...).
Per il Barça più che fisico direi appannamento psicologico, e poi c'è il problema che anche tu sottolinei: ormai il gioco di Guardiola dà punti di riferimento troppo facili (anche se questo non vuol dire che Messi o Alves in tutti i 90 minuti non possano inventare almeno una giocata decisiva: la qualità di questi giocatori mantiene comunque il Barça su un livello di competitività molto alto), e il problema è che le possibilità presenti in rosa per modificare questa situazione non sono nemmeno così tanti.
Abidal/Puyol+Keita/Busquets+Henry non hanno quella capacità creativa autonoma che ha il triangolo Messi-Alves-Xavi, sono giocatori con altre caratteristiche. L'unica soluzione per distribuire meglio la creazione del gioco fra lato destro e sinistro passa per il reinserimento di Iniesta (che dovrebbe tornare fra poco diosponibile) e per l'inserimento deciso di Hleb.
Iniesta è vitale, schierato mezzala (con Henry largo a sinistra) potrebbe già arricchire molto il gioco blaugrana, aumentandone le fonti; per Hleb il discorso è complicato, visto che il bielorusso è tutt'ora un pesce fuor d'acqua, quando gioca lo fa male e sembra sempre andare su ritmi e sintonie totalmente diversi rispetto ai compagni.
Poi non mi ha convinto del tutto l'uso che ne ha fatto Guardiola finora: Pep lo ha schierato quasi sempre largo a destra o a sinistra del tridente, quando invece il Hleb migliore lo conoscevo sempre nel cuore della manovra, mezzapunta nell'Arsenal o mezzala nello Stoccarda.
Ma va detto che se io sto qui a elucubrare e lui invece se ne sta sulla panchina del Barça un motivo ci deve essere, e probabilmente Hleb mezzala non lo vede per qualche motivo di equilibri tattici difensivi. Comunque Hleb mezzala e Iniesta al posto di Henry (che comunque ha assunto una funzione importante) era una cosa da provare.
Un cambio di modulo è da escludere, al massimo si può pensare a qualche partita con la difesa a tre.
Athletic-Sevilla: vedo favorito il Sevilla 60% contro 40%. Però se fate un pressing gagliardo sull' inizio dell'azione della loro difesa, che è pessimo (non come quello dell'Atlético Madrid, ma pessimo), forse qualcosa potete ricavarlo.
PS: Mi potresti contattare al mio indirizzo mail? Oppure mi lasci il tuo, come preferisci.
@ hincha
Sono d'accordo. Però il duo Gago-Lass, anche se irrinunciabile per gli attuali equilibri difensivi, ha rivelato un'eccessiva orizzontalità per i miei gusti.
Ciao a tutti.
Parto dalle inglesi di Uefa.
....ATTENZIONE....!
Al di là dell'ottimo valore del CSKA e di quello molto buono dello Shakhtar,Spurs e Villans si sono presentate con molte defezioni(non indotte dal fato,bensì imposte dai trainer)ed in qualche caso con la formazione...C,nemmeno quella B!!!
Il Tottenham, a Donetsk, era privo di SEDICI elementi della prima squadra, ed ha subito i due gol nel finale di gara(il secondo all'88°).
Elementi tenuti a riposo in vista del tour de force della settimana seguente (cioè questa), nella quale gli Spurs sono andati a vincere ad Hull lunedì e domenica avranno la finale di League Cup contro il Manchester United.
Redknapp,in maniera peraltro molto opinabile, ha effettuato quindi una rotazione di massa davvero spropositata, depauperando esageratamente la squadra per una competizione così di prestigio.
Nel retour-match,con il GAME OVER già stampato sugli schermi dell'Olympiyskiy di Donetsk, ha ancor più accentuato la pratica del turn-over, escludendo
19( DICIANNOVE) GIOCATORI.
In ordine sparso:
Assou-Ekotto,King,Keane,Modric,
Taarabt,Dawson,Corluka,Cudicini,
Defoe,Alnwick,Ricardo Rocha,
Woodgate,Hutton,Zokora,
Bentley,Lennon,Jenas,Bent e
infine Pavlyuchenko...!
Chiara l'idea di preservare le forze per la finale di domenica, rafforzando la sensazione dell'impossibilità nell'impresa di rimontare il disavanzo.
L'Aston Villa: se all'andata mancava qualche pedina base,al ritorno è stata un'ecatombe, con 12 assenti per scelta tecnica e non solo....
(Carew,Agbonlahor,Heskey,
Petrov,Reo-Coker,Cuellar,Friedel,
Bouma,Laursen,Barry,A.Young
e Milner).
Ci si gioca il quarto posto in Premier ed O'Neill non ha creduto nell'impresa a Mosca, contro un eccellente CSKA,perdendo l'occasione di portare al Villa Park la coppa.
Mi sembrano scusanti,oltre che veritiere, piuttosto plausibili per giustificare la bassa competitività espressa dalle due nei sedicesimi.
Senza ergermi a paladino a difesa della Premier,mi preme
(o mi... premier,se volete..;-)..!)
però sottolineare il discorso fatto da Valentino per quanto riguarda il trittico italo-inglese di Champions League.
Nonostante le pesanti assenze(Arsenal in primis,con ben 7 pezzi da 90 in meno)sembra che le inglesi abbiano fatto poca fatica e quasi con sufficienza abbiano deciso di lasciare pericolosamente aperte le contese.
Il Manchester a San Siro ha fatto un vero massacro potendo dilagare nel punteggio(come ha fatto nel gioco),ma è mancato di incisività e un grande Julio Cesar ha colorato la serata interista a tinte più azzurre che...nere(come rischiava di essere con un altro portiere).
La facilità a far gioco e ad arrivare a creare diverse opportunità pericolose(si badi bene:non solo occasioni,ma prodromi delle stesse)è stata davvero eccessiva per il livello atteso da un ottavo.
Anche lo stesso Sporting Lisbona ha fatto soffrire il Bayern per mezz'ora.Poi è stata una Caporetto,però all'inizio ha creato parecchio.
Troppo squilibrio invece, come diceva bene Valentino,nei duelli di Milano e dell'Emirates,mentre allo Stanford Bridge la Juventus è almeno esistita.
La sensazione che il Manchester Utd,ma anche il monco Arsenal,stessero su altri pianeti,un paio di dimensioni oltre,sia tecnicamente,sia tatticamente,che a livello di mentalità calcistica, era davvero forte.
La "biricchinata" di non aver chiuso gli incontri potrebbe però lasciar presagire match di ritorno piuttosto infuocati e anche ritorcersi contro per i tanti sprechi.
Sulle spagnole,io già tempo fà espressi la percezione di una Liga in tono minore e la frettolosa dipartita di tutte le compagini Uefa prima ancora degli ottavi, è il termometro adatto per misurare la "febbre" che attanaglia la Liga.
Sulla Champions: il Barca andrà avanti,ma il Lione si è dimostrato tostissimo e le francesi in Uefa potevano fare il filotto completo se solo Sabri Sarioglu non avesse pescato il jolly quasi a tempo scaduto.
Per il Real,come dice Kerzha,sarà un'impresa "sbancare" l'Anfield Road,ma le giocate per fare male,gli olandesini del Real le possiedono;magiri per trascinare la gara ai supplementari.
Atletico: concordo con il curatore del Blog.Troppo incostante,è come gettare una moneta in aria e non sapere mai come cade.Se Aguero gira,girano tutti gli altri avanti.Altrimenti è notte fonda con la difesa così frastornata.
Pronostico per il Porto,anche solo perché con tutto quello che si è divorato all'andata,penso che avrà una fame da saziare al "Dragao".
Villarreal: non saprei sbilanciarmi davvero.
E' più forte del "Pao",però l'ambiente potrebbe fare la differenza.I greci vogliono imitare i cugini turchi del Fenerbahce che giusto l'anno passato raqggiunsero i quarti.
Diciamo che a favore del "Submarino" c'è il fatto che i greci giochino meglio fuori,essendo prettamente una squadra difensiva e votata alle ripartenze(vedasi risultati nel girone di Champions) e quindi in casa potrebbero essere ancor più schiacciati dalla pressione dell'evento ed essere superati dallo stesso.
E'un pò il leitmotiv di questa squadra che, paradossalmente, a volte viene limitata dal caloroso pubblico ellenico.
Un classico terno al lotto anche questo ottavo di finale.
Mi sono dilungato un pò troppo,quindi saluto e chiudo!
X Valentino: purtroppo è quello che passa il convento del resto a Madrid non c'è per il momento uno che possa distruggere ma anche far ripartire la squadra come fecero i vari Seedorf, parte muscolare di un duo di centrocampo con Redondo, o Makelele. L'alternativa è affiancare ad uno dei due Guti l'unico che potrebbe giocare come centrale ma con esiti discutibili e un rendimento ormai quasi sempre al limite del ridicolo (nè van der Vaart nè Sneijder hanno doti ed indole da playmaker). Almeno con Lass e Gago, una difesa che già soffre per le amnesie terribili di Heinze e gli assalti furibondi di Ramos, può giusto respirare. Dovrebbero essere i giocatori più avanti (e questo con l'impiego di Huntelaar centravanti si è visto) a costruire la manovra e ad inventare qualcosa. Ma senza una punta pesante rimane il buio.
Servirebbe avere un metronomo alla Xabi Alonso o alla Xavi capace sia di coprire che di costruire gioco. Ma se arriverà Florentino, si continuerà a prendere 3/4isti e punte e ci troveremo a ripetere di nuovo questa litania.
Certo, quella del cambio di modulo era una boutade, però volevo sottolineare (come poi hai detto giustamente tu) lo scarso impiego di Hleb. Nello Stoccarda mi è sempre piaciuto moltissimo, nell'Arsenal molto meno, ma è comunque un ottimo elemento, un giocatore tecnico, in possesso di ottima visione di gioco e dotato dell'ultimo passaggio, magari un po' discontinuo e non molto efficace sottoporta ma comunque in grado di fare la differenza quando è in giornata. Non capisco perché il Pep non lo veda proprio e continui a preferirgli giocatori meno esperti o poco in forma, riservandosi solo di schierarlo in un ruolo non suo nel quale fatica a incidere.
Iniesta non lo avevo citato per via del suo infortunio, sapere che rientrerà presto è una manna per i tifosi del Barça, il manchego è sempre fondamentale per i balugrana soprattutto perché può inventare qualcosa a sinistra, dando un'alternativa all'asse Alves-Messi (io infatti Andres lo metterei al posto di Henry, con Hleb mezzala).
Inglesi al minimo sindacale? Non so, mi pare che il Chelsea abbia spinto finendo presto la benzina, e lo United avrà pure controllato, ma nella ripresa ha rischiato clamorsamente due volte (ciabattata immonda di Adriano e gol mancato da Cambiasso a due centimetri dalla linea). Paradossalmente mi è sembrata ingrande spolvero solo l'Arsenal, che si annunciava come bollita, e insomma ripeto che non vedo tutto questo strapotere inglese, anche se magari la finale sarà ancora una volta made in England, ci può stare benissimo.
Che Aston Villa e Tottenham siano scese in campo con le riserve delle riserve non è una scusante, a parer mio, semmai è un'aggravante: consapevolezza di essere inferiori o "italianizzazione" (nel senso di svalutare la UEFA) che fosse, non mi è sembrato un buon segnale che la quarta forza attuale della Premier sia stata presa a pallonate dal CSKA, per tacere del Tottenham. A me sembra che si difenda per partito preso un torneo, la Premier, che forse nella sua classe media non è così eccezionale come si vuol far credere.
La crisi della Liga mi sembra, d'altra parte, più il riflesso momentaneo della crisi economica e di certe congiunture tecniche che il segnale di uno scadimento generale del futbol spagnolo.
Vale, ti ho mandato una mail. Ciao ;)
Sì, anch'io mi fermerei a ciò che dice il campo, perchè anche Shakhtar e Cska ove non fossero passate avrebbero potuto dire che loro in fondo sono ancora in pre-campionato, sarebbe stata una scusa altrettanto buona.
"Congiuntura" è un termine che va tenuto in conto: se infatti abbiamo massacrato a dovere il livello della Liga di quest'anno, non è ovviamente da escludere che le cose possano cambiare il prossimo anno. In particolare, è possibile che non si ripetano Atlético, Sevilla e Valencia che contemporaneamente giocano così male (il Villarreal è un caso diverso). Riguadagnare almeno due di queste squadre a livelli decenti eleverebbe di per sè il livello.
Certo però che se Aguero, Villa e Silva faranno le valigie comincierà a scarseggiare pure la materia prima, e allora risollevarsi sarà ancora più dura...
X Edo: ho anche scritto i motivi per cui Villans e Spurs hanno schierato le terze linee.
Una si gioca l'accesso alla prossima Champions, l'altra questa settimana aveva il calendario pieno e domani avrà la finale di League Cup.
Vi ricordo che in Inghilterra si è giocato durante le feste natalizie,si giocano due coppe nazionali con eventuali replay e le si giocano a tutto gas e con gli stadi pieni.
In Spagna(e non parliamo dell'Italia) è tutto molto morbido,tutto molto a favore delle gerarchie(vedi coppe nazionali),tutto molto meno complicato e molto protettivo,manco si trattasse di...rapporti a rischio...!.
Che provino a giocare quanto e con le intensità delle inglesi per un pò e poi ne riparliamo.
Scusami Edo,ma come fai a parlare di "italianizzazione" dell'Uefa nel senso di sottovalutazione.
Guarda che sta roba è stata creata ad arte dai giornali italiani(specialisti a negare evidenze e coprire magagne) per giustificare le continue debacle delle squadre italiane nella seconda manifestazione interclub e inculcando questa fesseria negli appassionati di pallone.
Dimmi se quest'anno(o l'anno scorso) qualche squadra italiana ha minimamnete snobbato la manifestazione... e qualche anno fà solo in qualche caso sporadico c'era una piccola rotazione,mai uno stravolgimento di massa come è successo a Villans e Spurs!
Quando poi dici che l'idea del turn-over è stata fatta nella consapevolezza di essere inferiori,beh...,allora mi sembra un'affermazione un pò per partito preso contro la Premier.
Si può realmente pensare che Aston Villa e soprattutto Tottenham fossero inferiori agli avversari?
Le rose per giudicarne il livello sono a disposizione per tutti...
La quarta forza della Premier è stata presa a pallonate perché giocava con la squadra riserve e con alcuni giovani dell'Academy... praticamente,l'equivalente inglese della "primavera";non era certo la "quarta forza del campionato".
Le ali erano Albrighton e Bannan...entrambi 19 anni e nessuna presenza ancora in prima squadra.
Fermo restando che il CSKA è un'ottima squadra(ne sono convinto e la identificai come una delle favorite in un articolo che scrissi sulla Coppa Uefa) e avrebbe potuto battere l'Aston Villa anche se questi ultimi fossero stati al completo,così però, è stato un..."prego,si accomodi"... troppo esplicito.
Valentino: certo che c'è una bella differenza tra un torneo fermo(che ti permette di rifiatare,recuperare tutti gli infortunati,allenarti bene ed al caldo e presentarti fresco)come nel caso di Russia ed Ucraina e la spompamento della stagione inglese che,soprattutto a gennaio-febbraio è massacrata dalle date e dagli impegni.
Che ne dite se Valencia o Siviglia si presentassero in campo per una gara internazionale di siffatto livello con la "cantera"?
A me sembra piuttosto che sia dal lato spagnolo che da quello italiano(messo molto peggio,tra l'altro)si faccia davvero fatica a riconoscere la Premier come il torneo dei tornei sotto tutti gli aspetti.
Ci sono state le annate della serie A(fine '80 ed inizio '90),quelle della Liga(fine '90 fino a metà 2000),ora c'è la Premier.
Ciao;-)
C'è differenza fra un torneo fermo e una fase di precampionato, credo io. In precampionato una squadra non può mai essere al meglio della propria forma, mi risulta, anche se li hanno tenuti al calduccio.
"A me sembra piuttosto che sia dal lato spagnolo che da quello italiano(messo molto peggio,tra l'altro)si faccia davvero fatica a riconoscere la Premier come il torneo dei tornei sotto tutti gli aspetti."
Ho appena detto che le squadre inglesi in Champions mi hanno dato una sensazione di assoluta superiorità, ho detto in un altro post che attualmente un confronto fra le prima 4 spagnole e le prime 4 inglesi è vergognosamente sbilanciato a favore delle inglesi, per il resto cosa posso fare di più... devo mettermi per caso a inneggiare alla Regina Elisabetta???
Se poi attualmente non penso le stesse cose di Aston Villa, Tottenham e Portsmouth, e la cosa mi fa sembrare uno che non vuole riconoscere la realtà... beh, son disposto a correre questo rischio.
Infatti non ho battuto ciglio sul tuo commento se non sull'aspetto: torneo fermo paragonato alla mega turnazione che secondo me non ci sta.
L'Aston Villa in campionato si è insunuato tra le cosiddette "top four"(classificazione che a me piace poco)già da inizio torneo,arrivando persino al terzo posto e tenendosi dietro il Chelsea sino allo scontro diretto.
L'Arsenal, può darsi che anche a causa di problemi di formazione, è lontano dai Villans ben 6 punti.
L'Everton è a ridosso delle prime e squadre dalle grandi potenzialità tecniche (oltre che economiche) come Manchester City e Tottenham stanno gettando le basi per un TOP EIGHT,nonostante una stagione disgraziata per gli Spurs e di collaudo per i Citizens!
Dal prossimo anno annuseranno di certo l'aria dei quartieri alti.
Le altre dodici(eccezion fatta solo per lo Stoke) hanno tutte rose buone,giocatori di livello,gente di nome,"nazionali".
Dire che c'è una frattura tra le "4" e le altre è una verità parziale e mutabile nel cosmo della Premier.
Anche perchè l'"aggravante" delle 4 inglesi è che sembrano essere TOP FOUR anche in Europa, dove solo il Barcellona dà l'idea di poterle contrastare.
Il fatto che le altre della Premier stiano dietro a queste quattro non è per forza un demerito visto che anche a livello europeo è difficile trovare di meglio.
Paragone col Basket:non è che le quinte,seste,settime forze ipotetiche dell'NBA(ad esempio),solo perchè hanno difficoltà a scalzare le prime 4 non siano comunque migliori(o dello stesso livello) delle migliori nel panorama del basket europeo.
Ciao;-)
Poi,io non ho nessuna pretesa di far cambiare giudizio,né di condizionare lo stesso,volevo però intervenire (come ho fatto) per evitare che si tirassero delle conclusioni molto sommarie sul calcio inglese dietro le 4 big,senza tener conto che A.Villa e Tott. hanno giocato,tra andata e ritorno(quindi nelle 4 partite),senza più di CINQUANTA giocatori.
Mi è sembrato un metro di giudizio piuttosto discutibile e per ciò ho inteso spezzare una giusta lancia in difesa delle 2.
Non credo che la Juventus primavera(per forte che sia)pur con l'aggiunta di alcune "riserve delle riserve della prima squadra" possa competere con il pur debole Numancia della Liga.
Perché mai avrebbero dovuto farlo le 2 inglesi contro compagini già forti di per se,che giocano con i migliori a disposizione,
riposate,senza lo stress di mille impegni e che ripongono gran parte dei loro sforzi su questa competizione???
Mi era parso ovvio intervenire su quella affermazione di Edo.
Non è che le 4 inglesi in Champions sembrino un Top Four, LO SONO (forse potremmo cambiare l'Arsenal col Barça, ma anche questo è tutto da vedere).
"Dire che c'è una frattura tra le "4" e le altre è una verità parziale e mutabile nel cosmo della Premier."
Senza dubbio può mutare (le grandi potenzialità economiche sono diffuse in tutta la Premier),anzi la ritengo una cosa probabile come ho scritto già in un commento al post di sabato scorso), però per il momento le cose stanno così a mio avviso.
Vojvoda, per me queste giustificazioni lasciano il tempo che trovano, specie se si parla di una competizione europea. Se anche le tanto rinomate squadre inglesi (quelle che, come dici tu, giocano 3.500 partite l'anno e TUTTE alla morte) cominciano a snobbare la UEFA, c'è qualcosa che non va...non sarà che si stanno meridionalizzando? Perché delle due l'una: o le inglesi hanno ancora la loro vecchia mentalità del "gioco ogni partita per vincere e ogni competizione per arrivare in fondo", oppure è in atto un cambiamento per il quale di inglese le squadre della Premier hanno solo lo stadio. Io propendo per la seconda possibilità e, peraltro, noto con dispiacere che nelle grandi squadre di Sua Maestà ormai giocano al massimo un paio di inglesi. Cosa avranno di british, quindi, non è dato sapere...
Ripeto, se i Villans o gli Spurs hanno giocato con i ragazzini dell'Academy sono problemi loro, ogni società fa le sue valutazioni. Ma allora non stracciamoci le vesti quando l'Empoli o il Parma di turno manda in Europa la squadra C perché ha come unico obiettivo stagionale la salvezza, oppure quando il Palermo fatto fuori agli ottavi si giustifica straparlando di improbabili qualificazioni Champion's. A me molti atteggiamenti tipicamente italioti stanno sulle scatole, ma ancor più trovo irritante quando si criticano - giustamente - le brutte abitudini nostrane e al contempo si giustificano le stesse brutte abitudini quando vengono dall'estero.
Nel tuo caso questo atteggiamento mi pare evidenti. Giustifichi le inglesi e dici che la sottovalutazione dell'UEFA è una costruzione dei media, a cui gli allocchi (me compreso) abboccano. Lungi da me difendere il calcio italiano, ma evidentemente non hai seguito molto certe campagne europee delle nostre squadre. Io ricordo turnover di massa (scandaloso quello dell'Empoli, che giocò il gironcino iniziale con la squadra primavera), partecipazioni solo pro forma e un generale disinteresse per la UEFA che coinvolgeva tutti i livelli del carrozzone, anche quello mediatico; che poi ci fosse un tentativo di giustificare il declino della serie A è indubbio, ma non spiega tutto il fenomeno. Già dall'anno scorso qualcosa è cambiato, come dimostrato dalla Fiorentina, e quest'anno l'atteggiamento è stato molto serio, anche se i risultati non sono arrivati (anche a causa del suicidio milanista e della sfortuna dei viola).
Ah, io non ho detto che le inglesi sono inferiori. La mia frase diceva: "...consapevolezza di essere inferiori o "italianizzazione" (nel senso di svalutare la UEFA) che fosse, non mi è sembrato un buon segnale che...", il che mi pare diverso. Se rinunci a giocarti una partita, o hai altri piani (e quindi svaluti la competizione europea) o ti senti battuto in partenza. Visto che la seconda ipotesi mi pare sbagliata, come credo che sembri scorretta pure a te, devo assumere che i maestri inglesi, i campioni del fair play e della sportività, abbiano scientemente deciso di non onorare la UEFA per meglio proseguire nelle loro traiettorie "interne"...atteggiamento ben poco degno della grande tradizione del football britannico.
Che la Premier sia attualmente il miglior torneo europeo, per qualità di gioco e numero di campioni, è indubbio. Che sia anche equilibrato, invece, è opinabile. Sembra la storia della serie A anni '90 con le 7 sorelle (Juve, Milan, Inter, Roma, Lazio, Parma, Fiorentina) dove alla fine vincevano sempre e solo le prime due. Qui si parla di Everton, Tottenham (che tutti gli anni deve fare lo squadrone e il salto di qualità...sì, come no), City, Villa, ecc ecc, poi si legge la classifica e...toh, c'è lo United che se n'è andato, Liverpool e Chelsea dietro e l'Arsenal nei pressi del quarto posto. Carta canta, c'è poco da fare. Poi magari qualche sceicco si farà un giocattolino per divertirsi qualche anno (wow, che modo serio di fare calcio), ma da qui a inserisi al vertice ce ne corre...
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