Copertina per Villarreal e Osasuna.
Il turno che poteva segnare l’aggancio del Real Madrid al Barça ha finito col diventare il turno di due outsiders, Villarreal e Osasuna. Profondamente diverse (i navarri guerriglieri dall’agonismo britannico, il Submarino votato da anni a un tiqui-taca esasperato), tutte e due le squadre sono accomunate dall’aver imposto il pareggio a Barça e Real Madrid senza barricate ma anzi imponendo la propria identità nel momento stesso in cui rendevano difficile affermare la propria ad avversari di tale spessore.
Più meriti degli avversari che demeriti di Barça e Madrid. Due partite di ottimo livello, un’isola di competitività che non può spezzare certo la preoccupante tendenza generale, ma che fa comunque piacere a chi non si rassegna a un duopolio così soffocante. Lo abbiamo già affermato altre volte, le colpe di un campionato così sbilanciato e impoverito non vanno attribuite a queste squadre di classifica media (nel caso dell’Osasuna) o medio-alta (Villarreal), quanto piuttosto al pochissimo che per un motivo o per l’altro continuano a offrire quelle che dovrebbero essere le immediate inseguitrici di Barça e Madrid, ovvero Valencia, Sevilla e Atlético Madrid (vi raccomando vivamente lo “spettacolo” del sabato al Vicente Calderón…).
Il punto di partenza di Villarreal e Osasuna è consistito in un ordinatissimo pressing alto che ha impedito alle loro due grandi avversarie di distendersi portando anzi il Villarreal a giocare per lunghi tratti nella metacampo blaugrana e l’Osasuna a ridurre considerevolmente la quantità di possesso-palla madridista rispetto alle consuetudini.
La quantità ma soprattutto la qualità, impedendo sempre agli uomini di Pellegrini di rovesciarsi in blocco nella propria trequarti, partendo dal pressing delle due punte Aranda e Pandiani, passando per l’accompagnamento di uno dei due centrali di centrocampo, Puñal o Nekounam, che a turno andavano a prendersi Xabi Alonso quando questi chiedeva palla ai suoi difensori, per concludere con una difesa alta attentissima nei movimenti collettivi e brillante in alcune individualità (Miguel Flaño e Azpilicueta su tutti, ma anche il rientro dal primo minuto del brasiliano Roversio è un’incoraggiante novità).
A partire da ciò, e anche da un Madrid un po’ disordinato a centrocampo (pochi appoggi per uscire dalla metacampo e quindi pochi contatti anche con i due attaccanti, qualche lancio lungo di troppo perciò), l’Osasuna non ha quasi mai ceduto territorio durante i novanta minuti. Meno positivo il bilancio offensivo: con il baricentro alto, Camuñas e Juanfran larghi sulle fasce e Aranda e Pandiani di punta, un atteggiamento aggressivo accompagnato però da scarsa lucidità e qualità negli ultimi metri. Poche occasioni, di fatto la maggior parte sui calci piazzati. Più tiri per il Real Madrid, ma più “per dovere” che come conseguenza di un dominio prolungato.
Non è stata una sorpresa comunque la buona partita dell’Osasuna, che analoga prestazione aveva offerto nello scontro casalingo col Barça. Evidentemente la squadra di Camacho esalta la sua proverbiale intensità e la sua buona organizzazione di gioco in partite come questa, dove deve anzitutto rispondere alle mosse dell’avversario. Più difficoltà ha attraversato quando invece ha dovuto proporre contro squadre di pari o inferiore rango. Non arrivavano nemmeno da un buon mese di dicembre i rojillos, mese caratterizzato da uno scadimento nei risultati e nel gioco, tra l’altro favorito da pesanti assenze come quelle dei due attaccanti Aranda e Pandiani.
I due attaccanti sono uno dei fattori che rendono più competitivo questo Osasuna rispetto a quello in netta parabola discendente della gestione Ziganda, appiattito su un 4-2-3-1 coi due centrocampisti centrali bloccati e una manovra troppo lineare con cross dalle fasce e spesso un solo giocatore a concludere in area di rigore.
Con Pandiani e Aranda in attacco invece è aumentata la pressione sulle difese avversarie, e le qualità di Aranda, buon attaccante di manovra, aumentano le alternative offensive in combinazione con Camuñas: l’ex Recre è un giocatore particolarmente utile, da esterno non solo offre ampiezza e vivacità nell’uno contro uno, ma anche la possibilità di variare il gioco con movimenti tra le linee che garanticono più soluzioni alla manovra dell’Osasuna. Un Osasuna che non ha la qualità per entrare fra le prime otto, ma che ha margini di miglioramento e intanto ha già dimostrato di saper tenere testa alle grandi. Cosa non da tutti in questa Liga.
Il Villarreal invece sta soltanto adesso risalendo verso le posizioni di classifica che gli competono. Frenato da un inizio di stagione inverosimile, caratterizzato più da sfortuna (più d’una partita dominata ma non vinta) e contrattempi (gli infortuni di giocatori-chiave come Cazorla e soprattutto Senna, ancora non al 100% della condizione) che da una reale involuzione nel gioco, nelle ultime giornate è andato di tre punti in tre punti: il pareggio di sabato costituerebbe secondo l’aritmetica una piccola battuta d’arresto, ma dato l’avversario e il contesto suggella in realtà il pieno recupero del Submarino Amarillo fra le migliori squadre di Spagna.
Al Camp Nou si è giocato a quello che voleva il Villarreal, un vanto mica da ridere. Già dai tempi di Pellegrini il Villarreal è la squadra che più di tutte in Spagna ha giocato alla pari con il Barça, mettendola sullo stesso piano.
In questa occasione si è assicurato la supremazia territoriale pressando l’inizio dell’azione blaugrana e contando sulla nulla profondità del Barça: alle assenze di Messi, indisponibile, e di Iniesta, entrato solo a gara in corso (al suo posto esordisce dal primo minuto il promettente Jonathan dos Santos, ma non è la partita ideale per mettersi in mostra), cioè dei due più capaci a portare palla, bisogna aggiungere la prestazione ancora una volta preoccupante di Ibrahimovic, non solo totalmente disinteressato ad attaccare lo spazio ma anche inesistente in quel gioco spalle alla porta che dovrebbe essere una sua specialità e permettere alla squadra di salire.
Compito facilitato per i centrali del Villarreal che non si sono praticamente mai dovuti guardare alle spalle. Spicca comunque il rendimento negli ultimi tempi di Marcano, che ha approfittato dei disastri ripetuti di un irriconoscibile Gonzalo Rodríguez per conquistarsi un posto da titolare al fianco di Godín. Un bel centrale mancino che sta confermando le speranze suscitate l’anno passato al Racing: alto ma molto rapido, intuitivo nell’anticipo, bravo anche nel rilanciare l’azione, ora come ora lo vedo quarto centrale della nazionale dopo Piqué, Puyol e Albiol, senza contare che la sua polivalenza (può tranquillamente giocare anche da terzino, e con doti offensive non troppo inferiori a quelle di Capdevila) libererebbe uno spazio a Del Bosque in sede di convocazioni, senza essere obbligato a ricorrere ad Arbeloa.
Assicurato il controllo territoriale, il Villarreal ha poi proposto il suo calcio di possesso. Possesso-palla insistito che ha colpito il Barça dove è più debole, ovvero nella difesa statica della propria metacampo, come già il primo tempo del Clásico aveva dimostrato. A questo predominio è mancata la ciliegina della finalizzazione: Nilmar ha aiutato a creare spazi ma proprio non riesce a sbloccarsi dal punto di vista realizzativo, Rossi è stato sacrificato in panchina da Valverde per avere un centrocampista offensivo in più, cioè la rivelazione David Fuster, che si sta dimostrando funzionale all’idea di gioco e prezioso col suo fiuto del gol, una sorta di Pedrito amarillo.
Con l’acquisto di Nilmar ci si aspettava un attacco esplosivo che tarda però ad arrivare, ed è da qui senza dubbio (oltre che dal pieno ripristino di Senna nelle sue funzioni di leader) che passano le chances di crescita di un Villarreal che continua ad avere i difetti di sempre (l’assenza di cambio di ritmo negli ultimi metri) ma che mantiene anche una credibilità a prova di bomba.
Etichette: Barcelona, Liga, Osasuna, Real Madrid, Villarreal
13 Comments:
hai visto celta-villareal oggi su sky?? se si, come ti è sembrato il celta?
Ciao Iriney, bentornato, sì l'ho vista.
Devo dire che la prima impressione è stata quella di un Villarreal un po'irritante, troppo passivo, senza iniziativa e quasi senza stimoli.
Il Celta ci ha indubbiamente provato, ma lo ha impensierito molto poco. Finora in questa stagione l'ho visto soltanto un'altra volta oltre a ieri, per cui posso dare un giudizio soltanto superficiale.
Vedo intenzioni lodevoli ma una certa inconsistenza. Eusebio cerca di proporre un sistema di gioco che ricalca pari pari quello del Barça (4-3-3, possesso-palla, difensori centrali larghissimi ad inizio azione per guadagnare metri in avanti col resto della squadra, squadra che cerca sempre di accorciare in avanti con il pressing e la difesa alta), però se da un lato il campo il Celta lo tiene discretamente, rendersi pericolosi è tutto un altro discorso.
Ieri è migliorato con l'ingresso di Arthuro: Iago Aspas mi sembra più seconda punta, mentre il brasiliano al centro dell'attacco ha offerto un buon riferimento alla squadra per distendersi.
Però anche così il Celta è sembrato una squadra più accademica che altro: un 4-3-3 anche un po' prevedibile, non solo perchè la qualità non è quella dei giocatori del Barça (ovvio), ma anche perchè ci sono poche sorprese dalla trequarti in su, pochi scambi di posizione e pochi inserimenti. Quasi sempre un solo giocatore (il centravanti) a concludere in area avversaria.
Così tutto rimane eccessivamente legato alle capacità individuali: il passaggio filtrante di Trashorras oppure l'uno contro uno di Abalo e Botelho sulle ali. Troppo poco.
PS: Mi potresti aggiornare sulla stagione di Joselu?
Si, credo anch'io che il Villareal non si sia sporcato troppo le mani... hai centrato il nocciolo del problema, senza un bomber qualsiasi squadra farà sempre fatica in qualsiasi categoria gioca… Arthuro che tu hai visto segnare ovviamente non è la soluzione ad un attacco stitico e a differenza di quanto dica il buon Nucera non è neanche il titolare da quasi 2 mesi ormai (e veramente con il Murcia abbiamo giocato domenica 3 pareggiando all’ultimo con Joselu)… Iago Aspas è un trequartista dunque non una prima punta e Joselu è troppo giovane per poter tenere il peso dell’attacco da solo, e dai vari commenti sembra anche essersi un pelino montato la testa dopo che la “casa blanca” ha comprato il suo cartellino… non so se nel breve periodo potrà essere utile al Real Madrid, obbiettivamente non so neanche nel lungo. Per il resto qualche giovane che potrebbe con il tempo diventare interessante, con pazienza, molta pazienza.. D’altronde questa è ormai una squadra di “pavones” gli “zidanes” c’è li hanno già pignorati un paio di anni fa… :-(
Io penso che Joselu non troverà mai spazio nel Real Madrid, la speranza è che possa liberarsene presto e fare la sua carriera tranquillamente.
All'ultimo Europeo Under 19 mi aveva veramente impressionato, è da tempo che medito di scrivere qualcosa sul suo conto, però prima dovrei vedermi un po' di partite del Celta.
Ti è piaciuto Thiago contro il Siviglia?
...
Ciao
Luca
Ciao Luca.
Diciamo prima di tutto che la partita del Barça è stata pessima, quindi il contesto non era ideale per un semi-esordiente.
Qualche bel tocco, qualche giochetto, ma lo conoscevamo già il suo livello tecnico. Ha potuto fare poco di più, per le difficoltà della partita e perchè non bisogna mai aspettarsi che un giovane alle primissime armi possa fungere da trascinatore in un contesto simile: è naturale, bisogna affidarsi agli sprazzi per ora.
Inoltre rispetto all'altro "nuovo acquisto" dalla cantera, Jonathan dos Santos, bisogna dire che Thiago è un giocatore potenzialmente superiore ma più complesso da inserire: è un trequartista che per adattarsi al sistema di gioco blaugrana si sta riconvertendo in mezzala, e rispetto a Dos Santos è più bravo col pallone tra i piedi ma per il momento peggiore nei movimenti senza palla, che sono anch'essi molto importanti per dare ritmo alla manovra nel cuore del centrocampo.
Al di là del merito dell'Osasuna, il Madrid ha fatto un passo indietro rispetto alle ultime recenti uscite, costruire solo un'occasione seria in 90' è troppo poco e ha sprecato una buona occasione per l'aggancio. Ovvio che l'Osasuna contro le grandi si esalta non dovendo prendere l'iniziativa e potendo praticare il suo calcio da "battaglia". Peccato, ma magari era solo una questione di pancia piena post festività :)
Non capisco perchè il Madrid sia andato a prendere Joselu visto che è da un decennio che se ne infischiano dei giovani talenti spagnoli, tolto forse Ramos preso molto giovane dal Sevilla. Ovvio che Joselu farà la sua strada ben lontano da Chamartin.
Confermo il tuo pensiero sul Villarreal, secondo me è la squadra che gioca il miglior calcio in Spagna dopo il Barcelona e l'ha dimostrato al Nou Camp la settimana scorsa giocando una grande partita.
Saluti,
Dario
@ Hincha
Sì, è chiaro che con questa sproporzione di potenziale debba esserci anche un po' di demerito del Real Madrid, che ha peccato soprattutto a centrocampo.
Però credo che per una volta meritassero una sottolineatura le sfidanti sia del Real Madrid che del Barça.
@ Dario
In linea di massima sono d'accordo, anche se il Barça quest'anno di partite belle-belle ne ha giocato davvero poche e il Real Madrid, Osasuna a parte, nell'ultimo mese sta giocando meglio a mio avviso.
A me diverte tantissimo il Tenerife, anche se ha dei buchi difensivi notevoli e un attacco debolissimo.
Valentino hai nominato il Tenerife come squadra divertente e proprio domani sera ci sarà Tenerife-Barcellona alle 21, una sfida davvero interessante.
Purtroppo, essendo dalla mia ragazza che non ha più Sky calcio, non credo che riuscirò a vederla, magari vedrò qualche highliths su internet ma ovviamente non è come vedere la partita in diretta, le azioni, la manovra.....o meglio vedrò le azioni salienti ma basterà?
Pazienza, leggerò il tuo commento di lunedì perchè descrivi molto bene le partite.
Saluti,
Dario
Ciao Valentino,
avrei la necessità di parlare con te.
Sono Fabrizio e curo Alleniamo.com
La mail è in indirizzo oppure
redazione@alleniamo.com
A presto e grazie
Fabrizio
Certo che quando una squadra piccola riesce a stoppare una grande ha buona parte del merito, quindi onore all'Osasuna e al suo tecnico Camacho, poco fortunato negli ultimi anni ma che sembra aver trovato la chimica giusta in quel di Pamplona. Peccato per i blancos, la pausa deve averci fatto male visto che ultimamente gioca e manovra erano finalmente a livelli accettabili dopo anni di scarsa organizzazione e tanta improvvisazione. Stasera altro scontro contro una piccola tosta come il Mallorca, speriamo di riprendre il trend interrotto dopo Natale, Interessante la sfida delle Canarie: con un attacco appena decente visto il gioco che produce il Barcab potrebbe avere dei grattacapi contro gli isolani, peccato che siano così leggeri davanti...
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