Si fa presto a dire grande squadra.
Al di là della sconfitta, il Real Madrid nella grande classica della Catedral compie un netto passo indietro, che conferma e amplifica le difficoltà di Pamplona ridimensionando al contempo le brillanti vittorie casalinghe con Zaragoza e Mallorca.
Se al Reyno de Navarra la ribalta se l’era in parte rubata l’avversario, qui non è che l’Athletic abbia tramandato ai posteri magnifiche gesta. Anzi, chiariamolo subito per evitare equivoci: l’ultima cosa che fanno i Leoni è giocare a calcio. Ruggire, graffiare, mordere, magari anche vincere (ultimamente gli riesce di frequente), ma giocare a calcio proprio no. Ce l’avrebbero anche nei piedi, ma la testa Caparrós l’ha programmata diversamente.
Con Jokin la coperta è sempre corta e il campo troppo lungo. L’arma decisiva dei padroni di casa è stata la partenza sparata che ha sopraffatto il Real Madrid nel giro di pochi minuti, prima con un doppio palo (Gurpegi da fuori e Toquero su una respinta più facile da sbagliare che altro) e poi col colpo di testa di Llorente solo nell’area piccola su calcio d’angolo, favorito da una sponda involontaria di Lassana Diarra.
Dopo il vantaggio, l’Athletic ha rispettato minuziosamente il copione di (non) gioco delle ultime partite. Copione che prevede un cambio di assetto rispetto all’inizio della stagione: sempre un 4-4-1-1, ma non più con due esterni alti, bensì con Gurpegi sulla fascia destra ma pronto a stringere verso il centro e comporre una sorta di “trivote” con Orbaiz che rimane sul centro-sinistra e Javi Martínez che retrocede a chiudere davanti alla difesa. Aggiungendoci un sacrificatissimo Yeste largo a sinistra, un blocco di otto giocatori distante chilometri da Fernando Llorente, povero cristo incaricato di tenere palla e inventarsi la vita, sperando che almeno qualcuna delle corsette demagogiche strappa-applausi di Toquero lo sostenga in qualche modo.
Athletic squilibrato, perché non lo si è soltanto quando ci si butta tutti avanti alla rinfusa. Se prima i zurigorri soffrivano le riprese per l’eccessivo dispendio che comportava il pressing disordinato esercitato nei primi tempi (almeno in casa), ora decidono consapevolmente di non giocare acquattandosi nella propria metacampo. Di rilanciare il gioco non se ne parla nemmeno, non esiste neppure un abbozzo di contropiede perchè per quello ci vogliono almeno un paio di passaggi mentre qua la distanza dagli attaccanti dal resto della squadra è troppa e si lancia subito.
Il segreto della geniale ricetta di Jokin sta tutto nell’evitare in ogni modo che l’avversario segni per primo (sennò apriti cielo, come a Maiorca), aspettare che si innervosisca col passare dei minuti e sfruttare l’episodio isolato con Llorente o magari affidandosi nella ripresa al cambio di passo e alla genialità di Muniain (che comunque ieri non ha giocato) quando gli altri hanno la lingua fuori. Certo, la cosa finora ha funzionato, a Santander, ad Almería e a Zaragoza le cose sono andate proprio così, Javi Martínez a ridosso dell’area sta coprendo uno spazio prima molto sensibile, San José promette accanto ad Amorebieta, gli avversari creano meno occasioni da gol, però…
…però una cosa sono Racing, Almería e Zaragoza, un’altra un Real Madrid che si è visto regalare dall’avversario una metacampo per tutti i novanta minuti, ma senza mai sapere che farsene. Più tiri, e ci mancherebbe, un palo di Benzema nel primo tempo, un paio di azioni pericolose, ma mai un vero assedio, l’Athletic ha sofferto relativamente poco pur essendosi volontariamente inabissato nei pressi della propria area di rigore.
Fa cadere le braccia l’ottusità con cui il Madrid si è chiuso gli spazi praticamente da solo. Spicca la partita negativa di Kaká, ma prima di lanciarsi contro la prestazione scialba del brasiliano, che indubbiamente manca dello spunto che lo ha reso famoso, occorre sottolineare come i compagni attorno si siano messi di grande impegno per mandare in malora tutto il contesto che avrebbe potuto esaltare le caratteristiche di Kaká.
Ai due lati del rombo, Compare Marcelo e Compare Lass si segnalano particolarmente: la loro funzione dovrebbe essere quella di allargarsi o stringere verso il centro per fornire l’appoggio a seconda dei movimenti dei compagni, degli avversari e della zona in cui si trova il pallone. Ma evidentemente i due prendono troppo sul serio lo schemino disegnato sulla lavagna, si cercano una zolla e da quella non si schiodano, oppure quando lo fanno vanno immancabilmente a pestare i piedi ai compagni in zona centrale. Non parliamo poi della gestione del pallone, quasi sempre coi tempi sbagliati, tocchi di troppo che non fanno che appesantire la manovra.
In questo modo i terzini Arbeloa e Ramos si trovano ad avanzare quasi sempre portando palla invece che attaccando lo spazio in corsa, diminuendo drasticamente l’effetto-sorpresa delle scorse partite, in mancanza di appoggi e di movimenti dei compagni che gli aprano spazi per l’inserimento. Io mi accentro e nel mentre tu ti allarghi, io vengo incontro al pallone e tu tagli dentro: sono questi gli unici movimenti che possono aprire spazi contro una difesa schierata, ma il Madrid li esegue pochissimo, in una serata in cui le comunicazioni fra i reparti e la gestione degli spazi hanno lasciato molto a desiderare.
Nonostante le sue conclusioni siano state le più pericolose, anche la prestazione di Benzema (tornato titolare per via dell’infortunio occorso al lanciatissimo Higuaín) ha rafforzato questo discorso: troppo discontinuo l’apporto del francese, che pure quando è ispirato è uno dei migliori attaccanti di manovra che ci siano. Pochi appoggi e una scarsa creazione di spazi per i centrocampisti: in queste condizioni, ingabbiato dai suoi stessi compagni, non c’è da sorprendersi che Kaká abbia finito con l’abbassarsi eccessivamente per venirsi a prendere i palloni, e non è una stranezza nemmeno la prestazione sottotono di Xabi Alonso, che come ogni regista ha bisogno di riferimenti per far correre il pallone, non potendosi certo inventare dal nulla geometrie che necessitano in egual misura della visione di gioco del singolo e della corretta disposizione d’insieme. Xabi Alonso è il termometro del Real Madrid come Xavi lo è del Barça: se loro giocano male, vuol dire che sta giocando male tutta la squadra.
L’unico che ha provato ad uscire da quest’imbuto è stato Cristiano Ronaldo, uno dei pochi a salvarsi, in certi momenti impegnato in una battaglia solitaria (e col pubblico del San Mamés è stato amore a prima vista, che ve lo dico a fare). Teorica seconda punta ma di fatto largo sulla fascia destra per cercare di dare un po’ di ampiezza, attivo ma impotente, perché le citate difficoltà del Real Madrid nel variare il gioco in zona centrale e crearsi spazi tra le linee hanno agevolato gli avversari nel concentrare i propri sforzi nei raddoppi sul portoghese, al quale è rimasta soltanto la carta del tiro da fuori concessa da un Athletic che nella sua recente svolta tattica tende sempre a difendere troppo basso.
Pellegrini ci ha provato cambiando proprio i due lati debolissimi del rombo di centrocampo, inserendo Guti (al rientro) e Granero al posto di Marcelo e Lass, giocatori più portati a snellire la manovra e agli uno-due: con il contemporaneo ingresso di Raúl per Benzema qualcosina è migliorato e il Real Madrid si è avvicinato di più ad Iraizoz, sfruttando anche il panico crescente dei padroni di casa, ma non è bastato né per evitare l’accenno di fuga del Barça (a +5 dopo la comoda vittoria casalinga col Sevilla) né per rimuovere la sensazione che a questa squadra manchi ancora un bel po’ di lavoro per raggiungere l’eccellenza promessa in estate.
Se al Reyno de Navarra la ribalta se l’era in parte rubata l’avversario, qui non è che l’Athletic abbia tramandato ai posteri magnifiche gesta. Anzi, chiariamolo subito per evitare equivoci: l’ultima cosa che fanno i Leoni è giocare a calcio. Ruggire, graffiare, mordere, magari anche vincere (ultimamente gli riesce di frequente), ma giocare a calcio proprio no. Ce l’avrebbero anche nei piedi, ma la testa Caparrós l’ha programmata diversamente.
Con Jokin la coperta è sempre corta e il campo troppo lungo. L’arma decisiva dei padroni di casa è stata la partenza sparata che ha sopraffatto il Real Madrid nel giro di pochi minuti, prima con un doppio palo (Gurpegi da fuori e Toquero su una respinta più facile da sbagliare che altro) e poi col colpo di testa di Llorente solo nell’area piccola su calcio d’angolo, favorito da una sponda involontaria di Lassana Diarra.
Dopo il vantaggio, l’Athletic ha rispettato minuziosamente il copione di (non) gioco delle ultime partite. Copione che prevede un cambio di assetto rispetto all’inizio della stagione: sempre un 4-4-1-1, ma non più con due esterni alti, bensì con Gurpegi sulla fascia destra ma pronto a stringere verso il centro e comporre una sorta di “trivote” con Orbaiz che rimane sul centro-sinistra e Javi Martínez che retrocede a chiudere davanti alla difesa. Aggiungendoci un sacrificatissimo Yeste largo a sinistra, un blocco di otto giocatori distante chilometri da Fernando Llorente, povero cristo incaricato di tenere palla e inventarsi la vita, sperando che almeno qualcuna delle corsette demagogiche strappa-applausi di Toquero lo sostenga in qualche modo.
Athletic squilibrato, perché non lo si è soltanto quando ci si butta tutti avanti alla rinfusa. Se prima i zurigorri soffrivano le riprese per l’eccessivo dispendio che comportava il pressing disordinato esercitato nei primi tempi (almeno in casa), ora decidono consapevolmente di non giocare acquattandosi nella propria metacampo. Di rilanciare il gioco non se ne parla nemmeno, non esiste neppure un abbozzo di contropiede perchè per quello ci vogliono almeno un paio di passaggi mentre qua la distanza dagli attaccanti dal resto della squadra è troppa e si lancia subito.
Il segreto della geniale ricetta di Jokin sta tutto nell’evitare in ogni modo che l’avversario segni per primo (sennò apriti cielo, come a Maiorca), aspettare che si innervosisca col passare dei minuti e sfruttare l’episodio isolato con Llorente o magari affidandosi nella ripresa al cambio di passo e alla genialità di Muniain (che comunque ieri non ha giocato) quando gli altri hanno la lingua fuori. Certo, la cosa finora ha funzionato, a Santander, ad Almería e a Zaragoza le cose sono andate proprio così, Javi Martínez a ridosso dell’area sta coprendo uno spazio prima molto sensibile, San José promette accanto ad Amorebieta, gli avversari creano meno occasioni da gol, però…
…però una cosa sono Racing, Almería e Zaragoza, un’altra un Real Madrid che si è visto regalare dall’avversario una metacampo per tutti i novanta minuti, ma senza mai sapere che farsene. Più tiri, e ci mancherebbe, un palo di Benzema nel primo tempo, un paio di azioni pericolose, ma mai un vero assedio, l’Athletic ha sofferto relativamente poco pur essendosi volontariamente inabissato nei pressi della propria area di rigore.
Fa cadere le braccia l’ottusità con cui il Madrid si è chiuso gli spazi praticamente da solo. Spicca la partita negativa di Kaká, ma prima di lanciarsi contro la prestazione scialba del brasiliano, che indubbiamente manca dello spunto che lo ha reso famoso, occorre sottolineare come i compagni attorno si siano messi di grande impegno per mandare in malora tutto il contesto che avrebbe potuto esaltare le caratteristiche di Kaká.
Ai due lati del rombo, Compare Marcelo e Compare Lass si segnalano particolarmente: la loro funzione dovrebbe essere quella di allargarsi o stringere verso il centro per fornire l’appoggio a seconda dei movimenti dei compagni, degli avversari e della zona in cui si trova il pallone. Ma evidentemente i due prendono troppo sul serio lo schemino disegnato sulla lavagna, si cercano una zolla e da quella non si schiodano, oppure quando lo fanno vanno immancabilmente a pestare i piedi ai compagni in zona centrale. Non parliamo poi della gestione del pallone, quasi sempre coi tempi sbagliati, tocchi di troppo che non fanno che appesantire la manovra.
In questo modo i terzini Arbeloa e Ramos si trovano ad avanzare quasi sempre portando palla invece che attaccando lo spazio in corsa, diminuendo drasticamente l’effetto-sorpresa delle scorse partite, in mancanza di appoggi e di movimenti dei compagni che gli aprano spazi per l’inserimento. Io mi accentro e nel mentre tu ti allarghi, io vengo incontro al pallone e tu tagli dentro: sono questi gli unici movimenti che possono aprire spazi contro una difesa schierata, ma il Madrid li esegue pochissimo, in una serata in cui le comunicazioni fra i reparti e la gestione degli spazi hanno lasciato molto a desiderare.
Nonostante le sue conclusioni siano state le più pericolose, anche la prestazione di Benzema (tornato titolare per via dell’infortunio occorso al lanciatissimo Higuaín) ha rafforzato questo discorso: troppo discontinuo l’apporto del francese, che pure quando è ispirato è uno dei migliori attaccanti di manovra che ci siano. Pochi appoggi e una scarsa creazione di spazi per i centrocampisti: in queste condizioni, ingabbiato dai suoi stessi compagni, non c’è da sorprendersi che Kaká abbia finito con l’abbassarsi eccessivamente per venirsi a prendere i palloni, e non è una stranezza nemmeno la prestazione sottotono di Xabi Alonso, che come ogni regista ha bisogno di riferimenti per far correre il pallone, non potendosi certo inventare dal nulla geometrie che necessitano in egual misura della visione di gioco del singolo e della corretta disposizione d’insieme. Xabi Alonso è il termometro del Real Madrid come Xavi lo è del Barça: se loro giocano male, vuol dire che sta giocando male tutta la squadra.
L’unico che ha provato ad uscire da quest’imbuto è stato Cristiano Ronaldo, uno dei pochi a salvarsi, in certi momenti impegnato in una battaglia solitaria (e col pubblico del San Mamés è stato amore a prima vista, che ve lo dico a fare). Teorica seconda punta ma di fatto largo sulla fascia destra per cercare di dare un po’ di ampiezza, attivo ma impotente, perché le citate difficoltà del Real Madrid nel variare il gioco in zona centrale e crearsi spazi tra le linee hanno agevolato gli avversari nel concentrare i propri sforzi nei raddoppi sul portoghese, al quale è rimasta soltanto la carta del tiro da fuori concessa da un Athletic che nella sua recente svolta tattica tende sempre a difendere troppo basso.
Pellegrini ci ha provato cambiando proprio i due lati debolissimi del rombo di centrocampo, inserendo Guti (al rientro) e Granero al posto di Marcelo e Lass, giocatori più portati a snellire la manovra e agli uno-due: con il contemporaneo ingresso di Raúl per Benzema qualcosina è migliorato e il Real Madrid si è avvicinato di più ad Iraizoz, sfruttando anche il panico crescente dei padroni di casa, ma non è bastato né per evitare l’accenno di fuga del Barça (a +5 dopo la comoda vittoria casalinga col Sevilla) né per rimuovere la sensazione che a questa squadra manchi ancora un bel po’ di lavoro per raggiungere l’eccellenza promessa in estate.
Etichette: Athletic Bilbao, Liga, Real Madrid
14 Comments:
Purtroppo è dalla ripresa della Liga che sostengo che la sosta abbia fatto male ad un Madrid che si stava avviando sulla strada giusta. Nel 2010 sono arrivati 1 pareggio, 1 vittoria e 1 sconfitta con soli 2 gol segnati e 1 subito e contro avversari non irresistibili anche se l'Athletic in casa è capace di tutto. Purtroppo è un Madrid che può contare solo sull'idea di gioco di Pellegrini visto che le sue decantate stelle finora stentano ad accendersi. Il più continuo sembra essere il meno celebrato (Higuain) che a parte le volte in cui si dovrebbe prendere a sberle per il suo essere avulso dalla manovra garantisce una puntualità che nessuno degli altri moschettieri blanco può garantire in questo momento neanche CR9 lontano dalle medie di inizio stagione dopo il rientro dell'infortunio. Purtroppo credo che parte dei guai del Madrid arrivino anche dall'appannamento di alcuni uomini chiave, quest'anno nè Kakà nè Benzema hanno mai fatto partitoni e quando con il gioco i risultati non arrivano ci vorrebbe il colpo di genio del singolo, ma ormai giustamente accantonato Raul resta anche un mistero chi potrebbe essere l'uomo squadra dei blancos, che speravo fosse Kakà. Ad ogni modo niente e compromesso ma -5 comincia già essere un passivo importante. Curioso, per chiudere, come Marca non infierisca sul Madrid questa settimana ma parli di una partita quasi dominata e persa (in pratica) solo per la serata di grazia del portiere anche se giustamente sottolinea la pochezza offensiva nelle ultime uscite dei blancos.
Ciao Vale, aldilà dell'ovvio godimento per la vittoria dell'Athletic devo dire che non ne posso più di Caparros e delle mentalità da peracottari che sta imponendo al nostro glorioso club. Non dico di giocarsela proprio a viso aperto, ma uno spettacolo indecoroso come quello di ieri (tre tiri in porta nell'arco dei primi due minuti e poi PIU' NULLA) è adatto forse allo Xerez, al Numancia, al Las Palmas ma non al terzo club più vittorioso nella storia del calcio spagnolo. Pallonate, pallonate e solo pallonate: niente pressing, nessuna triangolazione, nessun accenno di voler giocare a futbol. Per me sono partite del genere che ti fanno perdere la bussola, perché la vittoria maschera tutte le carenze, i tifosi sono contenti e non c'è un cane che si pone il problema di COME si è vinto. Ieri, sul forum dei Leones, ho provato a dire qualcosa ma sono stato subito tacciato di essere un gufo...bah.
Vorrei spezzare una lancia in favore del Real Madrid, che almeno il pari lo avrebbe meritato: era onestamente duro trovare spazi, vista la quantità di maglie biancorosse davanti a Iraizoz. Sicuramente le merengues hanno giocato male, però non è facile trovarsi davanti un muro di baschi incazzati e sperare di perforarlo. Anche il Barça, in finale di Copa, fino all'1-1 di Touré con un siluro da 30 metri ci capì molto poco.
Chiudo dicendo che non mi fa piacere vincere così e saluto i tifosi blancos che abbiamo bellamente defraudato.
3 cose.
1)il real non ha una marcia in più semmai una in meno.
2)il calcio spagnolo non è affatto più offensivo di quello italiano. l'Athletic nè uno dei migliori esempi, non certo il solo.
3)mi ha fatto ridere pensare che delle corsette possano essere "demagogiche"
:D
ciao a tutti.
KUBALA
@ Hincha
L'idea di gioco dell'Ingeniero ieri alcuni dei suoi si sono divertiti a sabotarla,tanto che ha dovuto chiamare in causa persino il suo amicone Guti! :D
Higuain è una brutta assenza non solo per il pericolo in zona-gol (Benzema è un altro tipo di attaccante, non cerca il gol a tutti i costi), ma anche perchè Pipita aveva ripreso a servire a qualcosa anche per la manovra, con movimenti funzionali soprattutto ad allargarsi sulle fasce.
Marca non infierisce perchè Pellegrini aveva accumulato un certo credito nell'ultimo mese e mezzo.
@ Edo
Complimenti come sempre per l'onestà e l'equilibrio con cui riesci a separare il sacrosanto godimento del tifoso dall'equilibrio dell'appassionato/osservatore. Il tuo blog è un esempio in questo senso. E complimenti anche per l'immagine del muro di baschi incazzati! :D
Comunque continua con la tua battaglia sul forum, è anche una questione di cultura... cioè non è che siccome l'Athletic è un club di orgoglio e di garra questo debba implicare che si giochi per forza da cani...
Trovo sconcertante che non ci sia stata nemmeno una mezza proposta di rilanciare l'azione, a me quest'Athletic sembra una sqadra innaturale che vive su una sola fase, ma a quanto pare funziona, tant'è...
Io già l'estate scorsa sostenevo che il ciclo di Caparros sarebbe stato meglio concluderlo. La sua funzione storica l'ha compiuta, è utile quando si deve uscire dalle secche e fare le nozze coi fichi secchi, e in questo senso penso sia riuscito nella missione di stabilizzare l'Athletic dopo annate di sofferenza, oltre ad avere il merito di lanciare alcuni giovani e riesumato lo spirito di questo club in alcune serate come la semifinale di Copa dell'anno scorso col Sevilla.
Però... Llorente, Yeste, Susaeta, De Marcos, Muniain, Iraola... manca solo un regista (ho letto buone cose di un Under 17, Inigo Ruiz... tu cosa sai?), ma questa squadra comincia a richiedere in maniera imperativa un'idea di gioco ben diversa, e per soddisfare la richiesta ci vorrà un altro tecnico la prossima stagione, c'è poco da aggiungere.
@ Kubala
1) E vabbè, vabbè... touché!
Naturalmente il mio titolo voleva solo osservare una tendenza recente, non aveva valore assoluto... le cose cambiano nel giro di una settimana e a partire dal secondo tempo della Copa di mercoledì (nonostante l'eliminazione), il Barçasta riprendendo credito.
2) Dipende, non posso fare un confronto perchè la Serie A la seguo pochissimo. Comunque il discorso non è tanto "offensivo o difensivo", la differenza credo sia soprattutto nella considerazione del possesso del pallone come mezzo per organizzare tatticamente la squadra, e non necessariamente in senso offensivo.
Ovviamente l'Athletic il pallone non sa nemmeno a cosa serva.
3) Ce li hai presenti quei giocatori tipo Gattuso che si fanno 50 metri di campo per andare a buttare un pallone in fallo laterale e poi sbracciarsi per incitare il pubblico?
Le "corsette demagogiche strappa applausi di Toquero" fa troppo ridere... così come "l'amore a prima vista di Cristiano con il San Mamès, che ve lo sto a dire"!
Sei un genietto della penna e butti giù pezzi d'antologia!
Infatti, quello che dicevo era che Higuain si è rotto quando stavo tornando anche un giocatore capace di manovrare e non solo un killer d'area. Se CR9 non riprende almeno un pò della verve realizzativa di inizio stagione la vedo dura visto che dagli altri giocatori offensivi i gol latitano.
In effetti le cose a Bilbao dovevano essere davvero storte se Manuel ha dovuto scomodare persino Guti... Nelle prossimo mese secondo me Pellegrini si giocherà molto per quanto riguarda il proseguo della stagione, intantoci sarà subito una trasferta storicamente ostica a La Coruña dove se facesse 3 punti credo Pellegrini entrerebbe o quasi nell'Olimpo madridista poi sono d'obbligo 6 punti nelle successiva 2 giornate (in casa con l'Espanyol e fuori con l'Xerex), poi si andrà a Lione (dove negli ultimi anni ci siamo presi delle belle legnate) e si chiuderà il mese in casa contro la mina vagante Villarreal. Visto che il Barca tolta la partita in casa dei cugini (giocare al Calderon è sempre un'incognita) ha un calendario decisamente più tranquillo, l'obiettivo è non perdere a Lione e restare a -5 magari ritrovando il gioco del periodo pre-Natalizio.
Anch'io leggendo il titolo di Valentino la scorsa settimana, avevo commentato con questa frase: senza C Ronaldo (quando inventa) questo Real è una squadra di certo non straordinaria...ovviamente occorre dar tempo a Pellegrini che comunque mi sembra un buon tecnico, ma il Barca è tuttora un'altra cosa, anche con la pancia piena e nonostante "la palla al piede Ibra", davvero scandaloso sotto porta e del tutto avulso dal gioco Blaugrana; col "vecchio" Eto'o in campo, il Barca oggi avrebbe almeno 8-9 punti di vantaggio. Detto questo, vorrei aggiungere: 1) Nel Madrid c'è un oggetto misterioso che si chiama Kakà...davvero impressionante l'involuzione tecnico-tattica di questo giocatore e non credo che il problema sia solo la pubalgia; credo che vi sia lo stesso discorso che vale per Ibra...un pò la difficoltà di adattamento alla Spagna e al calcio spagnolo, ma anche una piccola componente psicologica, in quanto i due erano abituati ad essere le stelle assolute delle relative squadre: Inter e Milan giocavano solo per loro ed in funzione loro. Nelle squadre in cui giocano oggi invece è tutto diverso, quando lo capiranno forse cominceranno a fare bene. 2) Sono d'accordo sulle proteste per il (non) gioco del Bilbao, ma di certo contro squadre come Barcellona e Real, il catenaccio ti da la possibilità di fare risultato, Hiddink-Guardiola dello scorso anno docet...3) Domanda per Valentino: ho letto della possibilità che Guardiola, a causa dell'infortunio occorso a Busquets, potrebbe far giocare il canterano Oriol Romeu: cosa puoi dirmi su questo giocatore?
Saluti, Flavio
@ Vojvoda
Ti ringrazio.
Anche se qualcuno lo ha trovato un episodio antipatico, a me ha divertito pure il siparietto di CRonaldo con il pubblico, quando è andato a raccogliere un pallone in fondo al campo e davanti al pubblico che gliene diceva di tutti i colori ha fatto finta di tirare una pallonata.
@ Flavio
1) La cosa bizzarra è che se escludiamo l'ultimo mese Ibra ha anche giocato bene. Kakà invece ha giocato pochissime partite belle: tuttavia Ibra anche quando gioca bene è più invadente per i suoi compagni di quanto non lo sia Kakà. Kakà che gioca male disturba poco, come ho detto l'altra volta, perchè i suoi movimenti sono sempre compatibili con quelli dei compagni, anche quando la sua partita si limita a due passaggi e a un tiro sbilenco. Anche alla Catedral sono stati altri a disturbare (soprattutto Lass e Marcelo), non Kakà che pure è stato tra i peggiori in campo indiscutibilmente.
2) Io non credo che regalare tutta una metacampo sia generalmente sostenibile per 90 minuti. Il catenaccio prevederebbe anche una mezza idea di contropiede.
No, davvero, non paragoniamo l'Athletic col Chelsea dell'anno scorso (quello del ritorno, quello dell'andata per me fu una mezza schifezza): quel Chelsea fece una partita difensiva straordinaria ma preparandosi costantemente una via di fuga per fare male in contropiede. Non era "ammucchiamoci davanti a Cech e vediamo che succede". Chiaro che poi la qualità del Chelsea era ben superiore, ma non è che l'Athletic sia un covo di scarponi, anche se a volte fanno di tutto per sembrarlo.
Per ottenere un risultato positivo con questa condotta si devono aggiungere altri fattori, come le parate di Iraizoz, parate su tiri arrivati perchè l'Athletic difendeva troppo basso, o come un avversario che organizza male la propria manovra, come secondo me ha fatto il Real Madrid.
3) Oriol Romeu è un habituée delle nazionali giovanili spagnole: campione d'Europa Under 17 nel 2008, impegnato nel 2009 con l'Under 19 e poi con l'Under 20 nel mondiale in Egitto.
Centrocampista difensivo o difensore centrale indifferentemente: è un giocatore non rapido ma con ottimo senso della posizione e anche discreto nel giocare la palla. Rispetto a Busquets penso che possa dare qualcosa di più quando si tratta di difendere nella propria metacampo (situazione che comunque il Barça detesta, quando capita con una certa frequenza all'interno della partita vuol dire che sta giocando male), perchè è più solido fisicamente e "più difensore".
Però penso anche che in fase di possesso Busquets sia tutta un'altra storia, per la scioltezza che può dare alla transizione offensiva, nettamente superiore anche a quella che offre il pur fortissimo Yaya Touré.
"Busi" ha i tempi di gioco giusti quando ha il pallone, mentre senza palla legge sempre alla perfezione i movimenti da fare per liberare a Xavi e Iniesta lo spazio per ricevere fronte alla porta e quindi dare più agilità alla manovra. Non so quanto Oriol Romeu abbia nelle corde questo tipo di gioco, mi sembra più stopper davanti alla difesa alla Edmilson, anche se non è un asino con i piedi.
certo è che uno come Toquero più che correre per esaltare il pubblico cosa mai può fare? :-)
marco
Io nonostante tutto continuo ad avere sensazioni positive su questo Real, ovviamente considerando i prossimi mesi. In fondo si tratta di recuperare alcune dinamiche e di migliorarne altre. Ad esempio con l'assenza di Higuain io punterei forte su Raul o, in alternativa, su un Cristiano più avanzato (non si può pretendere che giocando da seconda punta e senza essere supportato adeguatamente faccia sempre due o tre gol a partita: è fortissimo, ma non è Dio). Kakà sembra effettivamente diventato un giocatore "normale", anche se nulla mi toglie dalla testa che il suo stato fisico c'entri molto con questa situazione: non dimentichiamoci che il brasiliano, per il tipo di gioco che sa esprimere, ha bisogno di essere fisicamente in forma. Non è mai stato un giocatore "razionale", per cui è ovvio che se si fa male un ragionatore come Van Der Vaart e si punta su di lui vengono meno alcuni presupposti.
Tommaso.
@ Marco
Capisco, ma la prossima quale sarà, vederlo in campo con scritto sulla maglia "Da domani niente tasse"?
@ Tommaso
Certo, non c'è nulla di definitivo, il titolo di questo post come quello della scorsa partita sono per forza di cose enfatici. Anch'io ho sensazioni positive su questo Real Madrid.
Sarà così fino alla fine della stagione, un'altalena, una settimana più Madrid e una settimana più Barça (che tra l'altro non è che abbia giocato 'sta partita leggendaria sabato scorso).
Credo che la panchina di Raul sia inevitabile, anche con Higuain assente. Benzema-Cristiano è la coppia migliore per me.
Cambierei qualcosa a centrocampo. Marcelo lo farei tornare terzino e quando rientrerà continuerei a puntare su Van der Vaart. L'altra mia scelta sarebbe Granero, ma non ha ancora dimostrato di meritarsi la titolarità. Poi Mahamadou Diarra... va bene, non piace a nessuno in questo blog, l'ho capito, però tatticamente non te la fa mai il casino che hanno fatto Lass e Marcelo sabato.
con questi articoli a volte ci fai sperare che la liga non diventi un campionato a due, ma vabbeh, pura illusione.
Il valencia a me da l'impressione che se gira può far male a tanti, però una delle loro caratteristiche, la velocità con i vari pisolo mammolo e eolo davanti, può essere un incredibile limite: squadre come inter e chelsea secondo me arriverebbero con l'asfalto già pronto, soprattutto se in mediana ad affiancare banega ci sono albelda o marchena...
Io se posso cerco di vederla la squadra di Emery che mi diverte, ma come dici tu, incostante e incapace di creare un gioco continuativo in tutte le partite.
Terremoto canales nella liga, adesso del bosque lo vuole convocare in maggiore, non idea malvagia far sentire un po' il profumo della camiseta spagnola al giovanissimo, anche perchè diciamo che il campo lo vedrà dai 50 metri seduto su una comoda tribuna...
Intanto non ho capito bene la sua situazione contrattuale: scade a giugno, mi sembra ed è in compropriewtà con il depor?
Ultima, una curiosità: non riesco a convincere gli spagnoli (miei amici, tra cui un giocatore di tercera e gente comunque ne sa) che de rossi sia meglio di yaya tourè. Lo so paragone che centra poco o nulla, ma il problema non sono i giocatori in sè, è il termine paragone: per loro non esiste, yaya troppo più forte.
La mia domana, nasce spontanea, è de rossi cosi bistrattato in spagna, o yaya lo mettono non dico spora un podio ma una montagna?
@ cespo
Oh, se ho fatto sperare qualcuno me ne scuso vivamente... la Liga è quello che è.
Io non credo che siano un limite le caratteristiche di Silva, Banega, Mata, Villa e compagnia... anzi credo che Mourinho pregherebbe in aramaico pur di avere un Silva o un Banega.
Son giocatori che non ti pongono nessun limite, giocano in contropiede come a difesa schierata, se li valorizzi al meglio puoi giocare alla pari o anche fare la partita più o meno contro qualunque avversario.
Il problema è costruire e consolidare una struttura di squadra all'interno del quale valorizzarli, e manca ancora tantissimo in questo senso, anche se qualche progresso c'è stato rispetto alla passata stagione.
Canales non è un giocatore normale, questo mi pare chiaro (per chi non lo avesse ancora visto, il suo gol di domenica è un'altra perla).
Ci potrebbe stare cominciare a inserirlo in nazionale perchè in quel contesto di gioco ci sguazzerebbe a meraviglia, però la cosa non è urgente.
Bisogna ancora dare un po' di tempo per vedere che tenuta mentale ha il giocatore, e poi quel ruolo è già copertissimo.
Se proprio dobbiamo parlare di mocciosi da cominciare a considerare in chiave nazionale, io vedrei ancora meglio Muniain, perchè ha caratteristiche molto particolari: una seconda punta di fantasia "all'italiana" che non esiste nella rosa della nazionale, e che ipoteticamente a partita in corso potrebbe lasciare il segno più di quanto non farebbe Canales nella nazionale attuale.
Con questo non voglio dire che porterei Muniain al mondiale, mi sembra presto anche per lui.
Il Depor non ha la comproprietà, ma all'epoca del passaggio di Munitis al Racing si riservò il 50% dell'ammontare di un futuro trasferimento (vista lunga Lendoiro & c., eh?).
Ora si parla dell'interesse del Madrid, e sebbene la cosa abbia quel sapore tipico delle operazioni di mercato madridiste ("sta su tutti i giornali, quindi lo compro"), la cosa ci starebbe tutta. A chi obietta che sulla trequarti c'è già Kakà, ricordo che Canales può giocare senza problemi da mezzala o regista, si potrebbe tranquillamente inserire nel centro-sinistra del rombo.
Comunque io da appassionato preferirei che Canales non andasse a una delle due grandi, la cosa migliore sarebbe se aiutasse a rilanciare le ambizioni una delle outsider tipo Sevilla o Atlético Madrid... tra l'altro calzerebbe a pennello visti i problemi creativi di queste due squadre.
La cosa migliore ancora sarebbe comunque che Canales rimanesse per i prossimi due anni ancora al Racing, e stop.
Anche io sto con De Rossi. Fisicamente inferiore (e te credo!), tecnicamente alla pari ma tatticamente molto più valido. E per me, posto che un livello atletico minimo per competere ci deve essere, tecnica e tattica restano i fattori più importanti.
Non so quale sia l'opinione diffusa su De Rossi in Spagna, a leggere i blog direi che è uno dei giocatori italiani più ammirati.
A me M. Diarra piaceva a Lione però anche se tatticamente è bravo non si è mai espresso sui livelli francesi, un pò come Kakà (con le dovute proporzioni) è diventato da giocatore forte a giocatore normale e anche se di tattica è superiore come corsa Lass è messo meglio e dovendo spesso coprire dei buchi capisco perchè il francese parta titolare. Purtroppo vdV si è fatto male nel suo miglior momento a Madrid quando si stava rilanciando dove mesi di buioi. Per quanto riguarda Kakà se non è apposto fisicamente non capisco perchè debba sempre giocare meglio che si fermi a ricaricare le energie e risolvere i suoi guai per tornare come prima, del resto se a Milano è "rinato" Ronaldinho non vedo perchè non dovrebbe riuscirci Kakà. Peccato che i media stiano tornando all'attacco (e sotto-sotto immagino pure la dirigenza), non capisco perchè di tutti i cervelloni alla Casa Blanca non ce ne sia uno che capisce che cambiando ogni anno tecnico siamo destinati ad essere l'Inter pre-Mancio di Spagna per molti anni ancora. Che poi dovessero davvero prendere Benitez porterebbe spettacolo? Tolta una Champions vinta ai rigori, il Liverpool ha speso una barcata di soldi negli ultimi anni per vincere nulla, bah... Che poi Pellegrini non che stia facendo così male...anzi...
PS: concordo con Valentino, non è che al di là del risultato il Barca abbia fatto una partitone, il Sevilla (già con un allenatore sulle cui qualità si potrebbe discutere) era con molti assenti per via della coppa d'Africa e poi la agar è rimasta sull'1-0 /tra l'altro su autorete) per 75'...
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