lunedì, gennaio 11, 2010

Il Madrid ha una marcia in più?

Ad oggi il Real Madrid convince di più: si sta scoprendo come squadra, con l’entusiasmo del primo anno di un nuovo progetto, quell’entusiasmo che invece il Barça di Guardiola ha dovuto forzatamente mettere da parte. Ora si tratta di gestire e far fruttare il creduto accumulato col Triplete, e sebbene i blaugrana non abbiano finora fallito alcuno dei propri obiettivi stagionali, questa gestione continua a non convincere.

Vi sfido ad elencarmi le partite della stagione in corso nelle quali il Barça abbia eseguito fino in fondo, senza incertezze e senza contrattempi, il proprio spartito. Supercoppa di Spagna, Zaragoza, Inter…e poi? E poi tanti balbettii e tante gare vinte con una sufficienza che nello stesso momento in cui ti persuade della forza della squadra ti suscita un altro genere di perplessità.
Il Barça è “mès que un club” anche perché non si alimenta di soli risultati. A questa deve accompagnare una messa in scena che non ha solo valore estetico ma deve anche servire per intimidire gli avversari e rinforzare l’autostima e la fiducia dei giocatori nel modello. Fattori che l’anno scorso permettevano ai culè di partire con un virtuale gol di vantaggio sull’avversario praticamente in ogni partita.
Quest’anno, altra storia: gli avversari hanno un po’ mangiato la foglia e il Barça non si propone con la stessa brillantezza.

Tenerife rappresenta il picco di questo processo. Nonostante lo 0-5 finale, la partita peggiore dell’era Guardiola. Venti-venticinque minuti raccapriccianti, tre occasioni nitide (una traversa) per Alfaro che ha ancora una volta ribadito tutti i limiti realizzativi della divertentissima squadra canaria. Un vantaggio di due gol sarebbe stato il minimo vista la totale supremazia territoriale avversaria. Barça che non si era visto imporre il ritmo in maniera così sfacciata nemmeno dal Real Madrid e dal Villarreal.
Particolarmente deprecabile l’inizio della manovra (non si vede quasi più nemmeno lo schieramento a tre dietro sperimentato ad inizio stagione), con giocate approssimative, imprecisione e un’allarmante incapacità nell’innescare i centrocampisti e nel cambiare lato all’azione. Xavi, Busquets e Rafa Márquez spiccano in negativo, travolti dal pressing e dai ribaltamenti del Tenerife.
Poi però si verifica una di quelle ingiustizie di cui è fatto il calcio: chi ha i soldi e i talenti può passare alla prima azione. Dal nulla Bojan scappa sul fondo e serve il primo assist dei tre gol di Messi. Puyol nel mezzo approfitta di un’uscita a vuoto di Aragoneses per chiudere la contesa già nel primo tempo. Un cinismo del quale il Barça ha poco di che andare orgoglioso.
La partita va in discesa e degenera in goleada perché il Tenerife si scoraggia, il Barça si tranquillizza e mette in evidenza tutte le debolezze dell’avversario. Il sistema difensivo del Tenerife è, bisogna dirlo, qualcosa di davvero allarmante.
Il problema non risiede tanto nell’intenzione di aggredire con una linea difensiva altissima, quanto piuttosto nel tipo di marcatura adottato. Una marcatura a zona, ma una marcatura così aggressiva che in più di un occasione porta i giocatori a sforare dalla propria zona di competenza. Non so se sia tutto frutto di una scelta precisa di Oltra o se molto passi per la debolezza dei singoli.
Esempio: un terzino pressa l’ala avversaria e, puntando a non farla girare, la segue fino alla sua metacampo. Così lascia uno spazio alle sue spalle, dove si può infilare un altro avversario, sul quale in questo caso dovrà coprire il centrale allargandosi verso la fascia. E se si sposta il centrale, chi copre al centro? Insomma, un rimescolamento di posizioni molto pericoloso, che può crollare come un castello di carte di fronte ad attaccanti avversari tecnici e mobili, capaci di giocare a un tocco eludendo il tentativo di pressing e di scambiarsi le posizioni costantemente.
L’ideale per Henry, Bojan e Messi, che ieri calzavano a pennello con la difesa del Tenerife. Perfetto l’ispano-serbo, particolarmente bravo nei movimenti senza palla, molto più adatto di Ibrahimovic nel fornire uno sfogo immediato in profondità che ha rappresentato l’ancora di salvezza per un Barça con tante difficoltà a combinare dalle retrovie. Pochissime altre difese però si muoveranno come quella del Tenerife, e la competitività di Bojan, una carta potenzialmente importantissima per la stagione blaugrana, andrà saggiata in ben altri contesti, a partire dal dentro o fuori di mercoledì nella Copa.
Per quanto riguarda il Tenerife, rimane il rammarico per il fatto che una delle poche squadre per le quali valga la pena ad oggi di vedere una partita di Primera rischi la retrocessione: una simile fragilità nelle due aree si paga cara.

Il Barça di ieri somigliava al Real Madrid delle scorse stagioni, quello che subiva l’avversario fino a quando non pescava il gol che cambiava completamente corso alla partita. Nulla a che vedere con i merengues di quest’anno, prodighi di occasioni e con un livello di gioco di tutt’altro spessore, manco a dirlo.
Che l’onesto Mallorca, con tutto il rispetto, competa per il quarto posto, è un fatto ancora una volta preoccupante per la reputazione della Liga, ma quella di ieri non era una prova da sottovalutare per il Real Madrid. Senza due giocatori importanti come Lass e Ramos, ha dovuto cambiare la formazione e anche il modulo, passando dal centrocampo a qualcosa di meno definito, con Gago davanti alla difesa, Xabi Alonso leggermente più avanzato, Van der Vaart sul centro-sinistra (esce però per infortunio: al suo posto Granero, stesse mansioni e pure un gol all’attivo), Kaká trequartista e di punta Higuaín e Cristiano Ronaldo, portati ad allargarsi anche per creare la superiorità numerica assieme ad Arbeloa e Marcelo (ieri terzino).
Dettagli da nulla, perché una volta che l’idea di gioco è stata assorbito conta poco o nulla come disponi le pedine in partenza. L’idea di gioco è molto chiara: manovra elaborata ma molto rapida e verticale (stessa intenzione offensiva, ma diversa filosofia rispetto al Barça), niente posizioni fisse dalla trequarti in su e giocatori che non presidiano mai staticamente lo spazio ma lo occupano in corsa, per sorprendere la difesa avversaria schierata. Calcio moderno.
La cosa comincia a funzionare che è un piacere, con triangolazioni fitte e il terzo uomo sempre pronto a inserirsi. Merita una menzione Gonzalo Higuaín, che ai gol (tanti e nelle ultime giornate particolarmente belli) è tornato ad aggiungere movimenti funzionali al gioco di squadra come ai suoi primi tempi in Spagna.
Sapremo solo a fine stagione chi è più forte, ma in questo momento è il Madrid ad esercitare un maggior potere intimidatorio sugli avversari. Li spinge indietro, li obbliga a guardarsi sempre alle spalle coi suoi velocissimi incursori, cosa che non può dire il Barça ancora impegnato a metabolizzare del tutto il cambio Eto’o-Ibrahimovic. Certo, la classica della Catedral con l’Athletic (capace, più a livello ambientale che tecnico-tattico, di replicare la proposta dell’Osasuna che una settimana fa è andata di traverso a Cristiano e soci) ci dirà di più della gara di ieri.

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26 Comments:

Anonymous Hellas said...

Il Barcellona non è quello dello scorso anno, c'è poco da fare. La differenza è soprattutto atletica, il pressing asfissiante che per gran parte della scorsa stagione ha contraddistinto la squadra di Guardiola ora, salvo eccezioni (primo tempo con l'Inter per dire), non c'è più. A questi ritmi, bassi, il Barcellona diventa una squadra molto più umana. L'aspetto positivo per il momento sono i risultati, e non è poco, anzi; ma la buona sorte non può durare all'infinito.

Nel Real Madrid, fino ad ora, una nota di merito va soprattutto a Pellegrini: dopo anni le merengues hanno finalmente un gioco.
Punto di svolta è stato togliere dall'undici titolare Guti e e Raul, due senatori che a Madrid dettano legge, fuori e dentro il campo. Con questa mossa ha dimostrato carisma, rafforzando la sua figura di fronte alla squadra.
Se il Barca non cambia marcia vedo il Real favorito per la Liga, e forse anche per la Champions.
Ultima cosa, che peccato aver ceduto Sneijder e Robben; con loro il Real poteva scavare un solco tra sè ed il resto d'Europa. Avrei senza dubbio tenuto i due olandesi in luogo di comprare Kakà, il brasiliano per ora si sta riproponendo sui livelli delle ultime due stagioni al milan: un giocatore il cui meglio lo ha già dato.

8:40 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ma il Real Madrid è migliorato così tanto?

Non vedo il Real da Milan-Real 1-1 di San Siro e quella sera mi era già sembrato leggermente migliore rispetto all'andata quando perse 2-3 ma non convinse nemmeno, evidentemente era Raul il problema?

Data l'età, il senatore Raul può anche concedersi delle pause ma che dire di Benzema: oggi su "Marca" si è detto deluso e dispiaciuto per esser considerato una riserva da Pellegrini?

Pensavo che Karim facesse meglio a Madrid invece Gonzalo Higuain è preferito a lui davanti.

Dovrei vedere 4 partite dei "blancos" per valutarli bene, 2 in casa e 2 in trasferta perchè l'atteggiamento credo cambi leggermente quando si gioca in trasferta, ma potrebbero bastarne 2 per farmi capire dove può arrivare questo Real!

Sul Barcellona rimango ottimista, è pur sempre una grande squadra e nel 2009 ha mostrato il calcio migliore dal punto di vista del possesso e della grande qualità nel palleggio con i due fuoriclasse Xavi ed Iniesta, inoltre ha vinto come mai nessuno prima!

Più che il pressing secondo me il Barça ha abbassato il ritmo.

Il problema potrebbe essere Ibrahimovic che comunque i suoi gol li stà segnando, tuttavia qualcosa è cambiato nella manovra di gioco "blaugrana" ed effettivamente appare meno veloce, fluida e convincente rispetto al recente passato quando c'era Eto'o davanti, ho notato che anche Henry sembra meno lucido ed infatti Pedro è stato chiamato più volte in causa da Guardiola per sostituire il francese.

Tuttavia se il Barça gioca come contro l'Inter in Champions o l'Atletico Madrid in campionato (5-2 grazie ad un gran primo tempo!) è una squadra devastante!

Di certo Barcellona e Real sono 2 grandi squadre, una neo-plurivincente e apparentemente sazia e l'altra con interessanti prospettive per il futuro anche immediato.

Saluti,

Dario

12:34 AM  
Anonymous Anonimo said...

Valentino devo ancora una volta farti i complimenti per la tua cultura sul Barça: sarà che seguo più la Premier che la Liga, ma mi stupisco sempre nell'appurare quanto a fondo conosci la filosofia della squadra di Guardiola. Ieri ho visto solo la gara del Real, e devo dire che per 20-25 minuti tra primo e secondo tempo ho visto una squadra tatticamente impressionante. Nessun punto di riferimento, un Higuain inesauribile che per oltre un'ora ha spaziato su tutti i fronti e un Kakà che piano piano comincia ad integrarsi con ritmi e geometrie corali, piuttosto che cercare sempre il cambio di velocità individuale. Arbeloa non aveva la qualità tecnica di Ramos, altrimenti certe sue incursioni a destra avrebbero fatto malissimo al Mallorca. Peccato per l'uscita di Van Der Vaart, che ha tolto fluidità al centrocampo (Granero a parte il bel gol ha commesso alcuni errori un po' grossolani). Il tutto, se si considera la tormenta, è davvero da sottolineare, anche perchè chiaramente Cristiano non era al meglio eppure la squadra per una volta non ne ha risentito. Forse paradossalmente l'assenza del portoghese due mesi fa ha fatto bene alla squadra di Pellegrini, perchè gli ha permesso di sviluppare un minimo di indipendenza dal giocatore più forte del mondo - cosa certo non facile. Quando Cristiano tornerà a giocare ai livelli che gli competono credo che vedremo un confronto a distanza tutt'altro che scontato, tra Barça e Madrid.
Tommaso.

12:39 AM  
Anonymous Anonimo said...

scusa devo rettificare: avevo detto che l'ultima partita del Real che avevo visto era quella contro il Milan in Champions mentre invece l'ho visto anche contro il Barcellona (ci ha giocato dopo il Milan) ed effettivamente quella sera era stata una vittoria sofferta per i Blaugrana che comunque non avevano giocato male, gran gol di Ibra, ma il Real aveva avuto delle belle occasioni per fare il colpo.

Saluti,

Dario

8:35 AM  
Blogger Flavio said...

Forse un pò troppo duro con il Barca? In fondo è logica una piccola flessione dopo un 2009 incredibile. Sono sicuro che Guardiola saprà trovare la soluzione ai problemi che stanno venendo fuori. Per quanto riguarda il Real, a mio modesto parere, senza C Ronaldo diventa una squadra "normale" a differenza del Barca che ha più giocatori decisivi. Infine, mi fa piacere che Bojan finalmente stia forse maturando anche tatticamente. Mi piacerebbe vederlo titolare, con Iniesta riporatato al suo ruolo naturale di mezzala.

10:51 AM  
Blogger valentino tola said...

@ Hellas
La penso diversamente. Non credo che sia un problema di condizione atletica e di pressing.
Il problema è che il Barça ora non può fare quel pressing costante perchè non riesce più a spingere dietro l'avversario come faceva prima. Prima del pressing alto devi costringere l'avversario tutto dietro.
Il Barça non lo fa perchè non riesce più a distendersi e ad allungare l'avversario. L'avversario si preoccupa meno dello spazio alle spalle della propria linea difensiva, quindi guadagna metri per impostare il gioco e attaccare persino coralmente. Non si tratta più dell'unico attaccante avversario sfigato distante chilometri dal resto della propria squadra che prega perchè in qualche modo filtri un pallone; no, qui tutta la squadra può alzare il baricentro e giocare nella metacampo del Barça, mettendo in evidenza uno dei punti deboli dei blaugrana, che è proprio la difesa in ripiegamento.
Questo soprattutto nella gara col Villarreal, col Tenerife la cosa è pure peggiorata, perchè il Barça non solo non riusciva a distendersi, ma non metteva al sicuro nemmeno i primissimi passaggi nelle retrovie.

Il Barça fatica a distendersi perchè Ibrahimovic ha caratteristiche diverse da quelle di Eto'o. Lo svedese aveva anche mostrato un buon adattamento fino a un mese fa, ma nelle ultime partite il suo gioco è stato totalmente controproducente.
Naturalmente si conoscevano già le sue caratteristiche ed è stato ingaggiato proprio per quelle (un punto d'appoggio in più per la manovra, l'ultimo Eto'o invece non partecipava quasi nulla), però non esiste che nelle ultime tre-quattro partite fra Mondiale per club, Liga e Copa accenni massimo uno-due movimenti in profondità... così ci credo che l'avversario guadagna metri!
Non gli si chiede di snaturare il suo gioco, gli si chiede soltanto di offrire un po' più di profondità e di presenza negli ultimi metri del campo. Non è nulla di traumatico, soprattutto se paragonato a quanto hanno invece fatto Alves ed Henry per adattarsi al gioco del Barça (Alves nel Sevilla giocava centralmente e portava sempre palla ad inizio azione; qui non partecipa all'inizio dell'azione, parte più alto, gioca più esterno e si sovrappone in corsa invece che portare palla; Henry nell'Arsenal voleva palla sul piede, qui tiene la fascia come un'ala e taglia senza palla).
proprio i movimenti di Henry sono una delle soluzioni per ridare profondità al Barça, che dovrà surrogare quanto perso con Eto'o attraverso uno sforzo collettivo: un po' ce lo dovrà mettere Henry, un po' Ibra, un po' gli inserimenti dei centrocampisti (infortuni di Iniesta a parte, non è un caso che Guardiola stia utilizzando di più Keita quest'anno)... un po', spero, Bojan , che ritengo importantissimo proprio perchè ha dei movimenti che Ibrahimovic non ha.

1:34 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Hellas
Aggiungo. Col Tenerife la profondità c'è stata perchè c'era un ottimo Bojan e perchè la difesa del Tenerife te la offriva su un piatto d'argento. Ma il problema va ancora risolto.

Sul Madrid: in questo momento lo vedo meglio come gioco e in generale ha una rosa più lunga.
Robben credo sarebbe stato sprecato, Sneijder lo avrei tenuto anche se alla fine pure Van der Vaart e Granero possono funzionare benissimo come mezzeali.
Mi ricordo il tuo commento su Kakà in estate, e finora stai avendo ragione. Gli manca lo spunto, però rimane un giocatore funzionale al gioco della squadra. Cioè quando non gioca bene, non disturba. Ibra invece se gioca male nel Barça disturba. Poi insomma,bisogna stare in guardia con questi giocatori, possono dare sempre il colpo di coda.

@ Dario
Quella partita di San Siro, anzi i primi 30 minuti, fu proprio l'inizio del miglioramento.

Raul gioca a un ritmo troppo diverso da quello del resto della squadra. Proseguendo il discorso di prima, disturba. Può servire però a partita in corso quando c'è da pescare il gol o il Madrid non ha bisogno di giocare su ritmi particolarmente alti.

Sono un fan di Benzema. Ma con l'Higuain attuale ha poco da lamentarsi, sebbene consideri il potenziale del francese superiore. L'importante è che lui abbia pazienza e che gli altri abbiano pazienza con lui. Partite ce ne sono tante, lo spazio si trova.

@ Flavio
Bojan tatticamente è un drago, "sente" il gioco come pochi attaccanti. Il problema è mentale e anche fisico (ma quest'ultimo si potrebbe aggirare ove maturasse al meglio sotto tutti gli altri aspetti).

Una flessione del Barça sarebbe normale, ma se guardiamo al di là dei risultati, sono mesi che dura...

1:51 PM  
Blogger Flavio said...

@ Valentino, apprezzo tanto la tua capacità di leggere le partite e ti seguo sempre; ho capito perfettamente che quando parli dei problemi del Barca non ti riferisci alla "normale" flessione fisica e mentale, ma ai cambiamenti nel gioco, da un punto di vista tattico, dovuti principalmente allo scambio Ibra-Eto'o. Volevo chiederti allora per quale motivo Guardiola ha spinto per questo scambio, io personalmente non l'avrei fatto visto che il tridente dello scorso anno resta forse ineguagliabile per la sua completezza tecnico-tattica. Inoltre, non capisco l'acquisto di Chygrynsky (puro e semplice capriccio di Pep?), mi sembra un pò lo stesso errore che ha commesso la Juve con Felipe Melo: 25 milioni sono davvero troppi per un giocatore che, a mio avviso, oltre a non essere un campione, non era una priorità come magari poteva essere un ricambio (di ruolo) per D Alves, un terzino sinistro difensivo migliore di Abidal (a me piace molto Vertonghen dell'Ajax, anche se ultimamente gioca sempre da centrale)e un'ala sinistra di ruolo. Credo che la rosa blaugrana presenti qualche falla di troppo che il talento dei singoli e l'organizzazione di gioco hanno fin qui coperto. Cosa ne pensi? Saluti, Flavio

7:53 PM  
Blogger Flavio said...

@ Valentino, apprezzo tanto la tua capacità di leggere le partite e ti seguo sempre; ho capito perfettamente che quando parli dei problemi del Barca non ti riferisci alla "normale" flessione fisica e mentale, ma ai cambiamenti nel gioco, da un punto di vista tattico, dovuti principalmente allo scambio Ibra-Eto'o. Volevo chiederti allora per quale motivo Guardiola ha spinto per questo scambio, io personalmente non l'avrei fatto visto che il tridente dello scorso anno resta forse ineguagliabile per la sua completezza tecnico-tattica. Inoltre, non capisco l'acquisto di Chygrynsky (puro e semplice capriccio di Pep?), mi sembra un pò lo stesso errore che ha commesso la Juve con Felipe Melo: 25 milioni sono davvero troppi per un giocatore che, a mio avviso, oltre a non essere un campione, non era una priorità come magari poteva essere un ricambio (di ruolo) per D Alves, un terzino sinistro difensivo migliore di Abidal (a me piace molto Vertonghen dell'Ajax, anche se ultimamente gioca sempre da centrale)e un'ala sinistra di ruolo. Credo che la rosa blaugrana presenti qualche falla di troppo che il talento dei singoli e l'organizzazione di gioco hanno fin qui coperto. Cosa ne pensi? Saluti, Flavio

8:01 PM  
Anonymous Anonimo said...

Valentino, scusa se spezzo per un attimo l'argomento Ibra-Eto'o, vorrei sapere un tuo parere su un giocatore che ha fatto la storia nella Liga (ne ha vinte 5!), questo giocatore di grande qualità tecnica degli anni 90 di Barcellona e Real Madrid, guarda questo video:

http://www.youtube.com/watch?v=KcwDQ6qcDJc

Non era spagnolo ma è stato un gran giocatore non credi?

Saluti,

Dario

11:33 PM  
Anonymous Anonimo said...

Un'altra cosa relativa ad un calciatore: volevo sapere cosa ne pensi di Balotelli? Come lo vedresti nella Liga?

Dicono (non sò se è vero) che Guardiola avrebbe pensato a lui come successore di Henry, poi è esploso Pedro.....credo che ora abbiano accantonato questa idea.

Grazie, ciao!

Dario

9:46 AM  
Blogger Unknown said...

Mah, riguardo lo scambio Ibra-Eto'o, la mia sensazione rimane quella che ho da un pò di tempo a questa parte: l'Inter, che ha un gioco (o non gioco) più imperniato sui singoli, ha perso l'uomo che davanti faceva la differenza, il Barça invece si è privata di un terminale offensivo da almeno 20 gol a stagione.

E così, Eto'o si è ridotto a fare la seconda punta al servizio di Milito, mentre Ibra ha meno "spazio di manovra" (passatemi il termine) di quanto ne aveva nell'Inter.

I 50 milioni di conguaglio a favore dei nerazzurri fanno pendere più la bilancia della convenienza verso di loro, ma la sensazione globale è che se fossero rimasti entrambi al loro posto ne avrebbero beneficiato entrambe.

12:06 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Flavio
Considera che già due estati fa Guardiola voleva mandare via Eto'o. Alla fine non successe, ma il sostituto richiesto da Pep era Adebayor. Ovvero un attaccante con caratteristiche simili a Ibrahimovic. Un centravanti di manovra, un punto d'appoggio in più che dovrebbe rafforzare ulteriormente l'azione di Xavi e Iniesta.
Questo e, anche se è un aspetto secondario nel gioco di Ibrahimovic e del Barça, un riferimento anche nel gioco aereo.
Questi i pregi, i difetti sono invece quella carenza di profonditàdi cui parliamo e ancheuna minor duttilità d'impiego, visto che Eto'o poteva anche sacrificarsi sulla fascia per lasciare Messi centravanti "alla Hidegkuti".

Io non so dare un giudizio netto su questo scambio: credo che Eto'o avesse finito un ciclo ormai, ma è tutto da vedere come il Barça potrà assorbire alla fine Ibrahimovic. è una questione tutta aperta, che non dipende solo da Ibrahimovic come ho detto prima. Il Barça ci potrà guadagnare come ci potrà perdere.
Peraltro l'Ibrahimovic dannoso si è visto soltanto nelle ultimissime partite, non dimentichiamolo. Deve cambiare alcuni movimenti ma non deve snaturare il suo gioco, non è una cosa drammatica.
Se poi Henry regge e Bojan "spacca", allora il problema quasi non esiste.
Anche se posso aver dato quest'impressione, non voglio certo far dipendere tutti i problemi attuali dal Barça da Ibrahimovic. Sarebbe una fesseria: guardare i primi 30 minuti della gara di Tenerife o gran parte dell'andata col Sevilla per credere. Partite orrende SENZA IBRA.

Sostanzialmente d'accordo su Chigrinskiy, cifra esagerata e acquisto non indispensabile. Però noto una prevenzione preoccupante di stampa e tifosi verso questo ragazzo. Al primo errore... "eccolo là,il raccomandato di Pep", così non si aiuta l'inserimento di un giocatore che peraltro al netto delle sopravvalutazioni mi sembra buono. A volte il pubblico del Camp Nou ha delle idiosincrasie che proprio non condivido... Chigrinskiy mi ricorda Giovani dos Santos, che non brillava ma che in campo si faceva il mazzo ma veniva sempre fischiato al minimo errore, lui che forse aveva la colpa di non essere catalano, visto che ogni tiro sbilenco di Bojan in quella stessa stagione veniva applaudito come dimostrazione di coraggio da parte del ragazzino...

6:54 PM  
Anonymous Anonimo said...

a me sembra che il Madrid continui a fare fatica davanti a creare occasioni, caos organizzato o meno. vedremo in futuro ma credo proprio che non combinerà granchè.

sul Barca. non vedo grande differenza. certo, ultimamente si stanno centellinando le forze ma d'altronde la rosa è cortissima tra cessioni estive (ma Hleb proprio non sarebbe stato utile?) , coppa d'africa e infortunii. difficile chiedere di più. sbagli valentino quando parli del pressing. è il pressing alto che ti fa avanzare, non viceversa.

Kubala

KUBALA

7:02 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Dario
Laudrup: Be', un genio, in "diretta" me lo ricordo da vecchio signore al mondiale '98, con quell'assist a Sand nell'ottavo contro la Nigeria (assist molto simile a quello per un supergolazo di Romario contro l'Osasuna ai tempi del Barça)... poi ho visto solo alcune partite sue, comunque uno dei giocatori più belli da vedere, più eleganti che mi siano capitati.
E la considerazione in Spagna è anche superiore a quella di cui gode in Italia. Più d'un giocatore del Dream Team del Barça di quell'epoca afferma riconosce in Michael Laudrup il miglior compagno con cui abbia mai giocato.
Piccolo dettaglio: nel video Laudrup esegue ripetutamente un dribbling stretto spostando rapidamente la palla dalla suola del destro al sinistro, e viceversa... questo dribbling, che in Spagna non so perchè chiamano "croqueta", ora è la specialità di Iniesta, che come idolo aveva proprio Laudrup.

Su Balotelli: visto con l'Inter in Champions e nell'Under 21 mi sembra un grandissimo talento, uno con così tante qualità da potersi adattare a qualunque contesto. Quindi ovviamente anche alla Liga. Io del Barça avevo letto che era vicinissimo a prenderlo per il suo settore giovanile prima che lo reclutasse l'Inter... ma non so quanto sia vera questa cosa onestamente, la butto lì, non mi ricordo nemmeno la fonte.
Il limite di Balotelli è il carattere, non è ancora maturo, cosa che per un ragazzo di 18 anni dovrebbe essere normale ma non nel calcio che come sappiamo è un mondo a parte dove i campioni devono essere tali dentro e fuori dal campo...
Atteggiamenti strafottenti e tutto quello che volete, ma attorno a questo ragazzo stanno costruendo qualcosa di esageratamente e ridicolmente sproporzionato... fra quelli che ragionano sul tasso esatto di negritudine che possa permettere di giocare in nazionale e quelli che invece chiedono di portarlo al mondiale per improbabili motivazioni politico-sociali, io la prima cosa che farei sarebbe andare a giocare in un altro paese, in Inghilterra o in un qualsiasi paese del Nord Europa dove certe domande hanno smesso di farsele da tempo.

@ Antonio
Dal punto di vista economico ci ha sfacciatamente guadagnato l'Inter, e anzi io in estate avevo giudicato l'operazione un insulto per Eto'o visto lo scarto fra la sua valutazione e quella di Ibra.
Dal punto di vista tecnico è tutto da verificare ancora: io penso che Ibra sia più complicato da inserire ma con più margini di miglioramento rispetto ad Eto'o.

7:15 PM  
Blogger Antonio Giusto said...

Sul fatto che il Barça abbia perso tantissimo con la cessione di Eto'o non ho mai avuto dubbi: il camerunense ha sì una limitata gamma di movimenti (profondità, incuneamento centrale palla al piede e conversione al centro partendo dalla fascia, ma zero apporto alla manovra), ma erano esattamente quelli di cui aveva bisogno il Barça, e li eseguiva come meglio non avrebbe potuto.
Ibrahimovic, ammirato ogni domenica per anni, è un giocatore diametralmente opposto: tant'è che fino a poco tempo fa sostenevo con convinzione che la coppia Ibra-Eto'o fosse la migliore possibile.
Per come la vedo io, un giocatore complementare ad un altro non può andare a sostituirlo in determinati sistemi di gioco.

Capitolo Balotelli: non andrà mai al Barça, è un patrimonio calcistico, non lo si può lasciare andar via. Anche se come successore di Henry sarebbe perfetto...
Il fatto che fosse ad una passo dal Barcellona è pura verità: giocò 3 partite (e segnò 8 gol, cazzarola) con il Cadete B di Fran Sanchez. L'esame fu superato brillantemente, ma al momento di apporre la firma sul contratto iniziarono i problemi, viste le eccessive pretese economiche del ragazzo.
Non se n'è poi fatto nulla, per fortuna dell'Inter.

10:13 PM  
Anonymous Iriney1986 said...

Non ho potuto vedere la partita ieri sera villareal-celta... ma naturalmente sono stato piacevolmente sorpreso dal risultato finale... :-) per tua opinione più demeriti del villareal per l'esito delle due partite o meriti del celta per aver reso possibile quello che francamente prima di giocare entrambe le gare sembrava impossibile??

10:24 PM  
Blogger Vojvoda said...

Al di là della questione meramente tecnica, già ampiamente approfondita da voi tutti e da Vale in special modo, lo scambio impari Eto'o/Ibra deve essere analizzato pensando al corposo conguaglio (48?-50?) versato da Laporta a Moratti che mortifica, prima ancora del giocatore camerunense, le logiche di mercato e le casse blaugrana.
Scadenza di contrattto o no, Eto'o aveva fatto il suo tempo e giustamente Guardiola voleva cedere un calciatore con cui non andava d'accordo da troppo tempo. Giocatore rabbuiatosi negli ultimi periodi tanto da risultare spesso fuori spartito nell'orchestra capiatanata da Messi-Iniesta e Xavi.
Il conguaglio però è stato profondamente lusinghiero per l'Inter, manco lo svedese avesse fatto la differenza, risultando il migliore, dell' elite dei tornei nazionali calcistici mondiali, e mi riferisco chiaramente all' "NBA-PREMIER". Ecco: essere la stella più brillante di un torneo costellato da numerose stelle doveva doverosamente garantire una lauta somma al venditore, ma esserlo di una serie A appena discreta doveva prevedere altre forme di compensazione. Riconoscere 8, 10 milioni sarebbe stato equo, visto e ribadito il fatto che Eto'o sarebbe andato in scadenza di contratto (oltre ad essere indesiderato) e in virtù del ruolo di primattore recitato dal bosno-svedese in Italia, unanimemente etichettato come numero 1.

Chygrynskiy era superfluo in una batteria di centrali che comprendeva già i fenomenali Piquè e Puyol oltre all'ottimo Marquez (scevro da infortuni), Gaby Milito (idem) Caceres (terzino ma anche stopper: comprato a 16,5 e prestato con diritto di riscatto a 11) Henrique (sempre in giro) oltre all'adattabile Abidal (per non dire che in caso di emergenza c'era pure la trovata Yaya Tourè, sperimentata in occasione della calda notte di Stamford Bridge che ha segnato la storia della stagione del Barca).
Detto questo e aggiunto che la cifra (25 mln) è esagerata, il buon Dmytro è un buono e giovane centrale, con piedi dolci e fisico statuario.
Giocare al Camp Nou e giocare in questo preciso momento storico non è il massimo per un ragazzo pagato questa folle cifra e che deve dimostrare di valere il rendimento di un mostro come Piquè (o Puyol) con l'aggravante di non esser catalano. Al primo errore giù fischi, al secondo gli si ricorda l'investimento fatto etc...
Guardiola credo ne abbia fatto una questione personale: un uomo voluto espressamente non si sa perchè (vista l'abbondanza nel ruolo) per il quale però non ammette rimproveri di sorta essendo stato lui il fautore della trattativa con lo Shakhtar e godendo di un credito quasi illimitato, visti i trofei che aveva già vinto al momento del suo acquisto.
Ha deciso quest'azzardo oneroso e innecessario e porta avanti la sua linea.

1:31 AM  
Blogger Vojvoda said...

Balotelli è un calciatore forte: veloce, buona tecnica, carattere. Ma è giovane e deve fare il salto qualitativo sia calcisticamente parlando che dal punto di vista umano. In Premier rischierebbe espulsioni ad ogni gara (vista l'indisciplina e il carattere fumantino), ma proprio un campionato di così alto livello e una società più avanzata dal punto di vista sportivo potrebbe aiutarlo ad uscire da questo eterna copertina che gli sta "regalando" l'Italia improvvisamente risvegliatasi multicolore
(strumentalizzando anche il colore della pelle per motivi legati anche al comportamento).
I retaggi storici di cui è atavicamente vittima l'Italia, portano questa nazione a sottostimare le potenzialità assolute, presenti e futuribili che è lo sconfinato patrimonio offerto dal calcio africano.
La Coppa d'Africa, torneo di un interesse straordinario (farò un pezzo a breve), secondo (tra i tornei per nazioni continentali) solo all'Europeo, è scarsamente rappresentata dalla bandiera tricolore (soli 8 elementi nelle rose delle 16 partecipanti).
Troppi pregiudizi, troppa disinformazione, poca curiosità, scarsa perspicacia, fanno perdere il treno rispetto al resto dell'Europa che corre con l'Interrail e con i suoi africani e la figura di Balotelli è l'emblema massimo di una nazione che ne
discute come farebbe la Finlandia se improvvisamente scoprisse che vi fossero elefanti nel proprio territorio in luogo di renne, rimanendone sorpresa e spiazzata.
Mi chiedo come questo paese possa continuamente vivere di provincialismo rifiutando la conoscenza e riducendo così le proprie potenzialità perchè non è da escludere che SuperMario possa anche decidere di stufarsi e di accettare la chiamata di Rajevac e andare al mondiale col Ghana.
Detto questo mi sorprende allo stesso modo l'enorme considerazione tecnica di cui gode, visto che la sua formazione è ancora in fase di definizione è mi pare che i pro-Balotelli ne decantino le lodi in una maniera tanto sperticata col rischio di mandarlo in confusione e bloccarne la crescita. A livello internazionale non ha ancora mostrato troppo e con l'under 21 è stato piuttosto impegnato a cadere nelle provocazioni degli avversari o nelle provocazioni dei suoi stessi nervi.
Neri che giocano al pallone meglio di lui ce ne sono tanti, e tanti prima lo hanno preceduto.
E' un ragazzo di talento sopra la media, non un fuoriclasse, ma ha le stimmate del futuro grande giocatore, frenato da un ambiente fanciullescamente impegnato a difenderlo od attaccarlo invece di dimensionarlo e lavorarlo.

1:32 AM  
Blogger Vojvoda said...

Balotelli è un calciatore forte: veloce, buona tecnica, carattere. Ma è giovane e deve fare il salto qualitativo sia calcisticamente parlando che dal punto di vista umano. In Premier rischierebbe espulsioni ad ogni gara (vista l'indisciplina e il carattere fumantino), ma proprio un campionato di così alto livello e una società più avanzata dal punto di vista sportivo potrebbe aiutarlo ad uscire da questo eterna copertina che gli sta "regalando" l'Italia improvvisamente risvegliatasi multicolore
(strumentalizzando anche il colore della pelle per motivi legati anche al comportamento).
I retaggi storici di cui è atavicamente vittima l'Italia, portano questa nazione a sottostimare le potenzialità assolute, presenti e futuribili che è lo sconfinato patrimonio offerto dal calcio africano.
La Coppa d'Africa, torneo di un interesse straordinario (farò un pezzo a breve), secondo (tra i tornei per nazioni continentali) solo all'Europeo, è scarsamente rappresentata dalla bandiera tricolore (soli 8 elementi nelle rose delle 16 partecipanti).
Troppi pregiudizi, troppa disinformazione, poca curiosità, scarsa perspicacia, fanno perdere il treno rispetto al resto dell'Europa che corre con l'Interrail e con i suoi africani e la figura di Balotelli è l'emblema massimo di una nazione che ne
discute come farebbe la Finlandia se improvvisamente scoprisse che vi fossero elefanti nel proprio territorio in luogo di renne, rimanendone sorpresa e spiazzata.
Mi chiedo come questo paese possa continuamente vivere di provincialismo rifiutando la conoscenza e riducendo così le proprie potenzialità perchè non è da escludere che SuperMario possa anche decidere di stufarsi e di accettare la chiamata di Rajevac e andare al mondiale col Ghana.
Detto questo mi sorprende allo stesso modo l'enorme considerazione tecnica di cui gode, visto che la sua formazione è ancora in fase di definizione è mi pare che i pro-Balotelli ne decantino le lodi in una maniera tanto sperticata col rischio di mandarlo in confusione e bloccarne la crescita. A livello internazionale non ha ancora mostrato troppo e con l'under 21 è stato piuttosto impegnato a cadere nelle provocazioni degli avversari o nelle provocazioni dei suoi stessi nervi.
Neri che giocano al pallone meglio di lui ce ne sono tanti, e tanti prima lo hanno preceduto.
E' un ragazzo di talento sopra la media, non un fuoriclasse, ma ha le stimmate del futuro grande giocatore, frenato da un ambiente fanciullescamente impegnato a difenderlo od attaccarlo invece di dimensionarlo e lavorarlo.

1:32 AM  
Blogger valentino tola said...

@ Kubala
Dipende. Se l'avversario sta iniziando l'azione dal fondo, è il pressing che ti fa avanzare. Se l'azione la inizi tu, è avanzare col pallone che ti fa avanzare... perdonami l'ovvietà e la ripetizione.
Più la tua squadra avanza, più l'avversario recupererà indietro... più indietro recupera, più alto sarà il pressing che potrai fare appena perso il pallone. Una fase prepara e influenza l'altra, è un processo circolare, anche se per comodità separiamo le diverse fasi.

Il Barça usa tutti quei passaggini e passaggetti che qualcuno trova stucchevoli per un'esigenza contemporaneamente offensiva e difensiva. Temporeggia, non si fa problemi a giocare in orizzontale o all'indietro per dare tempo a tutti i giocatori di avanzare in blocco attorno al pallone. In fase di possesso l'obiettivo è avanzare in blocco mantenendo le distanze corrette fra i giocatori (il famoso "juego posicional")per due motivi: per avere sempre più di una opzione di passaggio e costringere così l'avversario ad arretrare per coprire, e anche perchè se le distanze sono ravvicinate fra i giocatori in fase di possesso, lo resteranno anche non appena il Barça perde palla, il che permette di accorciare e pressare con più facilità il portatore di palla avversario. La fase offensiva prepara quella difensiva, e viceversa.

Nel caso del Barça il problema delle ultime partite (primo tempo di ieri compreso) è consistito nel fatto che gli avversari fanno sì sempre meno possesso-palla dei blaugrana (questo è inevitabile), ma tendono a recuperare palla più avanti rispetto al solito.
Se il Villarreal per 90 minuti anticipa con la linea difensiva più vicino alla metacampo che alla propria area di rigore, se il Tenerife in 20 minuti dispone di due palle gol solari costruite a partire da un recupero alto e una semplice verticalizzazione... gli attaccanti e i centrocampisti hanno ben poco da pressare. Non è certo questo il problema, anzi io nelle situazioni opportune (che capitano meno proprio per la circolarità di cui sopra) continuo a vedere una buona disposizione al pressing... non è certo l'ultimo Barça di Rijkaard, penso siamo d'accordo su questo.

2:08 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Antonio Giusto
Il calcio permette tantissime possibilità. Il Barça ha tutte le possibilità di riadattare il proprio gioco alle caratteristiche di Ibrahimovic, e lo stesso può fare Ibrahimovic col gioco del Barça. Io ero scettico l'anno scorso sull'inserimento tattico di Alves, ed era una questione ben più complessa rispetto a quella di Ibrahimovic che, ripeto, non occorre drammatizzare.

@ Iriney
Purtroppo non l'ho vista nemmeno io, non posso dirti nulla, mi spiace.

@ Vojvoda
"la figura di Balotelli è l'emblema massimo di una nazione che ne
discute come farebbe la Finlandia se improvvisamente scoprisse che vi fossero elefanti nel proprio territorio in luogo di renne"

Perfetto.

2:15 PM  
Blogger Antonio Giusto said...

Vojvoda, se un giocatore se lo merita, è naturale che venga incensato. Certo, c'è chi reagisce in un modo e chi in un altro.
Comunque Balotelli, sotto la sapiente guida di Mourinho, sta crescendo come calciatore e soprattutto come uomo.

2:22 PM  
Blogger Flavio said...

Sono d'accordo sul fatto che Ibra piano piano si inserirà nei meccanismi, anche se a mio avviso il centravanti ideale per i blaugrana è Fernando Torres. Comunque sia, il Barça in attacco ha il problema della fascia sinistra, dato che: 1) Henry è ormai sul viale del tramonto; 2) Iniesta e Bojan non nascono ali; 3) Pedrito è ottimo, ma secondo me deve restare quello che adesso fa benissimo, ossia il dodicesimo uomo pronto ad entrare dalla panchina per far gol o per cambiare le partite. Detto questo secondo me ci sono due giocatori che potrebbero davvero fare al caso del Barca come eredi di Henry: il primo è il già citato Balotelli; il secondo è un giocatore per me straordinario quanto sottovalutato: Luis Suarez dell'Ajax. Qualcuno di voi lo conosce e cosa ne pensa? Io credo che a breve sentiremo parlare molto di lui, e con Messi e Fernando Torres formerebbe il tridente perfetto. Saluti,
Flavio

4:04 PM  
Blogger Flavio said...

Sono d'accordo sul fatto che Ibra piano piano si inserirà nei meccanismi, anche se a mio avviso il centravanti ideale per i blaugrana è Fernando Torres. Comunque sia, il Barça in attacco ha il problema della fascia sinistra, dato che: 1) Henry è ormai sul viale del tramonto; 2) Iniesta e Bojan non nascono ali; 3) Pedrito è ottimo, ma secondo me deve restare quello che adesso fa benissimo, ossia il dodicesimo uomo pronto ad entrare dalla panchina per far gol o per cambiare le partite. Detto questo secondo me ci sono due giocatori che potrebbero davvero fare al caso del Barca come eredi di Henry: il primo è il già citato Balotelli; il secondo è un giocatore per me straordinario quanto sottovalutato: Luis Suarez dell'Ajax. Qualcuno di voi lo conosce e cosa ne pensa? Io credo che a breve sentiremo parlare molto di lui, e con Messi e Fernando Torres formerebbe il tridente perfetto. Saluti,
Flavio

4:04 PM  
Blogger Flavio said...

Sono d'accordo sul fatto che Ibra piano piano si inserirà nei meccanismi, anche se a mio avviso il centravanti ideale per i blaugrana è Fernando Torres. Comunque sia, il Barça in attacco ha il problema della fascia sinistra, dato che: 1) Henry è ormai sul viale del tramonto; 2) Iniesta e Bojan non nascono ali; 3) Pedrito è ottimo, ma secondo me deve restare quello che adesso fa benissimo, ossia il dodicesimo uomo pronto ad entrare dalla panchina per far gol o per cambiare le partite. Detto questo secondo me ci sono due giocatori che potrebbero davvero fare al caso del Barca come eredi di Henry: il primo è il già citato Balotelli; il secondo è un giocatore per me straordinario quanto sottovalutato: Luis Suarez dell'Ajax. Qualcuno di voi lo conosce e cosa ne pensa? Io credo che a breve sentiremo parlare molto di lui, e con Messi e Fernando Torres formerebbe il tridente perfetto. Saluti,
Flavio

4:28 PM  

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