lunedì, settembre 19, 2011

Nemmeno nei peggiori incubi.


Difficilmente in questa fase della stagione, l’Athletic Bilbao avrebbe potuto trovare un avversario più difficile del Betis. Una squadra come quella di Bielsa, che cerca gli automatismi e le distanze giuste nel pressing alto, contro una squadra straordinariamente rodata come quella sivigliana, che basa il suo gioco su un possesso-palla molto fluido e sulle rotazioni continue di centrocampisti (in particolare il triangolo Iriney-Beñat-Salva Sevilla, il vero fulcro) che giocano sempre vicini, si dispongono su più linee e complicano notevolmente il lavoro a chi tenta di pressarli e scalare coi tempi giusti. Tanto più a un Athletic che questi concetti sta appena iniziando ad applicarli, dopo anni e anni in cui gli erano totalmente estranei.

L’esito è stato quello che (senza aver nulla contro il Betis) temevo: un massacro. Il 2-3 finale è bugiardo perché gli ospiti più di una volta si son messi la mano sul cuore una volta giunti davanti ad Iraizoz, sugli sviluppi di azioni clamorose per la facilità con cui l’Athletic regalava spazi.

Pressing disordinato quello dei baschi, uno alla volta, e allora Salva Sevilla & C. ti fanno correre a vuoto coi loro passaggi, e Montero una volta che si apre lo spazio prende palla e non lo vedi più.

Come al solito prodigo di spiegazioni e onesto nell’analisi, Bielsa fornisce le chiavi del divario attuale fra le due squadre: “Ogni volta che loro recuperavano la palla riuscivano a finalizzare mentre noi la perdevamo a inizio azione. Riassumerei questa evidente superiorità dicendo che il Betis ci ha tolto il pallone con facilità e ha tardato nel perderlo”; ”Quando non si finalizzano le azioni offensive, ricompattare i reparti che si separano al momento di attaccare costringe a percorrere 30-40 metri di campo ogni volta”.

Fase difensiva e offensiva non vanno mai considerate separatamente, l’esito dell’una influisce sulla preparazione dell’altra, sulle transizioni di tutta la squadra. L’Athletic era sempre lungo in fase difensiva anche perché attaccava male. I due gol incassati subito hanno tolto ulteriormente tranquillità ai giocatori di casa, generosi ma molto precipitosi nell’abusare di cross e palloni frontali. Non aiuta certamente l’infortunio di Ander Herrera, proprio in questo momento in cui la squadra cerca una sua identità e avrebbe bisogno come il pane del giocatore più capace di legare i reparti e dare i tempi. Bielsa in alternativa ci sta provando con Muniain trequartista, e l’idea non è male perché Iker è molto di più di una mezzapunta brava ad accelerare: è un talento speciale, a momenti con una pausa degna di Iniesta, con la capacità innata di temporeggiare e agevolare lo smarcamento dei compagni, ma non gli si può chiedere di essere da solo una squadra che ancora non c’è.

All’interno di questo discorso, una menzione speciale la merita poi il calamitoso Amorebieta: se l’obiettivo di questo nuovo Athletic è generare sin dalla difesa superiorità nella zona della palla, e avanzare ordinatamente attorno ad essa, beh…il basco-venezuelano è l’Anti-Calcio. Incredibile osservare la quantità di palloni che spreca ad ogni partita. Se si presenta una situazione in cui ha spazio per avanzare, provocare l’uscita di un avversario e passarla al compagno libero più vicino (la superiorità nella zona della palla di cui sopra), lui fa l’esatto contrario, lancia a casaccio o comunque verso una zona lontana in cui l’Athletic questa superiorità non la può proprio creare, perché si tratta del solito Llorente che va a staccare contro uno-due difensori. Tentare la sorte, il lancio della monetina, non proprio gli automatismi che cerca l’Athletic. Ogni volta di più che lo vedo, Amorebieta mi sembra meno compatibile con quest’idea di calcio.

Un bel problema quello della difesa, reparto dove Bielsa finora ha dimostrato di avere le idee poco chiare: assente San José, uno spreco Javi Martínez centrale (infatti ieri a partita in corso è retrocesso Gurpegi per far tornare Javitxu al suo ruolo abituale), mentre per l’altro posto nessuna garanzia: detto di Amorebieta, con Ekiza (pedina fissa per Caparrós la passata stagione) Bielsa ancora non si azzarda, mentre l’idea di Aurtenetxe centrale, sulla carta interessante (meno fisico, ma probabilmente anche meno grossolano e più ordinato di Amorebieta), resta per ora solo sulla carta.

Il punto però, alla terza giornata, rimane sempre lo stesso: non il fatto che l’Athletic stia giocando male, questo è difficile negarlo, ma quanto tempo si vuole dare al progetto. Criticare la squadra per come gioca è sacrosanto, ma che alcuni settori del pubblico partano coi fischi al terzo passaggio rasoterra fra i difensori non è rispettoso e non aiuta il lavoro dei giocatori e del tecnico. Leggere poi, già dopo la partita con l’Espanyol, interrogativi su Bielsa, se mangerà o no il torrone, il panettone o quello che volete, non è corretto e segnala un qualche preconcetto, perché nessuno giustamente disse nulla quando Caparrós vinse una sola partita sulle prime nove casalinghe alla guida dell’Athletic (come ricorda Santiago Segurola, uno dei migliori giornalisti sportivi spagnoli oltre che tifoso zurigorri dichiarato).

Inutile ricordare poi che si corrono meno rischi costruendo una squadra basata su lanci lunghi e 8 giocatori che rimangono dietro la linea della palla. Soffri di meno i primi tempi, di sicuro eviti figuracce come quella di ieri col Betis, però le tue possibilità sono anche inferiori a lungo termine. Sai fare solo quello e sai che non andrai oltre. Se invece cerchi triangolazioni, sovrapposizioni, tagli, tanti giocatori che partecipano all’attacco, è logico che in mancanza di rodaggio rischi di regalare molti più spazi alle tue spalle. Chiedere pazienza, molta pazienza è il minimo, e con Málaga e Villarreal nelle prossime giornate qualche altro rospo da ingoiare non può nemmeno essere escluso. Altrimenti si può chiamare il Mané di turno a stagione in corso e accontentarsi di una rassicurante mediocrità.

FOTO: marca.es

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25 Comments:

Blogger Unknown said...

Grande Vale, hai scritto esattamente quello che penso io. Il problema è che a Bilbao (e non solo, ti farei leggere le discussioni sul nostro forum...) è in atto una guerra tra pro-Macua e pro-Urrutia che coinvolge gli allenatori Caparros e Bielsa, col primo che sembra un Rinus Michels redivivo e il secondo fatto passare per un coglione che passava di lì per caso al momento della firma, uno che di calcio non capisce un'acca e che non potrà mai fare bene nel Botxo. Mah, io la vedo dura per il Loco. Dubito che la Giunta lo difenda a spada tratta almeno fino a gennaio, dandogli cioè il tempo di applicare le sue idee... Se penso a un Caparros-bis comunque mi impicco.

6:31 PM  
Anonymous Anonimo said...

Leggo frustrazione nell'articolo e aggiungo il mio timore che questo progetto non ha le basi per svilupparsi, se metà dello stadio parte già pronto a fischiare ogni segno di insicurezza o errore come ieri, allora stai certo che anche in alcuni giocatori comincerà piano piano a nascere il dubbio che si stava meglio quando si stava peggio, che quando c'era lui (cit.) il gioco era più semplice ma si arrivava lontano. Ho paura.

Ora riguardo la partita: Gorka è chiaramente involuto in maniera imbarazzante, non è assolutamente in grado di poter gestire una squadra che ha bisogno prima di tutto di tranquillità dietro, posizionare una barriera per poi mettersi dietro di essa è da idioti. Avanti il giovane Raúl Fernandez.

Muniain è un mostro. Alla sua età avere quel controllo del "tempo" dei movimenti dei compagni che si ritrova questo ragazzo è illegale.

Ma quanto è bello da vedere giocare Salva Sevilla? Ma quanti occhi ha???

A me sinceramente Beñat non è che mi abbia proprio impressionato: pressa, si muove, sa a chi passarla... ma mai una battuta fuori dal testo, mai un'uscita geniale per risolvere un problema. Mi aspettavo troppo?

DVM

7:08 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Edo
Anche io la vedo dura per Bielsa. In questo momento la rottura di palle più grande è il calendario: credo che se l'Athletic riuscisse ad uscire dalle prossime due partite con 4 punti sarebbe già un grande risultato.

Leggendo le discussioni (io ho dato un'occhiata ai commenti su Marca negli articoli sull'Athletic) è evidente che tutta questa tensione polemica nasconde qualcosa sotto, che va oltre il campo. Non può essere normale parlare così già alla terza partita.
Poi su Bielsa capita di leggere cose assurde: nessuno dice che non stia sbagliando anche lui (vedi la formazione con l'Espanyol o le incertezze sui difensori), però leggere gente che dice "non conosce i giocatori" fa cascare le braccia...
Questo mi fa venire in mente un parallelo con la situazione della Roma: ieri stavo vedendo un po' la Domenica Sportiva (non chiedetemi come ho potuto fare ciò: sono problemi personali, molto delicati, che non voglio mettere in piazza), e mi stava venendo il prurito da quanto risultavano irritanti, anzi urticanti Collovati e Zazzaroni mentre parlavano di Luis Enrique. Presuntuosi, saccenti, liquidavano le scelte dell'allenatore spagnolo (tipo Taddei terzino, ma ora non voglio entrare nel merito perchè non ne so un'acca della Roma) con l'argomento che non conosce i giocatori e che in Italia non si può fare così e blablablabla... Ranieri invece, ospite anche lui della trasmissione, difendeva Luis Enrique dicendo di dargli tempo, che è un calcio diverso etc...non frasi fatte o difesa d'ufficio di un collega, ma puro buonsenso.
Il problema è che sia per Luis Enrique che (temo) per Bielsa saranno sempre di più quelli che dicono che non conosce io giocatori, che ne vuole forzare le caratteristiche, che non sa quello che fa...e il problema è che queste, pur essendo stupidaggini di gente che non rispetta dei professionisti, diventano profezie che si auto-avverano, perchè tu perdi una partita, cominciano a dire che non capisci niente, poi i tifosi cominciano a essere freddini, poi ancora i giocatori non ti seguono più ed è finita.
Spero che non accada questo con Bielsa, ma il rischio c'è, inutile negarlo.

@ DVM

Condivido la tua preoccupazione. Io devo dire che son rimasto un po' deluso dal pubblico della Catedral, che è sempre stato un pubblico che alla fine magari rovescia fischi su fischi se la prestazione li giustifica, ma se vede l'impegno sostiene la squadra fino al 90' più recupero, qualunque sia il risultato.
Invece, anche se era solo una parte del pubblico, quei fischi al 15', quando la squadra cercava di ricomporsi e costruire dalla difesa, sono stati davvero antipatici, oltre che controproducente.

Vero che Gorka sta giocando male, e che con i piedi e come libero aggiunto sembra una mezza disgrazia (il che ha il suo peso nel gioco di Bielsa).

Il bello di Muniain è che è solo all'inizio...

Io adoro i giocatori tipo Salva Sevilla, che sembra passeggino per il campo ma in realtà fanno correre le cellule grigie e il pallone più di tutti gli altri.
Poi i capelli brizzolati aggiungono un tocco di carisma e di saggezza in più :D

Nel caso avessi dato l'impressione di ritenere Beñat un fenomeno, rimedio subito: non lo è :P
Gli altri due sono decisamente superiori, però a Cescare quel che è di Cesare, lui li completa bene, e anche per merito suo quello del Betis è il centrocampo al momento più affiatato di tutta la Liga dopo i soliti noti di blaugrana vestiti.

8:34 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Ormai il problema del Bilbao è comune a tutte le grandi squadre o piazze calde dove arriva un nuovo tecnico che dovrebbe fare miracoli a meno di un mese. Prendete ad esempi l'Udinese dellìanno passato, in un'altra piazza Guidolin sarebbe saltato subito ma ad Udine gl ihanno dato tempo e non carichi extra di pressione e la squadra è arrivata in Chammpions... Se questo fosse possibile sempre... Bielsa non uno stupido però accettare l'offerta del Bilbao è stato un azzardo viste la particolarità del club (no stranieri, quasi solo baschi e pochi acquisti) che lo hanno costretto a lavorare con quello che ha trovato in casa e per questo avrebbe bisogno di ancor più tempo.
Comunque non voglio fare il Zazzaroni del caso (personalmente lo trovo tronfio, saccente e presuntuoso oltre che enciclopedia vivente di ovvietà) però a Roma si stanno evidenziando tutti i problemi che avevamo segnalato in tempi non sospetti: troppi giovani, ambientato dominato dai senatori e allenatore non certamente malleabile che avrebbe rischiato di litigare con le prime donne delle spogliatoio e puntualmente...

11:11 PM  
Blogger valentino tola said...

Hincha, io credo che Bielsa abbia pensato bene la sua scelta, perchè l'Athletic è una squadra giovane, con molti giocatori adatti alla sua idea di calcio ma ancora plasmabili, grandi talenti ma nessuna primadonna. E' quello che cercava, suppongo, una squadra alla quale poter dare una forte identità, senza bisogno di interventi sul mercato. Penso che abbia scelto l'Athletic proprio per lavorare con quello che ha già in casa, e che ha tanti margini di miglioramento.

11:58 PM  
Blogger Flavio said...

In tutto questo non ho capito qual'è secondo la tua opinione la collocazione ideale per Muniain...esterno, o centrale? Lo consideri più attaccante o centrocampista?

Sulla domenica sportiva lasciamo perdere: l'unico che vale la pena di seguire è, oltre Gene Gnocchi, il discreto Bacconi e il buonissimo Ranieri, che dimostra di essere per lo meno un esperto di calcio internazionale.

Su Luis Enrique ho seguito la partita con l'Inter e devo dire che un minimo di gioco si comincia ad intravedere; mi sembra che i giocatori si sono convinti a seguirlo, che la società crede nel progetto e che anche la piazza vuole dargli la possibilità di lavorare...che alla fine riesca a restare in sella tutto l'anno?
Piuttosto sono preoccupato per Bojan, mi sa che neanche a Roma giocherà tanto, forse il Barça doveva tutelarlo di più mandandolo in prestito a qualche piccola di Spagna.

10:11 AM  
Blogger valentino tola said...

Mi sa che è ora che Bojan cominci a tutelarsi da solo...

Quello della collocazione di Muniain è un problema relativo, come la collocazione di Messi o Iniesta. Puoi farli partire anche esterni, l'importante è che abbiano tutta la libertà per fare il loro calcio. Bielsa gliela concede pure quando parte da esterno (io invece in precampionato temevo una posizione da ala un po' più rigida, tipo Alexis Sanchez nel Cile), anche se preferisco di gran lunga quando parte da sinistra: gli viene più comodo tagliare tra le linee, mentre quando parte da destra tende a retrocedere un po' troppo per venire a prendersi palla a mio avviso.

10:31 AM  
Blogger Flavio said...

Lo so che non c'entra niente, ma quant'è forte Nani!!!

11:00 AM  
Blogger valentino tola said...

Non c'entra niente, ma hai ragione!

11:23 AM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Vale per sbaglio hai mica visto la partita del Madrid persa a Levante? Io purtroppo l'ho persa e ho letto solo le dichiarazioni di Mou vorrei avere un tuo commento in merito...

6:51 PM  
Blogger valentino tola said...

L'ho vista solo dal 10-15'(mi ero dimenticato che stava iniziando...così avete un'idea del soggetto che segue per voi la Liga), quindi ho preferito non scrivere nulla.
Sommariamente, il Madrid la stava dominando di brutto prima dell'espulsione (giusta, perchè Khedira è un pollo a farsi dare il secondo giallo). Dopo l'espulsione però ha cominciato a giocare tanto male da andare pure oltre la spiegazione dell'inferiorità numerica. Era una partita che potevano vincere anche in 10, giocandola con un po' più di testa, ma evidentemente hanno perso tranquillità e anche ordine, ed hanno preso il gol.
Le dichiarazioni di Mourinho però non le ho lette, mi interessano molto poco.

7:31 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Ok, grazie per le info. E intanto stasera aumenta già la forbice che ci separa dal Barca. Il problema sta sempre il Madrid butta via i campionati (lo so è presto ma l'andazzo mi suona famigliare) contro le piccole...

11:45 PM  
Blogger Flavio said...

Valentino ma cosa succede alla difesa del Barça??? Incommentabile il secondo gol incassato.

Il Valencia può essere davvero il terzo incomodo oppure è destinato a crollare? Visto Mathieu? Giocatore a mio modo di vedere molto sottovalutato.

E cosa succede al Real?

9:43 AM  
Blogger valentino tola said...

Ragazzi, purtroppo per casini vari non sono riuscito a vedere ancora Valencia-Barça, e mi girano non poco perchè ovviamente ritenevo doveroso scrivere su questa partita (e magari anche su Malaga-Athletic, altra partita interessantissima).

Riguardo al Real Madrid, mi chiedo per quale motivo nelle ultime due gare abbia messo così tanto impegno nel giocare male. Mourinho stavolta si lamenta delle perdite di tempo e delle simulazioni avversarie che secondo lui avrebbero tolto continuità al gioco della sua squadra, ma la verità è che soprattutto nei primi 20-25 minuti il Madrid se l'è cercata. Poco movimento sulla trequarti, poche triangolazioni, molti palloni scontati o buttati lì che hanno permesso al Racing di fare l'onestissima partita "sporca" che Mourinho, che evidentemente non sa nemmeno pareggiare, denuncia tanto (cazzarola, con due canterani al centro della difesa, senza Torrejon, senza Colsa, senza Kennedy, senza Acosta un altro canterano di 18 anni inesperto, Jairo, due carismatici paracarri come Stuani e Nahuelpan in attacco...che altra partita avrebbero mai dovuto fare?).
Alla mancanza di gioco, si è aggiunta la mancanza di individualità in grado di sbloccarla: comincio achiedermi quanti anni fa Cristiano Ronaldo abbia fatto un dribbling in spazi stretti, poi l'oggetto misterioso Callejon, che era un buon giocatore nell'Espanyol ma nel Real Madrid semplicemente non è all'altezza.
Mourinho ha messo Di Maria (che stava giocando maluccio negli ultimi tempi), che se non altro quando punta porta via almeno due avversari e crea spazi per gli altri (Arbeloa, che se davanti a sé ha Callejon difficilmente avrà mai l'opportunità di sovrapporsi a sorpresa).
Però sempre un Madrid prevedibile, e credo abbia pesato pure l'assenza di Coentrao come mina vagante accanto a Xabi Alonso (anche lui non molto in forma).
Benzema sempre più lontano dall'area e improduttivo col passare dei minuti, e infatti Mourinho ha cercato di ovviare aggiungendo Higuain, poi anche Kakà per Lass. Tanti giocatori offensivi per cercare l'episodio che sopperisse alla mancanza di gioco.

2:05 PM  
Anonymous Anonimo said...

Inutile girarci intorno, dell'attuale Real non si può salvare nessuno. Dalle stelle ai "comprimari", se mai ce ne sono. Io direi di mettersi già da adesso l'anima in pace: sarà un altro anno polemico ma improduttivo; se poi le voci che vogliono lo spogliatoio spaccato sono vere, comincio a temere un nuovo golpe già prima di maggio. Per quanto riguarda la partita di ieri tra Valencia e Barça, mi limito a dire che la squadra di Emery ha mostrato una condizione atletica straripante, stupefacente anche per gli standard a cui ci hanno abituato negli ultimi anni. Insomma, arrivavano primi su tutti i palloni, giocatori come Banega, Mathieu e Jordi Alba pareva corressero per tre, e se solo Soldado avesse fatto il proprio dovere fino in fondo su quelle 2-3 occasioni limpide avute, a quest'ora staremmo parlando di una Liga ancora aperta, e non già semichiusa. Chiaro che poi il Barça ci ha messo del suo, ma secondo me contro il dinamismo messo in campo ieri dal Valencia sarebbe stata dura per chiunque.
Tommaso.

3:09 PM  
Anonymous Anonimo said...

Grande punto strappato con i denti dopo che Guardiola ha sbagliato la formazione iniziale permettendo al Valencia di giocare tranquillamente DIETRO Dani Alves, cosa che aveva tentato di impostare già la scorsa stagione Emery con il duo Franco-Catalano sulla stessa fascia. Da notare il pressing altissimo contro la difesa a tre, con ripartenze praticamente perfette.

Molto soddisfatto per il punto preso contro la capolista, riuscendo a cambiare il piano in corsa ben due volte (inizio secondo tempo si parte con difesa a quattro con Alves che ritorna basso, all'ora di gioco si ritorna a tre con Alves sul centrodestra) raddrizzando una partita per niente facile, contro un avversario tatticamente superiore (almeno nel primo tempo). Se solo questo Valencia durasse fino a maggio...Hay Liga!!!

DVM

5:14 PM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Ha ragione Tommaso, credo pure io che anche quest'anno si andrà avanti con polemiche infinite legate agli episodi. In quest'ottica il Madrid pare più una squadra da Coppe dove si vince più con gli episodi che con la regolarità di rendimento (ovvio tutto questo in termini relativi) che a Madrid manca da troppi anni. Però ovvio è presto per fare questi discorsi visto che siamo a settembre ma le similitudine con il Madrid masochistico contro le piccole degli ultimi anni sono davvero troppi...

5:35 PM  
Blogger valentino tola said...

Mi state facendo venire una voglia di vederla 'sta partita...

5:36 PM  
Blogger Andrea said...

Bel post (e bel blog, d'altronde). Purtroppo nn ho ancora potuto vedere il Bilbao quest'anno e dai vostri commenti mi pare tiri una brutta aria per il Loco...
Personalmente sono schieratissimo verso gli allenatori che "non conoscono" i giocatori: senza preconcetti, possono dare davvero qualcosa in più.

Però vorrei chiedre una cosa terra terra: come si schiera in linea di massima l'Athletic di Bielsa in questo inizio di Liga? la formazione più o meno tipo...

Andrea F

12:08 PM  
Blogger valentino tola said...

Grazie Andrea!

L'Athletic fino alla gara di Malaga ha giocato con un 4-3-3, ma un po' diverso da quello del Cile ai mondiali, che aveva delle ali un po' più rigide. Qui gli esterni offensivi si aggiungono più spesso al centrocampo per manovrare, anche per le caratteristiche di Muniain e Gabilondo che sono diverse da quelle di un Alexis Sanchez, tanto per dire. Comunque sempre una delle ali stringe in area avversaria per andare a concludere sui cross dal lato opposto. Sempre tre opzioni per concludere in area di rigore: l'ala per l'appunto, Llorente e una delle due mezzeali che vanno a concludere.
Le mezzeali, per l'appunto. Bielsa era partito con un 4-3-3 con due centrocampisti interni. Con l'infortunioo di Ander Herrera, un leggero cambio, perchè il 4-3-3 è diventato 4-2-1-3, con Muniain trequartista. In realtà però i movimenti sul campo sono cambiati poco: infatti non rimangono mai due uomini sulla stessa linea davanti alla difesa nel corso dell'azione. Uno dei due centrali rimane come vertice basso, l'altro invece crea linee di passaggio davanti a lui, davanti alla linea della palla. In questi movimenti si è segnalato Iturraspe, una delle note positive di questo brutto inizio di stagione.
Nell'ultima col Malaga però Iturraspe è retrocesso davanti alla difesa, e anche il modulo è cambiato: da 4-3-3 a 3-3-1-3, come il Cile delle qualificazioni mondiali e la vecchia Argentina di Bielsa.
Perchè questo cambio di modulo? Perchè la difesa a 4 col Betis aveva fatto acqua: in particolare, saltato il pressing scoordinato del centrocampo e dell'attacco, il Betis giocava facilmente in parità numerica fra i suoi due attaccanti e i due difensori centrali dell'Athletic e fra Jefferson Montero e il terzino destro bilbaino Iraola.
Passando alla difesa a tre in realtà Bielsa non ha tolto un difensore, ma ne ha aggiunto uno al centro per dare più copertura contro le due punte del Malaga. Una misura di sicurezza che almeno nel rimo tempo stava funzionando (io ho potuto vedere solo il primo tempo della gara).
La formazione era questa:
3-3-1-3: Iraizoz; Gurpegi, Ekiza, Javi Martinez; Iraola, Iturraspe, De Marcos; Muniain; Susaeta, Llorente, Gabilondo.
Il problema è che l'Athletic deve trovare più continuità nel possesso-palla per sostenere una formazione del genere. I giocatori hanno messo tanta concentrazione difensiva, in questo senso meglio che nella gara col Betis (non che ci volesse tanto, a dire il vero), però se la squadra non ha continuità nel possesso-palla, non fa a tempo a salire compatta nella metacampo avversaria, non tiene bassi i terzini avversari, e il gioco diventa un andirivieni alla lunga insostenibile dal punto di vista atletico, visto che alle ali vengono chiesti sforzi dispendiosissimi, tipo Susaeta che l'altro giorno inseguiva Eliseu fino alla sua metacampo, o De Marcos che si sfiancava per raddoppiare su Joaquin. E' chiaro che in un Athleic che gioca bene queste cose si devono vedere il meno possibile.

11:35 PM  
Blogger valentino tola said...

Questo invece l'Athletic-tipo col 4-3-3:
Iraizoz; Iraola, San José, Amorebieta, De Marcos; Iturraspe, Javi Martinez, Ander Herrera; Muniain (Susaeta), Llorente, Gabilondo (Muniain).

11:36 PM  
Blogger Flavio said...

Ahi ahi si è rotto pure Afellay...stagione maledetta per i blaugrana?

Un calcio al tifo...spero che il Valencia possa davvero vincere questa Liga; una stagione storta per le due grandi, almeno in Spagna, potrebbe esserci almeno da quello che stiamo vedendo...
Vale sei riuscito a rivedere la partita?

Sul Bilbao, vedo Javi Martinez un pò in difficoltà: problemi di adattamento al nuovo mister o semplice affaticamento post-Europei?

10:37 AM  
Blogger valentino tola said...

Sì, son riuscito a vederla. Partita stupenda, anche con tutta la suspense del sapere già il risultato :D

Son d'accordo con DVM. Dominio del Valencia nel primo tempo, figlio della straordinaria prestazione degli uomini di Emery (ha ragione Tommaso, grande condizione atletica, ma anche una organizzazione esemplare) e anche della scelta di Guardiola, che si è fidato forse troppo del 3-4-3 e ha patito una palese inferiorità numerica sulla sua fascia destra. Dopo la partita col Villarreal, avevo scritto che il potenziale punto debole di questo modulo per il Barça si trovava sulle fasce a centrocampo, una volta che l'avversario riesce a superare il primo pressing dei quattro uomini più avanzati del Barça (si potrà discutere sulla loro posizione in fase di possesso, ma quando l'avversario inizia l'azione da fondo campo, Messi e Cesc pressano sulla stessa linea).
Il Valencia è riuscito a farlo, soprattutto sporcando i primi passaggi del Barça (che ha avuto più possesso-palla, ma in una percentuale insolitamente ridotta) e ripartendo con Jordi Alba+Mathieu. Xavi non può coprire quello spazio, e se Mascherano si allarga il buco si apre al centro, senza contare il solito intelligentissimo movimento senza palla di Canales, che andava ad aggiungersi a Soldado e così bloccava Mascherano e Puyol, aggravando l'inferiorità blaugrana da quel lato.
Guardiola nel secondo tempo ha cercato di dare un po' più di sicurezza difensiva, almeno nel primo quarto d'ora, tornando alla difesa a 4, poi è ritornato al 3-4-3 inserendo Thiago per Puyol. Non che il Barça abbia giocato alla grande, ma a quel punto il Valencia qualche metro l'ha inevitabilmente perso. Nel finale Messi si è incazzato e ha rischiato di vincere da solo la partita (immeritatamente, chiaro).

Più di Jordi Alba e Mathieu (che io a differenza di Flavio non amo particolarmente, ma contro il Barça è particolarmente utile, perchè corre letteralmente per due e quindi la sua falcata gli permette spostamenti laterali più ampi della media contro la circolazione di palla da un lato all'altro del Barça), il "segreto" del Valencia è stato Banega, che ha giocato le ultime due partite in una maniera tale da elevargli un altare.
L'argentino è un giocatore che se è ispirato semplicemente prende palla e fa quello che vuole: 9 volte su 10 saltava allegramente ogni tentativo di pressing del Barça, e anche il secondo gol, Flavio, non è tanto un errore difensivo del Barça, ma nasce proprio da Banega che fa uno slalom, lascia in mutande l'intero sistema difensivo (già alquanto osé) di Guardiola, costringe Mascherano & C. a sbilanciarsi ancora di più verso il lato di Mathieu e Jordi Alba e quindi a regalare lo spazio al centro dell'area (immagini bene quanto spazio, visto che si giocava a tre in difesa) per la conclusione finale di Pablo Hernandez.

11:14 AM  
Blogger valentino tola said...

Il problema è che Banega è anche il limite del Valencia: in attesa che Canales alzi la voce (su Parejo trionfante al Mestalla ho i miei dubbi invece), il Valencia dipende tantissimo dalle lune di Banega, che è un lunatico di prima classe, uno che gioca bene solo se ha voglia e che quest'estate si è fatto fotografare con la maglia del Real Madrid...
Banega si prende il tempo che serve col pallone, fa salire tutta la squadra, fa apparire spazi che Topal, Albelda e Tino Costa non faranno mai apparire neanche nei loro sogni più umidi, e il Valencia che verticalizza in maniera precipitosa, che è troppo lungo quando perde palla, con lui che gioca così diventa una squadra più corta, più equilibrata, con un maggior controllo del tempo e dello spazio. La partita con lo Sporting (ma anche quella col Genk non è male, nonostante il brutto risultato) è emblematica.

Un altro fattore che aiuta il Valencia a controllare meglio tempo e spazio è la nuova fortissima coppia di difensori centrali, Rami-Victor Ruiz. Con loro due il Valencia guadagna non so quanti metri in avanti rispetto ai vari David Navarro, Ricardo Costa e Dealbert (brrrr).
Rami più per le sue capacità atletiche intimidatorie, Victor Ruiz più per il talento nel leggere il gioco e anticipare, senza dimenticare che è uno dei più bravi difensori spagnoli ad impostare (io lo porterei all'Europeo) e anche questo fa guadagnare metri alla squadra, la accorcia.

Se il Valencia saprà mantenere tutte queste premesse forse avremo davvero un terzo incomodo.

11:14 AM  
Blogger Flavio said...

Non è che sono un amante di Mathieu, ci sono altri terzini a sinistra ben più forti, penso ad esempio a Josè Angel che l'altra sera contro il Siena è stato, seppur a sprazzi, devastante.
Però mi piacciono questi giocatori tutti grinta e polmoni, alla Abidal, sempre utili anche se magari non sono il massimo per tecnica e letture di gioco e che secondo me ci vogliono sempre anche in squadre di livello tecnico-tattico molto elevato.

Per quanto riguarda Ruiz devo dire che quello che stiamo vedendo a Valencia è ben diverso dal timido e confuso difensore transitato momentaneamente a Napoli: un pò si dimostra la scarsa adattabilità degli spagnoli al calcio nostrano, d'altra parte però Mazzarri lo schierava in una difesa a tre sul centrosinistra. Magari se avesse giocato centrale, avrebbe fatto decisamente meglio.

Valencia e A.Madrid stanno facendo benissimo anche perchè hanno condotto una giusta campagna acquisti: adesso però bisogna vedere fino a che punto riusciranno a stare in alto. Senza dubbio però la sorpresa delle sorprese, oltre al cattivo rendimento di Barça, Real e Bilbao, è l'exploit del Betis: 4 vittorie su 4 non credo possano considerarsi solo frutto del caso.

Infine una domanda sul "dopo Afellay". Secondo te chi entrerà in prima squadra tra Kiko, Deulofeu, Cuenca, Tello e Rafinha? E tu, chi consideri più pronto al salto ed utile alla causa?

2:32 PM  

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