domenica, agosto 27, 2006

LA NUOVA LIGA / 11: Atlético Madrid / Questa può essere la volta buona. O no ?

Anche se ogni estate, la fame e la speranza di tornare una delle grandi del calcio spagnolo, impediscono di ragionare sulla reale consistenza tecnica della squadra, portando a facili sopravvalutazioni, come ad esempio avvenuto un anno fa, il progetto per quest'anno dell'Atlético, seppure incompleto in un punto chiave come il centrocampo, induce i tifosi colchoneros a sperare in una squadra competitiva almeno per un posto in una coppa europea, anche se non si sa bene quale.
In panchina, dopo il discreto interregno di Pepe Murcia, è arrivato, rinunciando alla sfida dei preliminari di Champions con l'Osasuna, il messicano Javier Aguirre, uno dei migliori allenatori della Liga, principale artefice dell'incredibile quarto posto raggiunto la stagione passata dal club di Pamplona. Quello dell'Atlético è un ambiente che ha bruciato tanti allenatori promettenti ( gli ultimi Gregorio Manzano e César Ferrando ), ma Aguirre è più che un allenatore emergente, e, a differenza di Carlos Bianchi, non mostra nessuna presunzione e ormai conosce la Liga come le sue tasche.
La società non gli ha voluto far mancare niente, non badando a spese ( una delle società che quest'estate ha speso di più ) e ribadendo, di fronte agli attacchi delle squadre estere a Fernando Torres e Maxi Rodriguez, la linea societaria: "l'Atlético non è un club che vende, è un club che compra", ha detto il presidente Enrique Cerezo. Eccome se compra: razionalizzato e snellito il quadro dirigenziale ( Garcia Pitarch nuovo direttore tecnico ), sono arrivati Seitaridis, Zè Castro, Costinha, Pernia, Miguel De Las Cuevas, Mista e, ciliegina sulla torta, Sergio "Kun" Aguero, 18enne nuovo talento del calcio argentino. C'è stato poi, attraversato da momenti diplomaticamente non brillantissimi col Real Madrid, l'arrivo di un talento come Jurado, che stuzzica non poco non solo perché si tratta di uno dei giovani più promettenti del calcio spagnolo, ma anche perché potrebbe ravvirare, lui ex-merengue, la rivalità stracittadina. E non pare finita qui, visto il probabilissimo arrivo di Maniche, richiesta ossessiva di Aguirre ai dirigenti, e il tentativo per Reyes con l'Arsenal. Wenger ha però definito la prima offerta dei colchoneros- 12 milioni - un insulto.
Poche cessioni ( forse si sta per concretizzare quella, auspicabilissima, di Kezman al Fenerbahce ), tanti giocatori scartati e invitati a cercarsi un'altra squadra: Garcia Calvo, Velasco, Molinero, Braulio, Toché, Musampa e soprattutto Ibagaza, che ha indispettito non poco col suo netto calo di rendimento negli ultimi mesi della scorsa stagione, a contratto già rinnovato. Ancora, per motivi economici, il "Cano" non ha trovato squadra.
Aguirre ha espresso chiaro e tondo le sue intenzioni: così come avveniva all'Osasuna, anche se con riserve molto maggiori di qualità, vuole una squadra cortissima, che giochi in 30 metri, con tutti i giocatori impegnati nel pressing e nel recupero del pallone. Difesa molto alta e aggressiva, manovra semplice e geometrica, cercando di giocare ad uno-due tocchi per scaricare rapidamente il gioco sugli esterni. Molta spinta sulle fasce, con sovrapposizioni continue dei terzini, specie a sinistra. I moduli probabili sono due: 4-4-2 classico o anche 4-3-1-2 con rombo a centrocampo. Dipende anche dalle operazioni di mercato: se arrivasse, come sembra, Maniche, sembrerebbe più adatto un 4-3-1-2, anche per permettere a Jurado di giocare trequartista; se invece dovesse, per la gioia di grandi e piccini, arrivare Reyes, il 4-4-2 tornerebbe l'opzione migliore. In assoluto, Aguirre è molto più legato al 4-4-2, anche per l'importanza che nel suo gioco hanno le sovrapposizioni sugli esterni. Attualmente, con la rosa dell'Atlético, insistere eccessivamente col 4-4-2 sembra una forzatura. Ad esempio, per la prima di campionato col Racing a Santander, le ultime danno un Atlético col 4-4-2 con Jurado sulla fascia destra ( così come è stato utilizzato anche nell'ultima amichevole giocata col Getafe ), mossa che snatura un trequartista di ruolo che al massimo può partire dalla fascia sinistra, così come ha fatto spesso nel Castilla.

DIFESA

La linea titolare sulla carta è una delle migliori della Liga: da destra verso sinistra Seitaridis - Pablo - Perea - Pernia, mentre un'eventuale "difesa B" sarebbe Valera - Zé Castro - Azcarate - Antonio Lopez.
La coppia centrale in particolare, pur fra alti e bassi nella passata stagione, è una delle migliori della Liga: Pablo ancora non si è affermato a livello internazionale, ma al Vicente Calderon detta legge con il suo senso della posizione e i suoi puntualissimi anticipi, mentre Perea ha doti naturali sbalorditive per quanto riguarda la velocità e la reattività.
Aguirre pretende una linea di difesa molto alta ed estremamente aggressiva negli anticipi, che vada a ingabbiare, accorciando rispetto al centrocampo, gli avversari.
Pablo, come abbiamo visto anche al Mondiale, in una difesa alta ha difficoltà, vista la sua corporatura e la sua non eccezionale raeattività, a recuperare in velocità eventuali fallimenti del fuorigioco, mentre Perea, il difensore forse più veloce al mondo, è una scheggia. Però può essere proprio il colombiano, di spaventosa esuberanza dal punto di vista fisico, a far saltare il fuorigioco, visto il suo non sempre irreprensibile posizionamento.
A destra Seitaridis, un terzino che ho sempre apprezzato, veloce e completo nelle due fasi. Sull'altra fascia Pernia non ripeterà sicuramente i 10 gol dell'anno scorso al Getafe ma nonostante le sue molte lacune in fase difensiva, può essere un ottimo innesto per la fase offensiva ( e comunque ci son sempre le sue punizioni ), visto che ultimamente Antonio Lopez, lontano dal terzino arrembante dell'Osasuna e del primo anno all'Atlético, ci ha abituato a un gioco sempre più statico, riducendosi ormai a giocare da fermo col suo splendido sinistro.
Valera per la fascia destra è un' alternativa utile in fase offensiva e con ottime doti di corsa, mentre al centro, come rincalzi per Pablo e Perea, si punta sui giovani, il portoghese Zé Castro e l'argentino Azcarate, centrale molto alto e forte nel gioco aereo già visto in Primera col disgraziatissimo Murcia nel 2003-2004.
La linea titolare sulla carta è una delle più forti e complete del campionato, ma andranno assolutamente eliminate le frequenti distrazioni sulle palle inattive che l'Atlético si porta dietro dall'anno scorso e che ha più volte manifestato nel precampionato.

CENTROCAMPO

Il reparto che suscita i maggiori dubbi. Problema ormai eterno dell' Atlético è l' elaborazione del gioco, la manovra, la rifinitura e il collegamento fra centrocampo e attacco per evitare che Torres anche quest' anno debba correre a vuoto e che Aguero si chieda cosa ci faccia dalle parti del Vicente Calderon. Nelle amichevoli estive l'Atlético ha mostrato un gioco molto intenso e tatticamente apprezzabile, ma totalmente privo di idee, con un' ossessiva ricerca del cross dalle fasce e del tiro da fuori e l'assenza di combinazioni centrali, dove nessuno, né Luccin né Gabi, né Costinha, ha le qualità o si assume le responsabilità di impostare il gioco. Ora è arrivato Jurado, ma accanto a uno fra Luccin e Costinha, Aguirre vuole, al centro del suo 4-4-2, un giocatore più dinamico e abile negli inserimenti senza palla, come è Maniche, quasi un prototipo del ruolo. Il punto è che Maniche non risolverebbe nessuno dei problemi in fase di impostazione dell' Atleti. Chi li potrebbe risolvere, con la sua classe è Jurado, ma per Aguirre è troppo gracile e poco dinamico per battagliare in mezzo al campo come vuole lui. Così Jurado verrà spesso spostato sulle fasce, peggio ancora se a destra, un ruolo che non si adatta al meglio alle sue caratteristiche e che già ha contribuito a bruciare un altro giovane, all'epoca, di talento come Jorge al suo passaggio al Vicente Calderon.
L'equivoco nasce anche dal fatto che Aguirre non è riuscito a portare con sé all'Atlético Raul Garcia, giocatore che ha il raro di pregio di possedere contemporaneamente fisico, dinamismo, doti di regia e capacità nell'inserimento e nel tiro da lontano. Il posto accanto a Luccin e Costinha è uno solo, per cui nel caso giocasse Maniche continuerebbe a mancare creatività, mentre con Jurado si perderebbe molto in dinamismo.
L'aggravarsi del problema è determinato anche dal rendimento deludentissimo di Gabi: talento da cui, dopo la splendida esperienza al Getafe, ci si aspettava parecchio, non ha mai preso l'iniziativa, non riuscendo ad andare mai oltre iniziative banali. Un vero peccato che si sia infortunato per quattro mesi il 19enne neo-acquisto Miguel, che si stava rivelando nelle amichevoli una soluzione di qualità sia per il centro che per la trequarti e la fascia sinistra. Io però, se fossi Aguirre, in questa situazione, proverei a scommettere sul fresco campione europeo Under 19 Mario Suarez: personalmente, anche se son giocatori con caratteristiche un po'diverse, lo preferisco al pompatissimo Javi Garcia e il tocco di palla e la visione di gioco ci sono tutti.
Il punto di riferimento davanti alla difesa Aguirre lo dovrà scegliere fra Luccin e Costinha: più talento il primo, più continuità il secondo. Luccin forse si troverebbe meglio con un assetto a centrocampo che lo rendesse più libero di sganciarsi e provare la botta col destro.
Anche sulle fasceci sono dubbi, l'assortimento pare un po'squilibrato A destra manca un esterno dal dribbling facile e che arrivi agevolmente sul fondo: Galletti, che un po' ne avrebbe le caratteristiche, è praticamente fuori uso e in pochi lo reputano all'altezza di una maglia da titolare; Maxi Rodriguez, lo ripeterò a furia di stancarmi, non è assolutamente un esterno di ruolo. Quando lo metti sulla fascia a puntare l'avversario, è un giocatore modestissimo. Il suo lavoro è fare la quantità e inserirsi a fari spenti nell'area avversaria o tirare da fuori per trovare uno dei suoi frequenti gol.
A sinistra Petrov ha più volte ingolosito la società a trovargli un'altra squadra: imprendibile sulla lunga distanza, però discontinuo, poco intelligente tatticamente e a disagio dal punto di vista tecnico negli spazi stretti, che sono quelli che la maggior parte delle squadre della Liga ti lascia. I nomi di Delporte prima e Reyes ora non sono suonati per caso. Nulla di strano che alla fine sulla fascia sinistra ci finisca Jurado, anche se pure Antonio Lopez può essere avanzato a centrocampo.
Ora come ora, una volta esaminato, il centrocampo verrebbe meglio in un 4-3-1-2 invece che in un 4-4-2: Costinha davanti alla difesa, Maxi, liberato dalla fascia, sul centro-destra, Maniche, eventualmente, sul centro-sinistra e Jurado dietro le punte., con l'appoggio costante dei terzini. Ma se dovesse arrivare Reyes, la passione per il 4-4-2 di Aguirre tornerebbe pienamente giustificata.

ATTACCO

Reparto sulla carta micidiale, che andrebbe davvero sprecato se il centrocampo mostrasse anche quest' anno l' ormai tradizionale mancanza d'idee.
La coppia Torres-Aguero è potenzialmente una delle più forti a livello europeo, talento e sfrontatezza allo stato puro.
Fernando Torres, ancora una volta preservato dagli assalti delle maggiori potenze del calcio europeo, dovrà aggiungere, per diventare il crack di livello mondiale che tutti si attendono, la prolificità in zona gol. Difficile che uno sciupone dall'oggi al domani diventi una macchina da gol implacabile, ma potrebbe aiutarlo un lavoro di maggiore qualità da parte del centrocampo che gli risparmiasse corse inutili in cerca del pallone ( che comunque a lui piace fare ).
Chi di freddezza ne ha da vendere è Aguero. "Romarito", come l'ha definito Menotti, è un vero proprio artista della finalizzazione, con i suoi tocchi raffinati, le sue finte di corpo e le improvvise accelerazioni in spazi strettissimi. Dove ha ancora molte difficoltà è nel movimento senza palla: senza il pallone fra i piedi, si propone molto poco e spesso si estrania dal gioco, anche se altrettanto spesso riappare per inventare il gol ( mi sa che Menotti ne capisce parecchio… ). Mentre Torres è un giocatore da prateria, lui è quasi esclusivamente da spazi stretti. L'importante sarà non sovraccaricare di responsabilità il giovane argentino. Oddio, non è che sia capitato nell'ambiente più adatto… Aguirre ne è consapevole e probabilmente nelle prime partite lo farà partire dalla panchina, in favore di Mista.
Degli attaccanti a disposizione di Aguirre, Mista, anche se di ruolo non è un trequartista, è quello più abile a giocare fra le linee e a creare i collegamenti fra centrocampo e attacco, il problema dei problemi per l' Atlético.
L'ex Valencia pare un acquisto davvero azzeccato, ideale come primo rincalzo per la coppia titolare e compatibile con Torres e Aguero per andare a comporre un tridente. Un giocatore fisico e di qualità ( un po' sopravvalutato nel 2003-2004, eccessivamente trascurato negli ultimi tempi ) che permette numerose soluzioni ad Aguirre, sia che gli serva un attaccante per battagliare in area di rigore, anche sul gioco aereo, sia che voglia rendere più offensiva la squadra, facendolo partire dietro Torres e Aguero o sulla fascia sinistra a centrocampo.
Chi difficilmente susciterà rimpianti, nel caso venisse ceduto in Turchia, è Kezman: un giocatore troppo limitato dal punto di vista tecnico, che se si trova a giocare appena qualche metro prima della linea del fuorigioco diventa completamente inutile ( questa frase azzeccatissima mi sembra di averla sentita dire dal grande Salvatore Bagni ).

PROSPETTIVE

E'una squadra giovane con delle buone basi in difesa, un bel punto interrogativo a centrocampo e un attacco che incoraggia non poco. Il potenziale per arrivare anche a un posto Champions c'è sicuramente, ma la cosa più importante sarà trovare finalmente un gioco e un'identità chiara alla squadre.
L'obiettivo dichiarato è qualificarsi per una coppa europea, Champions o UEFA che sia.

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2 Comments:

Blogger Guddeniel said...

Tifoso merengue disgustato da Fabio Capello. Non so davvero cosa fare... Consigli? Complimenti per il blog ma scrivi post troppo lunghi...

1:49 AM  
Blogger valentino tola said...

Alcuni post, questi di presentazione delle squadre ad esempio, li scrivo volutamente lunghi ( ci vuole un po' di pazienza: pure a me da fastidio leggere troppo al computer ), in altri ammetto che mi scappa la mano. Cercherò di migliorare.
Io sono del Barça per cui ne soffro meno, ma mi piacerebbe molto non vedere il Madrid giocare come la Juve di Capello. Domenica interessanti i primi 20 minuti, poi Don Fabio deve aver consigliato prudenza, perchè sennò il pubblico si illudeva...

3:40 PM  

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