SETTIMA GIORNATA: Real Madrid-Barcelona: 2-0: Raul 2', Van Nistelrooy 50'.
Grande vittoria che tiene in vita il Real Madrid nella lotta per il campionato (14 punti, 2 dietro le capoliste Barça e Valencia). Venti minuti iniziali stupendi, in cui il Barça viene divorato, i restanti settanta un po' meno stupendi ma comunque in linea con quanto Capello chiede e finalmente sembra ottenere: sacrificio da parte di tutti, ripiegamento in massa (una squadra nel vero senso della parola, non più cinque che difendono e cinque che restano nella metà campo avversaria, anche se la solidità del Chelsea di mercoledì è ben' altra cosa) e partita chiusa con il contropiede letale del 2-0. Ancora una volta chiarissima l'indispensabilità di Robinho (è stata la partita sua e di Messi, giovani fenomeni del calcio mondiale), il migliore in assoluto del Madrid, imprescindibile sia per allargare il gioco che per dare velocità al contropiede. Lui e Reyes sono gli unici che possiedono queste caratteristiche senza le quali diventa molto probabile rivedere il real Madrid di Getafe.
E il Barcelona? Beh, il Barça rimane coi suoi gravi problemi, ma al di là della condizione atletica insufficiente, soprattutto di alcuni giocatori (Ronaldinho, Deco, Zambrotta), dei cali di concentrazione, delle difficoltà in fase difensiva, di una manovra involuta e troppo dipendente dagli spunti individuali, ciò che soprattutto è mancato ieri, in una sconfitta meritata ma sostanzialmente molto più onorevole di quella di Londra, è stata la concretezza in area di rigore: senza voler tirare in ballo gli assenti, che non è né elegante né utile, si può però dire che rapidità di esecuzione e freddezza sotto porta ieri non si sono viste, sempre senza bisogno di nominare attaccanti camerunesi (Meyong Zè? Ndiefi? Suffo?). Problema gravissimo in vista di una partita cruciale come quella come il Chelsea, che esigerà una percentuale di realizzazione vicina al 100%.
C'è stata una fase, nella partita di ieri, fra il 20' del primo tempo e il gol del 2-0 di Van Nistelrooy, in cui il Barça ha dominato in lungo e in largo e Messi, dall'alto del suo buon cuore, ha dispensato con regolarità palle-gol ai suoi compagni d'attacco, dono che questi, soprattutto un pachidermico Gudjohnsen, hanno rifiutato sdegnosamente.
Poi il 2-0 ha virtualmente chiuso la partita, e anche qui non c'è stata reazione del Barça, coi cambi di Rijkaard che, anche se non son stati proprio dannosi come mercoledì, ancora una volta non hanno arrecato miglioramenti tangibili.
Capello conferma l'undici di Bucarest, Rijkaard si affida a centrocampo ai "nani" Xavi (davanti alla difesa), Iniesta e Deco (mezzeali) perdendo molto in copertura ma guadagnando teoricamente in fluidità del palleggio.
Ancora una volta, come da consuetidine ormai, è l'avversario del Barça a entrare per primo in partita. Il Real Madrid è più sveglio, più affamato e non tarda a raccogliere i frutti, a dimostrazione dello spirito con cui si devono affrontare queste partite: al 2' Raul va già in gol. Ormai lo sanno anche i muri che il Barcelona va attaccato sulla sua fascia sinistra, quella più debole ed esposta alle sovrappsizioni dei terzini: figurarsi se non lo sa Capello, che infatti manda Sergio Ramos in libera (anzi, liberissima: vero Ronaldinho?) uscita. Proprio Sergio Ramos crossa al centro dell'area, dove a sorpresa ha tagliato Raul, che approfitta di un' incertezza di Thuram per incornare in rete.
Non c'è partita: il Real Madrid sovrasta sul piano del ritmo e della forza fisica un centrocampo del Barça andato nel pallone più totale, dato che riesce anche a sbagliare passaggi semplicissimi a due metri di distenza. Madrid che domina a centrocampo (ottimo inizio di partita di Emerson) e apre subito sulle fasce, cercando a destra Sergio Ramos e a sinistra un incontrollabile, devastante Robinho, che al 14' umilia Zambrotta e serve dal fondo Raul, che fra sé e la doppietta trova però una deviazione di Thuram e la traversa.
Passato il ventesimo minuto però il monologo finisce, e con alcuni aggiustamenti, il Barça rientra in partita: una mossa intelligente di Rijkaard leva Ronaldinho dalla fascia sinistra, dove veniva costantemente neutralizzato dai raddoppi di Sergio Ramos e Raul, con l'aiuto, se del caso, anche di Diarra o Emerson, e lo sposta fra il centro e la fascia destra, dove può combinare in spazi stretti con Messi e mettere in minoranza Roberto Carlos. La fascia sinistra resta tutta di Sylvinho, che all'occorrenza riceve aiuto in copertura da Deco o Iniesta.
La partita cambia chiaramente, il Barça accorcia, pressa e chiude nella sua metacampo il Real Madrid, impadronendosi del pallone. Iniesta comincia a condurre qualche pallone fino al limite dell'area avversaria, ma è soprattutto un grande Messi a trascinare i suoi compagni: si intrufola fra Roberto Carlos e Cannavaro con una facilità irrisoria, libera Gudjohnsen al centro dell'area, ma l'islandese dilapida vergognosamente. Poi è lo stesso Messi ad essere servito al centro dell'area da Iniesta, e qui è lui a sbagliare abbastanza grossolanamente, cercando in maniera forse un po' precipitosa l' incrocio dei pali. Ma resta l'anima di tutti gli attacchi del Barça, come conferma quando, al termine di una stupenda triangolazione tutta al volo con Ronaldinho, giunge davanti a Casillas e, ostacolato, serve all'indietro Deco che sciupa con un tiraccio. Finiscono qui i pericoli per il Madrid, che riesce a controllare con Sergio Ramos i tentativi blaugrana di sfondare sulla sinistra con Sylvinho.
Il secondo tempo comincia come era finito il primo, anzi nei primi minuti il Barça si fa ancora più insistente nei suoi tentativi, con Zambrotta che (deo gratias) ci prova sulla destra, Messi che sfonda centralmente e smarca in area un Gudjohnsen incredibilmente lento nel perdere l'attimo giusto e farsi bruciare in recupero da Cannavaro (questa azione è un chiaro emblema di ciò che attualmente manca al Barça). Poi da una pericolosa incursione di Ronaldinho nasce un calcio d' angolo che a sua volta origina, al 50', l'azione decisiva della partita, un contropiede condotto da Guti e Robinho, col brasiliano che affonda nella scopertissima metacampo del Barça e serve Van Nistelrooy che buca un Valdes incerto nell'uscita.
A questo punto Capello si frega le mani,potendo i suoi disporre agevolmente della partita. Rijkaard fa un altro dei suoi cambi della disperazione, Deco per Giuly e passando alle tre punte (Giuly a destra, Messi a sinistra e Gudjohnsen al centro) più Ronaldinho, intoccabile anche quando è in condizioni invereconde. A dire il vero credo che questo tipo di cambi possa funzionare solo con l'avversario in superiorità numerica, come avvenne l'anno scorso a Stamford Bridge negli ottavi di Champions, perché togliere un pur mediocre Deco per aggiungere un attaccante non ha dato benefici rilevanti all'attacco e ha contribuito a esporre ancora di più la difesa ai contropiedi madridisti, poco protetta dalla valicabilissima linea mediana composta dai nani Xavi e Iniesta.
Quindi è il Real Madrid ad andare veramente vicino al terzo gol, con il contropiede a favore, prima al 54' con un pallonetto (sulla scia di Bucarest) da fuori area di Van Nistelrooy che finisce sulla traversa, successivamente al 68' (dopo un velleitario tentativo di Sylvinho dalla fascia) sempre con Ruud che però si vede bloccare la sua conclusione da un Valdes uscito prontamente sui suoi piedi. Un minuto prima il Barça sciupava un' altra occasione con Messi che, servito da Saviola (entrato nel frattempo per Gudjohnsen), tirava sull'esterno della rete.
Non succede praticamente più niente (una punizione di Ronaldinho, un destraccio di Saviola), col Barça ormai demoralizzato, e sempre più disordinato nelle sue iniziative, e il Madrid in pieno controllo. Successo che va oltre i tre punti per il Madrid, con Capello che ne esce da chiaro vincitore, avendo trovato la formula giusta e avendo dato carattere e coesione ai suoi giocatori.
REAL MADRID (4-2-3-1):
Iker Casillas: Attento, non deve intervenire più di tanto perché i tanti attacchi del Barça si concludono nella maggior parte dei casi o con conclusioni fuori dallo specchio o con esitazioni che fanno perdere l'attimo giusto. Voto: 6.
Sergio Ramos: Chiave tattica nei primi 20 minuti. Non è un' ala, però ha un dinamismo che Mejia e l'infortunato Salgado se lo sognano. Aggredisce senza pietà la fascia sinistra del Barça, sapendo che tanto Ronaldinho non copre, e serve Raul col cross dell' 1-0. In seguito, quando è il Barça a fare la partita, tiene la posizione e limita le incursioni di Sylvinho, respingendo in un po' di occasioni i cross del brasiliano, segno che c'è eccome. Voto: 7.
Helguera: Condotta sobria e poco appariscente, perché la maggior parte degli attacchi avversari si concentra nella zona di Cannavaro e Roberto Carlos. Regolare e recuperato alla causa. Voto: 6.
Cannavaro: Messo considerevolmente sotto pressione dalle incursioni di Messi (che nel primo tempo gli va via secco in un'occasione), esce alla distanza, esaltando nel secondo tempo il Bernabeu con alcuni dei suoi classici interventi (esclusa la sforbiciata). Voto: 6,5.
Roberto Carlos: Nel dominio iniziale accompagna bene Robinho, confermando la maggiore intraprendenza emersa contro lo Steaua, in seguito si trova in difficoltà notevole contro Messi, che lascia libero in area nell'occasione sciupata dall'argentino con un sinistro sopra la traversa. Nel secondo tempo, un po' più di tranquillità e qualche disimpegno di gran classe. Voto: 6.
Diarra: Sinceramente non mi ha convinto. Sembra quasi una regola che, quando sale Emerson, lui scende, e viceversa. Fa ovviamente valere il suo peso nel grande inizio di partita, ma col pallone tra i piedi è poco lucido e in alcune occasioni, come quando si inserisce bene al 22', ciabatta in maniera davvero grossolana. Voto: 5,5.
Emerson: Non più inutile, anzi. E' uno dei giocatori maggiormente in risalto nei famosi primi venti minuti, aggressivo (anche troppo, chiedete a Messi) rubapalloni e motore del centrocampo. Dopo a dire il vero non la vede più tantissimo, ma i progressi restano indiscutibili. Voto: 6,5.
Raul: Sente la partita come nessuno, e si vede. Gioca la sua carta migliore, che Capello (grandissimo merito) ha saputo tornare a valorizzare, e cioè l'inserimento da dietro alle spalle dei difensori avversari. Teoricamente esterno destro di centrocampo, sbuca a sorpresa dalle parti di Thuram e insacca l'1-0. Poi ripiega nella sua metà campo, non facendo mai mancare l'aiuto a Sergio Ramos e ai centrocampisti. Voto: 6,5.
Guti: Leggendo altri commenti, ho trovato eccessivamente incensata la sua prestazione, come se avesse dato chissà quali lezioni. E' stato bravo, questo si, ad avviare alcuni contropiedi (compreso quello del 2-0), ma per lunghi tratti della partita è stato tagliato fuori e non ha dato segni di vita. Voto: 6. (dal 37' s.t. Beckham s.v.)
Robinho: Non c'è niente da fare, è l'uomo che cambia i destini di questa squadra. Brillante, leggerissimo e mentalmente sereno, scappa via e ubriaca Zambrotta. Utile pure in fase difensiva, il suo gioco, forse dietro consiglio di Capello, ha guadagnato in verticalità e immediatezza. Voto: 7,5.
Van Nistelrooy: Non si vede molto, ma l' efficacia è massima, gol e quasi gol con un altro gran pallonetto. Voto. 7. (dal 34' s.t. Reyes: s.v.)
In panchina: D. López, Pavón, R. Bravo, Mejía, Cassano.
BARCELONA (4-3-3):
Valdes: Incertezza, a metà strada sul cross di Robinho che costa il 2-0 di Van Nistelrooy. Dopo chiude bene quando l'olandese gli si presenta davanti in cerca del 3-0. Voto: 5,5.
Zambrotta: No, così non va. Devastato da Robinho, intimorito dal pressing avversario, ho contato due sole sovrapposizioni in tutta la partita. In attesa che acquisti la forma, non sarebbe una cattiva idea provarlo anche a sinistra, che è la fascia dove si trova meglio (anche se il Mondiale lo ha vinto da terzino destro, dove però il gioco dell' Italia era completamente diverso). Voto: 5.
Thuram: Più volte incerto, si dimentica di Raul sul vantaggio madridista. Poco aggressivo e reattivo nell'accorciare, si è sentita la mancanza di un giocatore importantissimo (in ossequio al turn-over) quale è Marquez. Voto: 5,5.
Puyol: Non è molto brillante, però non ci sono sbavature nella sua prestazione. Con la squadra lunga e sbilanciata, deve sciropparsi assieme a Thuram tutti i contropiedi del Madrid. Voto: 6.
Sylvinho: Credo che il suo lo faccia sempre. Spinge costantemente e con la qualità che conosciamo, anche se Sergio Ramos lo limita moltissimo al cross. Sull' 1-0, non è certo lui, ma Ronaldinho, che deve seguire Sergio Ramos.Voto: 6.
Iniesta: In salute, mostra alcuni spunti palla al piede dei suoi, incontrollabile quando si ferma, gira su se stesso e riparte cambiando direzione. Fa la voce grossa nella fase, fra il ventesimo del primo tempo e il 2-0 di Van Nistelrooy, in cui il Barça domina. Dopo il 2-0, lo sconforto prende anche lui e non può certo costituire, solo assieme a Xavi in mediana, un argine credibile al contropiede merengue. Voto: 6.
Xavi: Tira la carretta a centrocampo, ed è quello che cerca di perdere meno palloni stupidi. Non può fare certo il Makelele della situazione davanti alla difesa, guida la manovra del Barça migliore e non può da solo modificare l'inerzia negativa post 2-0. Voto: 6.
Deco: Riprovevoli le ultime due partite del portoghese. Aveva iniziato la stagione in maniera scintillante, mercoledì e ieri si è visto invece un giocatore svagato, spessissimo in ritardo sul pallone. Troppe palle perse, passaggi semplici sbagliati in maniera incredibile. La sua uscita, nonostante la prestazione di basso profilo, squilibra la squadra. Voto: 5. (dal 10' s.t. Giuly: Poco produttivo, inquieta poco il Madrid. Voto: 5,5.)
Messi: Straordinario primo tempo. Son tornate, rispetto all' inizio della stagione,(in cui giocava un po' da fermo e sotto ritmo), le sue spettacolari accelerazioni. Senza alcun timore, si carica sulle spalle la squadra, lui che ha solo 19 anni, ma predica nel deserto, non trovando aiuto in Gudjohnsen. Nel secondo tempo ne avrebbe ancora, va a cercarsi il pallone e cerca di dare la scossa, ma ormai la depressione si è impadronita del Barça. L'unico appunto che mi sento di fargli riguarda le conclusioni a rete, troppo frettolose e imprecise (un'occasione nel primo e una nel secondo sciupate). Voto: 7,5.
Gudjohnsen: Statuario, e non è un complimento. Impacciatissimo nel controllare il pallone (e non è un giocatore tecnicamente scarso), fallisce miseramente l'esame in zona gol. Nel primo tempo, servito da Messi, sbaglia un gol quasi fatto, nel secondo si addormenta al momento del dunque, sempre smarcato da Messi. Forse è stato uno sbaglio considerarlo un sostituto di Larsson adeguato. Si tratta più che altro di una seconda punta, un giocatore tattico che crea spazi, non un finalizzatore. Voto: 4,5. (dal 20's.t. Saviola: Un po' meglio rispetto a Gudjohnsen, più punta e più a suo agio nel gioco veloce e di prima che attua il Barça. Assiste Messi dopo una buona iniziativa individuale e conclude lui stesso malamente un'azione personale nel finale di partita. Voto: 5,5.)
Ronaldinho: Malissimo anche stasera, avrebbe bisogno di qualche annetto di allenamento senza giocare partite. Non ha neanche lontanamente il suo classico spunto nell' uno contro uno. Prova qualche calcio piazzato con scarsa fortuna. Il Barça migliora quando nel primo tempo lui va sulla destra vicino a Messi, ma cio è dovuto più alla situazione tattica in sé che al suo apporto effettivo. Voto: 5.
In panchina: Jorquera, Márquez, Oleguer, Edmilson, Motta.
Árbitro: Pérez Burrull, Colegio Cántabro. Amonestó a Emerson (20'), Zambrotta (53'), Van Nistelrooy (54'), Guti (69'), Ronaldinho (81') y Beckham (85').
Incidencias: Santiago Bernabéu. Lleno. 85.000 espectadores.
E il Barcelona? Beh, il Barça rimane coi suoi gravi problemi, ma al di là della condizione atletica insufficiente, soprattutto di alcuni giocatori (Ronaldinho, Deco, Zambrotta), dei cali di concentrazione, delle difficoltà in fase difensiva, di una manovra involuta e troppo dipendente dagli spunti individuali, ciò che soprattutto è mancato ieri, in una sconfitta meritata ma sostanzialmente molto più onorevole di quella di Londra, è stata la concretezza in area di rigore: senza voler tirare in ballo gli assenti, che non è né elegante né utile, si può però dire che rapidità di esecuzione e freddezza sotto porta ieri non si sono viste, sempre senza bisogno di nominare attaccanti camerunesi (Meyong Zè? Ndiefi? Suffo?). Problema gravissimo in vista di una partita cruciale come quella come il Chelsea, che esigerà una percentuale di realizzazione vicina al 100%.
C'è stata una fase, nella partita di ieri, fra il 20' del primo tempo e il gol del 2-0 di Van Nistelrooy, in cui il Barça ha dominato in lungo e in largo e Messi, dall'alto del suo buon cuore, ha dispensato con regolarità palle-gol ai suoi compagni d'attacco, dono che questi, soprattutto un pachidermico Gudjohnsen, hanno rifiutato sdegnosamente.
Poi il 2-0 ha virtualmente chiuso la partita, e anche qui non c'è stata reazione del Barça, coi cambi di Rijkaard che, anche se non son stati proprio dannosi come mercoledì, ancora una volta non hanno arrecato miglioramenti tangibili.
Capello conferma l'undici di Bucarest, Rijkaard si affida a centrocampo ai "nani" Xavi (davanti alla difesa), Iniesta e Deco (mezzeali) perdendo molto in copertura ma guadagnando teoricamente in fluidità del palleggio.
Ancora una volta, come da consuetidine ormai, è l'avversario del Barça a entrare per primo in partita. Il Real Madrid è più sveglio, più affamato e non tarda a raccogliere i frutti, a dimostrazione dello spirito con cui si devono affrontare queste partite: al 2' Raul va già in gol. Ormai lo sanno anche i muri che il Barcelona va attaccato sulla sua fascia sinistra, quella più debole ed esposta alle sovrappsizioni dei terzini: figurarsi se non lo sa Capello, che infatti manda Sergio Ramos in libera (anzi, liberissima: vero Ronaldinho?) uscita. Proprio Sergio Ramos crossa al centro dell'area, dove a sorpresa ha tagliato Raul, che approfitta di un' incertezza di Thuram per incornare in rete.
Non c'è partita: il Real Madrid sovrasta sul piano del ritmo e della forza fisica un centrocampo del Barça andato nel pallone più totale, dato che riesce anche a sbagliare passaggi semplicissimi a due metri di distenza. Madrid che domina a centrocampo (ottimo inizio di partita di Emerson) e apre subito sulle fasce, cercando a destra Sergio Ramos e a sinistra un incontrollabile, devastante Robinho, che al 14' umilia Zambrotta e serve dal fondo Raul, che fra sé e la doppietta trova però una deviazione di Thuram e la traversa.
Passato il ventesimo minuto però il monologo finisce, e con alcuni aggiustamenti, il Barça rientra in partita: una mossa intelligente di Rijkaard leva Ronaldinho dalla fascia sinistra, dove veniva costantemente neutralizzato dai raddoppi di Sergio Ramos e Raul, con l'aiuto, se del caso, anche di Diarra o Emerson, e lo sposta fra il centro e la fascia destra, dove può combinare in spazi stretti con Messi e mettere in minoranza Roberto Carlos. La fascia sinistra resta tutta di Sylvinho, che all'occorrenza riceve aiuto in copertura da Deco o Iniesta.
La partita cambia chiaramente, il Barça accorcia, pressa e chiude nella sua metacampo il Real Madrid, impadronendosi del pallone. Iniesta comincia a condurre qualche pallone fino al limite dell'area avversaria, ma è soprattutto un grande Messi a trascinare i suoi compagni: si intrufola fra Roberto Carlos e Cannavaro con una facilità irrisoria, libera Gudjohnsen al centro dell'area, ma l'islandese dilapida vergognosamente. Poi è lo stesso Messi ad essere servito al centro dell'area da Iniesta, e qui è lui a sbagliare abbastanza grossolanamente, cercando in maniera forse un po' precipitosa l' incrocio dei pali. Ma resta l'anima di tutti gli attacchi del Barça, come conferma quando, al termine di una stupenda triangolazione tutta al volo con Ronaldinho, giunge davanti a Casillas e, ostacolato, serve all'indietro Deco che sciupa con un tiraccio. Finiscono qui i pericoli per il Madrid, che riesce a controllare con Sergio Ramos i tentativi blaugrana di sfondare sulla sinistra con Sylvinho.
Il secondo tempo comincia come era finito il primo, anzi nei primi minuti il Barça si fa ancora più insistente nei suoi tentativi, con Zambrotta che (deo gratias) ci prova sulla destra, Messi che sfonda centralmente e smarca in area un Gudjohnsen incredibilmente lento nel perdere l'attimo giusto e farsi bruciare in recupero da Cannavaro (questa azione è un chiaro emblema di ciò che attualmente manca al Barça). Poi da una pericolosa incursione di Ronaldinho nasce un calcio d' angolo che a sua volta origina, al 50', l'azione decisiva della partita, un contropiede condotto da Guti e Robinho, col brasiliano che affonda nella scopertissima metacampo del Barça e serve Van Nistelrooy che buca un Valdes incerto nell'uscita.
A questo punto Capello si frega le mani,potendo i suoi disporre agevolmente della partita. Rijkaard fa un altro dei suoi cambi della disperazione, Deco per Giuly e passando alle tre punte (Giuly a destra, Messi a sinistra e Gudjohnsen al centro) più Ronaldinho, intoccabile anche quando è in condizioni invereconde. A dire il vero credo che questo tipo di cambi possa funzionare solo con l'avversario in superiorità numerica, come avvenne l'anno scorso a Stamford Bridge negli ottavi di Champions, perché togliere un pur mediocre Deco per aggiungere un attaccante non ha dato benefici rilevanti all'attacco e ha contribuito a esporre ancora di più la difesa ai contropiedi madridisti, poco protetta dalla valicabilissima linea mediana composta dai nani Xavi e Iniesta.
Quindi è il Real Madrid ad andare veramente vicino al terzo gol, con il contropiede a favore, prima al 54' con un pallonetto (sulla scia di Bucarest) da fuori area di Van Nistelrooy che finisce sulla traversa, successivamente al 68' (dopo un velleitario tentativo di Sylvinho dalla fascia) sempre con Ruud che però si vede bloccare la sua conclusione da un Valdes uscito prontamente sui suoi piedi. Un minuto prima il Barça sciupava un' altra occasione con Messi che, servito da Saviola (entrato nel frattempo per Gudjohnsen), tirava sull'esterno della rete.
Non succede praticamente più niente (una punizione di Ronaldinho, un destraccio di Saviola), col Barça ormai demoralizzato, e sempre più disordinato nelle sue iniziative, e il Madrid in pieno controllo. Successo che va oltre i tre punti per il Madrid, con Capello che ne esce da chiaro vincitore, avendo trovato la formula giusta e avendo dato carattere e coesione ai suoi giocatori.
REAL MADRID (4-2-3-1):
Iker Casillas: Attento, non deve intervenire più di tanto perché i tanti attacchi del Barça si concludono nella maggior parte dei casi o con conclusioni fuori dallo specchio o con esitazioni che fanno perdere l'attimo giusto. Voto: 6.
Sergio Ramos: Chiave tattica nei primi 20 minuti. Non è un' ala, però ha un dinamismo che Mejia e l'infortunato Salgado se lo sognano. Aggredisce senza pietà la fascia sinistra del Barça, sapendo che tanto Ronaldinho non copre, e serve Raul col cross dell' 1-0. In seguito, quando è il Barça a fare la partita, tiene la posizione e limita le incursioni di Sylvinho, respingendo in un po' di occasioni i cross del brasiliano, segno che c'è eccome. Voto: 7.
Helguera: Condotta sobria e poco appariscente, perché la maggior parte degli attacchi avversari si concentra nella zona di Cannavaro e Roberto Carlos. Regolare e recuperato alla causa. Voto: 6.
Cannavaro: Messo considerevolmente sotto pressione dalle incursioni di Messi (che nel primo tempo gli va via secco in un'occasione), esce alla distanza, esaltando nel secondo tempo il Bernabeu con alcuni dei suoi classici interventi (esclusa la sforbiciata). Voto: 6,5.
Roberto Carlos: Nel dominio iniziale accompagna bene Robinho, confermando la maggiore intraprendenza emersa contro lo Steaua, in seguito si trova in difficoltà notevole contro Messi, che lascia libero in area nell'occasione sciupata dall'argentino con un sinistro sopra la traversa. Nel secondo tempo, un po' più di tranquillità e qualche disimpegno di gran classe. Voto: 6.
Diarra: Sinceramente non mi ha convinto. Sembra quasi una regola che, quando sale Emerson, lui scende, e viceversa. Fa ovviamente valere il suo peso nel grande inizio di partita, ma col pallone tra i piedi è poco lucido e in alcune occasioni, come quando si inserisce bene al 22', ciabatta in maniera davvero grossolana. Voto: 5,5.
Emerson: Non più inutile, anzi. E' uno dei giocatori maggiormente in risalto nei famosi primi venti minuti, aggressivo (anche troppo, chiedete a Messi) rubapalloni e motore del centrocampo. Dopo a dire il vero non la vede più tantissimo, ma i progressi restano indiscutibili. Voto: 6,5.
Raul: Sente la partita come nessuno, e si vede. Gioca la sua carta migliore, che Capello (grandissimo merito) ha saputo tornare a valorizzare, e cioè l'inserimento da dietro alle spalle dei difensori avversari. Teoricamente esterno destro di centrocampo, sbuca a sorpresa dalle parti di Thuram e insacca l'1-0. Poi ripiega nella sua metà campo, non facendo mai mancare l'aiuto a Sergio Ramos e ai centrocampisti. Voto: 6,5.
Guti: Leggendo altri commenti, ho trovato eccessivamente incensata la sua prestazione, come se avesse dato chissà quali lezioni. E' stato bravo, questo si, ad avviare alcuni contropiedi (compreso quello del 2-0), ma per lunghi tratti della partita è stato tagliato fuori e non ha dato segni di vita. Voto: 6. (dal 37' s.t. Beckham s.v.)
Robinho: Non c'è niente da fare, è l'uomo che cambia i destini di questa squadra. Brillante, leggerissimo e mentalmente sereno, scappa via e ubriaca Zambrotta. Utile pure in fase difensiva, il suo gioco, forse dietro consiglio di Capello, ha guadagnato in verticalità e immediatezza. Voto: 7,5.
Van Nistelrooy: Non si vede molto, ma l' efficacia è massima, gol e quasi gol con un altro gran pallonetto. Voto. 7. (dal 34' s.t. Reyes: s.v.)
In panchina: D. López, Pavón, R. Bravo, Mejía, Cassano.
BARCELONA (4-3-3):
Valdes: Incertezza, a metà strada sul cross di Robinho che costa il 2-0 di Van Nistelrooy. Dopo chiude bene quando l'olandese gli si presenta davanti in cerca del 3-0. Voto: 5,5.
Zambrotta: No, così non va. Devastato da Robinho, intimorito dal pressing avversario, ho contato due sole sovrapposizioni in tutta la partita. In attesa che acquisti la forma, non sarebbe una cattiva idea provarlo anche a sinistra, che è la fascia dove si trova meglio (anche se il Mondiale lo ha vinto da terzino destro, dove però il gioco dell' Italia era completamente diverso). Voto: 5.
Thuram: Più volte incerto, si dimentica di Raul sul vantaggio madridista. Poco aggressivo e reattivo nell'accorciare, si è sentita la mancanza di un giocatore importantissimo (in ossequio al turn-over) quale è Marquez. Voto: 5,5.
Puyol: Non è molto brillante, però non ci sono sbavature nella sua prestazione. Con la squadra lunga e sbilanciata, deve sciropparsi assieme a Thuram tutti i contropiedi del Madrid. Voto: 6.
Sylvinho: Credo che il suo lo faccia sempre. Spinge costantemente e con la qualità che conosciamo, anche se Sergio Ramos lo limita moltissimo al cross. Sull' 1-0, non è certo lui, ma Ronaldinho, che deve seguire Sergio Ramos.Voto: 6.
Iniesta: In salute, mostra alcuni spunti palla al piede dei suoi, incontrollabile quando si ferma, gira su se stesso e riparte cambiando direzione. Fa la voce grossa nella fase, fra il ventesimo del primo tempo e il 2-0 di Van Nistelrooy, in cui il Barça domina. Dopo il 2-0, lo sconforto prende anche lui e non può certo costituire, solo assieme a Xavi in mediana, un argine credibile al contropiede merengue. Voto: 6.
Xavi: Tira la carretta a centrocampo, ed è quello che cerca di perdere meno palloni stupidi. Non può fare certo il Makelele della situazione davanti alla difesa, guida la manovra del Barça migliore e non può da solo modificare l'inerzia negativa post 2-0. Voto: 6.
Deco: Riprovevoli le ultime due partite del portoghese. Aveva iniziato la stagione in maniera scintillante, mercoledì e ieri si è visto invece un giocatore svagato, spessissimo in ritardo sul pallone. Troppe palle perse, passaggi semplici sbagliati in maniera incredibile. La sua uscita, nonostante la prestazione di basso profilo, squilibra la squadra. Voto: 5. (dal 10' s.t. Giuly: Poco produttivo, inquieta poco il Madrid. Voto: 5,5.)
Messi: Straordinario primo tempo. Son tornate, rispetto all' inizio della stagione,(in cui giocava un po' da fermo e sotto ritmo), le sue spettacolari accelerazioni. Senza alcun timore, si carica sulle spalle la squadra, lui che ha solo 19 anni, ma predica nel deserto, non trovando aiuto in Gudjohnsen. Nel secondo tempo ne avrebbe ancora, va a cercarsi il pallone e cerca di dare la scossa, ma ormai la depressione si è impadronita del Barça. L'unico appunto che mi sento di fargli riguarda le conclusioni a rete, troppo frettolose e imprecise (un'occasione nel primo e una nel secondo sciupate). Voto: 7,5.
Gudjohnsen: Statuario, e non è un complimento. Impacciatissimo nel controllare il pallone (e non è un giocatore tecnicamente scarso), fallisce miseramente l'esame in zona gol. Nel primo tempo, servito da Messi, sbaglia un gol quasi fatto, nel secondo si addormenta al momento del dunque, sempre smarcato da Messi. Forse è stato uno sbaglio considerarlo un sostituto di Larsson adeguato. Si tratta più che altro di una seconda punta, un giocatore tattico che crea spazi, non un finalizzatore. Voto: 4,5. (dal 20's.t. Saviola: Un po' meglio rispetto a Gudjohnsen, più punta e più a suo agio nel gioco veloce e di prima che attua il Barça. Assiste Messi dopo una buona iniziativa individuale e conclude lui stesso malamente un'azione personale nel finale di partita. Voto: 5,5.)
Ronaldinho: Malissimo anche stasera, avrebbe bisogno di qualche annetto di allenamento senza giocare partite. Non ha neanche lontanamente il suo classico spunto nell' uno contro uno. Prova qualche calcio piazzato con scarsa fortuna. Il Barça migliora quando nel primo tempo lui va sulla destra vicino a Messi, ma cio è dovuto più alla situazione tattica in sé che al suo apporto effettivo. Voto: 5.
In panchina: Jorquera, Márquez, Oleguer, Edmilson, Motta.
Árbitro: Pérez Burrull, Colegio Cántabro. Amonestó a Emerson (20'), Zambrotta (53'), Van Nistelrooy (54'), Guti (69'), Ronaldinho (81') y Beckham (85').
Incidencias: Santiago Bernabéu. Lleno. 85.000 espectadores.
Etichette: Barcelona, Liga, Real Madrid
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Sono sostanzialmente d'accordo su tutto, ad eccezione di Guti. Fossi un dirigente del Real l'avrei già cacciato a pedate, uno dei giocatori più sopravvalutati degli ultimi anni. Ieri ha giocato una partita indisponente, vero uomo in meno (pr fortuna c'erano un Robinho che valeva per due, e un Raul finalmente tonico), e in questo sono d'accordo con Altafini, che nella telecronaca di ieri l'ha maltrattato dal primo all'ultimo minuto. Strano che Capello, solitamente amante di giocatori di carattere alla Emerson (o alla Ibrahimovic), regali un posto da titolare a questo damerino...
Incredibile l'involuzione di Ronaldinho, mi auguro non diventi un nuovo Beckham, ovvero un giocatore-marketing (d'accordo, un pò lo è già, oggigiorno è invetibali, ma finchè giocava come gli anni passati...). Gudjohnsen assolutamente inadeguato, sono convinto che basterebbe un attaccante di medio valore per tappare il buco creato da Eto'o, ma DEVE essere una prima punta.
Bravissimo Sergio Ramos, ormai una conferma.
Siete grandi amici tu e Gutiérrez, vero?
Ritengo che Guti, per una mancanza clamorosa di personalità, abbia dimostrato finora molto poco rispetto alle potenzialità. Io ero tentato dal dargli un 5 o 5,5, però, rivedendo l'azione del secondo gol, credo che lì sia stato decisivo, perchè fermandosi si libera del pressing e poi lascia via libera a Robinho. Una grande ed importante giocata.
Al di là delle sue carenze, però Guti è indispensabile (il giocatore forse più importante assieme a Robinho) in questo Madrid, visto che è l'unico giocatore con doti da regista. Senza lui a collegare i reparti (ed è l'unico che lo può fare, non lo possono fare nè raul, nè Cassano nè tantomeno Diarra o Emerson), è molto facile che il Real Madrid si spezzi in due tronconi, gli attaccanti da una parte (he senza Guti verrebbero cercati soprattutto coi lanci lunghi) e i difensori.
Credimi, finchè il Real Madrid non acquista qualcun'altro (Gago ad esempio) lui è indispensabile.
Purtroppo Ronaldinho è entrato nel tunnel del "Joga Bonito", che assieme al "calcio-rublo" (e al doping...) sta distruggendo questo sport. Ti dico soltanto che prima di Sevilla-Barça di Supercoppa ha saltato l'allenamento per impegni pubblicitari, e che in Agosto si è allenato un numero di volte ridicolo.
Fortunatamente è "un po'" più dotato di Beckham, però il rischio di cui parli esiste tutto.
Speriamo che Messi ce lo conservino...
Su Gudjohnsen e il problema-punta, sono ovviamente d'accordo. E'stato talmente evidente ieri che, al di là dei problemi tattici e atletici, al Barça è mancata soltanto la concretizzazione (mi dici poco...) per fare sua la partita. Prime punte non ce ne sono (tecnicamente neanche Eto'o lo è), per cui il problema potrà essere solo limitato.
Non sono un fan di Capello, però il recupero di Raul è tutto merito suo, ed è un grandissimo merito.
Sergio Ramos ha doti naturali sensazionali, ogni tanto però lascia la posizione o si fa prendere dalla foga. Il futuro è comunque suo.
Ti commento anche il clasico,ma quanto mi rode...io capello non lo posso soffrire...mo iniziano pure a incensarlo...accidenti...
Eto'o è chiaramente un assenza pesantissima,ben più di quanto si potesse prevedere,ricordo che l'anno scorso rijkaard parlò di "fragili equilibri" , ora ho capito cosa volesse dire esattamente.
Il gioco del barcellona si basa su determinati interpreti che giocano a memoria la cui forma fisica è stata,fino alla stagione scorsa sempre su livelli ottimali,chiaro che se poi il rimpiazzo di eto'o è un blocco di marmo di finlandia le cose non possono certo migliorare,con chi diavolo li fanno gli scambi in velocità messi e ronaldinho?
Mi chiedo io se non convenga veramente mettere a riposo un pò questo modulo e magari affidarsi a qualcosa di più dinamico e più funzionale agli uomini e alla forma attuale,magari poi ci si rivolgerà al mercato di gennaio,ipotizzo un 11 (non hai idea della fatica ad infilarci gli esterni,io che sono un ammiratore delle ali tipo vicente..)
Valdes
Thuram,Pujol,Marquez,Zambrotta
Giuly,Xavi,Deco,Iniesta,
Saviola (ronaldinho),Messi
Ps.
Mi rendo conto di quanto sia irrealistica,specie senza un incontrista vero...
Anche a me, penso si sia capito, non esalta la filosofia di Capello (Sacchi-Van Gaal-Wenger sono fra i miei preferiti, quindi...) però ha
indubbbiamente dimostrato negli anni di saperci fare. Lui la mette esplicitamente in questo modo: se vinco, applauditemi (io non mi eccito più di tanto nel vedere il risultato sul tabellone). Nelle ultime due partite, con Helguera, lo spostamento di Sergio Ramos e Robinho (ma non è certo una mossa geniale averlo "scongelato" con due mesi di ritardo, anzi), la squadra ha trovato un equilibrio, ma restano i miei dubbi su alcune scelte estive (la copia Emesron-Diarra ad esempio). Il Clasico è stato un successo dal punto di vista della convinzione e della coesione, ma le altre saranno per la maggior parte partite tatticamente differenti, con il Real Madrid che dovrà fare la partita, e li vedremo.
Leggendo la stampa spagnola, alcuni elogi verso il Real Madrid son stati esagerati e infarciti di luoghi comuni, il più frequente dei quali era: il Real Madrid ha fatto sfogare il Barça, che ha fatto tanto palleggio sterile (toque, toque) e inconcludente. Ma quale sterile! Per una buona mezz'ora il Barça ha stradominato, ha creato le occasioni e non ha segnato soltanto per le sue imprecisioni in zona gol, non certo per l'impenetrabile "diga" del Real Madrid (propagandata anche grazie al dato, ingannevole se si guardano le sue partite, che vede il Real Madrid come la squadra meno battuta della Liga). Il centrocampo e la difesa del Chelsea sì che erano un muro!
I cardini del gioco del Barça sono: il possesso palla e le combinazioni rapide in fase offensiva e il pressing alto in fase difensiva. L'assenza di Eto'o incide molto negativamente sugli ultimi due aspetti (e indirettamente anche sul primo, perchè prima recuperi il pallone, più puoi mantenere il possesso e chiudere l'avversario nella sua metacampo).
I problemi del Barça sono soprattutto atletici (a causa della penosa preparazione estiva) e mentali (manca vistosamente la concentrazione che l'anno scorso fece la differenza: appena abbassi la guardia, Chelsea e real Madrid ti affettano), che a loro volto hanno ricadute sull'aspetto tattico, rendendo il 4-3-3 meno affidabile: la squadra è più lunga, c'è meno pressing davanti, gli avversari possono rilanciare il gioco facilmente, e una volta saltato il primo pressing è davvero facile fare del male al Barça, che non è una squadra costruita per ripiegare nella sua metacampo. Se non ci sono le distanze giuste, e in questo periodo non ci sono (a parte alcuni momenti), la sofferenza è inevitabile
Non so se sia il caso di cambiare modulo, non è un'ipotesi da escludere, però prima vorrei vedere se si può migliorare su questi aspetti, non credo sia un problema eminentemente tattico.
La tua formazione non è neanche tanto irrealistica, dato che ogni tanto, come ieri, Rijkaard gioca senza veri incontristi.
Condivido Zambrotta a sinistra, anche se sono un estimatore di Sylvinho. Thuram non credo sia più tanto abituato a fare il terzino, e la sua sarebbe un interpretazione esclusivamente difensiva, comunque migliore di quella di Oleguer l'anno scorso.
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