Abbiamo il Piano B.
Grande vittoria del Barça alla Romareda, che si qualifica per le semifinali di Coppa del Re (avevo indicato sbagliando un accoppiamento fra la vincitrice del derby sivigliano e quella di Barça-Zaragoza, invece il sorteggio lo devono ancora fare, chiedo scusa) con un 1-2 che ribalta in piano lo 0-1 dell' andata al Camp Nou.
Per la situazione simile, che imponeva anche in questo caso la rimonta con due gol di scarto, questa partita è stata vissuta come un test fondamentale in vista della rimonta più importante, quella che andrà tentata martedì prossimo ad Anfield. Test superato in pieno, seppur con qualche piccola riserva (secondo tempo così così, e rischiare il 2-2 con il Zaragoza già in 10 per l' espulsione di D' Alessandro non è una gran cosa): la squadra c'è, altro che storie.
Una delle critiche ricorrenti a Rijkaard è sempre stata quella di non saper trovare soluzioni alternative al 4-3-3 di base, che tutti gli avversari conoscono bene (però anche qui bisogna andarci piano, un modulo diventa prevedibile prima di tutto se la squadra non è nelle migliori condizioni per esprimersi). Frankie però stasera si è tentato la furbata, e gli è riuscito il colpo gobbo.
Il 3-4-3 col centrocampo a rombo (quello che utilizzava Cruijff, celeberrimo modulo anche dell' Ajax di Van Gaal, l' ultima squadra d' èlite a utilizzarlo è stato il Porto con Co Adriaanse) ha nettamente sorpreso il Zaragoza nelle prime fasi della partita, favorendo il 2-0, mentre successivamente ha retto sostanzialmente bene agli assalti del Zaragoza.
Difesa a tre con Oleguer a destra, Thuram al centro e Puyol a sinistra, Marquez pivote davanti alla difesa, Xavi sul centro-destra, Iniesta (STRAORDINARIO, non ho più parole) più largo sulla sinistra, per lunghissimi tratti sacrificatosi addirittura in una posizione di terzino, soprattutto quando Puyol si andava a prendere Diego Milito. Deco sulla trequarti dietro al tridente composto da Giuly a destra, Ronaldinho (svogliatissimo) al centro e Messi a sinistra.
-------------------------Jorquera---------------------------
-Oleguer----------------Thuram----------------Puyol------
------------------------Marquez-----------------Iniesta----
---------------Xavi-----------------------------------------
-------------------------Deco-------------------------------
Giuly------------------Ronaldinho-----------------Messi---
Senza perdere, con Thuram che spesso chiudeva da libero, una sostanziale superiorità numerica in difesa (che però ha avuto bisogno di essere puntellata oltre che dal citato sacrificio di Iniesta anche dai continui ripiegamenti di Giuly, dato che Juanfran spingeva come un ossesso), il Barça ha guadagnato un uomo in più a centrocampo, togliendo punti di riferimento ai padroni di casa .
Dopo un inizio di studio il Barça, complice un Zaragoza timido e rinunciatario, si impadronisce del campo: Deco tra le linee diventa un problema solo per la sua posizione, e con ciò diventa difficile controllare anche Marquez (che conferma la sua scarsa forma) e soprattutto Xavi e Iniesta. I due gol ne sono la dimostrazione, dato che sfruttano fino in fondo questo disorientamento: triangolazione e inserimento devastante, di Xavi nel primo gol (bellissima esecuzione, partita di magistrale saggezza la sua) e di Iniesta, dopo scambio fra Messi e Deco, nel secondo.
Fulminante uno-due che risolve la difficile pratica prima di quanto si pensasse. Il Zaragoza reagisce con una traversa di Sergio Garcia, ma è nel secondo tempo che lo sforzo dei padroni di cas si fa più convinto. Rijkaard, dopo aver sorpreso per aver scelto questo assetto ad inizio partita, sorprende ancora di più per la scelta di mantenerlo nonostante i due gol di vantaggio, quando buonsenso consiglierebbe di aggiungere un difensore, tornare al 4-3-3 e conservare il possesso-palla. Solo al 73', già sul 2-1, entrerà Zambrotta per Giuly.
Il Zaragoza attacca (con i rientri, ad inizio secondo tempo, di Aimar e Celades), ma la difesa, grazie al sacrificio collettivo, regge dignitosamente. D' Alessandro intanto si fa espellere, perchè stupidamente appoggia la testa su Messi e permette a questi di esibirsi in una vergognosa simulazione (il famoso "teatro" di cui parlava Mourinho). Anche in superiorità numerica però il Barça non controlla più la partita, e Piqué (molto male in difesa) accorcai le distanza. Gol su calcio piazzato, altra grave distrazione. Punto debole assai pericoloso in vista di Anfield, e che stasera ha rischiato di costare la qualificazione, se Diogo, lasciato incustodito su un angolo di Aimar, non avesse colpito a lato in tuffo.
L' ultimo brivido viene da uno scivolone di Puyol che libera la strada ad Ewerthon, il quale però incrocia a lato da fuori area. Agli sgoccioli, Messi va a tanto così dall' 1-3, con un pallonetto delizioso che finisce la sua corsa sul palo.
Vittoria fondamentale, ma chiariamo che il 3-4-3 non diventa automaticamente la panacea di tutti i mali. E' importante aver sperimentato con successo quest' alternativa, ma è un' alternativa che va esaminata con cura. Rijkaard l' aveva provata a partita in corso già altre volte, a Stamford Bridge ad esempio, e i risultati a dire il vero erano stati assai modesti.
E' un modulo complicatissimo che senza meccanismi oliati non può essere ragionevolmente adottato, dati gli enormi rischi che comporta. Un modulo da rimonta disperata, più che altro. Stasera ha giovato l' effetto sorpresa, e il rombo è risultato fondamentale per conquistare il centrocampo. Con le caratteristiche del Zaragoza ha funzionato, ma cambiando l' avversario possono emergere tutte le sue carenze.
Ad esempio contro il Sevilla domenica sarebbe un suicidio lasciare le fasce così scoperte. Se il Zaragoza alla fin fine attacca solo con Diogo a destra e solo con Juanfran a sinistra, il Sevilla con le sue sovrapposizioni spappolerebbe tutto. col Liverpool poi non creo che Rijkaard abbia intenzione di rischiare da subito.
Inoltre questo assetto può creare problemi anche in fase di impostazione, dato che senza terzini veri e propri l' azione rischia di avere scarso respiro, imbottigliandosi al centro in un palleggio ruminato e improduttivo, ancora di più quando sulla destra in attacco non c'è Giuly ad aprire il campo ma c'è Messi che porta palla e si accentra anche lui.
Insomma, bel colpo, ma la cosa più importante non è tanto il momentaneo cambio di modulo, ma che il Barça si sta ritrovando sotto il profilo della fiducia in sè stesso e della mentalità e sta ritrovando, coi ritorni di Messi ed Eto'o (giustamente messo a riposo stasera), tutte le sue migliori soluzioni offensive. Poi a Liverpool andrà come andrà, ce ne faremo una ragione.
Per la situazione simile, che imponeva anche in questo caso la rimonta con due gol di scarto, questa partita è stata vissuta come un test fondamentale in vista della rimonta più importante, quella che andrà tentata martedì prossimo ad Anfield. Test superato in pieno, seppur con qualche piccola riserva (secondo tempo così così, e rischiare il 2-2 con il Zaragoza già in 10 per l' espulsione di D' Alessandro non è una gran cosa): la squadra c'è, altro che storie.
Una delle critiche ricorrenti a Rijkaard è sempre stata quella di non saper trovare soluzioni alternative al 4-3-3 di base, che tutti gli avversari conoscono bene (però anche qui bisogna andarci piano, un modulo diventa prevedibile prima di tutto se la squadra non è nelle migliori condizioni per esprimersi). Frankie però stasera si è tentato la furbata, e gli è riuscito il colpo gobbo.
Il 3-4-3 col centrocampo a rombo (quello che utilizzava Cruijff, celeberrimo modulo anche dell' Ajax di Van Gaal, l' ultima squadra d' èlite a utilizzarlo è stato il Porto con Co Adriaanse) ha nettamente sorpreso il Zaragoza nelle prime fasi della partita, favorendo il 2-0, mentre successivamente ha retto sostanzialmente bene agli assalti del Zaragoza.
Difesa a tre con Oleguer a destra, Thuram al centro e Puyol a sinistra, Marquez pivote davanti alla difesa, Xavi sul centro-destra, Iniesta (STRAORDINARIO, non ho più parole) più largo sulla sinistra, per lunghissimi tratti sacrificatosi addirittura in una posizione di terzino, soprattutto quando Puyol si andava a prendere Diego Milito. Deco sulla trequarti dietro al tridente composto da Giuly a destra, Ronaldinho (svogliatissimo) al centro e Messi a sinistra.
-------------------------Jorquera---------------------------
-Oleguer----------------Thuram----------------Puyol------
------------------------Marquez-----------------Iniesta----
---------------Xavi-----------------------------------------
-------------------------Deco-------------------------------
Giuly------------------Ronaldinho-----------------Messi---
Senza perdere, con Thuram che spesso chiudeva da libero, una sostanziale superiorità numerica in difesa (che però ha avuto bisogno di essere puntellata oltre che dal citato sacrificio di Iniesta anche dai continui ripiegamenti di Giuly, dato che Juanfran spingeva come un ossesso), il Barça ha guadagnato un uomo in più a centrocampo, togliendo punti di riferimento ai padroni di casa .
Dopo un inizio di studio il Barça, complice un Zaragoza timido e rinunciatario, si impadronisce del campo: Deco tra le linee diventa un problema solo per la sua posizione, e con ciò diventa difficile controllare anche Marquez (che conferma la sua scarsa forma) e soprattutto Xavi e Iniesta. I due gol ne sono la dimostrazione, dato che sfruttano fino in fondo questo disorientamento: triangolazione e inserimento devastante, di Xavi nel primo gol (bellissima esecuzione, partita di magistrale saggezza la sua) e di Iniesta, dopo scambio fra Messi e Deco, nel secondo.
Fulminante uno-due che risolve la difficile pratica prima di quanto si pensasse. Il Zaragoza reagisce con una traversa di Sergio Garcia, ma è nel secondo tempo che lo sforzo dei padroni di cas si fa più convinto. Rijkaard, dopo aver sorpreso per aver scelto questo assetto ad inizio partita, sorprende ancora di più per la scelta di mantenerlo nonostante i due gol di vantaggio, quando buonsenso consiglierebbe di aggiungere un difensore, tornare al 4-3-3 e conservare il possesso-palla. Solo al 73', già sul 2-1, entrerà Zambrotta per Giuly.
Il Zaragoza attacca (con i rientri, ad inizio secondo tempo, di Aimar e Celades), ma la difesa, grazie al sacrificio collettivo, regge dignitosamente. D' Alessandro intanto si fa espellere, perchè stupidamente appoggia la testa su Messi e permette a questi di esibirsi in una vergognosa simulazione (il famoso "teatro" di cui parlava Mourinho). Anche in superiorità numerica però il Barça non controlla più la partita, e Piqué (molto male in difesa) accorcai le distanza. Gol su calcio piazzato, altra grave distrazione. Punto debole assai pericoloso in vista di Anfield, e che stasera ha rischiato di costare la qualificazione, se Diogo, lasciato incustodito su un angolo di Aimar, non avesse colpito a lato in tuffo.
L' ultimo brivido viene da uno scivolone di Puyol che libera la strada ad Ewerthon, il quale però incrocia a lato da fuori area. Agli sgoccioli, Messi va a tanto così dall' 1-3, con un pallonetto delizioso che finisce la sua corsa sul palo.
Vittoria fondamentale, ma chiariamo che il 3-4-3 non diventa automaticamente la panacea di tutti i mali. E' importante aver sperimentato con successo quest' alternativa, ma è un' alternativa che va esaminata con cura. Rijkaard l' aveva provata a partita in corso già altre volte, a Stamford Bridge ad esempio, e i risultati a dire il vero erano stati assai modesti.
E' un modulo complicatissimo che senza meccanismi oliati non può essere ragionevolmente adottato, dati gli enormi rischi che comporta. Un modulo da rimonta disperata, più che altro. Stasera ha giovato l' effetto sorpresa, e il rombo è risultato fondamentale per conquistare il centrocampo. Con le caratteristiche del Zaragoza ha funzionato, ma cambiando l' avversario possono emergere tutte le sue carenze.
Ad esempio contro il Sevilla domenica sarebbe un suicidio lasciare le fasce così scoperte. Se il Zaragoza alla fin fine attacca solo con Diogo a destra e solo con Juanfran a sinistra, il Sevilla con le sue sovrapposizioni spappolerebbe tutto. col Liverpool poi non creo che Rijkaard abbia intenzione di rischiare da subito.
Inoltre questo assetto può creare problemi anche in fase di impostazione, dato che senza terzini veri e propri l' azione rischia di avere scarso respiro, imbottigliandosi al centro in un palleggio ruminato e improduttivo, ancora di più quando sulla destra in attacco non c'è Giuly ad aprire il campo ma c'è Messi che porta palla e si accentra anche lui.
Insomma, bel colpo, ma la cosa più importante non è tanto il momentaneo cambio di modulo, ma che il Barça si sta ritrovando sotto il profilo della fiducia in sè stesso e della mentalità e sta ritrovando, coi ritorni di Messi ed Eto'o (giustamente messo a riposo stasera), tutte le sue migliori soluzioni offensive. Poi a Liverpool andrà come andrà, ce ne faremo una ragione.
Etichette: Barcelona, Copa del Rey
10 Comments:
Condivido in pieno il tuo commento alla partita. Molto preciso il tuo post, però attenzione Valdes non ha mica giocato, tra i pali c'era Jorquera!
Ti chiedo di scusarmi, ovviamente me n' ero accorto che c'era Jorquera, ma l' abitudine mi ha fatto scrivere Valdés. Grazie, ora lo correggo subito.
Scusa la curiosità, perchè segui così attentamente il calcio spagnolo e per che squadra tifi?
Mi sono appassionato al calcio spagnolo per il gioco palla a terra e per il gusto per la tecnica (non dimenticando ovviamente che i catenacciari e le squadracce ci sono anche lì, com' è normale).
Sono tifoso, non proprio sfegatato, del Barça (dire che sono un culé non mi sembra elegantissimo).
Meno male che sei del Barça, io sono una tifosa sfegatata del Barça (soy una culé) perchè mi piace tantissimo il suo jogo bonito.
Verrò a visitare il tuo blog più spesso.
Fino a un po' di tempo fa ero del Milan, ma sin da piccolo mi hanno affascinato tre cose del Barça, e cioè le maglie, il maestoso scenario del Camp Nou e il fatto che abbia sempre avuto in squadra superstar del calcio mondiale, più ancora di altre squadre: Cruijff, Maradona, Romario, Rivaldo e anche Di Stefano, se giustizia fosse stata fatta.
E anche Kubala,non dimentichiamolo, che dall' oltretomba viene a visitare spesso questo blog!
esatto!
ma dove lo metti il mio idolo di sempre, sua maestà il Re di Bulgaria, Hristo Stoichkov?
grande personaggio, risse memorabili, grandissimo giocatore
(che sinistro!)
Fantastico quando mandava a quel paese i compagni!
All' epoca si potevano schierare non più di tre stranieri contemporaneamente, per cui (nel '93-'94) era un bel problema per Cruijff togliere uno fra Hristo, Koeman, Romario e Laudrup. In genere se la giocavano Stoichkov e Laudrup, e per l' escluso era una bella incazzatura.
Anche per questo Laudrup l' anno dopo lasciò il Barça per il Real Madrid (apriti cielo!).
Già!
'Michelino' Laudrup fece cose ottime col Real, soprattutto nel 94/95..
Anche lui, grande giocatore.
Forse solo un po' femmina fuori casa (con tutto il rispetto per le signore).
Posta un commento
<< Home