Il punto dopo la ventitreesima giornata.
Cominciamo dall' argomento più scottante: Real Madrid-Capello, vado o non vado, col fischio o senza. Le dimissioni svelate dalla radio "Cope" son state seccamente smentite ieri sera dalla società, ma non è da escludere che il prossimo sabato, nel derby con l' Atlético, un altro allenatore (Michel?) sieda sulla panchina madridista. Intanto, stasera l' andata col Bayern, l' incrocio forse peggiore che il calcio europeo possa offrire in questo momento, due squadre tristemente prigioniere del loro passato (dove sono Effenberg e Hierro? Hanno smesso e nessuno mi ha avvisato?), che maltrattano o addirittura provano repulsione per l' oggetto sferico.
Io non so più cosa dire sul Real Madrid, al di là del fatto che non abbia mai amato Capello, non vedo proprio cosa possa aggiungere e che futuro possa avere sulla panchina di questa società, lui stesso se ne sarà accorto. Se le è giocate tutte (il "magico" Becks si è preso un' espulsione, e secondo me rende ancora più asfittica la manovra con quella sua tendenza a spostarsi al centro, vecchiacci come Emerson e Raul stanno tornando alla carica a scapito di Gago ed Higuain, e questo ha creato una divisione fra Capello e Mijatovic, che finora era stato all' interno della società quello che aveva maggiormente appoggiato Don Fabio).
Di fronte all' astinenza da gol e al contemporaneo exploit senese di Ronaldo, Capello è stato messo sotto accusa. Io non credo che sia stata sbagliata la cessione di Ronaldo in sè, quanto il fatto che sia rimasto senza sostituto e che Van Nistelrooy rimanga ora l' unica scelta.
Probabile che ci sia un gioco del tutto particolare fra Capello e la società, con l' uno che aspetta che sia l' altro a fare il primo passo: la società preferirebbe la soluzione delle dimissioni a quella dell' esonero, per ovvi motivi economici, e il contrario vale per Capello, anche se le citate voci di ieri potrebbero smentirmi.
Quello fra Valencia e Barça, già dai tempi di Ranieri, è il confronto di stili più affascinante dell' intera Liga, spesso assai doloroso dal lato culé. Domenica non ha fatto eccezione, e il risultato, 2-1 abbellito appena dalla punizione di Ronaldinho al 90', non testimonia appieno il divario visto in campo.
Il Barça non lo sopporta proprio il Valencia, e a parte alcune giocate individuali soprattutto di Messi nell' ultima mezzora, ha evidenziato la scarsa brillantezza consueta negli ultimi tempi e una certa mancanza di determinazione. Privo di accelerazioni e senza spinta sulle fasce, possesso-palla sterilissimo, l' unica azione la crea Iniesta (peraltro limitatissimo dal Valencia, così come Xavi, brutta storia per il Barça), ma Gudjohnsen sciupa esattamente in fotocopia rispetto al gol mangiato al Bernabeu l' Ottobre scorso.
Per il Valencia era la partita ideale, potendosi dedicare senza rimorso alcuno, e anzi a ragione, al gioco idolatrato da Quique: palla consegnata di proposito al Barça (non vale a nulla dire, come ho sentito da qualche parte, che il Barça ha dominato il primo tempo perchè ha avuto il possesso-palla tutto dalla sua: non c'entra niente, non si giocava su quel piano la partita), muraglia umana nella metacampo di Butelle, contropiede, contropiede e ancora contropiede, verticalizzazioni immediate per colpire negli spazi che il Barça poteva lasciare sugli esterni e nella zona fra centrocampo e difesa.
La sensazione, e non lo dico a cose fatte, è che il Valencia avesse sempre il coltello dalla parte del manico e che la partita si svolgesse sempre nel terreno prediletto dai padroni di casa. E' bastata solo una maggiore precisione nell' ultimo passaggio e maggiore freddezza nelle conclusioni per ottenere l' uno-due che ha stecchito il Barça, pessimo in difesa nel primo quarto d'ora del secondo tempo, incerto nell' applicare il fuorigioco, lascia troppi spazi fra difesa e centrocampo ed è fin troppo permissivo nei confronti di Villa, che andrebbe abbattuto col fucile o perlomeno frenato con falli tattici.
Edmilson, il Bell' Addormentato, non lo affronta, arretra nell' area piccola, gli permette di alzare la testa e di servire Angulo, sul quale Zambrotta si dimentica di eseguire la diagonale. Il secondo gol è una catena di errori, palla verso la fascia destra alle spalle della difesa, fuorigioco che non scatta, respinta di Valdes, palla indietro e inserimento dalla seconda linea di Silva, lasciato incustodito.
Archiviata la baruffa fra Deco e Albelda che lascia in dieci ambedue le squadre, il Barça prova a reagire con un attacco Ronaldinho-Messi-Giuly dal peso inesistente: così si può sperare di segnare soltanto dribblando tutta la difesa avversaria o sfruttando qualche calcio piazzato, poca cosa anche quando hai dei fenomeni.
Messi, posseduto dal demone del dribbling, è l' unica nota positiva del Barça, mettendo in mostra non solo il suo talento leggendario ma anche una personalità e una determinazione che probabilmente faranno arrossire molti suoi compagni. Si procura due-tre punizioni, e su una di queste Ronaldinho accorcia le distanze quando ormai è troppo tardi.
Paradossalmente, un trionfo come questo ribadisce i limiti che impediscono al Valencia di competere per la vittoria del campionato, almeno finchè sulla panchina ci sarà Quique Sanchez Flores. Quante volte può trovare infatti un avversario come il Barça che gioca sempre all' attacco ed è disposto a rischiare il contropiede? Quasi mai, e allora se non hai un gioco da imporre sono dolori.
Il Barça quest' anno ha vinto pochissimo contro le altre grandi squadre, quelle che non solo si difendono ma hanno la qualità per rispondere colpo su colpo, e questo preoccupa soprattutto in prospettiva Champions, ma in campionato sono molto di più i punti in palio contro le "squadrette", e ciò dà un vantaggio decisivo al Barça, perlomeno rispetto al Valencia.
Il Sevilla torna agli splendori del 2006 in una prima mezzora in cui polverizza un Atlético, nel caso ci fosse ancora bisogno di dirlo, palesemente inadeguato a questi livelli (Aguirre poi conferma il rombo a centrocampo, scelta già infelice contro lo strapotere delle fasce sivigliane, ma soprattutto ne annulla completamente il lato creativo aggiungendo a Luccin e Maniche l' inguardabile Costinha. La reazione nel secondo tempo, in 11 contro 1o per l' ingiusta espulsione di Martì e con il cambio Luccin-Jurado, è insufficiente ed affidata solo agli sporadici spunti di un Aguero in progressiva crescita). Pressing feroce e attacchi martellanti, il marchio di fabbrica che torna ad inquietare la Liga.
Daniel Alves continua il suo meraviglioso campionato con un' altra performance universale, assist per il primo gol di Kanouté e raddoppio con una rasoiata micidiale da fuori. Proprio Kanouté, doppietta, è però il protagonista assoluto, con una prestazione ai limiti del paranormale, ancora di più quando la sua squadra affronta il secondo tempo in 10 ed è costretta ad arretrare il baricentro. Il maliano fa reparto da solo, è in stato di grazia, intimidisce gli avversari e tiene su praticamente tutti i palloni. E' un ottimo attaccante, ma siccome questo suo campionato è fin troppo anomalo, la società dovrebbe cominciare a pensare all' occasione imperdibile di monetizzare che gli presenterà il prossimo mercato.
Salgono le quotazioni del Zaragoza, che di questo passo potrebbe cominciare a pensare a un' impronosticabile corsa-Champions sul Real Madrid, se solo riuscisse a trovare un po' di continuità non solo da partita a partita ma all' interno degli stessi novanta minuti. E' la solita storia: contro il Villarreal un' ora di grande calcio, con un fenomenale Barbosa a contenere il passivo, calo inspiegabile e ospiti che consumerebbero l' atroce beffa se non ci fosse quel paracarro di Guille Franco a sprecare tirando a lato.
Nel Zaragoza, prestazioni strepitose di Zapater, che ogni cosa che fa la fa bene (ha l' intelligenza di inserirsi dove fa più male alla difesa del Villarreal, vedi l' azione del gol) e Gabriel Milito, che meriterebbe un elogio a parte per essere forse il miglior difensore in assoluto di questa Liga 2006-2007, forte di un' autorevolezza che fa spavento. Il Villarreal ha soli 4 punti in più, attenzione!, sulla terz'ultima, ma anche se non ci dovrebbero essere pericoli, quella che doveva essere nelle intenzioni la stagione del consolidamento ai primi sei posti della classifica si sta sempre più rilevando un' anonima stagione di transizione.
Salutati Real Sociedad e Nàstic, nelle zone basse della classifica movimenti interessanti. Il Celta torna alla vittoria dopo tre mesi quasi esatti, soffrendo da matti al Reyno de Navarra. In gol Baiano (che non segnava da sette partite) al 2', in dieci dal 40' per l' espulsione da idiota di Canobbio, si affida agli incredibili riflessi di Pinto oltre che alla fortuna per portare a casa tre punti fondamentali, perchè anche se l' Athletic ha vinto 2-0 col Getafe (stupendo il secondo gol di Aduriz, da manuale del contropiede. Doppietta per quest' ottimo attaccante un po' sfortuinato finora in questa Liga), i baschi alla prossima andranno al camp Nou, e ciò potrebbe instaurare una tendenza positiva per i galiziani, perchè anche lo 0-0 ottenuto al Riazor riporta a tiro, nonostante la cura Abel Resino-Salva abbia datofinora i suoi frutti, il Levante.
CLASSIFICA
1 Barcelona 46
2 Sevilla 46
3 Valencia 42
4 Real Madrid 42
5 Atlético 39
6 Zaragoza 38
7 Recreativo 36
8 Getafe 35
9 Espanyol 32
10 Racing 32
11 Osasuna 30
12 Deportivo 30
13 Villarreal 29
14 Betis 26
15 Levante 26
16 Mallorca 26
17 Athletic 25
18 Celta 25
19 R. Sociedad 14
20 Gimnàstic 13
CLASSIFICA CANNONIERI
1 Kanouté 18
2 Ronaldinho 16
3 Diego Milito 15
4 Van Nistelrooy 11
5 Villa 10
Io non so più cosa dire sul Real Madrid, al di là del fatto che non abbia mai amato Capello, non vedo proprio cosa possa aggiungere e che futuro possa avere sulla panchina di questa società, lui stesso se ne sarà accorto. Se le è giocate tutte (il "magico" Becks si è preso un' espulsione, e secondo me rende ancora più asfittica la manovra con quella sua tendenza a spostarsi al centro, vecchiacci come Emerson e Raul stanno tornando alla carica a scapito di Gago ed Higuain, e questo ha creato una divisione fra Capello e Mijatovic, che finora era stato all' interno della società quello che aveva maggiormente appoggiato Don Fabio).
Di fronte all' astinenza da gol e al contemporaneo exploit senese di Ronaldo, Capello è stato messo sotto accusa. Io non credo che sia stata sbagliata la cessione di Ronaldo in sè, quanto il fatto che sia rimasto senza sostituto e che Van Nistelrooy rimanga ora l' unica scelta.
Probabile che ci sia un gioco del tutto particolare fra Capello e la società, con l' uno che aspetta che sia l' altro a fare il primo passo: la società preferirebbe la soluzione delle dimissioni a quella dell' esonero, per ovvi motivi economici, e il contrario vale per Capello, anche se le citate voci di ieri potrebbero smentirmi.
Quello fra Valencia e Barça, già dai tempi di Ranieri, è il confronto di stili più affascinante dell' intera Liga, spesso assai doloroso dal lato culé. Domenica non ha fatto eccezione, e il risultato, 2-1 abbellito appena dalla punizione di Ronaldinho al 90', non testimonia appieno il divario visto in campo.
Il Barça non lo sopporta proprio il Valencia, e a parte alcune giocate individuali soprattutto di Messi nell' ultima mezzora, ha evidenziato la scarsa brillantezza consueta negli ultimi tempi e una certa mancanza di determinazione. Privo di accelerazioni e senza spinta sulle fasce, possesso-palla sterilissimo, l' unica azione la crea Iniesta (peraltro limitatissimo dal Valencia, così come Xavi, brutta storia per il Barça), ma Gudjohnsen sciupa esattamente in fotocopia rispetto al gol mangiato al Bernabeu l' Ottobre scorso.
Per il Valencia era la partita ideale, potendosi dedicare senza rimorso alcuno, e anzi a ragione, al gioco idolatrato da Quique: palla consegnata di proposito al Barça (non vale a nulla dire, come ho sentito da qualche parte, che il Barça ha dominato il primo tempo perchè ha avuto il possesso-palla tutto dalla sua: non c'entra niente, non si giocava su quel piano la partita), muraglia umana nella metacampo di Butelle, contropiede, contropiede e ancora contropiede, verticalizzazioni immediate per colpire negli spazi che il Barça poteva lasciare sugli esterni e nella zona fra centrocampo e difesa.
La sensazione, e non lo dico a cose fatte, è che il Valencia avesse sempre il coltello dalla parte del manico e che la partita si svolgesse sempre nel terreno prediletto dai padroni di casa. E' bastata solo una maggiore precisione nell' ultimo passaggio e maggiore freddezza nelle conclusioni per ottenere l' uno-due che ha stecchito il Barça, pessimo in difesa nel primo quarto d'ora del secondo tempo, incerto nell' applicare il fuorigioco, lascia troppi spazi fra difesa e centrocampo ed è fin troppo permissivo nei confronti di Villa, che andrebbe abbattuto col fucile o perlomeno frenato con falli tattici.
Edmilson, il Bell' Addormentato, non lo affronta, arretra nell' area piccola, gli permette di alzare la testa e di servire Angulo, sul quale Zambrotta si dimentica di eseguire la diagonale. Il secondo gol è una catena di errori, palla verso la fascia destra alle spalle della difesa, fuorigioco che non scatta, respinta di Valdes, palla indietro e inserimento dalla seconda linea di Silva, lasciato incustodito.
Archiviata la baruffa fra Deco e Albelda che lascia in dieci ambedue le squadre, il Barça prova a reagire con un attacco Ronaldinho-Messi-Giuly dal peso inesistente: così si può sperare di segnare soltanto dribblando tutta la difesa avversaria o sfruttando qualche calcio piazzato, poca cosa anche quando hai dei fenomeni.
Messi, posseduto dal demone del dribbling, è l' unica nota positiva del Barça, mettendo in mostra non solo il suo talento leggendario ma anche una personalità e una determinazione che probabilmente faranno arrossire molti suoi compagni. Si procura due-tre punizioni, e su una di queste Ronaldinho accorcia le distanze quando ormai è troppo tardi.
Paradossalmente, un trionfo come questo ribadisce i limiti che impediscono al Valencia di competere per la vittoria del campionato, almeno finchè sulla panchina ci sarà Quique Sanchez Flores. Quante volte può trovare infatti un avversario come il Barça che gioca sempre all' attacco ed è disposto a rischiare il contropiede? Quasi mai, e allora se non hai un gioco da imporre sono dolori.
Il Barça quest' anno ha vinto pochissimo contro le altre grandi squadre, quelle che non solo si difendono ma hanno la qualità per rispondere colpo su colpo, e questo preoccupa soprattutto in prospettiva Champions, ma in campionato sono molto di più i punti in palio contro le "squadrette", e ciò dà un vantaggio decisivo al Barça, perlomeno rispetto al Valencia.
Il Sevilla torna agli splendori del 2006 in una prima mezzora in cui polverizza un Atlético, nel caso ci fosse ancora bisogno di dirlo, palesemente inadeguato a questi livelli (Aguirre poi conferma il rombo a centrocampo, scelta già infelice contro lo strapotere delle fasce sivigliane, ma soprattutto ne annulla completamente il lato creativo aggiungendo a Luccin e Maniche l' inguardabile Costinha. La reazione nel secondo tempo, in 11 contro 1o per l' ingiusta espulsione di Martì e con il cambio Luccin-Jurado, è insufficiente ed affidata solo agli sporadici spunti di un Aguero in progressiva crescita). Pressing feroce e attacchi martellanti, il marchio di fabbrica che torna ad inquietare la Liga.
Daniel Alves continua il suo meraviglioso campionato con un' altra performance universale, assist per il primo gol di Kanouté e raddoppio con una rasoiata micidiale da fuori. Proprio Kanouté, doppietta, è però il protagonista assoluto, con una prestazione ai limiti del paranormale, ancora di più quando la sua squadra affronta il secondo tempo in 10 ed è costretta ad arretrare il baricentro. Il maliano fa reparto da solo, è in stato di grazia, intimidisce gli avversari e tiene su praticamente tutti i palloni. E' un ottimo attaccante, ma siccome questo suo campionato è fin troppo anomalo, la società dovrebbe cominciare a pensare all' occasione imperdibile di monetizzare che gli presenterà il prossimo mercato.
Salgono le quotazioni del Zaragoza, che di questo passo potrebbe cominciare a pensare a un' impronosticabile corsa-Champions sul Real Madrid, se solo riuscisse a trovare un po' di continuità non solo da partita a partita ma all' interno degli stessi novanta minuti. E' la solita storia: contro il Villarreal un' ora di grande calcio, con un fenomenale Barbosa a contenere il passivo, calo inspiegabile e ospiti che consumerebbero l' atroce beffa se non ci fosse quel paracarro di Guille Franco a sprecare tirando a lato.
Nel Zaragoza, prestazioni strepitose di Zapater, che ogni cosa che fa la fa bene (ha l' intelligenza di inserirsi dove fa più male alla difesa del Villarreal, vedi l' azione del gol) e Gabriel Milito, che meriterebbe un elogio a parte per essere forse il miglior difensore in assoluto di questa Liga 2006-2007, forte di un' autorevolezza che fa spavento. Il Villarreal ha soli 4 punti in più, attenzione!, sulla terz'ultima, ma anche se non ci dovrebbero essere pericoli, quella che doveva essere nelle intenzioni la stagione del consolidamento ai primi sei posti della classifica si sta sempre più rilevando un' anonima stagione di transizione.
Salutati Real Sociedad e Nàstic, nelle zone basse della classifica movimenti interessanti. Il Celta torna alla vittoria dopo tre mesi quasi esatti, soffrendo da matti al Reyno de Navarra. In gol Baiano (che non segnava da sette partite) al 2', in dieci dal 40' per l' espulsione da idiota di Canobbio, si affida agli incredibili riflessi di Pinto oltre che alla fortuna per portare a casa tre punti fondamentali, perchè anche se l' Athletic ha vinto 2-0 col Getafe (stupendo il secondo gol di Aduriz, da manuale del contropiede. Doppietta per quest' ottimo attaccante un po' sfortuinato finora in questa Liga), i baschi alla prossima andranno al camp Nou, e ciò potrebbe instaurare una tendenza positiva per i galiziani, perchè anche lo 0-0 ottenuto al Riazor riporta a tiro, nonostante la cura Abel Resino-Salva abbia datofinora i suoi frutti, il Levante.
CLASSIFICA
1 Barcelona 46
2 Sevilla 46
3 Valencia 42
4 Real Madrid 42
5 Atlético 39
6 Zaragoza 38
7 Recreativo 36
8 Getafe 35
9 Espanyol 32
10 Racing 32
11 Osasuna 30
12 Deportivo 30
13 Villarreal 29
14 Betis 26
15 Levante 26
16 Mallorca 26
17 Athletic 25
18 Celta 25
19 R. Sociedad 14
20 Gimnàstic 13
CLASSIFICA CANNONIERI
1 Kanouté 18
2 Ronaldinho 16
3 Diego Milito 15
4 Van Nistelrooy 11
5 Villa 10
Etichette: Liga
10 Comments:
carissimi, solo due annotazioni
1) a me ieri sera il "bravo professionista inglese" non è dispiaciuto.. Ha fatto buone cose, credo, poi ha messo lo zampino nei gol e nelle azioni più pericolose del Real. Voto personale: 7
2) leggo sul 'Corriere dello Sport' che Mijatovic si è lamentato con Capello per lo "scarso utilizzo" di Gago: a me risulta che Gago (e spesso anche Higuain) ha quasi sempre giocato, da quando è stato acquistato.
Il Madrid non l' ho visto ieri, ho visto PSV-Arsenal, però mi fido del tuo giudizio. Del resto, qualche buona partita Beckham la può pure giocare. Non è una pippa, è semplicemente un giocatore come ce ne sono tanti, però incredibilmente sopravvalutato.
Gago ha giocato quasi sempre, ha sorpreso soltanto il cambio alla fine del primo tempo col Betis, partita nella quale stava giocando maluccio peraltro. E' che Gago in questo Madrid così modesto (però con la Champions ad eliminazione diretta non si sa mai, ti puoi trovare in semifinale senza neanche accorgertene, e da lì in poi te la giochi) è un giocatore già insostituibile per via delle sue caratteristiche.
Comunque, non è raro che il Corriere dello Sport dica stupidaggini sul calcio estero, nessuna sorpresa da parte mia. Semmai si potrebbe parlare più a ragione di Higuain, che era stato inspiegabilmente accantonato contro Real sociedad e Betis. Ieri è tornato titolare, ma non si mai, il Real Madrid è il regno dell' incertezza e delle idee confuse.
altra perla di calcio estero:
leggendo sempre il 'Corriere dello Sport' scopro che Van Nistelrooy e Van Buyten sono "connazionali"...
vai col tango, direbbero a Baires
Da anni non compro più i quotidiani sportivi, ci ho risparmaiato un sacco di soldi (anche se la Gazzetta è di buon livello).
Valentino come vedi lo spostamento di iniesta da extremo(nostante il recupero imminente di Messi?). io la vedo come una bocciatura per giuly. mi sembra che iniesta possa imitarlo molto bene, in quella posizione può sfruttare tutta la velocità e il fiuto del gol che ha. faccio un pronostico via giuly e spazio a Giovani (da mediapunta). Iniesta extremo potrebbe essere un effetto domino.
KUBALA
Gazzetta di buon livello? Magari, anzi sicuramente, sugli altri sport, ma sul calcio internazionale, appena ci si allontana dalla zona Chelsea, Real Madrid, Bayern Monaco e Manchester United, sono dolori. Lo scorso autunno per presentare l'avversario Uefa del Parma, l'Heerenveen, hanno pubblicato la formazione della squadra-primavera....eppure bastava andare sul sito uefa.com.
Anch'io ho visto Psv-Arsenal. Mostruosa la prestazione del pacchetto arretrato degli olandesi, da Gomes a Salcido fino ad Alex e Da Costa (grande sorpresa quest'ultimo, perchè fino a ieri non aveva incantato granché). Mi ha deluso Tardelli, mentre l'Arsenal è caduto nel solito difetto della leziosità. Con un pò più di cinismo almeno un gol nel primo tempo l'avrebbe fatto.
Edison Mendez è una delle grandi rivelazioni dell'anno, è un pò anarchico ma ci sa fare. Meriterebbe che qulcuno ne poarlasse di più
Lo vedo bene anche nel tridente, e le prestazioni lo stanno confermando. In quel ruolo secondo me sta a metà fra il gioco tutto senza palla di Giuly e quello tutto palla al piede di Messi. In questo Barça spento senza Eto'o e Messi e con Dinho che gioca da fermo, è stato il più imprevedibile dalla trequarti in su. I suoi tagli non sono profondi come quelli di Giuly, però offrire anche lui delle alternativa difficili da leggere per la difesa avversaria, soprattutto quando prende palla, favorisce una buona circolazione del pallone e poi si inserisce sulla trequarti più o meno fra il terzino centrale avversario, E' quello che in questo mese ha creato più problemi alla difesa avversaria coi suoi movimenti, magari anche scattando a sorpresa alle spalle dell' ultimo difensore. Poi conosciamo tutti la sua qualità tecnica, e a volte va via nell' uno contro uno come un' ala pura.
Giuly indubbiamente ha subito un declassamente, ma secondo me Rijkaard lo ritiene a ragione molto utile in certe partite per chiudere i conti quando gli avversari lasciano più spazi.
Comunque ora torna Messi, non c'è trippa.
@ Alec
Ho voluto essere un po' buono con la Rosea... Cavolate come quella che citi ne scrive, però ho voluto salvarla per una sensazione di maggior serietà che in generale mi trasmette rispetto agli altri due nostri fogliacci sportivi.
Da Costa incredibile (ma Salcido non è un terzino), lo conoscevo poco e mi era tornato in mente proprio lo scarso entusiasmo che avevo letto in un tuo articolo. Non mi delude più Tardelli, è sopravvalutatissimo.
In generale la partita mi ha trasmesso sensazioni ambivalenti: lezioso l' Arsenal, ma qualcosa prima dello svantaggio lo aveva creato e il golletto se lo meritava, poi dopo l' 1-0 il PSV si è difeso ancora meglio.
La tattica del PSV mi era sembrata fin troppo attendista (se noti, Koné e Tardelli giocavano larghi e in certi momenti sembrava essere Cocu il centravanti, come a Francia '98), puntando solo sui tiri da lontano o qualche occasionale contropiede, facendo una specie di marmellata a centrocampo (Culina per me è meglio se parte da una fascia). Koeman comunque aveva le sue ragioni, perchè questo tipo di gioco mette in difficoltà l' Arsenal e mancavano pur sempre Farfan e Kluivert. Sembrerà strano, ma mi aspettavo qualcosina in più dal PSV.
Edison Mendez mi piace dai tempi dell' LDU Quito e della nazionale, quando tirava da centrocampo el' altitudine faceva andare il pallone come una scheggia. Per me non è anarchico, anzi, si sa far trovare spesso nella posizione migliore.
Mi era venuto in mente di presentare le qualificate della Champions, quindi anche parlare del PSV e di Mendez, ma purtroppo non ho avuto tempo.
comunque:
VAN BOMMEL IDOLO!
Kubala
Van Bommel: un po' stronzetto ma sì, grande giocatore
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