TRENTESIMA GIORNATA: Valencia-Sevilla 2-0: David Villa; David Villa, rig..
Il Valencia ha David Villa, tutto qui. Non contano le sensazioni, non contano le impressioni, non conta l’ “inerzia” della partita: conta il dato brutale del pallone che inesorabile rotola in fondo al sacco.
Il Sevilla sembra trovarsi molto più comodo in campo, a differenza del Valencia non disdegna affatto di fare la partita, ma al 26’, alla prima azione seria dei padroni di casa (che novità!) Villa si inventa l’ 1-0, trovando una sponda preziosissima nell’ assist di Marchena ed eludendo l’ uscita di Cobeño con un delizioso pallonetto mancino. Ancora e sempre il Guaje monopolizza la scena nell’ occasione del 2-0: il fallo (di Hinkel, chiara occasione da gol ed espulsione) se lo procura lui, trovando poi il modo di trasformare pure una cosa banale come un calcio di rigore in un’ altra pennellata d’ autore.
Ma in mezzo ai due acuti di Villa, un’ altro episodio si rivela fondamentale, contribuendo a stroncare le velleità di rimonta sivigliane: subito dopo l’ 1-0, Canizares para un calcio di rigore tutt’ altro che facile, una botta a mezz’ altezza ma angolata e molto potente, a Maresca, abbattendo anche una squadra notoriamente impavida (la rimonta in dieci contro il Barça, la follia di Donetsk: pagine già entrate nella storia del calcio) come il Sevilla.
Questi sono gli episodi e gli uomini chiave di una partita bellissima nel primo tempo e inevitabilmente condizionata dall’ inferiorità numerica degli ospiti nella ripresa, quando ormai c’è spazio solo per le sgroppate di Joaquin e i giochi di prestigio di Villa (da delirio un tunnel suola-tacco su Alves).
Juande Ramos aveva scelto di supplire alla pesantissima assenza di Kanouté puntando tutta sulla rapidità e l’ agilità: Jesus Navas in appoggio a Luis Fabiano, Alves come contro il Tottenham avanzato a centrocampo un po’ per non sguarnire troppo la difesa e un po’ per cercare i suoi classici tagli all’ interno, e infine la novità della coppia di centrocampo Maresca-Renato, la più offensiva e tecnica fra tutte quelle possibili. La scelta pare rivelarsi azzeccata nelle prime fasi della partita, col Sevilla che controlla chiaramente il gioco e inquieta il Valencia sia con le rapide combinazioni tra le linee che con gli allunghi di Adriano sulla sinistra, ma dal pallonettino di Villa, dal rigore fallito ma soprattutto dall’ espulsione di Hinkel in poi, la partita ha perso ogni significato.
Il Valencia, timoroso e forse anche un po’ scottato dal post-Chelsea ad inizio partita, ha saputo, come spesso gli capita, sfruttare al massimo pochi episodi favorevoli grazie ai suoi micidiali ribaltamenti di fronte, mettendo la partita sul sentiero a lui più congeniale, addirittura un allenamento il secondo tempo in 11 contro 10. La prossima giornata si va al Bernabeu: le chances di rimonta sono credibili o è soltanto lavoro sporco per il terzo titolo consecutivo del Barça? Onestamente, la seconda.
I MIGLIORI: Di Villa se n’ è parlato già in abbondanza. Forse rientra nei primi 10 giocatori al mondo, comunque va detto che la Villa-dipendenza potrà pure metterlo in maggior luce, ma fa male anche a lui oltre che al Valencia. Lo stress fisico e psicologico per un giocatore che non può mancare nessuna partita, che deve non solo fare gol ma inventare gran parte delle azioni (diciamo che il suo modo di muoversi in campo è tipo quello di Henry, solo che Henry gioca in una squadra molto più offensiva), che deve pure giustificare le crescenti attenzioni del mercato e del pubblico internazionale nei suoi confronti, ha prodotto quest’ anno uno score realizzativo un po’ al di sotto delle aspettative (13 gol), perché è inevitabile che la lucidità e la capacità di concentrarsi sull’ obiettivo del gol non siano potute sempre essere quelle ottimali.
L’ altro uomo-partita è Canizares: ti può sfoderare erroracci come quelli pagati carissimo sui gol di Drogba ed Essien, ma ti può anche andare a prendere palloni come quelli di Drogba e Ballack mercoledì scorso o come quello di Maresca ieri.
Grande stagione quella di Marchena: non ha il peso, il carisma e il mestiere (ricordiamoci che il mestiere di Marchena è quello di difensore centrale) di Albelda, però sfodera una visione di gioco e dei tocchi superiori a quelli del capitano ieri assente. Perfetto il passaggio con cui chiude il triangolo con Villa nel primo gol, addirittura sontuoso un tocco sotto con cui serve sulla corsa Joaquin nel secondo tempo (Joaquin poi fallirà la misura del successivo pallonetto sull’ uscita di Cobeño). Sprazzi importanti da Joaquin, soprattutto nell’ azione del rigore del 2-0, con una di quelle percussioni all’ interno che tanto piacciono all’ ex-Betis. Ormai è pienamente inserito nel Valencia, lo stesso Quique Sanchez Flores ha detto che ci ha messo sei mesi ad adattarsi, perché onestamente questo sistema di gioco, in cui la disciplina e il lavoro di ripiegamento primeggiano su ogni altra considerazione, non è dei più adatti al suo talento tremendamente irregolare.
Buon inizio di Adriano, verticale e superveloce come suo costume, poi come gli altri si affloscia anche lui (poco comprensibile però che, dovendo recuperare, Juande Ramos tolga lui e non David per dare spazio a Puerta).
I PEGGIORI: E’ un’ altra fase di stanca per il Sevilla, e si nota anche dal calo di alcuni dei suoi giocatori più importanti, nonostante il pregio principale di questa squadra resti quello di essere un collettivo perfetto, in cui una pedina può essere sostituita tranquillmente da un’ altra senza che ciò alteri più di tanto i meccanismi.
In attacco sta diventando eccessivamente importante Kanouté (anche al di là delle peculiari qualità e dello spessore del giocatore), mentre le fasce, una delle armi più letali di questa squadra, hanno perso parecchio rispetto ad inizio stagione: si è notato un certo calo (nonostante l’ ottima prova a White Hart Lane) nelle prestazioni di Daniel Alves, mentre Jesus Navas (ieri seconda punta) è da tempo irriconoscibile: difficile vedergli saltare l’ uomo, sin troppo titubante nelle sue iniziative, quando per uno che vive di dribbling è fondamentale scegliere subito un’ opzione e andare dritti con quella senza paura di fallire. Se cominci a pensare a mille cose, alla fine non te ne riesce neanche una (quante volte cambia idea secondo voi il Cristiano Ronaldo di questa stagione?).
Un altro che da tempo ha fermato la macchina è Renato, poco significativo il suo contributo sia in costruzione che in interdizione. Vanno male le cose in difesa: Javi Navarro rimane tagliato fuori in tutte e due le azioni del gol, va a vuoto e non manca, da lord del rettangolo verde qual è, di rifilare una brutta gomitata a Villa. A David, abilissimo difensore, viene un po’ di mal di testa con Joaquin.
AZIONI SALIENTI
Valencia (4-4-2): Cañizares 7; Miguel 6, Albiol 6,5, Ayala 6, Moretti 6; Joaquín 6,5 (81'), Marchena 7, H. Viana 6,5 (83'), D. Silva 5,5 (73'); D. Villa 8, Morientes 6.
In panchina: Butelle, C. Torres, Pallardó s.v. (83'), Angulo s.v. (73'), J. López s.v. (81'), Del Horno, Guerra
Sevilla (4-4-2): Cobeño 6; Hinkel 5, J. Navarro 5, Dragutinovic 6, David 5,5 (73'); D. Alves 6, Maresca 5,5, Renato 5, Adriano 6 (57'); J. Navas 5,5 (73'), L. Fabiano 5,5.
In panchina: Varas, Alfaro, Puerta 5,5 (57'), Kerzakhov, Ocio s.v. (73'), Escudé, Martí s.v. (73')
Goles: 1-0 (26'): Villa define dentro del área a pase de Marchena; 2-0 (49'): Villa, de penalti.
Árbitro: Clos Gómez, Colegio Aragonés. Amonestó a Javi Navarro (45') y Marchena (61'). Expulsó, con tarjeta roja directa, al sevillista Hinkel (61').
Incidencias: Camp de Mestalla. 47.000 espectadores. El Alevín A del club valencianista ofreció a los aficionados de Mestalla su reciente triunfo en el Mundialito del Algarve y el II Trofeo RTVV.
Il Sevilla sembra trovarsi molto più comodo in campo, a differenza del Valencia non disdegna affatto di fare la partita, ma al 26’, alla prima azione seria dei padroni di casa (che novità!) Villa si inventa l’ 1-0, trovando una sponda preziosissima nell’ assist di Marchena ed eludendo l’ uscita di Cobeño con un delizioso pallonetto mancino. Ancora e sempre il Guaje monopolizza la scena nell’ occasione del 2-0: il fallo (di Hinkel, chiara occasione da gol ed espulsione) se lo procura lui, trovando poi il modo di trasformare pure una cosa banale come un calcio di rigore in un’ altra pennellata d’ autore.
Ma in mezzo ai due acuti di Villa, un’ altro episodio si rivela fondamentale, contribuendo a stroncare le velleità di rimonta sivigliane: subito dopo l’ 1-0, Canizares para un calcio di rigore tutt’ altro che facile, una botta a mezz’ altezza ma angolata e molto potente, a Maresca, abbattendo anche una squadra notoriamente impavida (la rimonta in dieci contro il Barça, la follia di Donetsk: pagine già entrate nella storia del calcio) come il Sevilla.
Questi sono gli episodi e gli uomini chiave di una partita bellissima nel primo tempo e inevitabilmente condizionata dall’ inferiorità numerica degli ospiti nella ripresa, quando ormai c’è spazio solo per le sgroppate di Joaquin e i giochi di prestigio di Villa (da delirio un tunnel suola-tacco su Alves).
Juande Ramos aveva scelto di supplire alla pesantissima assenza di Kanouté puntando tutta sulla rapidità e l’ agilità: Jesus Navas in appoggio a Luis Fabiano, Alves come contro il Tottenham avanzato a centrocampo un po’ per non sguarnire troppo la difesa e un po’ per cercare i suoi classici tagli all’ interno, e infine la novità della coppia di centrocampo Maresca-Renato, la più offensiva e tecnica fra tutte quelle possibili. La scelta pare rivelarsi azzeccata nelle prime fasi della partita, col Sevilla che controlla chiaramente il gioco e inquieta il Valencia sia con le rapide combinazioni tra le linee che con gli allunghi di Adriano sulla sinistra, ma dal pallonettino di Villa, dal rigore fallito ma soprattutto dall’ espulsione di Hinkel in poi, la partita ha perso ogni significato.
Il Valencia, timoroso e forse anche un po’ scottato dal post-Chelsea ad inizio partita, ha saputo, come spesso gli capita, sfruttare al massimo pochi episodi favorevoli grazie ai suoi micidiali ribaltamenti di fronte, mettendo la partita sul sentiero a lui più congeniale, addirittura un allenamento il secondo tempo in 11 contro 10. La prossima giornata si va al Bernabeu: le chances di rimonta sono credibili o è soltanto lavoro sporco per il terzo titolo consecutivo del Barça? Onestamente, la seconda.
I MIGLIORI: Di Villa se n’ è parlato già in abbondanza. Forse rientra nei primi 10 giocatori al mondo, comunque va detto che la Villa-dipendenza potrà pure metterlo in maggior luce, ma fa male anche a lui oltre che al Valencia. Lo stress fisico e psicologico per un giocatore che non può mancare nessuna partita, che deve non solo fare gol ma inventare gran parte delle azioni (diciamo che il suo modo di muoversi in campo è tipo quello di Henry, solo che Henry gioca in una squadra molto più offensiva), che deve pure giustificare le crescenti attenzioni del mercato e del pubblico internazionale nei suoi confronti, ha prodotto quest’ anno uno score realizzativo un po’ al di sotto delle aspettative (13 gol), perché è inevitabile che la lucidità e la capacità di concentrarsi sull’ obiettivo del gol non siano potute sempre essere quelle ottimali.
L’ altro uomo-partita è Canizares: ti può sfoderare erroracci come quelli pagati carissimo sui gol di Drogba ed Essien, ma ti può anche andare a prendere palloni come quelli di Drogba e Ballack mercoledì scorso o come quello di Maresca ieri.
Grande stagione quella di Marchena: non ha il peso, il carisma e il mestiere (ricordiamoci che il mestiere di Marchena è quello di difensore centrale) di Albelda, però sfodera una visione di gioco e dei tocchi superiori a quelli del capitano ieri assente. Perfetto il passaggio con cui chiude il triangolo con Villa nel primo gol, addirittura sontuoso un tocco sotto con cui serve sulla corsa Joaquin nel secondo tempo (Joaquin poi fallirà la misura del successivo pallonetto sull’ uscita di Cobeño). Sprazzi importanti da Joaquin, soprattutto nell’ azione del rigore del 2-0, con una di quelle percussioni all’ interno che tanto piacciono all’ ex-Betis. Ormai è pienamente inserito nel Valencia, lo stesso Quique Sanchez Flores ha detto che ci ha messo sei mesi ad adattarsi, perché onestamente questo sistema di gioco, in cui la disciplina e il lavoro di ripiegamento primeggiano su ogni altra considerazione, non è dei più adatti al suo talento tremendamente irregolare.
Buon inizio di Adriano, verticale e superveloce come suo costume, poi come gli altri si affloscia anche lui (poco comprensibile però che, dovendo recuperare, Juande Ramos tolga lui e non David per dare spazio a Puerta).
I PEGGIORI: E’ un’ altra fase di stanca per il Sevilla, e si nota anche dal calo di alcuni dei suoi giocatori più importanti, nonostante il pregio principale di questa squadra resti quello di essere un collettivo perfetto, in cui una pedina può essere sostituita tranquillmente da un’ altra senza che ciò alteri più di tanto i meccanismi.
In attacco sta diventando eccessivamente importante Kanouté (anche al di là delle peculiari qualità e dello spessore del giocatore), mentre le fasce, una delle armi più letali di questa squadra, hanno perso parecchio rispetto ad inizio stagione: si è notato un certo calo (nonostante l’ ottima prova a White Hart Lane) nelle prestazioni di Daniel Alves, mentre Jesus Navas (ieri seconda punta) è da tempo irriconoscibile: difficile vedergli saltare l’ uomo, sin troppo titubante nelle sue iniziative, quando per uno che vive di dribbling è fondamentale scegliere subito un’ opzione e andare dritti con quella senza paura di fallire. Se cominci a pensare a mille cose, alla fine non te ne riesce neanche una (quante volte cambia idea secondo voi il Cristiano Ronaldo di questa stagione?).
Un altro che da tempo ha fermato la macchina è Renato, poco significativo il suo contributo sia in costruzione che in interdizione. Vanno male le cose in difesa: Javi Navarro rimane tagliato fuori in tutte e due le azioni del gol, va a vuoto e non manca, da lord del rettangolo verde qual è, di rifilare una brutta gomitata a Villa. A David, abilissimo difensore, viene un po’ di mal di testa con Joaquin.
AZIONI SALIENTI
Valencia (4-4-2): Cañizares 7; Miguel 6, Albiol 6,5, Ayala 6, Moretti 6; Joaquín 6,5 (81'), Marchena 7, H. Viana 6,5 (83'), D. Silva 5,5 (73'); D. Villa 8, Morientes 6.
In panchina: Butelle, C. Torres, Pallardó s.v. (83'), Angulo s.v. (73'), J. López s.v. (81'), Del Horno, Guerra
Sevilla (4-4-2): Cobeño 6; Hinkel 5, J. Navarro 5, Dragutinovic 6, David 5,5 (73'); D. Alves 6, Maresca 5,5, Renato 5, Adriano 6 (57'); J. Navas 5,5 (73'), L. Fabiano 5,5.
In panchina: Varas, Alfaro, Puerta 5,5 (57'), Kerzakhov, Ocio s.v. (73'), Escudé, Martí s.v. (73')
Goles: 1-0 (26'): Villa define dentro del área a pase de Marchena; 2-0 (49'): Villa, de penalti.
Árbitro: Clos Gómez, Colegio Aragonés. Amonestó a Javi Navarro (45') y Marchena (61'). Expulsó, con tarjeta roja directa, al sevillista Hinkel (61').
Incidencias: Camp de Mestalla. 47.000 espectadores. El Alevín A del club valencianista ofreció a los aficionados de Mestalla su reciente triunfo en el Mundialito del Algarve y el II Trofeo RTVV.
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