venerdì, settembre 19, 2008

Il punto sulle spagnole nelle coppe.

Promosso a pieni voti l’ Atlético, promosso con riserva il Barça, sufficienza piena per il Villarreal, non giudicabile (anche perché non l’ ho visto…) il Real Madrid: questi i responsi di una prima giornata di Champions complessivamente positiva per i club spagnoli.

L’ unica via per il Villarreal era la sofferenza, e la squadra ha dimostrato di saper competere su questo piano. Certo, nessuno si sarebbe lamentato se dai suoi costanti attacchi lo United avesse ricavato una vittoria, e i gialli possono anche ringraziare la sorte per il palo di Evans e il salvataggio sulla linea di Gonzalo su Tévez a botta sicura (ma un brivido è corso anche lungo la schiena dei padroni di casa quando il palo ha respinto lo splendido colpo di tacco di Guille Franco), ma si può dire tutto sommato che il Villarreal ha saputo difendere ordinatamente come blocco, e ha concesso l’ inevitabile minimo indispensabile quanto ad occasioni ad un avversario dal potenziale offensivo debordante. Una prestazione nel complesso matura.
Condannavano a una partita di sofferenza le caratteristiche del Villarreal e anche la formazione scelta nell’ occasione da Pellegrini. Tutti sappiamo che il gioco del Villarreal ha come premessa il controllo del pallone, possibilmente nella metacampo avversaria, e fasi di possesso, lunghe e ragionate. Sappiamo anche che il punto debole di questa squadra è la difficoltà nel cambiare ritmo e una certa tendenza a giocare a una sola velocità. Ebbene, l’ altra sera tutto ciò era reso assolutamente impossibile dalla differenza di passo e di intensità rispetto all’ avversario, una differenza di ritmo emblematica anche dei due campionati, inglese e spagnolo: lo United ha imposto i suoi ritmi e il Villarreal ha dovuto corrergli dietro e sudare.
A questo poi dobbiamo aggiungere una serie di circostanze che hanno reso praticamente inevitabile questo tipo di partita per il Submarino, senza la possibilità di rispondere colpo su colpo. Innanzitutto le assenze degli infortunati Rossi e Nihat impedivano di verticalizzare in contropiede, rimanendo come punte i soli Guille Franco (attaccante che predilige venire incontro e far salire la squadra, incapace anche per la scarsissima velocità di smarcarsi in profondità) e il subentrato Llorente (opportunista d’ area, cioè un giocatore funzionale soltanto a una partita di dominio nella metacampo avversaria, quindi un’ altra storia rispetto a mercoledì); a questa già pesante menomazione poi si sono aggiunte le scelte invero poco convincenti di Pellegrini: una linea di trequartisti Cani-Matias Fernández-Pires ti condanna ad azioni sottoritmo e ti nega la possibilità di transizioni rapide in contropiede (disperanti il francese e il cileno nella loro tendenza a rallentare costantemente il gioco, come al solito per nulla incisivo un Cani che porta troppo palla), l’ unica possibilità che ti poteva offrire la partita dell’ altra sera e che ti poteva offrire quel Cazorla inspiegabilmente partito in panchina (inspiegabilmente perché si tratta del giocatore più in forma, e perché è l’ unico degli esterni/trequartisti ad avere le accelerazioni). Poi non si è capito nemmeno Senna in panchina: il doble pivote Edmilson-Eguren è praticamente costituito da doppioni, e Senna in questa squadra è il giocatore-chiave nel dettare i tempi. Senza di lui, il Villarreal è stato condannato a perdere il pallone prematuramente nel rilancio dell’ azione, finendo col venire schiacciato nella propria metacampo.
In questo contesto, si capisce la sofferenza e la partita quasi esclusivamente sulla difensiva, nella quale, nell’ ambito di una buona disposizione collettiva, va rimarcata la prestazione a dir poco strepitosa della coppia di centrali Gonzalo Rodríguez-Godin. Credo che in prospettiva la partita di mercoledì sia incoraggiante per il Villarreal: dimostrare di saper reggere sul piano difensivo contro la squadra più forte dimostra che ci sono le basi di solidità indispensabili per saper competere a questi livelli, e che la situazione potrà soltanto migliorare quando Pellegrini riavrà il suo miglior potenziale offensivo (Rossi e Nihat, ma anche Cazorla e Senna dall’ inizio) e il Villarreal potrà tornare ad essere una squadra capace di giocarsela con chiunque in una partita secca.

A Barcellona proseguono gli esperimenti: stavolta Guardiola ha presentato un 3-4-3 stile Cruijff (ma quel Barça le finali di Coppa Campioni nel ’92 e nel ’94 le giocò col 4-3-3, ricordiamolo). Soluzione interessante perché capace di assicurare nell’ occasione una buona impostazione del gioco dalle retrovie (i due attaccanti dello Sporting non potevano pressare i tre difensori blaugrana, e la presenza contemporanea di Piqué e Márquez garantiva un’ avvio dell’ azione sempre di qualità) senza al tempo stesso andare in inferiorità numerica a metacampo e assicurando maggiore libertà e una migliore copertura ad Alves, evitando quei buchi a palla persa nella zona del brasiliano che ad esempio hanno originato il gol del Numancia alla prima giornata (perfetto Piqué come terzo centrale sulla destra).
Ma questi esperimenti se da una parte denotano le buone capacità analitiche e lo sforzo costante di migliorare da parte di Guardiola, dall’ altra evidenziano alcuni punti scoperti del’ organico e la mancanza di certezze che ora come ora caratterizza questo Barça: passare alla difesa a 3 con Puyol terzo centrale a sinistra è anche un modo per rimediare per altre vie all’ inadeguatezza di Abidal, e alcune importanti questioni tecniche rimangono tuttora irrisolte.
Su tutte il solito dualismo fra una fascia sinistra incapace di trovare la profondità (Henry chiede palla sempre sul piede e non va quasi mai via all’ avversario, e Bojan non ha le caratteristiche per ovviare a questa mancanza) e una fascia destra nella quale Messi e Alves devono affinare un’ intesa dalla quale dipenderà una buona parte dell’ esito di questo Barça: Alves sta forse cominciando a comprendere che i movimenti che deve effettuare son diversi da quelli del Sevilla, deve cioè offrirsi maggiormente senza palla e in sovrapposizione esterna più che portare palla e congestionare le zone interne assieme a Messi. Lo stesso Messi ha mostrato una maggiore consapevolezza tattica e attenzione a coordinare i suoi movimenti con quelli di Alves rispetto al disastroso esordio di Soria, però individualmente ha mostrato, cosa non nuova, qualche sbavatura di troppo al momento di scegliere come finalizzare le giocate.
E l’ incertezza che ancora circonda il Barça si riflette appieno sul comportamento della squadra durante i 90 minuti: vogliosa, a tratti anche gradevole e capace di creare svariate occasioni, ma ancora priva dell’ autorevolezza, della solidità e della continuità necessarie per candidarsi alla vittoria finale.
La fase iniziale fino al gol è stata davvero ottima per come la squadra ha coperto il campo nelle due fasi, allargandolo più possibile quando era in possesso del pallone e restringendolo invece allo Sporting in fase di non possesso con una buona applicazione del pressing alto (si è segnalato in particolare un ottimo Keita). Dopo il vantaggio di Márquez però e anche dopo il momentaneo 2-1 ospite di Tonel, si è notato un calo che ha comportato una perdita di continuità a centrocampo e, nel secondo tempo, anche momenti di rischio del tutto innecessario data la sproporzione fra le due squadre in campo. Da migliorare anche le coperture difensive, non sempre impeccabili, soprattutto sui cross dalle fasce (inutile poi dire che il gol incassato su palla inattiva era evitabile). È poi un Barça che tende a non chiudere le partite, per queste sue concessioni difensive e anche per l’ attuale siccità offensiva, con un Eto’o stranamente lento di riflessi negli ultimi metri.
Quando avremo la risposta a tutti questi interrogativi, riguardanti l’ assetto della fascia sinistra, il funzionamento di quella destra, l’ identità del centrocampista difensivo titolare e il modulo finalmente scelto da Guardiola, allora potremmo valutare appieno la competitività di questa squadra ai massimi livelli.

La sorpresa più piacevole della giornata è stata la prova di forza dell’ Atlético: importante è stato il fatto di aver sbloccato nei primi 10 minuti il risultato, che ha messo la partita nelle condizioni che storicamente gli uomini di Aguirre prediligono: cedere il pallone agli avversari e ripartire in contropiede. Compatti e attenti nelle loro due linee da quattro, i colchoneros hanno ridotto il PSV a un possesso-palla sterile, e al minimo affondo hanno brutalizzato la non insuperabile difesa olandese, con i quattro elementi offensivi ai quali si aggiungeva Maniche (eccellente periodo) coi suoi frequenti inserimenti. Su tutti Agüero che ha offerto il proprio biglietto da visita all’ Europa dei Grandi (c’è tutto “Romarito” nel secondo gol), ma anche Simão, giocatore chiave nel creare la superiorità numerica assieme al Kun (ma non ci voleva l’ infortunio di un mese per Forlán, il giocatore dell’ attacco tatticamente più importante coi suoi movimenti senza palla a supporto di Agüero).
Viene da pensare che questo Atlético possa forse rivelarsi una squadra più adatta a una competizione ad eliminazione diretta come la Champions che a una lega di 38 partite: la sua difficoltà ad elaborare gioco a difesa schierata (ma Banega è una carta che potrebbe rivelarsi preziosa) potrebbe paradossalmente rendergli più scomodo un Osasuna che ingolfa la metacampo al Calderon piuttosto che un Arsenal all’ assalto all’ Emirates. La chiave sarà il consolidamento del triangolo difensivo Heitinga-Ujfalusi-Assunçao: se la casa dimostrerà di avere buone fondamenta e l’ Atlético continuerà a mantenere la propria porta inviolata con buona continuità, allora non saranno molti quelli che desidereranno avere i colchoneros come avversari, perché il duo Agüero-Forlán ha pochi rivali in Europa lanciato negli spazi ed è capace di materializzare la minima occasione. Vedremo con Marsiglia e Liverpool se non si sia trattato di un miraggio.

In Uefa, bilancio meno positivo per le spagnole: il Deportivo viene massacrato in Norvegia dal Brann Bergen (basta dire che sulla stampa spagnola la frase ricorrente è che il passivo di soli due gol è stata la migliore notizia della serata…); il Sevilla si assicura un buon margine per il ritorno col 2-0 (Capel, Adriano) casalingo al Red Bull (oddio, no!) Salisburgo, ma gioca male, rischia nel secondo tempo e scontenta il pubblico; il Valencia ipoteca la qualificazione con un 1-0 sul campo del Maritimo (gol di Morientes) ma senza brillare e ringraziando due volte i legni in una partita in cui Emery ha schierato le seconde linee ma nella quale comunque Villa ha avuto modo di entrare e prendersi un evitabilissimo acciacco alla caviglia (se dopo Silva che starà fuori tre mesi dovesse saltare anche lui, questa squadra finirebbe di colpo di esistere); il Racing domina ma deve accontentarsi del minimo scarto in casa contro i finlandesi dello Honka: ancora imperversa Jonathan Pereira col gol decisivo in un match anche in questo caso disputato dalle teoriche riserve che, stando alle cronache, hanno in alcuni casi (la coppia Luccin-Edu Bedia in mezzo al campo, il secondo con 18 anni) convinto di più dei titolari.

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11 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Molto interessante la tua analisi sull'Atlético, penso anch'io che potrebbe rivelarsi la sorpresa di questa CL. Dò molto meno possibilità al Villareal, squadra eccessivamente 'spagnola' nel modo di giocare.

Ti volevo chiedere inoltre se secondo te il Real Madrid rischia come molti dicono di essere eliminato o se invece consideri le individualità madridiste troppo superiori al gioco corale dello Zenit ed al carattere della Juve (sono d'accordo con te sulla formazione bianconera, se viene a mancare Camoranesi ha troppa poca qualità per poter arrivare fino in fondo in una competizione come la CL, pur essendo inferiore, ricorda molto la Juve di Capello; li vedo molto bene invece in campionato).

Ho la sensazione che Zenit-Real sarà assolutamente decisiva, se i russi non riuscissero ad ottenere i tre punti credo che avrebbero purtroppo pochissime speranze di qualificazione. Il che sarebbe un peccato, perchè anche secondo me lo Zenit ha le qualità per poter andare lontano in CL, ma purtroppo ho paura che il calendario russo ancora una volta finirà per rivelarsi determinante. Non dimentichiamo che la squadra di Advocaat (non so tu, ma io ho rivalutato quest'uomo in maniera clamorosa, ormai per me è diventato una specie di santone del calcio moderno, lo stesso Hiddink deve moltissimo al suo connazionale, non dimentichiamoci che a due mesi dall'inizio dell'Europeo il modulo della Russia era ancora uno squilibratissimo ed anarchico 3-4-1-2 in pieno stile CSKA...) deve recuperare terreno in campionato, non può permettersi una clamorosa esclusione dalla prossima CL (il campionato russo è straordinario per il suo equilibrio, ma se penso che ad 8 giornate dal termine le 3 squadre qualificate alla prossima Coppa dei Campioni sono Rubin, Dinamo-senza Danny, ed Amkar mi si rizzano i capelli...).


PS: contentissimo dell'approdo di Laudrup a Mosca, può essere il nome giusto per risollevare una nobile decaduta del calcio europeo come lo Spartak. Sembra intenzionato a puntare sui giovani (quasi tutti interessantissimi), ci aspetta un'esplosione di Dzyuba e/o Prudnikov (quest'ultimo ha le potenzialità per superare in futuro Pavlyuchenko e Pogrebnyak, il primo invece non mi ha mai convinto più di tutto, è una sorta di misto fra il primo Titov e Milevskiy, anche se non possiede nè la classe e la visione del gioco dell'ex numero 9 dello Spartak, nè l'abilità tecnica dell'ucraino). I nomi che si fanno per gennaio non mi entusiasmano, sembra che Michelino abbia intenzione di portarsi dietro Cata Diaz e Sousa dal Getafe: il primo è un buonissimo difensore, che si aggiungerebbe però ad un reparto che comprende diversi buoni-discreti giocatori ma niente di più, quindi mi auguro che arrivi un difensore realmente in grado di dar sicurezza all'intero reparto; il secondo onestamente lo conosco poco, ma dubito che sia superiore a Mozart, quindi sarebbe un acquisto pressochè inutile, per fare il salto di qualità non servono ben altri giocatori.

10:45 PM  
Anonymous Anonimo said...

Nell'ultima frase volevo scrivere che allo Spartak serve qualcosa di più di Sousa che immagino sia un doppione di Mozart per cercare di diminuire lo svantaggio con quelle che al momento sono le migliori squadre russe.

11:08 PM  
Blogger valentino tola said...

Sono quasi certo che lo Zenit giocherà meglio, ma questo non vuol dire nulla col Real Madrid. I merengues sono nel girone la squadra con la maggior qualità individuale e la più efficace nello sfruttare gli episodi. Questo potrebbe pesare, ma va detto che finora il Real Madrid non ha fatto valere quest' aspetto in Europa, ed è evidente che deve crescere la qualità di gioco e i meccanismi collettivi perchè si possa tornare a vedere un Madrid competitivo al massimo anche in Europa.
Insomma, il pronostico è molto incerto, io me la rischio dicendo che passeranno Real Madrid e Zenit: le vedo con un livello qualitativo più alto della Juve (il Real Madrid è la qualità individuale, lo Zenit quella collettiva).

Hai ragione sul Villarreal, è la squadra spagnola più spagnola che ci sia... è il suo pregio e il suo limite... se solo avesse più accelerazioni sulla trequarti (diciamo un Afellay invece che un Pires) e almeno un terzino di stampo brasileiro sarebbe uno squadrone... comunque io lo vedo bene, ha questo limite del ritmo, ma con il ritorno di Rossi e poi Nihat a pieno regime questo problema dovrebbe essere limitato, tornando a fornire degli sfoghi importanti al gioco... l' Atlético ha più capacità di sfruttare l' episodio, un attacco micidiale, però non dimentichiamoci che il Villarreal attualmente ha un' identità e un gioco molto più consolidati.

Mi stuzzica Laudrup, è un ottimo investimento per lo Spartak.
Cata Diaz è un giocatore molto molto importante per il Getafe, uno dei migliori difensori della Liga, però il Getafe potrebbe anche cedere di fronte alla superiore forza economica dello Spartak.
Sousa non credo sia un concorrente di Mozart, si tratta di un centrocampista offensivo che può partire da esterno, trequartista o anche mezzala in un centrocampo a tre. Un giocatore abbastanza rapido e di buona tecnica, ma insomma, uno del mucchio, non è certo un acquisto che faccia la differenza (come invece potrebbe essere Diaz), penso che il Getafe sarebbe felice di impacchettarlo, non ha il minimo spazio nella rosa di quest' anno.

12:24 AM  
Blogger valentino tola said...

Su Advocaat: io ho fatto il mea culpa, perchè ritenevo fino a non molto tempo fa un tecnico senza mezzi termini pessimo, traumatizzato dall' Olanda 2004 e anche deluso dalla Corea 2006, che secondo me con lui aveva fatto un netto passo indietro sul piano del gioco rispetto ad Hiddink.
Mi ha zittito alla grande e per me è sempre un piacere vedere giocare il suo Zenit.

12:32 AM  
Anonymous Anonimo said...

senza Forlan, forse per l'Atlético meglio inserire Banega, magari in un 4-2-3-1 con Maniche o Raul Garcia più avanzato (S.Pongolle non mi esalta), e due esterni. Anche se poi Aguero lì davanti potrebbe soffire di solitudine, chissà

markovic

2:12 PM  
Blogger valentino tola said...

Son d' accordo.

6:49 PM  
Anonymous Anonimo said...

appunto, doppietta di S.Pongolle ;)

markovic

10:40 PM  
Blogger valentino tola said...

è il bello del calcio ;)

1:50 AM  
Anonymous Anonimo said...

Vale, hai visto oggi Zenit-CSKA 1-3??? Spero per te di sì, se non l'hai fatto ti consiglio di vedere un'eventuale differita su SKY, perchè è stato uno dei match più pazzeschi che abbia mai visto in vita mia. Zenit ultrabeffato, ha sprecato almeno 15 (e non sto esagerano, le ho segnate tutte) nitide palle gol, CSKA letale in contropiede, ma gara STREPITOSA, come intensità forse la migliore in assoluto di tutto il 2008.

4:06 PM  
Blogger valentino tola said...

Non l' ho vista, a quell' ora ero in curva a sgolarmi :)
Avevo l' intenzione di vedere proprio la differita, però senza sapere prima il risultato ;)

PS: Ho pronti i post sulle partite del sabato già da ieri notte, purtroppo però in questi giorni ho inenarrabili problemi alla connessione (la prossima volta che vedo Ezio Greggio che fa "Tiiiiiscali!" giuro che butto il televisore dalla finestra...), per cui non sono riuscito proprio a pubblicarli (Kerzha, considera un mezzo miracolo il fatto che sia riuscito a pubblicare il tuo commento e risponderti). Domani vediamo se ci riesco.

9:30 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Valentino, ti scrivo da Macerata: ti volevo chiedere un'opinione sullo Sporting Lisbona visto a Barcellona...
Data per scontata la qualificazione del Barça come prima del girone, credo che i portoghesi abbiano maggiore tasso tecnico rispetto a Basilea e Shakhtar.....
Che cosa hai notato nel bene e nel male a Barcellona?

5:36 PM  

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