PRIMA GIORNATA: NUMANCIA-BARCELONA 1-0: Mario.
Un esordio da mettersi le mani nei capelli per il nuovo Barça di Guardiola: a fare scalpore non è solo il risultato, clamorosissimo, ma anche la sensazione di totale confusione e improvvisazione offerta dai blaugrana. Insomma, puoi avere anche uno spirito più positivo e volenteroso rispetto all’ irritante apatia della passata stagione, ma se poi in campo i tuoi undici corrono senza un briciolo di criterio, ogni pretesa diventa irrealistica. Di fronte a una tale sproporzione nel potenziale fra le due squadre, è poi del tutto fuori luogo ricordare i due legni colpiti da Eto’o e Messi e valutare minuziosamente i relativi meriti: il Numancia non poteva che vincere così, sfruttando l’ unica occasione della propria partita, giocando al duecento per cento con umiltà, sacrificio e quel tanto di buona sorte assolutamente indispensabile in partite come queste.
Guardiola a sorpresa conferma Yaya Touré rispetto al Wisla, ed è così Keita a pagare il rientro di Messi. Il Numancia invece piazza l’ autobus: nove giocatori, fra difensori e centrocampisti (con l’ esterno mancino Barkero sacrificato da interdittore), schiacciati al limite della propria area, e contropiedi sporadici affidati alla corsa di Bellvís, all’ intraprendenza di Mario e alla generosità di Gorka Brit.
Dalle primissime battute la gara sembrerebbe segnata, col Barça installato nella metacampo avversaria, ma il primo spiraglio è quello giusto per il Numancia, che al 13’ ribalta il gioco sulla fascia destra scoperta del Barça, dove Bellvís sfida sulla corsa Alves riuscendo a crearsi lo spazio per un cross teso che attraversa tutta l’ area blaugrana, sul quale Abidal va a vuoto nella diagonale e Iniesta non scala in tempo lasciando così Mario solo soletto sul palo opposto, libero di fucilare con apprezzabile decisione sotto la traversa.
Nei minuti immediatamente successivi sembra ancora che questa possa essere soltanto una scossa passeggera, una leggerezza cui il Barça nei 90 minuti dovrebbe rimediare, perché i palloni sulla trequarti filtrano e i giocatori di Guardiola riescono a liberarsi al tiro con buona frequenza, vedi Henry che come al solito lascia a desiderare nella finalizzazione sparando un sinistro addosso a Juan Pablo ed il destro da fuori di Eto’o che bacia la traversa a portiere battuto.
Ma dopo questi 25-30 minuti di produzione offensiva tutto sommato dignitosa, subentra quel caos che identifica al meglio la desolante prestazione blaugrana, un marasma sul quale ogni buona intenzione si arena sul nascere. Va qui ricordato che Los Pajaritos è il campo dalle dimensioni più ridotte di tutta la Liga, dato che sottolinea ancora di più l’ irrazionalità delle geometrie (chiamiamole così) blaugrana: sembra che ci sia la ressa per andare a sbattere al centro, Alves non si sovrappone sull’ esterno neanche a pregarlo, gli attaccanti aspettano la palla là davanti e capita di vedere sino a 4 giocatori disposti sulla stessa linea al limite dell’ area di rigore, facili ostaggi dei due centrali e dei tre centrocampisti centrali soriani, col portatore di palla di turno in evidente imbarazzo.
Di aprire il campo non se ne parla nemmeno (è tutto meno che una provocazione se dico che è mancato Pedrito), ecco quindi conduzioni di palla prolisse e all’ insegna della pura impotenza, aspettando che magari Messi (il quale ha faticato per tutti i novanta minuti a trovare la posizione giusta a partire dalla quale incidere: non è la prima volta che capita) violi la legge dell’ impenetrabilità dei corpi propiziando l’ episodio salva-partita. E tanto disordine in fase di possesso ha ricadute anche sulla fase di non possesso (i due concetti non sono mai slegati, uno prepara l’ altro), perché se quando attacchi ammassi i tuoi giocatori alla meglio, quasi mai questi si troveranno poi a coprire razionalmente il campo una volta persa palla, ma in questa occasione la fortuna del Barça è che la scarsa qualità del Numancia nel rilanciare l’ azione limiti la portata di tale problema.
È un andazzo questo che impedisce al Barça di tornare a creare occasioni pulite per un lasso di tempo che va praticamente dall’ ultimo quarto del primo tempo fino al cuore del secondo, quando Guardiola prova a scuotere la situazione coi cambi: prima Bojan per Henry, poi Hleb per Touré e Keita per Iniesta. Il primo cambio offre un’ occasione dentro l’ area piccola sventata da Juan Pablo e un colpo di testa sbagliato davvero in maniera banale smarcato sul secondo palo (non è un bel momento per Bojan), il secondo e il terzo si dimostrano in qualche misura azzeccati, perché Keita offre molto più dinamismo rispetto a Touré e Hleb pur senza incidere individualmente perlomeno rimane largo sulla destra (scambiandosi la posizione con Messi che va a fare il trequartista), favorendo la creazione di qualche spazio in più e una circolazione del pallone perlomeno un po’ meno asfittica. Un’ occasione ghiotta viene da un colpo di testa di Eto’o, su cross perfetto di Keita, che indirizzato verso il secondo palo, esce di poco a lato. Questo prima che, in pieno recupero, il palo colpito dalla violenta punizione di Messi, segni definitivamente l’ imbarazzante sconfitta blaugrana.
I MIGLIORI: Sulle corsie esterne il Numancia ha i propri migliori sfoghi offensivi, fra cui quello che frutta il gol: vivace il match-winner Mario, canterano di anni, grande quantità da Bellvís, che sulla velocità può dare problemi a chiunque (ho già avuto modo di esprimere il mio interesse verso questo giocatore). Solido capitan Nagore a centrocampo.
I PEGGIORI: Alves gioca una partita quasi intollerabile: stasera ha confermato quei dubbi che personalmente espressi al momento del suo acquisto e che il precampionato sembrava avesse fugato. Non accompagna quasi mai sovrapponendosi sull’ esterno, testardamente si aggiunge al centro ai millecinquecento giocatori già presenti in zona, e la pessima coordinazione nei movimenti con Messi, che come risaputo si accentra una volta sì e l’ altra pure, toglie ogni speranza di profondità su quella fascia al Barça, costruendo una buona parte della sconfitta. Nove volte su dieci poi sbaglia la misura del cross, tra l’ altro mai eseguiti dal fondo e sempre dalla trequarti, non facendo mancare leggerezze e imprecisioni nell’ impostazione della manovra.
Touré statico ed esageratamente lento nel giocare il pallone, Henry raramente capace di andare via all’ uomo oltre che molle, come sempre, al momento di concludere. Abidal leggero in difesa e, anche qui come sempre, del tutto improduttivo in fase offensiva.
Numancia (4-5-1): J. Pablo 6,5; Juanra 6,5, Palacios 6, Boris 6, Cisma 6; Mario 7 (84'), Moreno 6, Nagore 6,5, Barkero 6 (64'), Bellvís 7; Brit 6 (59').
In panchina: Diego, Álvaro Antón s.v. (59'), Dimas, Felipe s.v. (84'), Del Pino s.v. (64'), Quero, Pavón.
Barcelona (4-3-3): Valdés 6; Alves 4,5, Márquez 6, Puyol 6, Abidal 5; Xavi 5,5, Touré 5 (57'), Iniesta 5,5 (66'); Messi 6, Eto’o 6, Henry 5 (62').
In panchina: Pinto, Piqué, Cáceres, Keita 6 (66'), Gudjohnsen, Hleb 5,5 (57'), Bojan 5,5 (62').
Gol: 1-0 (13'): Mario remata de derecha un centro de Bellvís.
Árbitro: Fernández Borbalán (Colegio Andaluz). Amonestó a Puyol (42') y Etoo (80').
Incidencias: Los Pajaritos. Casi lleno: 8.500 espectadores. Tarde cálida y soleada, con nubes pasajeras. Terreno de juego en buenas condiciones. Partido correspondiente a la primera jornada del Campeonato Nacional de Liga 2008-09. El Barcelona lució camiseta amarilla, para evitar la coincidencia de colores con el Numancia.
Guardiola a sorpresa conferma Yaya Touré rispetto al Wisla, ed è così Keita a pagare il rientro di Messi. Il Numancia invece piazza l’ autobus: nove giocatori, fra difensori e centrocampisti (con l’ esterno mancino Barkero sacrificato da interdittore), schiacciati al limite della propria area, e contropiedi sporadici affidati alla corsa di Bellvís, all’ intraprendenza di Mario e alla generosità di Gorka Brit.
Dalle primissime battute la gara sembrerebbe segnata, col Barça installato nella metacampo avversaria, ma il primo spiraglio è quello giusto per il Numancia, che al 13’ ribalta il gioco sulla fascia destra scoperta del Barça, dove Bellvís sfida sulla corsa Alves riuscendo a crearsi lo spazio per un cross teso che attraversa tutta l’ area blaugrana, sul quale Abidal va a vuoto nella diagonale e Iniesta non scala in tempo lasciando così Mario solo soletto sul palo opposto, libero di fucilare con apprezzabile decisione sotto la traversa.
Nei minuti immediatamente successivi sembra ancora che questa possa essere soltanto una scossa passeggera, una leggerezza cui il Barça nei 90 minuti dovrebbe rimediare, perché i palloni sulla trequarti filtrano e i giocatori di Guardiola riescono a liberarsi al tiro con buona frequenza, vedi Henry che come al solito lascia a desiderare nella finalizzazione sparando un sinistro addosso a Juan Pablo ed il destro da fuori di Eto’o che bacia la traversa a portiere battuto.
Ma dopo questi 25-30 minuti di produzione offensiva tutto sommato dignitosa, subentra quel caos che identifica al meglio la desolante prestazione blaugrana, un marasma sul quale ogni buona intenzione si arena sul nascere. Va qui ricordato che Los Pajaritos è il campo dalle dimensioni più ridotte di tutta la Liga, dato che sottolinea ancora di più l’ irrazionalità delle geometrie (chiamiamole così) blaugrana: sembra che ci sia la ressa per andare a sbattere al centro, Alves non si sovrappone sull’ esterno neanche a pregarlo, gli attaccanti aspettano la palla là davanti e capita di vedere sino a 4 giocatori disposti sulla stessa linea al limite dell’ area di rigore, facili ostaggi dei due centrali e dei tre centrocampisti centrali soriani, col portatore di palla di turno in evidente imbarazzo.
Di aprire il campo non se ne parla nemmeno (è tutto meno che una provocazione se dico che è mancato Pedrito), ecco quindi conduzioni di palla prolisse e all’ insegna della pura impotenza, aspettando che magari Messi (il quale ha faticato per tutti i novanta minuti a trovare la posizione giusta a partire dalla quale incidere: non è la prima volta che capita) violi la legge dell’ impenetrabilità dei corpi propiziando l’ episodio salva-partita. E tanto disordine in fase di possesso ha ricadute anche sulla fase di non possesso (i due concetti non sono mai slegati, uno prepara l’ altro), perché se quando attacchi ammassi i tuoi giocatori alla meglio, quasi mai questi si troveranno poi a coprire razionalmente il campo una volta persa palla, ma in questa occasione la fortuna del Barça è che la scarsa qualità del Numancia nel rilanciare l’ azione limiti la portata di tale problema.
È un andazzo questo che impedisce al Barça di tornare a creare occasioni pulite per un lasso di tempo che va praticamente dall’ ultimo quarto del primo tempo fino al cuore del secondo, quando Guardiola prova a scuotere la situazione coi cambi: prima Bojan per Henry, poi Hleb per Touré e Keita per Iniesta. Il primo cambio offre un’ occasione dentro l’ area piccola sventata da Juan Pablo e un colpo di testa sbagliato davvero in maniera banale smarcato sul secondo palo (non è un bel momento per Bojan), il secondo e il terzo si dimostrano in qualche misura azzeccati, perché Keita offre molto più dinamismo rispetto a Touré e Hleb pur senza incidere individualmente perlomeno rimane largo sulla destra (scambiandosi la posizione con Messi che va a fare il trequartista), favorendo la creazione di qualche spazio in più e una circolazione del pallone perlomeno un po’ meno asfittica. Un’ occasione ghiotta viene da un colpo di testa di Eto’o, su cross perfetto di Keita, che indirizzato verso il secondo palo, esce di poco a lato. Questo prima che, in pieno recupero, il palo colpito dalla violenta punizione di Messi, segni definitivamente l’ imbarazzante sconfitta blaugrana.
I MIGLIORI: Sulle corsie esterne il Numancia ha i propri migliori sfoghi offensivi, fra cui quello che frutta il gol: vivace il match-winner Mario, canterano di anni, grande quantità da Bellvís, che sulla velocità può dare problemi a chiunque (ho già avuto modo di esprimere il mio interesse verso questo giocatore). Solido capitan Nagore a centrocampo.
I PEGGIORI: Alves gioca una partita quasi intollerabile: stasera ha confermato quei dubbi che personalmente espressi al momento del suo acquisto e che il precampionato sembrava avesse fugato. Non accompagna quasi mai sovrapponendosi sull’ esterno, testardamente si aggiunge al centro ai millecinquecento giocatori già presenti in zona, e la pessima coordinazione nei movimenti con Messi, che come risaputo si accentra una volta sì e l’ altra pure, toglie ogni speranza di profondità su quella fascia al Barça, costruendo una buona parte della sconfitta. Nove volte su dieci poi sbaglia la misura del cross, tra l’ altro mai eseguiti dal fondo e sempre dalla trequarti, non facendo mancare leggerezze e imprecisioni nell’ impostazione della manovra.
Touré statico ed esageratamente lento nel giocare il pallone, Henry raramente capace di andare via all’ uomo oltre che molle, come sempre, al momento di concludere. Abidal leggero in difesa e, anche qui come sempre, del tutto improduttivo in fase offensiva.
Numancia (4-5-1): J. Pablo 6,5; Juanra 6,5, Palacios 6, Boris 6, Cisma 6; Mario 7 (84'), Moreno 6, Nagore 6,5, Barkero 6 (64'), Bellvís 7; Brit 6 (59').
In panchina: Diego, Álvaro Antón s.v. (59'), Dimas, Felipe s.v. (84'), Del Pino s.v. (64'), Quero, Pavón.
Barcelona (4-3-3): Valdés 6; Alves 4,5, Márquez 6, Puyol 6, Abidal 5; Xavi 5,5, Touré 5 (57'), Iniesta 5,5 (66'); Messi 6, Eto’o 6, Henry 5 (62').
In panchina: Pinto, Piqué, Cáceres, Keita 6 (66'), Gudjohnsen, Hleb 5,5 (57'), Bojan 5,5 (62').
Gol: 1-0 (13'): Mario remata de derecha un centro de Bellvís.
Árbitro: Fernández Borbalán (Colegio Andaluz). Amonestó a Puyol (42') y Etoo (80').
Incidencias: Los Pajaritos. Casi lleno: 8.500 espectadores. Tarde cálida y soleada, con nubes pasajeras. Terreno de juego en buenas condiciones. Partido correspondiente a la primera jornada del Campeonato Nacional de Liga 2008-09. El Barcelona lució camiseta amarilla, para evitar la coincidencia de colores con el Numancia.
3 Comments:
A me sembra che al Barca manchi uno che veda la porta anche nelle giornate un poco grigie.
A Cracovia si sono divorati 7 palle gol in maniera infantile.
Forse è da rivedere il ruolo di prim'attore di Eto'o in questo Barca.
A me pare che il leone indomabile sia molto lontano dagli standard di due anni fa...
Ciao;-)
Ciao, è un punto che andrà verificato meglio nelle prossime partite, di certo in quest' ultimo periodo la porta non la vedono molto.
La preoccupazione principale comunque dev' essere quella di crearle le palle gol, e sia a Cracovia che ieri molti son stati episodi isolati o frutto di azioni individuali. Lo ha detto anche Guardiola, "abbiamo attaccato male", la squadra si è mossa in maniera veramente poco razionale, in molte occasioni si è chiusa da sola gli spazi, c'è stata una buona mezzor di partita in cui non ha creato nulla di nulla pur avendo il monopolio del possesso-palla e giocando costantemente nella metacmpo di una squadra di livello decisamente inferiore.
Non c'entra molto con la partita (che non ho avuto modo di vedere), ma vorrei sapere come hanno preso in Spagna l'acquisto di Iago da parte della Juve: hanno fatto i piagnucoloni come in Italia o hanno semplicemente capito che anche un 17enne pensa ai soldi?
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