giovedì, aprile 16, 2009

Leo Messi versus Elisabetta II, ne rimarrà uno solo.

Storia di sempre ormai: tre inglesi e un’”intrusa”. Stavolta è il Barça: la composizione del tabellone, coi blaugrana da una parte e il Man United dall’altra, sembrerebbe un chiaro invito alla finale più “stellare”, forse la più attesa dagli appassionati neutrali, ma al tempo stesso suona decisamente ridicolo snobbare Arsenal e soprattutto Chelsea (elenco i seguenti nomi: Cech, Terry, Essien, Lampard, Drogba, poi in panchina Hiddink… classici nomi da vittime sacrificali…).

Che il Villarreal dovesse uscire era un fatto annunciato; che esca ridicolizzato in questa maniera però brucia, e pure molto. Un ulteriore colpo alla credibilità del calcio spagnolo di club, inferto peraltro a una delle società globalmente meno meritevoli, perché quello del Villarreal a lungo termine rimane comunque un progetto di tutto rispetto.
A compromettere anticipatamente le chances del Submarino era principalmente il centrocampo disastrato: se l’assenza di Cazorla privava già dall’andata dell’unico esterno/trequartista capace di accelerare e incidere nell’uno contro uno, la defezione di Senna ha reso definitivamente poco competitiva per certi livelli la mediana di Pellegrini.
C’è poco da fare, il brasiliano ad oggi è un pezzo unico nella rosa, insostituibile per completezza e leadership. Bruno ha buone doti di palleggio, ma non ha assolutamente la personalità né lo in senso lato lo spessore tecnico per prendere in mano la squadra; Eguren, si sa, è esclusivamente una diga, e il maggior protagonismo nella costruzione della manovra che l’assenza di Senna gli ha inevitabilmente concesso ha avuto effetti catastrofici.
Non è una semplice questione di ritmo come qualcuno erroneamente afferma: è sempre e soltanto la qualità a decidere. Il calcio inglese ha sempre avuto il ritmo, se ora domina è perché ha più qualità degli altri. Il Villarreal non è stato ridicolizzato perché gioca su ritmi inferiori rispetto all’Arsenal, ma perché la sua manovra non aveva una continuità e un filo logico. L’Arsenal ha vinto la battaglia prima di tutto su questo piano, e solo dopo, dalla trequarti in su, ha fatto pesare la propria velocità nettamente superiore (che certamente fa la sua parte). Anche all’andata l’Arsenal rimaneva più veloce, ma la connessione fra Song-Denilson e Cesc-Nasri non funzionava, mentre il Villarreal giocando ai suoi ritmi più bassi, ma coi tempi e le misure giuste, riusciva a condurre la gara sul terreno che preferiva.
Il Villarreal dell’Emirates è invece privo di direzione, incapace di distendersi in fase di possesso. Non ha convinto, parlando comodamente a posteriori, nemmeno l’undici scelto da Pellegrini: ha sorpreso la panchina di Ibagaza, quello che dei trequartisti attualmente a disposizione offre più garanzie, e la rinuncia alle due punte a conti fatti ha tolto slancio alla manovra, già compromessa nel suo avvio come detto sopra.
Le tre mezzepunte Cani-Pirés-Mati Fernández non hanno proprio inciso (ci ha provato un po’ il cileno nel secondo tempo, con qualche movimento intelligente tra le linee, ma il ricordo di quello che era il giocatore del Colo Colo continua a far piangere il cuore), la profondità di una prima punta chiara come Llorente era esclusa e Rossi, isolato dalla cattiva manovra, ci ha aggiunto una prestazione individuale davvero deludente.
A fare la differenza fra la sconfitta annunciata della vigilia e la disfatta infine consumatasi è stata però la serata da brividi della difesa: con un reparto arretrato all’altezza ci si sarebbe potuti accontentare di una partita stile Old Trafford, cioè sofferta e senza controllo del centrocampo ma sicura dietro, ma quella di ieri evidentemente era una serata da regali.
Solitamente vestiti di tutto punto per la ribalta della Champions, Gonzalo e Godín hanno stavolta offerto in mondovisione quelle battute a vuoto che di tanto accusano in partite di Liga meno reclamizzate. Terrificante il buco di Godín che apre la strada all’1-0 di Walcott, inconcepibile la “marcatura a vista” di Gonzalo su Adebayor, dilettantesco il rigore del 3-0 regalato ancora da Godín. Una serata di interventi fuori tempo, letture difensive errate, calcioni a vuoto o dritti sulle caviglie avversarie (Gonzalo è stato pure abbondantemente graziato), dormite sui calci piazzati, e in generale una disposizione errata di tutta la linea difensiva.
Spesso è la stessa pessima qualità della manovra a originare i disastri nella transizione difensiva: nascendo “malata” la manovra, con Bruno ed Eguren incapaci di dare i tempi e con numerose palle perse a centrocampo quando i terzini cominciano a salire, la difesa si è trovata inevitabilmente disordinata ed esposta alle azioni di rimessa dell’Arsenal. Inoltre i centrali hanno mantenuto una distanza sempre eccessiva dal centrocampo, non salendo sufficientemente quando il centrocampo provava a impostare e non accorciando verso la mediana in fase di non possesso (cosa che invece aveva fatto egregiamente all’andata). Così l’Arsenal ha trovato spesso gli spazi tra le linee e l’opportunità di prendere in controtempo la difesa del Villarreal.

Insomma, una serataccia. Ora tocca rimboccarsi le maniche, cosa che al Madrigal sanno fare benone peraltro. Gradino dopo gradino, senza fretta, rendere anno dopo anno più competitiva la rosa, pensando anzitutto ad assicurarsi il quarto posto quest’anno.
Le mie richieste: almeno un terzino (a destra o a sinistra) capace di arrivare sul fondo; un difensore centrale bravo ad impostare il gioco; un centrocampista centrale di qualità capace di affiancare e preparare la successione di Senna; un trequartista col cambio di ritmo (Llaneza prova a trattare Douglas Costa col Grêmio, ma sarà difficilissimo); un centravanti di spessore internazionale (Llorente passerebbe a fare il Solskjaer, mentre è previsto il ritorno dal prestito al Racing di Pereira come vice-Rossi).
Per fare spazio a questi giocatori la rosa andrà sfrondata: considererei al capolinea l’avventura di Fuentes, Cygan, Cani, Pirés, Nihat e Guille Franco. L’investimento su Mati Fernández è stato troppo pesante per non dargli un’altra chance, ma le scuse per il talento cileno sono finite da un pezzo.

Il Barça ha fatto il suo dovere con stile e personalità, di fronte a un buonissimo Bayern. Nettamente meglio i tedeschi rispetto all’andata come aggressività e anche come equilibrio, hanno pressato alto, non hanno mai lasciato girare Messi & c., hanno costruito pericolose ripartenze sull’asse Toni-Ribery (l’italiano, pessimo in fase conclusiva, è stata la boa attorno alla quale Ribery lanciava le proprie accelerazioni), e sarebbero stati pronti a incendiarsi ove ne avessero avuto la minima opportunità.
Giornalisticamente la qualificazione era già chiusa, ma il secondo tempo sarebbe diventato eterno per il Barça nel caso gli uomini di Guardiola avessero reagito diversamente al meritato vantaggio del grande Ribery. C’è l’episodio dubbio dell’intervento in area su Toni, ma ciò non toglie che appena incassato il gol il Barça abbia congelato al meglio il gioco fino a spegnere gli entusiasmi residui dei padroni di casa.
Poche conclusioni verso Butt, ma gran possesso-palla che ha portato i blaugrana in blocco nella metacampo avversaria, moltiplicando il dispendio di energie dei bavaresi all’inseguimento del pallone, e rendendo incredibilmente lungo il campo da percorrere per i giocatori di Klinsmann una volta recuperato il pallone. Pura La Masia: quando poi i padroni di casa hanno la lingua di fuori per l’enorme sforzo compiuto, la combinazione da manuale finalizzata da Keita sigilla la qualificazione.

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13 Comments:

Anonymous gandhi said...

Onestamente mi aspettavo di più dal Villarreal;di ciò che questa squadra sa fare,ieri purtroppo non si è visto nulla.Da parte sua,l'Arsenal ha nuovamente dimostrato di essere una squadra eccellente:l'intensità del suo gioco d'attacco è sempre sbalorditiva.
Una nota finale sullo United:forse devo avertelo già detto,ma penso che il modo in cui Ferguson utilizza Rooney sia da denuncia.

11:30 PM  
Blogger valentino tola said...

Eh eh, ti stai avviando su una strada pericolosa... :-) Sir Alex, in quanto entità ormai al di sopra del genere umano, diventa sempre più difficile da criticare...
Scherzi a parte, anche a me, per la stima che ho di Rooney (che è una stima che non solo riguarda il lato tecnico, ma anche quello della personalità: fra tanti giovani fenomeni che giocano a fare anche le star del cinema, lui è l'unico vero erede dei Roy Keane, Scholes e Giggs, calciatore al 100%) dispiace vederlo un po' sacrificato sulla fascia, ma va detto che la cosa ha le sue basi.
Anzitutto va detto che la squadra (il discorso più importante) non ne risente, e che Rooney garantisce corsa, copertura e disciplina in quel ruolo.
Il discorso su Rooney esterno è poi indissolubilmente legato al ruolo di Ronaldo: sacrificare Rooney sulla fascia per dare libertà a Ronaldo su tutto il fronte offensivo.
In campionato i 4 uomini offensivi dello United si scambiano le posizioni con molta più frequenza, quindi non ha nemmeno troppo senso parlare di esterni di ruolo; in Champions invece Ferguson si è sempre mostrato maggiormente preoccupato di mantenere posizioni più rigide e un assetto possibilmente più prudente, qualche volta anche togliendo un uomo all'attacco e aggiungendone uno al centrocampo.
Nella Champions 2006-2007 a San Siro Ferguson giocò ad esempio col 4-5-1. Un modulo oltre che più coperto molto più rigido rispetto a quello della Premier (dove come detto i due esterni e le due punte si scambiano continuamente posizione), e nell'occasione Rooney giocò unica punta, mentre Ronaldo partì a sinistra. Bloccato sulla fascia.
Ferguson credo abbia riflettuto su questa situazione e nella scorsa Champions, quella vinta contro il Chelsea, ha invertito le posizioni. Nelle trasferte di Roma e di Barcellona il Manchester United giocò con un 4-5-1 copertissimo, quasi un catenaccio. In queste partite però Rooney venne spostato sulla fascia, e Ronaldo restò unica punta. Essendo il talento individuale di Ronaldo superiore a quello di tutti gli altri giocatori dello United, Ferguson aveva preferito liberarlo per quanto possibile, utilizzando la sua velocità e abilità per lanciare il contropiede, a costo di sacrificare Rooney in un ruolo quasi da terzino aggiunto.
Questa credo sia la motivazione del sacrificio di Rooney in aria, e francamente non mi sembra così campata in aria, valutando tutti gli elementi.

Piuttosto, quello che non mi piace è che giocando con un 4-4-2 (o 4-2-3-1) come ieri, Berbatov figuri fra i titolari. Irritante il bulgaro, e con due posti in attacco sacrificare Rooney come tornante non mi sembra così necessario. Rooney potrebbe giocare in attacco in coppia con Ronaldo (come del resto ha fatto all'andata col Porto), e comunque nelle mie gerarchie Tévez viene sempre prima di Berbatov. SEMPRE. L'argentino è un giocatore superiore, punto.
Con un modulo a due punte effettivamente l'utilizzo di Rooney da tornante non è più così giustificabile, però non drammatizziamo troppo la cosa: Rooney a conti fatti la stragrande maggioranza del tempo lo gioca da punta.

12:18 AM  
Anonymous gandhi said...

Sul confronto Berbatov-Tevez non saprei dire:due ottimi attaccanti;caratteristiche differenti,ovviamente,ma li apprezzo entrambi.
Per il resto,tutte le tue osservazioni sono esatte.E' più che altro un discorso filosofico,questo di Rooney,lo ammetto.
Ed è una scelta evidentemente improntata al pragmatismo,quella di imporre al giocatore il ripiegamento sulla fascia durante la fase di non possesso,che garantisce una copertura capillare del campo alleggerendo contemporaneamente le responsabilità di Ronaldo.
In parole povere,a me piacerebbe molto vedere lo United schierato con il vecchio 4-4-2,Ronaldo e Giggs sulle ali,Rooney e il centrattacco davanti.
Sarà che sono un fanatico convinto di questo modulo...

1:27 AM  
Blogger madrid7 said...

Il Villareal ha fatto vedere ancora una volta quanto sia calato in basso il calcio spagnolo.
Sono quasi contento del 3-0 rifilatogli dall'Arsenal.
Qualche anno fa a me il calcio spagnolo piaceva molto, ora se penso che il Real Madrid giocando a quella maniera è secondo avendo fatto 43 punti su 45 disponibili mi viene molta tristezza.
Il fatto è che le squadre spagnoloe sono prive di ritmo, totalmente, e ciò le rende prevedibili.
Potrebbero ormai scendere in campo 11 ciccioni per molte squadre della Liga e la differenza non si noterebbe.
La vera arma del Barça che permette ai catalani di dominare come sta facendo quest'anno, come ha spiegato anche Henry dopo il 4-0 rifilato al Bayern non è solo la qualità e i dribbling di Messi come tutti cercano ripetutamente di sottolineare (diventando molto noiosi) ma bensì il lavoro in fase di pressing e di movimento senza palla che fanno i 3 attaccanti del Barça, che appunto, imprimono ritmo alla manovra e gli permettono di smarcarsi.
Avendo visto il Villareal, ma anche altre squadre, l'impressione è quella di un ritmo troppo basso e di una manovra prevedibile, che giustamente vengono puniti al di fuori della penisola Iberica.
Per quanto riguarda le semi-finali, buon per il Barça che come avversario ci sia il Chelsea, meno verticale del Liverpool e quindi più abborfabile, ovviamente restando comunque una gara aperta.In quel periodo il Barça si giocherà il camionato con le sfide decisive per la conquista della Liga con Sevilla Valencia e Real Madrid, quindi gli uomini di Guardiola dovranno essere bravi a gestire i vari impegni.
Sul Manchester dispiace un pò di vedere Ferguson così guardingo, lo dico da tifoso Madridista in ricordo delle vecchie e memorabili sfide contro di loro però c'è da dire che questo "nuovo corso" funziona e alla grande, ha già portato una Champions e una seifinale, MU ad Oporto ha fatto una partita intelligente ed ha fatto giocar male i portoghesi, peraltro più incisivi in trasferta anche in camionato (a detta di Compagnoni) e quindi finchè il giocattolo funziona è giusto che vada avanti.

3:22 PM  
Blogger valentino tola said...

@ Gandhi
Credo, ipotizzo, che il ragionamento che fa Ferguson sia questo: "il 4-4-2 (quello di cui parli tu) me lo posso permettere, e anzi è la soluzione più indicata, contro la maggior parte delle squadre della Premier, ma nelle sfide più impegnative della Champions (tipo Barçao altre grandi inglesi) non mi posso permettere di regalare un giocatore in mezzo al campo".

Con questo non voglio dire che un 4-5-1 sia per forza superiore a un 4-4-2 con gli esterni larghi, ci mancherebbe, sono discorsi che non stanno nè in cielo nè in terra. In un'idea di calcio totale, in cui tutti i giocatori attaccano e difendono, i moduli diventano pure astrazioni.
Però è chiaro che, in concreto, Ferguson fa i conti con le caratteristiche dei propri giocatori e con quelle dell'avversario (quando l'avversario è di livello simile). E non mi sembra farli troppo male questi conti.

Comunque questo discorso del 4-5-1 è interessante, ormai la gran parte delle squadre tende a infoltire il centrocampo, a giocare con tre centrali o con un 4-2-3-1. Guardiamo anche l'ultimo Europeo.
è una soluzione comoda perchè flessibile, se ben utilizzata non ti toglie nullla e anzi ti può aggiungere qualcosa in entrambe le fasi.
In fase difensiva giocare con molti centrocampisti ravvicinati restringe gli spazi di manovra all'avversario. In fase di costruzione molti centrocampisti ravvicinati vuol dire più opzioni di passaggio e maggiori possibilità nel possesso-palla.
In fase conclusiva, avere una sola punta e molti centrocampisti vuol dire togliere punti di riferimento alla difesa avversaria. Sorprende molto di più un giocatore che occupa lo spazio inserendosi in corsa piuttosto che uno che presidia staticamente una zona dell'attacco. è molto più difficile da marcare un giocatore che si inserisce in area dal centrocampo piuttosto che uno che rimane ad aspettare il pallone in area di rigore.
Tra l'altro son sempre meno le squadre che giocano con due punte sulla stessa linea. Anche chi gioca con due punte di ruolo preferisce disporle verticalmente, su due linee diverse, come fa lo stesso Ferguson con Berbatov e Rooney (o Ronaldo) e come fa anche l'Atlético con Forlan e il Kun.
Questo perchè creando una nuova linea crei più dubbi nella difesa avversaria.
Chi lo prende l'attaccante che rimane fra le linee? Se esce un difensore si crea uno spazio del quale può approfittare un altro giocatore avversario (inserendosi dal centrocampo o tagliando dalla fascia), se va a prenderlo un centrocampista rimangono più liberi i centrocampisti della squadra avversaria.
Secondo me è anche per l'esigenza difensiva di contrastare quest'uomo che si muove tra le linee che sempre più allenatori adesso abbandonano il 4-4-2 classico per optare per il 4-5-1 o moduli simili, comunque moduli con un centrocampista bloccato davanti alla difesa alla Makelele.

Scusa la divagazione, ma era interessante :-)

@ Madrid 7
Che il calcio spagnolo di club sia caduto in basso è palese, ed è tremendamente vera anche la tua considerazione sul Real Madrid.
Però, attenzione: il calcio spagnolo ha sempre avuto un ritmo inferiore a quello inglese, anche quando dominava.
Non è il ritmo il fattore determinante: puoi giocare a ritmi alti o bassi, ma l'importante è avere qualità e criterio nella gestione del pallone e nell'occupazione degli spazi. Avere continuità di manovra più che ritmi alti.
La nazionale spagnola è una squadra fortissima e gioca a ritmi quasi sonnolenti.
Il Barça non ha ritmi particolarmente alti, accelera solo dalla trequarti in su, la differenza la fa la qualità con cui gestisce il pallone e la maniera razionale di occupare gli spazi (fai bene a sottolineare il lavoro di pressing e il movimento senza palla, senza impegnarsi in questi due aspetti puoi avere tutti i Messi del mondo e perdere, come avvenuto del resto negli ultimi due anni).

Il finale di stagione del Barça è di una difficoltà mostruosa, perchè impone di giocaris tutto al massimo in pochi giorni su tre fronti.
La Liga è facile, ma lo è anche per il Real Madrid (anche per "questo" Madrid), 6 punti di vantaggio non sono nulla e il Barça dovrà comunque giocarsela sul filo di lana, con lo scontro diretto al Bernabeu e con in mezzo lo stress della Champions e della finale di Copa del Rey.
Sarà difficile per Guardiola fare turnover, e c'è il rischio di spremere in eccesso giocatori come Alves e Messi dai quali comunque questa squadra dipende tantissimo.
Il rischio di finire col vincere nulla c'è (e sarebbe clamoroso, visto quanto seminato finora), ma dalla sua il Baròa ha una enorme fiducia nelle proprie possiilità, oltre alla qualità naturalmente.

6:57 PM  
Blogger valentino tola said...

Comunque il Barça in fase di non possesso gioca con grandissima intensità, questo è certo.

7:09 PM  
Anonymous gandhi said...

Divagazione?Io potrei parlare per ore di queste cose senza mai stancarmi...
Le tue parole sono come sempre dosate ed intelligenti,e in effetti la ragione per cui nascono questi moduli spuri,se mi passi la definizione,come il 4-2-3-1 o il famoso albero di natale,è esattamente dettata dall'esigenza di aggiungere una linea di uomini.
Questo succede soprattutto per ovviare ai problemi che nascono giocando con il classico 4-4-2.E' questo probabilmente il più efficace metodo di copertura del campo,ma col 4-4-2 rischi facilmente di diventare prevedibile;occorrono pertanto un'eccellente organizzazione di gioco,raddoppi,sovrapposizioni (esempio perfetto di movimento senza palla),verticalità,combinazioni in spazi stretti,rapidi e costanti cambi di gioco,uno contro uno,eccetera eccetera...per "accendere" questo schema.
La scelta di infoltire la metà campo,per quanto redditizia può peraltro rivelarsi anche foriera di spettacolo,basti pensare a quello che Spagna e Olanda hanno mostrato nell'ultimo Europeo.Detto questo,quel Rooney come terzino destro...
Chiudo con un paio di risposte brevi.Per primo,non ci sono squadre che giocano con le due punte sulla stessa linea perchè questo è il modo migliore per azzerarne il potenziale.
Infine:il giocatore che si muove tra centrocampo e difesa avversaria va marcato dal mediano.

12:41 AM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Beh un Barcelona con Zero Tituli stile Bayer Leverkusen nel 2002 (arrivò in finale di Champions, 2° in campionato e in finale di Coppa di Germania) mi solletica, in fondo non è impossibile: scudetto al Madrid, Copa del Rey al Bilbao e Champions ad un'inglese: perfetto! Oppure fantascienza...

4:24 PM  
Anonymous Anonimo said...

Ciao Valentino,
leggo di un interessamento della Samp per Eli del Malaga.
E' un giocatore che non conosco. Ho dato un'occhiata ad alcuni video su youtube e mi è sembrato un esterno mancino (che a quanto sembra gioca anche a destra) molto veloce e con un buon piede.
Sai dirmi qualcosa di più?
Marcello

1:40 PM  
Blogger valentino tola said...

Scusate il ritardo nelle risposte.

@ gandhi
"non ci sono squadre che giocano con le due punte sulla stessa linea perchè questo è il modo migliore per azzerarne il potenziale."

Ora non se ne trovano, però non è una situazione tanto improbabile. Pensa a una squadra che invece che giocare palla a terra e cercare gli spazi tra le linee butta palla direttamente nell'area avversaria con cross dalla trequarti. In questo caso le converrà schierare un attaccante più arretrato oppure due attaccanti che possano contendere le palle alte ai centrali avversari?
La cosa mi viene in mente perchè leggendo il libro di Vialli "The Italian Job", proprio Ferguson parla di come già ai tempi dell'Aberdeen avesse cominciato a schierare un attaccante fra le linee, e come questa sua scelta avesse un po'scandalizzato chi gli stava attorno. Ferguson parla a questo proposito di un ambiente calcistico britannico che era abituato a vedere due attaccanti puri d'area, schierati contemporaneamente. Mi affido alle sue parole, poi io sono cresciuto vedendo un calcio in cui ormai, come dici tu, questa soluzione quasi non esiste più, fra 4-4-1-1, 4-2-3-1 e cose di questo tipo.
Poi, ovviamente, parlando di due punte sulla stessa linea non intendo il calciobalilla, eh... :-)

@ hincha madridista
Bella citazione di Mourinho, però io ho gusti opposti ai tuoi... :P

@ Marcello
Buon giocatore, ma non mi esalta. Credo sia più esaltato dal contesto che altro. L'hai definito molto veloce, direi pure più che molto veloce. Un razzo.
Questa è la sua grande prerogativa, è un giocatore da spazi ampi, da contropiede, più che da uno contro uno sullo stretto, anche se tecnicamente è a posto: discreto controllo, buon mancino (tiro potente, buonissima coordinazione, ma sa anche alzare la testa e crossarla morbida).
L'anno scorso non era titolare, trovava spesso spazio a partita in corso e a sinistra. Quest'anno Tapia lo ha messo a destra (dove nella rosa del Malaga di ruolo ci sarebbe il solo Cheli, non all'altezza di una maglia da titolare) e lui si è adattato benissimo, anche se capita durante la partita che si scambi la fascia con Duda.

12:05 AM  
Blogger valentino tola said...

ehm, scusate, ho dimenticato la seconda parte della risposta a Gandhi.

"Il giocatore che si muove tra centrocampo e difesa avversaria va marcato dal mediano"

Certamente, non si può mai correre il rischio della partità numerica in difesa. Volevo soltanto sottolineare come a volte possa nascere questi dubbi e scompensi a chi gioca con un 4-4-2 contro una squadra che piazza un giocatore fra le linee. Dubbi e scompensi che portano per l'appunto a inserire un giocatore alla Makelele davanti alla difesa, e torniamo al discorso di prima.

12:08 AM  
Anonymous Hincha Madridista said...

@ Valentino:
non che Mourinho mi stia simpatico molto simpatico, ma la sua frase è la speranza in fondo di ognio Madridista, vedere un Barca dominante per tutta la stagione perdere tutto nel rash finale, oh beh se poi propio insisti la Copa Del Rey possiamo anche lasciargliela:)

12:35 PM  
Anonymous gandhi said...

No,non è una situazione improbabile.In realtà dicevo questo dando per scontata l'idea di una squadra che giochi un calcio manovrato,in cui le punte sappiano venire incontro al pallone allo stesso modo in cui sappiano dare profondità.

11:40 PM  

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