mercoledì, aprile 08, 2009

Un buon Villarreal prepara l’addio.

Contro un Arsenal che il massimo non lo poteva dare (per una questione di forma dei propri migliori giocatori), il Villarreal ha tirato fuori per lunghi tratti il meglio del suo repertorio. Non è bastato: la flessione del secondo tempo costa cara con la prodezza di Adebayor. All’Emirates l’Arsenal imporrà quasi certamente un altro ritmo e un’altra convinzione: uscirne vivi, con un 1-1 casalingo a carico, sarà assai difficile.

Ciò non toglie però che il Villarreal si sia dimostrato assolutamente all’altezza dell’impegno; anzi, volendola dire tutta, gli uomini di Pellegrini nel primo tempo hanno mostrato un grande calcio, ciò che rende ottimisti su cosa potrebbe diventare questa squadra nei prossimi anni, mantenendo una linea di crescita costante a partire da un progetto e una filosofia di gioco ben definite. Il progetto in prospettiva più incoraggiante per un calcio spagnolo di club un po’decadente, anche se il ventilato passaggio di Pellegrini al Real Madrid la prossima estate (via Florentino-Valdano) potrebbe rappresentare un contrattempo nell’ascesa del Submarino.
Comunque, attenendoci al presente, anzi al recentissimo passato, il primo tempo del Villarreal è stato da manuale per quanto riguarda l’occupazione e lo sfruttamento degli spazi e la gestione del pallone. Nelle serate migliori i gialli sembrano quasi allestire un balletto, tanto armoniosi, eleganti e coordinati sono i loro movimenti sulla trequarti.
Llorente e Rossi si dividono bene le mansioni, uno scatta in profondità o taglia verso l’esterno, l’altro viene incontro sulla trequarti. Tutti si offrono e si muovono in maniera sincronizzata, gli spazi e le linee di passaggio utili si moltiplicano, il pallone scorre fluido a uno-due tocchi.
I terzini allargano il campo, Rossi si muove fra le linee disorientando difesa e centrocampo dell’Arsenal e offrendo un appoggio a Cani e Ibagaza per le combinazioni nello stretto ma anche per le incursioni di Senna: l’ispano-brasiliano non è mai rapidissimo nell’esecuzione, ma quando ha lo spazio per caricare il tiro le sue traiettorie sono pericolosissime per come si abbassano prima della traversa. Le linee di difesa e centrocampo dell’Arsenal faticano ad accorciare, rimangono troppo schiacciate e così Senna ha lo spazio (aperto da Rossi) per portare in vantaggio i suoi con un golazo.
Straordinaria, semplicemente straordinaria la partita di Senna: quando è maggiormente richiesto, questo giocatore impone sempre il carisma e la saggezza del leader. Un’ enciclopedia del ruolo, dal punto di vista tecnico e tattico: sempre al posto giusto, fa la cosa giusta e coi tempi giusti.
A parte la fascia compresa fra il 10’ e il 20’, in cui l’Arsenal sembra scuotersi e accumula calci d’angolo su calci d’angolo (sfruttando soprattutto la differenza di passo sulla destra fra Walcott e Capdevila, il quale prenderà meglio le misure col passare dei minuti), è sempre il Villarreal a gestire il match, avvicinandosi pure a un raddoppio negato soltanto dal magnifico riflesso di Fabianski (subentrato all’infortunato Almunia) sulla ribattuta ravvicinata di Capdevila dopo un destro da fuori ancora di Senna.
È un Villarreal eccellente nella sua globalità, quindi anche nella fase di non possesso: un aspetto mai troppo sottolineato, e talvolta occultato dai cali di tensione e dalle sbandate che periodicamente affiorano (l’ultimo “exploit” il 3-0 incassato ad Almería), ma il fatto è che quella di Pellegrini non è solo una squadra col gusto per la “pelota”, ma anche un undici serio e ottimamente organizzato.
Coperture puntuali, perfetto lavoro di Eguren e Senna che accorciano e recuperano il pallone prontamente, sempre in anticipo sugli avversari (già in difficoltà per la forma ancora precaria di Fabregas e anche per l’incapacità ad accompagnare l’azione offensiva dimostrata da Song e Denilson); inappuntabile la linea difensiva, guidata dagli attentissimi Gonzalo e Godín, nell’uscire in blocco con tempismo e applicare il fuorigioco.

Il panorama però cambia nel secondo tempo: l’Arsenal, mentalmente e tatticamente, entra in partita. Più ritmo, più aggressività, e un Villarreal che perde compattezza. I padroni di casa al tempo stesso non riescono più a distendersi in attacco e a togliere spazio all’Arsenal quando ha la palla.
Llorente, i cui movimenti nel primo tempo erano stati utili e complementari rispetto a quelli di Rossi, non offre più la profondità, rimane sulla stessa linea del compagno di reparto e non allunga la difesa dell’Arsenal. Poi c’è Matias Fernández, subentrato a inizio ripresa a Cani (problemi muscolari, rischia di non esserci col Málaga): male male male il cileno, e aiutatemi a dire male.
Non trova mai la posizione giusta per offrire l’appoggio al centrocampo quando rilancia l’azione, si isola come un corpo estraneo e commette pure errori banali nelle azioni individuali. Cani ha sempre deluso, non ha mai fatto il salto di qualità e non si è mai dimostrato un giocatore veramente determinante, ma almeno i suoi movimenti nel primo tempo erano stati perfettamente funzionali alla manovra. Matias no, il suo innesto contribuisce a mandare all’aria la transizione offensiva e ad esporre il Villarreal a una situazione delicata.
Non potendo più distendersi in blocco nella metacampo avversaria come nel primo tempo, la squadra di Pellegrini comincia a perdere i palloni prematuramente, separando eccessivamente i quattro uomini offensivi dal doble pivote. La difesa dell’Arsenal è più aggressiva nell’alzarsi ed anticipare, e con il Villarreal più lungo sul campo, Cesc ha più tempo e spazio per pensare. E Cesc fa sempre male, anche al 50%.
È il catalano ad iniziare il capolavoro di Adebayor con un lancio perfetto: il resto lo fa il togolese che, spalle alla porta, stoppa e insacca con una mezza rovesciata. Non perfetti nell’occasione Gonzalo e Godín (l’argentino si fa scavalcare dal lancio di Cesc, l’uruguaiano interviene su Adebayor in seconda battuta, ma troppo molle e troppo in ritardo), unica ma pesante sbavatura nella partita dei due centrali di casa.
La reazione di Pellegrini si concretizza nel cambio Llorente-Pires: poteva starci anche Nihat per sollecitare un po’ più di profondità, ma l’ingresso dell’ex gunner rientra perfettamente nella logica di un Villarreal che nel secondo tempo ha faticato a distendersi e che desidera quindi recuperare un po’ di controllo del possesso-palla. Funziona abbastanza, assieme all’ingresso di Guille Franco per Ibagaza (ritorno al 4-4-2), perché il Villarreal recupera qualche metro nella metacampo avversaria nell’ultimo quarto di partita, sfiorando pure la doppietta di Senna, ma l’Arsenal continua a ribattere in velocità fino alla fine, e il pareggio, complicatissimo pareggio, è il risultato giusto per una partita di ottimo spessore.

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5 Comments:

Anonymous gandhi said...

Mah,secondo me il Villarreal venderà cara la pelle.E' una squadra difficile da affrontare perchè gioca un ottimo calcio anche e soprattutto quando ha il pallone in proprio possesso.

11:09 PM  
Blogger valentino tola said...

Lo spero, lo spero, perchè è una squadra che se lo merita tutto questo palcoscenico, mica come il Bayern.
Poi vabbè, si sa, dovendo riassumere in un titolo l'esagerazione ci scappa sempre ;-)

12:30 AM  
Blogger Vojvoda said...

L'onore della armi al Villarreal che meritava di vincere,seppur con un Arsenal ancora un poco incerottato visti i recenti rientri di Adebayor e Fabregas e ancora senza Rosicky,Eduardo oltre ad Arshavin non schierabile ed i neo infortunati Diaby e Van Persie.
Direi che il gol di Adebayor ha premiato oltremisura l'Arsenal e l'uno a zero rifletteva più compiutamente lo sviluppo della gara.
Il ritorno come dicevi, sarà a ritmi infernali, e qualcuno dell'Arsenal potrebbe rientrare, quindi effettivamente il Submarino Amarillo sembra essere più fuori che dentro...ma a testa alta...!;-)

12:37 AM  
Anonymous Anonimo said...

Eh già caro Valentino, come mai il Bayern non si merita questo palcoscenico?

Mi risulta che il Bayern abbia stravinto un Girone di ferro con Lione, Fiorentina e Steaua Bucarest. Abbia rifilato dodici reti allo Sporting Lisbona negli Ottavi di Finale.

Stasera ha perso meritatamente a Barcellona (e sul mio blog non ho potuto far altro che ammettere la catastrofe del Camp Nou)...e sti cazzi?

Non ho proprio capito il senso del tuo intervento.

1:13 AM  
Blogger valentino tola said...

@ Vojvoda
Fra una settimana Cesc sarà più rodato e tornerà nel suo ruolo classico, da centrale di centrocampo accanto a Denilson. La manovra dell'Arsenal ne beneficierà (molto di più quanto non abbia fatto dal Song di martedì).

@ kurbjuweit
Il palcoscenico era un quarto di finale di Champions League, al Camp Nou contro il Barça. Il Bayern visto ieri non è stato minimamente all'altezza. Una prestazione inammissibile a questi livelli, tanto più se hai un nome una storia come quelle del Bayern (capirei se si chiamasse Malaga...). Tutto qui. Esagero?

11:49 AM  

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