VENTOTTESIMA GIORNATA: Real Madrid-Almería 3-0: Marcelo; Huntelaar; Huntelaar.
Il Real Madrid, bruttissimo nel primo tempo, legittima nella ripresa i tre punti contro un Almería spuntato.
Juande Ramos dopo la buona prova di Bilbao conferma l’assetto con un solo centrocampista a protezione della difesa, Lassana Diarra, schierato qualche metro dietro Sneijder. Hugo Sánchez è costretto a fare a meno di Negredo dall’assurda clausola contrattuale che impedisce di schierarlo contro la propria ex-squadra (e se non ricordo male, la cessione di Negredo è stata pure definitiva, mica un prestito). Certo, il contratto è l’incontro delle libere volontà, ma una delle due chiaramente è in posizione di forza, e comunque la federazione dovrebbe intervenire per mettere un freno perché ormai siamo a livelli francamente eccessivi.
L’inizio, e tutto il primo tempo, del Madrid sono deprecabili: slegato e privo di continuità nella propria azione, l’undici di Juande Ramos sembra diviso in due metà, cinque che difendono e cinque che attaccano. Come nel derby, c’è una certa improvvisazione: l’Almería si muove con più criterio nelle due fasi, ma certo non ha la pericolosità dell’Atlético.
La mobilità fra le linee di Piatti, sostituto di Negredo (con Kalu Uche avanzato a prima punta), crea qualche grattacapo quando l’argentino dal centro taglia verso le fasce costringendo Lassana Diarra a seguirlo e a lasciare uno spazio invitante a ridosso dell’area di rigore madridista, vista la scarsa coesione fra Lass e il resto del centrocampo. Situazione di pericolo però soltanto potenziale, perché gli ospiti non hanno nessun incursore che dalla seconda linea possa sfruttare questo vantaggio (“Hugol” non rinuncia mai al doble pivote bloccatissimo composto da Iriney e Juanito: Julio Álvarez, il “cocco” di Arconada, ha subito una purga staliniana; Corona invece pare avere qualcosa tipo la rogna agli occhi del suo tecnico). E intanto il Madrid passa pure in vantaggio: una situazione abbastanza casuale, un calcio di punizione respinto dalla difesa almeriense, trova al limite dell’area un formidabile destro(!) di prima intenzione di Marcelo che si insacca violentemente sotto la traversa.
Il gol non modifica il copione del match, anzi invita l’Almería a insistere: gli ospiti hanno una vaga supremazia territoriale, cercano la superiorità numerica sulle fasce (soprattutto sulla sinistra, dove Sergio Ramos non trova mai adeguato supporto nel menefreghismo difensivo di Robben, che costringe spesso Pepe a uscire dalla propria zona in aiuto al terzino quando Crusat e Mané attaccano in coppia), ma difettano di peso offensivo a vista d’occhio, confermando l’insostituibilità di Negredo.
Solo dopo l’intervallo il Madrid decide di fare sul serio, e lì chiude subito la partita: inizio molto aggressivo dei merengues, Marcelo prende una traversa e poco dopo Huntelaar raddoppia sugli sviluppi di calcio d’angolo (coordinazione da grandissimo centravanti qual è). Ancora Huntelaar metterà il sigillo finale su un’azione in campo aperto lanciata da Sneijder, conclusa da Robben con un pallonetto sul portiere e ribattuta in rete dal nostro amato Cacciatore. Il resto fino al fischio finale è un giochicchiare senza alcuna rilevanza.
I MIGLIORI: Partitone di un Marcelo sempre più in palla. Da sottolineare e da applaudire l’exploit del brasiliano, soprattutto se raffrontato con la situazione di Drenthe. I due infatti partivano da premesse assolutamente uguali: giocatori giovani e presi di mira con cattiveria eccessiva dal pubblico del Bernabeu, hanno risposto in maniera decisamente diversa: Drenthe ha chiesto a Juande di essere messo da parte perché non sopportava più la pressione, Marcelo il pubblico l’ha affrontato di petto e ha finito col conquistarlo. Uno così, al di là del lato tecnico, è fatto di pasta buonissima.
Lo spostamento a centrocampo da parte di Juande Ramos gli ha permesso di giocare senza la Spada di Damocle dell’errore difensivo, ma sarebbe un errore non considerarlo più come terzino, che del resto è pur sempre il suo ruolo. Terzini con questa qualità di palleggio non ce ne sono tanti, e rappresentano un valore aggiunto (di centrocampisti puri capaci di pareggiare il livello di Marcelo-esterno alto ne trovi tanti, ma di terzini no): vedere l’anno prossimo un Real Madrid dominante nella metacampo avversaria esalterebbe le qualità del Marcelo terzino. Del resto, chi è che insiste sulle carenze difensive di Daniel Alves, che pure esistono?
Huntelaar va spedito verso medie da Eto’o (o da Eredivisie, che gli è più familiare), la coppia Pepe-Cannavaro si conferma uno dei cardini del Madrid. Vanno sottolineati i loro meriti, specialmente quelli di Cannavaro (perfetto per tempismo e lettura delle situazioni), dato che la copertura del centrocampo nell’occasione è stata tutt’altro che perfetta.
I PEGGIORI: Stona Raúl.
Real Madrid (4-1-3-2): Iker Casillas 6,5; Sergio Ramos 6, Pepe 6,5, Cannavaro 7, Heinze 6(Miguel Torres s.v., m.85); ''Lass'' Diarra 6(Gago, m.67); Robben 6, Sneijder 6, Marcelo 7,5; Raúl 5, Huntelaar 7.
UD Almería (4-4-1-1): Diego Alves 6,5; Bruno 6,5, Acasiete 6,5, Pellerano 6, Mané 6; Juanma Ortiz 5,5(José Ortiz s.v., m.61), Juanito 6, Iriney 6(Nieto s.v., m.85), Crusat 6; Piatti 6; Kalu Uche 6(Corona, m.68).
Goles: 1-0, m.23: Marcelo. 2-0, m.53: Huntelaar. 3-0, m.64: Huntelaar.
Árbitro: Mateu Lahoz (colegio valenciano). Mostró tarjetas amarillas a los locales Pepe, Raúl, Sergio Ramos, Heinze y Gago; y a los visitantes Bruno e Iriney.
Incidencias: Partido correspondiente a la vigésima octava jornada de Primera División disputado en el estadio Santiago Bernabéu ante unos 78.000 espectadores. Los jugadores de ambos equipos saltaron al terreno de juego con camisetas alusivas a la Campaña contra el Hambre que se desarrolló en todos los campos esta jornada.
Juande Ramos dopo la buona prova di Bilbao conferma l’assetto con un solo centrocampista a protezione della difesa, Lassana Diarra, schierato qualche metro dietro Sneijder. Hugo Sánchez è costretto a fare a meno di Negredo dall’assurda clausola contrattuale che impedisce di schierarlo contro la propria ex-squadra (e se non ricordo male, la cessione di Negredo è stata pure definitiva, mica un prestito). Certo, il contratto è l’incontro delle libere volontà, ma una delle due chiaramente è in posizione di forza, e comunque la federazione dovrebbe intervenire per mettere un freno perché ormai siamo a livelli francamente eccessivi.
L’inizio, e tutto il primo tempo, del Madrid sono deprecabili: slegato e privo di continuità nella propria azione, l’undici di Juande Ramos sembra diviso in due metà, cinque che difendono e cinque che attaccano. Come nel derby, c’è una certa improvvisazione: l’Almería si muove con più criterio nelle due fasi, ma certo non ha la pericolosità dell’Atlético.
La mobilità fra le linee di Piatti, sostituto di Negredo (con Kalu Uche avanzato a prima punta), crea qualche grattacapo quando l’argentino dal centro taglia verso le fasce costringendo Lassana Diarra a seguirlo e a lasciare uno spazio invitante a ridosso dell’area di rigore madridista, vista la scarsa coesione fra Lass e il resto del centrocampo. Situazione di pericolo però soltanto potenziale, perché gli ospiti non hanno nessun incursore che dalla seconda linea possa sfruttare questo vantaggio (“Hugol” non rinuncia mai al doble pivote bloccatissimo composto da Iriney e Juanito: Julio Álvarez, il “cocco” di Arconada, ha subito una purga staliniana; Corona invece pare avere qualcosa tipo la rogna agli occhi del suo tecnico). E intanto il Madrid passa pure in vantaggio: una situazione abbastanza casuale, un calcio di punizione respinto dalla difesa almeriense, trova al limite dell’area un formidabile destro(!) di prima intenzione di Marcelo che si insacca violentemente sotto la traversa.
Il gol non modifica il copione del match, anzi invita l’Almería a insistere: gli ospiti hanno una vaga supremazia territoriale, cercano la superiorità numerica sulle fasce (soprattutto sulla sinistra, dove Sergio Ramos non trova mai adeguato supporto nel menefreghismo difensivo di Robben, che costringe spesso Pepe a uscire dalla propria zona in aiuto al terzino quando Crusat e Mané attaccano in coppia), ma difettano di peso offensivo a vista d’occhio, confermando l’insostituibilità di Negredo.
Solo dopo l’intervallo il Madrid decide di fare sul serio, e lì chiude subito la partita: inizio molto aggressivo dei merengues, Marcelo prende una traversa e poco dopo Huntelaar raddoppia sugli sviluppi di calcio d’angolo (coordinazione da grandissimo centravanti qual è). Ancora Huntelaar metterà il sigillo finale su un’azione in campo aperto lanciata da Sneijder, conclusa da Robben con un pallonetto sul portiere e ribattuta in rete dal nostro amato Cacciatore. Il resto fino al fischio finale è un giochicchiare senza alcuna rilevanza.
I MIGLIORI: Partitone di un Marcelo sempre più in palla. Da sottolineare e da applaudire l’exploit del brasiliano, soprattutto se raffrontato con la situazione di Drenthe. I due infatti partivano da premesse assolutamente uguali: giocatori giovani e presi di mira con cattiveria eccessiva dal pubblico del Bernabeu, hanno risposto in maniera decisamente diversa: Drenthe ha chiesto a Juande di essere messo da parte perché non sopportava più la pressione, Marcelo il pubblico l’ha affrontato di petto e ha finito col conquistarlo. Uno così, al di là del lato tecnico, è fatto di pasta buonissima.
Lo spostamento a centrocampo da parte di Juande Ramos gli ha permesso di giocare senza la Spada di Damocle dell’errore difensivo, ma sarebbe un errore non considerarlo più come terzino, che del resto è pur sempre il suo ruolo. Terzini con questa qualità di palleggio non ce ne sono tanti, e rappresentano un valore aggiunto (di centrocampisti puri capaci di pareggiare il livello di Marcelo-esterno alto ne trovi tanti, ma di terzini no): vedere l’anno prossimo un Real Madrid dominante nella metacampo avversaria esalterebbe le qualità del Marcelo terzino. Del resto, chi è che insiste sulle carenze difensive di Daniel Alves, che pure esistono?
Huntelaar va spedito verso medie da Eto’o (o da Eredivisie, che gli è più familiare), la coppia Pepe-Cannavaro si conferma uno dei cardini del Madrid. Vanno sottolineati i loro meriti, specialmente quelli di Cannavaro (perfetto per tempismo e lettura delle situazioni), dato che la copertura del centrocampo nell’occasione è stata tutt’altro che perfetta.
I PEGGIORI: Stona Raúl.
Real Madrid (4-1-3-2): Iker Casillas 6,5; Sergio Ramos 6, Pepe 6,5, Cannavaro 7, Heinze 6(Miguel Torres s.v., m.85); ''Lass'' Diarra 6(Gago, m.67); Robben 6, Sneijder 6, Marcelo 7,5; Raúl 5, Huntelaar 7.
UD Almería (4-4-1-1): Diego Alves 6,5; Bruno 6,5, Acasiete 6,5, Pellerano 6, Mané 6; Juanma Ortiz 5,5(José Ortiz s.v., m.61), Juanito 6, Iriney 6(Nieto s.v., m.85), Crusat 6; Piatti 6; Kalu Uche 6(Corona, m.68).
Goles: 1-0, m.23: Marcelo. 2-0, m.53: Huntelaar. 3-0, m.64: Huntelaar.
Árbitro: Mateu Lahoz (colegio valenciano). Mostró tarjetas amarillas a los locales Pepe, Raúl, Sergio Ramos, Heinze y Gago; y a los visitantes Bruno e Iriney.
Incidencias: Partido correspondiente a la vigésima octava jornada de Primera División disputado en el estadio Santiago Bernabéu ante unos 78.000 espectadores. Los jugadores de ambos equipos saltaron al terreno de juego con camisetas alusivas a la Campaña contra el Hambre que se desarrolló en todos los campos esta jornada.
Etichette: Almeria, Liga, Real Madrid
5 Comments:
Partita alquanto squallida nel primo tempo e poi grande ripresa, ormai classico del Madrid quest'anno regalare un tempo all'avversario, che finchè è debole ti può anche andar bene...
Fenomenale il rendimento di Huntelaar una volta ambientatosi e crescente Marcelo: se migliorerà in difesa l'erede di Roberto Carlos è già bello e pronto. Soprattutto il ragazzo ha dimostrato di avere carattere da vendere vincendo anche l'astio del Bernabeu. L'inseguimento continua, l'obiettivo sarebbe rosicchiare almeno 4 punti prima dello scontro diretto per poi mettere la freccia al Bernabeu. A questo punto devo sperare in una Barca che vada avanti in Champions almeno ancora un turno, e la cosa mi turba...
Se il Real Madrid l'anno prossimo riuscirà a giocare qualcosa di simile al Barça attuale, i(grossi) limiti difensivi di Marcelo si noteranno appena, fidati.
Non penso che Ancelotti sia tuttavia quello che serve per giocare come il Barca attuale....
Il problema è sempre lo stesso, i presidenti vogliono prendersi i meriti delle rinascite caro Hincha. Comunque Carletto non dovrebbe arrivare, almeno così a detta di Galliani, però l'acquisto di un grande campione ci vuole proprio anche come monito per far vedere che siamo tornati, e perchè come dice sempre Florentino "I grandi campioni trovano sempre il modo di giocare insieme"
"I grandi campioni trovano sempre il modo di giocare insieme" può essere vero ma difficilmente 11 nomi fanno una squadra e il disastro dell'era Perez I dovrebbe averglielo insegnato ma ne dubito... E comunque alle elezioni pare ricomparirà pure il buon Calderon...
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