TRENTESIMA GIORNATA: Barcelona-Recreativo 2-0: Iniesta; autorete Morris.
Rilevata almeno per il momento dal Manchester United l’inutile e sommamente scomoda etichetta di “squadra di moda”, il Barça torna alla routine del campionato senza passi falsi. Oddio, dopo aver trovato il vantaggio alla prima azione (al quarantacinquesimo secondo: Henry scappa a Nef sull’out sinistro, Casado non chiude in diagonale e sul traversone Iniesta sbuca indisturbato a centro area per l’appoggio a porta vuota) in alcuni frangenti il rischio dell’autocompiacimento affiora: qualche disimpegno troppo leggero, qualche momento di svagatezza nella propria area (che frutta quasi il pareggio del Recre nel primo tempo, se non fosse per l’erroe sottomisura di Nayar, dimenticato nell’area piccola sugli sviluppi di un calcio d’angolo; anche nella ripresa, ancora sull’1-0, Sisi mette i brividi a Valdés, nella stessa azione in cui poteva esserci un rigore dello stesso Valdés su Ruben) stanno lì a ricordare come si faccia molto in fretta a scendere dalle nuvole.
Non era però questa la partita per sorprese sgradite al Camp Nou: l’arsenale del Recre, colpito da assenze numerose e pesantissime (due nomi su tutti: il capitano Jesús Vázquez in mediana e la freccia Colunga, una delle rivelazioni di questa Liga, in attacco), era insufficiente.
Peraltro molto più dignitosi degli Almería e Málaga visti di recente, gli uomini di Álcaraz sono ordinati in fase di non possesso, non regalano gli spazi tra le linee del Bayern e limitano per quanto possibile (sono escluse quindi dal computo le giocate in mezzo metro di Messi e Iniesta) le combinazioni interne blaugrana, ma mancano di qualità nel rilanciare l’azione e, a parte qualche sprazzo di vivacità di Sisi e Camuñas, sono anche spuntati là davanti, a conferma della rilevanza dell’assenza di Colunga.
Il Barça (lieve turnover per Guardiola) trovato immediatamente il gol si limita a gestire con pazienza il possesso-palla, cercando gli spazi utili soprattutto sugli esterni, a destra con Alves e a sinistra con Henry (che si trova spesso la fascia libera per l’uno contro uno grazie al movimento ora di Gudjohnsen ora di Iniesta che gli porta via terzino e centrale destro), spesso imbeccato dai cambi di gioco millimetrici di Márquez.
Una sfortunata autorete di Morris propiziata dall’ennesima iniziativa di Iniesta mette al sicuro la partita, nella quale trovano spazio anche un gol annullato forse ingiustamente ad Henry, un rigore sbagliato da Messi (un orrore in questo caso la segnalazione dell’arbitro, il braccio di Casado sul cross di Alves è un esempio da manuale di involontarietà) e anche dall’altra parte un gol annullato, pare giustamente, al subentrato Ersen Martin.
I MIGLIORI: Iniesta protagonista assoluto. Spettacolare ma concreto, disciplinato ma creativo, umile ma ambizioso, leggero ma tremendamente consistente: difficile trovare giocatori di questa completezza e continuità nel panorama attuale. Non è un caso che la ripresa del Barça dopo il blackout sia coincisa col suo ritorno dall’infortunio e con il definitivo insediamento nel ruolo di mezzala sinistra, fatto che ha attenuato la dipendenza dal triangolo di destra Alves-Messi-Xavi e ampliato le possibilità di manovra del Barça.
I PEGGIORI: Bojan non sfrutta la chance: in attesa della sua completa maturazione il dato prevalente rimane il gap fisico che lo separa dai difensori centrali avversari. Si muove, produce anche qualche buona giocata, ma è inesistente nella finalizzazione.
Barcelona (4-3-3): Valdés 6,5; Alves 6,5, Márquez 6,5, Cáceres 6, Sylvinho 6; Iniesta 7(Hleb s.v., min.75), Sergio Busquets 6, Gudjohnsen 6(Xavi 6, min.62); Messi 6, Bojan 5,5(Keita s.v., min.64), Henry 6,5.
Recreativo (4-1-4-1): Asier Riesgo 6; Alain Nef 6, Nasief Morris 6, Andrés Lamas 6,5, Casado 5,5; Rafa Barber 6,5; Sisí 6,5, Javi Fuego 5,5, Nayar 6(Ersen Martin s.v., min.75), Camuñas 6; Ruben 5,5 (Akale 6, min.75).
Goles: 1-0, min.1: Iniesta. 2-0, min.68: Morris (pp).
Árbitro: Iturralde González, del comité vasco. Mostró amarilla a Casado (min.67).
Incidencias: Partido correspondiente a la trigésima jornada de la Liga disputado en el Camp Nou ante 56.831 aficionados, según datos facilitados por el club catalán. Se guardó un minuto de silencio en memoria de un barcelonista ilustre como fue Jaume ''Rudy'' Ventura, fallecido recientemente.
Non era però questa la partita per sorprese sgradite al Camp Nou: l’arsenale del Recre, colpito da assenze numerose e pesantissime (due nomi su tutti: il capitano Jesús Vázquez in mediana e la freccia Colunga, una delle rivelazioni di questa Liga, in attacco), era insufficiente.
Peraltro molto più dignitosi degli Almería e Málaga visti di recente, gli uomini di Álcaraz sono ordinati in fase di non possesso, non regalano gli spazi tra le linee del Bayern e limitano per quanto possibile (sono escluse quindi dal computo le giocate in mezzo metro di Messi e Iniesta) le combinazioni interne blaugrana, ma mancano di qualità nel rilanciare l’azione e, a parte qualche sprazzo di vivacità di Sisi e Camuñas, sono anche spuntati là davanti, a conferma della rilevanza dell’assenza di Colunga.
Il Barça (lieve turnover per Guardiola) trovato immediatamente il gol si limita a gestire con pazienza il possesso-palla, cercando gli spazi utili soprattutto sugli esterni, a destra con Alves e a sinistra con Henry (che si trova spesso la fascia libera per l’uno contro uno grazie al movimento ora di Gudjohnsen ora di Iniesta che gli porta via terzino e centrale destro), spesso imbeccato dai cambi di gioco millimetrici di Márquez.
Una sfortunata autorete di Morris propiziata dall’ennesima iniziativa di Iniesta mette al sicuro la partita, nella quale trovano spazio anche un gol annullato forse ingiustamente ad Henry, un rigore sbagliato da Messi (un orrore in questo caso la segnalazione dell’arbitro, il braccio di Casado sul cross di Alves è un esempio da manuale di involontarietà) e anche dall’altra parte un gol annullato, pare giustamente, al subentrato Ersen Martin.
I MIGLIORI: Iniesta protagonista assoluto. Spettacolare ma concreto, disciplinato ma creativo, umile ma ambizioso, leggero ma tremendamente consistente: difficile trovare giocatori di questa completezza e continuità nel panorama attuale. Non è un caso che la ripresa del Barça dopo il blackout sia coincisa col suo ritorno dall’infortunio e con il definitivo insediamento nel ruolo di mezzala sinistra, fatto che ha attenuato la dipendenza dal triangolo di destra Alves-Messi-Xavi e ampliato le possibilità di manovra del Barça.
I PEGGIORI: Bojan non sfrutta la chance: in attesa della sua completa maturazione il dato prevalente rimane il gap fisico che lo separa dai difensori centrali avversari. Si muove, produce anche qualche buona giocata, ma è inesistente nella finalizzazione.
Barcelona (4-3-3): Valdés 6,5; Alves 6,5, Márquez 6,5, Cáceres 6, Sylvinho 6; Iniesta 7(Hleb s.v., min.75), Sergio Busquets 6, Gudjohnsen 6(Xavi 6, min.62); Messi 6, Bojan 5,5(Keita s.v., min.64), Henry 6,5.
Recreativo (4-1-4-1): Asier Riesgo 6; Alain Nef 6, Nasief Morris 6, Andrés Lamas 6,5, Casado 5,5; Rafa Barber 6,5; Sisí 6,5, Javi Fuego 5,5, Nayar 6(Ersen Martin s.v., min.75), Camuñas 6; Ruben 5,5 (Akale 6, min.75).
Goles: 1-0, min.1: Iniesta. 2-0, min.68: Morris (pp).
Árbitro: Iturralde González, del comité vasco. Mostró amarilla a Casado (min.67).
Incidencias: Partido correspondiente a la trigésima jornada de la Liga disputado en el Camp Nou ante 56.831 aficionados, según datos facilitados por el club catalán. Se guardó un minuto de silencio en memoria de un barcelonista ilustre como fue Jaume ''Rudy'' Ventura, fallecido recientemente.
Etichette: Barcelona, Liga, Recreativo Huelva
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