TRENTESIMA GIORNATA: Real Madrid-Valladolid 2-0: Raúl; Robben.
Se sulle partite del Barça spesso c’è poco da dire perché la partita non c’è proprio, anche le gare del Real Madrid pongono un problema simile, ma per un motivo ben differente. Il fatto è che qui oltre a riepilogare il tabellino non si può andare. Cercare un gioco, tracce anche minime di qualcosa di stimolante, è davvero un impresa. Ma tant’è, questo basta con la maggior parte delle squadre della Liga, e le probabilità che il Real Madrid arrivi allo scontro diretto col Barça con un distacco dalla vetta non superiore a quello attuale sono elevatissime.
Juande Ramos poi sa bene che le sue chances di rimanere sulla panchina merengue, comunque vada, sono scarse (per una causa di forza maggiore rappresentata dal ritorno di Florentino Pérez, le cui velleità di Rinascimento Galáctico richiederanno probabilmente un nome nuovo e ancora più altisonante di quello dell’attuale tecnico), perciò è il caso di vivere alla giornata e accontentarsi di quello che passa il convento. Nessuno lo ha chiamato per progettare qualcosa, ma per raddrizzare la barca.
Questa partita ha ricordato parecchio la vittoria di due turni fa contro l’Almería. Real Madrid con la sua formazione-tipo delle ultime partite, quella con un solo centrocampista difensivo, tendenzialmente spezzato in due tronconi, fra una metà coi quattro uomini offensivi (Robben e Higuaín sulle fasce, Huntelaar e Raúl di punta)+Sneijder ed un’altra coi quattro difensori+Lass. Pochissima comunicazione fra i reparti, azioni offensive affidate alla casualità o all’abilità dei solisti, campo per gli avversari. Il Valladolid esattamente come quell’Almería (privo di Negredo) accompagna però al gioco corale e alle distanze più sensate una totale impotenza offensiva. Combinano gli ospiti ma girano quasi sempre a largo da Casillas (si conta solo un tap-in clamorosamente fallito da Luis Prieto su una punizione non irresistibile di Pedro León respinta in maniera orripilante da Iker), ancora di più se Goitom svaria e praticamente nessuno va ad attaccare nell’area madridista (annoso problema di Mendillibar).
Così a chi ne ha già visto tante di partite come queste, basta soltanto aspettare il contropiede o lo spunto giusto che porti in vantaggio il Madrid. Higuaín è il protagonista, prima con una percussione neutralizzata da Asenjo, poi con l’eccellente sfondamento sulla destra che propizia il gol di Raúl, lesto sottomisura.
Un po’ più di pressione convinta per il Real Madrid nel secondo tempo, ma stessi squilibri tattici, quindi possibilità di azioni da una porta all’altra, invero con pochi rischi vista la leggerezza offensiva degli avversari. Il Valladolid va veramente vicino al gol soltanto sul colpo di testa del subentrato Víctor (che cross di Pedro López!), poi reclama un rigore per un intervento di Pepe su Goitom, ma sul contropiede seguente Guti, l’amicone di Juande Ramos entrato al posto di Huntelaar, sguinzaglia Robben in campo aperto con uno straordinario lancio, ed è il definitivo 2-0.
I MIGLIORI: Higuaín crea le situazioni di superiorità numerica, bene come sempre Lass (che con l’uscita di Cannavaro e l’ingresso di Gago passa a fare il terzino destro).
I PEGGIORI: Delude Escudero, che aveva una grande chance con l’assenza di Sesma. Reputo l’argentino un grande talento, ma tende ad incaponirsi in azioni individuali non sempre produttive. Goitom non fa neanche il solletico: lotta, svaria, ma non vince mai un duello coi centrali avversari. Concludere in porta poi, nemmeno a parlarne.
Real Madrid (4-1-3-1-1): Casillas 5,5; Torres 6, Pepe 6, Cannavaro 6(Gago 5,5, m. 61), Heinze 6; Lass 6,5; Higuaín 7, Sneijder 5,5(Van der Vaart s.v., m. 73), Robben 6,5; Raúl 6; Huntelaar 5,5(Guti 6,5, m. 61).
In panchina: Dudek; Salgado, Metzelder y Drenthe.
Valladolid (4-2-3-1): Asenjo 6; Pedro López 6,5, Luis Prieto 5,5, Iñaki Bea 6, Marcos 5,5; Borja 6(Aguirre, m. 83), Á. Rubio 6; Pedro León 6(Víctor, m. 75), Canobbio 5,5(Ogbeche, m. 86), Escudero 5,5; Goitom 5,5.
In panchina: Justo Villar; Baraja, Ó. Sánchez y V. Dorado.
Goles: 1-0. M. 43. Higuaín elude a dos defensas y centra raso al área chica para que Raúl remache. 2-0. M. 81. Robben recibe un gran pase en profundidad de Guti, se marcha de Bea y bate a Asenjo.
Árbitro: Ramírez Domínguez. Amonestó a Prieto, Cannavaro, Gago y Guti.
70.000 espectadores en el Bernabéu.
Juande Ramos poi sa bene che le sue chances di rimanere sulla panchina merengue, comunque vada, sono scarse (per una causa di forza maggiore rappresentata dal ritorno di Florentino Pérez, le cui velleità di Rinascimento Galáctico richiederanno probabilmente un nome nuovo e ancora più altisonante di quello dell’attuale tecnico), perciò è il caso di vivere alla giornata e accontentarsi di quello che passa il convento. Nessuno lo ha chiamato per progettare qualcosa, ma per raddrizzare la barca.
Questa partita ha ricordato parecchio la vittoria di due turni fa contro l’Almería. Real Madrid con la sua formazione-tipo delle ultime partite, quella con un solo centrocampista difensivo, tendenzialmente spezzato in due tronconi, fra una metà coi quattro uomini offensivi (Robben e Higuaín sulle fasce, Huntelaar e Raúl di punta)+Sneijder ed un’altra coi quattro difensori+Lass. Pochissima comunicazione fra i reparti, azioni offensive affidate alla casualità o all’abilità dei solisti, campo per gli avversari. Il Valladolid esattamente come quell’Almería (privo di Negredo) accompagna però al gioco corale e alle distanze più sensate una totale impotenza offensiva. Combinano gli ospiti ma girano quasi sempre a largo da Casillas (si conta solo un tap-in clamorosamente fallito da Luis Prieto su una punizione non irresistibile di Pedro León respinta in maniera orripilante da Iker), ancora di più se Goitom svaria e praticamente nessuno va ad attaccare nell’area madridista (annoso problema di Mendillibar).
Così a chi ne ha già visto tante di partite come queste, basta soltanto aspettare il contropiede o lo spunto giusto che porti in vantaggio il Madrid. Higuaín è il protagonista, prima con una percussione neutralizzata da Asenjo, poi con l’eccellente sfondamento sulla destra che propizia il gol di Raúl, lesto sottomisura.
Un po’ più di pressione convinta per il Real Madrid nel secondo tempo, ma stessi squilibri tattici, quindi possibilità di azioni da una porta all’altra, invero con pochi rischi vista la leggerezza offensiva degli avversari. Il Valladolid va veramente vicino al gol soltanto sul colpo di testa del subentrato Víctor (che cross di Pedro López!), poi reclama un rigore per un intervento di Pepe su Goitom, ma sul contropiede seguente Guti, l’amicone di Juande Ramos entrato al posto di Huntelaar, sguinzaglia Robben in campo aperto con uno straordinario lancio, ed è il definitivo 2-0.
I MIGLIORI: Higuaín crea le situazioni di superiorità numerica, bene come sempre Lass (che con l’uscita di Cannavaro e l’ingresso di Gago passa a fare il terzino destro).
I PEGGIORI: Delude Escudero, che aveva una grande chance con l’assenza di Sesma. Reputo l’argentino un grande talento, ma tende ad incaponirsi in azioni individuali non sempre produttive. Goitom non fa neanche il solletico: lotta, svaria, ma non vince mai un duello coi centrali avversari. Concludere in porta poi, nemmeno a parlarne.
Real Madrid (4-1-3-1-1): Casillas 5,5; Torres 6, Pepe 6, Cannavaro 6(Gago 5,5, m. 61), Heinze 6; Lass 6,5; Higuaín 7, Sneijder 5,5(Van der Vaart s.v., m. 73), Robben 6,5; Raúl 6; Huntelaar 5,5(Guti 6,5, m. 61).
In panchina: Dudek; Salgado, Metzelder y Drenthe.
Valladolid (4-2-3-1): Asenjo 6; Pedro López 6,5, Luis Prieto 5,5, Iñaki Bea 6, Marcos 5,5; Borja 6(Aguirre, m. 83), Á. Rubio 6; Pedro León 6(Víctor, m. 75), Canobbio 5,5(Ogbeche, m. 86), Escudero 5,5; Goitom 5,5.
In panchina: Justo Villar; Baraja, Ó. Sánchez y V. Dorado.
Goles: 1-0. M. 43. Higuaín elude a dos defensas y centra raso al área chica para que Raúl remache. 2-0. M. 81. Robben recibe un gran pase en profundidad de Guti, se marcha de Bea y bate a Asenjo.
Árbitro: Ramírez Domínguez. Amonestó a Prieto, Cannavaro, Gago y Guti.
70.000 espectadores en el Bernabéu.
Etichette: Liga, Real Madrid, Valladolid
1 Comments:
Più di così non so cosa si possa chiedere al povero Juande: ha trovato una squadra allo sbando a distanza siderale dal primo e anche a rischio eliminazione dal girone di Champions. E con giocatori che non ha scelto Lui ha sempre vinto in campionato (tranne il derby e contro il Barca) pur sapendo che nonostante i tifosi lo riconfermerebbero (strano ma vero a Madrid), Florentino lo manderà via (ma per prendere chi?). A questo punto il Madrid mira solo a rimanere a contatto del Barca magari rosicchiando 1 o 2 punti in attesa dello scontro diretto. Forse, però, lo scontro diretto arriva troppo tardi per cercare la rimonta nel finale, contando anche che le ultime giornate vedranno i blancos contro Sevilla, Villarreal e Valencia. Il gioco a questo punto non è un problema di Juande ma di chi verrà.
Certo se Florentino vuole un'altra era galactica prepariamoci ad anni di magra: la sua dissennata gestione precedente portò in casa solo 1 Champions, 1 Supercoppa e 1 Liga (con Del Bosque) e 1 Intercontinentale e 1 SC spagnola (con Queiroz...), un mare di debiti e soldi buttati e allenatori stile pagliacci del Mac. Bah.
Posta un commento
<< Home