TRENTESIMA GIORNATA: Villarreal-Málaga 0-2: Duda; Eliseu.
Solo brutte notizie per il Submarino: seconda sconfitta consecutiva, quarto posto a rischio, e ancora più a rischio la Champions per mercoledì, visto l’infortunio muscolare a Senna (dopo Cazorla, salta un altro giocatore-chiave per l’Arsenal). Poi ci si mette anche il pubblico del Madrigal, pessimo: già sin troppo abituati al caviale della Champions, accorrono in pochi e quei pochi preferiscono fischiare al minimo errore piuttosto che sostenere la propria squadra.
Il Málaga, che già non era stato malaccio contro il Real Madrid, conferma che la prestazione patetica del Camp Nou era stata solo una sbandata. Squadra equilibrata, completa, armoniosa e sfrontata quella di Tapia: complimenti davvero.
Gli ospiti confermano la formazione del Real Madrid, quindi ancora Jesús Gámez centrale al posto dell’indisponibile Helder Rosario (soluzione curiosa se si pensa che Gámez è uno dei migliori terzini destri del campionato e che in panchina sarebbe comunque disponibile un centrale di ruolo come Cuadrado).
Pellegrini ha gli uomini contati a centrocampo: mancano Matias, Cazorla e Pires, c’è solo una mezzapunta di ruolo, Ibagaza, e perciò il tecnico cileno sposta Ibagaza a destra e schiera Bruno come esterno sinistro, anche se i movimenti del canterano logicamente tendono a disegnare in mediana più un trivote (Eguren vertice basso, Senna centro-destra, Bruno centro-sinistra) che il solito 4-2-2-2.
Proprio a partire da questa modifica tattica i padroni di casa costruiscono un illusorio predominio iniziale: Bruno è molto attivo nei primi minuti, si offre e crea superiorità nel mezzo assieme a Senna ed Eguren, per poi stabilire la connessione coi movimenti di Ibagaza e Rossi tra le linee. Nihat fallisce un’occasione ghiotta, ma da qui in poi la partita cambia.
Il Málaga prende le misure, stringe le maglie in mezzo al campo e comincia ad affacciarsi con sempre maggior frequenza nella metacampo avversaria. Gli andalusi hanno una manovra semplice, lineare e al tempo stesso gradevole. Cercano sempre di proporre, non buttano mai via la palla e puntano soprattutto a creare situazioni di superiorità numerica sugli esterni per poi arrivare al cross, impostando la manovra su geometrie elementari ma efficaci e su frequenti cambi di gioco. Avanzano a pieno organico e, grazie a migliori distanze fra i reparti, finiscono con l’intrappolare in una ragnatela il Villarreal.
Giuseppe Rossi avrebbe pure l’occasione per il vantaggio, su una sbavatura di Jesús Gámez (unica pecca, anche se piuttosto grave, di una prestazione per il resto convincente), ma il Villarreal ha da tempo perso continuità nella propria azione, e perde sempre più palloni. Uno di questi origina il gol del vantaggio ospite: Apoño ha la vista periferica, e con un lancio di sinistro taglia in pieno la difesa amarilla: Ángel è colpevolmente in ritardo nella chiusura, e così Duda ha tutto il tempo per controllare, mettere a sedere Gonzalo e freddare Diego López. Tutto col sinistro, naturalmente.
Nella ripresa Pellegrini prova ad aumentare il peso offensivo: Eguren non serve più, dentro Guille Franco che va a fare l’esterno/mezzapunta, e dentro anche Llorente al posto di Nihat. Un po’ più di presenza offensiva c’è, Rossi ci prova in più di un’occasione (in una la metterebbe certamente dentro se avesse anche un minimo di gioco aereo nel proprio repertorio), entra anche il canterano Jordi Pablo (va a destra e Ibagaza va nel doble pivote) che qualche numero interessante lo mostra, ma il Málaga regge tutto come sistema difensivo, e mette pure la ciliegina in contropiede: il subentrato Luque scappa nella prateria, alza la testa e serve il raddoppio facile facile ad Eliseu.
I MIGLIORI: Duda è il boss a Málaga, c’è poco da fare. Conosciamo le sue caratteristiche: zero velocità, zero accelerazioni, ma splendido trattamento del pallone. Fa praticamente il regista dalla fascia in questa squadra. Gol d’autore e grande stagione in generale.
L’altro regista, quello ufficiale, è invece Apoño, giocatore che sa stare in campo come pochi. Facilita il gioco dei compagni, sa sempre trovarsi lo spazio per offrire l’appoggio al portatore di palla e da lì reimpostare l’azione. Molto intelligente, utilizza sempre il minor numero di tocchi possibili, ha notevole visione di gioco e ottimo calcio con entrambi i piedi (è destro naturale, ma non ha problemi a sfoderare lanci profondi e millimetrici anche con l’altro piede, vedi l’assist a Duda per l’1-0). Venticinque anni, venuto fuori tardi nel calcio dei grandi, un giocatore che dà molta continuità alla manovra, un’occasione da non lasciarsi sfuggire per chi vorrebbe rinnovare il proprio organico con elementi di qualità ma non troppo costosi (penso al Valencia prima di tutto, ma anche al Villarreal come vice o come partner di Senna non starebbe affatto male).
Fa intravedere cose molto interessanti Adrián López: fa molto movimento su tutto il fronte d’attacco, impressiona con un paio di accelerazioni palla al piede dalle fasce. A ventuno anni non è ancora esploso, nemmeno in questa stagione ha lasciato troppo il segno, ma la sensazione è che dalla prossima stagione, quando allo scadere del prestito tornerà quasi certamente al Deportivo, potrà cominciare a farlo.
I PEGGIORI: Un po’ grigio Baha, Nihat continua a non vedere la porta in una stagione per lui disgraziata: poche presenze, molti contrattempi fisici, e la forte sensazione che il meglio di sé lo abbia già dato ampiamente. Naufraga il centrocampo del Villarreal, è lì che si decide la partita.
Villarreal (4-4-2): Diego López 6; Ángel 5,5, Gonzalo 6,5, Godín 6, Capdevila 6; Ibagaza 5,5, Senna 5,5, Eguren 5,5(Llorente 5,5, m. 53), Bruno 5,5(Jordi Pablo 6, m. 76); Rossi 6, Nihat 5,5(Guille Franco 6, m. 53).
In panchina: Viera; Cygan, Fuentes y Cristóbal.
Málaga (4-2-3-1): Goitia 6,5; Gaspar 6,5, Jesús Gámez 5,5, Weligton 6,5, Calleja 6; Lolo 6,5, Apoño 7; Eliseu 6,5, Baha 5,5(Salva s.v., m. 86), Duda 7(Nacho s.v., m. 84); Adrián 6,5(Luque 6, m. 72).
In panchina: Arnau; Cuadrado, Miguel Ángel y Fernando.
Goles: 0-1. M. 37. Duda. 0-2. M. 85. Eliseu.
Árbitro: Rubinos Pérez. Amonestó a Jesús Gámez, Godín, Apoño y Guille Franco.
Unos 10.000 espectadores en El Madrigal.
Il Málaga, che già non era stato malaccio contro il Real Madrid, conferma che la prestazione patetica del Camp Nou era stata solo una sbandata. Squadra equilibrata, completa, armoniosa e sfrontata quella di Tapia: complimenti davvero.
Gli ospiti confermano la formazione del Real Madrid, quindi ancora Jesús Gámez centrale al posto dell’indisponibile Helder Rosario (soluzione curiosa se si pensa che Gámez è uno dei migliori terzini destri del campionato e che in panchina sarebbe comunque disponibile un centrale di ruolo come Cuadrado).
Pellegrini ha gli uomini contati a centrocampo: mancano Matias, Cazorla e Pires, c’è solo una mezzapunta di ruolo, Ibagaza, e perciò il tecnico cileno sposta Ibagaza a destra e schiera Bruno come esterno sinistro, anche se i movimenti del canterano logicamente tendono a disegnare in mediana più un trivote (Eguren vertice basso, Senna centro-destra, Bruno centro-sinistra) che il solito 4-2-2-2.
Proprio a partire da questa modifica tattica i padroni di casa costruiscono un illusorio predominio iniziale: Bruno è molto attivo nei primi minuti, si offre e crea superiorità nel mezzo assieme a Senna ed Eguren, per poi stabilire la connessione coi movimenti di Ibagaza e Rossi tra le linee. Nihat fallisce un’occasione ghiotta, ma da qui in poi la partita cambia.
Il Málaga prende le misure, stringe le maglie in mezzo al campo e comincia ad affacciarsi con sempre maggior frequenza nella metacampo avversaria. Gli andalusi hanno una manovra semplice, lineare e al tempo stesso gradevole. Cercano sempre di proporre, non buttano mai via la palla e puntano soprattutto a creare situazioni di superiorità numerica sugli esterni per poi arrivare al cross, impostando la manovra su geometrie elementari ma efficaci e su frequenti cambi di gioco. Avanzano a pieno organico e, grazie a migliori distanze fra i reparti, finiscono con l’intrappolare in una ragnatela il Villarreal.
Giuseppe Rossi avrebbe pure l’occasione per il vantaggio, su una sbavatura di Jesús Gámez (unica pecca, anche se piuttosto grave, di una prestazione per il resto convincente), ma il Villarreal ha da tempo perso continuità nella propria azione, e perde sempre più palloni. Uno di questi origina il gol del vantaggio ospite: Apoño ha la vista periferica, e con un lancio di sinistro taglia in pieno la difesa amarilla: Ángel è colpevolmente in ritardo nella chiusura, e così Duda ha tutto il tempo per controllare, mettere a sedere Gonzalo e freddare Diego López. Tutto col sinistro, naturalmente.
Nella ripresa Pellegrini prova ad aumentare il peso offensivo: Eguren non serve più, dentro Guille Franco che va a fare l’esterno/mezzapunta, e dentro anche Llorente al posto di Nihat. Un po’ più di presenza offensiva c’è, Rossi ci prova in più di un’occasione (in una la metterebbe certamente dentro se avesse anche un minimo di gioco aereo nel proprio repertorio), entra anche il canterano Jordi Pablo (va a destra e Ibagaza va nel doble pivote) che qualche numero interessante lo mostra, ma il Málaga regge tutto come sistema difensivo, e mette pure la ciliegina in contropiede: il subentrato Luque scappa nella prateria, alza la testa e serve il raddoppio facile facile ad Eliseu.
I MIGLIORI: Duda è il boss a Málaga, c’è poco da fare. Conosciamo le sue caratteristiche: zero velocità, zero accelerazioni, ma splendido trattamento del pallone. Fa praticamente il regista dalla fascia in questa squadra. Gol d’autore e grande stagione in generale.
L’altro regista, quello ufficiale, è invece Apoño, giocatore che sa stare in campo come pochi. Facilita il gioco dei compagni, sa sempre trovarsi lo spazio per offrire l’appoggio al portatore di palla e da lì reimpostare l’azione. Molto intelligente, utilizza sempre il minor numero di tocchi possibili, ha notevole visione di gioco e ottimo calcio con entrambi i piedi (è destro naturale, ma non ha problemi a sfoderare lanci profondi e millimetrici anche con l’altro piede, vedi l’assist a Duda per l’1-0). Venticinque anni, venuto fuori tardi nel calcio dei grandi, un giocatore che dà molta continuità alla manovra, un’occasione da non lasciarsi sfuggire per chi vorrebbe rinnovare il proprio organico con elementi di qualità ma non troppo costosi (penso al Valencia prima di tutto, ma anche al Villarreal come vice o come partner di Senna non starebbe affatto male).
Fa intravedere cose molto interessanti Adrián López: fa molto movimento su tutto il fronte d’attacco, impressiona con un paio di accelerazioni palla al piede dalle fasce. A ventuno anni non è ancora esploso, nemmeno in questa stagione ha lasciato troppo il segno, ma la sensazione è che dalla prossima stagione, quando allo scadere del prestito tornerà quasi certamente al Deportivo, potrà cominciare a farlo.
I PEGGIORI: Un po’ grigio Baha, Nihat continua a non vedere la porta in una stagione per lui disgraziata: poche presenze, molti contrattempi fisici, e la forte sensazione che il meglio di sé lo abbia già dato ampiamente. Naufraga il centrocampo del Villarreal, è lì che si decide la partita.
Villarreal (4-4-2): Diego López 6; Ángel 5,5, Gonzalo 6,5, Godín 6, Capdevila 6; Ibagaza 5,5, Senna 5,5, Eguren 5,5(Llorente 5,5, m. 53), Bruno 5,5(Jordi Pablo 6, m. 76); Rossi 6, Nihat 5,5(Guille Franco 6, m. 53).
In panchina: Viera; Cygan, Fuentes y Cristóbal.
Málaga (4-2-3-1): Goitia 6,5; Gaspar 6,5, Jesús Gámez 5,5, Weligton 6,5, Calleja 6; Lolo 6,5, Apoño 7; Eliseu 6,5, Baha 5,5(Salva s.v., m. 86), Duda 7(Nacho s.v., m. 84); Adrián 6,5(Luque 6, m. 72).
In panchina: Arnau; Cuadrado, Miguel Ángel y Fernando.
Goles: 0-1. M. 37. Duda. 0-2. M. 85. Eliseu.
Árbitro: Rubinos Pérez. Amonestó a Jesús Gámez, Godín, Apoño y Guille Franco.
Unos 10.000 espectadores en El Madrigal.
Etichette: Liga, Málaga, Villarreal
2 Comments:
Devo dire che ad inizio stagione avevo eccessivamente sottovalutato questo malaga,mentre invece si sta dimostrando una bella realtà in questa stagione,volendo sognare il quarto posto a 3 punti.
Brutte notizie per il villareal,visto che ora le inseguitrici si sono avvicinate,corsa al quarto piazzamento champions apertissima.
Ciao,
Manuel.
Ciao Manuel, se tu lo avevi sottovalutato eccessivamente, io invece ci ho fatto una figuraccia :-)
Lo davo, e non ero l'unico, retrocesso quasi in partenza, e invece...
Non mi convinceva la strategia di puntare sui cavalli di ritorno e sui veterani (Duda, Miguel Angel, Luque, Nacho...), cosa che preoccupava gli stessi tifosi del Malaga, poi vedevo anche un buco sulla fascia destra (il solo Cheli sulla destra... ma Tapia ha risolto in maniera super-brillante adattando il mancino Eliseu), sottovalutavo l'impatto con la Primera di Eliseu e Baha (non ho mai sottovalutato invece Gamez e Apono)... insomma tutta una serie di fattori sui quali sono stato smentito in pieno.
Non è una squadra trascendentale, però è molto equilibrata e tutto sommato completa in rapporto al potenziale di base.
Ha una buona organizzazione, possiede i due requisiti fondamentali per una squadra competitiva: la capacità di restringere il campo quando è l'avversario ad avere la palla e quella di allargarlo invece quando la palla ce l'hai tu. Due cose semplici ma indispensabili.
Non ha ovviamente picchi tecnici fenomenali, ma ha un po' di tutto nell'arsenale: geometrie e regia (Apono, Duda), velocità e profondità (Eliseu, Adrian), ampiezza (i terzini Jesus Gamez e Calleja spingono bene), solidità difensiva (Weligton, e anche il centrocampista difensivo Lolo) e pure uomini d'area (Salva, e anche Baha, anche se quest'anno il marocchino non gioca prima punta, gioca in appoggio sulla trequarti).
Oltre alla disciplina tattica e un livello tecnico più che accettabile poi c'è una mentalità giusta: è una squadra che gioca concentrata ma mai contratta, non ha paura di giocare alla pari quando la partita lo consente.
Beh, per la Champions attuale il Villarreal lo vedo mezzo spacciato. Senna e Cazorla sono giocatori insostituibili nell'elaborazione della manovra, questa è una verità che pesa come un macigno e all'Emirates il Villarreal non potrà che risentirne (ci manca solo che salti pure Giuseppe Rossi, e Pellegrini può anche recarsi a Lourdes...).
Per la corsa al quarto posto, ha perso punti preziosi, ma è ancora in piedi: a livello di gioco resta ancora una squadra più convincente di Valencia e Atlético, anche se queste due squadre hanno individualità offensive molto più determinanti di quelle del Villarreal.
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