mercoledì, aprile 29, 2009

Poco calcio, nulla di fatto.

Zero a zero al termine della semifinale d'andata fra Barça e Chelsea. Risultato indecifrabile, o meglio risultato dalle varie possibili letture: Hiddink potrà essere soddisfatto per aver bloccato la squadra nettamente più prolifica del calcio europeo, Guardiola ha comunque raggiunto l'obiettivo minimo, cioè non incassare gol in casa, e mantiene comunque la consapevolezza del fatto che i suoi un gol al Chelsea possono sempre farlo, e che dal Camp Nou a Stamford Bridge lo stile di gioco blaugrana non cambierà, semplicemente perchè il Barça non sa giocare in altro modo, questo è il suo marchio di fabbrica, al tempo stesso il suo pregio, il suo limite e la componente-chiave del fascino del club.

Quello che dovrebbe cambiare nella gara di ritorno è invece l'impostazione del Chelsea, necessariamente, per la spinta del pubblico di casa e per l'esigenza comunque di dover segnare. La proposta dei blues ieri sera è stata senza mezzi termini poverissima: lungi da me criticare la strategia difensivista scelta da Hiddink, sarebbe ingenuo farlo perchè NESSUNO va mai al Camp Nou a fare la partita, neppure il Manchester United, però ci sono differenze fra strategia difensivista e strategia difensivista.
Prendiamo ad esempio il confronto col Valencia di sabato scorso: nemmeno Emery aveva l'obiettivo di dominare il possesso-palla e passare tutto il tempo nella metacampo avversaria, però il suo Valencia ha giocato una partita completissima, di personalità in entrambe le fasi, pressando, chiudendo ma anche elaborando (sottolineo il verbo "elaborando") l'azione di contropiede ogni qualvolta se ne presentava l'opportunità.
Il Chelsea di ieri invece non ha giocato una partita completa nelle due fasi perchè molto semplicemente ha trascurato del tutto la fase offensiva. La distanza fra Drogba e il resto della squadra è stata per tutta la serata eccessiva, e ha impedito ogni tipo di appoggio da parte del centrocampo e di contropiede manovrato (Lampard scomparso dalla carta geografica), e il tutto si è ridotto al retropassaggio verso Cech e al rinvio lungo su Drogba, troppo solo (anche lui che è un fenomeno nel gioco aereo) per poter rendere fruttuosi quei pochi palloni che, stretto fra Piqué e Márquez, riusciva a catturare. Esemplare a questo proposito che l'unica azione pericolosa, pericolosissima, degli ospiti (oltre a un colpo di testa alto di Ballack su un calcio piazzato nella ripresa) sia venuta da un regalo del Barça, un retropassaggio errato di Márquez che lancia Drogba verso Valdés, formidabile nel doppio intervento (soprattutto il secondo: il portiere blaugrana ha sempre posseduto un talento notevole nelle uscite basse e nell'uno contro uno con gli attaccanti).
Favorito anche da questo atteggiamento del Chelsea, il Barça non ha dovuto guardarsi troppo alle spalle, e ha avuto il merito di disputare una gara corretta e concentrata in fase di non possesso, aggredendo nella metacampo avversaria e recuperando palla più lontano possibile da Valdés. Scacciato il maggior timore della vigilia, quello cioè di concedere palle alte nella propria area e calci piazzati nella propria trequarti, dove il Chelsea avrebbe potuto far valere un peso nettamente preponderante.

Dove il Barça non ha fatto appieno il proprio dovere è stato quando aveva il pallone tra i piedi. Il fatto che sia stata delle due l'unica squadra a provare a giocare non vuol dire che ci sia riuscito al meglio. Gli uomini di Guardiola sono un po'caduti nella trappola: la strategia di Hiddink ha puntato ad accumulare uomini a centrocampo, specialmente per togliere al Barça gli spazi per agire fra le linee. Essien a destra per aiutare Ballack (centro-destra) su Iniesta e Ivanovic su Henry; Mikel sul centro-sinistra per controllare Xavi e raddoppiare in aiuto a Bosingwa, praticamente a uomo su Messi; Lampard staccato, teoricamente trequartista ma in pratica aggiunto in copertura, con Malouda incaricato di disturbare Alves.
Va detto che il Chelsea ha giocato sicuramente più corto e aggressivo del Bayern, ma anche il Barça ha fatto poco per uscire da una certa prevedibilità. C'è stata solo una breve fase nel primo tempo in cui i padroni di casa hanno cercato di muovere il pallone con pazienza e ad allargare le maglie del Chelsea con movimenti coordinati fra centrocampo e attacco (del tipo Eto'o viene incontro, Xavi o Iniesta va nello spazio lasciato dal camerunese, Henry taglia etc...), gli unici che possono creare delle crepe in una difesa così chiusa; per il resto, il 4-3-3 blaugrana ha accusato una certa staticità, facilitando il compito del Chelsea: con pochi movimenti che creassero dubbi, ogni difensore del Chelsea ha mantenuto saldo il proprio punto di riferimento in fase difensiva, l'uomo da controllare (che fosse l'uomo nella propria zona o l'uomo da controllare dovunque andasse, come nel caso di Bosingwa su Messi), e così si è spesso giocato sul tentativo individuale e sul corpo a corpo, dove chiaramente dal punto di vista fisico il Chelsea era favorito.
Il Barça doveva far correre il pallone per aggirare questa eventualità, ma non c'è riuscito e non ha occupato razionalmente il campo, talvolta intestardendosi in tentativi impossibili al centro (Alves non ha giocato una partita particolarmente intelligente, solo nell'ultimo quarto d'ora ha affondato sulla fascia), facendosi prendere pure da un certo nervosismo (qui ancora si segnala Alves, con le sue classiche scenate, insopportabili sin dai tempi del Sevilla). Nelle fasi finali del match sono arrivate le occasioni, quando il Chelsea allenta un po' le marcature e prima Bojan (incredibile errore sottoporta) e poi Hleb non centrano il bersaglio (mentre precedentemente Cech aveva salvato da fuoriclasse su Eto'o).

Al Barça è mancata la capacità per abbattere il muro del Chelsea anche perchè sono mancate le individualità capaci di fare la differenza, in particolare Messi: può sorprendere la partita deludente dell'argentino a un primo sguardo, ma non se inquadrata nel periodo di forma che attraversa l'argentino. Segna contro Getafe e Valencia, può sempre decidere un match perchè ha un talento inarrivabile, ma lo spunto nell'uno contro uno in questo periodo non c'è, c'è poco da fare. L'unica possibilità di incidere che ha Leo in questa periodo risiede nella capacità di nascondere il pallone e triangolare coi compagni, che comunque non è poco.
Con Xavi che è quello che è (senza nessun intento dispregiativo: voglio solo dire che si tratta di un giocatore che dipende dal movimento dei compagni, e perciò finisce per adeguarsi al copione che la partita gli presenta), il giocatore che in questo momento tira la carretta nel Barça è Iniesta, in grande condizione, netto vincitore del duello con Ballack (il quale dovrebbe prendersi un secondo cartellino giallo, ma dall'altra parte anche Alves viene graziato ed evita la squalifica; può recriminare invece il Barça per il più che probabile contatto da rigore fra Bosingwa ed Henry ), anche se questo non è bastato per decidere il match. Positivo anche Henry, l'unico a dare profondità sulla fascia, almeno fino allo scontro aereo con Alex dal quale esce malconcio nella ripresa.
Il miglior blaugrana però è stato Piqué: qualche piccola sbavatura c'è stata, ma la differenza col centrale di inizio stagione, in termini di personalità e di concentrazione, va sempre più rimarcata. Da difensore con l'erroraccio sempre in canna a difensore capace di condizionare pure la fase offensiva, iniziando la manovra con visione di gioco e qualità. Importante quando avanza palla al piede coi centrocampisti marcati, splendido in alcuni cambi di gioco e lanci smarcanti (in uno di 40 metri ad Alves sembrava quasi Xabi Alonso). Buona anche la prestazione di Yaya Touré, non tanto in fase di costruzione (dove continua ad appesantire troppo la manovra per i miei gusti) quanto piuttosto in interdizione, dove le grandi doti atletiche dell'ivoriano hanno rappresentato un'arma fondamentale per spezzare i tentativi di rilancio del Chelsea.

Sulla partita di ritorno del Barça pesa però un'enorme incognita, rappresentata dalle assenze: la peggior notizia di tutte è l'infortunio al menisco di Márquez, fuori per i prossimi due-tre mesi. L'importanza di questo giocatore è stata sottolineata più volte, e va al di là del lato strettamente difensivo. Nella rosa blaugrana, e non solo nella rosa blaugrana, è il difensore nettamente più dotato nell'impostare il gioco dalle retrovie. La sua presenza, la sua sicurezza e qualità nel giocare la palla, fa di per sè guadagnare metri preziosi a tutta la squadra ad inizio azione, rappresentando l'anticamera del dominio che il Barça riesce ad esercitare nelle giornate migliori.
In assenza del messicano, l'avversario ha un'arma in più sulla quale fare leva: già contro il Valencia abbiamo visto come la coppia Puyol-Piqué faticasse maggiormente ad iniziare l'azione, accusando il pressing e facilitando il posizionamento difensivo avversario. A Stamford Bridge c'è da immaginarsi uno scenario simile se non peggiore: un Chelsea necessariamente più aggressivo cercherà di forzare errori di impostazione che in assenza di Márquez si fanno più probabili, e per questa via esercitare una forte pressione nella metacampo blaugrana.
Pressione che potrebbe diventare difficile da sostenere per una linea difensiva che Guardiola dovrà improvvisare: all'infortunio di Márquez si aggiunge infatti la squalifica di Puyol. Il capitano comincia a perdere colpi sì, ma la sua esperienza resta importantissima a certi livelli, fornisce molte più certezze del dover adattare Abidal al centro (il vecchio ruolo del francese) o del gettare nella mischia Cáceres. Ancora acerbo l'uruguagio, e poco sperimentato durante la stagione. Per Piqué sarà una prova ancora più impegnativa: non potendo muoversi sotto l'ombrello protettivo di un Puyol o un Márquez, dovrà essere lui il leader del reparto, chiamato ad un ulteriore salto di qualità nella sua crescita.
Qui si rivolta contro Guardiola la politica di sottoutilizzazione di certi giocatori: Cáceres, così come Hleb, è uno di quegli elementi che formalmente fanno parte della rosa, ma finora son stati corpi estranei, impiegati poco, in partite o spezzoni insignificanti, oppure fuori ruolo (Hleb). Guardiola non ci ha creduto, non ci ha lavorato sopra abbastanza, e così per il Barça certi giocatori diventano ancora più irrinunciabili in questo massacrante finale di stagione.

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8 Comments:

Blogger Francesco said...

Brutta tegola, l'assenza di Marquez. In ogni caso, ipenso che una grande squadra debba essere capace di vincere a Londra o comunque di tirar fuori un risultato positivo, per dimostrarsi tale.

E' arrivato il momento di risponedere: chi lo vince il clasico? :P

8:42 PM  
Blogger valentino tola said...

Certo, ma una grande squadra può anche perdere con un'altra grande squadra in una semifinale di Champions, anche con Marquez.
Comunque, la situazione più grave è la contemporanea assenza di Puyol, il fatto di dover per forza giocare con elementi di scarsa garanzia come Abidal, Caceres o anche Sylvinho (nel caso Abidal facesse il centrale, giocherebbe lui, e sarebbero dolori...).
Le assenze non devono essere mai un alibi, ma quando sono importanti incidono, c'è poco da fare (penso anche alle assenze di Novembre e Dicembre del Madrid). Così come incide il fatto di avere un calendario in questo finale di stagione impegnativo come per nessun'altra squadra in Europa.


Pareggiano, 1-1, gol di Raul e Henry... e scusa se ti tolgo la sorpresa :P

10:40 PM  
Blogger Carlo Pizzigoni said...

Ma Valentino, tu che segui quasi giornalmente il Barça, come la leggi la sostituzione di Eto'o?
Io credo che la chiave dell partita sia stata l alentezza con cui il Barça faceva arrivare il pallone sul lato, quando c'è arrivato con più continuità e tempismo ha creato diversi pericoli. Eccessiva la ricerca di no contro uno, di triangoli cercati in zona centrale partendo quasi sempre da situazioni statiche. A me del Barça è piaciuta solo la primissima fase di non possesso (delicatissima per una squadra che attacca con tutti quegli uomini), gestita benissimo: grazie a i due centrali dietro e soprattutto per Yaya (tuttavia, pur idolatrandolo, sono con Valentino per le perplessità circa i suoi continui tocchi e tocchetti in mezzo al campo).

11:31 AM  
Anonymous Manuel said...

Io sono fiducioso,il chelsea sarà costretto a cambiare,il barca no.

Il chelsea non potrà ripetere il vergognoso (per me,che sono estimatore di hiddink dal lontano 98,è stato un colpo tremendo) spettacolo del camp nou,in cui poteva attingere a tutte le motivazioni possibili,visti i precedenti di bayern e lione.

Ma a stamford bridge dovrà giocarsela,concedere spazi e rincorrere i palleggiatori blaugrana,che non cederebbero l'iniziativa agli avversari neanche per tutto l'oro del mondo.
Il copione cambierà,leggermente,almeno,in favore del barca.
Nonostante il fattore campo.

Un barca criticato forse troppo per la scarsa concretezza o per la mancanza di alternative al suo gioco che,comunque,è in costante ascesa da inizio anno e ha tritato qualunque avversario gli si parasse davanti,una squadra bella,efficace e prolifica.

Peccato che ora arriva il real,se il barca non perde congela il campionato,se dovesse vincere è fatta...ma se finisse come ne io ne te ci auguriamo,valentino,temo un effetto domino.

Ps.
Quindi secondo te guardiola ha un pò sconfessato la campagna acquisti estiva?
Eppure hleb mi era sembrato un ottimo acquisto,ma magari lui aveva chiesto altro,caceres mi era sembrato anche a me un affare azzardato.

Ciao,


Manuel.

11:57 AM  
Anonymous Hincha Madridista said...

Non ho potuto vedere la partita (grazie RAI!) a parte i gol e la sintesi del primo tempo, per cui risponderò solo alla domanda di Francesco,
chi vince il Classico?
Il Madrid è chiaro, e chi se no?
2-0: Raul e Higuain!
Hala Madrid, vamos a ganar.
@ Valentino: quale credi siano le mosse da fare per Juande per imbrigliare il Barca come ha fatto da Emery e Hiddink ma magari vincere anche la gara (il pareggio non ci serve)?

11:58 AM  
Blogger valentino tola said...

@ Carlo
Pienamente d'accordo con le tue osservazioni sulla partita del Barça.

Troppo statico il 4-3-3 in fase offensiva, troppo leggibile.

In fase di non possesso hanno accorciato benissimo sia Touré che i centrali (Marquez in questo, nel posizionarsi e anticipare la giocata, è un giocatore mostruoso). Credo sia l'aspetto sul quale Guardiola insista di più, e quello che ha permesso (fra le altre cose) al Barça di recuperare la competitività. Per come è strutturata, non è una squadra che può difendersi nella propria metacampo.

Busquets ha tempi di gioco migliori di Touré in fase di possesso, e anche movimenti senza palla meglio coordinati con quelli di Xavi e Iniesta. Però Yaya ha una capacità atletica, nel contrasto e nell'allungo, che Busquets non ha e che è preziosissima per una squadra come il Barça portata a rischiare situazioni di parità numerica nella propria metacampo.

@ Manuel
La partita di Stamford Bridge presenta potenzialmente uno svantaggio e un vantaggio al tempo stesso.
Lo svantaggio è che il Chelsea premerà di più nell'area del Barça, per forza di cose. Queste vorrà dire più palle contese per giocatori fortissimi nel gioco aereo e negli inserimenti come Drogba, Ballack e Lampard. Dovrebbe voler dire anche più calci piazzati nella trequarti blaugrana. Una situazione pericolosissima, perchè il Barça è sfavorito da questo punto di vista, e perchè non si sa che tenuta potrà avere una linea difensiva Alves-Piqué-Caceres-Abidal (oppure, ipotesi peggiore, Alves-Piqué-Abidal-Sylvinho) in questo caso.
Dall'altra parte però il Barça potrebbe avere più spazi per palleggiare, e questo sarebbe un vantaggio enorme.

Non so se Guardiola abbia sconfessato la campagna acquisti, però i nuovi non hanno reso come ci si aspettava, almeno nel caso di Hleb. Keita ha più o meno il ruolo che ci si aspettava, un dodicesimo uomo che fa il suo; sia lui che Hleb dovrebbero essere stati chiesti da Guardiola, però nel caso del bielorusso siamo davanti a un investimento a vuoto sinora.
La cosa mi sorprende, perchè io vedevo in Hleb un giocatore adattissimo alla filosofia del Barça, un centrocampista offensivo mobile, duttile, portato al dialogo palla a terra (a parte certe azioni individuali illogiche che si tira fuori ogni tanto).
Un giocatore che ama stare nel vivo del gioco, dove però Guardiola non l'ha praticamente mai schierato: non ho mai capito, e non sono l'unico, perchè Pep non lo abbia mai utilizzato come mezzala, a sinistra o a destra. Non ci ha nemmeno provato, nemmeno nelle gare minori di Liga o di Copa del Rey. Invece Hleb è stato esiliato sull'out destro o sinistro del tridente, un animale in cattività.
Peccato, adesso il Barça avrebbe un alternativa in più in mezzo al campo, un'alternativa di lusso che permetterebbe di dipendere un po' meno da Iniesta, e invece di fatto si trova con un giocatore in meno nella rosa.
Oltre all'utilizzo secondo me inappropriato di Guardiola poi si è messo il carattere di Hleb: mai stato un cuor di leone, ma uno che piuttosto si fa trascinare dalle situazioni. Ha fatto poco per ribellarsi a questa situazione quando è stato chiamato in causa, e pare anche che non si sia riuscito a integrare nello spogliatoio. Di certo non si è integrato nel gioco, raramente si muove in armonia col resto della squadra, va troppo veloce quando c'è da rallentare, tenta l'azione personale quando non deve, la passa quando invece deve tentare l'uno contro uno, oppure la passa coi tempi sbagliati... gira male.
Caceres era un acquisto più a lungo termine, per cui non deve sorprendere tanto se quest'anno ha giocato poco. Resta il fatto comunque che, avendo giocato poco e non essendo ancora pienamente maturato, la sua presenza a Stamford Bridge potrebbe rivelarsi un rischio.
è uno talentuoso, ha doti atletiche e uno stile di gioco paragonabile a quello di Sergio Ramos (pur essendo ruoli diversi),ma deve migliorare tatticamente e misurare una certa istintività. In Champions ci vogliono difensori possibilmente esperti, da zero errori in 90 minuti.

@ Hincha
Mamma che domanda impegnativa! Temo mistia sopravvalutando, comunque ci provo.

Ci sono due strade alternative per il Real Madrid: una è quella di non cambiare nulla e giocare come sempre, puntando tutto sulla generosità e l'agonismo.
L'altra passa per la tattica, e in questo caso la priorità sarebbe quella di annullare le fonti di gioco del Barça, ovviamente senza rinunciare ad attaccare.
Due cose fondamentali contro il Barça: togliere lo spazio tra le linee a Messi e soffocare Xavi e soprattutto Iniesta.
è una cosa che si può fare con qualunque modulo, giocando con la concentrazione al massimo e le distanze giuste fra i reparti, ma se mi chiedi una variazione del modulo, io personalmente proverei un 5-4-1, una cosa che Juande non farà mai.
5-4-1 col centrocampo a rombo: un vertice basso davanti alla difesa (Gago), che stringerebbe in una morsa Messi assieme al terzino sinistro, un giocatore sul centro-destra che vigili su Iniesta, e qui Lass sarebbe perfetto, e poi a sinistra metterei Marcelo, che giocherebbe nella zona di Xavi e darebbe una mano in raddoppio sulla sinistra, ma soprattutto avrebbe il compito di rilanciare il gioco. Io il brasiliano in assoluto lo preferisco come terzino, però in questo tipo di partita contro il Barça il terzino (Torres) avrebbe una funzione esclusivamente difensiva, per cui meglio non perdere la capacità di palleggio di Marcelo, che in questo periodo è una sorta di regista aggiunto nel Real Madrid.
A chiudere il rombo come vertice alto metterei Raul, che dovrebbe sacrificarsi in una gara da centrocampista pienamente nelle sue corde. Dovrebbe giocare nella zona di Touré (o Busquets) quando la palla ce l'ha il Barça, e poi invece aiutare a rilanciare l'azione ed inserirsi quando la palla ce l'ha il Barça.
Un rombo per stringere le maglie e togliere gli spazi al centro al Barça. Non c'è problema a lasciare un po' di spazio al Barça sulla sua sinistra, perchè lì attacca solo Henry e Abidal è innocuo in sovrapposizione. A destra si correrebbe il rischio di lasciare un po' di spazio ad Alves, ma è un rischio calcolato: anzitutto gli si toglierebbe l'appoggio di Messi e Xavi, che è quello che esalta veramente il brasiliano, poi lo si lascerebbe avanzare qualche metro per poter forzare una perdita del pallone e attaccare lo spazio alle sue spalle, nel quale si muoverebbe Higuain. Higuain farebbe l'unica punta, con tendenza a defilarsi sulla sinistra, pronto ad allungare la squadra in contropiede.La situazione ideale sarebbe questa: il Barça perde palla, Higuain riparte alle spalle di Alves, il Barça rientra precipitosamente nella propria metacampo e nello spazio lasciato al centro da Higuain si inseriscono a sorpresa Raul e Marcelo (con magari pure Ramos a fiondarsi dalla destra).

Perchè opterei per la difesa a 5? Per contrastare un movimento offensivo che il Barça ripete spesso con successo, e che allarga le difese avversarie. Il movimento è questo: il triangolo Messi-Xavi-Alves fabbrica l'azione sulla destra, attira la difesa avversaria in quella zona, nel mentre Eto'o si muove fra i due difensori centrali (la squadra avversaria gioca con una difesa a 4). Ad Eto'o però si aggiunge l'inserimento della mezzala sinistra del Barça (Iniesta, Keita, Busquets o Gudjohnsen), che obbliga il terzino destro avversario a stringere verso il centro in aiuto ai difensori centrali.
In questo modo Henry resta largo a sinistra, viene servito con un cambio di gioco e ha lo spazio e il tempo per giocare l'uno contro uno col terzino destro. è un'azione che abbiamo visto tantissime volte quest'anno.
Io penso che giocare con cinque difensori limiterebbe la possibilità di questo cambio di gioco da parte del Barça. Ma forse il problema non si pone nemmeno se il gioco del Barça viene neutralizzato alla fonte, cioè nel quartetto Messi-Alves-Xavi-Iniesta.

------------IKER------------

RAMOS--?-METZELDER-CANN-TORRES

------------GAGO------------
-------LASS--------MARCELO--
------------RAUL------------

------------------HIGUAIN---

Alternativa dalla panchina: Robben nella ripresa (a seconda del risultato), pare ce la faccia a recuperare per giocare qualche minuto sabato.

Comunque, non credo che il Madrid giocherà così (con la squalifica di Pepe ci sarebbe anche il problema della scelta del terzo centrale, visto che sprecare Ramos al centro per mettere il cadavere di Salgado a destra sarebbe un bell'indebolimento), farà la sua partita con la solita formazione.

5:06 PM  
Blogger madrid7 said...

Partita incredibile se si pensa ad una semi-finale di Champions league.
Articolo giustissimo, la considerazione sul Barça perfetta, ma vorrei sottolineare anche come, a mio modo di vedere, il Barcelona cerca troppo il goal "pulito", ovvero sempre su una bella azione, e solo poche volte lo cerchi con magari una giocata diciamo così "fuori dagli schemi"
Quello che non ho mai capito di questa squadra, ma non solo di questa di Guardiola ma del FC Barcelona in generale, è perchè si cerchi sempre solo la situazione pulita, quando un goal fatto dopo una super-azione vale 1 e cioè quanto uno fatti in mischia.
Certo, giocare all'attacco va bene, è divertente, però a volte cercare magari la verticalizzazione prima a costo di perdere subito na palla.
Nel caso di Martedì, poi il Chelsea non creava pericoli nemmeno in fase di contro-piede.
Il Chelsea, appunto.
Se non fosse perchè l'avversario era il Barça avrei inveito fino a perdere il dono della parola contro la compagine Inglese, una gara imbarazzante, soprattutto nell'era della TV.
La cosa scandalosa era che anche in fase di possesso, la palla veniva ripassata indietro fino a Cech che la saracchiava lontano il più non posso.
Ora Hiddink ha ottenuto ciò che voleva, ma mi sorge logica una domanda:COME PENSA DI VINCERE QUESTA ELIMINATORIA?
Sul Clasico dico 1-2 Henry Eto'o per il Barça, Higuain per il Madrid.

11:46 PM  
Blogger valentino tola said...

Il Chelsea non offriva proprio gli spazi per verticalizzare, il problema semmai era aggirare il suo sistema difensivo. E qui devo dire che al Barça è mancata proprio un'azione "pulita". Pulita nel senso di fluida: il ritmo dell'azione non è mai decollato perchè il Barça non ha fatto i movimenti senza palla giusti per crearsi gli spazi (Alves è tornato a commettere l'errore della prima giornata di Liga a Soria: imbottigliarsi al centro quando invece Messi gli lasciava la fascia libera), e quindi è caduto nella trappola di un gioco statico ed eccessivamente legato all'uno contro uno o a triangolazioni centrali forzate (quello di cui si parla nell'articolo e che ha sottolineato anche il commento di Carlo). In questo senso a mio avviso il gioco del Barça di martedì in realtà è stato poco "pulito".

Serata impegnativa, mettono di fila il Clasico e Villarreal-Sevilla, altra grande e importantissima partita. Entrambe molto impegnative per me che dovrò scriverci, quindi mi scuso in anticipo con voi se i tempi per la pubblicazione saranno lunghi.

7:32 PM  

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