venerdì, marzo 16, 2007

Paaalooooooooop!!!


A Donetsk si sta giocando l’ ultimo minuto di recupero, siamo quasi al 94’ quando il Sevilla, campione in carica ormai già eliminato dalla Coppa Uefa, dispone di un calcio d’ angolo, l’ ultimissima occasione per riportarsi in carreggiata e andare ai supplementari. Daniel Alves, senza illudersi più di tanto, la butta in mezzo dalla destra, quand’ ecco che, solo soletto al centro dell’ area, sbuca un figuro di nero vestito che la insacca fra l’ incredulità generale. Anni fa avremmo pensato ad un arbitro particolarmente mattacchione, ma siccome Paparesta è conciato da nonno vigile, realizziamo che si tratta di Andres Palop, il vero eroe di quest’ incredibile serata, perché il 2-3 decisivo di Chevanton alla fine del primo tempo supplementare non avrebbe avuto ragione di esistere senza questo lampo di follia.

Altra partita epica, sembra che Eupalla in una sola settimana si voglia sdebitare di tanto calcio moscio e balbettato visto in questa stagione. Svolte clamorose che si susseguono nel giro di pochi minuti: all’ 82’ Elano, inspiegabilmente partito dalla panchina, segnava in contropiede il 2-1 che, sommato al 2-2 del Sanchez Pizjuan, sembrava affossare ogni residua speranza per il Sevilla. Ma Palop ribalta completamente la logica della partita, deprimendo uno Shakhtar che nei supplementari non può che consegnarsi al miracolato Sevilla.
Il copione della partita era sembrato chiaro sin dall' avvio: il primo tempo è a senso unico, ed evidenzia la netta superiorità del Sevilla, che interpreta il match nel modo migliore. Shakhtar schiacciato nella sua metacampo, monologo degli ospiti che però si infrangono puntualmente al momento di raccogliere il meritato vantaggio. Quattro-cinque occasioni chiare, un palo per Maresca, resta comunque un piacere vedere una squadra che gioca a memoria come fa il Sevilla: meno spinta del solito sulle fasce, ma movimenti perfetti delle punte, pressing costante degli attaccanti, centrocampo e difesa perfetti nell’ accorciare e nel non dare respiro agli approssimativi rilanci dello Shakhtar.
Nel secondo tempo però il vento cambia, e da subito, quando Matuzalem inaugura il filone delle follie con un gol memorabile: sul cross dalla sinistra i due centrali del Sevilla sono troppo arretrati, nessuno copre l’ inserimento del brasiliano ex-Brescia, il quale tira fuori dal cilindro uno “scorpione” (Higuita, Coridon…) che con una parabola morbida si insacca lasciando Palop (e non solo lui) basito. Ma il gol non ha tempo sufficiente per rivelarsi particolarmente pesante, perché dopo pochi minuti il Sevilla trova il pareggio, con un colpo di testa di Maresca su cross dalla destra di Daniel Alves (è inutile, c’è sempre lui di mezzo).
Il Sevilla, ragionando, avrebbe tutto il tempo per creare l’ occasione giusta e conquistarsi la qualificazione, come del resto stava per fare nel primo tempo, ma non se la gioca granchè bene. Juande opera due cambi: Puerta per Adriano a sinistra, e Chevanton per Hinkel, con Alves che scala in difesa. Mossa quest' ultima che in diretta avevo trovato discutibile, perché ritenevo preferibile allargare il campo, arretrando sì Alves ma dando nuovo vigore alla fascia destra inserendo magari Alfaro, per un assetto più offensivo ma sostanzialmente invariato. Invece a destra ci va Chevanton, per provare da lì il taglio in area di rigore.
Il lancio verso Kanouté, una delle soluzioni classiche del Sevilla, diventa ora l’ unica soluzione, un po’ troppo scontata. Kanouté, nell’ ambito della Liga, è certamente impareggiabile sia come torre che come centravanti-boa, ma a prevalere ora è la confusione più che l’ attacco armonico e la varietà di soluzioni del primo tempo, e difatti il Sevilla crea poco o nulla.
Intanto, lo Shakhtar dà finalmente spazio alla sua stella Elano (da tempo cercato con insistenza dall’ Atlético Madrid), che aggiunge ulteriori grattacapi al Sevilla. Alves non riesce proprio a prendergli le misure, e su un’ azione ben congegnata dagli ucraini, i quali riescono a manomettere il fuorigioco andaluso (l’ attaccante in fuorigioco passivo si disinteressa del pallone, e nel mentre Elano sorprende arrivando dalle retrovie), Elano si presenta davanti a Palop, e da posizione un po’ defilata, lo fredda con un sinistro radente e ben angolato.
Pare il colpo di grazia, anche perché il Sevilla, al di là di qualche mischia casuale, brilla ora per l’ assenza d’ idee. Quasi al novantesimo, Maresca, smarcato da una torre di Kanoutè su lancio dalla difesa, alza appena sopra la traversa, ma non è l’ ultima occasione, perché in agguato c’è Palop.
Lo sconvolgimento del 2-2 consegna virtualmente la partita al Sevilla, che si gioca il primo tempo supplementare sull’ onda dell’ euforia e approfitta dello sconcerto dei padroni di casa per andare a chiudere i conti con Chevanton (taglio dentro su invito di Luis Fabiano e sinistro sul primo palo che rende vana l' uscita di Shust), proprio il giocatore più deludente finora, uno dei pochi di questa stagione sevillista. Il secondo tempo supplementare è tranquilla gestione dell’ insperato vantaggio, con annessa opportunità, sciupata da Duda (un altro di quelli deludenti), di arrotondare il risultato.

Tre squadre spagnole qualificate ai quarti di Coppa Uefa, ottimo risultato che compensa le magre della Champions e conferma l’ eccellente livello della classe media della Liga, forse la migliore di tutto il calcio europeo.
L’ Espanyol, che a questa competizione ci tiene parecchio, elimina con un gran secondo tempo il Maccabi Haifa, 4-0 il risultato finale, ma reti ancora inviolate al termine dei primi 45 minuti.
Nel primo tempo l’ Espanyol non riesce a trovare varchi nell’ ordinata difesa israeliana, ma nel secondo il grimaldello si chiama Ivan De la Pena, detto anche “Lo Pelat”. Genio come ce ne sono pochi, che trova l’ 1-0 sblocca-partita con un fenomenale destro da fuori che finisce dritto all’ incrocio alla sinistra di Davidovich.
L’ Espanyol da qui in poi tracima, e in soli nove minuti chiude il discorso-qualificazione grazie alle prodezze degli altri due lati del celebre “Triangolo Magico”, Tamudo e Luis Garcia, magnifici nello smarcarsi quanto implacabili nel finalizzare: Tamudo viene servito da Pandiani e scavalca l’ uscita di Davidovich con un elegante pallonetto, mentre Luis Garcia (partito sulla destra del centrocampo, con Pandiani e Tamudo in attacco, la soluzione più offensiva per Valverde, che generalmente la adotta solo a partita in corso) beneficia ancora una volta di una genialità di De La Pena. Il 4-0, agli sgoccioli finali, lo segna il solito Pandiani con il solito colpo di testa, e non per niente l’ uruguagio viene chiamato il “bomber di coppa”.
Martedì l’ Osasuna con un 1-0 firmato Webo aveva liquidato i Rangers: eliminatoria più equilibrata nel risultato che nel gioco, dato che sia all’ andata (1-1 agguantato all’ ultimo dai Rangers nella loro tana di Ibrox) che al ritorno le cronache hanno segnalato un Osasuna molto più convincente.
Il Celta è la prima del contingente (se escludiamo l’ assurda eliminazione del Villarreal in Intertoto) a salutare: il Werder Brema era un osso troppo duro, ma i galiziani possono uscire a testa alta e non senza avanzare comprensibili recriminazioni. Il 2-0 del Weserstadion è stato un risultato abbastanza bugiardo: nel primo tempo il Celta (senza pezzi grossi come Baiano e Canobbio, causa la situazione delicatissima del campionato) ha tenuto testa al Werder, frenandone il celebre gioco offensivo e amministrando il pallone con la sua ottima proprietà di palleggio. Sbatte però contro l’ arbitro Farina, che sullo 0-0 non assegna un rigore grande come una casa per fallo su Guayre, ammonendo anzi il canario, schierato in questa occasione nel ruolo di prima punta.
Nel secondo tempo, su un’ uscita catastrofica di Esteban, Hugo Almeida porta i tedeschi sull’ 1-0. Subito dopo il Celta segnerebbe il gol dell’ 1-1, che rimetterebbe tutto in discussione e comincerebbe a preoccupare parecchio il Werder, ma il guardalinee ravvisa un fuorigioco inesistente di Perera, entrato proprio al posto dell’ infortunato Guayre nel primo tempo. Nené, sempre in bilico fra la grande giocata e la solenne cretinata, opta per la seconda, perde un pallone nella sua metacampo e spiana la strada al 2-0 di Fritz, che a quel punto chiude ogni discorso.

FOTO: AFP

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3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Meraviglioso il gol di Matuzalem, una chicca in mezzo a una partita straordinaria per intensità ed emozioni. Ho visto un grande Maresca, oltre al solito Daniel Alves, e anche Chevanton mi è sembrato in netta ripresa. Assieme al Werder vedo il Siviglia come favorita numero per la conquista della coppa, anche se il sottoscritto tifa ovviamente per l'Az Alkmaar. Che impresa ieri al DSB Stadion, avrebbe potuto finire 4-0. Non hanno giocato una partita perfetta gli uomini di Van Gaal (Dyer ha sbagliato un gol a porta vuota...), ma quando sono in serata ti fanno ringraziare di esserti appassionato a questo sport. Dalla metà a campo in su sono da vittoria finale.

1:35 PM  
Blogger valentino tola said...

Son d' accordo con le tue favorite, ma anche Az e Tottenham se la possono giocare.
L' Az mi è simpatico e mi diverto sempre a vederlo giocare, ci contavo su un' impresa come quella di ieri. Dembele poi è un vero talento.

P.S.: Mendes da Silva si è per caso infortunato?

2:50 PM  
Blogger valentino tola said...

Ah, dimenticavo: grande Maresca. Nel post non mi son soffermato sulle prestazioni individuali, ma va sottolineato.
Enzo ha avuto la sfortuna di trovarsi davanti ad inizio stagione un Renato mai così convincente nelle sue due precedenti stagioni spagnole, ma ora ha buone chances di tornare titolare anche nella Liga. Juande Ramos, anche quando lo faceva giocare poco o nulla, ha sempre sottolineato la sua importanza, e lo stesso Maresca, pur esprimendo l' ovvio disappunto per non poter giocare, ha sempre mostrato attaccamento alla squadra e ad un ambiente cui si è affezionato parecchio.

Chevanton era stato un grande acquisto, ma gli è costato inserirsi, perchè mentre i suoi compagni ad inizio stagione mietevano vittorie su vittorie, lui era fermo per infortunio.
Pare poi che ci fosse disaccordo sul suo acquisto fra Monchi e Juande Ramos (che non lo desiderava così ardentemente), e prestazioni molto dleudenti hanno acuito certi dubbi.
Speriamo che il gol di ieri gli dia una bella spinta, perchè è un grande attaccante.
Intoccabile Kanoutè (uno dei tre perni di questa squadra assieme ad Alves e Poulsen), è una bella lotta per l' altro posto fra lui, Kerzhakov e Luis Fabiano. Personalmente fra i tre vedo come più completo ed affidabile il nazionale russo.

3:11 PM  

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