lunedì, maggio 07, 2007

TRENTATREESIMA GIORNATA: Real Madrid-Sevilla 3-2: Maresca (S); Van Nistelrooy (R); Robinho (R); Van Nistelrooy (R); Chevanton (S).

Sinceramente inorridisco all’ idea, ma al momento è il Real Madrid il favorito della Liga 2006-2007. La sua condizione psicologica ricorda quella del Milan attuale in Champions League, quella dell’ Italia ’82 e dell’ Italia 2006. Il Barça negli anni scorsi e il Sevilla dell’ ultima stagione e mezza hanno costruito una credibilità tecnico-tattica in assoluto infinitamente superiore, ma siamo allo sprint finale e quello che conta di più è ciò di cui il Real Madrid attualmente è stra-carico, vale a dire fede, fame, ottimismo, entusiasmo, e magari anche un po’ di fortuna quando serve.
Bella partita, soprattutto nel secondo tempo e più per il ritmo e l’ alternanza di emozioni che per la qualità effettiva della manovra, centrocampo instabile, attacchi che si susseguono senza un chiaro dominatore del gioco, ora la bilancia pende dalla parte del Sevilla ora dalla parte del Madrid.
La svolta decisiva si consuma nel secondo tempo, quando l’ ingresso di Guti decide la partita e il Madrid sfrutta spietatamente le sue occasioni a differenza di un Sevilla che ancora si chiede come abbia fatto Alves sull’ 1-1 a sbagliare quel gol a porta vuota.
Non è stato un bel Sevilla, sennò la partita l’ avrebbe vinta, o perlomeno non persa: ha controllato il possesso-palla solo ad inizio partita, mentre nel secondo tempo, quando sullo 0-1 (ma anche sull’ 1-1) avrebbe dovuto blindare il centrocampo con l’ ingresso di Martì, in modo impedire le transizioni rapide al Real Madrid e costringerlo a ragionare a centrocampo, quello cioè che non sa fare, si è consegnato a una partita troppo fluida, da un’ area all’ altra, che non ha fatto altro che creare condizioni favorevoli all’ azione destabilizzante di Guti sulla trequarti.

A 30 anni Guti se le è meritate tutte le critiche feroci e la definizione di eterna promessa rifilatagli a suo tempo dal presidente Calderon, ma quando gioca così non ce n’è per nessuno, è cruciale il suo apporto perché giocatori con le sue caratteristiche non ce ne sono altri nella rosa madridista.
Sublime, la sua entrata ha dato tutt’ altra dimensione agli attacchi del Real Madrid, fino a lì diretti, veementi e convinti ma piuttosto carenti in sede di ultimo passaggio. Guti è uno di quei pochi giocatori della Liga che, assieme a De la Pena, Ronaldinho, Ibagaza, il “purgato” Viqueira e qualcun altro che forse mi dimentico, riesce ad inventare spazi impensabili per i comuni esseri umani.
In Spagna li chiamano pases al hueco, “passaggi nel vuoto”, questa gente disegnando una semplice traiettoria riesce a tagliare fuori un’ intera difesa, ciò che gli altri giocatori potrebbero ottenere solo dribblando gli avversari uno ad uno. Non sono semplici passaggi nello spazio, sono creazioni di mondi.
Il signor Gutiérrez comincia il suo show al minuto 62 a metacampo si libera di Poulsen con una finta di corpo, alza la testa e apre un’ autostrada per Van Nistelrooy, tenuto in gioco dall’ incerto Escudé, e per l’ 1-1 che inverte la rotta del match.
Al minuto 78 invece, dopo la citata scelleratezza di Dani Alves, Guti si trova nella situazione che predilige, al limite dell’ area, apparentemente senza scampo, con due giocatori addosso. Qui si inventa un passaggio filtrante in uno spazio claustrofobico, che passa fra le gambe di Escudé (ancora lui, pover’ uomo) e spalanca le porte del Paradiso, cioè il 2-1, a Robinho, evidentemente destinato a diventare l’ uomo dei gol d’ oro di questo Real Madrid 2006-2007.
Robinho dopo il gol pensa bene di togliersi la maglia e, già ammonito, farsi cacciare dal campo. Su una punizione dalla fascia, nell’ area madridista si innesca un discreto parapiglia, che porta via un’ infinità di minuti, spezza la reazione del Sevilla subito dopo il gol e soprattutto lo costringe a finire la partita in dieci, con l’ espulsione dubbia di Aitor Ocio, il quale rifila una mezza manata a Diarra, a dire il vero scenosissimo nell’ occasione.
In contropiede, col Sevilla con l’ acqua alla gola, Sergio Ramos (lanciato da un perfetto cambio di gioco di prima indovinate un po’ di chi?) fugge con la chioma al vento, entra in area e spara addosso a Palop, la cui respinta però non è tale da impedire il tap-in di Van Nistelrooy che scatena il tripudio del Bernabeu. Il 3-2 di Chevanton su punizione è magnifico, ma serve solo a mantenere viva l’ attenzione fino all’ ultimo secondo di recupero.

Riavvolgiamo il nastro: Capello può disporre del suo uomo-chiave Beckham, cui la LFP ha revocato la squalifica, mentre invece Juande Ramos deve fare a meno di tre punti fermi, Javi Navarro ma soprattutto Jesus Navas e Adriano, i due draghi delle fasce.
Il Sevilla perde un vantaggio strategico fondamentale, il potenziale due contro uno di Alves e Navas contro Torres, e Juande ripropone la soluzione vista nel vittorioso giovedì di coppa Uefa con l’ Osasuna, con la differneza che stavolta ci va Maresca, mina vagante sulla trequarti, a fare il finto esterno destro di centrocampo, mentre Renato resta centrale di centrocampo e Daniel Alves copre praticamente da solo la sua fascia, non certo un lavoro sgradito per i suoi polmoni disumani.
Come terzino sinistro invece, Dragutinovic, più forza fisica e un maggior aiuto ai centrali nel gioco aereo, viene preferito a David, sicchè Puerta rimane l’ unico giocatore a spingere sulla fascia sinistra. Con questa formazione il tecnico del Sevilla rinforza le zone centrali perdendo però l’ opportunità ghiottissima dei due contro uno sulle fasce, dove il Madrid è vulnerabilissimo, soprattutto nella zona di Torres che non riceve mai aiuto da Robinho.
L’ inizio degli ospiti è autoritario: pressano alto, portano tanti giocatori avanti e cercano con decisione la profondità. Il Madrid fatica ad uscire e ad impostare, ma è lui a rendersi per primo pericoloso sul serio, mettendo seriamente sotto pressione la difesa sivigliana nella fase centrale del primo tempo.
Gli uomini di Capello non elaborano a centrocampo, ma arrivano a folate scagliando il pallone rapidamente verso l’ area e accumulando calci d’ angolo, la loro arma principale (sono la squadra della Liga che ha segnato più gol su situazioni da palla inattiva, e la partnership Beckham-Sergio Ramos si sta rivelando determinante). La difesa del Sevilla, solitamente una delle più organizzate nella difesa delle palle inattive, si dimentica di Diarra, che si eleva imperioso ma colpisce a lato, mentre anche Emerson, al termine di un batti e ribatti, impegna Palop dal limite dell’ area.
Molto meglio il Madrid ora, il Sevilla viene risucchiato all’ indietro e si limita a pochi fugaci tentativi di contropiede, ma quando meno ce lo si aspetta, il prodigioso gol di Maresca è una brusca sveglia per il Bernabeu.
Kanouté vince un duello aereo con Sergio Ramos, la palla si impenna e scende al limite dell’ area, Enzo non ci pensa due volte ed esplode un sinistro che si insacca quasi all’ incrocio, abbassatosi poco prima della traversa alle spalle di Casillas, tuffatosi inevitabilmente invano davanti a simile capolavoro. Il gol più bello della stagione spagnola dopo l’ inarrivabile “Messidona”, qualcosa di molto simile allo Zidane della finale di Champions 2002. Come logico, il gol è una molla per il Sevilla, che chiude il primo tempo galvanizzato.

La seconda parte ha sviluppi inizialmente poco chiari, vivace ma con poche azioni e un’ entusiasmo apparentemente in calo nel Madrid. Però il Sevilla non dà mai la sensazione autentica di controllare la partita. A palla persa e con Daniel Alves sempre all’ attacco, con il calo fisico che subentra, fa una certa fatica a ripiegare in blocco, e il centrocampo risulta un po’ sfilacciato e a parte un buon Poulsen non pare una barriera insormontabile. Probabilmente Juande Ramos sullo 0-1 a favore Juande Ramos avrebbe dovuto togliere un attaccante ed inserire Martì per ricompattare la squadra.
In tale contesto, esistono quindi i margini quindi per ulteriori svolte, e Capello così opera due cambi: Helguera per Torres, già ammonito e a rischio espulsione, con Cicinho che va a sinistra (idea in partenza bizzarra, ma a conti fatti efficace) e Sergio Ramos a destra, e soprattutto Guti per un Raul che gira a vuoto.
Guti scatena il Terremoto: la differenza fra le due squadre, oltre al numero 14 merengue, la fa tutta la precisione sotto rete, perché il Sevilla sull’ 1-1 spreca due occasioni colossali, soprattutto la prima: triangolazione veloce fra Kerzhakov e Maresca, pase de la muerte del russo, Daniel Alves sul secondo palo, la porta è vuota…fuori! Dovete vedere il replay almeno una quindicina di volte per rendervi conto che effettivamente il brasiliano ha sbagliato il gol, mentre nella seconda occasione è soltanto bravo Casillas a neutralizzare il destro al volo sempre di Alves. Falliti i due match-point dagli ospiti, la via è libera per l’ apoteosi madridista.



REAL MADRID (4-2-3-1):

Iker Casillas: Incolpevole sul capolavoro di Maresca, prontissimo sulla volée di Alves nel secondo tempo. Voto: 6,5.
Cicinho: Parte bene, soffre un po’ le cavalcate di Puerta, paradossalmente va meglio quando passa a sinistra con l’ entrata di Helguera. Voto: 6.
Cannavaro: Corretto, senza grosse sbavature, stavolta non mostra tutti quegli errori di piazzamento visti durante la stagione. Voto: 6.
Sergio Ramos: Energico anche se un po’ scomposto al centro della difesa (entrataccia che gli aveva fruttato il giallo su Kanouté), Capello cerca più spinta spostandolo sulla fascia destra e lui risponde presente con la sgroppata del terzo gol. Perde però il duello aereo con Kanouté nell’ azione da cui nasce il gol di Maresca. Voto: 6,5.
Torres: Non ha Navas da affrontare, la formazione scelta da Juande Ramos gli toglie parecchie ansie, sbriga l’ ordinaria amministrazione ma esce quando Capello chiede più spinta e, avendo già preso un cartellino giallo, vuole evitare guai. Voto: 6 (dal 58’ Helguera)
Diarra: Deve aiutare i centrali a creare una gabbia su Kanouté sulla trequarti, ma è già il suo connazionale ad essere in serata negativa. Tanta corsa, un gol sfiorato di testa su calcio d’ angolo, prestazione non indimenticabile ma sufficiente. Voto: 6.
Emerson: Sia lui che Diarra, pur rimanendo una coppia male assortita, stanno crescendo. Si potrebbe fare tranquillamente a meno del brasiliano, ma almeno non dà più quell’impressione di spaesamento e di goffaggine, si fa vedere e sentire un po’ di più in mezzo al campo, coprendo e portando palla. Anche lui sfiora un gol nel primo tempo con un destro dal limite dell’ area. Non copre su Maresca al limite dell’ area nell’ occasione del gol. Voto: 6.
Beckham: Stavolta non è determinante, il suo calcio d’ angolo nel primo tempo è perfetto ma Diarra di testa colpisce a lato. Tornano i meccanismi in coppia con Cicinho cui eravamo stati abituati l’ anno scorso: l’ inglese lascia la fascia al brasiliano, arretra, ne copre le scorribande, si accentra e dalla sua metacampo cambia gioco immediatamente verso lo scatto di Robinho o Van Nistelrooy. Voto: 6.
Raul: Tanto movimento senza palla, a rimorchio sui palloni giocati da Van Nistelrooy oppure dettando il passaggio in profondità a Robinho, ma a parte un tap-in ribattuto nel primo tempo, non arriva mai al tiro e non crea pericoli, tristemente inconsistente. Giustamente sostituito da Capello, che con Guti cerca meno furore e più idee. Voto: 5. (dal 58’ Guti: Genio della Lampada, praticamente vince da solo la partita. Millimetrico sull’assist dell’ 1-1, magico su quello del 2-1, magistrale anche il cambio di gioco con cui avvia il contropiede del 3-1. In una stagione più che altro disgraziata, fra prestazioni deludenti ed espulsioni idiote, non è un caso che abbia giocato le uniche due grandi partite proprio contro il Barça al Camp Nou e col Sevilla ieri. Essendo infatti l’ unico rifinitore di cui dispone il Real Madrid, gli avversari di medio-bassa classifica si concentrano soprattutto sulla sua marcatura oppure cercano di isolarlo col pressing, sapendo che è in situazioni fluide a centrocampo e con spazi a disposizione che Guti può fare male. Voto: 8,5)
Robinho: Inizia bene, scappando via e pedalando a destra e a manca, ma col passare dei minuti, prima Alves e poi Hinkel (che con l’ uscita di Renato va a fare il terzino destro mandando Alves a centrocampo) gli prendono le misure. Beneficia del genio di Guti, ma siccome non può mai farle tutte giuste, dopo il gol trova modo di farsi espellere per doppia ammonizione per essersi tolto la maglietta. Voto: 6,5.
Van Nistelrooy: Un animale. Ferguson se n’ era liberato per motivi disciplinari e tattici, non certo perché è un giocatore finito. Due palle, due gol, uno sul filo del fuorigioco l’ altro d’ opportunismo, balza in testa alla classifica dei cannonieri con 20 gol. Voto: 7,5.

In panchina: D. López, Salgado, Gago, Reyes, Higuaín.


AZIONI SALIENTI Marca
Azioni salienti Rojadirecta


SEVILLA (4-4-2):

Palop: Bel riflesso su Emerson nel primo tempo, respinge come può la botta di Sergio Ramos in occasione del 3-1. Voto: 6,5.
Daniel Alves: Necessariamente, mezzo voto in meno per il gol divorato a porta vuota. Peccato perché al solito era stato l’ anima e il motore della sua squadra. Un attimo al limite dell’ area avversaria o a tentare un dribbling sulla linea di fondo, l’ attimo dopo in difesa a contrastare Robinho, al quale inizialmente abbocca (e la sensazione è che Dani giochi troppo di nervi in queste situazioni di uno contro uno) per poi assestarsi su una diginitosa parità. Con l’ entrata di Hinkel va a fare l’ esterno a centrocampo e, oltre alla citata occasione della discordia, impegna Casillas con un bel destro al volo. Voto: 6,5.
Aitor Ocio
: Sostituisce Javi Navarro (al quale personalmente lo preferisco), per un po’ di tempo dà una certa impressione di sicurezza (tra l’ altra sfiora il gol con una sassata su punizione ad inizio partita e batte la punizione a spiovere da cui nasce il gol di Maresca), ma poi cala di tono e viene pure espulso nel finale, decisione discutibile perché quella con Diarra, grande simulatore, è una baruffa sulla quale si può anche passare sopra. Voto: 5,5.
Escudé: Male. Incerto e confuso in svariate occasioni, non coordina bene i suoi movimenti con Aitor Ocio sull’ 1-1 del Madrid, tenendo in gioco Van Nistelrooy. Voto: 5.
Dragutinovic: Il suo lo ha fatto. Attento, deciso, utile nel gioco aereo e in aiuto ai centrali, salva chiudendo in diagonale su Robinho smarcato in area nel secondo tempo. Voto: 6.
Maresca: Peccato che con l’ uragano-Guti la sua perla passi un po’ sotto silenzio. Parte da finto esterno destro di centrocampo, ma non è colpa sua se al Sevilla mancano le consuete sovrapposizioni su quella fascia: le sue caratteristiche sono note: aiuto al centrocampo e azione di disturbo sulla trequarti, e direi che con quel sinistro al volo Casillas l’ ha disturbato benino… Con il cambio Renato-Hinkel passa accanto a Poulsen, ma in quella fase serviva ormai più stabilità al centrocampo (cioè Martì), sebbene Enzo triangoli bene con Kerzhakov nell’ occasione-clou di Alves. Voto: 7.
Poulsen
: Per un’ ora su ottimi livelli, sempre al posto giusto e mettendoci la gamba quando serve, poi nel secondo tempo viene travolto anche lui da Guti (che se lo beve nell’ azione dell’ 1-1 di RVN), anche perché la sua squadra si è ormai sfilacciata e lui non trova aiuto né nell’ inconsistente Renato né nell’ anarchico Maresca, perché Juande, quel cattivone, gli ha impedito di ricongiungersi col suo amichetto Martì. Voto: 6,5.
Renato: Poteva essere un’ arma in più coi suoi inserimenti sulla trequarti, invece non solo non incide minimamente da questo punto di vista, ma fornisce un contributo impalpabile sia in fase di costruzione che di interdizione. Voto: 5. (dal 63’ Hinkel s.v.).
Puerta: La presenza di Drago lo rende l’ unica arma sulla fascia sinistra, la fascia dalla quale, contrariamente al solito, il Sevilla spinge di più in questa partita. La sua prestazione è buona, con azioni caparbie che mettono in una certa difficoltà Cicinho. Voto: 6,5.
Kanouté: Lo spauracchio della vigilia, la verità è che di questi tempi, causa pubalgia, il Sevilla è costretto a mandarlo in campo rattoppato alla meglio. Non brilla nel suo lavoro di ballerino congela-palloni sulla trequarti e non si rende mai pericoloso nelle zone calde. Però, questo sì, fornisce in uno schema arcinoto la sponda per il capolavoro di Maresca. Voto: 5,5.
Kerzhakov: Alla vigilia era indicato come uno dei giocatori strategici, per la velocità e per i movimenti su tutto il fronte dell’ attacco che potevano costringere la disorganizzata difesa del Madrid ad allargare le sue maglie e aprire spazi agli inserimenti dei suoi compagni. Complessivamente non ha inciso granchè, però è alquanto bizzarro che Juande lo sostituisca proprio dopo che riesce in un’ azione di questo tipo, andando via sulla fascia sinistra dopo un uno-due con Maresca e offrendo quella gigantesca palla gol ad Alves. Voto: 6. (dal 71’ Chevanton: Magnifica punizione. Voto: 6,5.)

In panchina: Cobeño, David, Martí, Duda, Luis Fabiano

Goles: 0-1 (40'): Maresca, de soberbia volea con la zurda; 1-1 (62'): Van Nistelrooy, tras gran pase de Guti; 2-1 (78'): Robinho; 3-1 (84'): Van Nistelrooy, de cabeza, a puerta vacía; 3-2 (93'): Chevantón de falta.

Árbitro: Pérez Burrull, del Colegio Cántabro. Expulsó con roja directa a Luis Fabiano (73'), Ocio (81') y al médico del Sevilla (82') y por doble amarilla a Robinho (71' y 79'). Amonestó a Torres (39'), Capello (40'), Sergio Ramos (54'), Hinkel (66'), Beckham (83'), Chevantón (83') y Casillas (85').
Incidencias: Bernabéu. 82.000 espectadores.

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