QUINDICESIMA GIORNATA: Athletic-Real Madrid 0-1: Van Nistelrooy.
Prova autorevole e di carattere, vittoria meritata e potenzialmente pesantissima: il Real Madrid vola momentaneamente a +7 su Barça e Villarreal, e con i blaugrana impegnati nella prossima giornata al Mestalla (mentre il Real Madrid avrà l’ Osasuna in casa) ci sarà l’ opportunità di creare un cuscinetto di punti sufficientemente comodo prima dello scontro diretto del 23 al Camp Nou. Questa nella quale stiamo entrando è una fase già determinante della stagione, in cui il Real Madrid ha la possibilità di costruire presupposti assai credibili per una vittoria finale.
L’ Athletic ci ha messo orgoglio, generosità e anche disciplina tattica, ha combattuto, ha avuto le sue occasioni (neutralizzate da San Iker), esce a testa alta in una partita notevole per intensità ed agonismo, ma nella quale ha finito per prevalere la maggior qualità ed efficacia degli ospiti.
Schuster conferma sia Sneijder che Baptista, quindi panchina per Guti, mentre in maniera assai ragionevole cerca maggiore resa difensiva sulla sinistra del pacchetto arretrato preferendo il sobrio Torres allo svampito Marcelo; Caparros prepara un dispositivo anti-Robinho, con Ustaritz terzino destro ad hoc ed Iraola avanzato a centrocampo per blindare meglio la fascia.
Atmosfera magica al San Mames (i continui, incivili, lanci d’ oggetti all’ indirizzo di Casillas però la rovinano parecchio), l’ Athletic parte sull’ onda dell’ entusiasmo per l’ impresa del Mestalla, optando per l’ aggressione immediata a difensori e centrocampisti del Real Madrid. Nei primi minuti i Leoni mettono una certa pressione addosso all’ avversario, riuscendo a forzarne gli errori, tanto che Iraola si ritrova sui suoi piedi uno sciagurato retropassaggio del solito (in senso negativo) Cannavaro: stupito da tanta grazia, Andoni non acquista la necessaria freddezza una volta davanti all’ incombente Casillas, finendo col tirargli addosso.
Passata la soglia dei dieci minuti, la partita però cambia radicalmente scenario, col Real Madrid che prende campo e pallone. I merengues fanno veramente paura quando si distendono, lo dimostrano con un assedio di due minuti ininterrotti alla porta di Aranzubia, che frutta tutte in un colpo solo due pericolose conclusioni, prima di Raul e poi di Robinho.
Ustaritz fa acqua sulla destra, con Robinho che lo prende spesso alle spalle e in velocità, poi il Real Madrid passa ad assumere il dominio del centrocampo, con lo stesso Robinho che si sposta frequentemente in zona centrale e aiuta il trio Diarra-Baptista-Sneijder a controllare i ritmi del gioco. Javi Martinez e soprattutto lo spaesato Yeste sono in inferiorità e in evidente sofferenza (in corso d’ opera si aggiungerà anche Ustaritz al centrocampo), Llorente ed Etxeberria tagliati fuori. Non è che il Real Madrid crei tantissimo, però si sente comodo, e la densa ragnatela nel mezzo crea gli spazi per dar sfogo all’ azione sugli esterni, soprattutto a destra con Sergio Ramos, che si avvicina pure al gol con una bordata dalla lunga distanza (successivamente gli verrà anche annullato un gol per fuorigioco).
L’ Athletic, pur costretto a rinculare e soffrire nella sua metacampo, tutto sommato tiene, ed anzi si avvicina molto di più al gol, quando Koikili taglia uno splendido traversone dalla sinistra, Llorente impatta alla perfezione di testa e Casillas sfodera uno di quei riflessi che lo rendono uno die migliori portieri a livello mondiale. Caparros ridisegna poi la squadra, con l’ uscita per infortunio di Ustaritz (peraltro fin lì il punto debole dell’ undici basco), che gli permette di rimediare in corsa alla debolezza del centrocampo, aggiungendo Orbaiz a Javi Martinez e avanzando Yeste sulla trequarti, col contestuale arretramento di Iraola nel ruolo di terzino.
Cerca nuovi equilibri il tecnico utrerano, ma in apertura di ripresa la micidiale potenza di fuoco madridista gli manda all’ aria ogni piano: Raul, moto perpetuo, ruba ad Aitor Ocio un pallone preziosissimo sulla trequarti, la difesa bilbaina non ha il tempo di piazzarsi e Van Nistelrooy ha tempo e spazio per caricare il destro, senza appello: gran gol, anche se pare un po’ strano il movimento di Aranzubia, che sembra sorpreso come se ci fosse stata una deviazione, deviazione che però non si riesce ad apprezzare nei vari replay.
Sotto di un gol, con una rimonta da organizzare, non è proprio la situazione prediletta da quest’ Athletic e dalle squadre di Caparros in generale, comunque i padroni di casa ci provano: dentro la seconda punta, Aduriz, al posto di Javi Martinez, poi dentro anche Gabilondo. San Mames fa appello all’ orgoglio dei suoi, si cerca il gioco diretto, Orbaiz prova al volo da fuori area su schema da calcio d’ angolo, Llorente, lanciato stupendamente in profondità proprio da Orbaiz, si rende pericoloso con un diagonale deviato in angolo da Casillas, ma in realtà è molto più pericoloso il Real Madrid, che ha più spazio per le sue transizioni ora che la partita si sviluppa in continui andirivieni da una porta all’ altra: Van Nistelrooy, liberato da un fantastico tocco di prima di Raul, scarta Aranzubia ma viene fermato sul più bello da un prodigioso recupero di Koikili; Robinho coglie un palo clamoroso al termine di una sontuosa azione personale; Baptista sfiora l’ incrocio su punizione.
Trovandosi però il Madrid già in vantaggio, non va poi mica tanto bene a Schuster la squadra allungata, con la coppia Diarra-Baptista un po’ slegata, così il tedesco dà saggiamente spazio a Gago per Sneijder (Guti avrà solo gli spiccioli finali) per ridare tenuta al centrocampo. Il tentativo eroico dell’ Athletic nel finale (pure Aranzubia si porta nell’ area avversaria) non produce nulla di rilevante.
I MIGLIORI: Casillas, tre interventi provvidenziali, specialmente quello su Llorente: fenomeno. Al di là delle giustificate ironie sui 30 milioni, Pepe ha tutto il potenziale del grande difensore: prestazione eccellente del brasiliano, prestante ed autoritario. Ha un grande strapotere atletico, il suo limite è che a volte tende fidarsi eccessivamente delle sue doti naturali. Micidiale Van Nistelrooy, prosegue la seconda giovinezza di Raul: in condizioni atletiche e mentali splendide, è uno di quelli che hanno il pregio non molto diffuso di far giocare meglio la loro squadra, con uno straordinario lavoro senza palla, sempre a sostegno dei compagni e a disturbo degli avversari. La palla rubata ad Ocio vale una bella fetta del gol di Van Nistelrooy. Di questo passo io e Aragones saremo costretti ad arrenderci...
Eccellente Koikili, rapido, generoso, sempre molto attento sul piano difensivo, ma tutt’ altro che disprezzabile anche dal punto di vista offensivo: figura tozza e muscolosissima (non a caso ha praticato la lotta greca-romana), a Caparros ricorda il David Castedo dei bei tempi, è una delle storie più belle di questa Liga, ma non è solo una favola, sta dimostrando di essere un giocatore vero, grazie a quell’ umiltà che Del Horno purtroppo ha perso. Positivo Amorebieta, in continua crescita, caricato a molla, esplosivo e trascinante in molti suoi interventi. Mi è piaciuto anche Llorente, combattivo e presente sia come torre sui palloni alti che nelle incursioni palla al piede.
I PEGGIORI: Quaranta minuti non proprio entusiasmanti per Ustaritz, fuori partita come Yeste, spaesato da mediocentro accanto a Orbaiz, incapace di incidere quando torna sulla trequarti. Poco arrosto da Etxeberria, Aitor Ocio perde un pallone decisivo sul gol madridista, Aduriz entra e non la vede.
Come dice il filosofo Edmilson, ogni squadra ha le sue pecore nere, quelle del Real Madrid si chiamano Diarra e Cannavaro.
Athletic (4-4-2): Aranzubia 5,5; Ustaritz 5,5 (40'), A. Ocio 5,5, Amorebieta 6,5, Koikili 7; Iraola 6, J. Martínez 6 (59'), Yeste 5,5, D. López 6; Etxeberria 5,5 (67'), Llorente 6,5.
In panchina: R. Fernández, Del Horno, Murillo, Muñoz, Orbaiz 6,5 (40'), Gabilondo s.v. (67'), Aduriz 5 (59').
Real Madrid (4-4-2): Casillas 7; Ramos 6,5, Pepe 7, Cannavaro 5,5, Torres 6; Sneijder 6 (74'), Diarra 5,5, Baptista 6,5, Robinho 6,5 (88'); Raúl 7, Van Nistelrooy 7 (82').
In panchina: Dudek, Marcelo, Gago s.v. (74'), Drenthe, Guti s.v. (82'), Robben s.v. (88'), Saviola.
Gol: 0-1 (54'): Van Nistelrooy controla el balón y al llegar a la frontal suelta un derechazo que entra a la izquierda de Aranzubia.
Árbitro: Medina Cantalejo, del Colegio Andaluz. Expulsó en el 90' a Luci Martín, el segundo de Caparrós. Amonestó a Sneijder (43'), Orbaiz (57'), Amorebieta (58'), Robinho (70') y Yeste (75'). Incidencias: San Mamés. Más de tres cuartos de entrada. 34.000 espectadores.
L’ Athletic ci ha messo orgoglio, generosità e anche disciplina tattica, ha combattuto, ha avuto le sue occasioni (neutralizzate da San Iker), esce a testa alta in una partita notevole per intensità ed agonismo, ma nella quale ha finito per prevalere la maggior qualità ed efficacia degli ospiti.
Schuster conferma sia Sneijder che Baptista, quindi panchina per Guti, mentre in maniera assai ragionevole cerca maggiore resa difensiva sulla sinistra del pacchetto arretrato preferendo il sobrio Torres allo svampito Marcelo; Caparros prepara un dispositivo anti-Robinho, con Ustaritz terzino destro ad hoc ed Iraola avanzato a centrocampo per blindare meglio la fascia.
Atmosfera magica al San Mames (i continui, incivili, lanci d’ oggetti all’ indirizzo di Casillas però la rovinano parecchio), l’ Athletic parte sull’ onda dell’ entusiasmo per l’ impresa del Mestalla, optando per l’ aggressione immediata a difensori e centrocampisti del Real Madrid. Nei primi minuti i Leoni mettono una certa pressione addosso all’ avversario, riuscendo a forzarne gli errori, tanto che Iraola si ritrova sui suoi piedi uno sciagurato retropassaggio del solito (in senso negativo) Cannavaro: stupito da tanta grazia, Andoni non acquista la necessaria freddezza una volta davanti all’ incombente Casillas, finendo col tirargli addosso.
Passata la soglia dei dieci minuti, la partita però cambia radicalmente scenario, col Real Madrid che prende campo e pallone. I merengues fanno veramente paura quando si distendono, lo dimostrano con un assedio di due minuti ininterrotti alla porta di Aranzubia, che frutta tutte in un colpo solo due pericolose conclusioni, prima di Raul e poi di Robinho.
Ustaritz fa acqua sulla destra, con Robinho che lo prende spesso alle spalle e in velocità, poi il Real Madrid passa ad assumere il dominio del centrocampo, con lo stesso Robinho che si sposta frequentemente in zona centrale e aiuta il trio Diarra-Baptista-Sneijder a controllare i ritmi del gioco. Javi Martinez e soprattutto lo spaesato Yeste sono in inferiorità e in evidente sofferenza (in corso d’ opera si aggiungerà anche Ustaritz al centrocampo), Llorente ed Etxeberria tagliati fuori. Non è che il Real Madrid crei tantissimo, però si sente comodo, e la densa ragnatela nel mezzo crea gli spazi per dar sfogo all’ azione sugli esterni, soprattutto a destra con Sergio Ramos, che si avvicina pure al gol con una bordata dalla lunga distanza (successivamente gli verrà anche annullato un gol per fuorigioco).
L’ Athletic, pur costretto a rinculare e soffrire nella sua metacampo, tutto sommato tiene, ed anzi si avvicina molto di più al gol, quando Koikili taglia uno splendido traversone dalla sinistra, Llorente impatta alla perfezione di testa e Casillas sfodera uno di quei riflessi che lo rendono uno die migliori portieri a livello mondiale. Caparros ridisegna poi la squadra, con l’ uscita per infortunio di Ustaritz (peraltro fin lì il punto debole dell’ undici basco), che gli permette di rimediare in corsa alla debolezza del centrocampo, aggiungendo Orbaiz a Javi Martinez e avanzando Yeste sulla trequarti, col contestuale arretramento di Iraola nel ruolo di terzino.
Cerca nuovi equilibri il tecnico utrerano, ma in apertura di ripresa la micidiale potenza di fuoco madridista gli manda all’ aria ogni piano: Raul, moto perpetuo, ruba ad Aitor Ocio un pallone preziosissimo sulla trequarti, la difesa bilbaina non ha il tempo di piazzarsi e Van Nistelrooy ha tempo e spazio per caricare il destro, senza appello: gran gol, anche se pare un po’ strano il movimento di Aranzubia, che sembra sorpreso come se ci fosse stata una deviazione, deviazione che però non si riesce ad apprezzare nei vari replay.
Sotto di un gol, con una rimonta da organizzare, non è proprio la situazione prediletta da quest’ Athletic e dalle squadre di Caparros in generale, comunque i padroni di casa ci provano: dentro la seconda punta, Aduriz, al posto di Javi Martinez, poi dentro anche Gabilondo. San Mames fa appello all’ orgoglio dei suoi, si cerca il gioco diretto, Orbaiz prova al volo da fuori area su schema da calcio d’ angolo, Llorente, lanciato stupendamente in profondità proprio da Orbaiz, si rende pericoloso con un diagonale deviato in angolo da Casillas, ma in realtà è molto più pericoloso il Real Madrid, che ha più spazio per le sue transizioni ora che la partita si sviluppa in continui andirivieni da una porta all’ altra: Van Nistelrooy, liberato da un fantastico tocco di prima di Raul, scarta Aranzubia ma viene fermato sul più bello da un prodigioso recupero di Koikili; Robinho coglie un palo clamoroso al termine di una sontuosa azione personale; Baptista sfiora l’ incrocio su punizione.
Trovandosi però il Madrid già in vantaggio, non va poi mica tanto bene a Schuster la squadra allungata, con la coppia Diarra-Baptista un po’ slegata, così il tedesco dà saggiamente spazio a Gago per Sneijder (Guti avrà solo gli spiccioli finali) per ridare tenuta al centrocampo. Il tentativo eroico dell’ Athletic nel finale (pure Aranzubia si porta nell’ area avversaria) non produce nulla di rilevante.
I MIGLIORI: Casillas, tre interventi provvidenziali, specialmente quello su Llorente: fenomeno. Al di là delle giustificate ironie sui 30 milioni, Pepe ha tutto il potenziale del grande difensore: prestazione eccellente del brasiliano, prestante ed autoritario. Ha un grande strapotere atletico, il suo limite è che a volte tende fidarsi eccessivamente delle sue doti naturali. Micidiale Van Nistelrooy, prosegue la seconda giovinezza di Raul: in condizioni atletiche e mentali splendide, è uno di quelli che hanno il pregio non molto diffuso di far giocare meglio la loro squadra, con uno straordinario lavoro senza palla, sempre a sostegno dei compagni e a disturbo degli avversari. La palla rubata ad Ocio vale una bella fetta del gol di Van Nistelrooy. Di questo passo io e Aragones saremo costretti ad arrenderci...
Eccellente Koikili, rapido, generoso, sempre molto attento sul piano difensivo, ma tutt’ altro che disprezzabile anche dal punto di vista offensivo: figura tozza e muscolosissima (non a caso ha praticato la lotta greca-romana), a Caparros ricorda il David Castedo dei bei tempi, è una delle storie più belle di questa Liga, ma non è solo una favola, sta dimostrando di essere un giocatore vero, grazie a quell’ umiltà che Del Horno purtroppo ha perso. Positivo Amorebieta, in continua crescita, caricato a molla, esplosivo e trascinante in molti suoi interventi. Mi è piaciuto anche Llorente, combattivo e presente sia come torre sui palloni alti che nelle incursioni palla al piede.
I PEGGIORI: Quaranta minuti non proprio entusiasmanti per Ustaritz, fuori partita come Yeste, spaesato da mediocentro accanto a Orbaiz, incapace di incidere quando torna sulla trequarti. Poco arrosto da Etxeberria, Aitor Ocio perde un pallone decisivo sul gol madridista, Aduriz entra e non la vede.
Come dice il filosofo Edmilson, ogni squadra ha le sue pecore nere, quelle del Real Madrid si chiamano Diarra e Cannavaro.
Athletic (4-4-2): Aranzubia 5,5; Ustaritz 5,5 (40'), A. Ocio 5,5, Amorebieta 6,5, Koikili 7; Iraola 6, J. Martínez 6 (59'), Yeste 5,5, D. López 6; Etxeberria 5,5 (67'), Llorente 6,5.
In panchina: R. Fernández, Del Horno, Murillo, Muñoz, Orbaiz 6,5 (40'), Gabilondo s.v. (67'), Aduriz 5 (59').
Real Madrid (4-4-2): Casillas 7; Ramos 6,5, Pepe 7, Cannavaro 5,5, Torres 6; Sneijder 6 (74'), Diarra 5,5, Baptista 6,5, Robinho 6,5 (88'); Raúl 7, Van Nistelrooy 7 (82').
In panchina: Dudek, Marcelo, Gago s.v. (74'), Drenthe, Guti s.v. (82'), Robben s.v. (88'), Saviola.
Gol: 0-1 (54'): Van Nistelrooy controla el balón y al llegar a la frontal suelta un derechazo que entra a la izquierda de Aranzubia.
Árbitro: Medina Cantalejo, del Colegio Andaluz. Expulsó en el 90' a Luci Martín, el segundo de Caparrós. Amonestó a Sneijder (43'), Orbaiz (57'), Amorebieta (58'), Robinho (70') y Yeste (75'). Incidencias: San Mamés. Más de tres cuartos de entrada. 34.000 espectadores.
Etichette: Athletic Bilbao, Liga, Real Madrid
10 Comments:
vale ascolta, dammi un giudizio di robinho, e poi al posto di diarra e cannavaro chi prendere?
HALA MADRID 10
Robinho per me è un giocatore dalle qualità straordinarie. Al di là di certi suoi eccessi di individualismo o di alcune giocate un po' fini a se stesse, è uno dei pochi giocatori in grado di inventare la giocata decisiva e di scardinare una difesa palla al piede. Ha bisogno di libertà assoluta d' azione, senza responsabilità difensive, e di sentire fiducia attorno a sè. Quest' anno entrambe le condizioni stanno venendo soddisfatte, e infatti si sta vedendo il miglior Robinho, anche se io credo possa dare ancora di più se possibile.
Al posto di Cannavaro metterei Heinze non appena l' argentino si ristabilirà. Diarra bisogna tenerselo, gli unici in quel ruolo (peraltro con caratteristiche nettamente diverse) sono lui e Gago, non c'è via d' uscita.
Premettendo che per forza di cose non posso seguire tutto il calcio internazionale come la Liga, posso proporre come eventuali sostituti per Diarra Miguel Veloso dello Sporting, che però costa già tantissimo, e due dell' Az Alkmaar che mi piacciono tantissimo, De Zeeuw e Mendes da Silva, specialmente quest' ultimo.
In ogni caso, credo vada fatto tornare alla base Javi Garcia l' anno prossimo, che già quest' anno si poteva tenere.
Oddio, Mendes da Silva è bravo, fece un'ottima impressione anche a me quando giocò contro lo Zenit in UEFA qualche settimana fa (rimasi deluso da praticamente l'intero AZ, a parte appunto lui ed il giovane terzino sinistro Pocognoli), ma dubito che sia da Real, o almeno non credo...
Insomma, se dici ciò lo conosci sicuramente meglio di me, ma tanto per intenderci Veloso mi sembra tutta un'altra cosa...
Su Robinho la penso come te, anche se secondo me non regge il confronto in ottica futura con Messi ed Aguero; da applausi l'azione di ieri in cui ha colpito il palo.
Concludo chiedendoti un giudizio su Drenthe. Secondo me è stato uno dei più inutili acquisti del Real in questi ultimi anni (considerando che in quel ruolo disponevano di già di una giovane promessa, Marcelo, potenzialmente secondo me molto più forte), neanche durante gli Europei Under-21 mi impressionò più di tanto...trattasi di classico giocatore pompatissimo da media e procuratori vari? E' ancora giovanissimo, ma penso proprio di sì.
Mendes da Silva è un rischio tutto mio, l' ho visto non più di 5-6 partite (anche perchè ha avuto un lungo infortunio, e in molte delle partite che ho visto l' anno scorso dell' Az non giocava). Però, sai quei giocatori che le prime due volte che li vedi già ti colpiscono più della norma? Lui mi ha veramente impressionato, ho intravisto potenzialità non comuni: può giocare difensore centrale o centrocampista difensivo,è forte fisicamente, resistente, veloce, agile, sa alternare il gioco a uno-due tocchi a grandi cavalcate palla al piede, mi sembra anche dotato di un buon senso tattico. Parlando con Alec Cordolcini (che sul Guerin Sportivo scrive di calcio olandese), ho azzardato un paragone con Rijkaard, e lui mi ha risposto che non è tanto campato in aria. Comunque, è chiaro che lo dovrei vedere ancora un altro po' di volte.
Ho fatto il suo nome proprio perchè potrebbe essere una soluzione più economica di Miguel Veloso, giocatore per il quale stravedo ma il cui cartellino è già alle stelle (sarebbe un altro salasso tipo-Pepe).
Ma sì, non c'è dubbio: Messi è ai vertici assoluti (per me il migliore di tutti), tutto il resto viene dopo, anche i fuoriclasse come Robinho. Con Aguero i ruoli sono un po' diverso, comunque in prospettiva vedo anch' io superiore il Kun.
L' acquisto di Drenthe è stato forse frettoloso e poco ragionato, come tanti del Real in questi ultimi. La quasi unanimità dei giudizi dei tecnici olandesi raffigurano Drenthe come un giocatore ancora troppo acerbo, tatticamente ed emotivamente, per un' esperienza come quella del Real, forse il club in tutta Europa che mette la pressione maggiore addosso ai giocatori appena arrivati.
A me piace, dal punto di vista tecnico e del dinamismo ha numeri interessantissimi, però tatticamente è insulso: da terzino è improponibile perchè difensivamente ridicolo, in mezzo al campo corre a vuoto e non ha i tempi di gioco giusti (patetici i 45 minuti da centrocampista centrale sul campo del Getafe). Rimane la fascia sinistra del centrocampo, il suo ruolo vero, ma qui c'è Robinho e se non bastasse anche Robben, di qui l' oblio in cui è caduto Drenthe. Io lo darei in prestito da qualche parte a Gennaio, non lo vedrei male al Getafe per esempio (che come esterno che gioca largo ha il solo Pablo Hernandez).
Marclo ha grandi potenzialità, ma anche lui è piuttosto acerbo: si vede il talento, ma quando attacco deve imparare a portare meno palla ed attaccare di più lo spazio, come faceva magistralmente Roberto Carlos. In fase difensiva poi è veramente scarso (anche se Drenthe lo è ancora di più quando gioca terzino), si fa trovare fuori posizione, si fa saltare facilmente nell' uno contro uno ed è molto debole nel gioco aereo, un potenziale punto debole sui cross che provengono dall' altra fascia. Il lato sinistro Cannavaro-Marcelo è il punto debole della difesa del Real Madrid, domani contro la Lazio io confermerei Torres.
Sì certo, ci sono quei giocatori che ti colpiscono subito, dopo qualche tocco, d'altronde io ho iniziato a seguire il calcio russo proprio così :D
Ciao Vale, non credo che il Real abbia meritato più di tanto la vittoria, alla fine un pareggio potrva starci benissimo. Nel primo tempo l'Athletic ha giocato bene, certo che quando attaccano le merengues fanno impressione, hanno una facilità di manovra e una capacità di giungere al tiro impressionante. Trovato l'1-0 grazie alla cappella del duo Ocio-Aranzubia, era oggettivamente arduo riuscire a rimontare per una squadra che ancora non sa imporre il proprio gioco (e chissà se mai sarà in grado di farlo...). Casillas comunque non è stato a guardare, anzi...
Koikili mi lascia ogni volta senza parole: non è certo un fenomeno, però ci mette una rabbia e una determinazione che dovrebbero essere mostrate ogni giorno a gente tipo Cassano, giocatori con i piedi ma senza cuore nè cervello...la storia di questo ragazzo, come dicevi tu ex campione di lotta, ha quasi dell'icredibile e meriterebbe di essere raccontata a fondo.
Un pareggio non sarebbe stato un furto, però ci ho tenuto a sottolineare come il Real Madrid abbia offerto un' immagine di maggiore solidità rispetto a tante altre partite di quest' anno, ha tenuto il campo con carattere, buona coesione e anche discreta fluidità in certi momenti.
L' Athletic in generale non mi è dispiaciuto per tutta la partita, mi sembra in generale sulla strada giusta, ha fatto quello che doveva e poteva, poi col gol di Van Nistelrooy la cosa si era messa ormai troppo in salita.
Purtroppo credo che il difetto di non saper imporre il gioco rimarrà sempre finchè ci sarà Caparros, non è il suo forte, c'è poco da fare.
P.S.: Ma Susaeta è infortunato?
No, non è stato convocato da Caparros e per ora è tornato a giocare nel Bilbao Athletic. Non so i motivi di questa decisione, forse Jokin non lo vuole bruciare...altro non mi viene in mente. Non vedere più Markel convocato sorprende anche me.
Peccato... capisco benissimo che Caparros voglia preservarlo (perchè dopo l' inizio col botto stava avendo già un calo, fisiologico in tutti gli esordienti della sua età), però alemno in panchina poteva portarlo. Quando per tentare la rimonta Jokin ha tirato fuori Gabilondo, il pensiero è inevitabilmente corso a Susaeta...
Sempre su Susaeta, ho letto un' intervista a Irureta su Futbolitis dove Jabo lo ritiene in prospettiva l' erede di Yeste al centro della trequarti. Che ne pensi? Io li vedo molto diversi, ma è anche probabile che adesso che è un novizio Susaeta punti tutto sulla freschezza e le accelerazioni, magari in seguito maturerà un tipo di gioco ideale per essere il numero 10... le qualità, seppure diverse da quelle di Yeste (più compassato , meno elettrico), le ha tutte. Va detto poi che anche Yeste aveva iniziato come esterno quando regnava ancora Julen.
Susaeta nel Bilbao Athletic gioca spesso dietro le punte, e Caparros un paio di volte lo hasprovato in quel rulo (mi sembra anche contro il Barça se non ricordo male). I piedi per fare il trequartista ci sono, la visione di gioco pure, ma adesso è molto più utile sulla fascia, visto che il tanto reclamizzato David Lopez è lontano anni luce dal buon rendimento dell'anno scorso. Calzante il paragone con Yeste: Fran iniziò come ala sinistra per poi accentrarsi quando Julen perse il posto da titolare; vedremo se il futuro gli riserverà un destino simile...io comunque credo che Caparros insisterà molto con Yeste nel doble pivote, un esperimento tra i più interessanti dell'intera Liga. Mi ricorda un po' l'arretramento di Pirlo, anche se va detto che il nostro numero 10, al contrario del milanista, ha sempre trovato spazio nel suo ruolo originario di trequartista.
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