lunedì, dicembre 10, 2007

QUINDICESIMA GIORNATA: Barcelona-Deportivo 2-1:Cristian (D); Ronaldinho, rig. (B); Xavi (B).

Non inganni la caratura modestissima dell’ avversario, per il Barça è stata una partita difficilissima, la più sofferta della stagione. Lo svantaggio ad inizio partita ha imposto una gara assai dispendiosa, in termini atletici e ancora di più nervosi, per venire a capo dello schieramento ultra-ultradifensivo di Lotina. Non è un Barça che supera di slancio i suoi problemi di gioco (male il primo tempo, sicuramente meglio il secondo), secondo me in buona misura intrinseci data la composizione dell’organico, ma forse sono anche queste le partite che aiutano una squadra a crescere, visto che la determinazione negli undici giocatori in campo non è mai venuta meno, soprattutto nei secondi 45 minuti.

Rijkaard può finalmente riproporre, a grande richiesta, i REM (Ronaldinho-Eto’o-Messi), mentre le assenze di Yaya Touré e Abidal vengono rimpiazzate con Sylvinho e Marquez, che avanza la sua posizione davanti alla difesa, a comporre il centrocampo con Xavi e Iniesta; Lotina fa fuori Sergio, personalmente il punto più debole dell’ undici-tipo galiziano, e promuove Antonio Tomas, sosia di Lampard che prima di ieri non aveva visto il campo nemmeno per un minuto.
Inizio in salita per i padroni di casa, nemmeno due minuti e il Camp Nou gela: Iniesta e Xavi non riescono a rubare palla al limite dell’ area avversaria, il Barça rimane spezzato in due, Guardado può portare palla fino alla trequarti blaugrana e servire Cristian sulla destra, la conclusione da fuori dell’ ex canterano del Barça non è niente male, ma indubbie sono le responsabilità di Valdés, che interviene con la mano sbagliata e cicca la respinta.
Al Deportivo non pare vero di aver accumulato già da subito la rendita sufficiente per potersi dedicare solo ed esclusivamente a una tattica ostruzionistica. Il giochino lo conosciamo alla noia, come tutti gli allenatori che sfidano il Barça conoscono il trito 4-3-3 di Rijkaard. Spazi intasati nella metacampo di Munua, i due centrocampisti centrali (Antonio Tomas e De Guzman) seguono come ombre Xavi e Iniesta, Manuel Pablo e Felipe si incollano rispettivamente a Ronaldinho e Messi. Per forzare un dispositivo come questo, servirebbero continui scambi di posizione, uno-due e martellanti inserimenti e sovrapposizione dalle retrovie, cercando al contempo di allargare il campo e portare fuori zona i difensori avversari.
Questo un po’ di tempo fa il Barça lo sapeva fare benissimo, ora, lo ripeto per l’ ennesima volta, non più: è diventato più agevole per gli avversari del Barça asserragliarsi nella propria metacampo perché sanno che i blaugrana hanno difficoltà a dare ampiezza alla loro manovra (problema ancor più evidente fuori casa, su campi di dimensioni generalmente più ristrette rispetto al Camp Nou e perciò più facili da coprire per le difese avversarie). Limitata la spinta dei terzini (soprattutto dal lato di Zambrotta, chè Sylvinho ci prova sempre), troppi i giocatori che vengono incontro e portano palla, così è chiaramente più facile per lo schieramento difensivo avversario mantenere i punti di riferimento e piazzarsi con ordine.
Gli unici a tentare di evadere da questo letale tran-tran sono il rientrante Eto’o, l’ unico attaccante della rosa in grado di realizzare quelli che in Spagna chiamano con un’ efficace espressione “desmarques de ruptura” (movimenti in profondità che per l’ appunto “rompono” la linea difensiva avversaria), e Iniesta, nettamente il più positivo nel primo tempo blaugrana. Andresin cerca in ogni modo di offrirsi, di svariare e scombussolare il piano di Lotina, e proprio in una di queste sue azioni si procura il rigore dell’ 1-1, provvidenziale perché ormai si era prossimi all’ intervallo: Ronaldinho esegue con grande freddezza e assicura il pareggio.
Rijkaard capisce la necessità di cambiare qualcosa, e nella ripresa dimostra di aver visto giusto: dentro Deco al posto dell’ inutile (tanto per cambiare) Zambrotta, Puyol terzino destro, Marquez difensore centrale, centrocampo ultra-tecnico con Iniesta (davanti alla difesa), Xavi e Deco (mezzeali). L’ anno scorso abbiamo criticato in tante occasioni questo centrocampo di nulla consistenza difensiva, ma in questo caso la critica non ha senso, perché il Deportivo non ha intenzione e non ha nemmeno i mezzi per superare la propria metacampo, per cui la priorità rimane soltanto quella di stanarlo.
E c’è da dire che la mossa serve ad aumentare di molto la velocità della circolazione del pallone, in un secondo tempo in cui l’ intensità e la continuità degli attacchi blaugrana aumenta notevolmente. Già al primo minuto Eto’o sfiora il gol, poi addirittura il Barça dispone di un contropiede (!!!), quando Manuel Pablo improvvisa un’ avventura nell’ area avversaria, scopre la propria difesa e la espone al contropiede, condotto e concluso malissimo da Iniesta, che come Xavi ha il difetto non lieve di non saper tirare in porta.
Attaccano a pieno organico i blaugrana, Marquez e Milito tracciano una linea da non oltrepassare all’ altezza del cerchio di centrocampo, e anche sugli esterni c’è finalmente più profondità, con Sylvinho costantemente in sovrapposizione e Puyol che sull’ altra fascia svolge un’ importante funzione didattica, soprattutto pensando a Zambrotta, su COME SI DEVE MUOVERE UN TERZINO IN FASE OFFENSIVA. Non occorre essere fenomeni, basta scegliere il momento e lo spazio giusti, e magari capita anche che al tuo collega di fascia si aprano magicamente più spazi. Messi vede finalmente un’ alternativa all’ azione “solo contro il mondo”, scorge la zazzera di Puyol e la serve nello spazio: il cross del capitano, a mezza altezza e fra palo e portiere, è rognosetto, Bojan (che ha rilevato Eto’o, evidentemente ancora senza i 90 minuti nelle gambe) lo manca, Munua ci mette del suo e l’ accorrente Xavi può così appoggiare nella porta spalancata.
Il grosso è fatto, il Barça non sembra proprio sicurissimo su come gestire il tanto agognato vantaggio, affiora pure qualche sintomo della sindrome-Sobis, ma il Deportivo è ben lungi dal poterne approfittare, troppo misero il suo bagaglio, ridotto al pelotazo verso Tabordone nostro (la carta della disperazione di Lotina ogni volta che va in svantaggio).

I MIGLIORI: Iniesta innanzitutto, nel primo tempo suona la sveglia con le sue iniziative. Poi, nel secondo tempo, menzione d’ onore per Marquez e Puyol: il primo gioca una ripresa eccezionale come baluardo difensivo, prontissimo e coraggioso negli interventi al limite quando il Barça gioca il tutto per tutto, tiene la linea difensiva alta e da un contributo importante anche nell'’impostazione del gioco dalle retrovie, coi suoi disimpegni e i cambi di gioco millimetrici (splendida un’ azione in cui stronca sul nascere un contropiede avversrario dopo azione da calcio d’ angolo e subito cambia gioco verso la fascia sinistra innescando magistralmente Ronaldinho), che hanno una particolare rilevanza nella manovra blaugrana (Puyol-Milito è una coppia di centrali formidabile sul piano strettamente difensivo, ma da questo punto il Barça ci perde); Puyol invece offre un contributo determinante da terzino nel secondo tempo.
Coloccini il migliore del Depor, molto sicuro, bene anche Manuel Pablo, un altro che sta trovando una secondagiovinezza in questa stagione. Cristian, nella sfida col suo passato, si mette in mostra con un bel gol, ma è ingenuo quando stende Iniesta per il rigore dell’ 1-1.
I PEGGIORI: Detto in tutte le salse di Zambrotta, Valdes va a vuoto, brutto errore tecnico sul vantaggio avversario. Tenero l’ attacco del Depor: Xisco, che ha offerto segnali incoraggianti in altre partite, evidenzia in questa occasione una certa mancanza di killer instinct, al di là della scarsa assistenza che inevitabilmente gli offre l’ assetto ultra-catenacciaro della sua squadra. Verdú, l’ altro ex, non incide mai, e questa è una colpa quando sei assieme a Guardado l’ unico giocatore di qualità del Depor, devi dare l’ esempio. Ancora una volta timido, un po’ il limite di questo che non è un fenomeno assoluto ma sicuramente un giocatore provvisto di doti tecniche e visione di gioco indiscutibili.

Barcelona (4-3-3): Valdés 5; Zambrotta 5 (46'), Puyol 7, Milito 6, Sylvinho 6,5; Xavi 6,5, Márquez 7, Iniesta 7; Messi 6, Eto’o 6 (64'), Ronaldinho 6.
In partita: Jorquera, Thuram, Deco 6 (46'), Gudjohnsen, Giovani, Bojan 6 (64').
Deportivo (4-2-3-1): Munúa 5,5; M. Pablo 6,5, Adrián 6, Coloccini 7, Filipe 6; A. Tomás 6 (58'), De Guzmán 6; Cristian 6,5, Verdú 5,5, Guardado 6; Xisco 5,5 (64').
In panchina: Aouate, Sergio 6 (58'), Taborda s.v. (64'), Bodipo, Lafita s.v. (76'), Barragán, J. Rodríguez.

Goles: 0-1 (3'): Cristian recibe de Guardado y clava un derechazo cruzado que sorprende a Valdés. 1-1 (41'): Ronaldinho transforma un penalti de Cristian a Iniesta. 2-1 (71'): Xavi remata un centro de Messi que desvió Munúa.
Árbitro: Fdez. Borbalán (Valenciano). Amonestó a Guardado (17'), Adrián (82') y Sergio (91'+).
Incidencias: Camp Nou. Poco más de media entrada: 57.579 espectadores, la peor asistencia de público hasta la 15ª jornada. Terreno de juego en buenas condiciones.

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5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Perdonami, Valentino... che Puyol possa insegnare a Zambrotta come muoversi in fase offensiva mi pare una bestemmia... Le difficoltà a calarsi in un certo calcio, i problemi di interpretazine tattica del gioco di una squadra e di una cultura calcistica sono una cosa, ma i valori assoluti restano. Zambrotta ha dimostrato cose nella sua carriera che Puyol si sogna (soprattutto da terzino... E come centrale è assai sopravvalutato... in Italia, con il suo inesistente senso della posizione sarebbe un "Cordoba II", passami l'esagerazione, ma hai iniziato tu... eh, eh, eh). Marcello.

12:31 AM  
Blogger valentino tola said...

Marcello, ti rispondo così: una cosa sono i valori sulla carta, un' altra sono quelli che uno dimostra in campo. Io non sono nessuno per sminuire ciò che Zambrotta ha dimostrato a ripetizione nella Juve e in nazionale, nè posso negare il suo livello altissimo (per me è stato in un periodo il miglior terzino sinistro del mondo, sottolineo "sinistro"), ma qui ed ora devo giudicare il suo rendimento nel Barça, e devo constatare con amarezza (in quanto tifoso blaugrana) che il suo si sta rivelando uno degli acquisti più deludenti degli ultimi anni.
Di fatto il Barça con lui in campo in fase offensiva gioca con uno in meno, non è possibile che ogni volta Messi ne debba dribblare sei per creare gli spazi. Io non so davvero quale sia il motivo, perchè qualunque spiegazione (quella tattica, la difficoltà di ambientamento, la condizione fisica) regge fino a un certo punto di fronte al mistero di un giocatore così bravo che rende così poco in quella che tra l' altro dovrebbe essere la sua specialità (è chiaro che se dovessi fare una mia squadra come terzino fra Puyol e Zambrotta sceglierei sempre il secondo, non è questo in discussione).
Comprendo benissimo che possa suonare bizzarra o come suggerisci tu la mia considerazione, però risulta tutt' altro che illogica non solo a me ma ad altri che seguono tutte le partite del Barça. Puyol in due-tre partite (e addirittura Oleguer in alcuni frangenti come quello sul campo dell' Osasuna!) senza fare cose straordinarie ha dato molta ma molta più ampiezza e profondità su quella fascia, con sovrapposizioni più frequenti e anche più logiche. E anche l' altro giorno si è vista tutta la differenza fra primo e secondo tempo, credo sia stata sin troppo evidente: Messi viene accusato di non passarla mai, Xavi invece lo rimproverano perchè fa solo passaggi orizzontali... ebbene appena Puyol ha percorso quella fascia come si deve, puntuali e millimetrici sono arrivati i passaggi nello spazio. Questo è un' aspetto troppo importante nella stagione del Barça, che non si può sacrificare sull' altare di un giocatore del quale nessuno discute il valore assoluto ma che si sta dimostrando da ormai troppo tempo inadeguato. Vale lo stesso discorso di Ronaldinho, chi non sa assicurare certi equilibri o non è in grado di svolgere al meglio certe funzioni vitali, se ne va in panchina, nessun problema. Certo è che il Barça ha sempre più bisogno di un terzino destro per Gennaio.

Per quanto concerne le tue considerazioni su Puyol, non posso che dissentire nettamente. Se Puyol da centrale è assai sopravvalutato, onestamente non so più quali sono quelli bravi. Lo ritengo uno dei migliori al mondo senza alcun dubbio, un giocatore che entrerà nella storia del Barça dritto filato. Nell' uno contro uno è il più reattivo che abbia mai visto, una cosa impressionante (anche se logicamente con gli anni i riflessi diminuiscono), sull' uomo è formidabile (tutti ricordano la celebre marcatura nella prima partita di Figo al Camp Nou da madridista, ma anche Ronaldo l' ha superato rarissime volte, e mi ricordo anche un Juve-Baròa dove Del Piero nemmeno sfiorò palla), la sua esplosività negli anticipi e nei recuperi è ovviamente la cosa che salta di più, ma è uno che nella linea difensiva si sa muovere (in genere quelli che sbagliavano le diagonali o facevano saltare il fuorigioco l' anno scorso erano Belletti e Zambrotta, non lui...), non mi ricordo francamente grossi errori nel posizionamento in area di rigore o nella scelta di tempo negli interventi.
Cordoba, con tutto il rispetto per l' onestissimo colombiano dell' Inter, non gli lega nemmeno le scarpe... la storia che "in Italia etc.." poi come sai non è un argomentazione che mi affascina particolarmente, speravo anzi fosse passata di moda, vedendo come difensori dal senso della posizione (generalmente acquisito giocando a un tiro di sputo dal proprio portiere) migliore di Puyol come Samuel, Cannavaro e Thuram (me li ricordo bene i discorsi: "che scarsi i difensori del Barça!", "che rottame Hierro!", "ma perchè Barça e Real non prendono difensori forti dal cmpionato italiano")si sono esibiti o si stanno esibendo nella Liga...

12:12 PM  
Anonymous Anonimo said...

Il real è quasi in fuga ormai,al camp nou sarà fondamentale vincere per il barcellona.
L'anno scorso il barca doveva uccidere il campionato e ha finito col regalarlo a capello,quest'anno tutto sommato il real ha avuto un miglioramento rispetto alla scorsa stagione e il barca lo vedo in affanno...
Poi non tutto va sempre come dovrebbe,fra malcelate difficoltà di spogliatoio e prevedibilità del gioco difficilmente il barcellona farà una gran stagione a mio avviso.
Chissà che per l'anno prossimo...

Tatticamente inizierei a considerare Puyol a destra e l'arretramento di Marquez come difesa-tipo.
Almeno come soluzione d'emergenza fino a gennaio.

Sull'eterno confronto fra italia e spagna c'è da dire una cosa,difficilmente ci sono stati trasferimenti con esiti felici,di giocatori che abbiano fatto bene in entrambi i campionati ce ne sono davvero pochini..
L'impostazione,il concetto di calcio è diversissimo tra i due paesi.
Questo bisogna tenerlo in considerazione:
Cannavaro oltre all'età paga il fatto che era abituato ad avere sempre almeno due mediani di copertura che spesso al real non ci sono.
Questo non significa certo che sia scarso,anzi.
Puyol non so come si ambienterebbe in italia (penso che non sia granchè interessato...),ma questo di certo non ne abbassa le qualità dimostrate finora al barcellona.


Ciao,

Manuel.

1:21 PM  
Blogger valentino tola said...

Certo, sono due tipi di calcio diversissimi, questo lo abbiamo detto molte volte: ovviamente non voglio dire che Cannavro è scarso, ma solo riportare le cose alla loro misura.

Anch'io penso che questi affanni del Barça possano non essere passeggeri, ora vediamo col ritorno di Marquez, Deco ed Eto'o che sono ognuno una colonna fondamentale del proprio reparto, ma vedo una rosa ai massimi storici come livello qualitativo globale, però con alcune pecche e squilibri interni (in particolare quello fra giocatori che attaccano lo spazio, pochi, e giocatori che la vogliono sul piede, troppi) che fanno sì che l' azione risulti troppo spesso prevedibile.
Nonostante a prima vista, leggendo i nomi del Barça, possa sembrare il contrario, il Real ha rispetto al Barça un più ampio ventaglio di soluzioni offensive: i blaugrana possono solo entrare in porta col pallone, mentre il Madrid ha non solo giocatori bravi nell' uno contro uno, ma anche un ariete come Van Nistelrooy, rapinatori d' area, tiratori da fuori (confronta ad esempio Xavi e Iniesta con Sneijder e Baptista) e gente, di tutti i reparti, pericolosissima quando va a staccare nell' are avversaria sui calci piazzati. Non è un caso che il Real Madrid abbia finora segnato di più.

Marquez in difesa è assolutamente necessario. E' una funzione che viene magari un po' sottovalutata, ma la sua presenza in difesa permette di soffrire di meno quando Deco, Xavi o Iniesta sono molto controllati dal centrocampo avversario. Il messicano può impostare da dietro meglio di quanto non faccia la coppia Puyol-Milito, e così il Barça può non perdere il filo del gioco. Da questo punto di vista è il Barça ad essere avvantaggiato sul Madrid: la strategia che tutti gli avversari dei merengues attuano è infatti quella di pressare alto sui difensori e su Diarra, perchè sanno che soprattutto Cannavaro e Diarra possono perdere palla facilmente: così ottengono di isolare dal gioco Guti e riconquistano subito il pallone, con pochi metri di campo da percorrere per attaccare la vulnerabile difesa madridista. Se nella partita del 22 il Barça riuscirà a pressare alto (quello che un tempo, ormai troppo tempo fa, era uno dei punti forti del suo gioco), soprattutto con Eto'o e Deco, potrà acquisire il controllo del gioco e da lì costruire le basi per un' eventuale vittoria.

1:54 PM  
Anonymous Anonimo said...

Non ho nulla da dire in difesa di Puyol;le parole di Valentino sono sufficienti.Per quanto riguarda Cannavaro e Samuel,tralasciando i giudizi sul valore dei due centrali,credo che non siano due difensori adatti al gioco e alla filosofia del Real Madrid.Lo è molto di più Pepe,come lo è stato,seppur in modo ineguagliabile,Hierro e come potrebbe esserlo Garay.

12:04 AM  

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