QUARTA GIORNATA: Real Madrid-Sporting 7-1: Van der Vaart 2 (R); Higuaín (R); Van der Vaart (R); Robben (R); Kike Mateo (S); Raúl 2 (R)
Rammarico in casa Sporting: solo sfiorata la tabellina del due. Due gol incassati alla prima giornata, quattro alla seconda, sei alla terza, sette ieri: 19 dopo quattro giornate (e zero punti in classifica, of course), un’ indecenza per la quale francamente non può valere la giustificazione dell’ aver affrontato subito tutte le big (e ora arriva il Villarreal, capolista e in ottima forma). Se persino il generoso e “romantico” Barça domenica aveva giocato a tennis, figuratevi il “cinico” Real Madrid, che alla prima verticalizzazione ti squarta. Così effettivamente è stato, dopo un quarto d’ora in cui i merengues avevano lasciato giochicchiare l’ avversario, come spesso capita loro.
Questa squadra tende a colpire in maniera immediata, senza prima passare per il controllo del gioco: non entusiasmerà mai da questo punto di vista, ma personalmente, al di là dell’ indebolimento tecnico determinato dalla cessione di Robinho, vedo un Madrid decisamente più convincente dal punto di vista collettivo rispetto a quello dello stesso momento della passata stagione: quello tendeva a spezzarsi in due tronconi e a subire molte occasioni, questo invece segue la stessa buona strada intrapresa nel finale dello scorso campionato: cioè non concede più tante palle gol all’ avversario, ripiega in maniera ordinata quando non ha il pallone e mantiene idee chiare e grande efficacia quando lo recupera. Ovvio che non si possa giudicare molto da questa partita, ma il Real Madrid delle grandi resta quella con più certezze al momento attuale.
Schuster attua il turnover, fuori Sergio Ramos oltre agli infortunati Guti e Gago, ancora una volta schivato abilmente il dilemma Raúl-Higuaín, stavolta riposa Van Nistelrooy (ma la sceltà andrà fatta comunque, perché nelle partite-chiave né Ruud né Robben sono discutibili). Preciado il suo undici invece lo rivoluziona proprio, cambiando 8/11 in cerca di una scossa: mentre Colin rimpiazza logicamente lo squalificato Gerard, sono perfettamente comprensibili i rientri alla titolarità di Canella e Míchel, gli accantonamenti di Matabuena e di Sastre-desastre (nemmeno convocati, così come il difensore centrale Jorge, titolare in tutte le partite precedenti) con il contestuale esordio di Diego Camacho a centrocampo, e, perché no, risulta accettabile anche l’ innesto dal primo minuto di Barral al posto di Bilic. Meno convincente invece la rinuncia a Diego Castro, che è pur sempre il miglior giocatore di una squadra che in fondo non si chiama Manchester United, e a Carmelo, che aveva mostrato cose interessanti (torna titolare Kike Mateo, uno dei protagonisti della promozione) nelle gare precedenti.
Come detto, l’ inizio dello Sporting non è stato male, come atteggiamento e come copertura degli spazi: più spavaldo di Racing e Numancia, non si limita a fare densità nella propria metacampo, ma cerca di chiudere le linee di passaggio più avanti, quando a impostare sono i difensori madridisti. La proposta di Preciado sembra credibile perché il Madrid inizia un po’ legato e gli ospiti recuperano con una certa facilità il pallone in mediana, non rifiutando la manovra elaborata e le sovrapposizioni sulle fasce, soprattutto a destra con Cámara e Pedro.
Peccato però che tutte queste buone intenzioni durino un quarto d’ ora, il tempo per il Madrid di far filtrare il primo pallone fra le linee ed andare in gol con un’ azione corale esemplare per velocità e verticalità: fra le linee si smarca l’ intelligentissimo De la Red, il passaggio di Diarra taglia fuori Míchel e Camacho in un colpo solo, Colin esce dalla difesa ma rimane a metà strada, perché De la Red ha il tempo di girarsi e perché si sta inserendo Van der Vaart; De la Red alza un pallonetto, Raúl prolunga di testa e Van der Vaart fulmina al volo nella zona che Colin ha abbandonato senza venir coperto né da Cámara né dall’ altro centrale Iván Hernández che si dimenticano di stringere.
Il diluvio: subito il primo gol gli altri vengono di conseguenza. Gli ospiti perdono facilmente le posizioni e il possesso del pallone, si allungano e perdono ogni minima velleità di pressing, in difesa non accorciano o lo fanno al momento sbagliato, gli attaccanti del Real Madrid si trovano quasi sempre in situazione di uno contro uno e la vigilanza sugli inserimenti dalla seconda linea è inesistente.
Così non è possibile competere ad alto livello, e infatti la partita si trasforma in “allenamento ufficiale” per il Real Madrid e in passeralla per un Van der Vaart sublime: deviato da Iván Hernández, ma il suo colpo di tacco per il 2-0 è arte pura, talmente bello che pure difensori e centrocampisti dello Sporting si fermano ad ammirarlo in area di rigore. Tanto per gradire poi lo Sporting si prende pure un bel contropiede con l’ uno contro uno per Robben, nell’ occasione gentile servitore di Higuaín: tre a zero alla fine del primo tempo.
Nella ripresa il Madrid giustamente rispetta chi ha pagato il biglietto continuando a garantire gol e belle giocate: il piattone chirurgico di Van Der Vaart (su intelligente scarico di Raúl) completa la tripletta di Rafa, che poi si esalta ancora con un magnifico suggerimento in profondità per Robben, che ridicolizza la spalancata difesa asturiana. Infine, detto dell’ intermezzo di beneficenza col gol di Kike Mateo (il minimo per quei tifosi che sul 7-1 facevano ancora sentire il coro “Sporting! Sporting!”), c’è gloria finalmente anche per Raúl, non più giocatore decisivo (non raccontiamoci storie) ma comunque splendido nel pallonetto del settimo gol, colpo più volte mostrato durante la propria carriera.
I MIGLIORI: Van der Vaart si prende l’ Oscar: fa le cose più determinanti e senza mai scinderle da un’ espressione artistica di prim’ ordine. Come ribadito in altre occasioni, dà il meglio di sé negli ultimi metri di campo, a ridosso dell’ area di rigore piuttosto che nella costruzione del gioco a metacampo. Ancora una buona prestazione di De la Red, che ha dovuto approfittare degli infortuni di Sneijder, Guti e Gago per trovare lo spazio che merita. Chissà che il fatto di essere canterano possa finalmente smettere di essere una colpa (magistrale la frase con cui Don Alfredo Di Stefano accolse a suo tempo l’ acquisto di Gago: “ma come, ci andiamo a comprare le uova fuori quando abbiamo già la gallina in casa?”): intanto Rubén sfrutta questa parentesi muovendosi per il campo con il solito criterio e la solità personalità nel tessere il gioco. In una partita nella quale logicamente risalta più l’ aspetto offensivo, non va messa in secondo piano la prestazione di Diarra, che raramente sbaglia partita: perfetto il maliano nelel coperture, nell’ occasione ottimo anche nell’ avviare l’ azione del primo gol.
I PEGGIORI: Sarebbe del tutto fuori luogo fare nomi nello Sporting.
Real Madrid (4-3-3): Casillas s.v.; Torres 6, Pepe 6,5, Cannavaro 6, Marcelo 6,5; De la Red 7, Diarra 7 (53'), V. der Vaart 8,5; Robben 6,5 (67'), Raúl 6,5, Higuaín 6,5 (61').
In panchina: Dudek, Heinze, Salgado, Javi García s.v. (53'), Drenthe s.v. (67'), Saviola s.v. (61'), V. Nistelrooy.
Sporting (4-2-3-1): S. Sánchez 6; R. Cámara 5 (46'), Colin 5,5, I. Hernández 5, Canella 5,5; Míchel 5, D. Camacho 5,5; Pedro 5,5 (56'), Kike Mateo 5,5, Maldonado 5 (46'); Barral 5.
In panchina: Cuéllar, Neru s.v. (46'), Andreu, D. Castro s.v. (46'), De Lucas, L. Morán s.v. (56') Bilic.
Goles: 1-0 (17'): Van der Vaart, con la izquierda. 2-0 (32'): Van der Vaart, de tacón con la zurda. 3-0 (36'): Higuaín, con la derecha, pegado al palo. 4-0 (46'): Van der Vaart. 5-0 (50'): Robben, de zurda. 5-1 (53'): Kike Mateo, con la derecha, tras pase de Barral. 6-1 (58'): Raúl, a puerta vacía. 7-1 (63'): Raúl, de vaselina con la izquierda.
Árbitro: Rodríguez Santiago, del Colegio Castellano-Leonés.
Incidencias: Bernabéu. 80.000 espectadores.
Questa squadra tende a colpire in maniera immediata, senza prima passare per il controllo del gioco: non entusiasmerà mai da questo punto di vista, ma personalmente, al di là dell’ indebolimento tecnico determinato dalla cessione di Robinho, vedo un Madrid decisamente più convincente dal punto di vista collettivo rispetto a quello dello stesso momento della passata stagione: quello tendeva a spezzarsi in due tronconi e a subire molte occasioni, questo invece segue la stessa buona strada intrapresa nel finale dello scorso campionato: cioè non concede più tante palle gol all’ avversario, ripiega in maniera ordinata quando non ha il pallone e mantiene idee chiare e grande efficacia quando lo recupera. Ovvio che non si possa giudicare molto da questa partita, ma il Real Madrid delle grandi resta quella con più certezze al momento attuale.
Schuster attua il turnover, fuori Sergio Ramos oltre agli infortunati Guti e Gago, ancora una volta schivato abilmente il dilemma Raúl-Higuaín, stavolta riposa Van Nistelrooy (ma la sceltà andrà fatta comunque, perché nelle partite-chiave né Ruud né Robben sono discutibili). Preciado il suo undici invece lo rivoluziona proprio, cambiando 8/11 in cerca di una scossa: mentre Colin rimpiazza logicamente lo squalificato Gerard, sono perfettamente comprensibili i rientri alla titolarità di Canella e Míchel, gli accantonamenti di Matabuena e di Sastre-desastre (nemmeno convocati, così come il difensore centrale Jorge, titolare in tutte le partite precedenti) con il contestuale esordio di Diego Camacho a centrocampo, e, perché no, risulta accettabile anche l’ innesto dal primo minuto di Barral al posto di Bilic. Meno convincente invece la rinuncia a Diego Castro, che è pur sempre il miglior giocatore di una squadra che in fondo non si chiama Manchester United, e a Carmelo, che aveva mostrato cose interessanti (torna titolare Kike Mateo, uno dei protagonisti della promozione) nelle gare precedenti.
Come detto, l’ inizio dello Sporting non è stato male, come atteggiamento e come copertura degli spazi: più spavaldo di Racing e Numancia, non si limita a fare densità nella propria metacampo, ma cerca di chiudere le linee di passaggio più avanti, quando a impostare sono i difensori madridisti. La proposta di Preciado sembra credibile perché il Madrid inizia un po’ legato e gli ospiti recuperano con una certa facilità il pallone in mediana, non rifiutando la manovra elaborata e le sovrapposizioni sulle fasce, soprattutto a destra con Cámara e Pedro.
Peccato però che tutte queste buone intenzioni durino un quarto d’ ora, il tempo per il Madrid di far filtrare il primo pallone fra le linee ed andare in gol con un’ azione corale esemplare per velocità e verticalità: fra le linee si smarca l’ intelligentissimo De la Red, il passaggio di Diarra taglia fuori Míchel e Camacho in un colpo solo, Colin esce dalla difesa ma rimane a metà strada, perché De la Red ha il tempo di girarsi e perché si sta inserendo Van der Vaart; De la Red alza un pallonetto, Raúl prolunga di testa e Van der Vaart fulmina al volo nella zona che Colin ha abbandonato senza venir coperto né da Cámara né dall’ altro centrale Iván Hernández che si dimenticano di stringere.
Il diluvio: subito il primo gol gli altri vengono di conseguenza. Gli ospiti perdono facilmente le posizioni e il possesso del pallone, si allungano e perdono ogni minima velleità di pressing, in difesa non accorciano o lo fanno al momento sbagliato, gli attaccanti del Real Madrid si trovano quasi sempre in situazione di uno contro uno e la vigilanza sugli inserimenti dalla seconda linea è inesistente.
Così non è possibile competere ad alto livello, e infatti la partita si trasforma in “allenamento ufficiale” per il Real Madrid e in passeralla per un Van der Vaart sublime: deviato da Iván Hernández, ma il suo colpo di tacco per il 2-0 è arte pura, talmente bello che pure difensori e centrocampisti dello Sporting si fermano ad ammirarlo in area di rigore. Tanto per gradire poi lo Sporting si prende pure un bel contropiede con l’ uno contro uno per Robben, nell’ occasione gentile servitore di Higuaín: tre a zero alla fine del primo tempo.
Nella ripresa il Madrid giustamente rispetta chi ha pagato il biglietto continuando a garantire gol e belle giocate: il piattone chirurgico di Van Der Vaart (su intelligente scarico di Raúl) completa la tripletta di Rafa, che poi si esalta ancora con un magnifico suggerimento in profondità per Robben, che ridicolizza la spalancata difesa asturiana. Infine, detto dell’ intermezzo di beneficenza col gol di Kike Mateo (il minimo per quei tifosi che sul 7-1 facevano ancora sentire il coro “Sporting! Sporting!”), c’è gloria finalmente anche per Raúl, non più giocatore decisivo (non raccontiamoci storie) ma comunque splendido nel pallonetto del settimo gol, colpo più volte mostrato durante la propria carriera.
I MIGLIORI: Van der Vaart si prende l’ Oscar: fa le cose più determinanti e senza mai scinderle da un’ espressione artistica di prim’ ordine. Come ribadito in altre occasioni, dà il meglio di sé negli ultimi metri di campo, a ridosso dell’ area di rigore piuttosto che nella costruzione del gioco a metacampo. Ancora una buona prestazione di De la Red, che ha dovuto approfittare degli infortuni di Sneijder, Guti e Gago per trovare lo spazio che merita. Chissà che il fatto di essere canterano possa finalmente smettere di essere una colpa (magistrale la frase con cui Don Alfredo Di Stefano accolse a suo tempo l’ acquisto di Gago: “ma come, ci andiamo a comprare le uova fuori quando abbiamo già la gallina in casa?”): intanto Rubén sfrutta questa parentesi muovendosi per il campo con il solito criterio e la solità personalità nel tessere il gioco. In una partita nella quale logicamente risalta più l’ aspetto offensivo, non va messa in secondo piano la prestazione di Diarra, che raramente sbaglia partita: perfetto il maliano nelel coperture, nell’ occasione ottimo anche nell’ avviare l’ azione del primo gol.
I PEGGIORI: Sarebbe del tutto fuori luogo fare nomi nello Sporting.
Real Madrid (4-3-3): Casillas s.v.; Torres 6, Pepe 6,5, Cannavaro 6, Marcelo 6,5; De la Red 7, Diarra 7 (53'), V. der Vaart 8,5; Robben 6,5 (67'), Raúl 6,5, Higuaín 6,5 (61').
In panchina: Dudek, Heinze, Salgado, Javi García s.v. (53'), Drenthe s.v. (67'), Saviola s.v. (61'), V. Nistelrooy.
Sporting (4-2-3-1): S. Sánchez 6; R. Cámara 5 (46'), Colin 5,5, I. Hernández 5, Canella 5,5; Míchel 5, D. Camacho 5,5; Pedro 5,5 (56'), Kike Mateo 5,5, Maldonado 5 (46'); Barral 5.
In panchina: Cuéllar, Neru s.v. (46'), Andreu, D. Castro s.v. (46'), De Lucas, L. Morán s.v. (56') Bilic.
Goles: 1-0 (17'): Van der Vaart, con la izquierda. 2-0 (32'): Van der Vaart, de tacón con la zurda. 3-0 (36'): Higuaín, con la derecha, pegado al palo. 4-0 (46'): Van der Vaart. 5-0 (50'): Robben, de zurda. 5-1 (53'): Kike Mateo, con la derecha, tras pase de Barral. 6-1 (58'): Raúl, a puerta vacía. 7-1 (63'): Raúl, de vaselina con la izquierda.
Árbitro: Rodríguez Santiago, del Colegio Castellano-Leonés.
Incidencias: Bernabéu. 80.000 espectadores.
Etichette: Liga, Real Madrid, Sporting Gijon
4 Comments:
Test direi ancor + finto del già mitico Bate Borisov, comunque dalla prossima settimana si fà sul serio!!!!Debbo dire che per ora Higuain e Van der Vaart non mi stanno facendo rimpianere Robinho, però la stagione è appena iniziata!
per fortuna hai postato la partita del malaga, che da una minima speranza al gijon di non arrivare ultimi...
Scherzi a parte, Preciado le sta provando tutte, ma la povertà della rosa obbliga ad intervenire a gennaio.. La speranza è che qualche big della liga decida di dare in prestito qualche giocatore da rilanciare (visto che soldi non ce ne sono...) perchè gijon può essere una piazza perfetta, con un tifo che ti trascina cosi tanto..
Ah, per onore di cronaca, Pedro y Jorge eran compagni di scuola della mia ragazza, e Pedro è considerato come uno dei più scarsi presenti in rosa. Non molto amato anche perchè troppo spesso visto in giro a sfruttare la vita notturna...
Certo, non era un vero test, comunque in mezzo a BATE e Sporting c'è stato il Racing, e direi che lì il Real Madrid in quell' occasione è stato veramente solido (facendo un paragone col girone d' andata della scorsa stagione, avrebbe magari vinto lo stesso 0-2, ma Casillas avrebbe dovuto fare almeno una decina di parate).
Sì, dalla prossima settimana comincerà a scorrere il sangue!
Non solo Higuain e Van der Vaart, direi che anche De la Red dà più fluidità alla manovra. Con Higuain e Raul che fanno un gran movimento senza palla più De la Red e Van der Vaart che hanno ottimi tempi di inserimento il Real Madrid mantiene molte soluzioni offensive, anche se l' incazzatura per il caso-Robinho inevitabilmente rimane.
Riguardo a Van der Vaart, son curioso di vedere quale sarà la sua posizione con il ritorno di Sneijder che avverrà tra breve: prevedibile che giochino i due olandesi come mezzeali e Mahamadou davanti alla difesa, però ho un paio di considerazioni da fare che secondo me potrebbero valere un esperimento tattico.
Considerando che la contemporanea presenza di Van der Vaart a centrocampo toglierebbe un po' di libertà d' azione a Sneijder (costringendolo ad agire in zone del campo più arretrate rispetto a quella che preferisce, cioè sul centro-sinistra con la possibilità di inserirsi a ridosso delle punte), come già è avvenuto quando Wesley ha giocato con Guti, la mia idea sarebbe quella di provare a utilizzare Van der Vaart nel tridente nella posizione di finto esterno alla Raul, con grande libertà di movimento fra le linee. Con Van der Vaart che scala in attacco il posto dell' altra mezzala continuerebbe a occuparlo De la Red.
Così facendo Van der Vaart avrebbe la massima libertà di movimento a ridosso dell' area di rigore, la zona che preferisce, senza al tempo stesso togliere la libertà d' azione a Sneijder che, con De la Red più propenso a muoversi vicino a Diarra ad inizio manovra, potrebbe continuare a gravitare sulla trequarti avversaria e attuare i movimenti che preferisce.
Riassumendo quanto esposto, la formazione titolare diventerebbe questa:
CASILLAS; SERGIO RAMOS, PEPE, CANNAVARO, MARCELO; DE LA RED, DIARRA, SNEIJDER; VAN DER VAART, VAN NISTELROOY, ROBBEN.
Un 4-3-3 o 4-3-1-2 a seconda dei movimenti di Van der Vaart. Con questa soluzione credo che il Real Madrid potrebbe gudagnare parecchio nelle trame palla a terra e trovare combinazioni più fitte ed elaborate, con la possibilità di un appoggio fra le linee come Van der Vaart. Un aspetto da non sottovalutare se è vero che in alcune occasioni le difficoltà del Madrid a difesa avversaria schierata nascono da collegamenti un po' precari fra centrocampisti e attaccanti (vedi la trasferta di La Coruña, dove comunque Schuster aveva scelto una sorta di 4-2-4, o anche il primo tempo di Santander).
Va detto poi che un assetto simile dovrebbe essere considerato in vista dello Zenit, squadra che tende a trovare facilmente la superiorità numerica a centrocampo con i tre centrali e le due mezzepunte che giocano sempre molto ravvicinate e triangolano a piacimento.
@ Cespo
Ahi ahi ahi, comincia a delinearsi uno scenario troppo scontato: le tre neopromosse col biglietto di ritorno pronto. Sarò pazzo visto l' inizio, ma mentre Numancia e Malaga le vedo già dal precampionato del tutto spacciate, lo Sporting mi sembra l' unica delle tre che possa giocarsela. Però con questa fase di non possesso (non si tratta più solo di errori dei difensori come il Sevilla, Barça e Madrid son stati pressati poco o nulla) non si va da nessuna parte.
Già, il mercato di gennaio: l' ideale sarebbe trovare qualche giocatore difensivo di livello. Uno che mi viene in mente è Javi Garcia, che può fre il centrocampista difensivo o il difensore centrale e al Madrid non trova spazio. Idem Maduro, stesso ruolo, stesse caratteristiche e stessa situazione al Valencia. E se poi Camacho non dovesse trovare tutto questo spazio all' Atlético... Difensori puri cedibili in prestito adesso non mi vengono in mente...
Anche se l' attacco non è certo la priorità, non dimentichiamoci di Zigic, che potrebbe essere un pezzo pregiato del mercato di riparazione.
In porta ora sarebbe il caso di provare Cuéllar, e se non va mi sa che si dovrà intervenire pure là.
Pedro non è un fenomeno, però per quello che ho visto in rosa c'è di peggio. Non ha l' uno contro uno, però crossa molto bene col destro. Certo, continuo a non capire la sua titolarità l' altro giorno, con Maldonado a sinistra e Diego Castro in panchina...
Jorge è uno di quei centrali che sembrano fatti con lo stampo nella rosa dello Sporting: lento, macchinoso, goffo... come Ivan Hernandez e Gerard (Colin invece non è lento, è soltanto un brocco).
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