domenica, dicembre 07, 2008

QUATTORDICESIMA GIORNATA: Villarreal-Getafe 3-3: Granero (G); Gavilán (G); Casquero (G); Pires (V); Eguren (V); Rossi (V).

Il Villarreal regala un’altra altalena evitabile ai propri tifosi e perde altri punti preziosi, il Getafe conferma la buona condizione ma si mangia le mani per aver buttato via una vittoria che il gentile anfitrione aveva fatto di tutto per agevolare. Ci si diverte, ma nessuno è contento.

Il Getafe, che ha ormai consolidato un suo undici-tipo (nel quale ha la chance dall’inizio Uche dopo il convincente spezzone col Madrid), propone atteggiamento tattico e mentalità molto simili a quelle di due settimane fa al Camp Nou. Vale a dire, 4-4-2 molto corto e tendente ad addensarsi nella propria metacampo, ma in fase di possesso atteggiamento ben diverso da quello della squadra piccola e intimorita, perché la squadra di Víctor Muñoz non è solo ben organizzata ma ha anche tecnica e velocità di esecuzione per riversarsi armoniosamente e pericolosamente nella metacampo avversaria. Squadra completa, con qualità di palleggio in mediana, gioco tra le linee e sulle fasce, solidità e attenzione nelle retrovie.
L’atteggiamento è simile al Camp Nou ma stavolta i gol di vantaggio dopo i primi 45 minuti sono addirittura tre. La differenza risiede nell’avversario: in quell’occasione il Barça era soltanto confuso e un po’ impacciato, in questa invece il Villarreal si cala letteralmente le brache (nonostante abbia ritrovato elementi-cardine come Gonzalo, Godín e Senna; davanti invece pesa ancora l’assenza di Llorente, rimpiazzato, per la prima volta dal primo minuto, dall’interessantissimo ma acerbo Altidore).
Vero, il Getafe fa tre gol su tre tiri, e Godín sullo 0-1 prende una traversa incornando un calcio d’angolo, ma basta vedere la dinamica dei tre gol per capire che quelli vestiti di giallo in realtà son rimasti negli spogliatoi: bene bravo Granero sul primo gol, ma ha tutto il tempo a centro area; poi Eguren che tiene in gioco tutti e quindi anche Gavilán per la sua eccellente conclusione al volo (non perfetto comunque Diego López); poi ancora, per lo 0-3 già al 30’, il Casquerazo mancino dal limite dell’area effettuato senza alcuna vigilanza. Intensità e ritmo non son mai state prerogative del Villarreal, ma l’ordine nei ripiegamenti e l’attenzione difensiva sì, e osservare questa passività e svagatezza sorprende e allarma, visto che l’ultima uscita casalinga era stata un altro 0-3 col Valladolid. Al Getafe invece funzionano testa e gambe, si gioca in scioltezza.
Visto il primo tempo si potrebbe pensare a un risultato in nessun modo recuperabile, e anche se nella ripresa la pressione del Villarreal si fa più insistente e convinta, il Geta sembra poter reggere: a parte il momento di forcing dei padroni di casa nei minuti prima e dopo il casualissimo 1-3 di Pires (il gol in rimpallo di schiena del francese è comunque preceduto da un colpo di testa facilissimo sbagliato sottomisura da Altidore), il sistema difensivo ospite, certo ora un bel po’più schiacciato a ridosso di Abbondanzieri, non soffre eccessivamente, e le qualità di palleggio del centrocampo consentono di tanto in tanto di alleviare questa pressione, distendere i nervi e far correre e demoralizzare un po’l’avversario.
Il Villarreal cambia in senso marcatamente offensivo (prima Ibagaza per Pires, poi Nihat per Senna), ma la lucidità e la fiducia sembrano scemare. Tuttavia, lo sappiamo, basta un episodio per invertire le tendenze, e va detto che il Getafe ordinato nella fase di non possesso è parso tutta la serata alquanto vulnerabile e incerto sulle palle inattive: la traversa di Godín nel primo tempo, poi, nella ripresa, prima dell’1-2, un mischione dal quale gli ospiti si salvano per miracolo, poi ancora dopo il gol di Pires un’occasione incredibilmente fallita da Capdevila solo soletto su una punizione dalla trequarti di Senna… all’82 invece è Eguren, servito dalla torre di Godín, a rimanere incustodito (distratto Rafa, subentrato all’infortunato Mario nell’intervallo, come anche sul colpo di testa di Altidore dal quale era nato il gollonzo di Pires) in area, e a riaprire bruscamente la partita.
Psicologia ora tutta dalla parte del Villarreal, ed è Rossi, l’uomo più pericoloso anche nelle serate storte, ad agguantare il pari con un guizzo che ancora una volta sottolinea la sua straordinaria rapidità d’esecuzione e il fiuto da attaccante vero, convertendo in una perla una palla sbucata da una mischia. Rossi ne ha anche un’altra di occasione, quella che completerebbe la clamorosa rimonta, quando scappa sul filo del fuorigioco e, davanti ad Abbondanzieri in una posizione un po’defilata, conclude a lato solo di poco.

I MIGLIORI: Si consolida Polanski: il tedesco era partito dietro nelle gerarchie, ora comincia ad essere sempre più necessario per Víctor Muñoz. Origini da centrocampista offensivo, si sta affermando come un nuovo Poulsen, elemento di grande equilibrio, continuità ed intelligenza tattica davanti alla difesa, fisicamente compatto e solido nei contrasti oltre che lucido nel ricucire la manovra (usa discretamente anche l’altro piede, il sinistro). Bella coppia col solito noto Casquero, un altro che usa benone pure il sinistro.
Ottimo pure Granero: grande partecipazione alla manovra nel suo miglior stile, anche partendo dalla destra, che fra le tre del centrocampo è la zona che preferisce meno. In estate si pensava di impostarlo nel cuore del centrocampo, ma Casquero non lo smuovi nemmeno con le bombe a mano, quindi con la contemporanea titolarità di Gavilán, è rimasta solo la destra (accantonato per il momento Guerrón, finora più seminatore di zizzania nello spogliatoio che altro). Aveva iniziato sottotono questa stagione, ora sta ingranando sui livelli consoni al proprio talento.
Rossi sempre più determinante: l’unico con qualche guizzo sempre in canna (considerando anche il leggero appannamento di Cazorla rispetto all’inizio della stagione), quando la sua squadra è in grossa difficoltà cerca comunque di venire a prendersi palla sulla trequarti, di assumersi le responsabilità cercando la superiorità palla al piede e la conclusione individuale, in mancanza d’altro.
I PEGGIORI: Passo indietro per Albín: dopo il partitone col Madrid torna il talento un po’svampito dei suoi primi giorni europei. Da stendere a suon di ceffoni quando sull’ 1-3 spreca un contropiede a tu per tu con Diego López concludendo di rabona (sic). Volenteroso ma poco incisivo ed impreciso Altidore, evidentemente un progetto a lungo termine questo ragazzo.

Villarreal (4-4-2): Diego López 5,5; Javi Venta 5(Ángel 6, m.43), Gonzalo 5,5, Godín 6, Capdevila 6; Cazorla 5,5, Marcos Senna 5,5(Nihat 6, m.77), Eguren 6, Pires 5,5(Ibagaza 6, m.64); Rossi 6,5, Altidore 5,5.
In panchina: Viera, Fuentes, Bruno, Matias Fernández.
Getafe (4-4-2): Abbondanzieri 6,5; Contra 6,5, Cata Díaz 6,5, Mario 6,5(Rafa 5,5, m.46), Licht 6; Granero 7(David Cortés s.v., m.88), Polanski 7, Casquero 7, Gavilán 6,5; Albín.5,5, Uche 6,5(Soldado, m.81).
In panchina: Jacobo, Ibrahim Kas, Celestini, Guerrón.

Goles: 0-1,m.10: Granero. 0-2,m.17: Gavilán. 0-3,m.30: Casquero. 1-3,m.55: Pires. 2-3,m:83: Eguren. 3-3,m.85:ossi.
Árbitro. Teixeira Vitenes (Comité Cántabro). Amonestó por el Getafe a Casquero, Gavilán y Mario y por el Villarreal a Gonzalo.
Incidencias: partido disputado en el campo de El Madrigal, en Villarreal, ante 20.000 espectadores. Terreno de juego en buenas condiciones.

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