Il punto sulla trentasettesima giornata.
Barcelona-Osasuna 0-1: Pandiani 25'.
Athletic Bilbao-Atlético Madrid 1-4: Raúl García 59'(AM); Etxeita 68'(AB); Forlán 73'(AM); Forlán 77'(AM); Forlán, rig. 87'(AM).
Sevilla-Deportivo 1-0: Perotti 90'.
Almería-Espanyol 0-3: Iván Alonso 25'; Iván Alonso 71'; Coro 88'.
Villarreal-Valencia 3-1: J. Llorente 15'(Vi); J. Llorente 32'(Vi); Villa 42'(Va); Cani 67'(Vi).
Getafe-Numancia 1-0: Soldado 60'.
Málaga-Betis 1-1: Edu(B); Luque 81'(M).
Valladolid-Sporting 1-2: D. Camacho 43'(S); Jonathan Sesma 69'(V); Bilic 78'(S).
Recreativo Huelva-Racing Santander 0-1: Zigic 75'.
Real Madrid-Mallorca 1-3: Higuaín 19'(R); Arango 25'(M); Cléber Santana 58'(M); Keita 70'(M).
Due lezioni in una settimana, è troppo per il Valencia. Se con l’Atlético erano state le motivazioni e le gambe, nel derby della Comunitat Valenciana è il futbol de toque del Villarreal a far arrossire Emery. Fuori matematicamente dalla Champions il club che, e destinato a un pesante ridimensionamento. Tre gol su tre azioni alla mano, triangolazioni da un lato all’altro, un calcio armonioso e squisito che scava la nettissima differenza fra le due squadre.
Il Villarreal è discontinuo ma è sempre uno dei progetti più credibili di tutto il calcio spagnolo degli ultimi anni; il Valencia va a sprazzi, non ha una struttura solida e dipende ancora eccessivamente dal suo trio offensivo (è impossibile non dipendere dai tuoi giocatori migliori, ma c’è misura e misura). Come contro l’Atlético l’assenza di Silva ha pesato tantissimo, togliendo del tutto continuità di gioco.
Dopo una fase iniziale combattuta a centrocampo, con le squadre cortissime, in pochi metri, il Villarreal passa con una sua azione tipica: Ibagaza dalla destra si accentra, lascia la corsia al terzino Javi Venta, da questi al centro per Llorente che estrae un’altra perla da orrenda bestiaccia da area di rigore qual è (molle Maduro, ma il controllo e la conclusione fulminea del basco sono puro fiuto del gol). Ibagaza esce per infortunio (e con l’entrata di Bruno Pellegrini torna ai due centrocampisti difensivi), ma il Villarreal continua ad avere le idee molto più chiare: senza Silva centrocampo e attacco non legano, come al Calderón, si procede in orizzontale o con lanci precipitosi. Il Villarreal invece è tutto un triangolare, incrociare e sovrapporsi, una vera orchestra che esalta anche giocatori normalissimi come Javi Venta: ancora lui e ancora Llorente che incorna il 2-0.
Splendido il centrocampo dei padroni di casa: Bruno ci sguazza che è una meraviglia (nelle serate giuste, che spero arrivino più spesso in futuro, questo è un signor centrocampista), e Cani manda in sollucchero. Sottolineatura per l’aragonese: più volte indicato, giustamente, come promessa mai del tutto mantenuta, si sta proponendo su livelli alti in questo finale di stagione, dal gol al Real Madrid della scorsa giornata fino al partitone di ieri. Grande padronanza dei tempi del gioco, ora accelera, ora tocca di prima, ora tiene palla e fa salire la squadra, concretezza e raffinatezza al tempo stesso (pure un tentativo notevole da metacampo con César fuori dai pali), per una volta uomo-squadra e uomo-partita lui che ha sempre avuto il difetto di nascondersi dietro una personalità poco autorevole. Il suo bilancio globale al Villarreal resta inferiore alle attese, probabilmente in estate arriverà una cessione, ma la soddisfazione del gol di ieri è strameritata: un pochino intimorito dal 2-1 di Villa a fine primo tempo (incertezza nella difesa per il resto attenta del Villarreal, soprattutto un eccellente Godín), il Submarino nella ripresa cede il possesso-palla e cerca il contropiede. Quello buono nasce sull’asse Bruno-Pirés, ed è finalizzato proprio da Cani che trova l’unico spiraglio buono.
Resta solo da attendere buone notizie dalla radio, che però non arrivano: alla Catedral l’Atlético va giù pesante, conferma il suo gran momento di forma e rimane con tutte le carte in mano per assicurarsi il quarto posto all’ultima giornata. C’è poi Forlán che fa il passo decisivo per il Pichichi: in una partita sofferta per l’Atlético, l’uruguagio ancora una volta, l’ennesima, trascina di peso alla vittoria i suoi, con una tripletta che lo porta a 31 reti, una cifra straordinaria per qualunque attaccante, ancora di più per uno sgobbone come lui che avrebbe anche tutti motivi per non arrivare sempre lucidissimo alla conclusione a rete.
Tre gol che vanno di traverso a Eto’o, che aveva chiesto espressamente di essere risparmiato dal turnover di Guardiola in vista della finale. Non c’è trippa per il camerunese: già molto poco partecipe alla manovra in questa stagione, trovandosi a dipendere dalla squadra succede che da Xavi Torres, Gudjohnsen, Hleb depresso e Pedrito non gli arrivano tanti e buonissimi rifornimenti. Solita difesa blaugrana ballerina sul calcio d’angolo e così il Rifle Pandiani ha il gol buono per tenere vive le speranze dell’Osasuna, che nella ripresa gestisce il vantaggio davanti a un Barça non motivatissimo e certo non particolarmente affiatato nel suo undici di riserva. Entra pure il promettente difensore Muniesa, che subito si prende un rosso forse un po’severo, provocando a ruota l’espulsione di Guardiola, molto protettivo col suo canterano, per proteste (la pañolada sugli spalti del Camp Nou però dura anche troppo).
Ora è vigilia della finalissima: l’interrogativo più grande riguarda la composizione della difesa blaugrana, un serissimo fattore d’instabilità. Le squalifiche, gli infortuni, l’esaurimento di Sylvinho e la colpevole scarsa valorizzazione di elementi come Cáceres da parte di Guardiola costringe seriamente a pensare a improvvisazioni davvero ardite. Sebbene il maliano abbia messo le mani avanti esprimendo il suo diniego, Keita terzino sinistro è un’ipotesi molto concreta, che si va ad aggiungere all’altra invenzione, Touré difensore centrale (il che, fattore non secondario, implica l’utilizzo di Busquets, talentuoso ma non si sa quanto maturo per una ribalta simile).
Il Manchester United non cercherà il possesso-palla, nessuno lo cerca contro il Barça, ma questo non vuol dire che non imposterà una gara molto aggressiva, soprattutto all’inizio: gli scambi di posizione e gli incroci fra i vari Rooney, Ronaldo, tanto caratteristici nel gioco dei Red Devils, tolgono punti di riferimento e richiedono una ferrea disciplina tattica difensiva per non aprire buchi. Giocatori come Touré e Keita, con un bagaglio tattico non da difensori, potrebbero essere facilmente portati fuori posizione da questi movimenti. Guardiola non potrà certo fare appello a meccanismi rodati, quanto piuttosto affidarsi alla concentrazione, alla forza di volontà e allo spirito di sacrificio che l’eccezionalità dell’evento possono infondere anche in giocatori palesemente fuori ruolo. Il piano dovrà essere quello di tenere palla più lontano possibile dalla porta di Valdés, ma senza rischiare palle perse o giocate forzate: se possibile, tirare da lontano, tentativi anche velleitari pur di finalizzare l’azione e permettere alla squadra di recuperare le posizioni difensive senza provocare contropiedi, perché il Manchester United non ha rivali in Europa quando può ribaltare l’azione in campo aperto. Giocare sul filo dell’equilibrio, non tradendo la propria filosofia di gioco ma senza fare il passo più lungo della gamba. Il problema è che il Manchester United è anche squadra che sa competere come poche, che non si scompone di certo davanti a uno 0-0 che perdura. Ed è una squadra che avrà più carte a partita in corso per smuovere quest'eventuale 0-0: se sia Henry che Iniesta partiranno dall'inizio, a Guardiola non rimarranno più cambi davvero incisivi (non possono esserlo, per motivi diversi, i Hleb e Bojan attuali), mentre dall'altra parte Sir Alex potrà sguinzagliare un certo Tévez che entra in partita con grande facilità.
La vera carta del Barça è il puro talento, perfino superiore in alcuni giocatori a quello dello United: se Messi trova campo la partita allora può finire in qualunque modo, l’argentino da solo può ribaltare una situazione che complessivamente vede il Barça sfavorito. Importantissimo anche valutare le condizioni in cui Henry e Iniesta si presenteranno all’appuntamento: soprattutto il manchego, che potrebbe distogliere attenzioni preziose da Messi e dare al centrocampo quella capacità di penetrazione che imponga al Manchester United di recuperare palla lontanissimo da Valdés.
Ingarbugliatissima la lotta-salvezza: retrocesse matematicamente Recre e Numancia (normale, le due squadre più povere, economicamente e tecnicamente) perfino il Valladolid si è inguaiato (incredibile, se si pensa che è da un mese che si pensava bastasse una sola vittoria agli uomini di Mendillibar per mettersi al sicuro, e invece è stato letargo), e dovrà pareggiare in casa del Betis, al solito con l’acqua alla gola.
Lo scontro diretto fra Betis e Valladolid permette al Getafe rigenerato da Michel (in casa del Racing già salvo), allo Sporting (in casa col Recre) e all’Osasuna (in casa col Madrid già balneare) di dipendere da loro stessi: tre punti e sono salve. La sensazione è che faranno bottino pieno tutte e tre, e che al Ruiz de Lopera domenica prossima scorrerà tanto tanto sangue.
CLASSIFICA
1 Barcelona 86
2 R. Madrid 78
3 Sevilla 67
4 Atlético 64
5 Villarreal 62
6 Valencia 59
7 Deportivo 57
8 Málaga 55
9 Mallorca 51
10 Almería 46
11 Racing 45
12 Espanyol 44
13 Athletic 44
14 Valladolid 42
15 Getafe 41
16 Betis 41
17 Sporting 40
18 Osasuna 40
19 Numancia 35
20 Recreativo 33
CLASSIFICA MARCATORI
Forlán 31(Atlético Madrid, 5 rig.)
Eto’o 29(Barcelona, 2 rig.)
Villa 26 (Valencia, 8 rig.)
Messi 23(Barcelona, 3 rig.)
Higuaín 21(Real Madrid, 3 rig.)
Athletic Bilbao-Atlético Madrid 1-4: Raúl García 59'(AM); Etxeita 68'(AB); Forlán 73'(AM); Forlán 77'(AM); Forlán, rig. 87'(AM).
Sevilla-Deportivo 1-0: Perotti 90'.
Almería-Espanyol 0-3: Iván Alonso 25'; Iván Alonso 71'; Coro 88'.
Villarreal-Valencia 3-1: J. Llorente 15'(Vi); J. Llorente 32'(Vi); Villa 42'(Va); Cani 67'(Vi).
Getafe-Numancia 1-0: Soldado 60'.
Málaga-Betis 1-1: Edu(B); Luque 81'(M).
Valladolid-Sporting 1-2: D. Camacho 43'(S); Jonathan Sesma 69'(V); Bilic 78'(S).
Recreativo Huelva-Racing Santander 0-1: Zigic 75'.
Real Madrid-Mallorca 1-3: Higuaín 19'(R); Arango 25'(M); Cléber Santana 58'(M); Keita 70'(M).
Due lezioni in una settimana, è troppo per il Valencia. Se con l’Atlético erano state le motivazioni e le gambe, nel derby della Comunitat Valenciana è il futbol de toque del Villarreal a far arrossire Emery. Fuori matematicamente dalla Champions il club che, e destinato a un pesante ridimensionamento. Tre gol su tre azioni alla mano, triangolazioni da un lato all’altro, un calcio armonioso e squisito che scava la nettissima differenza fra le due squadre.
Il Villarreal è discontinuo ma è sempre uno dei progetti più credibili di tutto il calcio spagnolo degli ultimi anni; il Valencia va a sprazzi, non ha una struttura solida e dipende ancora eccessivamente dal suo trio offensivo (è impossibile non dipendere dai tuoi giocatori migliori, ma c’è misura e misura). Come contro l’Atlético l’assenza di Silva ha pesato tantissimo, togliendo del tutto continuità di gioco.
Dopo una fase iniziale combattuta a centrocampo, con le squadre cortissime, in pochi metri, il Villarreal passa con una sua azione tipica: Ibagaza dalla destra si accentra, lascia la corsia al terzino Javi Venta, da questi al centro per Llorente che estrae un’altra perla da orrenda bestiaccia da area di rigore qual è (molle Maduro, ma il controllo e la conclusione fulminea del basco sono puro fiuto del gol). Ibagaza esce per infortunio (e con l’entrata di Bruno Pellegrini torna ai due centrocampisti difensivi), ma il Villarreal continua ad avere le idee molto più chiare: senza Silva centrocampo e attacco non legano, come al Calderón, si procede in orizzontale o con lanci precipitosi. Il Villarreal invece è tutto un triangolare, incrociare e sovrapporsi, una vera orchestra che esalta anche giocatori normalissimi come Javi Venta: ancora lui e ancora Llorente che incorna il 2-0.
Splendido il centrocampo dei padroni di casa: Bruno ci sguazza che è una meraviglia (nelle serate giuste, che spero arrivino più spesso in futuro, questo è un signor centrocampista), e Cani manda in sollucchero. Sottolineatura per l’aragonese: più volte indicato, giustamente, come promessa mai del tutto mantenuta, si sta proponendo su livelli alti in questo finale di stagione, dal gol al Real Madrid della scorsa giornata fino al partitone di ieri. Grande padronanza dei tempi del gioco, ora accelera, ora tocca di prima, ora tiene palla e fa salire la squadra, concretezza e raffinatezza al tempo stesso (pure un tentativo notevole da metacampo con César fuori dai pali), per una volta uomo-squadra e uomo-partita lui che ha sempre avuto il difetto di nascondersi dietro una personalità poco autorevole. Il suo bilancio globale al Villarreal resta inferiore alle attese, probabilmente in estate arriverà una cessione, ma la soddisfazione del gol di ieri è strameritata: un pochino intimorito dal 2-1 di Villa a fine primo tempo (incertezza nella difesa per il resto attenta del Villarreal, soprattutto un eccellente Godín), il Submarino nella ripresa cede il possesso-palla e cerca il contropiede. Quello buono nasce sull’asse Bruno-Pirés, ed è finalizzato proprio da Cani che trova l’unico spiraglio buono.
Resta solo da attendere buone notizie dalla radio, che però non arrivano: alla Catedral l’Atlético va giù pesante, conferma il suo gran momento di forma e rimane con tutte le carte in mano per assicurarsi il quarto posto all’ultima giornata. C’è poi Forlán che fa il passo decisivo per il Pichichi: in una partita sofferta per l’Atlético, l’uruguagio ancora una volta, l’ennesima, trascina di peso alla vittoria i suoi, con una tripletta che lo porta a 31 reti, una cifra straordinaria per qualunque attaccante, ancora di più per uno sgobbone come lui che avrebbe anche tutti motivi per non arrivare sempre lucidissimo alla conclusione a rete.
Tre gol che vanno di traverso a Eto’o, che aveva chiesto espressamente di essere risparmiato dal turnover di Guardiola in vista della finale. Non c’è trippa per il camerunese: già molto poco partecipe alla manovra in questa stagione, trovandosi a dipendere dalla squadra succede che da Xavi Torres, Gudjohnsen, Hleb depresso e Pedrito non gli arrivano tanti e buonissimi rifornimenti. Solita difesa blaugrana ballerina sul calcio d’angolo e così il Rifle Pandiani ha il gol buono per tenere vive le speranze dell’Osasuna, che nella ripresa gestisce il vantaggio davanti a un Barça non motivatissimo e certo non particolarmente affiatato nel suo undici di riserva. Entra pure il promettente difensore Muniesa, che subito si prende un rosso forse un po’severo, provocando a ruota l’espulsione di Guardiola, molto protettivo col suo canterano, per proteste (la pañolada sugli spalti del Camp Nou però dura anche troppo).
Ora è vigilia della finalissima: l’interrogativo più grande riguarda la composizione della difesa blaugrana, un serissimo fattore d’instabilità. Le squalifiche, gli infortuni, l’esaurimento di Sylvinho e la colpevole scarsa valorizzazione di elementi come Cáceres da parte di Guardiola costringe seriamente a pensare a improvvisazioni davvero ardite. Sebbene il maliano abbia messo le mani avanti esprimendo il suo diniego, Keita terzino sinistro è un’ipotesi molto concreta, che si va ad aggiungere all’altra invenzione, Touré difensore centrale (il che, fattore non secondario, implica l’utilizzo di Busquets, talentuoso ma non si sa quanto maturo per una ribalta simile).
Il Manchester United non cercherà il possesso-palla, nessuno lo cerca contro il Barça, ma questo non vuol dire che non imposterà una gara molto aggressiva, soprattutto all’inizio: gli scambi di posizione e gli incroci fra i vari Rooney, Ronaldo, tanto caratteristici nel gioco dei Red Devils, tolgono punti di riferimento e richiedono una ferrea disciplina tattica difensiva per non aprire buchi. Giocatori come Touré e Keita, con un bagaglio tattico non da difensori, potrebbero essere facilmente portati fuori posizione da questi movimenti. Guardiola non potrà certo fare appello a meccanismi rodati, quanto piuttosto affidarsi alla concentrazione, alla forza di volontà e allo spirito di sacrificio che l’eccezionalità dell’evento possono infondere anche in giocatori palesemente fuori ruolo. Il piano dovrà essere quello di tenere palla più lontano possibile dalla porta di Valdés, ma senza rischiare palle perse o giocate forzate: se possibile, tirare da lontano, tentativi anche velleitari pur di finalizzare l’azione e permettere alla squadra di recuperare le posizioni difensive senza provocare contropiedi, perché il Manchester United non ha rivali in Europa quando può ribaltare l’azione in campo aperto. Giocare sul filo dell’equilibrio, non tradendo la propria filosofia di gioco ma senza fare il passo più lungo della gamba. Il problema è che il Manchester United è anche squadra che sa competere come poche, che non si scompone di certo davanti a uno 0-0 che perdura. Ed è una squadra che avrà più carte a partita in corso per smuovere quest'eventuale 0-0: se sia Henry che Iniesta partiranno dall'inizio, a Guardiola non rimarranno più cambi davvero incisivi (non possono esserlo, per motivi diversi, i Hleb e Bojan attuali), mentre dall'altra parte Sir Alex potrà sguinzagliare un certo Tévez che entra in partita con grande facilità.
La vera carta del Barça è il puro talento, perfino superiore in alcuni giocatori a quello dello United: se Messi trova campo la partita allora può finire in qualunque modo, l’argentino da solo può ribaltare una situazione che complessivamente vede il Barça sfavorito. Importantissimo anche valutare le condizioni in cui Henry e Iniesta si presenteranno all’appuntamento: soprattutto il manchego, che potrebbe distogliere attenzioni preziose da Messi e dare al centrocampo quella capacità di penetrazione che imponga al Manchester United di recuperare palla lontanissimo da Valdés.
Ingarbugliatissima la lotta-salvezza: retrocesse matematicamente Recre e Numancia (normale, le due squadre più povere, economicamente e tecnicamente) perfino il Valladolid si è inguaiato (incredibile, se si pensa che è da un mese che si pensava bastasse una sola vittoria agli uomini di Mendillibar per mettersi al sicuro, e invece è stato letargo), e dovrà pareggiare in casa del Betis, al solito con l’acqua alla gola.
Lo scontro diretto fra Betis e Valladolid permette al Getafe rigenerato da Michel (in casa del Racing già salvo), allo Sporting (in casa col Recre) e all’Osasuna (in casa col Madrid già balneare) di dipendere da loro stessi: tre punti e sono salve. La sensazione è che faranno bottino pieno tutte e tre, e che al Ruiz de Lopera domenica prossima scorrerà tanto tanto sangue.
CLASSIFICA
1 Barcelona 86
2 R. Madrid 78
3 Sevilla 67
4 Atlético 64
5 Villarreal 62
6 Valencia 59
7 Deportivo 57
8 Málaga 55
9 Mallorca 51
10 Almería 46
11 Racing 45
12 Espanyol 44
13 Athletic 44
14 Valladolid 42
15 Getafe 41
16 Betis 41
17 Sporting 40
18 Osasuna 40
19 Numancia 35
20 Recreativo 33
CLASSIFICA MARCATORI
Forlán 31(Atlético Madrid, 5 rig.)
Eto’o 29(Barcelona, 2 rig.)
Villa 26 (Valencia, 8 rig.)
Messi 23(Barcelona, 3 rig.)
Higuaín 21(Real Madrid, 3 rig.)
Etichette: Liga
11 Comments:
...si ma che sfiga l'infortunio di silva nel momento chiave della stagione.
Il valencia conferma tutti i suoi limiti,quelli di cui abbiamo parlato per tutta la stagione,e in fin dei conti atletico e villareal sono state molto più continue ed affidabili,in classifica,pure avendo anche loro lacune che lasciavano aperte le speranze.
Il valencia poteva puntare su un trio d'attacco che,escluso il barcellona,è l'invidia della liga.
Ma dietro c'era poco o nulla,e queste due partite l'hanno confermato pesantemente.
Tu dici che il progetto di emery finisce quì?
Se rimanessero almeno silva e mata (villa vorrà giocare la champions,penso...però spero di non vederlo al real) si potrebbe costruire qualcosa,diversamente non saprei,comunque è presto per formulare ipotesi,anche perchè penso che emery vorrà delle garanzie tecniche per proseguire.
A fondo classifica bisogna fare i complimenti a pochettino,l'espanyol è definitivamente salvo nonostante una stagione balorda.
La terza a retrocedere per te chi sarà?
Io dico una fra betis e valladolid o il getafe,e mi dispiacerebbe molto per quest'ultima.
Ps.
Nota di merito per la stagione impressionante di diego forlan.
Ps.2
In italia,su un barcellona-osasuna 0-1 ci costruirebbero due settimane di trasmissioni tristissime.
Ps.3
La situazione in segunda com'è?
Ce la fa il saragozza a tornare su?
Ciao,
Manuel.
Beh, sì, l'infortunio a Silva è stato una mazzata. è un giocatore insostituibile, solo Banega avrebbe potuto surrogarlo in qualche misura (di certo non è una cosa che si possa chiedere a Mata, che è un attaccante di movimento con tutt'altre caratteristiche), e in questo Valencia poco convincente nel gioco d'insieme ha pesato ancora di più. Direi che le due partite consecutive con Atlético e Villarreal hanno chiarito le gerarchie.
No, non credo che finisca il progetto-Emery. Finisce il progetto di un Valencia ad altissimi livelli. Il ridimensionamento è inevitabile, credo che fra Silva e Villa ad andarsene sarà il secondo, per il resto si farà con acquisti a basso prezzo, prestiti e giovani (e qui non pare messo male il VCF... penso a Banega nel caso dovessero trattenerlo, e poi ai vari giocatori della cantera, Aaron, Michel, Jordi Alba, oltre a Pablo Hernandez). Forse arriverà Negredo con una parte degli incassi della cessione di Villa.
Io ho fiducia in Emery, non posso non averla perchè questo tecnico ha fatto cose incredibili in pochi anni (tanto per dire: nel 2003-2004, a 35 anni se non ricordo male, a metà stagione passa da giocatore ad allenatore del Lorca, lo salva dalla retrocessione, poi l'anno dopo lo conduce alla promozione in Segunda, e qui giunto al primissimo anno arriva addirittura a lottare fino all'ultimo per la promozione in Primera, con una squadra dai mezzi economici ridottissimi, espressione di una piccola città. Poi, chiamato dall'Almeria, centra al primo colpo la promozione, e nella Primera 2007-2008 fa il campionato che tutti sappiamo). è uno dei più promettenti giovani tecnici del calcio spagnolo, e ha un sacco di idee ed entusiasmo. Certo, io mi aspettavo qualcosa di più quest'anno, perchè il suo Valencia molto raramente ha mostrato equilibri soddisfacenti (non è mai davvero somigliato a quello che era l'Almeria), un gioco vero non c'è ancora, però va detto che non era facilissima questa prima stagione.
All'inizio Emery è stato bravo a riportare serenità nell'ambiente, però poi ha pagato l'ambiguità di una situazione che lo ha catapultato proprio a metà strada fra quello che era il vecchio Valencia e quello che dovrà essere il nuovo Valencia. Credo che l'inamovibilità di Albelda e Baraja simboleggi questa situazioni: giocatori non più competitivi a certi livelli, che pure non hanno ancora trovato veri sostituti (per motivi fra loro diversissimi, nessuno fra Fernandes, Banega, Marchena, Michel e Maduro ha potuto costituire una risposta adeguata). Io sono convinto che il centrocampo dia un'impronta decisiva a tutto il resto della squadra, era così quando all'epoca di Benitez Albelda e Baraja spianavano gli avversari, lo è adesso che i due non riescono più a sostenere adeguatamente difesa e attacco per tutti i 90 minuti in 38 partite di Liga. Questo è il primissimo punto dal quale il Valencia deve ricostruire.
Retrocessione (sperando che Sky trasmetta Betis-Valladolid, sarebbe un crimine memorabile non farlo): io dico che Sporting, Geta e Osasuna le vincono tutte e tre le loro, quindi si salvano. Del Getafe mi fido perchè è in una fase positiva, che fa rimpiangere di non aver mandato via prima Victor Munoz, forse in assoluto l'allenatore più deludente di tutta la stagione. Michel ha portato un po'di mentalità positiva, e per quel poco che ha potuto ha mostrato cose interessanti anche sul piano del gioco, cambiando modulo (dal 4-4-2 al 4-3-3) e portando finalmente Granero nel cuore del gioco. è un allenatore con una filosofia di gioco simile a quella del Laudrup 2007-2008, ove il Getafe si salvasse e venisse confermato la cosa potrebbe promettere.
Quindi per me si dovrebbe decidere tutto con Betis-Valladolid. Sul piano del gioco e dell'equilibrio dovrei dare favorito il Valladolid, però a fine stagione queste cose contano relativamente, il fattore psicologico è decisivo. Il Valladolid sta vivendo un incubo, credeva di essersela scampata da tempo e invece si ritrova in questa situazione. Anche il Betis vive sull'orlo dell'esaurimento, ma è ormai è la sua condizione standard, ci è abituato negli ultimi anni, poi avrà il sostegno del pubblico di casa. Inoltre in 90 minuti secchi gli episodi sono importantissimi, e qui il Betis è nettamente favorito, perchè ha molte più individualità offensive capaci di concretizzare questi episodi, penso soprattutto ad Oliveira ed Emana. Invece dall'altra parte la sterilità offensiva è stato il problema principale del Valladolid, che negli ultimi due anni con Mendillibar ha sempre avuto il problema di concretizzare poco in rapporto alla mole di gioco prodotta (un difetto originato dal fatto che troppo spesso a concludere in area di rigore sui cross ci va un solo giocatore), problema accentuato quest'anno dalla partenza del mitico Joseba Llorente, sostituito in maniera mai pienamente convincente da Goitom (dopo un inizio terrificante lo svedese qualche gol nella fase centrale della stagione l'ha anche messo, ma è lontano dal rappresentare una garanzia).
Insomma, nonostante il Valladolid abbia due risultati su tre a disposizione, gli indizi mi sembrano convergere su un colpo di coda del Betis, nonostante io tifi per il Valladolid, che apprezzo molto di più come progetto e come collettivo.
Ah, scusa Manuel... mi son dimenticato della Segunda.
Questa la classifica (salgono le prime tre, retrocedono le ultime quattro)
1 Xerez 75
2 Tenerife 72
3 Zaragoza 71
4 Hércules 68
5 Rayo 65
6 R. Sociedad 63
7 Salamanca 59
8 Levante 56
9 Gimnástic 54
10 Elche 53
11 Castellón 53
12 Huesca 47
13 Albacete 47
14 Murcia 45
15 Girona 45
16 Las Palmas 44
17 Córdoba 44
18 Celta 42
19 Alavés 37
20 Alicante 34
21 Eibar 31
22 Sevilla At 17
Il Zaragoza è a buon punto, ma non è così sicuro come il (il o lo? impazzirò con l'articolo per questa squadra...) Xerez che ha staccato tutti. Mancano ancora quattro giornate e il vantaggio sull'Hércules è di soli tre punti. Certo, con quella rosa lì la promozione è un obbligo per Marcelino...
Penso che anche con Silva in campo difficilmente il Valencia sarebbe andato in champions. Se anche rigiocasse tre vlte la partita con l'Atletico la perderebbe comunque, il Valencia è una squadra che dà il meglio al Mestalla, fuori casa ha grossi problemi come mostrato anche con l'Espanyol e il Villareal. E forse non è neppure un male, perchè ci si potrà concentrare sul campionato (ed eventualmente sulla più leggera Europa league), lanciare dei giovani e sfrondare alcuni rami secchi senza troppe pressioni.
Villa deve essere sacrificato? Lo dico sinceramente: bene così. E' un giocatore al massimo della carriera la cui cessione va capitalizzata adesso, perchè più passa il tempo più si svaluta. Meglio sostituirlo con un giovane forte e motivato, come Negredo, e come era lo stesso Villa quando arrivò al Valencia. Senza pressioni si potranno rivalutare anche capitali importanti come Banega e Manuel Fernandes, due ottimi giocatori a mio avviso che non sono riusciti ancora ad esprimersi al meglio. Certo, la perdita della champions porterà molti intriti in meno, però è anche vero che non puoi mantenere una Bmw se non hai i soldi per pagarti la benzina. Meglio una macchina comunque buona ma un po' più piccola, una base su cui costruire il futuro nell'attesa che i problemi economici vengano risolti. L'unico incedibile, oltre a Mata che può essere valorizzato ancora di più, deve essere David Silva: il canario fa girare la squadra, è giovae e taluentoso, è imprescindibile per il Valencia. La nuova squadra va costruita attorno a lui.
Per quanto riguarda l'allenatore, Emery è bravo, ma io propongo un giovane emergente: Valentino Tola. Anche se ha detto a Sky che resta dove si trova al 99,9%.
Peccato che il sottoscritto sia già uno dei papabili di Florentino... dobbiamo ancora accordarci sull'ingaggio però... quello là è un tirchio della malora... :P
Devo dire che condivido le tue considerazioni sul Valencia. Silva avrebbe dato qualcosa in più ma non avrebbe comunque garantito nulla a una squadra con problemi di rendimento e di personalità fuori casa più volte evidenziati anche con il canario in campo.
è anche pienamente condivisibile che sia Villa quello da sacrificare, per le ragioni di mercato che citi.
Però ciò non toglie che nel futuro più prossimo il necessario ridimensionamento toglierà parecchia competitività al Valencia, che comunque una base di giocatori giovani ce l'ha, più di altre squadre.
Fernandes e Banega sono nomi importantissimi, ma ancora due enigmi: il portoghese proprio non lo capisco, atleticamente e tecnicamente è un privilegiato, ma gioca con poco criterio; l'argentino avrebbe anche il criterio oltre a doti di regia potenzialmente ai vertici mondiali, però gli manca la testa, nel senso di cervello funzionante. Spesso viene descritto come un ragazzo strafottente, e pare che l'immaturità sia il motivo per cui Emery ha accettato il suo prestito all'Atlético (pur essendo cosciente, credo, del fatto che le caratteristiche di Banega non sono poi così diffuse nella rosa valenciana), oltre che il motivo per cui non si è ritagliato uno spazio nell'undici titolare dell'Atlético (che di giocatori con le sue doti avrebbe ancora più bisogno del Valencia).
Bello l'intervento di francesco,mi ha quasi rincuorato.
Condivido forse sulla necessità di capitalizzare villa,ma nutro comunque qualche dubbio su chi lo sostituirà,villa non è solo gol,anche se,rimanendo mata e silva si potrebbe continuare su uno degli indizi positivi di questa stagione,le triangolazioni fra i giocatori d'attacco.
Ecco,però bisogna trovarlo,un giocatore capace di giocare in questo modo e inserirsi in un gioco simile senza stravolgere tutto.
Il mio sostituto ideale sarebbe dzeko,sennò nikola kalinic dell'haiduk,che è un 88,giovanissimo e potenzialmente un campione.
Comunque,per quanto riguarda villa,io non lo cederei prima dei mondiali,anche se capisco che le necessità economiche spingano a scelte diverse da quelle preferibili.
Cioè,proprio da un punto di vista tecnico ed economico,venderlo proprio la stagione che si disputa un mondiale con la spagna che parte fra le favorite pare un controsenso.
Comunque soprattutto fernandes dovrebbe riprendersi e tornare quello che ne aveva fatto uno dei migliori prospetti del calcio europeo,incredibile davvero questa sua involuzione.
Chiaramente albelda e baraja sono giunti al limite,bisognerà vedere se si può puntare sui giocatori in rosa o se bisogna cercare dei giocatori più affidabili sul mercato.
In mezzo ci sono limiti evidenti quando bisogna costruire l'azione,in queste ultime 2/3 stagioni sono state provate praticamente tutte le combinazioni possibili nella rosa...
Su emery in questa stagione non sono riuscito a farmi alcuna idea che non venisse demolita la partita dopo,giusto dire che i mezzi di questa squadra (che koeman un altro pò mandava in segunda) sono fra i migliori della liga,altrettanto giusto,però,riconoscere le lacune di questa squadra,e in campionato,specialmente in una corsa al quarto posto così competitiva pesano parecchio.
Poi bisogna risolvere la questione esterni:
Ormai sulla cessione di joaquin non ci sono dubbi,lui è un giocatore che ho sempre apprezzato,un grande talento che è capitato al momento sbagliato nella squadra sbagliata,spero per lui che la sorte gli risparmi almeno la tristezza del campionato italiano,dove le ali non sono particolarmente considerate,anzi,e l'anno prossimo c'è il mondiale,rimanere in spagna è nei suoi interessi.
Spero che il villareal (il siviglia mi sembra in calo rispetto alle 2 stagioni precedenti e l'atletico è....l'atletico) completi la sua crescita anche a livello europeo,così da avere almeno un terzo club competitivo in europa come lo era stato il valencia fino a quique.
Ps.
Valentino al real?
Noooooo. :)
Ciao,
Manuel.
Riguardo alla cessione di Villa, c'è da dire che è molto difficile o rischioso trovare un sostituto più giovane e di rendimento/capacità tecniche simili. Si può andare su uno straniero, giovane e di potenzialità, ma bisogna vedere se riesce ad adattarsi. Se fallisce poi sono problemi, chi metti in attacco, Morientes? In alternativa si può prendere una vecchia gloria, un Crespo per intenderci, ma è chiaro che sarebbe una scelta contro una ipotetica programmazione e non remunerativa nel medio-lungo periodo.
C'è poi una terza possibilità: impostare la squadra su caratteristiche diverse. Vale a dire: al posto di Villa si prende una giovane punta di peso. E secondo me sarebbe la migliore soluzione.
La presenza di Villa, a mio parere, crea qualche problema soprattutto quando si gioca in traferta ed è difficile far salire la squadra. Mancando al Valencia, oltre alla personalità da traferta, un centrocampo, ma avendo centrali (Albiol, Maduro) piuttosto bravi nell'impostazione, una punta di peso potrebbe essere utile soprattutto nelle gare esterne, dove il fattore Villa, pur rimanendo pericolosissimo, tende a diminuire a causa della carenza di rifornimenti provenienti dal centrocampo. La presenza di un ariete come Negredo, invece, eviterebbe a Silva di andare a prendersi il pallone fino alla sua area e gli consentirebbe di giocare più avanti, di sponda con lo stesso Negredo e con la possibilità per Mata e Pablo di inserirsi. Certo, verrebbero a mancare le triangolazioni con Villa e magari si perderebbe qualcosa in termini di pericolosità sotto porta o spunti decisivi. E' anche vero però che a qualcosa bisogna pur rinunciare.
Ho in mente il Bologna di Cruz, ad esempio, o la fiorentina di Toni, il Palermo di Amauri. Oppure, rimanendo in spagna, l'Atletico di Forlàn o l'Athletic di Llorente. Sono esempi, ben riusciti, di gioco offensivo impostato su una punta di peso giovane e promettente. Anche il Valencia potrebbe percorrere questa strada. Per quanto riguarda la cessione di Villa, certo venderlo dopo il mondiale potrebbe essere meglio, ma avrebbe comunque un anno in più e non credo che la sua quotazione, già altissima dopo i 26 goal segnati in questo campionato, possa salire più di tanto. Senza contare che il cash va trovato subito, e che se l'asturiano dovesse infortunarsi (sgrat sgrat) allora sì rifondazione addio.
Al portafogli non si comanda, Manuel... :D
Vediamo di approfondire le prospettive per il Valencia dell'anno prossimo.
Se il sostituto di Villa con molta probabilità sarà Negredo, il gioco cambia decisamente. Niente più tagli, incroci e assenza di punti di riferimento per la difesa avversaria, bensì una sorta di "pivot" per prendere un termine dal basket. Emery ha avuto sempre una punta centrale di questo tipo, brava a giocare spalle alla porta e a fare da boa oltre che finalizzatore principale. Aveva Facundo Sava al lorca, aveva l'armadio Michel nell'Almeria in Segunda e lo stesso Negredo nell'anno in Primera con l'Almeria. Solo il fatto di trovare un campione come Villa ha cambiato la tipologia. Emery dovrebbe quindi tornare alle origini: non più Villa che svaria su tutto il fronte, ma Negredo che rimane come riferimento centrale. Nell'Almeria completavano il tridente Juanma Ortiz a destra, un tornante, e Crusat a sinistra, che tagliava spesso negli spazi creati da Negredo che veniva incontro. Non dovrebbe cambiare tanto quindi, Mata emulerebbe Crusat continuando a fare il proprio gioco, Pablo Hernandez invece farebbe l'ala pura a destra. Chiuderebbe il quartetto Silva trequartista.
Le alternative che citi sono interessanti: Dzeko ha fatto una grande stagione anche se non l'ho visto quasi mai quest'anno (purtroppo ho potuto vedere ancora meno del solito degli altri campionati). Comunque temo che il prezzo del suo cartellino stia crescendo troppo per quelle che dovrebbero essere le possibilità attuali del Valencia.
Poi mi citi Kalinic: l'ho visto in una sola partita, e devo dire che l'impressione superficiale che ho avuto è stata quella di un attaccante veramente forte, bravo sia in profondità che spalle alla porta, fastidiosissimo da marcare oltre che relativamente completo.
Comunque il problema non si dovrebbe porre, perchè per Negredo pare praticamente fatta, e mi sembra un buon acquisto anche se non ho gli strumenti per fare un paragone serio con Dzeko e Kalinic.
Il Valencia ha avuto problemi a costruire gioco per limiti generali, di disposizione in campo, prima che per limiti dei singoli. Il limite di Baraja e Albelda non è tanto quello di non saper impostare (ovviamente non mi riferisco ai piedi di marmo di Albelda ma al Pipo, che è uno che le geometrie e la visione di gioco le ha sempre avute), quanto piuttosto il loro evidente logorio.
Non reggono più tutti i 90 minuti partita dopo partita, e non possono più garantire quel lavoro che ai tempi di Benitez eseguivano meglio di nessun altro, e cioè accorciare verso la difesa e verso l'attacco a seconda delle circostanze, quando occorreva pressare oppure ripiegare. Quest'anno ho notato spesso che soprattutto Baraja dopo un'ora crollava: con poche energie il centrocampo cede, e così la squadra finisce per allungarsi. Anche l'infortunio di Alexis nella fase centrale della stagione ha tolto un difensore molto bravo dal punto di vista tattico, quindi fra centrocampo e difesa la distanza è aumentata, fino a rendere il Valencia un colabrodo. è stato questo forse il problema principale del Valencia in questa stagione, spesso era incredibile osservare la facilità con cui gli avversari una volta recuperato il pallone arrivavano ai limiti dell'area valenciana.
Fernandes lascia a desiderare dal punto di vista tattico, e pur avendo buonissime doti di palleggio, non ha nemmeno i tempi e la visione di gioco del regista, spesso fa la scelta sbagliata. Per me, nel caso non dovesse essere ceduto, il portoghese l'anno prossimo dovrebbe partira dalla panchina per guadagnarsi il posto, e la società dovrebbe riportare a casa Banega e comprare a un prezzo contenuto un giocatore che abbia doti di regia e senso tattico. Tenendo conto dei miei limiti nel controllare il calcio di tutti gli altri paesi, io sceglierei Apoño del Malaga. Il problema però è che Albelda e Baraja ormai sono impossibili da cedere, e rimangono presenze ingombrantissime nello spogliatoio, ostacoli ad un vero rinnovamento, soprattutto Albelda (Koeman a posteriori era stato criticato molto per aver messo fuori rosa Albelda, Angulo e Cañizares, ma credo che i suoi buoni motivi li avesse).
In difesa Albiol-Alexis intoccabili come coppia centrale, poi a destra se si può incassare da una vendita di Miguel benissimo (come Joaquin, che credo proprio se ne debba andare), e poi eventualmente si guarda il mercato in cerca del sostituto (guardando sempre alla sola Liga e sempre al Malaga, c'è Jesus Gamez). A sinistra Moretti non mi convince, troppo scarso in fase offensiva. Data per scontata la rottamazione di Del Horno, non so che cosa Emery voglia fare col giovane brasiliano Thiago Carleto, a seconda della risposta vedremo se il Valencia si muoverà sul mercato (naturalmente con l'obbligo di tenere i costi bassi).
Cessioni: Villa, Joaquin, Miguel (ci possiamo guadagnare dai 40 ai 50 milioni).
Acquisti: Negredo, Apoño, Jesus Gamez (ho letto che il Valencia spenderà quest'estate meno della metà di quanto incassato dalle cessioni, quindi con questi nomi dovrebbe rientrare).
Possibile formazione: Renan; Jesus Gamez, Albiol, Alexis, (Moretti, Carleto); Banega, Apoño; Pablo H., Silva, Mata; Negredo.
Non verrebbe così male alla fine, da quinto-sesto posto.
@ Francesco
Ho letto il tuo nuovo commento dopo aver risposto a Manuel.
Quella che esponi è proprio l'intenzione di Emery: impostare il gioco d'attacco su una punta di peso. Lo ha sempre fatto prima di avere Villa, non avrà problemi a riproporlo.
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