Llorente e Iniesta gelano il Camp Nou.
Era tutto pronto, Camp Nou stracolmo per una volta, grande atmosfera, euforia, e invece niente: per attendere l'ufficialità del titolo il Barça dovrà aspettare ancora una settimana, la trasferta di Palma di Maiorca. Ma non è certo questa formalità ancora da sbrigare a preoccupare maggiormente Guardiola, che si è visto piombare fra capo e collo l'infortunio muscolare di Iniesta. L'uomo-chiave di questo finale di stagione salterà con tutta certezza la finale di Copa del Rey di mercoledì, ed è a forte rischio anche per la finale di Champions, cui il Barça dovrebbe arrivare pesantemente rimaneggiato.
A posteriori si può dire che Guardiola ha rischiato a schierare ancora una volta la formazione migliore, considerando la prossimità della Copa e la necessità di preservare quelli come Iniesta (e Messi, che anche ieri ha confermato una condizione modesta). Ma tant'è, il tecnico blaugrana ha voluto risolvere la questione una volta per tutte, e gli è andata male.
Un pochino lungo e statico, non concentratissimo, il Barça ha comunque seguito l'onda dell'euforia nel primo tempo, chiudendolo sul 3-1 davanti a un Villarreal non troppo predisposto ai catenacci e quindi più facilmente scardinabile dalle iniziative dei solisti, su tutti un Iniesta ancora una volta splendente prima del patatrac. Keita (deviazione di Gonzalo), Eto'o (ventottesimo gol) e Alves su punizione, inframmezzati da Llorente, preparano la festa.
Il secondo tempo sembra di semplice gestione del vantaggio, arriverebbe pure il quarto gol di Xavi (annullato ingiustamente), ma un'espulsione ancora una volta discutibile di Abidal cambia il match: il rigore viene trasformato dal subentrato Matias Fernández, e nei padroni di casa subentra l'ansia.
Completa l'opera il capolavoro di Joseba Llorente, un gol che racchiude al meglio tutte le qualità dell'attaccante guipozcoano: un mix di caparbietà e istinto, un pallone lungo agganciato alla grande, sottratto alla disponibilità di Puyol e scaraventato in rete (con la sponda del palo) con un sinistro fulmineo. Grande Joseba: giocatore tecnicamente rivedibile, sgraziato come pochi, persino buffo in alcune movenze, ma provvisto di quel sesto senso in area di rigore che manca a tanti attaccanti più "glamour" di lui. Gran lottatore, nel progetto di un Villarreal ancora più ambizioso lo vedo come dodicesimo uomo ideale, una specie di Solskjaer basco dietro a un attaccante di spessore internazionale che possa accompagnare Rossi.
Bella impresa ma che serve a poco al Villarreal in chiave-Champions, le altre hanno un passo diverso. A cominciare da un Valencia che si è "trovato" in questo finale di stagione. Gli uomini di Emery approfittano di un Madrid che ha ormai staccato la spina per allestire un ottimo spettacolo: grande lavoro del doble pivote Marchena-Baraja (ma si intervenga a fondo in questo reparto la prossima estate, è questione di vita o di morte), spettacolari combinazioni del Trio Mata-Silva-Villa, tre geni che non danno mai punti di riferimento e accarezzano il pallone in un fazzoletto. Meraviglioso il gol di Mata, comico quello di Silva per la papera di Casillas (...succede...), splendido anche il sinistro al volo dal limite dell'area di Baraja.
Un vero peccato che uno fra Silva e Villa se ne debba andare, perchè la loro permanenza sarebbe l'unica chance per avere una terza squadra spagnola competitiva al pari delle inglesi nella prossima Champions. Questo Valencia sarebbe un magnifico progetto se non capitasse nel mezzo di una crisi spaventosa...
E per il quarto posto (il terzo è tornato sicuro per il Sevilla, a passeggio su un Mallorca già in vacanza) c'è anche l'Atlético, nonostante tutto. Nell'incredulità generale, i colchoneros scavalcano il Villarreal e si portano a un solo punto dal Valencia, con lo scontro diretto da disputare al Calderón la prossima settimana.
"Papá, ¿por qué somos del Atleti? " recitava anni fa uno spot per la campagna di abbonamenti, giocando sulla fama di club folle e sfigato per eccellenza sulla quale per primi gli stessi tifosi colchoneros amano marciare. Beh, se a qualche bambino al giorno d'oggi può venire in mente l'idea malsana di diventare dell'Atlético, è anche per partite come quella di ieri con l'Espanyol, fatte apposta per ravvivare la leggenda.
Primo tempo da censura, espulsione di Perea inopinabile, rigore regalato da Pernía (qualcuno lo fermi!) a Nené e se non bastasse, a stretto giro di posta, il 2-0 di coscia di Jarque, naturalmente indisturbato in area di rigore (come impone la tradizionale ospitalità rojiblanca) su un calcio di punizione dalla destra.
Va bene, sotto di un uomo e di due gol, l'Atlético può finalmente giocare nelle condizioni che desidera. Chi suona la carica è ovviamente il/lo .................... (aggiungete voi l'aggettivo) Diego Forlán. Ancora una volta una sassata dalla lunga distanza, come contro il Barça e il Villarreal, ventisettesimo gol, tallona Eto'o rispetto al quale strameriterebbe il titolo di capocannoniere. Non c'è paragone fra il rendimento e la mole di gioco complessivamente prodotta dai due giocatori in questa stagione: Forlán rappresenta il curioso caso di un giocatore che è progredito nella sua esperienza all'Atlético: lo stesso uruguagio in un' intervista ha affermato di aver ampliato il suo repertorio rispetto al Villarreal, quando pensava prevalentemente a finalizzare. Ora i gol, che pure sono tantissimi, sono solo una parte del contributo di Forlán, imprescindibile anche per il suo movimento incessante e intelligente sulla trequarti.
Ci mette la firma anche il Kun (grave disattenzione di Pareja), ma è giusto che sia sempre l'uruguagio a mettere il sigillo finale (qui è Jarque invece a sbandare) sulla vittoria allo scadere.
Doccia fredda per l'Espanyol che aveva pregustato addirittura una salvezza anticipata, ma la distanza di quattro punti dalla terzultima rimane immutata, perchè lo Sporting proprio non riesce a tirarsi su. Chi fa un bel salto è il Getafe di Míchel, che stravince il confronto diretto fra vecchie glorie del madridismo con l'Osasuna di Camacho. Matematicamente salvo l'Almería, sicure Athletic e Valladolid, soffre ancora il Betis e non è del tutto al riparo il Racing.
Classifiche
A posteriori si può dire che Guardiola ha rischiato a schierare ancora una volta la formazione migliore, considerando la prossimità della Copa e la necessità di preservare quelli come Iniesta (e Messi, che anche ieri ha confermato una condizione modesta). Ma tant'è, il tecnico blaugrana ha voluto risolvere la questione una volta per tutte, e gli è andata male.
Un pochino lungo e statico, non concentratissimo, il Barça ha comunque seguito l'onda dell'euforia nel primo tempo, chiudendolo sul 3-1 davanti a un Villarreal non troppo predisposto ai catenacci e quindi più facilmente scardinabile dalle iniziative dei solisti, su tutti un Iniesta ancora una volta splendente prima del patatrac. Keita (deviazione di Gonzalo), Eto'o (ventottesimo gol) e Alves su punizione, inframmezzati da Llorente, preparano la festa.
Il secondo tempo sembra di semplice gestione del vantaggio, arriverebbe pure il quarto gol di Xavi (annullato ingiustamente), ma un'espulsione ancora una volta discutibile di Abidal cambia il match: il rigore viene trasformato dal subentrato Matias Fernández, e nei padroni di casa subentra l'ansia.
Completa l'opera il capolavoro di Joseba Llorente, un gol che racchiude al meglio tutte le qualità dell'attaccante guipozcoano: un mix di caparbietà e istinto, un pallone lungo agganciato alla grande, sottratto alla disponibilità di Puyol e scaraventato in rete (con la sponda del palo) con un sinistro fulmineo. Grande Joseba: giocatore tecnicamente rivedibile, sgraziato come pochi, persino buffo in alcune movenze, ma provvisto di quel sesto senso in area di rigore che manca a tanti attaccanti più "glamour" di lui. Gran lottatore, nel progetto di un Villarreal ancora più ambizioso lo vedo come dodicesimo uomo ideale, una specie di Solskjaer basco dietro a un attaccante di spessore internazionale che possa accompagnare Rossi.
Bella impresa ma che serve a poco al Villarreal in chiave-Champions, le altre hanno un passo diverso. A cominciare da un Valencia che si è "trovato" in questo finale di stagione. Gli uomini di Emery approfittano di un Madrid che ha ormai staccato la spina per allestire un ottimo spettacolo: grande lavoro del doble pivote Marchena-Baraja (ma si intervenga a fondo in questo reparto la prossima estate, è questione di vita o di morte), spettacolari combinazioni del Trio Mata-Silva-Villa, tre geni che non danno mai punti di riferimento e accarezzano il pallone in un fazzoletto. Meraviglioso il gol di Mata, comico quello di Silva per la papera di Casillas (...succede...), splendido anche il sinistro al volo dal limite dell'area di Baraja.
Un vero peccato che uno fra Silva e Villa se ne debba andare, perchè la loro permanenza sarebbe l'unica chance per avere una terza squadra spagnola competitiva al pari delle inglesi nella prossima Champions. Questo Valencia sarebbe un magnifico progetto se non capitasse nel mezzo di una crisi spaventosa...
E per il quarto posto (il terzo è tornato sicuro per il Sevilla, a passeggio su un Mallorca già in vacanza) c'è anche l'Atlético, nonostante tutto. Nell'incredulità generale, i colchoneros scavalcano il Villarreal e si portano a un solo punto dal Valencia, con lo scontro diretto da disputare al Calderón la prossima settimana.
"Papá, ¿por qué somos del Atleti? " recitava anni fa uno spot per la campagna di abbonamenti, giocando sulla fama di club folle e sfigato per eccellenza sulla quale per primi gli stessi tifosi colchoneros amano marciare. Beh, se a qualche bambino al giorno d'oggi può venire in mente l'idea malsana di diventare dell'Atlético, è anche per partite come quella di ieri con l'Espanyol, fatte apposta per ravvivare la leggenda.
Primo tempo da censura, espulsione di Perea inopinabile, rigore regalato da Pernía (qualcuno lo fermi!) a Nené e se non bastasse, a stretto giro di posta, il 2-0 di coscia di Jarque, naturalmente indisturbato in area di rigore (come impone la tradizionale ospitalità rojiblanca) su un calcio di punizione dalla destra.
Va bene, sotto di un uomo e di due gol, l'Atlético può finalmente giocare nelle condizioni che desidera. Chi suona la carica è ovviamente il/lo .................... (aggiungete voi l'aggettivo) Diego Forlán. Ancora una volta una sassata dalla lunga distanza, come contro il Barça e il Villarreal, ventisettesimo gol, tallona Eto'o rispetto al quale strameriterebbe il titolo di capocannoniere. Non c'è paragone fra il rendimento e la mole di gioco complessivamente prodotta dai due giocatori in questa stagione: Forlán rappresenta il curioso caso di un giocatore che è progredito nella sua esperienza all'Atlético: lo stesso uruguagio in un' intervista ha affermato di aver ampliato il suo repertorio rispetto al Villarreal, quando pensava prevalentemente a finalizzare. Ora i gol, che pure sono tantissimi, sono solo una parte del contributo di Forlán, imprescindibile anche per il suo movimento incessante e intelligente sulla trequarti.
Ci mette la firma anche il Kun (grave disattenzione di Pareja), ma è giusto che sia sempre l'uruguagio a mettere il sigillo finale (qui è Jarque invece a sbandare) sulla vittoria allo scadere.
Doccia fredda per l'Espanyol che aveva pregustato addirittura una salvezza anticipata, ma la distanza di quattro punti dalla terzultima rimane immutata, perchè lo Sporting proprio non riesce a tirarsi su. Chi fa un bel salto è il Getafe di Míchel, che stravince il confronto diretto fra vecchie glorie del madridismo con l'Osasuna di Camacho. Matematicamente salvo l'Almería, sicure Athletic e Valladolid, soffre ancora il Betis e non è del tutto al riparo il Racing.
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Etichette: Atlético Madrid, Barcelona, Valencia, Villarreal
3 Comments:
Merita un plauso il Villarreal:ha prima reagito bene al gol di Keita,sfruttando la velocità dei suoi uomini in transizione,ed ha poi avuto la forza di giocarsela fino all'ultimo,mostrando un atteggiamento perseverante e combattivo.
PS:Ottima la prestazione di Alves nel Barcelona.
Al gol di mata (quando riguardavo la partita erano quasi le 6 di mattina) ho fatto un casino assurdo. :)
Davvero una gran bella azione quella del gol di mata,anche se le statue difensive del real hanno facilitato l'impresa.
Casillas compreso nel gol del 2-0 che ha poi chiuso definitivamente la partita.
Comunque è così evidente che questa squadra ha nei tre davanti un valore tecnico incredibile (secondo solo al barca,nella liga) che dovrebbe essere ovvio che si deve ripartire da lì per ritornare grandi,spero in emery e nel quarto posto,come faccio da inizio stagione.
Il barca aveva l'occasione per vincere la liga in netto anticipo e togliere di mezzo una concorrente al quarto posto,ma quest'anno per il valencia tutto deve complicarsi,atletico e villareal,in rapida successione,potranno definire il valore di questo valencia.
L'atletico mi spaventa,con quei due davanti che possono far male in qualunque condizione,hai detto di forlan,sta facendo una ottima stagione in una squadra che mi sembra,sempre di più,una enorme contraddizione,ma comunque con ottime qualità,soprattutto davanti,anche se dietro concedono molto,una delle difese più bucate della liga.
Vedendo il calendario,fra le quattro chi sbaglia è fuori,anche se non escluderei che rientri in corsa anche il posto che al momento è del siviglia (osasuna,deportivo e numancia,se non fosse già retrocesso).
Ciao,
Manuel.
@ Gandhi
Il Villarreal è L'UNICA squadra in Spagna e forse anche in Europa che in questi anni ha giocato da pari a pari negli scontri col Barça.
Inisto, non ho nulla contro i catenacci, ma quando i risultati arrivano così, valgono quadruplo.
@ Manuel
Beh, il gol di Mata era da spellarsi le mani... è proprio questa concezione del gioco, questo stile nel trattare il pallone che mi ha fatto appassionare al calcio spagnolo: è quello che lì chiamano "tikitaka".
Il tocco di prima di Villa la cosa più bella di tutta l'azione per me.
Speriamo davvero che vadano in Champions e che riescano a trattenere il Trio. Io continuo a sperare in un miracolo... non so, provare a fare cassa il più possibile coi vari Joaquin, Manuel Fernandes, Miguel, che hanno ancora mercato, e per il resto della campagna acquisti fare con prestiti, giovani etc...
Se tengono i tre, se danno una spolverata al centrocampo e se lasciano lavorare Emery, può venire fuori una bomba. Ma forse mi illudo, temo.
Fai bene a spaventarti per l'Atlético. Non hanno una squadra, ma hanno gol e motivazioni. Certo, anche il Valencia ha gol (forse un po'meno dell'Atlético, ma guadagna sul piano del gioco, almeno nelle ultime settimane) e motivazioni. Gran partita.
Impressionanti le statistiche di Forlan: è quello che ha la media-gol più alta, che ha il repertorio più vario (gol di destro e sinistro quasi nella stessa misura, però solo uno di testa), e che ha distribuito meglio i suoi gol, segnando nel maggior numero di partite. E questo senza calcolare tutto il resto del lavoro che si sobbarca, che dovrebbe togliergli lucidità al momento di concludere (e invece anche qui, Forlan è il primo dei bomber della Liga, quello col miglior rapporto fra tiri in porta e gol). Tutti sappiamo che il fuoriclasse è Aguero, ma davvero il confronto fra la stagione dei due fa impallidire il Kun.
No, non credo che il Sevilla tornerà in ballo. Ormai è nella Champions 2009-2010.
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