Un Valencia da corsa.
Uno dei migliori Valencia della discontinua e ancora irrisolta gestione Emery sbriciola il Villarreal (4-1) nel derby della Comunitat. In una stessa serata si concentrano tutte le condizioni ideali perché il lieto evento si verifichi: il terzetto Villa-Joaquín-Mata ispiratissimo, la connessione Silva-Banega, la motivazione a mille, l’avversario tagliato su misura.
Il Villarreal infatti è sempre uguale a se stesso: nelle serate buone una squadra che può mettere sotto chiunque, in quelle cattive una squadra che lascia giocare tanto l’avversario. Seconda ipotesi rispettata, e Valencia che ha tirato una bella boccata d’aria dopo le tante difficoltà incontrate in casa finora, curiosià statistica del campionato che.
Non deve necessariamente fare la partita e crearsi pazientemente gli spazi nella metacampo avversaria il Valencia, ma col Villarreal che come sempre cerca di venire su palleggiando in blocco può sfruttare anche in casa il suo contropiede manovrato. Contropiede esaltante stasera per velocità d’esecuzione e partecipazione di tutti i giocatori. Ondate che hanno travolto il Villarreal, già da prima dell’espulsione (giusta, ma il fallo avviene appena fuori area) del canterano Kiko, promettente ma sciagurato nell’occasione, che origina il rigore del 2-0.
Il Valencia gira il coltello nella piaga di un Villarreal che nei suoi difensori centrali tende sempre a soffrire le verticalizzazioni: Villa asfalta la coppia improvvisata Godín-Kiko, ma in generale è tutto il movimento offensivo del Valencia che evidenzia una superiorità e un'ispirazione schiaccianti.
Non si sa da dove arrivano, ma son dappertutto: Villa che detta il passaggio sul filo del fuorigioco, Mata e Joaquín che tagliano dentro, Silva che arriva in seconda battuta per concludere a sorpresa o scaricare su altri inserimenti dei compagni, i terzini Bruno e Mathieu che si fiondano in sovrapposizione. Differenza di passo imbarazzante e grande facilità di gioco.
È vedendo questo Valencia che si capisce il perché della tanto discussa condizione di riserva di Zigic: per quanto il serbo si affanni a ribadire il suo ottimo livello, questa non sarà mai la sua squadra. I ritmi e le traiettorie che caratterizzano i piccoli attaccanti del Valencia sono totalmente incompatibili con quelli del serbo. O lui o gli altri, l’unica possibilità è un impiego a partita in corso, che peraltro può essere utile in casa e nei minuti finali contro avversari particolarmente rinunciatari, vedi la vittoria con l’Espanyol maturata grazie a un gol proprio di Zigic negli ultimi secondi utili.
Ora resta da fare il salto di qualità decisivo, e cioè un Valencia che sappia imporre un gioco indipendentemente dall’avversario, quello che fa realmente grande una squadra. Da un anno e mezzo Emery cerca una formula offensiva più elaborata, mantenendo il contropiede come arma più affilata ma provando a non dipenderne in esclusiva come ai tempi di Quique.
Ancora non ha trovato la continuità di gioco desiderata, solo sprazzi, ma non mancano le premesse per una crescita ulteriore: la chiave è, scusate l’ennesima ripetizione, la coesistenza dei due giocatori fondamentali per dare volume alla manovra: Silva per la capacità di offrirsi e proporre triangolazioni fra le linee, Banega per dare i tempi giusti alla transizione offensiva quando parte dalle retrovie. Pochi giocatori al mondo in quel ruolo hanno la classe per arrestarsi, resistere ad attacchi ripetuti senza mai perdere palla, temporeggiare e ripartire solo quando i compagni sono smarcati. Al di là del golazo che ha sbloccato la partita di stasera, l'argentino è il giocatore capace di dare quell’altra dimensione che ricerca Emery per il suo Valencia.
Il Villarreal infatti è sempre uguale a se stesso: nelle serate buone una squadra che può mettere sotto chiunque, in quelle cattive una squadra che lascia giocare tanto l’avversario. Seconda ipotesi rispettata, e Valencia che ha tirato una bella boccata d’aria dopo le tante difficoltà incontrate in casa finora, curiosià statistica del campionato che.
Non deve necessariamente fare la partita e crearsi pazientemente gli spazi nella metacampo avversaria il Valencia, ma col Villarreal che come sempre cerca di venire su palleggiando in blocco può sfruttare anche in casa il suo contropiede manovrato. Contropiede esaltante stasera per velocità d’esecuzione e partecipazione di tutti i giocatori. Ondate che hanno travolto il Villarreal, già da prima dell’espulsione (giusta, ma il fallo avviene appena fuori area) del canterano Kiko, promettente ma sciagurato nell’occasione, che origina il rigore del 2-0.
Il Valencia gira il coltello nella piaga di un Villarreal che nei suoi difensori centrali tende sempre a soffrire le verticalizzazioni: Villa asfalta la coppia improvvisata Godín-Kiko, ma in generale è tutto il movimento offensivo del Valencia che evidenzia una superiorità e un'ispirazione schiaccianti.
Non si sa da dove arrivano, ma son dappertutto: Villa che detta il passaggio sul filo del fuorigioco, Mata e Joaquín che tagliano dentro, Silva che arriva in seconda battuta per concludere a sorpresa o scaricare su altri inserimenti dei compagni, i terzini Bruno e Mathieu che si fiondano in sovrapposizione. Differenza di passo imbarazzante e grande facilità di gioco.
È vedendo questo Valencia che si capisce il perché della tanto discussa condizione di riserva di Zigic: per quanto il serbo si affanni a ribadire il suo ottimo livello, questa non sarà mai la sua squadra. I ritmi e le traiettorie che caratterizzano i piccoli attaccanti del Valencia sono totalmente incompatibili con quelli del serbo. O lui o gli altri, l’unica possibilità è un impiego a partita in corso, che peraltro può essere utile in casa e nei minuti finali contro avversari particolarmente rinunciatari, vedi la vittoria con l’Espanyol maturata grazie a un gol proprio di Zigic negli ultimi secondi utili.
Ora resta da fare il salto di qualità decisivo, e cioè un Valencia che sappia imporre un gioco indipendentemente dall’avversario, quello che fa realmente grande una squadra. Da un anno e mezzo Emery cerca una formula offensiva più elaborata, mantenendo il contropiede come arma più affilata ma provando a non dipenderne in esclusiva come ai tempi di Quique.
Ancora non ha trovato la continuità di gioco desiderata, solo sprazzi, ma non mancano le premesse per una crescita ulteriore: la chiave è, scusate l’ennesima ripetizione, la coesistenza dei due giocatori fondamentali per dare volume alla manovra: Silva per la capacità di offrirsi e proporre triangolazioni fra le linee, Banega per dare i tempi giusti alla transizione offensiva quando parte dalle retrovie. Pochi giocatori al mondo in quel ruolo hanno la classe per arrestarsi, resistere ad attacchi ripetuti senza mai perdere palla, temporeggiare e ripartire solo quando i compagni sono smarcati. Al di là del golazo che ha sbloccato la partita di stasera, l'argentino è il giocatore capace di dare quell’altra dimensione che ricerca Emery per il suo Valencia.
Etichette: Liga, Valencia, Villarreal
4 Comments:
Inutile ripetere quanto questa squadra sia silva-centrica.
Positiva naturalmente la crescita (possiamo confermarla? che sia finalmente diventato un giocatore affidabile su cui costruire seriamente qualcosa lì in mezzo?) di banega,ma silva nella sua semplicità,nella sua tecnica,nella sua precisione,è qualcosa di unico.
Il risultato in se è più la coronazione dell'ottima intesa che i valenciani hanno sviluppato più che particolari demeriti del submarino (si,kiko sul rigore e capdevila su silva l'hanno combinata grossa,ma pure alexis sul gol del villareal...),e condivido pienamente il tuo parere sul ruolo che può ricoprire zigic in questa squadra,magari garantendo punti pesanti come quelli ottenuti contro l'espanyol,ma davanti,il trio mata-silva-villa non deve essere in discussione (il quarto gol dovrebbe essere insegnato nelle scuole calcio).
Scaramanzia di metà campionato a parte,se una squadra con un potenziale tecnico del genere maca la qualificazione champions ancora sarebbe un delitto...e ancora di più,dopo i mondiali,le sirene per i migliori tornerebbero a farsi sentire,la partecipazione in champions è il minimo per trattenerli e costruire qualcosa...
Ciao,
Manuel.
@ Manuel
Silva in questo momento ritengo sia il miglior giocatore del Valencia (scusa Guaje), oltre che, dal punto di vista personale, uno di quelli che mi appassionano di più.
Al di là della perfezione tecnica, quello che mi entusiasma di più è la sua lettura del gioco fra le linee. Un calcio limpido, cristallino, offre sempre un appoggio e una soluzione al compagno, con lui il Valencia acquista una continuità di manovra che altri impiegati in quel ruolo (Mata, Banega, ora vedremo Chori Dominguez) non possono dare.
Se sottolineo in maniera così ossessiva l'importanza di Banega non è perchè sia il miglior giocatore, ma perchè è l'unico in organico che può dare tutto un altro spessore alla fase di inizio dell'azione (Baraja non lo dobbiamo più considerare fra i vivi), mettendo fine a quella separazione fra i quattro davanti e il resto della squadra che il Valencia pativa la scorsa stagione. è il collante, la chiave di volta che potrebbe dare al Valencia una manovra da grande squadra.
Certo che poi se Silva si infortuna, tutto crolla Anche per tutelarsi dalle assenze di Silva la società dovrebbe aver ingaggiato Chori Dominguez, che comunque ha caratteristiche più da seconda punta rispetto a Silva.
Più meriti del Valencia sicuramente, però devo dire che non mi è piaciuto l'approccio del Villarreal. Troppo molle, il Valencia gli è passato sopra come intensità.
Da censura la difesa, giustamente ricordi anche Capdevila che ha giocato una partita disgraziatissima, oltre al maldestro Kiko (che comunque si meriterà altre chances).
Parli anche di Alexis, e qui vengono le note dolenti. Ha avuto in mezzo un brutto infortunio, ma non è mai riuscito a convincere pienamente, e non c'è dubbio che un Valencia qualificato in Champions (tocca ferro, ma per me ce la farete) dovrà intervenire su un reparto che quest'anno per quanto riguarda i centrali ha un po'raccattato alla meglio (il ritorno dal prestito di David Navarro e l'acquisto di Dealbert). Io consiglierei un difensore centrale con bupon qualità anche nell'impostare l'azione, che manca un po'.
Un marquez,magari,anche se forse un pò stagionato,ma a me è sempre piaciuto tantissimo.
Silva,io ricordo ancora quando iniziammo a parlarne prima dell'euro 2006...l'ho sempre adorato,il talento più puro espresso dal calcio spagnolo negli ultimi anni.
E mata pure sta crescendo ad una velocità incredibile...
Potrà sembrare una bestemmia calcistica,ma io riproporrei questo trio anche in nazionale,con un centrocampo propositivo come quello delle furie rosse loro sarebbero veramente devastanti e l'intesa che hanno (imho villa-torres devono ancora affinarsi parecchio,a volte,come nella confederation cup,mi è sembrato si limitassero a vicenda...) sviluppato potrebbe rivelarsi veramente decisiva in una competizione come un mondiale.
Conosco poco dominguez,ricordo che era al river ai tempi di cavenaghi e d'alessandro,quello si,lui giocava seconda punta in quella che era una squadra piena di talenti da cui ci si aspettava tantissimo....è definitivamente del valencia?
Se non avrà difficoltà di ambientamento come è accaduto ad altri suoi connazionali una volta arrivati in europa potrà fare bene.
Ciao,
Manuel.
Non solo è defintivo Chori, ma ha pure già giocato :P
Uno spezzone a Jerez e poi dall'inizio in Copa del Rey a La Coruna (sulla fascia destra: individualmente non ha brillato, però ha aiutato a creare spazi nel buon primo tempo).
Marquez quest'anno stenta a ritrovare i migliori livelli, però non so se sarà sul mercato la prossima estate. Non è certo un giocatore di cui privarsi a cuor leggero, tanto più che i difensori con le sue caratteristiche sono strategici per il modello di gioco del Barça.
Silva in questo momento mi ruba l'occhio particolarmente, però due i migliori talenti espressi dal calcio spagnolo negli ultimi anni sono a mio avviso Iniesta e Cesc a pari merito.
Mata ottimo, però credo che se proprio bisogna togliere uno dei due attaccanti dalla formazione titolare, quel posto prima che di Mata diventa di Cesc, o in alternativa, se si vuole mettere un'ala, di Jesus Navas, sempre che si dichiari disponibile per il mondiale.
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