"Jugones" o cemento armato?
Dopo la frenata di gennaio, sabato scorso con l’inconsistente Espanyol il Real Madrid è tornato a offrire quelle buone sensazioni (solo nel primo tempo: nella ripresa hanno smesso di giocare, come da incomprensibile consuetudine) con cui aveva salutato il 2009.
Elemento caratterizzante delle ultime due vittorie madridiste è il centrocampo dei “jugones”: quattro elementi, sempre disposti a rombo, ma massimizzando le doti di palleggio. Posta l’indiscutibilità di Xabi Alonso e Kaká (anche di un Kaká quantomai gregario come quello attuale) ai vertici, sono il lato destro e il lato sinistro a restare mai pienamente definiti.
Dai Lassana Diarra a destra e Marcelo a sinistra della striscia positiva di fine 2009, si è passati, complici le assenze in tutti i reparti (che hanno comportato il ritorno di Marcelo terzino e lo spostamento al centro di Sergio Ramos nelle ultime due partite) a due mezzeali pure come Granero e Guti.
Granero sabato ha firmato la prestazione migliore di una stagione fin qui sottotono: ci si aspettava di più dal canterano, troppo spesso intimidito e poco sciolto nelle iniziative. Però Granero è di tutti i centrocampisti quello che meglio rientra nel profilo desiderato: un giocatore in grado di dare ritmo, qualità e agilità alla manovra appoggiando Xabi Alonso senza però disturbarlo come invece tende a fare Lass (che un po’ pesta i piedi al basco in zona centrale portando troppo palla); con tempi di gioco e movimenti senza palla più appropriati del Marcelo centrocampista (dai lampi notevoli ma anche piuttosto anarchico); con meno pause di Guti (comunque intonato sabato, con una buona predisposizione a giocare di prima senza eccedere in personalismi) e più resistenza e capacità nei ripiegamenti rispetto a Van der Vaart.
Il rombo tutto di palleggiatori può significare una circolazione di palla velocissima e transizioni offensive molto fluide: indubbiamente rafforza quella che è l’idea attorno alla quale Pellegrini intende strutturare il Real Madrid, cioè attaccare e difendersi sempre col pallone e sempre nella metacampo avversaria. Ciò non significa però che questo debba essere l’assetto definitivo: così come nei primi mesi di assestamento nel progetto (nei quali la squadra faticava ad accorciare nella metacampo avversaria e risultavano perciò maggiormente le debolezze difensive di Marcelo nei pressi della propria area) Pellegrini scelse per prudenza di avanzare il brasiliano, anche ora è difficile pensare che si possa giocare uno scontro di-quelli-che-ti-giochi-tutto con questo centrocampo.
Contro un Barça o contro una big di Champions non è preventivabile un Madrid che possa vivere 90 minuti su 90 nella metacampo avversaria, e allora servirà di più un giocatore come Lassana Diarra forte nei ripiegamenti e nei contrasti, capace di mettere una pezza anche per pura capacità atletica individuale (un po’ come Yaya Touré nelle fila nemiche) quando si produce qualche buco. E, anche se finora non è sembrato contare per Pellegrini, non va dimenticato l’altro Diarra, Mahamadou, tecnicamente inferiore a Lass, ma decisamente superiore come lettura delle situazioni, anche in fase di possesso.
Elemento caratterizzante delle ultime due vittorie madridiste è il centrocampo dei “jugones”: quattro elementi, sempre disposti a rombo, ma massimizzando le doti di palleggio. Posta l’indiscutibilità di Xabi Alonso e Kaká (anche di un Kaká quantomai gregario come quello attuale) ai vertici, sono il lato destro e il lato sinistro a restare mai pienamente definiti.
Dai Lassana Diarra a destra e Marcelo a sinistra della striscia positiva di fine 2009, si è passati, complici le assenze in tutti i reparti (che hanno comportato il ritorno di Marcelo terzino e lo spostamento al centro di Sergio Ramos nelle ultime due partite) a due mezzeali pure come Granero e Guti.
Granero sabato ha firmato la prestazione migliore di una stagione fin qui sottotono: ci si aspettava di più dal canterano, troppo spesso intimidito e poco sciolto nelle iniziative. Però Granero è di tutti i centrocampisti quello che meglio rientra nel profilo desiderato: un giocatore in grado di dare ritmo, qualità e agilità alla manovra appoggiando Xabi Alonso senza però disturbarlo come invece tende a fare Lass (che un po’ pesta i piedi al basco in zona centrale portando troppo palla); con tempi di gioco e movimenti senza palla più appropriati del Marcelo centrocampista (dai lampi notevoli ma anche piuttosto anarchico); con meno pause di Guti (comunque intonato sabato, con una buona predisposizione a giocare di prima senza eccedere in personalismi) e più resistenza e capacità nei ripiegamenti rispetto a Van der Vaart.
Il rombo tutto di palleggiatori può significare una circolazione di palla velocissima e transizioni offensive molto fluide: indubbiamente rafforza quella che è l’idea attorno alla quale Pellegrini intende strutturare il Real Madrid, cioè attaccare e difendersi sempre col pallone e sempre nella metacampo avversaria. Ciò non significa però che questo debba essere l’assetto definitivo: così come nei primi mesi di assestamento nel progetto (nei quali la squadra faticava ad accorciare nella metacampo avversaria e risultavano perciò maggiormente le debolezze difensive di Marcelo nei pressi della propria area) Pellegrini scelse per prudenza di avanzare il brasiliano, anche ora è difficile pensare che si possa giocare uno scontro di-quelli-che-ti-giochi-tutto con questo centrocampo.
Contro un Barça o contro una big di Champions non è preventivabile un Madrid che possa vivere 90 minuti su 90 nella metacampo avversaria, e allora servirà di più un giocatore come Lassana Diarra forte nei ripiegamenti e nei contrasti, capace di mettere una pezza anche per pura capacità atletica individuale (un po’ come Yaya Touré nelle fila nemiche) quando si produce qualche buco. E, anche se finora non è sembrato contare per Pellegrini, non va dimenticato l’altro Diarra, Mahamadou, tecnicamente inferiore a Lass, ma decisamente superiore come lettura delle situazioni, anche in fase di possesso.
Etichette: Real Madrid
14 Comments:
Buona prova (secondo Marca che resta il mio "giornalaio" di riferimento) anche di Raul, che si dimostrato più mobile e nel vivo del gioco rispetto alla grigia prova di La Coruña. Anche Guti è stato autore di una buona prova, anche se come giustamente dici l'idea di giocare con quei 4 in mezzo nelle gare che contano (per dirne una tra 7 giorni a Lione) mi appare ardua e credo che in quelle occasioni Pellegrini tornerà al doppio mediano. Ad ogni modo se riesce ad ottenere buone gare e risultati anche cambiando il modulo e gli orchestrali vuol dire che il lavoro del direttore comincia a farsi sentire. Importante il rientro (subito in gol) di Higuain che sembra confermarsi quello con il piede più caldo degli avanti blancos. Kakà (che dichiara di essere ormai fisicamente apposto) ha trovato un gol che potrebbe servire molto per il suo morale e magari fargli fare una stagione come quella di esordio di Zidane che inizò a svegliarsi proprio di questi tempi nell'ormai lontano 2002 (e portò a Cha Martin una Champions...). Ottima pedina potrebbe essere in chiave zona calda della stagione anche l'avere almeno parzialmente recuperato van der Vaart autore anche la scorsa domenica di un assist gol. Magari non sarà ai livelli di Amburgo ma mi sembra essere meno avulso ed abulico del passato.
Sì, Raul il movimento e la voglia non li fa mancare mai, però ormai graffia poco, questa è l'amara realtà.
Higuain è il valore più sicuro dell'attacco ora come ora (escluso Cristiano Ronaldo naturalmente, che è una categoria e un pianeta a parte), c'è poco da fare. Magnifico il gol di sabato come già tanti altri in questa stagione. Dimostra una sicurezza e una fiducia in sè stesso che pochi altri vantano. Se poi ci aggiunge quei movimenti senza palla utile che stava tornando a far vedere primadi infortunarsi, allora una maglia non gliela toglie nessuno, nemmeno il mio adorato Benzema.
Due parole sull'avvicendamento Asenjo/De Gea?
Ciao
Luca
Non mi convince, ma proprio per niente.
Asenjo è un talento enorme, e per quanto De Gea se la stia cavando, un patrimonio simile non può essere bruciato per un paio di errori e qualche fischio dei tifosi... Assurdo.
Ciao Valentino...
una curiosità, come valuti Pedro Leon del Getafe? A parer mio, ammetto però di averlo visto solo in poche occasioni, tolti i grossi nomi è tra i calciatori più interessanti della Liga.
Se accetti un consiglio sarebbe bello leggere schede sui giovani prospetti della Liga, già affermati (Silva, Granero...) o ancora nel limbo (Parejo, lo stesso Pedro Leon). In questo, e non solo, sei molto bravo; la previsione su un Piquè ancora diciassettenne me la ricordo...
ah, per quanto riguarda Asenjo e De Gea...
l'ennesima dimostrazione, nel caso ancora ce ne fosse bisogno, di come l'atletico è gestito in modo, ad essere buoni, approsimativo.
I soldi sono pochi, la difesa (ed il centrocampo) fanno acqua da tutte le parti e la società, con già in rosa De Gea (e Joel, a quanto leggo altro numero 1 molto interessante) spende le poche risorse per un portiere...
Ciao Hellas, i consigli naturalmente sono ben accetti... è soprattutto per voi che mi leggete, non tanto per me, che pubblico! :-)
Peraltro la tua segnalazione è centratissima: Pedro Leon l'ho nel mirino da tempo e prossimamente pubblicherò qualcosa su di lui (il mio dubbio era soltanto se scrivere qualcosa su lui da solo oppure inserirlo in un pezzo più ampio di approfondimento sul Getafe). Perciò, non è per scortesia nei tuoi confronti, ma per ora taccio su Pedro Leon, per non "bruciarmi" il pezzo. ;-)
Prima però pubblicherò in questi giorni una scheda su un altro giocatore, un compagno di squadra proprio di Pedro Leon.
Le schede che pubblico nella categoria "Protagonisti" in genere riguardano giovani emergenti o giocatori un pochino defilati rispetto ai riflettori che qua in Italia puntano sul calcio spagnolo. Questo perchè di giocatori affermati come Silva o quelli di Barça e Madrid parlo più frequentemente nei vari pezzi settimanali sulle partite, sulla nazionale etc...
Quindi "Protagonisti" finora son stati Borja (del Valladolid, non lo ripubblicherei perchè è un giocatore veramente normale), Seydou Keita, José Angel e Ander Herrera, e lo sarà anche Pedro Leon.
Sì, mi fa piacere vedere la previsione su Piqué rispettata. Ultimamente ne ho lanciata un'altra: e cioè che Piqué nel mondiale 2014 salvo contrattempi (ovvero infortuni e mancata qualificazione della nazionale) si vedrà affiancato in nazionale da Muniesa. Speriamo di prenderci anche stavolta! :D
@ Hellas su Atlético
Considerazione ragionevolissima.
A proposito di Higuain, oggi ho sentito una dichiarazione di Maradona che sosteneva come Valdano fosse nemico dell'Argentina visto che ha venduto Heinze, voleva vendere Gago e non può vendere Higuain (ma vorrebbe) perchè segna più di CR9. Forse Diego dimentica che Heinze è stato uno dei difensori più catastrofici degli ultimi anni merengues, mentre Gago arrivato con molte buone referenze ha deluso moltissimo dimostrandosi un giocatore normalissimo e ovviamente surclassato dall'esplosività fisica di Lass e dall'imprescindibilità di Xabi Alonso. Non credo, invece, che Higuain sia nella lista dei cedibili oltre ad essere un '87 garantisce una grande puntualità sottoporta e ora sta tornando anche ad offrire un contributo alla manovra. In questo momento le punte titolari del Madrid (guai fisici a parte) sono senza dubbio CR9 e il Pipita, con Benzema pronto a subentrare, ma visto il carattere del francese questo potrebbe creare problemi in futuro.
Hincha ma tu prendi ancora sul serio Maradona quando parla? :P
Uno che convoca e fa giocare Schiavi nelle partite decisive significa che non ha ancora abbandonato le "piste".
Questo bluff rischia di costare molto caro alla federazione argentina perchè predico un mondiale in linea con gli ultimi di una nazionale oggettivamente sopravvalutata anche se l'abbondanza dalla metà campo in su è davvero eccezionale.
Il problema è il resto della squadra, le retrovie, quelle che dovrebbero garantire l'equilibrio per vincere un mondiale con cui gli argentini si riempiono troppo la bocca (e molti addetti ai lavori che sponsorizzano i biancocelesti come l'innominabile e ignobile Lippi che ce lo fa a fette con l'Argentina tutte le volte).
E comunque devo aggiungere che Italia e Brasile fanno venire i brividi lo stesso.
Che l'Italia sia povera in quasi tutti i reparti è dato assodato e solo la Dea Bendata gli ha regalato un girone accessibile ma il Brasile di Dunga che vede tutti i suoi titolari o riserve fallire in Europa è un dato più che preoccupante.
I nomi? Eccoli: Kakà, Felie Melo, Robinho su tutti, Elano lasciato dall' Arab-City e che retrocede dalla Premier alla Super-Lig, Anderson deficitario al Manchester, Josue in crisi come tutto il Wolfsburg, Gilberto Silva col peso degli anni sulle spalle.
Si pensa ancora che la Spagna, questa formidabile Spagna, non sia la vera favorita???
Io non ho alcun dubbio, davvero nessuno!!!
@ Valentino: No :) Ma visto che addirittura per 'sta cosa ci hanno fatto un servizio a Studiosport, per amore della conversazione...
Che poi a dirla tutta non prendo Maradona manco sul serio quando fa una formazione guardando chi schiera...
@ Vojvoda
La mia opinione è che il mondiale segua una logica in gran parte a sè stante, per cui possono aver poca influenza sia le prestazioni dei giocatori nei mesi precedenti che, persino, il valore assoluto di questi.
Anzi, può succedere che chi arrivi con una grande stagione alle spalle arrivi più svuotato di chi invece arriva con la bocca asciutta e, soprattutto, le gambe fresche. A giocatori che arrivano fino in fondo in Champions può anche rimanere poco da dare a giugno.
Si decide tutto in un mese, chi si è visto si è visto, chi ha di più da dare in quel momento, chi ha l'approccio migliore in quelle poche partite vince. Si azzera tutto quello che è avvenuto coi club.
Felipe Melo nella Juve è una cosa, Felipe Melo nel contesto della nazionale può essere un'altra completamente diversa (e il sottoscritto sa bene dai tempi dell'Almeria che Melo è tutto tranne che un brocco). Poi tornare in Brasile è tutta salute per Robinho.
Insomma, il mondiale esula dalle considerazioni sui club, e può essere una competizione profondamente ingiusta, in cui la sorte ha il suo peso. Attenzione all'Italia, avere la strada spianata fino ai quarti è un vantaggio enorme. Arrivi là, fresco, e te la giochi meglio di altri. Il discorso "tanto prima o poi te la giochi con tutti, i sorteggi non contano" è un luogo comune privo di ogni fondamento.
Per questo non ho troppe certezze sulla Spagna: non perchè non condivida le tue considerazioni sul potenziale o sul livello di gioco, ma perchè il potenziale o il livello di gioco attuale a giugno potrebbero anche non contare nulla, e trovarsi una certa fra Brasile, Portogallo e Costa d'Avorio agli ottavi è un peso da nulla. Meglio trovarle più avanti, i sorteggi contano tantissimo.
Per me il potenziale argentino è: inarrivabile in attacco, strepitoso a centrocampo (con le convocazioni giuste), discreto (ma non dannoso se il resto della squadra funziona) in difesa. Totale: favoritissima, al livello di Brasile e Argentina. Ne resto convinto.
@ Hincha
Ma perchè tu prendi ancora sul serio Studio Sport?
:D
@ Valentino: no ma è l'unico TG sportivo in chiaro (fortuna che SportItalia sul digitale offre qualcosa di meglio) che ogni tanto parla di calcio estero, che poi come Studio Aperto sia a livelli infimi è un altro discorso. Non a caso prendono sul serio Maradona... :)
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