sabato, aprile 14, 2007

Come giocano le squadre della Liga/2

Avvertenza: l' articolo sul Celta, ve ne accorgerete, è passato un po' di cottura. Nessun problema, sostituite i verbi al presente con l' imperfetto, e aggiungete ad ogni frase in cui si parla di Fernando Vazquez la formula "eh, ma ora con Hristo..."


ZARAGOZA (4-4-2): E' arcinoto il gusto di Victor Fernandez per il gioco offensivo, basato sul possesso-palla, le rapide combinazioni a uno-due tocchi e la ricerca della profondità. Ad inizio stagione il Zaragoza ha avuto parecchi problemi di equilibrio fra i reparti: schierato con un 4-4-2, ma con il centrocampo a rombo, il filtro del centrocampo e la copertura delle fasce risultavano insufficienti.
La soluzione è consistita nel passaggio ad un 4-4-2 più classico, con due centrocampisti centrali sulla stessa linea e due esterni. La squadra, a parte gli ormai proverbiali cali di concentrazione (che appartengono a una sfera diversa da quella tattica) e pur non diventando impenetrabile, col cambio ha in generale guadagnato in solidità e coesione, potendosi oltrettutto giovare delle prestazioni di grandi interpreti come Zapater in mediana e Gabriel Milito (uno dei potenziali MVP di questa Liga) al centro della difesa.
Quattro/quattro/due più classico, ma i due esterni di centrocampo son due trequartisti (D’ Alessandro e Aimar, con Oscar e Lafita come principali sostituti) che giocano sulla fascia inversa rispetto al piede preferito. Questi preferiscono quindi accentrarsi sulla trequarti per combinare con le due punte, dare l’ ultimo passaggio o tentare la conclusione a rete. Decisivi per dare ampiezza alla manovra diventano quindi i due terzini Diogo e Juanfran, incaricati di appoggiare costantemente l’ azione d’ attacco.
L’ azione tipica del Zaragoza prevede scambi insistiti in una zona del campo, in modo da attirare l’ avversario verso quella zona e poter poi sorprendere col cambio di gioco verso l’ altra fascia meno custodita (esempio: scambi sulla destra fra D’ Alessandro, Zapater e Sergio Garcia, l’ avversario viene attirato dal pallone e allora scatta immediato il cambio di gioco verso l’ avanzata di Juanfran sulla sinistra).
A dare profondità ci pensano le due punte, formidabili (soprattutto Sergio Garcia, che spesso taglia dal centro verso le fasce, cercando lo spazio alle spalle dei terzini) nell’ incrociare alle spalle della difesa avversaria. In partite in cui l’ avversario è di caratura superiore, o la situazione tattica impone di giocare soprattutto in contropiede, non è raro vedere il Zaragoza cercare questi tagli direttamente con lanci dalla difesa, che partono soprattutto dal sinistro di Gabi Milito.

----------------------César Sanchez-----------------------------

Diogo-----------Sergio--------Gabriel Milito------------Juanfran

------------------Zapater--------Celades------------------------
---D’ Alessandro-------------------------------Aimar------------

---------------Sergio Garcia-------Diego Milito------------------

Principali cambi: Piqué (centro della difesa, per Sergio); Movilla (centro-sinistra del centrocampo, per Celades); Lafita (fascia destra del centrocampo, per D’ Alessandro); Oscar (sinistra del centrocampo, per Aimar); Ewerthon (seconda punta, per Sergio Garcia).



CELTA (4-2-3-1): Fernando Vazquez propone il classico modulo spagnolo, un 4-2-3-1 corto e stretto che assicurì così una buona densità nel mezzo per recuperare più facilmente il pallone e al tempo stesso un buon numero di soluzioni a disposizione del portatore di palla per poter meglio sviluppare una ragnatela di passaggi.
Vazquez gradisce che i suoi la giochino il più possibile, ed è un palleggio insistito e molto elegante quello del Celta (Canobbio, Nené e Gustavo Lopez la sanno nascondere eccome, Oubiña è uno dei centrocampisti più precisi nel gioco di prima di tutta la Liga, e del resto la Galizia è quasi Portogallo…), ma anche sterile e privo di profondità. Il Celta propone un po’ i difetti tipici del 4-2-3-1 (beninteso, del 4-2-3-1 con giocatori di queste caratteristiche, giacchè non ha nessun senso giudicare i moduli in astratto): crossi dalle fasce e ce n’è solo uno a concludere in area, attacchi centralmente e la difesa avversaria deve marcare sempre un solo uomo.
L’ “uomo solo” è Baiano, i centrocampisti sono un interdittore e un regista che tengono più che altro la posizione (anche se ultimamente Oubiña, magari sollecitato in tal senso, pare cercare di più l’ inserimento senza palla), mentre le tre mezzepunte, molto tecniche, amano soprattutto portare palla (Núñez invece, primo rincalzo per la fascia destra, è molto più verticale e adatto al gioco in spazi larghi, quindi al contropiede). Baiano rimane perciò isolato, e ciò ha portato alcuni a chiedere un attacco a due punte (col buon Bamogo accanto a Baiano) che possa mettere maggior pressione addosso alle difese avversarie. Una soluzione che però implicherebbe la rinuncia ad uno dei trequartisti, nello specifico un elemento fondamentale come Canobbio, ecco quindi spiegate le titubanze di Vazquez.
Vazquez che come principali alternative al modulo di base adotta un 4-1-4-1 (modulo adottato a dire il vero soprattutto nell finale della scorsa stagione: Oubiña davanti alla difesa, con generalmente Jorge che sul centro-destra va ad aggiungersi alla linea delle mezzepunte) oppure, in un’ annata in cui la difesa celeste (l’ anno scorso la meno battuta) ne sta combinando di tutti i colori, utilizza una difesa a cinque. Ma Vazquez difficilmente fa cambi, e questa è una delle cose che più gli vengono rimproverate dal pubblico del Balaidos, che in gran parte non lo sopporta.
Quando si trova in vantaggio e nella gran parte delle partite fuori casa, il Celta arretra sensibilmente il baricentro (troppe volte in maniera esagerata e controproducente) e si affida soprattutto al contropiede.

----------------------------Pinto-----------------------------------

Angel------------Contreras----------Lequi-----------------Placente

-------------------Iriney--------Borja Oubiña----------------------

-Gustavo López----------Canobbio------------------------Nené---

---------------------------Baiano----------------------------------

Principali cambi: Tamas (centro della difesa, per Contreras o Lequi); Pablo García (pivote, per Iriney); Núñez (fascia destra del centrocampo, per Gustavo López).



RACING SANTANDER (4-4-1-1): Una delle squadre in assoluto meno creative della Liga, ma anche una di quelle più ostiche da affrontare. Quattro/quattro/due scolastico, senza fessure, un blocco compattissimo all’ interno del quale ogni giocatore conosce a memoria le proprie mansioni, perfettamente organizzato nei raddoppi in ogni zona del campo. Fondamentale l’ intensissimo lavoro nel mezzo di Vitolo e Colsa (che ha un raggio d’ azione più vasto di Vitolo, potendo all’ occorrenza appoggiare l’ attacco con i suoi inserimenti senza palla), i terzini invece avanzano pochissimo (ancora di più quando a sinistra gioca un centrale adattato come Oriol, oltrettutto destro di piede), si tratta di una squadra in generale molto ordinata, che cerca di fare sempre la cosa più semplice. In attacco, Munitis svaria su tutto il fronte, va ora a destra ora a sinistra per aiutare l’ esterno di centrocampo a formare un due contro uno nei confronti del terzino avversario e facilitare così i rifornimenti dalle fasce per Zigic, di gran lunga il giocatore-chiave di questa squadra coi suoi due metri e due che condizionano la condotta degli avversari oltrechè quella della sua squadra.
Sebbene il gioco del Racing non si limiti solo a lanci verso il crapone del serbo, è inevitabile che ne sia in gran parte caratterizzato. Occhio alle statistiche: Zigic è il giocatore che nella Liga gioca maggiormente con la testa: 517 tocchi in totale, in media uno ogni 4 minuti!, e altrettanto curioso è il fatto che il numero dei tocchi con il piede (552 totali ad oggi) sia quasi lo stesso. La metà dei passaggi del Racing sono diretti a Zigic, il quale è sia il giocatore che commette più falli nella Liga (79) sia uno di quelli che ne subisce di più (è il giocatore su cui son stati commessi più falli da rigore, 4 finora), chiari segnali questi della lotta che ogni domenica ingaggia con le difese avversarie, preoccupatissime ogni volta di neutralizzare gli effetti del suo gioco aereo.
Le soluzioni adottate dagli avversari finora sono le più svariate, passando dalla marcatura doppia o addirittura tripla sul serbo alla non-marcatura, basata su questo ragionamento: “tanto le palle alte le vince tutte lui, concentriamoci piuttosto su chi va a ricevere le sue sponde”. Teoricamente, a meno che non si abbiano difensori di due metri per opporre gigante a gigante, ritengo la seconda l’ opzione migliore, ma il Racing riesce comunque ad approfittare dei punti deboli sia dell’ una che dell’ altra strategia.
Nel primo caso, la marcatura serrata su Zigic, oltre a diminuire l’ attenzione su Munitis e sugli uomini di fascia aumenta il rischio di commettere falli e concedere al Racing punizioni pericolose o addirittura rigori. La seconda opzione, il finto disinteresse, ha i suoi limiti nella pericolosità palla a terra del rapidissimo Munitis e di Serrano, molto bravo nell’ uno contro uno. Il Racing è costruito su Zigic, ma non è solo Zigic.
Il vero asso nella manica del Racing sono le cosiddette “palle inattive”, aspetto nel quale è primatista nella Liga. Non solo Zigic, ma anche i due centrali di difesa Garay (dotato di un magnifico destro, si incarica dei rigori e anche di qualche punizione) e soprattutto il possente Rubén, oltre alla scelta di tempo di Colsa. Doti aeree sfruttate al meglio quando c’è un sinistro come quello di Munitis a sfornare traiettorie tese e tagliatissime, sovente all’ altezza del primo palo. Dalla destra, calcia sempre a rientrare verso la porta, perché la minima deviazione può essere letale.

----------------------------Toño---------------------------------

Pinillos------Rubén González--------Garay------------------Oriol

Scaloni-------------Vitolo-------Colsa---------------Óscar Serrano

--------------------------Munitis---------------------------------

---------------------------Zigic-----------------------------------

Principali cambi: Cristian Fernandez (terzino sinistro, per Oriol); Balboa (fascia destra del centrocampo, per Scaloni); Antonio Tomás (centrocampista centrale, per Vitolo).

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7 Comments:

Blogger Entius said...

Le tue relazioni sulle squadre spagnole sono interessanti. Ti devo fare i compimenti...

11:36 AM  
Blogger Entius said...

Se ti posso dare un consiglio. Fai post più brevi, altrimenti non tutti li leggeranno...

11:37 AM  
Blogger valentino tola said...

Grazie, i consigli poi son sempre ben accetti.
Per quanto riguarda la lunghezza dei post, delle volte capita che mi dilunghi eccessivamente, ma altre volte, come in questo caso, lo faccio apposta. Questi post sulle tattiche vogliono essere volutamente approfonditi, tanto poi uno li può leggere quando vuole (ecco, magari se ci fosse un miglior sistema di archiviazione).
In generale poi preferisco scrivere una cosa in più piuttosto che una in meno, anche perchè non mi corre dietro nessuno.

12:37 PM  
Anonymous Anonimo said...

come sempre un mio commento in funzione Barca. come vedresti un ritorno a casa di Sergio Garcia?
KUBALA

11:52 AM  
Blogger valentino tola said...

Mi piace Sergio Garcia, sta facendo una grande stagione, è una delle seconde punte più abili nel creare occasioni (un po' meno nel finalizzarle...), però non credo che al Barça possa trovare tanto spazio. Meglio sicuramente per lui continuare al Zaragoza.

12:25 PM  
Anonymous Anonimo said...

anche a me Sergino piace molto, già dai tempi del Levante si capiva che non era malaccio. Detto che al Barça è ultrachiuso (ma forse un po' più di spazio di un Ezquerro [Santi, maledetto pesetero, se fossi rimasto a Bilbao...] lo troverebbe), come lo vedi in ottica Seleccion? Quest'anno l'ho visto diverse volte e mi è sembrato in grande spolvero, anche se davanti al portiere ne azzecca poche.

12:55 AM  
Blogger valentino tola said...

E' uno di quelli che si potrebbe giocare il posto di quarta punta con Luis Garcia dell' Espanyol (il favorito probabilmente), quella montatura di Arizmendi, ma pure Tamudo, Soldado e ora anche Portillo che finalmente sta rendendo.
Probabile però che un posto di quarta punta non esista neanche, visto che Aragones la maggior parte delle volte chiama solo Villa, Torres e Morientes.

1:14 AM  

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