giovedì, luglio 05, 2007

Bilancio finale Liga 2006-2007: le altre squadre/2

Betis

Una delle squadre più orride della stagione, da censurare senza remora alcuna. Una rosa dal potenziale più che discreto, la cui resa collettiva è risultata totalmente insoddisfacente, per usare un eufemismo. Una società che vive alla giornata (qualcuno li liberi dall’ abbraccio fatale di Don Manué!), impietoso il confronto con la programmazione dei concittadini del Sevilla, con la collaborazione dei quali è stata scritta una delle pagine più vergognose della storia del calcio recente, ovvero la bottigliata a Juande Ramos nel derby di Coppa del Re, evento favorito da un contesto che alla vigilia dell’ incontro le due società si sono impegnate a rendere il più possibile alieno alla corretta logica dello sport.
Irureta è arrivato, ha “subito” gli acquisti tutti in un colpo negli ultimi giorni del mercato estivo, e se ne è scappato, con le mani fra i pochi capelli, già a Natale, quando la società ha contraddetto le sue decisioni sulla durata delle vacanze da concedere ai giocatori per la pausa festiva, cosa inaccettabile per un allenatore della sua esperienza e professionalità.
Se Jabo proprio non è riuscito a dare un gioco a questa squadra, il suo rimpiazzo Luis Fernandez neanche ci ha provato: safety first, la sicurezza prima di tutto, cambi continui di formazione, tutti dietro, calcioni e pallonate a casaccio, sperando nelle sgomitate di Robert e nel buon cuore di qualcuna fra le tante mezzepunte disposte ad inserirsi.
Strategia che ha portato una boccata d’ ossigeno solo momentanea, prima della caduta libera finale che, fra accuse di complotto arbitrale e i classici alibi di chi non sa che pesci pigliare, hanno portato il Betis nel fango della retrocessione a soli 10 minuti dalla fine del campionato, prima che il buon Edu con la sua doppietta sul campo del Racing non togliesse le castagne dal fuoco a Paco Chaparro, uomo del club cui la società aveva affidato la panchina proprio per l’ ultima partita, nell’ intento di riportare un po’ di serenità prima del temutissimo traguardo stagionale.
Ottenuta una assai poco decorosa salvezza, bisogna pensare a ricostruire seriamente una rosa che al di là della buona qualità generale ha dato non pochi segnali di esaurimento e saturazione. Una rifondazione che, dopo il no di un Marcelino pochissimo convinto dei presupposti sui quali lavorare, è stata affidata ad Héctor Cuper. Voto: 4.

Punti: 40 (sedicesimo posto). Vittorie: 8. Pareggi: 16. Sconfitte: 14.
Gol fatti: 36 (terzo peggior attacco). Gol subiti: 49. Class. Marcatori: Robert 9 gol; Edu 8; Sobis 4. Class. Assist: Assunçao 4; Romero 2; Capi 2.
Formazione tipo (4-2-3-1, quasi impossibile da ricostruire): Doblas; Ilic (Melli), Melli, Juanito, Fernando Vega (Romero, Isidoro); Rivera (Capi), Assunçao; Sobis (Odonkor, Maldonado), Capi (Fernando), Edu (Xisco); Robert (Sobis). Allenatori: Javier Irureta/ Luis Fernandez/ Paco Chaparro.

PROMOSSI: Edu, pensaci tu. Quando gli infortuni non lo tormentano, resta una delle poche certezze di questa squadra sgangherata: poco appariscente sulla trequarti, ma sempre molto concreto negli inserimenti sotto rete. Uomo-salvezza coi due gol di Santander, che per una amara coincidenza hanno condannato alla retrocessione la sua amata ex-squadra, ovvero il Celta. Robert, attaccante modesto se ce n’è uno, il brasiliano più antibrasiliano di tutti, ma comunque uno che non si tira mai indietro, l’ ideale per un Betis che, senza il gioco, ha dovuto ricorrere alla lotta pura e semplice. Facendosi un paio di conti, i suoi 9 gol son stati piuttosto importanti. Andrà via molto probabilmente, ha esaurito la sua funzione storica. Non è dispiaciuto l’ acquisto invernale Ilic.
BOCCIATI: La lista sarebbe troppo lunga, obbligatorio un riassunto: Maldonado, la classica meteora d’ inizio stagione; Vogel, mai inseritosi; Jorge Wagner, inadatto al calcio europeo; Romero, vecchia gloria; Rivera, del quale non finiremo mai di rimpiangere quello che poteva essere e che invece inequivocabilmente non è stato; Dani, ancora un anno a vuoto: incompreso o inconsistente?; Miguel Angel, deludentissimo in queste due stagioni in verdiblanco (quest’ anno Fernandez l’ ha impiegato non di rado nell’ antichissimo ruolo di esterno destro), anche se la sfortuna ha avuto la sua parte (il lungo infortunio dell’ anno scorso è stato una brutta botta).
GIUDIZIO IN SOSPESO: Sobis, capitato nella stagione peggiore, è stato valorizzato pochissimo: inizio folgorante con doppietta nel derby, solitudine da unica punta con Irureta, stravolgimento quasi totale col Machote Fernandez, che lo ha spesso utilizzato in un ruolo di esterno destro di centrocampo (in una squadra per giunta catenacciara) che non si addice proprio a questa seconda punta dal gioco destro-sinistro che a più d’ un tifoso del Betis ha ricordato l’ idolo Alfonso. Chissà che con Cuper, con un 4-4-2 e con un partner come il Tanque Hugo Mariano Pavone, non si possa vedere il prossimo anno il vero Sobis. Non ditelo però ai tifosi del Barça che Sobis è stato poco incisivo…
Odonkor, per quanto lo ritenga un giocatore molto sopravvalutato (perché questa non è una corsa di cani, e bisogna saperlo trattare il pallone), non ha accumulato presenze sufficienti per una sana stroncatura, data la sua lunga assenza per infotunio. Il giovanotto Juande ha fatto intravedere buone maniere in mezzo al campo.



Real Sociedad

Dopo 40 anni in Primera, una retrocessione eclatante, ma diretta conseguenza della campagna dello scientifico indebolimento messo in opera negli anni da Astiazaran prima (il secondo posto del 2002-2003 è stato un’ illusorio fuori programma, guardate anche questo grafico) e da Fuentes, fresco dimissionario, poi. Il catastrofico Bakero poi ha dato il colpo di grazia in estate: campagna acquisti autolesionista, mezze figure, medianacci e jolly fra difesa e centrocampo di bassissimo spessore, con Diego Rivas “fiore all’ occhiello” per 3 milioni di euro e Kovacevic lasciato abbandonato a sé stesso dalla partenza non rimpiazzata di Nihat e da un centrocampo che ha toccato gli abissi della broccaggine più profonda.
Non è valso a nulla stavolta l’ “effetto Mark Gonzalez”, cioè la correzione in corso d’ opera che salva la situazione. Savio ce l’ ha messa tutta, ma né lui né le sagge strategie utilitaristiche di Miguel Angel Lotina (al di là di qualche scelta di formazione magari un po’ discutibile, di più non poteva fare) hanno potuto evitare un disastro annunciato. Voto: 3.

Punti: 35 (penultima). Vittorie: 8. Pareggi: 11. Sconfitte: 19.
Gol fatti: 32 (peggior attacco assieme al Deportivo). Gol subiti: 47. Class. Marcatori: Savio 5 gol; Diaz de Cerio 4; Xabi Prieto 3. Assist: Xabi Prieto 3; Lopez Rekarte 2; Garitano 2.
Formazione tipo (4-2-3-1/4-4-2): Bravo; Gerardo (Lopez Rekarte), Ansotegi (Mikel Gonzalez), Victor Lopez, Garrido (Lopez Rekarte); Garitano, Juanito (Aranburu); Xabi Prieto, Aranburu (German Herrera, Diaz de Cerio), Savio; Kovacevic. Allenatori: José Maria Bakero/ Miguel Angel Lotina.

PROMOSSI: E’ uno scherzo crudele che a sbagliare il rigore che nella penultima giornata ha praticamente condannato la Real alla retrocessione sia stato proprio Savio, il giocatore che, evidenziando una dignità tecnica anni luce distante rispetto a quella dei suoi compagni, era diventato l’ unica ragionevole fiammella di speranza per i tifosi txuri-urdin. Tifosi che dopo l’ errore e le conseguenti lacrime, non hanno esitato a tributare un caloroso applauso all’ indirizzo del giocatore. Arrivato a Gennaio fra sospetti di pensionamento anticipato, ha dimostrato come per chi considera il pallone alla stregua di un prolungamento del proprio corpo passare la trentina non significhi poi ‘sta gran cosa. L’ anno prossimo vedremo Savio al Levante, la versione iberica di Jurassic Park.
Le note positive sono poche altre, come ben si può immaginare: Aranburu, uno dei pochi giocatori validi della rosa, anche se impiegato non con la dovuta continuità e non sempre nel ruolo più adatto; Bravo, al di là di alcune papere (una anche con la maglia del Cile nella recente partita di Copa America con l’ Ecuador), portiere interessante per la sua non comune agilità; Diaz de Cerio, anche lui utilizzato meno del dovuto da Lotina, attaccante perlomeno vivace e sveglio; Mikel Gonzalez, il meno peggio dei difensori; Gerardo, modesto ma affidabile.
BOCCIATI: Darko Kovacevic, presenze: 33, reti: 3! Perché? Perché la sua permamente condizione di isolamento è stata quanto di più amaro possa esistere per ogni centravanti, la società gli dovrebbe pagare una sorta di risarcimento, magari equivalente alla somma spesa in estate per i vari Diego Rivas, Gerardo, Juanito, Fabio Felicio e compagnia cantante…
Diego Rivas per l’ appunto era stato l’ acquisto clou del mercato condotto da Bakero, che voleva così blindare la difesa con una diga in mediana e trascurando così i problemi drammatici di qualità e imprevedibilità dal centrocampo in su. I risultati a livello collettivo si sono presto visti, e anche a livello individuale Diego Rivas, mai titolare vero, ha completato una stagione pessima, ulteriore dimostrazione del fatto che è tutt’ altra cosa brillare in un contesto tanto favorevole come quello del Getafe.
Jesuli, acquistato ad Ottobre, si è dimostrato irrecuperabile ed irriconoscibile rispetto al funambolo dei tempi del Celta, ben conosciuto da Lotina. Ansotegi un difensore inguardabile, misterioso come Lotina lo abbia spesso preferito al dignitoso Mikel Gonzalez. Garitano è una delle più chiare dimostrazioni della sconcertante mediocrità tecnica txuri-urdin, mentre Xabi Prieto affonda sempre di più nel brodo della propria inconsistenza, fatto ancora più grave quando ti trovi ad essere uno dei pochi in grado di trattare il pallone e devi assumertene le responsabilità (come ha fatto Savio, tanto per capirci).



Zaragoza

Importantissimo aver centrato l’ obiettivo stagionale, la Uefa, per mantenere vivo l’ ottimismo su un progetto, quello della coppia Agapito Iglesias-Eduardo Bandrés, che non nasconde importanti ambizioni a medio-lungo termine. Uno degli uomini più amati in assoluto dalle parti della Romareda, Victor Fernandez, era stato incaricato di guidare un progetto dichiaratamente basato su un calcio offensivo, nel quale il buon trattamento del pallone vigesse come comandamento fondamentale. Sul piano del gioco, solo a tratti, seppure tratti di notevole tasso spettacolare, alle intenzioni son corrisposti i fatti: è diventata celeberrima infatti la discontinuità di questo Zaragoza, non solo di partita in partita ma addirittura anche all’ interno degli stessi 90 minuti.
A fasi, soprattutto fra le quasi inespugnabili mura della Romareda, di dominio assoluto, con grande armonia fra le combinazioni del quartetto offensivo e le costanti sovrapposizioni dei terzini, hanno corrisposto blackout paurosi, generalmente passata l’ ora di gioco, nei quali soltanto la buona predisposizione al sacrificio degli undici in campo, una difesa di buon livello, uomini di spicco come Zapater e Gabi Milito e la possibilità sempre viva di un contropiede fra i più ficcanti del campionato hanno limitato i danni ad una squadra in evidente disagio quando non ha il possesso-palla dalla sua parte.
Ad occhio, inoltre, non dovrebbe essere stata azzeccatissima la preparazione atletica, vista la già citata scarsa tenuta (anche mentale, sia chiaro) durante i 90 minuti e il calo verticale nel finale del campionato che poteva costare assai caro, dato che soltanto a un quarto d’ ora dalla fine l’ 1-1 di Diego Milito sul campo del Recre ha assicurato quella qualificazione-Uefa che, assaporata e gestita per tutta la Liga (con addirittura frequenti avvicinamenti alla quarta piazza), sarebbe stata una beffa colossale lasciarsi scappare sul filo di lana. Voto: 7.

Punti: 60 (sesto posto, Uefa). Vittorie: 16. Pareggi: 12. Sconfitte: 10.
Gol fatti: 55. Gol subiti: 43. Class. Marcatori: Diego Milito 22 gol; Ewerthon 6; Aimar 5. Class. Assist: D’ Alessandro 6; Sergio Garcia 6; Aimar 4.
Formazione tipo (4-4-2): César; Diogo, Sergio Fernandez (Piqué), Gabriel Milito, Juanfran; D’ Alessandro, Zapater, Celades (Piqué, Movilla), Aimar; Sergio Garcia (Ewerthon), Diego Milito. Allenatore: Victor Fernandez.

PROMOSSI: Diogo è stato uno dei cardini del modulo di Victor Fernandez, il giocatore meno sostituibile della rosa, per l’ assenza di alternative plausibili per la posizione di terzino destro e per il ruolo decisivo assegnato ai terzini nel dare ampiezza alla fase offensiva del Zaragoza (che non dispone di ali e sugli esterni a centrocampo schiera due trequartisti come Aimar e D’ Alessandro). Diogo è stato, al di là dell’ eccessiva irruenza e di certe pesanti cadute di stile sul piano disciplinare (vedi la rissa da pollaio con Luis Fabiano), più volte protagonista entusiasmante, con le sue esaltanti galoppate, la carica agonistica e l’ impressionante bagaglio atletico che gli permette di coprire tutta la fascia destra.
L’ infallibile braccio armato è stato anche quest’ anno Diego Milito, eccezionale attaccante, completo (gli manca solo il colpo di testa), in grado di giostrare con eguale disinvoltura sia in spazi ampi in contropiede e ad alta velocità, sia nell’ area piccola con opportunismo e freddezza da campione, sia ancora dialogando coi compagni palla a terra o puntando l’ avversario in uno contro uno quando si defila su una delle due fasce.
Colonne e leader rispettivamente di difesa e centrocampo Gabi Milito e Zapater. L’ argentino (attualmente contesissimo sul mercato) autorevole come non mai, il giovane di casa già incredibilmente maturo, elemento imprescindibile per mantenere i giusti equilibri fra i reparti, sapiente in ogni suo intervento, ormai ampiamente all’ altezza di una convocazione in nazionale per il post-Albelda.
Questa è stata anche l’ annata dell’ esplosione di Sergio Garcia, vivacissimo apriscatole nel ruolo di seconda punta sottratto ad Ewerthon, con l’ unico non lieve neo della scarsa freddezza in zona gol. Seppure nella veste non sempre splendente di tappabuchi (primo rincalzo per i difensori centrali, ma anche centrocampitsa difensivo e terzino destro), Piqué non ha nascosto il suo grande talento, specie nella memorabile prestazione casalinga contro il Barça. Valido César fra i pali.
GIUDIZIO IN SOSPESO: D’ Alessandro, talento sicuramente riabilitato rispetto alle secche di Wolsfburg, ma con evidenti incancellabili lacune di discontinuità e di concretezza. Alcune grandi prestazioni (soprattutto ad inizio stagione ma anche nell’ 1-0 al Barça), qualche boba ben riuscita, ma anche un letargo nella fase centrale della stagione e una frustrante tendenza a tenere palla oltre il consentito e a scegliere troppo spesso la giocata meno logica ed efficace, forse anche un po’ penalizzato dal fatto di dover partire, lui tutto-mancino, defilato sulla destra. Resistenza scarsissima, quasi sempre Victor si è trovato costretto a cambiarlo appena passata l’ ora di gioco.
Aimar, nelle previsioni il leader tecnico di questo nuovo progetto del Zaragoza, ha potuto mostrarsi tale soltanto ad intermittenza. Colpa dei soliti problemi fisici: non che abbia giocato poco (31 presenze) e non che abbia giocato male (cito lo show contro il Real Madrid alla penultima giornata tanto per dare un’ idea), ma due stop fra la la settima e la decima e far la ventesima e la venticinquesima giornata lo hanno un po’ frenato nella sua corsa verso la forma e la continuità migliore, purtroppo quando anche, come è nel caso di Victor Fernandez, il suo sublime talento ha trovato la più adeguata base di fiducia (“Quando Aimar prende palla, il mio compito è finito”, Victor dixit).
Ancora dobbiamo scoprire le vere potenzialità delle due promesse di casa, Lafita (solo tanti spezzoni per dare il cambio a “Duracell” D’ Alessandro) e Longas (talento intrigante, grande palla per il gol decisivo di Diego Milito all’ ultima giornata, ma spazi chiusissimi sulla trequarti della formazione titolare: probabilmente dovrà migrare in prestito).
BOCCIATI: Ewerthon non ha confermato le eccellenti prestazioni della sua prima stagione alla Romareda. Scavalcato da Sergio Garcia come accompagnatore di Diego Milito, potrebbe anche essere ceduto quest’ estate (molto interessato lo Stoccarda). Movilla uno dei meno convincenti in assoluto: unico regista nella rosa, ma troppo lento, debole in fase difensiva e con tempi di reazione infiniti.



Celta

Dopo la Grande Catastrofe, quella del Barça, ecco la Piccola Catastrofe. Ai più risultano inspiegabili i motivi per i quali una squadra con un potenziale palesemente di metà classifica (e anche con punte di alto livello tecnico sulla trequarti) sia potuto retrocedere in maniera così inopinata e anche meritata, nonostante il troppo tardivo scatto d’ orgoglio della vittoria al Vicente Calderon nella penultima giornata.
Affidandoci ai numeri, possiamo valutare cosa sia tanto drammaticamente cambiato dall’ eccellente scorsa stagione a questo disastro: la produzione offensiva si è mantenuta più o meno sugli stessi non esaltanti livelli, 45 gol l’ anno scorso 40 quest’ anno, frutto della dipendenza e dell’ isolamento di Baiano e della difficoltà a concretizzare appieno momenti anche brillanti di gioco; al contrario, la tenuta difensiva, fiore all’ occhiello la passata stagione (con 33 gol al passivo miglior difesa assieme al Valencia), quest’ anno è completamente saltata, la bruttezza di 59 gol incassati. La cessione di Sergio in parte avrà inciso, ma non può essere l’ unica spiegazione per la spaventosa vulnerabilità sulle palle inattive e per tremori ed errori dilettanteschi impropri di difensori dal livello in assoluto non certo infimo, penso soprattutto a Lequi, ma anche a Tamas. In generale il Celta ha dimostrato, man mano che sprofondava nell’ abisso, una palese incapacità nel gestire le situazioni (di vantaggio, di svantaggio, di tutto) con la concentrazione e la serenità giuste.
Avventuroso il percorso della stagione celeste: avvio regolare, con quel pessimo rendimento casalingo che restava solo un dato curioso finchè il Celta pareva potersi mantenere in zona-tranquillità e finchè si proponeva in maniera autorevole in Uefa (ricordiamo la partita di Palermo, la migliore della stagione). Poi neanche più i punti fuori casa, e il crollo si fa inesorabile.
Solo alla trentesima giornata però arriva il cambio di allenatore tanto atteso da una tifoseria fortemente ostile a Fernando Vazquez. Non hanno convinto però né i tempi né le modalità della svolta: innanzitutto perché se si doveva licenziare Vazquez, andava fatto prima, poi per la scelta di un tecnico senza nessuna esperienza come Stoichkov. Dopo l’ illusoria vittoria nel derby galiziano col Depor, cinque sconfitte di fila hanno affondato la barca. Ora si ripartirà, di nuovo, dalla Segunda, con la conferma di Stoichkov e un progetto di rilancio maggiormente imperniato sulla cantera, col prevedibile lancio fra i titolari dei talenti Jonathan Vila e Dani Abalo. Voto: 4.

Punti: 39 (diciottesimo posto, retrocessa in Segunda Division). Vittorie: 10. Pareggi: 9. Sconfitte: 19.
Gol fatti: 40. Gol subiti: 59. Class. Marcatori: Fernando Baiano 14 gol; Nené 8; Gustavo Lopez 2. Class. Assist: Canobbio 6; Gustavo Lopez 6; Nené 3.
Formazione tipo (4-2-3-1): Pinto; Angel, Contreras (Tamas), Lequi, Placente; Iriney (Pablo Garcia), Borja Oubina; Gustavo Lopez, Canobbio, Nené; Baiano. Allenatori: Fernando Vazquez/Hristo Stoichkov.

PROMOSSI: Gustavito Lopez sempre nei nostri cuori. Neanche a 35 anni la classe, quella purissima, va via. Idolo difficilmente contrastabile dei tifosi, dopo una scorsa stagione ai margini, è stato rispolverato risultando, tanto impiegato sulla destra quanto a sinistra, una delle poche note liete della stagione. E’ fra gli svincolati di lusso di questo calciomercato.
Baiano imprescindibile nonostante tutte le cose assurde che possa pensare l’ eccentrica (per essere gentili) tifoseria del Balaidos. Pensare che questo grande attaccante (addirittura fenomenale se solo avesse anche un po’ di velocità, di passo e di esecuzione) si può liberare per soli 4 milioni, considerando le spese pazze e le cifre assurde che si sentono in questi giorni di calciomercato, fa certamente riflettere.
Nené, anche lui ingiustamente criticatissimo da parte della tifoseria, il suo lo ha fatto. Non è Silva, si sapeva, ma al di là di un’ attitudine talvolta innegabilmente svagata, non sono mancati né l’ estro né i gol. Angel forse il più continuo.
GIUDIZIO IN SOSPESO: Guayre e De Ridder, il primo per continui guai fisici il secondo (che non mi ha mai entusiasmato) per vero e proprio ostracismo, i due oggetti misteriosi della rosa celeste.
BOCCIATI: Disastri in difesa, nel pallone soprattutto Contreras e Tamas, pure quest’ ultimo che sulla carta pareva un acquisto azzeccato. E’ mancato Canobbio, l’ uomo forse di maggior qualità, lontanissimo dall’ eccellente Liga 2005-2006. Jorge da troppi anni promessa incompiuta, maluccio Pablo Garcia.

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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Pienamente d'accordo su tutto l'articolo sul Celta!! I motivi di questo tracollo sono veramente un mistero anche per chi come me segue con frequenza. Adesso si riparte da Stoichkov e da tante cose nuove, giocatori in primis. Non credo che Baiano si libererà per 4 milioni ma per qualcosa in più secondo me (7??), per quanto riguarda altri passaggi alla cassa: Oubina (9??),Angel (5??), Nenè (6??) potrebbero essere soldi con cui costruire una buona base di ripartenza: oltre ai giovani Dani Abalo e Jonathan Vila potrebbero arrivare Carlos Vela visto l'accordo con l'Arsenal, Iago Falque del Barcellona di cui si parla molto bene e potrebbe venire fuori Iago Aspas, trequartista, fratellino di Jonathan Aspas che quest'anno se ne va dal Celta in scadenza di contratto(in serie A spagnola l'anno scorso prendeva 90.000 euro)!! In ogni caso secondo me un pò di big resteranno,magari di malavoglia ma resteranno, l'anno prossimo tra Celta, R.Sociedad, Cadice con Del Bosque a fare da direttore sportivo e le altre potrebbe essere un'ottimo campionato la Segunda... sarebbe da buttarci un'occhio anche sul tuo blog...

2:08 AM  
Blogger valentino tola said...

Ah, Iriney, sulla Segunda sfondi una porta aperta.
Mi pare un campionato ottimo, e mi piacerebbe moltissimo dedicarle qualche post in più, il problema sono le partite (quest' anno sono riuscito a vederne qualcuna su Rojadirecta e poi alcune soprattutto dell' Almeria e del retrocesso Castilla, sfruttando il fatto di aver trovato sul satellite Real Madrid Channel) e il tempo, visto che mi è saltato un post sulle neopromosse che stavo preparando (occhio all' Almeria per l' anno prossimo, potrebbe essere un nuovo Recreativo).

Il Celta spero possa riaffacciarsi presto in Primera. Coi giovani (mi è piaciuto, visto in mezza partita, anche quel Richi), magari anche con quel fulmine di Carlos Vela, anche se mi pare che l' Arsenal stia giustamente accentuando la pressione e che in ogni caso dopo l' ultima stagione col Salamanca ora possa anche essere girato anche a un club di Primera. Iago Falqué si potrebbe testare, ha uno stile di gioco che è una via di mezzo fra Gustavo Lopez e Rivaldo, ma gli manca un po' il cambio di ritmo e si estrania un po' troppo dalla partita.
Per quanto riguarda i movimenti in uscita , spero proprio che il Celta incassi da Baiano di più dei 4 milioni che ho letto su As. Canobbio mi sa che andrà via, così come Oubina, che ho letto essere vicino al Tottenham (sorprendente però che nessun club di Primera voglia questo giocatore).

Ho seguito con la coda dell' occhio i movimenti della Segunda. Non mi convince molto Chris Coleman come allenatore della Real Sociedad, che più che brandire lo slogan un po' facile e pericolosamente illusorio "ripartiamo dalla cantera", dovrebbe pensare a ripartire prima di tutto da giocatori bravi.
Vedo benissimo il Cadiz, ma solo se non gli si infortunerà Lobos, giocatore che è un insulto vedere in Segunda e che può regalarti una promozione più o meno da solo.
Chi si sta muovendo con maggiore ambizione per ora è l' Hércules (tra gli altri ha preso Blas Pérez dal Cucuta e il veterano Javi Gonzalez dall' Athletic). Chi vuole saperne di più sulla squadra alicantina e in generale sul calcio di Segunda gli consiglio vivamente questo eccezionale blog.

http://venegoor.blogspot.com

11:39 AM  
Anonymous Anonimo said...

Dai, solo 7 a ‘los fichajes’ del Barça mi sembra un pò pochino, secondo me hanno fatto una campagna acquisti perfetta, sulla carta ovviamente, hanno rinforzato la difesa, il centrocampo e l’attacco con grandi nomi. Adesso Rijkaard dovrà stare molto attento a gestire una rosa così ampia, casomai i dubbi ci possono essere su chi far giocare, ma se tieni conto che l’anno scorso non avevano nessuno che coprivano le assenze di Eto’o e Messi quest’anno abbiamo fatto un grande passo avanti, non credi?

7:37 PM  
Blogger valentino tola said...

sì, forse mezzo voto in più ci poteva stare. I punti interrogativi sono l' eccessiva abbondanza e il fatto che ancora non son stati smaltiti i giocatori in eccedenza nella rosa (Ezquerro, Gudjohnsen, Motta). Io forse avrei venduto Belletti e preso un altro terzino forte a spingere.

9:15 PM  

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