La Liga dei giovani/PRIMA PARTE.
In Spagna come un po’ dappertutto capita spesso di sentire commenti che rimpiangono lo scarso spazio che soprattutto le grandi squadre, ansiose di avere tutto e subito, concedono ai loro giovani. Se il discorso in alcuni casi (Real Madrid su tutti) è assolutamente veritiero e rappresenta una bella tegola specialmente per i giovani del vivaio nazionale (quelli sempre così competitivi nei tornei giovanili, Under 21 a parte), ciò non toglie che la Liga sia forse al momento il campionato europeo con la maggiore concentrazione di grandi talenti giovani, in alcuni casi veri e propri fenomeni destinati a segnare il futuro del calcio mondiale.
Il capostipite è ovviamente Leo Messi (24-6-‘87), probabilmente già il giocatore più forte del mondo, sempre più trascinatore del Barça. Questa nuova Liga però è finora anche quella di Sergio Aguero (2-6-’88), meraviglioso protagonista, lui che ha solo 19 anni, di quest’ Atlético immerso per l’ ennesima volta in un nuovo progetto, stavolta sicuramente più promettente, se non ancora come solidità d’ impianto, almeno come possibilità offensive. Il Kun pare aver preso la rincorsa dal Mondiale Under 20 del giugno-luglio scorso, vinto giocando per la prima volta nella sua giovane carriera da leader e riferimento per i compagni.
Tocalli, selezionatore dell’ Under 20, ha parlato di un Aguero incredibilmente maturato dopo i primi mesi europei, e le prime giornate della nuova Liga hanno evidenziato una fragorosa esplosione per colui che dopo 7 giornate ha già 5 gol all’ attivo, uno solo in meno di quelli totalizzati nell’ intera scorsa stagione.
Oltre a Messi e Aguero, questa è la Liga anche di Giuseppe Rossi (1-2-’87), incomprensibile non-azzurro, anche lui baciato da un talento rarissimo. Ma di Rossi abbiamo già parlato parecchio, così come di Matias Fernandez (15-5-’86), come potenzialità all’ altezza degli astri citati sopra, ma finora bloccato dalle titubanze di Pellegrini sul suo inserimento nell’ undici titolare. Vista la risposta che sta dando Matias ogni volta che viene chiamto in causa, non stentiamo a credere che presto crolleranno anche le resistenze dell’ Ingeniero.
Intanto, passiamo in rassegna gli altri talenti che sta proponendo o ancora può proporre questa ricchissima Liga:
ALMERIA
I due talenti più attesi della neopromossa andalusa dovrebbero essere il paraguaiano Julio Dos Santos (5-5-’83) e il cileno Mathias Vidangossy (25-5-‘87), in prestito rispettivamente da Bayern Monaco e Villarreal. Però non hanno ancora trovato il minimo spazio: Dos Santos perché al momento non sembra rientrare proprio nei piani di Emery, che ha ben chiaro l’ assetto della sua squadra (nel 4-3-3 il ruolo di mezzala sinistra/trequartista, quello di Dos Santos se lo contendono Corona e Felipe Melo, in assoluto due fra i migliori giocatori della rosa), Vidangossy perché ancora in via di recupero da un infortunio, oltre che di adattamento alla nuova realtà.
Dos Santos è atteso da anni come uno dei migliori talenti del calcio paraguaiano, ma in Germania ha perso troppo tempo, e questa è un’ occasione già fondamentale per un rilancio delle proprie quotazioni. Centrocampista offensivo dal tasso tecnico notevole, vede molto bene il gioco, è un gran rifinitore, ma gioca a un ritmo troppo compassato nel quale scarseggiano le accelerazioni.
Vidangossy lo abbiamo visto al Mondiale Under 20 nel Cile ipertecnico quanto immaturo: per le sue caratteristiche ben difficilmente può trovare spazio a centrocampo, mi sembra molto più adatto nel tridente partendo da una delle due fasce, un po’ come faceva Ortega con Bielsa, tanto per rendere l’ idea.
Vidangossy è infatti un trequartista molto offensivo: a differenza di Corona e Felipe Melo, molto più partecipi nella costruzione del gioco, il cileno deve incidere palla al piede negli ultimi metri, creando la superiorità numerica e dando l’ ultimo passaggio. Molto leggero e agile, salta l’ uomo con facilità ed ha giocate stupefacenti dal punto di vista tecnico. Estrema la confidenza col pallone, tende però ad abusare di giochini (è un patito del gioco di suola) senza alcuna efficacia sugli sviluppi del gioco: vizio che si dovrà togliere al più presto se non vorrà passare come una meteora per il calcio europeo. Anche il portiere brasiliano Diego Alves (24-6-‘85), descritto come uno degli interpreti più promettenti a livello internazionale, non ha ancora trovato spazio per le buone prestazioni del titolare Cobeño.
Gode di buone referenze anche Natalio (18-9-’84) attaccante brevilineo, rapido, opportunista e abile nell’ uno contro uno), protagonista l’ anno scorso in Segunda col Castellon, ma finora utilizzato esclusivamente a partita in corso, come variante più offensiva sulla destra del tridente, al posto del tornante Juanma Ortiz.
Chi invece si è già imposto è sicuramente Alvaro Negredo (20-8-‘85), devastante nel sacco del Riazor alla prima giornata, in gol anche col Valencia alla seconda, poi frenato da qualche contrattempo fisico e burocratico, infine di nuovo disponibile dall’ ultima giornata col Racing. Negredo è un centravanti classico: non spicca per la raffinatezza stilistica, ma è in grado di fare reparto da solo, molto efficace spalle alla porta come torre, ovviamente poco agile per la sua mole ma potente in progressione, buon finalizzatore sia di testa che col suo potente sinistro.
ATHLETIC BILBAO
L’ esplosione di Markel Susaeta (14-2-’87) è la notizia più bella dell’ avvio, ancora una volta stentato, dell’ Athletic. Prodotto al cento per cento di Lezama, il suo gioco elettrico ha risollevato gli umori di un San Mames ultimamente sin troppo abituato al piattume. Esterno destro (ma può essere anche spostato a sinistra o sulla trequarti, in appoggio alla prima punta, come nel match con l’ Atlético), è un giocatore che vuole sempre il pallone fra i piedi e non ha mai paura di puntare l’ avversario. Va via con una certa facilità, facendo leva soprattutto sullo scatto breve e l’ agilità nello stretto. Ottima tecnica, è uno stupendo specialista dei calci piazzati, calcia sopra la barriera alternando soluzioni morbide (vedi il gran gol col Zaragoza) ad altre veloci e molto tagliate.
Il grande talento, già dall’ anno scorso, dovrebbe essere Javi Martinez (2-9-’88): lo abbiamo già detto in tante altre occasioni, ha potenzialità da centrocampista totale, ma finora si limita troppo al compitino, con generosità, dedizione e costanza, ma senza mai uscire dall’ ordinaria amministrazione. Chi con Caparros sta facendo netti progressi rispetto ai trascorsi disastri è Fernando Amorebieta (21-3-'85), ormai titolare fisso al centro della difesa accanto a Ocio, elemento dalle eccellenti potenzialità atletiche, non sempre però accompagnate da adeguata disciplina. Per fare il salto di qualità deve migliorare il posizionamento e misurare meglio, molto meglio, le entrate, lui che in questi suoi esordi si è già guadagnato una meritatissima fama di macellaio.
ATLETICO MADRID
Allarme: stanno bruciando l’ enorme talento di José Manuel Jurado (29-6-’86). Non c’è alcuna possibilità per lui nella formazione titolare: con Forlan e Aguero le due punte sono dogma, e in ogni caso la prima alternativa ad esse è Maxi Rodriguez a supporto di un’ unica punta; sugli esterni la società nell’ ultimo mercato si è rimpinzata di specialisti; nel “doble pivote” l’ idea di calcio storica di Aguirre non contempla la presenza di un fisico esile come quello di Jurado. Quindi, o cambia aria al più presto (lo vedrei bene al Sevilla), oppure la montagna di muffa potrebbe diventare enorme, non basta certo qualche presenza mendicata qua e là in Coppa Uefa.
BARCELONA
Giovani Dos Santos (11-5-’89) e Bojan Krkic (28-8-’90), ovviamente. Rijkaard in queste partite pare aver delineato delle precise gerarchie fra le deue giovani perle nel rispettivo inserimento in prima squadra. A Giovani spazio per mezz’ora-venti minuti abbondanti, a Bojan gli ultimi 5-10, come dire che, anche a causa della maggiore “anzianità”, l’ inserimento stabile di Giovani è riservato a un futuro sicuramente più prossimo rispetto a quello dell’ ispano-serbo, per il quale non sarebbe nemmeno da escludere un prestito da qualche parte nel prossimo mercato invernale.
E dire che, opinione personalissima, un maggiore utilizzo di Bojan potrebbe rispondere meglio alle attuali esigenze tecnico-tattiche del Barça rispetto a quello di Giovani. Il messicano copre un ruolo e svolge delle funzioni che nella rosa blaugrana son già arci-assicurate dai Messi, Ronaldinho e Iniesta, mentre di punta con l’ assenza di Eto’o rimane il solo Henry, il quale non assicura ancora i movimenti migliori, e Bojan potrebbe dare una botta di vivacità e d’ entusiasmo importanti nelle occasioni in cui l’ azione d’ attacco potrebbe farsi statica e senza sbocchi.
BETIS
Speriamo possa essere l’ anno di Rafael Sobis (17-6-‘85), l’ anno scorso disorientato dal consueto caos bético e da collocazioni tattiche che gridavano vendetta (esterno destro di centrocampo, che con Fernandez significava poco più che terzino). Con Cuper gioca nel suo ruolo, seconda punta, e già ha fatto vedere qualcosa in più. Ai tifosi del Betis ricorda Alfonso per la tecnica e la rapidità di esecuzione, è un giocatore che dà velocità e profondità, con una spiccata istintività che rappresenta il punto di forza e, in qualche occasione, al tempo stesso il punto debole del suo gioco.
Al centro del campo si sta imponendo il canterano Juande (12-6-’86), elemento molto interessante, che gioca con personalità, qualità e visione di gioco ed è dotato di un’ ottima rasoiata profonda.
L’ argentino Juan Pablo Caffa (30-9-’84), prelevato a Gennaio scorso dall’ Arsenal Sarandì, sulla sinistra del centrocampo si sta invece rivelando elemento di maggiori garanzie rispetto al fumoso e un po’ sopravvalutato Mark Gonzalez. Caffa è un tipico esterno all’ argentina, cioè, se avete presente anche Solari, tutt’ altro che un’ ala, non cerca il fondo ma preferisce il palleggio o il dribbling nelle zone interne della trequarti. Ottima tecnica, il suo punto forte è sicuramente il mancino, con cui fa tutto quello che gli serve, pennella cross millimetrici o esegue punizioni tagliatissime che cominciano già a infondere un certo terrore nei portieri della Liga.
Poco comprensibile la situazione di Juan Alberto Melli (6-6-’84), da anni (ha esordito nel 2002) uno dei giovani difensori spagnoli di maggiori prospettive, eppure mai veramente affermatosi nel club che lo ha lanciato. Utilizzato soprattutto fuori ruolo, da terzino destro, negli ultimi anni, sottoutilizzato in quest’ avvio di Liga da Cuper (una presenza da titolare, al Bernabeu e sulla fascia destra), che perfino dopo l’ infortunio del titolare Nano gli ha preferito il discutibile Rivas.
DEPORTIVO
Ha sorpreso non poco l’ ingaggio da parte di un Depor in declino tecnico ed economico del nazionale messicano Andres Guardado (28-9-’86), talento molto richiesto in tutta Europa. Esterno mancino dotato di corsa e grande qualità tecnica, abile sia nel saltare l’ uomo in velocità che nel dribbling stretto. Il suo pregio migliore è forse il sinistro, spettacolare in particolare quando calcia di collo-esterno. Il fatto di essere tutto mancino rischia di renderlo un po’ prevedibile quando parte largo, perché l’ avversario sa che portandolo sul destro lo può limitare tantissimo. Per questo e anche per le doti di palleggio e la discreta duttilità tattica, non sarebbe male vederlo giocare in zone più interne, magari in un’ ipotetica coppia di mezzeali con Verdù.
Adrian Lopez Alvarez (8-1-’88, da non confondere con Adrian Lopez Rodriguez detto “Piscu”, 20enne difensore centrale che con l’ infortunio di Lopo a sorpresa ha, con buoni risultati, trovato spazio nelle ultime due partite) dopo il Mondiale Under 20 era uno dei più attesi, ma il disastroso esordio casalingo con l’ Almeria è stata finora la sua unica presenza dall' inizio, dopo di che Lotina è passato dal 4-4-2 al 4-2-3-1, preferendogli i vari Taborda e Xisco, elementi non certo esaltanti. Il problema è che l’ attacco del Depor è il peggiore della Liga, e in un contesto simile Adrian non ha l’ opportunità di crescere con tranquillità, i suoi gol non possono ancora arrivare in grande numero ma c’è il rischio che possano essere già necessari.
Il capostipite è ovviamente Leo Messi (24-6-‘87), probabilmente già il giocatore più forte del mondo, sempre più trascinatore del Barça. Questa nuova Liga però è finora anche quella di Sergio Aguero (2-6-’88), meraviglioso protagonista, lui che ha solo 19 anni, di quest’ Atlético immerso per l’ ennesima volta in un nuovo progetto, stavolta sicuramente più promettente, se non ancora come solidità d’ impianto, almeno come possibilità offensive. Il Kun pare aver preso la rincorsa dal Mondiale Under 20 del giugno-luglio scorso, vinto giocando per la prima volta nella sua giovane carriera da leader e riferimento per i compagni.
Tocalli, selezionatore dell’ Under 20, ha parlato di un Aguero incredibilmente maturato dopo i primi mesi europei, e le prime giornate della nuova Liga hanno evidenziato una fragorosa esplosione per colui che dopo 7 giornate ha già 5 gol all’ attivo, uno solo in meno di quelli totalizzati nell’ intera scorsa stagione.
Oltre a Messi e Aguero, questa è la Liga anche di Giuseppe Rossi (1-2-’87), incomprensibile non-azzurro, anche lui baciato da un talento rarissimo. Ma di Rossi abbiamo già parlato parecchio, così come di Matias Fernandez (15-5-’86), come potenzialità all’ altezza degli astri citati sopra, ma finora bloccato dalle titubanze di Pellegrini sul suo inserimento nell’ undici titolare. Vista la risposta che sta dando Matias ogni volta che viene chiamto in causa, non stentiamo a credere che presto crolleranno anche le resistenze dell’ Ingeniero.
Intanto, passiamo in rassegna gli altri talenti che sta proponendo o ancora può proporre questa ricchissima Liga:
ALMERIA
I due talenti più attesi della neopromossa andalusa dovrebbero essere il paraguaiano Julio Dos Santos (5-5-’83) e il cileno Mathias Vidangossy (25-5-‘87), in prestito rispettivamente da Bayern Monaco e Villarreal. Però non hanno ancora trovato il minimo spazio: Dos Santos perché al momento non sembra rientrare proprio nei piani di Emery, che ha ben chiaro l’ assetto della sua squadra (nel 4-3-3 il ruolo di mezzala sinistra/trequartista, quello di Dos Santos se lo contendono Corona e Felipe Melo, in assoluto due fra i migliori giocatori della rosa), Vidangossy perché ancora in via di recupero da un infortunio, oltre che di adattamento alla nuova realtà.
Dos Santos è atteso da anni come uno dei migliori talenti del calcio paraguaiano, ma in Germania ha perso troppo tempo, e questa è un’ occasione già fondamentale per un rilancio delle proprie quotazioni. Centrocampista offensivo dal tasso tecnico notevole, vede molto bene il gioco, è un gran rifinitore, ma gioca a un ritmo troppo compassato nel quale scarseggiano le accelerazioni.
Vidangossy lo abbiamo visto al Mondiale Under 20 nel Cile ipertecnico quanto immaturo: per le sue caratteristiche ben difficilmente può trovare spazio a centrocampo, mi sembra molto più adatto nel tridente partendo da una delle due fasce, un po’ come faceva Ortega con Bielsa, tanto per rendere l’ idea.
Vidangossy è infatti un trequartista molto offensivo: a differenza di Corona e Felipe Melo, molto più partecipi nella costruzione del gioco, il cileno deve incidere palla al piede negli ultimi metri, creando la superiorità numerica e dando l’ ultimo passaggio. Molto leggero e agile, salta l’ uomo con facilità ed ha giocate stupefacenti dal punto di vista tecnico. Estrema la confidenza col pallone, tende però ad abusare di giochini (è un patito del gioco di suola) senza alcuna efficacia sugli sviluppi del gioco: vizio che si dovrà togliere al più presto se non vorrà passare come una meteora per il calcio europeo. Anche il portiere brasiliano Diego Alves (24-6-‘85), descritto come uno degli interpreti più promettenti a livello internazionale, non ha ancora trovato spazio per le buone prestazioni del titolare Cobeño.
Gode di buone referenze anche Natalio (18-9-’84) attaccante brevilineo, rapido, opportunista e abile nell’ uno contro uno), protagonista l’ anno scorso in Segunda col Castellon, ma finora utilizzato esclusivamente a partita in corso, come variante più offensiva sulla destra del tridente, al posto del tornante Juanma Ortiz.
Chi invece si è già imposto è sicuramente Alvaro Negredo (20-8-‘85), devastante nel sacco del Riazor alla prima giornata, in gol anche col Valencia alla seconda, poi frenato da qualche contrattempo fisico e burocratico, infine di nuovo disponibile dall’ ultima giornata col Racing. Negredo è un centravanti classico: non spicca per la raffinatezza stilistica, ma è in grado di fare reparto da solo, molto efficace spalle alla porta come torre, ovviamente poco agile per la sua mole ma potente in progressione, buon finalizzatore sia di testa che col suo potente sinistro.
ATHLETIC BILBAO
L’ esplosione di Markel Susaeta (14-2-’87) è la notizia più bella dell’ avvio, ancora una volta stentato, dell’ Athletic. Prodotto al cento per cento di Lezama, il suo gioco elettrico ha risollevato gli umori di un San Mames ultimamente sin troppo abituato al piattume. Esterno destro (ma può essere anche spostato a sinistra o sulla trequarti, in appoggio alla prima punta, come nel match con l’ Atlético), è un giocatore che vuole sempre il pallone fra i piedi e non ha mai paura di puntare l’ avversario. Va via con una certa facilità, facendo leva soprattutto sullo scatto breve e l’ agilità nello stretto. Ottima tecnica, è uno stupendo specialista dei calci piazzati, calcia sopra la barriera alternando soluzioni morbide (vedi il gran gol col Zaragoza) ad altre veloci e molto tagliate.
Il grande talento, già dall’ anno scorso, dovrebbe essere Javi Martinez (2-9-’88): lo abbiamo già detto in tante altre occasioni, ha potenzialità da centrocampista totale, ma finora si limita troppo al compitino, con generosità, dedizione e costanza, ma senza mai uscire dall’ ordinaria amministrazione. Chi con Caparros sta facendo netti progressi rispetto ai trascorsi disastri è Fernando Amorebieta (21-3-'85), ormai titolare fisso al centro della difesa accanto a Ocio, elemento dalle eccellenti potenzialità atletiche, non sempre però accompagnate da adeguata disciplina. Per fare il salto di qualità deve migliorare il posizionamento e misurare meglio, molto meglio, le entrate, lui che in questi suoi esordi si è già guadagnato una meritatissima fama di macellaio.
ATLETICO MADRID
Allarme: stanno bruciando l’ enorme talento di José Manuel Jurado (29-6-’86). Non c’è alcuna possibilità per lui nella formazione titolare: con Forlan e Aguero le due punte sono dogma, e in ogni caso la prima alternativa ad esse è Maxi Rodriguez a supporto di un’ unica punta; sugli esterni la società nell’ ultimo mercato si è rimpinzata di specialisti; nel “doble pivote” l’ idea di calcio storica di Aguirre non contempla la presenza di un fisico esile come quello di Jurado. Quindi, o cambia aria al più presto (lo vedrei bene al Sevilla), oppure la montagna di muffa potrebbe diventare enorme, non basta certo qualche presenza mendicata qua e là in Coppa Uefa.
BARCELONA
Giovani Dos Santos (11-5-’89) e Bojan Krkic (28-8-’90), ovviamente. Rijkaard in queste partite pare aver delineato delle precise gerarchie fra le deue giovani perle nel rispettivo inserimento in prima squadra. A Giovani spazio per mezz’ora-venti minuti abbondanti, a Bojan gli ultimi 5-10, come dire che, anche a causa della maggiore “anzianità”, l’ inserimento stabile di Giovani è riservato a un futuro sicuramente più prossimo rispetto a quello dell’ ispano-serbo, per il quale non sarebbe nemmeno da escludere un prestito da qualche parte nel prossimo mercato invernale.
E dire che, opinione personalissima, un maggiore utilizzo di Bojan potrebbe rispondere meglio alle attuali esigenze tecnico-tattiche del Barça rispetto a quello di Giovani. Il messicano copre un ruolo e svolge delle funzioni che nella rosa blaugrana son già arci-assicurate dai Messi, Ronaldinho e Iniesta, mentre di punta con l’ assenza di Eto’o rimane il solo Henry, il quale non assicura ancora i movimenti migliori, e Bojan potrebbe dare una botta di vivacità e d’ entusiasmo importanti nelle occasioni in cui l’ azione d’ attacco potrebbe farsi statica e senza sbocchi.
BETIS
Speriamo possa essere l’ anno di Rafael Sobis (17-6-‘85), l’ anno scorso disorientato dal consueto caos bético e da collocazioni tattiche che gridavano vendetta (esterno destro di centrocampo, che con Fernandez significava poco più che terzino). Con Cuper gioca nel suo ruolo, seconda punta, e già ha fatto vedere qualcosa in più. Ai tifosi del Betis ricorda Alfonso per la tecnica e la rapidità di esecuzione, è un giocatore che dà velocità e profondità, con una spiccata istintività che rappresenta il punto di forza e, in qualche occasione, al tempo stesso il punto debole del suo gioco.
Al centro del campo si sta imponendo il canterano Juande (12-6-’86), elemento molto interessante, che gioca con personalità, qualità e visione di gioco ed è dotato di un’ ottima rasoiata profonda.
L’ argentino Juan Pablo Caffa (30-9-’84), prelevato a Gennaio scorso dall’ Arsenal Sarandì, sulla sinistra del centrocampo si sta invece rivelando elemento di maggiori garanzie rispetto al fumoso e un po’ sopravvalutato Mark Gonzalez. Caffa è un tipico esterno all’ argentina, cioè, se avete presente anche Solari, tutt’ altro che un’ ala, non cerca il fondo ma preferisce il palleggio o il dribbling nelle zone interne della trequarti. Ottima tecnica, il suo punto forte è sicuramente il mancino, con cui fa tutto quello che gli serve, pennella cross millimetrici o esegue punizioni tagliatissime che cominciano già a infondere un certo terrore nei portieri della Liga.
Poco comprensibile la situazione di Juan Alberto Melli (6-6-’84), da anni (ha esordito nel 2002) uno dei giovani difensori spagnoli di maggiori prospettive, eppure mai veramente affermatosi nel club che lo ha lanciato. Utilizzato soprattutto fuori ruolo, da terzino destro, negli ultimi anni, sottoutilizzato in quest’ avvio di Liga da Cuper (una presenza da titolare, al Bernabeu e sulla fascia destra), che perfino dopo l’ infortunio del titolare Nano gli ha preferito il discutibile Rivas.
DEPORTIVO
Ha sorpreso non poco l’ ingaggio da parte di un Depor in declino tecnico ed economico del nazionale messicano Andres Guardado (28-9-’86), talento molto richiesto in tutta Europa. Esterno mancino dotato di corsa e grande qualità tecnica, abile sia nel saltare l’ uomo in velocità che nel dribbling stretto. Il suo pregio migliore è forse il sinistro, spettacolare in particolare quando calcia di collo-esterno. Il fatto di essere tutto mancino rischia di renderlo un po’ prevedibile quando parte largo, perché l’ avversario sa che portandolo sul destro lo può limitare tantissimo. Per questo e anche per le doti di palleggio e la discreta duttilità tattica, non sarebbe male vederlo giocare in zone più interne, magari in un’ ipotetica coppia di mezzeali con Verdù.
Adrian Lopez Alvarez (8-1-’88, da non confondere con Adrian Lopez Rodriguez detto “Piscu”, 20enne difensore centrale che con l’ infortunio di Lopo a sorpresa ha, con buoni risultati, trovato spazio nelle ultime due partite) dopo il Mondiale Under 20 era uno dei più attesi, ma il disastroso esordio casalingo con l’ Almeria è stata finora la sua unica presenza dall' inizio, dopo di che Lotina è passato dal 4-4-2 al 4-2-3-1, preferendogli i vari Taborda e Xisco, elementi non certo esaltanti. Il problema è che l’ attacco del Depor è il peggiore della Liga, e in un contesto simile Adrian non ha l’ opportunità di crescere con tranquillità, i suoi gol non possono ancora arrivare in grande numero ma c’è il rischio che possano essere già necessari.
Etichette: Almeria, Athletic Bilbao, Atlético Madrid, Barcelona, Betis, Deportivo, Giocatori, Liga
9 Comments:
Esordio di Lopez Caro. Albacete-Celta solito link: http://www.telemadrid.com/video/laotra.pag? Probabile dall'inizio la coppia d'attacco Perera-Quincy
Grazie, un match interessante.
Mmm, Quincy seconda punta...
Nello Spartak giocò qualche volta in quel ruolo, con risultati alternanti (come il suo rendimento d'altronde), però penso che sia meglio come esterno. Diciamo che per me è una classica ala del tipoco 4-3-3 olandese, modulo aihlui utilizzato da pochissimi club.
Non so, potrebbe rivelarsi anche una mossa azzeccata. Sembra anche a me un giocatore da 4-3-3, ma da seconda punta, con maggiore libertà di movimento, potrebbe rivelarsi anche più incisivo. Il punto però non mi sembra tanto dove farlo giocare, la chiave sta nella sua testa: ha talento per fare quello che vuole, ma non ha ancora fatto nulla (fate un parallelo con Messi, che era l' altra stella del Mondiale Under 20 del 2005...)
Altro che la liga dei vechietti (Serie A).
Il nostro forse è il campionato più conservatore da questo punto di vista (raro che i giocatori vengano inseriti prima dei 20, nelle grandi squadre poi non vengono inseiti proprio, fatta la fortunatissima eccezione della Roma), però alla fine un ricambio c'è sempre, penso ad Aquilani, Montolivo, Rosina, Pazzini, Foggia, Criscito etc... Il problema è che questo ricambio riguarda sempre meno difensori e soprattutto portieri, che un tempo erano il fiore all' occhiello della nostra scuola (penso che una quindicina d' anni fa tutti i portieri della Serie A fossero mediamente più forti di un Curci).
Comunque, il dato è sotto gli occhio di tutti: mi sembra che la Gazzetta qualche settimana fa abbia pubblicato un' inchiesta, nella quale la Serie A risultava il campionato con l' età media fra le più alte d' Europa, consistentemente superiore all' età media di Premier e Liga.
Voglio parlare di tre giocatori.
Peppe,Sobis e anche Adrian.
Il primo sicuramente lo conoscete voi piu che io,ovunque lo ho veduto tantisime partite e sempre mi ha sembrato un giocatore che puo diventare un grande.
Bellisimo gol quello che le ha fatto contro l'osasuna,e sono gia 5 reti in 7 partite(6 di titolare)nel suo primo anno in spagna...bravissimo.
Sobis mi piace molto.E un giocatore de caratteristiche certamente simigliante a peppe.Molto sbelto,ha una buonissima qualittá e habilitta con la palla,credo che se li danno tempo a Hector Cuper,quest'anno sará il de Sobis giocando al contracolpo.
Adrian e un giovanoto che non ho veduto giocare troppo,ma le volte che lo sono veduto mi ha piaciuto.Forse no per un grande,ma si per una squadra di mettá.
É molto sbelto e ha un buen futuro.
Bellissimo post Vale.
Scusatemi tutti per miei sbagli grammaticale.Saluti fratelli d'Italia!
Sobis è ottimo (anche se qualche gradino sotto rispetto a Rossi), è già un ottima cosa che nel 4-4-2 di Cuper un posto sia indiscutibilmente riservato a lui. Ove si consolidasse, l' idea di calcio di Cuper è indubbiamente adatta alle sue caratteristiche (però se Pavone, che ha fatto un' impressione preoccupante nelle prime partite, non esplode, l' attacco del Betis resta monco).
Adrian ha un grande futuro, potenzialmente è completissimo (velocità, gioco aereo, tecnica, opportunismo), anche se deve imparare a partecipare di più alla manovra. Però è ancora acerbo, e il Depor di quest' anno, che ha seri problemi di sopravvivenza, non mi sembra la realtà ideale per crescere..
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