OTTAVA GIORNATA: Espanyol-Real Madrid 2-1: Riera (E); Tamudo (E); Sergio Ramos (R).
Nessuna sorpresa, davvero. Il Real Madrid ha soltanto trovato un rivale che ha approfittato fino in fondo delle sue paurose carenze strutturali. Squadra che vive di episodi, di slanci caratteriali, di colpi di genio e anche di fortuna, ma di gioco no, non ne parliamoche è meglio. Disarmante la mancanza di equilibrio e la maniera così poco razionale di occupare gli spazi che questo Real evidenzia, sia quando ha la palla che quando ce l’ hanno gli avversari.
La squadra è troppo lunga, difficile trovare gli appoggi per chi imposta, troppo facile perdere palla e lasciare tutta la trequarti a dispozione delle incursioni degli avversari. Salta all’ occhio la saldatura imperfetta fra centrocampo e difesa: la mediana è sfilacciata, inesistente in interdizione e con Diarra abbandonato a se stesso, costretto a coprire spazi immensi, non alla portata di un solo essere umano. Gli spazi che Diarra deve coprire sono disumani perché la difesa resta sempre troppo bassa, raramente accorcia e mantiene una distanza intollerabile dal centrocampo, permettendo così agli attaccanti e trequartisti avversari di ricevere palla in tutta tranquillità e puntare dritti verso il povero Casillas.
Ancor più palese quest’ aspetto ieri sera, quando al centro della retroguardia v’erano Metzelder e un patetico Cannavaro, difensori incompatibili con l’ idea di gioco che dovrebbe informare questo Real Madrid, quella cioè di una squadra a trazione anteriore, con un baricentro alto che gli permetta di sostenere tanti centrocampisti offensivi giocando più nel campo avversario che nel proprio. Con due centrali inadatti, vuoi per caratteristiche fisiche (Metzelder), vuoi per abito mentale (Cannavaro), a difendere così alto, si crea invece quella voragine che risucchia Diarra e finisce con lo spezzare il Madrid in due tronconi. Le cose potrebbero migliorare con il ritorno di Pepe, magari affiancandogli Sergio Ramos (però in questo caso si dovrebbero scontare le sue lacune tattiche, oltre che perdere il giocatore nettamente di maggior spinta sulla destra).
Anche in fase di possesso, notizie preoccupanti, visto che ieri, a parte il gol, su palla inattiva e a fine partita, di Ramos, il Real Madrid non è riuscito a creare un’ azione pulita, eccetto un destro di Raul nel primo tempo. Raramente la manovra è ariosa e continua, le azioni nascono soprattutto quando l’ avversario lascia qualche spazio in contropiede a disposizione delle incursioni palla al piede delle individualità di Schuster, come ha fatto l’ Espanyol in alcuni momenti del primo tempo in cui ha accusato qualche problema di coordinazione fra i reparti.
Manca poi ampiezza sugli esterni, fatto logico vista la composizione della rosa e la grande abbondanza di giocatori schierati fuori ruolo, accentuato ieri dall’ assenza di Robben (fuori per infortunio nel prossimo mese e mezzo) e Robinho (a meritato riposo dalle orge di metà settimana). Qualche movimento del sempre volenteroso Higuain, i tentativi di Sergio Ramos, ma su tutto domina il disordine, con Sneijder quasi sempre costretto a prendere palla spalle alla porta sull’ altra fascia.
C’è poi il fatto basilare che da settimane gli avversari hanno capito come soffocare la creazione del gioco madridista, pressando subito i difensori e Diarra, i piedi peggiori dell’ undici titolare, costringendoli all’ errore e a perdere così i collegamenti col centrocampo, limitando soprattutto Guti, costretto ad abbassarsi per venire a prendere il pallone, allontanandosi dall’ unica zona dove davvero può fare la differenza, ossia la trequarti in sede di ultimo passaggio. Anche l’ Espanyol ha infierito, rubando palla e imbastendo i suoi rapidi contropiedi.
La soluzione che adotterei sarebbe passare al 4-2-3-1 affiancando a Diarra Gago, sia per rendere il centrocampo più consistente in fase di contenimento, sia per allentare la pressione su Diarra e i difensori centrali in impostazione, incaricando l’ argentino della costruzione del gioco. Con un giocatore in più ad elaborare l’ azione in mediana, Guti potrebbe rimanere più alto sulla trequarti. Certo, questo accorgimento implicherebbe il sacrificio di uno fra Raul e Sneijder, ma che ci volete fare, in dodici non si può giocare…
Cronaca della partita. L’ Espanyol scende in campo, il Real rimane negli spogliatoi: i padroni di casa cominciano subito col pressing e passano subito in vantaggio su un’ azione da calcio d’ angolo. Riera salta fra le belle statuine e incorna a rete. Successivamente al gol, nel primo tempo il controllo sembra più del Real Madrid, che però non si rende mai veramente pericoloso, fa più che altro confusione (anche se ci stava un rigore su Van Nistelrooy).
Nel secondo tempo la partita non c’è più: l’ Espanyol assesta i reparti, Tamudo mette il sigillo con un pallonetto sublime, e i catalani si assicurano il controllo totale della situazione, fra gli “olé” del pubblico, le giocate di Riera e pure qualche gol sprecato di troppo. Sergio Ramos accorcia le distanze nel finale (lo lascia fare Jarque, fin lì perfetto) ed infonde speranza, ma stavolta niente rimonta eroica, sarebbe davvero troppo.
I MIGLIORI: Riera incontenibile, in stato di grazia, uno dei giocatori più in forma della Liga. Tamudo stravince il confronto a distanza, in chiave-nazionale, con Raul: impegna da par suo i difensori madridisti sul filo del fuorigioco, e si inventa un gol spettacolare che lascia Iker di sasso. Ottimo lavoro di Smiljanic, intenso e aggressivo nel pressing, incaricato spesso di iniziare il contropiede portando palla nella metacampo madridista.
I PEGGIORI: Cannavaro disastroso: sbaglia sempre i tempi dell’ intervento, esce quando non deve uscire, rimane dietro quando dovrebbe accorciare, liscia, svirgola e non di rado viene ridicolizzato dagli avversari (Riera ad esempio si è divertito abbastanza). Pessimo anche Metzelder, mentre il gol non deve nascondere le distrazioni difensive di Sergio Ramos, assolutamente colpevole sull’ 1-0 di Riera. Il rendimento di Sneijder attraversa una fase di vera e propria depressione: sempre più fuori dal gioco, si limita ad improduttive soluzioni dalla lunghissima distanza.
Nella festa espanyolista, continua a non convincermi Clemente Rodriguez: grande foga e corsa, ma poca, pochissima intelligenza tattica, un punto debole il fianco sinistro dell’ Espanyol.
Espanyol (4-4-1-1): Kameni 6; Zabaleta 6, Torrejón 6,5, Jarque 6,5, Clemente 5,5; Valdo 6, Moisés 6, Smiljanic 6,5, Riera 7,5 (92'); L. García 6 (86'); Tamudo 7 (83').
In panchina: Lafuente, Lacruz s.v. (92'), Moha, Jónatas s.v. (86'), De la Peña, Coro, Jonathan s.v. (83')
Real Madrid (4-4-2): Casillas 6; S. Ramos 5,5, Cannavaro 4,5, Metzelder 5, Marcelo 5,5; Higuaín 6 (72'), Guti 5,5, Diarra 5,5 (84'), Sneijder 5 (60'); Raúl 5,5, V. Nistelrooy 5,5.
In panchina: Dudek, Salgado, M. Torres, Gago s.v. (84'), Drenthe 5,5 (60'), Saviola, Soldado s.v. (72')
Goles: 1-0 (1'): Riera cabecea un córner botado por Luis García; 2-0 (52'): Gran pase de Valdo a Tamudo, que resuelve con la derecha de espléndida vaselina; 2-1 (90'): Ramos remata con la derecha un córner de Guti.
Árbitro: Teixeira Vitienes, C. Cántabro. Amonestó a Van Nistelrooy (30'), Zabaleta (39'), Guti (85'), Ramos (86') y Jonathan (94').
Incidencias: Montjuïc. Tres cuartos. 36.250 espectadores.
La squadra è troppo lunga, difficile trovare gli appoggi per chi imposta, troppo facile perdere palla e lasciare tutta la trequarti a dispozione delle incursioni degli avversari. Salta all’ occhio la saldatura imperfetta fra centrocampo e difesa: la mediana è sfilacciata, inesistente in interdizione e con Diarra abbandonato a se stesso, costretto a coprire spazi immensi, non alla portata di un solo essere umano. Gli spazi che Diarra deve coprire sono disumani perché la difesa resta sempre troppo bassa, raramente accorcia e mantiene una distanza intollerabile dal centrocampo, permettendo così agli attaccanti e trequartisti avversari di ricevere palla in tutta tranquillità e puntare dritti verso il povero Casillas.
Ancor più palese quest’ aspetto ieri sera, quando al centro della retroguardia v’erano Metzelder e un patetico Cannavaro, difensori incompatibili con l’ idea di gioco che dovrebbe informare questo Real Madrid, quella cioè di una squadra a trazione anteriore, con un baricentro alto che gli permetta di sostenere tanti centrocampisti offensivi giocando più nel campo avversario che nel proprio. Con due centrali inadatti, vuoi per caratteristiche fisiche (Metzelder), vuoi per abito mentale (Cannavaro), a difendere così alto, si crea invece quella voragine che risucchia Diarra e finisce con lo spezzare il Madrid in due tronconi. Le cose potrebbero migliorare con il ritorno di Pepe, magari affiancandogli Sergio Ramos (però in questo caso si dovrebbero scontare le sue lacune tattiche, oltre che perdere il giocatore nettamente di maggior spinta sulla destra).
Anche in fase di possesso, notizie preoccupanti, visto che ieri, a parte il gol, su palla inattiva e a fine partita, di Ramos, il Real Madrid non è riuscito a creare un’ azione pulita, eccetto un destro di Raul nel primo tempo. Raramente la manovra è ariosa e continua, le azioni nascono soprattutto quando l’ avversario lascia qualche spazio in contropiede a disposizione delle incursioni palla al piede delle individualità di Schuster, come ha fatto l’ Espanyol in alcuni momenti del primo tempo in cui ha accusato qualche problema di coordinazione fra i reparti.
Manca poi ampiezza sugli esterni, fatto logico vista la composizione della rosa e la grande abbondanza di giocatori schierati fuori ruolo, accentuato ieri dall’ assenza di Robben (fuori per infortunio nel prossimo mese e mezzo) e Robinho (a meritato riposo dalle orge di metà settimana). Qualche movimento del sempre volenteroso Higuain, i tentativi di Sergio Ramos, ma su tutto domina il disordine, con Sneijder quasi sempre costretto a prendere palla spalle alla porta sull’ altra fascia.
C’è poi il fatto basilare che da settimane gli avversari hanno capito come soffocare la creazione del gioco madridista, pressando subito i difensori e Diarra, i piedi peggiori dell’ undici titolare, costringendoli all’ errore e a perdere così i collegamenti col centrocampo, limitando soprattutto Guti, costretto ad abbassarsi per venire a prendere il pallone, allontanandosi dall’ unica zona dove davvero può fare la differenza, ossia la trequarti in sede di ultimo passaggio. Anche l’ Espanyol ha infierito, rubando palla e imbastendo i suoi rapidi contropiedi.
La soluzione che adotterei sarebbe passare al 4-2-3-1 affiancando a Diarra Gago, sia per rendere il centrocampo più consistente in fase di contenimento, sia per allentare la pressione su Diarra e i difensori centrali in impostazione, incaricando l’ argentino della costruzione del gioco. Con un giocatore in più ad elaborare l’ azione in mediana, Guti potrebbe rimanere più alto sulla trequarti. Certo, questo accorgimento implicherebbe il sacrificio di uno fra Raul e Sneijder, ma che ci volete fare, in dodici non si può giocare…
Cronaca della partita. L’ Espanyol scende in campo, il Real rimane negli spogliatoi: i padroni di casa cominciano subito col pressing e passano subito in vantaggio su un’ azione da calcio d’ angolo. Riera salta fra le belle statuine e incorna a rete. Successivamente al gol, nel primo tempo il controllo sembra più del Real Madrid, che però non si rende mai veramente pericoloso, fa più che altro confusione (anche se ci stava un rigore su Van Nistelrooy).
Nel secondo tempo la partita non c’è più: l’ Espanyol assesta i reparti, Tamudo mette il sigillo con un pallonetto sublime, e i catalani si assicurano il controllo totale della situazione, fra gli “olé” del pubblico, le giocate di Riera e pure qualche gol sprecato di troppo. Sergio Ramos accorcia le distanze nel finale (lo lascia fare Jarque, fin lì perfetto) ed infonde speranza, ma stavolta niente rimonta eroica, sarebbe davvero troppo.
I MIGLIORI: Riera incontenibile, in stato di grazia, uno dei giocatori più in forma della Liga. Tamudo stravince il confronto a distanza, in chiave-nazionale, con Raul: impegna da par suo i difensori madridisti sul filo del fuorigioco, e si inventa un gol spettacolare che lascia Iker di sasso. Ottimo lavoro di Smiljanic, intenso e aggressivo nel pressing, incaricato spesso di iniziare il contropiede portando palla nella metacampo madridista.
I PEGGIORI: Cannavaro disastroso: sbaglia sempre i tempi dell’ intervento, esce quando non deve uscire, rimane dietro quando dovrebbe accorciare, liscia, svirgola e non di rado viene ridicolizzato dagli avversari (Riera ad esempio si è divertito abbastanza). Pessimo anche Metzelder, mentre il gol non deve nascondere le distrazioni difensive di Sergio Ramos, assolutamente colpevole sull’ 1-0 di Riera. Il rendimento di Sneijder attraversa una fase di vera e propria depressione: sempre più fuori dal gioco, si limita ad improduttive soluzioni dalla lunghissima distanza.
Nella festa espanyolista, continua a non convincermi Clemente Rodriguez: grande foga e corsa, ma poca, pochissima intelligenza tattica, un punto debole il fianco sinistro dell’ Espanyol.
Espanyol (4-4-1-1): Kameni 6; Zabaleta 6, Torrejón 6,5, Jarque 6,5, Clemente 5,5; Valdo 6, Moisés 6, Smiljanic 6,5, Riera 7,5 (92'); L. García 6 (86'); Tamudo 7 (83').
In panchina: Lafuente, Lacruz s.v. (92'), Moha, Jónatas s.v. (86'), De la Peña, Coro, Jonathan s.v. (83')
Real Madrid (4-4-2): Casillas 6; S. Ramos 5,5, Cannavaro 4,5, Metzelder 5, Marcelo 5,5; Higuaín 6 (72'), Guti 5,5, Diarra 5,5 (84'), Sneijder 5 (60'); Raúl 5,5, V. Nistelrooy 5,5.
In panchina: Dudek, Salgado, M. Torres, Gago s.v. (84'), Drenthe 5,5 (60'), Saviola, Soldado s.v. (72')
Goles: 1-0 (1'): Riera cabecea un córner botado por Luis García; 2-0 (52'): Gran pase de Valdo a Tamudo, que resuelve con la derecha de espléndida vaselina; 2-1 (90'): Ramos remata con la derecha un córner de Guti.
Árbitro: Teixeira Vitienes, C. Cántabro. Amonestó a Van Nistelrooy (30'), Zabaleta (39'), Guti (85'), Ramos (86') y Jonathan (94').
Incidencias: Montjuïc. Tres cuartos. 36.250 espectadores.
Etichette: Espanyol, Liga, Real Madrid
3 Comments:
ora voglio vedere il barcellona che dirrai, di sicuro se avete perso dirai che e colpa della palla che e quadrata.... ma...
manuel rossi da milano
Di Clemente Rodriguez allo Spartak ho discreti ricordi: in fase offensiva era ottimo, spingeva un sacco, ma in quella difensiva meglio lasciarlo perdere...proprio la sua scarsa disciplina tattica fu il motivo principale della cessione (tra l'altro forse in prestito, neanche a titolo definitivo...)
finalmente hanno perso.Era incredibile vedere vincere ogni settimana al real madrid con questo gioco che fa,senza nessun senso.
Adesso arrivano dei avversari complicati(deportivo,valencia,sevilla),vedremo come risponde il real.
Saluti Vale
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