sabato, dicembre 22, 2007

DICIASSETTESIMA GIORNATA: Zaragoza-Valencia 2-2: Diego Milito, rig. (Z); Sergio Garcia (Z); Zigic (V); Silva (V).

Brutta e bizzarra partita: fino a un quarto d’ ora pareva la solita solfa, Valencia impotente e destinato immancabilmente alla sconfitta ogni qualvolta mette piede in campo. Due lampi, Zigic e Silva, e un’ iniezione di fiducia che potrebbe rivelarsi utile ai fini del progetto, oramai di ricostruzione a lungo termine, di Koeman, soprattutto dopo le roventi polemiche scatenate in settimana dalle epurazioni di Canizares, Albelda e Angulo (ha certamente colpito vedere Albelda in lacrime in conferenza stampa: la sua esclusione ci può stare sicuramente, ma la situazione che lui ha lamentato, cioè l’ assoluta freddezza nei suoi confronti da parte della società, non ci può proprio stare per uno che per quasi dieci anni ha dato il sangue e l’ anima per questa maglia).
Se il Valencia ha potuto tirare un sospiro di sollievo, e addirittura sfiorare il clamoroso 2-3 con Zigic nel finale, deve in ogni caso un bel ringraziamento alla bontà d’ animo del Zaragoza, squadra che proprio assieme ai levantini contende il titolo di grande delusione della stagione e che ancora una volta, grazie alla propria genetica instabilità, ha buttato via una vittoria che a tutti sembrava garantita.
Quella di Victor Fernandez è sempre stata una squadra afflitta da evidenti squilibri, ma l’ anno scorso riusciva spesso a supplire con l’ ambizione e l’ entusiasmo per il progetto, la disposizione al sacrificio e al compromesso di tutti i giocatori, e le prodezze delle individualità. Tutti elementi nettamente scemati in questa stagione (pensiamo ad esempio al rendimento men che mediocre che, per un motivo o per l’ altro, stanno offrendo pedine come Diogo ed Aimar), la squadra non è riuscita a trovare una sua maturità, una sua normalità, ed ecco il risultato: un altro pareggio che non sa di nulla, nel limbo di metà classifica e con la panchina di Victor Fernandez che torna a scricchiolare.

La rivoluzione di Koeman avanza: compiute le prime purghe, resistono (per ora) Marchena, Baraja e Joaquin, Caneira scalza Helguera al centro della difesa, Mora rileva l’ infortunato Hildebrand fra i pali, Montoro confermato mezzala, con Mata largo a sinistra e Arizmendi unica punta, ingiusto vincitore del ballottaggio con Zigic nonostante la bella doppietta del serbo mercoledì in Copa del Rey. Victor Fernandez, privo di Aimar e D’ Alessandro, sposta il mediano Zapater sulla destra cambiando di fascia Sergio Garcia.
Le prime battute sono confuse e dimenticabili: c’è traffico a centrocampo, scarse possibilità (o volontà?) di imbastire l’ azione e l’ opzione preferita diventa così il lancio a saltare il centrocampo. C’è una bella differenza però: il Valencia non sarebbe capace di fare del male nemmeno a un moscerino, il Zaragoza invece le volte in cui riesce a connettere Sergio Garcia con le due punte sfonda: proprio da una combinazione fra Sergio Garcia e Oliveira nasce il rigore dell’ 1-0, trasformato da Diego Milito. Ai padroni di casa sembra di poter vincere senza nemmeno sudare, e in poco tempo arriva la conferma: su un cross di Sergio Garcia Mora (troverà mai un portiere il Valencia?) la combina bella grossa, deviando goffamente in rete la traiettoria.
Al Zaragoza basta ora tenersi sulle sue posizioni, e lanciare di tanto in tanto qualche contrattacco coi tre uomini offensivi, tanto fa tutto il Valencia, con la sua incommensurabile imbranataggine offensiva. Statica, orizzontale e con una limitatissima varietà di soluzioni, la manovra ospite non va da nessuna parte: il trivote, cioè i tre centrali di centrocampo, servono forse a non andare in inferioriotà numerica e tamponare qualcosa in fase di non possesso, ma rimane una distanza enorme e un’ incomunicabilità totale fra mediana e attacco, dove Arizmendi unica punta non può garantire la benchè minima credibilità. Silva mezzala gioca sì in zona più centrale, ma troppo lontano dalla porzione di campo dove può veramente incidere, la trequarti, e anche l’ impiego di Mata largo a sinistra invece che seconda punta contribuisce ad annientare quasi del tutto il potenziale offensivo.
Finalmente Koeman si sveglia e nel secondo tempo dà spazio a Zigic, togliendo Mata (evidente che nessuno crede nel ragazzo, se lo si utilizza in questa maniera) e allargando Arizmendi sulla sinistra (entrano anche Helguera per Miguel, con Caneira che va momentaneamente a destra finchè non lo rimpiazza il giovane Lomban): il serbo dà un riferimento chiaro e di peso all’ attacco, anche se ciò si noterà molto più tardi, perché per la gran parte del secondo tempo non cambia affatto l’ impressione di un Zaragoza in pieno controllo della situazione, anzi più vicino al 3-0 che a subire gol da un Valencia pietoso.
Però a volte basta un episodio perché la storia svolti, soprattutto con due squadre come queste nelle quali è il discorso emotivo a farla da padrone: dalla sinistra l’ invito di Arizmendi è perfetto, Zigic sovrasta Juanfran e col suo bel crapone indirizza sul secondo palo. Ancora Zigic poco dopo sfiora la doppietta con un rasoterra, affannosamente sventato da Lopez Vallejo (subentrato all’ infortunato César nel primo tempo), segnale che la rimonta è matura: se ne incarica Silva, che mette la sua firma d’ artista su una vera perla di gol, che oltre a quelle del Valencia potrà servire a rilanciare le sue di quotazioni, ultimamente un po’ in ribasso.
Finale impazzito: Oscar sottomisura su una mischia manda clamorosamente alto di testa, Zigic allo scadere addirittura prende il palo su un’ azione nata da una fuga di Joaquin splendidamente imbeccato da Silva.

I MIGLIORI: Mi rallegro per Zigic, pesantemente ignorato fino all’ ultima settimana, ora si rilancia con tre gol nelle due partite. Chissà che gli infortuni di Morientes e Villa non possano portare inattese conseguenze positive, di certo se voglio un attacco che attacchi devo mettere lui, non Arizmendi. Decisivo Silva, che dal ruolo di promessa deve passare ora a quello di giocatore determinante e perno della squadra: finora non ci è riuscito, piuttosto in ombra la sua stagione, inevitabilmente travolto dal caos e secondo me penalizzato anche dal ruolo fin qui ritagliatogli da Koeman.
Nel Zaragoza del lunatico D’ Alessandro e del mai compiutamente espresso Aimar, occorre sottolineare chi della regolarità fa il suo punto di forza, cioè il solito Diego Milito e soprattutto un Sergio Garcia in grande spolvero. L’ ex blaugrana per l’ ennesima volta vivacizza il fronte offensivo con la sua rapidità e abilità: merita un’ occhiata da Aragones.
I PEGGIORI: Mora ci fa capire perché è il terzo portiere del Valencia.

Zaragoza (4-4-2): César s.v. (dal 16’ Lopez Vallejo s.v.); Diogo 6, Sergio Fernandez 6, Ayala 6, Juanfran 5,5; Zapater 6, Celades 6, Luccin 5,5 (dal 72’ Oscar 5,5), Sergio Garcia 7; Diego Milito 7, Ricardo Oliveira 6 (dal 79’ Valero s.v.).
In panchina: Gotor, Pavon, Burbu, Chus Herrero.
Valencia (4-1-4-1): Mora 4; Miguel 5,5 (dal 45’ Helguera 6); Marchena 6, Caneira 6 (dal 50’ Lomban 6), Moretti 6; Baraja 6; Joaquin 6, Montoro 6, Silva 7, Mata 5,5 (dal 45’ Zigic 7); Arizmendi 6.
In panchina: Guaita, Manuel Fernandes, Vicente, Sunny.

Gol: Diego Milito 18’ (Z); Sergio Garcia 29’ (Z); Zigic 79’ (V); Silva 81’ (V).
Arbitro: Paradas Romero. Ammoniti: Diogo, Ayala, Luccin per il Zaragoza; Mora, Marchena, Miguel, Caneira, Helguera e Zigic per il Valencia.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

vale mi stupisce il real madrid castilla che ha vinto le ultime 7 partite raggiungendo il 3 posto, parlamene 1 po....

11:03 AM  

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