TRENTAQUATTRESIMA GIORNATA: Real Madrid-Espanyol 4-3: Pandiani (E); Pandiani (E); Van Nistelrooy (R); Pandiani (E); Raul (R); Reyes (R); Higuain (R).
Delirio al Bernabeu. Una rimonta che ha riportato alla mente quel Madrid di coppa che negli anni ’80, coi vari Santillana, Juanito e Camacho, ribaltava puntualmente in casa scarti di 3-4 gol rimediati fuori. Quel Madrid del “miedo escenico”, quello dei “noventa minutis en el Bernabeu sono moltos longos”, come disse lo stesso Juanito, nel suo improvvisato italiano, a un giocatore dell’ Inter di allora convinto di aver già sbrigato la pratica all’ andata.
Questo inverosimile, impensabile Real Madrid di fine stagione travolge gli avversari con la forza bruta della propria convinzione, una fede incrollabile che probabilmente gli regalerà il più incredibile titolo della sua storia.
Quando, a secondo tempo appena iniziato e sull’ 1-3 per l’ Espanyol, Raul doma un pallone col petto e di destro fulmina Kameni, la scossa trasmessa al pubblico viene da questo ritrasmessa, moltiplicata per 1000 nella sua intensità, agli undici in bianco. Si scatena un incendio incontrollabile per l’ Espanyol, rimaneggiato da Valverde in vista della finale di Uefa del mercoledì (a riposo Riera, Tamudo, De la Pena e Moisés, tanto per gradire), e a catena arriva anche il 3-3 di Reyes, che approfitta di uno scontro fra Kameni e un suo difensore per depositare con l’ esterno nella rete sguarnita.
L’ azione merengue è tremendamente diretta, subito palla lunga verso le punte e via andare, e si alimenta di quest’ incontenibile furore. Fioccano le occasioni, ma il gol non arriva, e paradossalmente il 4-3 del tripudio, firmato da Higuain, arriva allo scadere, quando ormai in pochi ci credevano, considerando l’ evidente ed inevitabile calo atletico di un Real Madrid che aveva già dato tutto.
Non è stato questo l’ unico elemento paradossale di una partita totalmente irrazionale nei suoi sviluppi, a partire da un primo tempo in cui il Real Madrid domina il campo, crea anche qualche buona occasione ma prende tre gol nelle uniche occasioni create dall’ Espanyol, sempre molto ordinato nella fase di non possesso, lineare ed estremamente efficace nella sua azione di contropiede e micidiale nel “Rifle” Pandiani, secondo a nessuno quanto si tratta di girare a rete i palloni vaganti nell’ area di rigore.
Sembra la fine, ma è soltanto l’ inizio di un’ altra bellissima storia, il maremoto madridista del secondo tempo, favorito anche dai cambi (Helguera per Cicinho, con Sergio Ramos a destra, e Reyes per Guti) ancora una volta azzeccati di Capello (a Cesare quel che è di Cesare), che spazza via tutto e mette ulteriore pressione al Barça impegnato contro se stesso prima ancora che contro il Betis.
I MIGLIORI: E’ giusto che sia stato proprio Higuain a segnare il gol decisivo, un giocatore che può dare tantissimo nei prossimi anni e che ha ricevuto qualche critica un po’ ingiusta. Straordinaria la caparbietà dell’ argentino: sulla destra ruba a Chica un pallone ormai perso, triangola con Reyes ed anticipa l’ uscita di Kameni.
Reyes cambio determinante, buona notizia finalmente in una stagione fin qui fallimentare per l’ andaluso: il gol del 3-3 e il perfetto assist con cui chiude il triangolo con Higuain per il 4-3. La carica però la dà capitan Raul, ricostruito da Capello nell’ animo se non nella classe (andata persa da tempo), straordinario nell’ inizio nel secondo tempo quando da destra mette sotto pressione il debole Chica ricavandone il gol del 2-3 e sfiorandone subito dopo un altro con un impressionante controllo volante di tacco cui fa seguito un destro di poco alto.
Anche se stavolta interviene pochissimo, Iker è ancora decisivo: impagabile quando, sul 3-3 sventa il tentativo di dribbling di Luis Garcia, presentatosi solo davanti a lui.
Cecchino Pandiani (splendido il secondo gol), il miglior esempio di come un attaccante di riserva possa sfruttare quelle poche chances che gli vengono concesse: capoccanoniere incontrastato della Coppa Uefa, 7 gol in Liga, 4 nelle ultime due partite da titolare contro Atlético e Real.
Incide tantissimo sui primi due gol, praticamente in fotocopia, anche l’ ottimo Rufete, che non si stancherà mai di percorrere su e giù quella fascia, davvero una garanzia. A parte l’ incidente del gol di Reyes, grande partita di Kameni, strepitoso su una girata di Van Nistelrooy a fine primo tempo.
I PEGGIORI: Guti torna sulla terra: se fino alla partita scorsa era in panchina, qualche motivo ci sarà stato. Esaurite le doverose lodi per la partita-monstre col Sevilla, bisogna pur ricordare che non si tratta di Pelé.
Stavolta parte defilato, ma soprattutto non ha quegli spazi che domenica scorsa lo “scioglimento” del centrocampo del Sevilla (e il mancato intervento di Juande Ramos) gli aveva regalato. L’ Espanyol raddoppia costantemente su di lui, e proprio da una sua brutta palla persa nasce il contropiede dello 0-1. Il cambio di Capello è sacrosanto (per onestà dico che in quel momento avrei tolto uno fra Diarra ed Emerson per dare spazio a Reyes, ma Capello ne sa un po’ più di me).
Malissimo Roberto Carlos, fuori posizione nei primi due gol, distrattissimo sull’ 1-3 quando Pandiani a centro area scaraventa in rete.
Disastroso Chica, il lato nettamente più debole dell’ Espanyol (Valverde avrebbe dovuto toglierlo ma evidentemente hanno pesato, anche per quanto riguarda il cambio di Pandiani, ragionevoli considerazioni di turnover in vista della finale di mercoledì, dove presumibilmente giocherà David Garcia): quando nel secondo tempo il Real Madrid preme dalla sua parte, sfonda con facilità. Il canterano gestisce ogni situazione con affanno, arrendendosi a Raul sul primo gol e facendo una magra figura quando perde il bruttissimo pallone che avvia il 4-3 di Higuain.
AZIONI SALIENTI Marca
Azioni salienti ROJADIRECTA
Real Madrid (4-2-3-1): Casillas 7; Cicinho 5 (46'), Cannavaro 6, S. Ramos 6, R. Carlos 5; Diarra 6, Emerson 6; Higuaín 7, Raúl 7 (90') Guti 5 (46'); V. Nistelrooy 7.
In panchina: D. López, Helguera 6 (46'), Pavón, Mejía, Salgado, Torres s.v. (90'), Reyes 7 (46').
Espanyol (4-4-1-1): Kameni 7; Velasco 5,5 (73'), Torrejón 6, Lacruz 5,5, Chica 4,5; Rufete 7 (67'), Ángel 6, Costa 6, Moha 6; Jónatas 5,5; Pandiani 8,5 (59').
In panchina: Gorka, Zabaleta, Jarque s.v. (73'), Moisés, Julián, Coro s.v. (67'), L. García 6 (59').
Goles: 0-1 (14'): Pandiani, con la zurda, tras centro de Rufete; 0-2 (26'): Pandiani, con la izquierda, tras centro de Rufete; 1-2 (29'): Van Nistelrooy, con la derecha; 1-3 (33'): Pandiani, a pase de Moha; 2-3 (48'): Raúl, con la pierna derecha; 3-3 (56'): Reyes con la izquierda; 4-3 (89'): Higuaín recibe de Reyes y marca con la derecha.
Árbitro: Undiano Mallenco, del Colegio Navarro. Amonestó a Moha (52'), Chica (54'), Kameni (56'), Ramos (60'), Jónatas (81') e Higuaín (90').
Incidencias: Bernabéu. Lleno. 82.000 espectadores.
Questo inverosimile, impensabile Real Madrid di fine stagione travolge gli avversari con la forza bruta della propria convinzione, una fede incrollabile che probabilmente gli regalerà il più incredibile titolo della sua storia.
Quando, a secondo tempo appena iniziato e sull’ 1-3 per l’ Espanyol, Raul doma un pallone col petto e di destro fulmina Kameni, la scossa trasmessa al pubblico viene da questo ritrasmessa, moltiplicata per 1000 nella sua intensità, agli undici in bianco. Si scatena un incendio incontrollabile per l’ Espanyol, rimaneggiato da Valverde in vista della finale di Uefa del mercoledì (a riposo Riera, Tamudo, De la Pena e Moisés, tanto per gradire), e a catena arriva anche il 3-3 di Reyes, che approfitta di uno scontro fra Kameni e un suo difensore per depositare con l’ esterno nella rete sguarnita.
L’ azione merengue è tremendamente diretta, subito palla lunga verso le punte e via andare, e si alimenta di quest’ incontenibile furore. Fioccano le occasioni, ma il gol non arriva, e paradossalmente il 4-3 del tripudio, firmato da Higuain, arriva allo scadere, quando ormai in pochi ci credevano, considerando l’ evidente ed inevitabile calo atletico di un Real Madrid che aveva già dato tutto.
Non è stato questo l’ unico elemento paradossale di una partita totalmente irrazionale nei suoi sviluppi, a partire da un primo tempo in cui il Real Madrid domina il campo, crea anche qualche buona occasione ma prende tre gol nelle uniche occasioni create dall’ Espanyol, sempre molto ordinato nella fase di non possesso, lineare ed estremamente efficace nella sua azione di contropiede e micidiale nel “Rifle” Pandiani, secondo a nessuno quanto si tratta di girare a rete i palloni vaganti nell’ area di rigore.
Sembra la fine, ma è soltanto l’ inizio di un’ altra bellissima storia, il maremoto madridista del secondo tempo, favorito anche dai cambi (Helguera per Cicinho, con Sergio Ramos a destra, e Reyes per Guti) ancora una volta azzeccati di Capello (a Cesare quel che è di Cesare), che spazza via tutto e mette ulteriore pressione al Barça impegnato contro se stesso prima ancora che contro il Betis.
I MIGLIORI: E’ giusto che sia stato proprio Higuain a segnare il gol decisivo, un giocatore che può dare tantissimo nei prossimi anni e che ha ricevuto qualche critica un po’ ingiusta. Straordinaria la caparbietà dell’ argentino: sulla destra ruba a Chica un pallone ormai perso, triangola con Reyes ed anticipa l’ uscita di Kameni.
Reyes cambio determinante, buona notizia finalmente in una stagione fin qui fallimentare per l’ andaluso: il gol del 3-3 e il perfetto assist con cui chiude il triangolo con Higuain per il 4-3. La carica però la dà capitan Raul, ricostruito da Capello nell’ animo se non nella classe (andata persa da tempo), straordinario nell’ inizio nel secondo tempo quando da destra mette sotto pressione il debole Chica ricavandone il gol del 2-3 e sfiorandone subito dopo un altro con un impressionante controllo volante di tacco cui fa seguito un destro di poco alto.
Anche se stavolta interviene pochissimo, Iker è ancora decisivo: impagabile quando, sul 3-3 sventa il tentativo di dribbling di Luis Garcia, presentatosi solo davanti a lui.
Cecchino Pandiani (splendido il secondo gol), il miglior esempio di come un attaccante di riserva possa sfruttare quelle poche chances che gli vengono concesse: capoccanoniere incontrastato della Coppa Uefa, 7 gol in Liga, 4 nelle ultime due partite da titolare contro Atlético e Real.
Incide tantissimo sui primi due gol, praticamente in fotocopia, anche l’ ottimo Rufete, che non si stancherà mai di percorrere su e giù quella fascia, davvero una garanzia. A parte l’ incidente del gol di Reyes, grande partita di Kameni, strepitoso su una girata di Van Nistelrooy a fine primo tempo.
I PEGGIORI: Guti torna sulla terra: se fino alla partita scorsa era in panchina, qualche motivo ci sarà stato. Esaurite le doverose lodi per la partita-monstre col Sevilla, bisogna pur ricordare che non si tratta di Pelé.
Stavolta parte defilato, ma soprattutto non ha quegli spazi che domenica scorsa lo “scioglimento” del centrocampo del Sevilla (e il mancato intervento di Juande Ramos) gli aveva regalato. L’ Espanyol raddoppia costantemente su di lui, e proprio da una sua brutta palla persa nasce il contropiede dello 0-1. Il cambio di Capello è sacrosanto (per onestà dico che in quel momento avrei tolto uno fra Diarra ed Emerson per dare spazio a Reyes, ma Capello ne sa un po’ più di me).
Malissimo Roberto Carlos, fuori posizione nei primi due gol, distrattissimo sull’ 1-3 quando Pandiani a centro area scaraventa in rete.
Disastroso Chica, il lato nettamente più debole dell’ Espanyol (Valverde avrebbe dovuto toglierlo ma evidentemente hanno pesato, anche per quanto riguarda il cambio di Pandiani, ragionevoli considerazioni di turnover in vista della finale di mercoledì, dove presumibilmente giocherà David Garcia): quando nel secondo tempo il Real Madrid preme dalla sua parte, sfonda con facilità. Il canterano gestisce ogni situazione con affanno, arrendendosi a Raul sul primo gol e facendo una magra figura quando perde il bruttissimo pallone che avvia il 4-3 di Higuain.
AZIONI SALIENTI Marca
Azioni salienti ROJADIRECTA
Real Madrid (4-2-3-1): Casillas 7; Cicinho 5 (46'), Cannavaro 6, S. Ramos 6, R. Carlos 5; Diarra 6, Emerson 6; Higuaín 7, Raúl 7 (90') Guti 5 (46'); V. Nistelrooy 7.
In panchina: D. López, Helguera 6 (46'), Pavón, Mejía, Salgado, Torres s.v. (90'), Reyes 7 (46').
Espanyol (4-4-1-1): Kameni 7; Velasco 5,5 (73'), Torrejón 6, Lacruz 5,5, Chica 4,5; Rufete 7 (67'), Ángel 6, Costa 6, Moha 6; Jónatas 5,5; Pandiani 8,5 (59').
In panchina: Gorka, Zabaleta, Jarque s.v. (73'), Moisés, Julián, Coro s.v. (67'), L. García 6 (59').
Goles: 0-1 (14'): Pandiani, con la zurda, tras centro de Rufete; 0-2 (26'): Pandiani, con la izquierda, tras centro de Rufete; 1-2 (29'): Van Nistelrooy, con la derecha; 1-3 (33'): Pandiani, a pase de Moha; 2-3 (48'): Raúl, con la pierna derecha; 3-3 (56'): Reyes con la izquierda; 4-3 (89'): Higuaín recibe de Reyes y marca con la derecha.
Árbitro: Undiano Mallenco, del Colegio Navarro. Amonestó a Moha (52'), Chica (54'), Kameni (56'), Ramos (60'), Jónatas (81') e Higuaín (90').
Incidencias: Bernabéu. Lleno. 82.000 espectadores.
Etichette: Espanyol, Liga, Real Madrid
7 Comments:
ma ora che succede a Capello? Mi par di capire che Calderon lo voglia tenere, anche perchè da stasera il Real è primo...Barça sfortunato, ma non si può beccare un gol da polli in quel modo, sono segni inequivocabili di una tenuta psicologica clamorosamente andata a puttane (se mi passi il francesismo).
Secondo te il prossimo anno dove sarà don Fabio? Per me ancora alla Casa Blanca, non so come visto il livello di gioco del suo Real, ma ci sarà.
Sono in lutto, caro Edo, sono in lutto...
Se vince la Liga come penso succederà (noooo!!! ditemi che è un incubo, vi prego!), resta sicuramente.
Una cosa è certa: difficile costruire un' intera stagione, la prossima, sulle basi soltanto della "furia" di queste ultime partite. Non sono chiaramente basi solide, al di là dell' esaltazione del momento (ti ricordi quel Milan che fregò lo scudetto alla Lazio nelle ultime giornate dellla Serie A '98-'99? Siamo là).
In ogni caso, la rosa madridista necessita una bella ristrutturata, che vinca o no questa Liga. ristrutturazione
Mi chiedo come si possa buttare al cesso un campionato, così, tanto per.
Lo spogliatoio del Barca è a pezzi; non so avete notato, nel primo tempo, su quell'azione individuale di Eto'o conclusa malamente di sinistro il malumore di Ronaldinho, che era libero dall'altra parte dell'area. Troppe primedonne? In ogni caso uno dei due andrà sicuramente via a fine anno...
Comunque, che tristezza che debba vincere il Real, ma soprattutto Capello; saremo costretti a subire di nuovo dai media italiani la solita tiritera sul "tecnico vincente" etc etc...
Ciao.
Ahimè, Flavio, quanto hai ragione su Capello...
Io non ci creo granchè a questo dissidio fra Eto'o e Ronaldinho: che si lamenti col compagno quando l' azione sfuma mi pare una cosa normale, sul gol mi sembra sia andato ad abbracciarlo.
Io credo possano restare benissimo tutt' e due, purtroppo su questa storia non possiamo distinguere la realtà dal romanzo, sia perchè non siamo tanto addentro alle cose di spogliatoio del Barça, sia perchè la campagna stampa che già dallo scorso inverno la stampa madrilena e, di rimando, la nostra stanno facendo è qualcosa di veramente stucchevole.
(scusate se uso due post)
Valdes ha preso una rete che non si può prendere; sul primo palo, contro un tiro tutt'altro che irresistibile...è il secondo errore gravissimo della stagione: il primo, con il Liverpool, ha contribuito all'eliminazione dalla Champions, questo potrebbe invece costare lo scudetto. Un portiere poco affidabile, per usare un eufemismo...
Eto'o pare aver perso il killer instinct; troppo frettoloso e pasticcione nelle conclusioni (meravigliosa, però, quella sforbiciata sul cross di Ronaldinho).
Il calendario da qui è alla fine è:
Barca: ATLETICO Getafe Espanyol NASTIC
Real: RECREATIVO Deportivo SARAGOZZA Maiorca
Sevilla: DEPORTIVO Saragozza MAIORCA Villareal
Capiremo molto a mio avviso dall'esito della prossima giornata: il Recreativo a caccia di punti Uefa potrebbe creare qualche grattacapo al Real, mentre i Colchoneros, chissà, magari non avranno molta voglia di fare un favore ai cugini :)
Scherzi a parte, 4 giornate son tante, speriamo bene.
Ciao.
Valdés per me resta un grande portiere: va benissimo i due errori, ma bisognerebbe ricordarsi anche di tutte quelle volte che ha salvato il Barça (a Getafe, all' ultimo minuto in casa con la Real Sociedad, con quella strepitosa parata nell' uno contro uno con Van Nistelrooy nel 3-3 col Madrid...). Non è certo colpa sua questo sfascio, me lo tengo tutta la vita un portiere come lui.
Eto'o è migliorato negli ultimi anni, ma in generale non è mai stato uno di quei cecchini da 100% di percentuale realizzativa come Van Nistelrooy (e come Pandiani sabato, impressionante il Rifle, tra l' altro tripletta tutta di sinistro). Gli manca un po' il tocco morbido davanti al portiere.
Nelle ultime giornate, fra Villarreal, Levante, Real sociedad e Betis, se n'è mangiato una quantità industriale. Sono anche quei momenti che hanno gli attaccanti, altre volte magari entra ogni pallone che tocca.
Sarà decisivo l' aspetto psicologico in queste ultime giornate: il Madrid nutre questa specie di fede ultraterrena nella sua vittoria finale, ed è avvantaggiato sulle altre.
Fondamentale la prossima giornata: il Barça è depresso, il Calderon può essere l' ultima occasione per invertire bruscamente la rotta.
Un risultato più positivo di quello del Madrid a Huelva (e il Barça avrà il vantaggio di giocare conoscendo già il risultato del Madrid) capovolgerebbe nuovamente la situazione, non solamente in termini di classifica, ma anche di morale.
Gli avversari del Madrid dovrebbero sperare più nel brillante e spensierato Recreativo che in un inaffidabile Zaragoza, non ancora maturo per giocarsi gare di questo tipo. Il Deportivo e il Mallorca da tasferta son due gare già vinte.
Occhio al Sevilla: a differenza del Madrid miracolato, è una squadra ottimista di natura, quella con più certezze tecnico-tattiche (certezze razionali,a differenza del Madrid). Credo sarebbe più pronto del Barça a raccogliere i frutti di un eventuale pareggio o sconfitta del Madrid nelle gare che mancano.
Cia Valentino,
io ricorderei anche gli errori determinanti di valdes in champions...non mi sembra un portiere affidabile, costante nel rendimento , avrà anche le sue giornate di grazia- come del resto capita a moltissimi portieri di medio-bassa levatura- ma per me non è da "Barcellona"....
ciao e complimenti per il tuo blog
Errico
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