domenica, maggio 13, 2007

TRENTAQUATTRESIMA GIORNATA: Sevilla-Recreativo Huelva 2-1: Maresca (S); Luis Fabiano, rig. (S); Jesus Vazquez, rig. (R).

Juande Ramos deve ringraziare per la prodezza di Maresca (sulla scia del Bernabeu, altra lezione di coordinazione), per una certa ingenuità dei difensori del Recre (evitabilissima la situazione da cui nasce il gol di Maresca, con Pablo Amo che esita oltre misura a spazzare l’ area) e per il rigore con cui Luis Fabiano mette al sicuro il risultato, perché a parte questi episodi il Recre gliel’ ha fatta sudare parecchio la vittoria al brutto Sevilla di ieri sera.

La magnifica organizzazione degli ospiti, che non mi stancherò mai di sottolineare, grazie a un pressing molto aggressivo impedisce al Sevilla di costruire trame pulite a centrocampo, costringendolo il più delle volte al lancio lungo.
Ma davanti non c’è Kanouté (risparmiato per la finale di Uefa), che è solito domare questi palloni e far salire la squadra venendo incontro sulla trequarti, e quindi l’ azione finisce col perdersi nello scarso affiatamento fra Luis Fabiano e Kerzhakov, che hanno movimenti ben diversi da quelli dell’ imprescindibile maliano, nonostante Luis Fabiano si dia molto da fare e cresca col passare dei minuti.
A tutto ciò il Recre accompagna la sua consueta condotta propositiva (solito schema mandato giù a memoria: un esterno che si accentra tra le linee, e i due attaccanti che si smarcano e dettano il passaggio in profondità: una delle cose tatticamente più interessanti viste quest' anno), e i contrattacchi si fanno velenosi soprattutto quando entrano in gioco l’ ispirato Rosu e Cazorla.

Meriterebbe ampiamente il pareggio la squadra del grande Marcelino, passa a dominare le operazioni, ma Palop nega l’ 1-1 con due interventi eccezionali (soprattutto il secondo, su colpo di testa a botta sicura) su altrettante conclusioni di Sinama Pongolle.
Nel secondo tempo il controllo del centrocampo resta nelle mani del Recre, e così Juande per non farsi sfuggire di mano la situazione come successo a Madrid, decide di infoltire la mediana con gli ingressi di Martì (quant’ è importante questo giocatore!) per Maresca e Renato per Kerzhakov.
La spinta del Recre (che prova il tutto per tutto con gli ingressi di Uche e Javi Guerrero) perde vigore, e la maggior tranquillità consente al Sevilla di chiudere la partita in una fase finalein una fase finale abbastanza feconda, che relega a mero dato statistico il rigore trasformato da Jesus Vazquez.

I MIGLIORI: Gran momento per Maresca, che lancia la sua candidatura per la finale Uefa di mercoledì (anche se credo che accanto a Poulsen giocherà Martì in funzione anti De la Pena). Non solo il gran gol, ma dà anche la sensazione di essere quello con le idee più chiare in campo: controlla bene palla e dà respiro alla manovra cambiando gioco verso le fasce.
Molto attivo Luis Fabiano, in crescita nell’ ultimo periodo: tiene su molti palloni con qualità (gioca benissimo col petto) e spirito di sacrificio, il gol dal dischetto è un premio meritato. La fascia destra è sempre la miniera d’ oro del Sevilla: da Jesus Navas (che però non riesce ad andare via all’ uomo da tempo) ed Alves vengono la maggior parte delle azioni interessanti.
Buon lavoro di Aitor Ocio e Dragutinovic al centro della difesa, tengono le distanze giuste e realizzano un paio di eccellenti chiusure. Fantastico Palop nel primo tempo: è proprio un grande portiere, non lo si vede quasi mai sbagliare.
C’è qualità nel mancino di Rosu, le cui azione sono in crescita negli ultimi due mesi. Forse Marcelino poteva tenerlo in campo il rumeno. Ottimo lavoro di Jesus Vazquez e Barber, grande pressing in zona centrale e battaglia vinta coi dirimpettai in maglia bianca.
I PEGGIORI: Un vero e proprio fantasma Kerzhakov, colpevolmente ingenuo Pablo Amo sul gol di Maresca.

AZIONI SALIENTI Marca
Azioni salienti ROJADIRECTA

Sevilla (4-4-2): Palop 7,5; Alves 6,5, Ocio 6,5 (84'), Drago 6,5, Escudé 5,5; Navas 6,5, Poulsen 5,5, Maresca 7 (59'), Puerta 6,5; L. Fabiano 7, Kerzhakov 4 (73').
In panchina: Cobeño, David, Duda, Renato s.v. (73'), Kanouté, Martí 6 (59'), Alfaro s.v. (84').
Recreativo(4-4-2): Laquait 7; Merino 5,5, P. Amo 5, Mario 6, Poli 6; Cazorla 6,5, J. Vázquez 6,5, Barber 6,5, Aitor 6 (77'); Rosu 6,5 (61'), Sinama 6 (66').
In panchina: J. Ramón, Arzo, Beto, Uche 6 (61'), J. Guerrero 5,5 (66'), Juanma, Cheli 6 (77').

Goles: 1-0 (13'): Maresca, tras un pase de Luis Fabiano; 2-0 (81'): Luis Fabiano, de penalti; 2-1 (89'): J. Vázquez.
Árbitro: Alvarez Izquierdo, Comité Catalán. Expulsó a Marcelino (58') por protestar. Amonestó a Puerta (61'), Kerzhakov (66'), Drago (83'), Martí (90') y Luis Fabiano (90'), Pablo Amo (29') y Sinama (57').
Incidencias: S. Pizjuán. 42.000 espectadores

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

il Barca ha pareggiato..
pari punti , scontri diretti a vantaggio del Real.
a sto punto nettamente favorito, no?
certo che a Barcellona se perdono la Liga, qualcosa dovranno cambiare..
mi dà come l'impressione di essere una squdra , si fortissima, ma per lo stile di gioco , il centrocampo poco fisico e molto tecnico e tutto il resto, di essere appunto una squadra dove devono essere sempre tutti al massimo atleticamente e anche come motivazioni.
tridente puro con i 2 attaccanti esterni che non sanno neanche cos'è la difesa (Ronni si gira quando sale il terzino avversario..) centrocampo che abbiamo visto anche nella versione Xavi,Iniesta,Deco (cioè 2 rifinitori e mezzo).. terzini che spingono.. difesa allo sbarglio..
è solo un impressione no un approfondita analisi, volevo sentire cosa ne pensi...

santeria

10:08 PM  
Blogger valentino tola said...

Quello del Barça è un equilibrio molto delicato: per giocare con tutti quei giocatori offensivi contemporaneamente l' unico meccanismo di compensazione possibile è quello di giocare col baricentro alto, le linee ravvicinate e un pressing intensissimo già sui difensori avversari (qui è determinante Eto'o), in modo da riconquistare il pallone già nella metacampo avversaria e non obbligare Xavi e Deco a ripiegare fino al limite della propria aerea e da mettere in evidenza il meno possibile i mancati aiuti di Messi e soprattutto Ronaldinho, vero culone di piombo, ai due terzini.

Questo sistema aveva funzionato benissimo nelle passate stagioni (con riusciti adattamenti in senso più prudente nelle gare di Champions dell' anno scorso contro Chelsea e Milan), mentre quest' anno, col drammatico rilassamento atletico e psicologico, la macchina si è inceppata, è venuta meno la coesione fra i reparti e gli avversari escono più facilmente dalla loro metacampo arrivando molto più facilmente al limite dell' area del Barça e mettendo in evidenza le carenze strutturali da te citate.

Anche se vincesse la Liga, il Barça dovrebbe comunque cambiare qualcosa. Non tanto, però: il talento a disposizione è troppo per sprecarlo così e gli assi sono ancora nel fiore della loro carriera.
Bisogna vedere prima di tutto se ci sono le possibilità di recuperare le basi, in termini di motivazioni, dei successi degli anni passati.
Magari farebbe bene un cambio di panchina, a Rijkaard stanno sfuggendo le cose di mano.

12:48 AM  

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