TREDICESIMA GIORNATA: Zaragoza-Getafe 1-1: Sousa (G); D’ Alessandro (Z).
Certe avventurose interpretazioni del Pato Abbondanzieri ci hanno sempre fatto venire un po’ di brividi, ma stasera l’ estremo argentino ha veramente passato il segno. Non contento della respinta difettosa sui piedi di Oscar ad inizio partita e di un’ uscita a farfalle a fine primo tempo, all’ 80’ ci regala qualcosa di inspiegabile in termini logici, un’ impresa di una demenza quasi geniale: punizione dal vertice destro per il Zaragoza, Pato approfitta di una sostituzione (Pallardò per Sousa) per andare a centro area a parlare di non si sa che cosa con non si sa chi: D’ Alessandro prende nota e infila nella rete sguarnita. Senza mezzi termini, il buon Pato ha buttato al cesso tre punti che il Getafe si era strameritato, col sudore e col gioco.
Era una sfida piuttosto interessante, fra due squadre che prediligono un calcio manovrato e d’ iniziativa. Con una notevole differenza però: mentre il Zaragoza si esprime più che altro con fiammate discontinue ed episodiche iniziative individuali, il Getafe lo fa come squadra, con automatismi oliati, un’ organizzazione di gioco nettamente superiore rispetto alla sconclusionata banda di Victor Fernandez e un controllo molto più continuo del gioco. Questo bel Getafe ha però i suoi non lievi limiti in una certa leggerezza offensiva (Uche e Manu sono attaccanti di movimento, non certo dei killer, si sente un po’ la mancanza di un risolutore: ci sarà molto bisogno di Kepa durante la stagione) che impedisce di concretizzare fino in fondo la superiorità di gioco e in qualche ingenuità di troppo che in determinati episodi manda purtroppo all’ aria quanto la squadra riesce a costruire durante la partita. Certo però che se a commettere l’ ingenuità è il tuo giocatore più esperto e carismatico…
Formazione classica per Laudrup, Victor Fernandez invece continua ad arrabattarsi per presentare una difesa decente, vista la pioggia di infortuni nel reparto arretrato: stavolta il terzino sinistro Paredes viene adattato come centrale, mentre il canterano Valero fa il suo esordio nella Liga, buon rimpiazzo (veloce e spigliato) di Diogo sulla destra.
Partenza forte del Zaragoza, che sfiora il gol su una respinta difettosa di Abbondanzieri sulla quale si avventa Oscar, con scarsa fortuna e angolo troppo ridotto per poter ribadire in rete. E’ solo gazzosa però, presto gli ospiti assumono il comando delle operazioni.
Il Getafe prende le misure, alza il baricentro e s’ impone a centrocampo con De la Red: le buone geometrie degli ospiti non sfociano però in occasioni da gol particolarmente significative, e così nonostante la tremenda approssimazione del suo gioco è il Zaragoza ad avvicinarsi maggiormente al vantaggio, a metà tempo con un’ azione personale di Oliveira e verso il finale, prima con Diego Milito che manca un tap-in ghiottissimo su una palla che attraversa tutto lo specchio dopo una torre di Oscar, poi con Sergio Garcia che trova la deviazione in calcio d’ angolo di Mario su conclusione nella porta lasciata sguarnita da un’ uscita invereconda di Abbondanzieri.
Secondo tempo sulla stessa falsariga, predominio del Getafe alla ricerca, ora più convinta, del gol: ci si avvicina prima Manu su un’ azione da calcio d’ angolo, ma Sergio Garcia salva sulla linea, poi finalmente realizza Sousa, il quale approfitta di un’ incertezza a centro area di Juanfran dopo un’ eccellente percussione sulla sinistra di Granero.
Victor reagisce affidandosi ai suoi panchinari eccellenti, Aimar e D’Alessandro: non che il gioco aragonese acquisti una particolare coerenza, ma un tocco differente sì, e ciò permette di avvicinarsi con intenzioni un po’ più positive alla porta getafense. Probabilmente non in maniera tale da poter ribaltare una situazione che sembra segnata, ma fortunatamente c’è quel genio dell’ Abbondanzieri, che ha il potere di rianimare la Romareda e incoraggiare un tentativo di rimonta che il Zaragoza ora crede possibile. Diego Milito viene lanciato a rete, ma Cortes salva tutto in recupero; anche il Getafe però trova gli spazi per colpire, ma Pablo Hernandez, in ben due occasioni (prima un destro in diagonale sventato da César, poi un sinistro troppo debole) è troppo poco cattivo. Risultato ingiusto, troppe cose al Zaragoza restano per aria.
I MIGLIORI: Grande prova di Granero, in eccellenti condizioni atletiche e convinto delle sue notevoli possibilità. Corsa sciolta, accelerazioni incisive, gran conduzione del pallone: crea scompiglio soprattutto nel secondo tempo quando si cambia di fascia con Sousa e va a sinistra. Sousa che l’ anno scorso era molto poco utilizzato da Schuster, e che invece quest’ anno è punto fermo per Laudrup (che invece vede poco Nacho, uno degli intoccabili di Schuster): centrocampista offensivo rapido e di buona tecnica, parte indifferentemente dalle due fasce per proporre interessanti tagli ed inserimenti, già 3 gol all’ attivo in questa Liga. Molto attento e reattivo Mario.
Fa effetto vedere Aimar e D’Alessandro in panchina: il primo paga, per sua stessa ammissione, un rendimento decisamente sottotono, D’ Alessandro invece sconta la genetica discontinuità e le ricorrenti manifestazioni d’ indisciplina. Il Cabezon s’ inventa la furbata che tira fuori dalle secche la sua squadra, Aimar mostra qualche segnale di risveglio.
I PEGGIORI: Brutto periodo per Diego Milito, le gambe non girano al meglio e manca il tocco magico sottorete. Estraneo alla partita Oliveira, a parte un’ occasione nel primo tempo, non incide Oscar. Male Juanfran, pecca sul gol di Sousa ed è molto impreciso quando appoggia l’ azione offensiva.
Manu ed Uche non giocano male in assoluto, anzi propongono movimenti interessanti (specialmente il talentuosissimo nigeriano), ma mancano di concretezza in fase conclusiva.
Zaragoza (4-4-2): César 6,5; Valero 6,5, Ayala 6, Paredes 6, Juanfran 5; Sergio Garcia 6, Zapater 5,5, Celades 5 (dal 65’ D’ Alessandro 6,5), Oscar 5,5 (dal 65’ Aimar 6,5); Diego Milito 5, Oliveira 5,5.
In panchina: Lopez Vallejo, Generelo, Goni, Gabi, Chus Herrero.
Getafe (4-4-2): Abbondanzieri 3; Cortes 6,5, Diaz 6,5, Mario 6,5, Licht 6; Granero 7 (dal 72’ Pablo Hernandez 6), Casquero 6, De La Red 6,5, Sousa 6,5 (dal 79’ Pallardó s.v.); Manu 6, Uche 6 (dall’ 86’ Albin s.v.).
In panchina: Ustari, Belenguer, Contra, Kepa.
Gol: Sousa 64’ (G); D’Alessandro 80’ (Z).
Arbitro: Alvarez Izquierdo. Ammoniti: Celades, Oliveira, Diego Milito per il Zaragoza; Licht per il Getafe.
Era una sfida piuttosto interessante, fra due squadre che prediligono un calcio manovrato e d’ iniziativa. Con una notevole differenza però: mentre il Zaragoza si esprime più che altro con fiammate discontinue ed episodiche iniziative individuali, il Getafe lo fa come squadra, con automatismi oliati, un’ organizzazione di gioco nettamente superiore rispetto alla sconclusionata banda di Victor Fernandez e un controllo molto più continuo del gioco. Questo bel Getafe ha però i suoi non lievi limiti in una certa leggerezza offensiva (Uche e Manu sono attaccanti di movimento, non certo dei killer, si sente un po’ la mancanza di un risolutore: ci sarà molto bisogno di Kepa durante la stagione) che impedisce di concretizzare fino in fondo la superiorità di gioco e in qualche ingenuità di troppo che in determinati episodi manda purtroppo all’ aria quanto la squadra riesce a costruire durante la partita. Certo però che se a commettere l’ ingenuità è il tuo giocatore più esperto e carismatico…
Formazione classica per Laudrup, Victor Fernandez invece continua ad arrabattarsi per presentare una difesa decente, vista la pioggia di infortuni nel reparto arretrato: stavolta il terzino sinistro Paredes viene adattato come centrale, mentre il canterano Valero fa il suo esordio nella Liga, buon rimpiazzo (veloce e spigliato) di Diogo sulla destra.
Partenza forte del Zaragoza, che sfiora il gol su una respinta difettosa di Abbondanzieri sulla quale si avventa Oscar, con scarsa fortuna e angolo troppo ridotto per poter ribadire in rete. E’ solo gazzosa però, presto gli ospiti assumono il comando delle operazioni.
Il Getafe prende le misure, alza il baricentro e s’ impone a centrocampo con De la Red: le buone geometrie degli ospiti non sfociano però in occasioni da gol particolarmente significative, e così nonostante la tremenda approssimazione del suo gioco è il Zaragoza ad avvicinarsi maggiormente al vantaggio, a metà tempo con un’ azione personale di Oliveira e verso il finale, prima con Diego Milito che manca un tap-in ghiottissimo su una palla che attraversa tutto lo specchio dopo una torre di Oscar, poi con Sergio Garcia che trova la deviazione in calcio d’ angolo di Mario su conclusione nella porta lasciata sguarnita da un’ uscita invereconda di Abbondanzieri.
Secondo tempo sulla stessa falsariga, predominio del Getafe alla ricerca, ora più convinta, del gol: ci si avvicina prima Manu su un’ azione da calcio d’ angolo, ma Sergio Garcia salva sulla linea, poi finalmente realizza Sousa, il quale approfitta di un’ incertezza a centro area di Juanfran dopo un’ eccellente percussione sulla sinistra di Granero.
Victor reagisce affidandosi ai suoi panchinari eccellenti, Aimar e D’Alessandro: non che il gioco aragonese acquisti una particolare coerenza, ma un tocco differente sì, e ciò permette di avvicinarsi con intenzioni un po’ più positive alla porta getafense. Probabilmente non in maniera tale da poter ribaltare una situazione che sembra segnata, ma fortunatamente c’è quel genio dell’ Abbondanzieri, che ha il potere di rianimare la Romareda e incoraggiare un tentativo di rimonta che il Zaragoza ora crede possibile. Diego Milito viene lanciato a rete, ma Cortes salva tutto in recupero; anche il Getafe però trova gli spazi per colpire, ma Pablo Hernandez, in ben due occasioni (prima un destro in diagonale sventato da César, poi un sinistro troppo debole) è troppo poco cattivo. Risultato ingiusto, troppe cose al Zaragoza restano per aria.
I MIGLIORI: Grande prova di Granero, in eccellenti condizioni atletiche e convinto delle sue notevoli possibilità. Corsa sciolta, accelerazioni incisive, gran conduzione del pallone: crea scompiglio soprattutto nel secondo tempo quando si cambia di fascia con Sousa e va a sinistra. Sousa che l’ anno scorso era molto poco utilizzato da Schuster, e che invece quest’ anno è punto fermo per Laudrup (che invece vede poco Nacho, uno degli intoccabili di Schuster): centrocampista offensivo rapido e di buona tecnica, parte indifferentemente dalle due fasce per proporre interessanti tagli ed inserimenti, già 3 gol all’ attivo in questa Liga. Molto attento e reattivo Mario.
Fa effetto vedere Aimar e D’Alessandro in panchina: il primo paga, per sua stessa ammissione, un rendimento decisamente sottotono, D’ Alessandro invece sconta la genetica discontinuità e le ricorrenti manifestazioni d’ indisciplina. Il Cabezon s’ inventa la furbata che tira fuori dalle secche la sua squadra, Aimar mostra qualche segnale di risveglio.
I PEGGIORI: Brutto periodo per Diego Milito, le gambe non girano al meglio e manca il tocco magico sottorete. Estraneo alla partita Oliveira, a parte un’ occasione nel primo tempo, non incide Oscar. Male Juanfran, pecca sul gol di Sousa ed è molto impreciso quando appoggia l’ azione offensiva.
Manu ed Uche non giocano male in assoluto, anzi propongono movimenti interessanti (specialmente il talentuosissimo nigeriano), ma mancano di concretezza in fase conclusiva.
Zaragoza (4-4-2): César 6,5; Valero 6,5, Ayala 6, Paredes 6, Juanfran 5; Sergio Garcia 6, Zapater 5,5, Celades 5 (dal 65’ D’ Alessandro 6,5), Oscar 5,5 (dal 65’ Aimar 6,5); Diego Milito 5, Oliveira 5,5.
In panchina: Lopez Vallejo, Generelo, Goni, Gabi, Chus Herrero.
Getafe (4-4-2): Abbondanzieri 3; Cortes 6,5, Diaz 6,5, Mario 6,5, Licht 6; Granero 7 (dal 72’ Pablo Hernandez 6), Casquero 6, De La Red 6,5, Sousa 6,5 (dal 79’ Pallardó s.v.); Manu 6, Uche 6 (dall’ 86’ Albin s.v.).
In panchina: Ustari, Belenguer, Contra, Kepa.
Gol: Sousa 64’ (G); D’Alessandro 80’ (Z).
Arbitro: Alvarez Izquierdo. Ammoniti: Celades, Oliveira, Diego Milito per il Zaragoza; Licht per il Getafe.
2 Comments:
Il Getafe,come il Racing un paio d'ore prima,mette in mostra una notevole organizzazione di gioco,oramai consolidata e meritevole d'attenzione.Non ho mai apprezzato Abbondanzieri,tanto più che alle sue spalle Ustari ha mostrato doti da non sottovalutare,ma se Laudrup persiste in questa scelta evidentemente avrà i suoi motivi.Ho finalmente visto giocare Martin Caceres,e condivido il tuo pensiero:è molto,molto bravo,ed ha solo 19 anni.Mi ricorda Sergio Ramos.Vorrei infine un parere su Garay,lo conosco ancora troppo poco.
Sì, son due squadre molto organizzate, anche se con filosofie differenti: Marcelino ripiega e riparte in contropiede (del resto è l' unica strategia plausibile coi giocatori che ha a disposizione), Laudrup cerca il più possibile di fare la partita: centrocampo di piedi buoni, palla che gira da un lato all' altro, terzini che accompagnano l' azione... Mi sta piacendo molto il lavoro del danese: avevo visto anche la partita col Tottenham, un' ottima prova, la squadra si raccoglieva molto bene in fase di non possesso(in particolare sulle fasce funzionano molto bene gli automatismi, il terzino ha quasi sempre l' aiuto in raddoppio dell' esterno di centrocampo) e si proponeva con personalità una volta riconquistato il pallone.
Neanche io son stato un fan di Abbondanzieri, però l' anno scorso ha giocato molto bene. La situazione di Ustari è paradossale, rischia di diventare uno spreco di talento e di denaro.
Bravo Gandhi, molto azzeccato il paragone Caceres-Ramos: hanno la stessa voglia di spaccare il mondo.
Su Garay non voglio sbilanciarmi. Non che non l' abbia visto giocare, però l' ho visto sempre inserito in una squadra messa in campo talmente bene che per i difensori è tutto più facile. Quindi per Garay si tratta spesso di sbrigare l' ordinaria amministrazione. Credo sia un po' lento, anche se nel Racing deve difendere spazi sempre molto ridotti e situazioni che glie vitano questo tipo d' imbarazzo. E' molto forte nel gioco aereo, pericoloso quando va a staccare nell' area avversaria. Elegante e bravo a impostare l' azione, lancia bene col destro e batte anche qualche punizione di potenza dalla lunga distanza (ieri ne ha provata una, però è uscito un tiraccio). Legge benissimo il gioco, ha notevole senso della posizione.
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