DICIOTTESIMA GIORNATA: Mallorca-Barcelona 0-2: Marquez; Eto’o.
Risultato bugiardo se non nella sostanza perlomeno nelle dimensioni, tre punti che potrebbero rivelarsi preziosi per un Barça comunque alquanto deprimente: i blaugrana è almeno un anno che ripetono sempre la stessa partita, una tiritera che ha abbondantemente stancato, sarebbe più eccitante una marcia di lumache.
Ronaldinho indisponibile e Deco accantonato dopo il Clasico, il Barça torna alla formazione delle buone partite con Lione, Espanyol e Valencia, fatta la rilevante eccezione della presenza di Giovani per Messi; Manzano viste le arcinote caratteristiche dell’ avversario, opta per il doble pivote ed avanza Ibagaza sulla trequarti.
Il copione è quello che ci si aspettava: il Mallorca cede il pallone al Barça, difende basso con le due linee di difesa e centrocampo molto ravvicinate, intrappolando Eto’o e abbandonando il Barça alle sue enormi e strutturali carenze di ritmo, ampiezza e profondità. Gli ospiti hanno sempre il pallone fra i piedi ma non creano un accidente, ancora non vanno all’ indietro come i gamberi ma si stanno attrezzando anche per quello, mentre è proprio il Mallorca, che agisce di rimessa o con le galoppate di Jonas oppure verticalizzando subito per Güiza, ad avvicinarsi al gol, quando Basinas ruba palla a centrocampo e lancia il solito Güiza, perfetto nell’ evitare Milito ma leggermente impreciso nella conclusione comunque apprezzabile verso il palo lungo.
Anche Basinas, con meno pericolo, tenta dal limite dell’ area, mentre il Barça in un primo tempo di un piattume imbarazzante, inquieta Lux soltanto su un’ azione discretamente casuale: errore di Fernando Navarro, che si fa soffiare palla da Giovani ed Eto’o nei pressi della bandierina del calcio d’ angolo, palla in mezzo per l’ accorrente Xavi, che con una conclusione inguardabile sopra la traversa ribadisce le sue drammatiche carenze al tiro.
Nella ripresa Rijkaard ovviamente non altera il 4-3-3, ma coglie la palese esigenza di dare maggior brio all’ insieme: fuori Gudjohnsen, Iniesta mezzala con Xavi in cerca di maggior fluidità, Bojan arma offensiva in più, anche se sacrificato largo a sinistra. A parte la sensazione che il Barça abbia accresciuto il suo potenziale offensivo, la partita continua a scorrere sugli stessi binari di noia fino a quando in un solo minuto, fra 61’ e 62’, succede di tutto: prima Jonas si lancia in due incontenibili iniziative delle sue, ma in entrambe le occasioni il suo pase de la muerte dal fondo non trova la deviazione (Güiza, infortunatosi, ha già dovuto abbandonare il campo…); sul ribaltamento successivo, appena il Mallorca si scopre un po’, Eto’o può lanciare il contrattacco, guadagnandone un calcio d'’angolo: batte Xavi, Marquez sorprende il suo marcatore Pereyra e regala ossigeno a tutto l’ ambiente culé.
Manzano cerca la reazione buttando nella mischia l’ idolo di casa Trejo(il pubblico invoca l’ ingresso del 19enne argentino, accreditato di un grande talento) e passando alle due punte, ma la presenza di un solo interdittore non fa che regalare più spazio per distendersi al Barça, che in questa fase sfiora il raddoppio: Henry (entrato proprio dopo il gol al posto di Giovani: volenteroso ma mai veramente convincente il messicano) lo segnerebbe anche, con tutti i crismi della regolarità, ma l’ arbitro annulla ingiustamente; sempre il francese, pochi minuti più tardi, si esalta nella sua azione più classica, slalom dalla sinistra e colpo da biliardo verso il secondo palo, ma trova un ottimo Lux a sventare in calcio d’ angolo.
Il finale, coi blaugrana che cominciano ad accusare una certa separazione fra l’ attacco e gli altri reparti, è più dei padroni di casa, ma i pericoli, a parte una mezza papera di Valdes sulla botta da fuori del bombardiere Varela, sono molto relativi, perché Rijkaard dispone di difensori di grande spessore (il vero punto di forza del Barça attuale, al di là delle apparenze superficiali) e perché senza Güiza l’ attacco maiorchino è più che dimezzato, inutile raccontarsi storie. Così finisce che è il Barça ad arrotondare il vantaggio in pieno recupero: inizia l’ azione Bojan dalla sinistra (il ragazzo ad ogni sua apparizione non manca mai di mostrarci sprazzi di una classe purissima), la conclude Eto’o con una fucilata imparabile da una ventina di metri: non esulta per rispetto verso il suo vecchio pubblico il camerunese, ancora lontano dalla brillantezza ideale nonostante il bel gol segnato.
I MIGLIORI: Grande prova di Marquez, non solo per il gol (taglio sul primo palo, il solito schema su palla inattiva, l’ unico studiato dal Barça in questi anni): impeccabile lettura delle situazioni difensive, puntuale negli anticipi e nelle chiusure, molto bravo a coprire in seconda battuta Milito sui movimenti sempre insidiosi in profondità di Güiza. Sempre molto sostanzioso l’ apporto di Puyol e Yaya Touré.
Gran parte del Mallorca è come sempre Jonas, una forza della natura quando ha campo per le sue trascinanti progressioni: Abidal non aveva ancora affrontato un avversario così impegnativo in questo suo soggiorno spagnolo. Molto attivo Ibagaza, sempre sfoggiando la sua mirabile raffinatezza tecnica.
I PEGGIORI: Pereyra colpevole sul primo gol, anonimo Arango. Soprattutto nel primo tempo, altra partita modesta di Xavi, quello che soffre di più questa staticità del Barça: non trovando appoggi e sbocchi per i suoi passaggi, e non potendo tentare la via dell’ azione palla al piede come certi suoi compagni superdotati, finisce col diventare quasi inutile.
Mallorca (4-4-1-1): Lux 6,5; Varela 6, David Navarro 6, Nunes 6, Fernando Navarro 6; Jonas 7, Pereyra 5,5, Basinas 6,5 (dal 70’ Trejo s.v.), Arango 5,5; Ibagaza 6,5 (dal 78’ Borja Valero s.v.); Güiza 6,5 (dal 48’ Victor 5,5).
In panchina: Moya, Ballesteros, Molinero, Tuni.
Barcelona (4-3-3): Valdés 5,5; Puyol 6,5, Marquez 7, G. Milito 6, Abidal 5,5; Xavi 5,5, Touré 6,5 (dal 68’ Edmilson s.v.), Gudjohnsen 5,5 (dal 45’ Bojan 6,5); Giovani 5,5 (dal 63’ Henry 6,5), Eto’o 6, Iniesta 6.
In panchina: Oier Olazábal, Zambrotta, Thuram, Deco.
Gol: Marquez 62’; Eto’o 91’.
Arbitro: Ramírez Domínguez. Ammoniti: Trejo per il Mallorca; Puyol, Yaya Touré e Giovani per il Barcelona.
Ronaldinho indisponibile e Deco accantonato dopo il Clasico, il Barça torna alla formazione delle buone partite con Lione, Espanyol e Valencia, fatta la rilevante eccezione della presenza di Giovani per Messi; Manzano viste le arcinote caratteristiche dell’ avversario, opta per il doble pivote ed avanza Ibagaza sulla trequarti.
Il copione è quello che ci si aspettava: il Mallorca cede il pallone al Barça, difende basso con le due linee di difesa e centrocampo molto ravvicinate, intrappolando Eto’o e abbandonando il Barça alle sue enormi e strutturali carenze di ritmo, ampiezza e profondità. Gli ospiti hanno sempre il pallone fra i piedi ma non creano un accidente, ancora non vanno all’ indietro come i gamberi ma si stanno attrezzando anche per quello, mentre è proprio il Mallorca, che agisce di rimessa o con le galoppate di Jonas oppure verticalizzando subito per Güiza, ad avvicinarsi al gol, quando Basinas ruba palla a centrocampo e lancia il solito Güiza, perfetto nell’ evitare Milito ma leggermente impreciso nella conclusione comunque apprezzabile verso il palo lungo.
Anche Basinas, con meno pericolo, tenta dal limite dell’ area, mentre il Barça in un primo tempo di un piattume imbarazzante, inquieta Lux soltanto su un’ azione discretamente casuale: errore di Fernando Navarro, che si fa soffiare palla da Giovani ed Eto’o nei pressi della bandierina del calcio d’ angolo, palla in mezzo per l’ accorrente Xavi, che con una conclusione inguardabile sopra la traversa ribadisce le sue drammatiche carenze al tiro.
Nella ripresa Rijkaard ovviamente non altera il 4-3-3, ma coglie la palese esigenza di dare maggior brio all’ insieme: fuori Gudjohnsen, Iniesta mezzala con Xavi in cerca di maggior fluidità, Bojan arma offensiva in più, anche se sacrificato largo a sinistra. A parte la sensazione che il Barça abbia accresciuto il suo potenziale offensivo, la partita continua a scorrere sugli stessi binari di noia fino a quando in un solo minuto, fra 61’ e 62’, succede di tutto: prima Jonas si lancia in due incontenibili iniziative delle sue, ma in entrambe le occasioni il suo pase de la muerte dal fondo non trova la deviazione (Güiza, infortunatosi, ha già dovuto abbandonare il campo…); sul ribaltamento successivo, appena il Mallorca si scopre un po’, Eto’o può lanciare il contrattacco, guadagnandone un calcio d'’angolo: batte Xavi, Marquez sorprende il suo marcatore Pereyra e regala ossigeno a tutto l’ ambiente culé.
Manzano cerca la reazione buttando nella mischia l’ idolo di casa Trejo(il pubblico invoca l’ ingresso del 19enne argentino, accreditato di un grande talento) e passando alle due punte, ma la presenza di un solo interdittore non fa che regalare più spazio per distendersi al Barça, che in questa fase sfiora il raddoppio: Henry (entrato proprio dopo il gol al posto di Giovani: volenteroso ma mai veramente convincente il messicano) lo segnerebbe anche, con tutti i crismi della regolarità, ma l’ arbitro annulla ingiustamente; sempre il francese, pochi minuti più tardi, si esalta nella sua azione più classica, slalom dalla sinistra e colpo da biliardo verso il secondo palo, ma trova un ottimo Lux a sventare in calcio d’ angolo.
Il finale, coi blaugrana che cominciano ad accusare una certa separazione fra l’ attacco e gli altri reparti, è più dei padroni di casa, ma i pericoli, a parte una mezza papera di Valdes sulla botta da fuori del bombardiere Varela, sono molto relativi, perché Rijkaard dispone di difensori di grande spessore (il vero punto di forza del Barça attuale, al di là delle apparenze superficiali) e perché senza Güiza l’ attacco maiorchino è più che dimezzato, inutile raccontarsi storie. Così finisce che è il Barça ad arrotondare il vantaggio in pieno recupero: inizia l’ azione Bojan dalla sinistra (il ragazzo ad ogni sua apparizione non manca mai di mostrarci sprazzi di una classe purissima), la conclude Eto’o con una fucilata imparabile da una ventina di metri: non esulta per rispetto verso il suo vecchio pubblico il camerunese, ancora lontano dalla brillantezza ideale nonostante il bel gol segnato.
I MIGLIORI: Grande prova di Marquez, non solo per il gol (taglio sul primo palo, il solito schema su palla inattiva, l’ unico studiato dal Barça in questi anni): impeccabile lettura delle situazioni difensive, puntuale negli anticipi e nelle chiusure, molto bravo a coprire in seconda battuta Milito sui movimenti sempre insidiosi in profondità di Güiza. Sempre molto sostanzioso l’ apporto di Puyol e Yaya Touré.
Gran parte del Mallorca è come sempre Jonas, una forza della natura quando ha campo per le sue trascinanti progressioni: Abidal non aveva ancora affrontato un avversario così impegnativo in questo suo soggiorno spagnolo. Molto attivo Ibagaza, sempre sfoggiando la sua mirabile raffinatezza tecnica.
I PEGGIORI: Pereyra colpevole sul primo gol, anonimo Arango. Soprattutto nel primo tempo, altra partita modesta di Xavi, quello che soffre di più questa staticità del Barça: non trovando appoggi e sbocchi per i suoi passaggi, e non potendo tentare la via dell’ azione palla al piede come certi suoi compagni superdotati, finisce col diventare quasi inutile.
Mallorca (4-4-1-1): Lux 6,5; Varela 6, David Navarro 6, Nunes 6, Fernando Navarro 6; Jonas 7, Pereyra 5,5, Basinas 6,5 (dal 70’ Trejo s.v.), Arango 5,5; Ibagaza 6,5 (dal 78’ Borja Valero s.v.); Güiza 6,5 (dal 48’ Victor 5,5).
In panchina: Moya, Ballesteros, Molinero, Tuni.
Barcelona (4-3-3): Valdés 5,5; Puyol 6,5, Marquez 7, G. Milito 6, Abidal 5,5; Xavi 5,5, Touré 6,5 (dal 68’ Edmilson s.v.), Gudjohnsen 5,5 (dal 45’ Bojan 6,5); Giovani 5,5 (dal 63’ Henry 6,5), Eto’o 6, Iniesta 6.
In panchina: Oier Olazábal, Zambrotta, Thuram, Deco.
Gol: Marquez 62’; Eto’o 91’.
Arbitro: Ramírez Domínguez. Ammoniti: Trejo per il Mallorca; Puyol, Yaya Touré e Giovani per il Barcelona.
3 Comments:
Ho visto l'intera partita, sono d'accordo sulla tua analisi globale: risultato un pò bugiardo, due gol di scarto sono troppi. Barça con i problemi di sempre, padroni di casa invece un pò troppo rinunciatari, eppure davanti hanno talento da vendere con i vari Ibagaza, Arango e Guiza. Non ho citato volutamente Jonas Gutierrez perchè l'argentino merita un capitolo a parte: oggi mi ha davvero stregato, accellerazioni palle al piede continue e devastanti, in progressione mi ricorda parecchio il miglior Joaquin.
Decisivi i cambi di Rijkaard: Bojan Krkic (questo mi sembra davvero sugli stessi livelli o quasi di Messi, ha un controllo di palla in velocità straordinario: certamente è, almeno per quello che ha fatto vedere, superiore al messicano Giovani dos Santos che, per carità ha appena 18 anni, però onestamente non mi ha mai impressionato particolarmente in prima squadra) e Henry hanno offerto un contributo di gran lunga superiore a quello degli opachi Giovani e Gudjohnsen.
Non so se sia stato rinunciatario il Mallorca, secondo me l' atteggiamento era quello giusto: ingolfare la metacampo per evidenziare le carenze del Barça, poi ripartire negli spazi con Jonas e Guiza, giocatori ideali per il contropiede. Il problema alla fine è stato più che la mancanza di volontà la mancanza di mezzi: con Guiza uscito per infortunio e Webò già assente di lunga durata per analogo motivo, l' attacco è rimasto troppo leggero, con Victor che è seconda punta e pure innocua e con Trejo, seconda punta di fantasia, che non è riuscito a entrare in partita.
Jonas è pauroso, hai ragione sul paragone con Joaquin in campo aperto: l' argentino è molto più sgraziato nella corsa, Joaquin ha numeri sicuramente migliori nel dribbling stretto, ma Jonas mi sembra avere molto di più la determinazione e il carattere del giocatore vero, senza dimenticare che ha dei polmoni infiniti e aiuta il terzino in ripiegamento per tutti i 90 minuti.
Sono d' accordissimo sulla scala di valori fra Giovani e Bojan: il primo credo possa diventare massimo un ottimo giocatore, il secondo invece ha le potenzialità per fare davvero la differenza a livello mondiale. Ancora deve completare la sua maturazione fisica, soffre il corpo a corpo coi difensori avversari. Va definito ancora il suo ruolo: per il fisico e le doti di palleggio sembra una seconda punta, mentre l' istinto e la rapidità di esecuzione negli ultimi metri sono quelli del grandissimo bomber. Intanto ci fa venire l' acquolina in bocca con questi sprazzi...
Per Valentino Tola (dato che non riesco a contattarti via e-mail!): ho il tuo stesso nome e cognome nonchè l'indirizzo e-mail (valentino.tola@tiscali.it) e non capisco come questo possa essere ed inoltre continuo a ricevere al mio indirizzo news del tuo blog sul calcio spagnolo!Potresti cortesemente evitare che ciò accada? Chiederò ulteriori spiegazioni al servizio clienti Tiscali. Resto in attesa di tuo riscontro. Saluti, V.T.
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