lunedì, gennaio 07, 2008

DICIOTTESIMA GIORNATA: Real Madrid-Zaragoza 2-0: Van Nistelrooy; Robinho.

Se per il Barça ho parlato di risultato un po’ bugiardo, di questa partita dovrei dire che si tratta di una delle più clamorose menzogne che un campo di calcio ci abbia mai raccontato. Un Madrid brutto oltre ogni umana immaginazione, il peggiore della stagione, viene da farsi due-tre domandine vedendo questa partita: dov’ è finita la squadra coesa, solidale e autorevole ammirata al Camp Nou? Per caso era un miraggio? Com’è possibile poi che una squadra che gioca in questa maniera, quella che subisce più tiri in porta di tutto il campionato (Casillas secondo le statistiche, aggiornate alla diciassettesima giornata, interviene più di Storari del Levante!), stradomini il campionato con un punteggio offensivo per i suoi avversari, quasi da record?
Non possono bastare l’ efficacia realizzativa o le parate di Iker (portentoso anche stasera) per spiegare fino in fondo tale mistero. Oggi il Zaragoza ha dominato da cima a fondo, ha attaccato e attaccato e attaccato con commovente testardaggine, ma quando verso il quarto d’ora del secondo tempo il destro incrociato di Oliveira è finito sul palo, allora lì ho capito quale sarebbe stato il risultato finale. Ne ho viste troppe, amici cari.

Formazione-tipo per Schuster, se si eccettua la pesante assenza di Pepe; Victor Fernandez ripete l’ undici della partita col Valencia, solo che cambia di fascia Zapater e Sergio Garcia.
Sulla partita c’è poco da dire: dopo un quarto d’ora iniziale di studio ma con un netto predominio madridista nel possesso palla, la partita assume presto i contorni del monologo zaragocista. C’è che il Real Madrid, dopo la grande parentesi del Camp Nou, è tornato quello sfilacciato di sempre, di un’ inconsistenza paurosa a centrocampo: Sneijder ha qualità ma porta molto palla e non ha i tempi né l’ attitudine dell’ organizzatore di gioco, Baptista è forza bruta e poco altro, Diarra ha i piedi che ha. I merengues evidenziano grosse carenze nella costruzione della manovra (oltrettutto monca a destra, dopo che l’ uscita per infortunio di Heinze ha costretto all’ ingresso di Torres con Sergio Ramos spostato al centro), perdono palloni preziosi, e progressivamente Luccin e Celades, col supporto di Zapater, prendono il sopravvento. Le distanze fra i reparti del Madrid sono enormi, e la difesa si trova esposta alle percussioni degli abili attaccanti aragonesi (micidiali soprattutto quando hanno gli spazi in profondità), che arrivano al tiro con facilità estrema: prima viene giustamente annullato un gol a Oliveira, poi Diego Milito si fa ipnotizzare a tu per tu con Casillas, poi ancora Sergio Garcia spara due botte mancine molto insidiose per Casillas dopo essere giunto al limite dell’ area.
La ripresa inizia allo stesso modo: il Madrid continua a non riuscire a collegare i reparti e a sparacchiare palloni (nonostante Schuster cerchi più fluidità e immaginazione con Guti, ingresso sacrosanto), il Zaragoza persiste nel suo assedio, monotono e noioso perché tanto sai già come andrà a finire: Casillas sventa un tiro a girare di Zapater, poi mette una mano miracolosa su un colpo di testa di Diego, infine Oliveira prende il citato, clamoroso palo.
La misura è colma, è tempo che il Madrid passi in vantaggio, alla prima sortita seria nella metacampo avversaria da almeno una quarantina di minuti: Robinho si sposta sulla destra, aggira un avversario e inventa un cross perfetto per Van Nistelrooy, che non si fa pregare. Partita chiusa, perché il Zaragoza è ormai preda della rassegnazione e il Real Madrid trova gli spazi per il suo calcio, quello di pura improvvisazione in contropiede, gli spazi perché Robinho da par suo arrotondi la più ingiusta e assurda delle vittorie.

I MIGLIORI: Casillas le prende tutte: l’ uno contro uno vinto con Milito vale da solo la partita, poi risponde a una serie di tiri di difficoltà medio-bassa, sfodera un riflesso da campione su Diogo e, come se non bastasse, nel recupero para anche una punizione bassa e angolata di Gabi, prodezza che nonostante la sua inutilità ai fini del risultato scatena un abbraccio sincero dei suoi compagni, ben consapevoli di dover gran parte della loro gloria attuale ai riflessi di quest’ individuo. Robinho è invece decisivo nell’ aspetto offensivo.
Robusta la prova di Luccin, pericolosi Oliveira e Diego Milito, anche se il secondo non rende onore alla sua fama quando perde l’ uno contro uno con San Iker.
I PEGGIORI: Male tutto il centrocampo madridista.

Real Madrid (4-3-3): Casillas 8; Ramos 6, Cannavaro 6,5, Heinze s.v. (16'), Marcelo 5,5; Sneijder 5 (54'), Diarra 5, Baptista 5 (78'); Raúl 5,5, V. Nistelrooy 6,5, Robinho 7.
In panchina: Dudek, Torres 6 (16'), Gago s.v. (78'), Robben, Guti 6 (54'), Saviola, Higuaín.
Zaragoza (4-4-2): L. Vallejo 6; Diogo 6,5, Sergio 5,5, Ayala 6, Juanfran 6; S. García 6 (75'), Luccin 6,5 Celades 6 (75'), Zapater 6,5; D. Milito 6, Oliveira 6,5 (87').
In panchina: Miguel, Chus, Herrero, Pavón, Paredes s.v. (87'), Gabi 6 (75'), Óscar s.v. (75').

Goles 1-0 (65'): Robinho entra por banda derecha, se marcha con un autopase de Juanfran, centra y Van Nistelrooy, totalmente solo, marca de cabeza. 2-0 (76'): Arrancada de Robinho, que deja atrás a Sergio, llega al área y suelta un derechazo que entra a la izquierda de López Vallejo.
Árbitro Iturralde González, del Colegio Vasco. Expulsó al doctor Villanueva (31'), médico del Zaragoza. Amonestó a Marcelo (36'), Ayala (70'), Ramos (70') y Diogo (84').
Incidencias Santiago Bernabéu. Lleno. 80.000 espectadores.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Partita davvero incredibile, dopo il palo di Oliveira anch'io (ma penso chiunque abbia una certa esperienza col mondo del calcio) ero sicuro che a vincere sarebbe stato il Madrid...

2:07 PM  

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